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Neorealismo e Calvino: Un Coro di Voci - Fenoglio e Milton, Appunti di Letteratura Italiana

Il Neorealismo italiano attraverso il romanzo di Elio Vittorini, Uomini e no, e la figura di Cesare Pavese Calvino. la distinzione tra buon e cattivo nel romanzo di Vittorini, la trasformazione del Neorealismo in una scuola letteraria e la produzione letteraria di Calvino. In particolare, il documento si concentra sulla figura di Cesare Pavese Fenoglio e il suo romanzo Una questione privata, e il protagonista Milton, il cui percorso privato si sovrappone alla resistenza. Il documento include anche una breve discussione sulla produzione letteraria di Calvino e il suo ruolo nel postmoderno.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 21/12/2021

gan.p
gan.p 🇮🇹

5

(3)

15 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Neorealismo e Calvino: Un Coro di Voci - Fenoglio e Milton e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! 12 maggio Il Neorealismo, come dice Calvino, è un coro di voci non un movimento vero e proprio. Nasce nell’ambito del cinema. (per partire a parlare del Neorealismo si può iniziare dalla prefazione di Calvino). Nel romanzo di Vittorini, Uomini e no c’è una distinzione tra bene e male molto netta. Il sentiero dei nidi di ragno, si unisce realtà e una linea fiabesca. L’Agnese va a morire, la particolarità sta nella presenza di una protagonista donna. Il Neorealismo dopo la fase inizia degli anni ’40 si trasforma in una vera e propria scuola, a partire dagli anni ’50. Non è un elemento che si legga alla produzione di un autore ma è piuttosto un’atmosfera letteraria, oltre allo stile è definito dall’argomento trattato (resistenza e il lavoro). Si lega principalmente alla guerra. Fenoglio È un autore più isolato rispetto agli altri. È piemontese e vive tutta la vita nelle langhe. Compie gli studi con due professori antifascisti, quindi ha un’educazione antifascista. La novità di Fenoglio sta nell’aver trovato uno stile, è riuscito a scrivere il vero romanzo della resistenza (cfr. Calvino). Si unisce alle formazioni partigiane, prima rossi (comunisti) e azzurri (al sud e su posizioni più moderate). In vita ha preso parte a molti scontri, tra cui la liberazione della città di Alba e successivamente torna a casa e lavora in un’azienda vinicola per il resto della propria vita. La sua è una posizione di retroguardia rispetto agli altri autori. Scrisse romanzi ambientati sulle langhe ma anche romanzi di argomento partigiano (racconti sulla liberazione della città I 23 giorni di Alba), varie versioni del Partigiano Jonny). I suoi romanzi attuali sono delle ricostruzioni perché erano incompleti. Il partigiano che compare nei suoi romanzi è un uomo qualunque che si ritrova in una situazione più grande di lui. Gli inizia del partigiano --, è uno dei racconti di I 23 giorni di Alba, racconta il primo giorno della sua formazione. Tutti i personaggi di Fenoglio sono partigiani, non hanno un prima e un dopo, infatti si conoscono solo i nomi di battaglia. Fenoglio si interessa di letteratura inglese e legge opere di lingua inglese. Tutti i nomi dei suoi personaggi sono in inglese. Leonardo Cocito è un intellettuale comunista, dice che chi è partigiano ha una coscienza politica forte, deve essere comunista per essere veramente partigiano, deve avere un’idea di fondo per la società che si vuole. Pietro — invece afferma che chiunque può essere partigiano basta opporsi, deve scattare dentro di sé una posizione contro nazismo, fascismo. Il partigiano Jonny ha una lingua particolare, inglese e italiano si fondono, molti neologismi nascono da questa fusione. Questi plurilinguismi sembrano servire per raccontare la resistenza. La lingua adotta anche la sintassi inglese. La trama non è lineare, è esplosiva. Il romanzo si conclude con la morte di Jonny anche se non è detto esplicitamente. Essendo proprio un uomo comune la sua morte è quasi casuale. I romanzi di Fenoglio, in vita, non ebbero successo. I manoscritti di Fenoglio vengono ritrovati su una spiaggia in una cassa ritrovata da un pescatore e si apre un caso editoriale, viene ritrovato anche Una questione privata in diverse redazioni, per questo non si sa se il romanzo effettivamente sia concluso. Il titolo appunto non è scelto da Fenoglio. Calvino accosta il romanzo all’Orlando Furioso, perché il protagonista Milton si distrae dal suo compito primario, la guerra e segue un altro percorso. È un romanzo breve e compatto. Il protagonista è unico ed è l’una prospettiva data al lettore. Milton è un giovane di Alba e non si sa nulla sul suo passato, Milton è il nome di battaglia, il nome deriva da Milton, l’autore di Paradise Lost. Il romanzo si pare con una descrizione di due partigiani che fanno una perlustrazione, l’ambientazione è ad una villa speciale per il protagonista. L’incipit è importante è importane perché Fenoglio racconta una violazione, Milton facendo una perlustrazione se ne frega e compie un’azione che mette in rischio se e i propri compagni allo scoperto. Per Milton la vita partigiana si mantiene in secondo piano. I primi 4 capitoli hanno una costante oscillazione tra presente e passato, i ricordi salgono in primo piano rispetto al presente (il passato è caratterizzato dall’amore per Fulvia, un amore mai realmente consumato, Fulvia non ha realmente amato Milton). L’amore per Fulvia è un amore estremamente idealizzato. Durante la sua visita alla villa incontra la custode della villa e si lascia scappare che Fulvia e Giorgio, il suo migliore amico, stavano insieme e si incontravano in privato, da quel momento Milton compie una sorta di viaggio privato per capire se fosse realmente vero. Milton fa una serie di incontri- conversazione che fanno progredire la trama, ha l’ossessione per ritrovare Giorgio, che è stato catturato dai fascisti, cattura un fascista, cerca di scappare e lo uccide. Allora torna alla villa. Tutta la vicenda si svolge in 3/4 giorni. Nell’ultimo capitolo l’azione si svolge altrove e sembra proprio un racconto all’interno del romanzo. Nell’ultimo capitolo si vede tutto attraverso gli occhi di un fascista. Ci sono due ragazzini che vivevano nel campo fascista, a un certo punto devono essere uccisi. Viene fucilato Riccio perché è stato ucciso un fascista, quello ucciso da Milton, questo fa capire che la ‘’questione privata’’ di Milton non è privata perché ha avuto ripercussioni sugli altri, Riccio maledice chi ha ucciso il fascista. La distinzione tra bene e male, netta in altri romanzi, in questo non lo è, infatti nell’ultimo capitolo il lettore si vede il dolore del sergente, viene mostrato come sia tutta questione di scelta, il partigiano è l’uomo di fronte alla scelta. Per Milton la fine della guerra coincide con la visione di Fulvia, che successivamente perde. Quello che viene raccontato è un percorso circolare perché inizia e si chiude nello stesso punto. Milton viene paragonato ad un uccello quando corre, straordinarietà. C’è anche uno stravolgimento delle percezioni corporee. Sconvolgimento del paesaggio (la fanghiglia sotto la pioggia che viene descritta come il mare). La corsa ha anche una caratteristica, è a zig-zag, come il percorso compiuto dal protagonista per tutto il romanzo, corre a vuote inseguendo una verità che già conosce. Nella descrizione, come nella corsa, c’è un’estremizzazione espressionistica. La questione che si pongono i critici è se il romanzo sia stato finito da Fenoglio o meno (DIRE ALL’ESAME SE MITON è MORTO E SE IL ROMANZO È CONCLUSO SECONDO NOI, ruolo del paesaggio). Le interpretazioni sono due: Milton scappa superando il muro e si nasconde nella vegetazione o Milton rimane colpito dalle pallottole? Il motivo del muro è un motivo che aleggia per tutto il ‘900 e la presenza nel finale ha un valore metaforico, è un limite oltre il quale l’uomo non può andare, vedere ed essere. Nell’esistenzialismo rappresenta la condizione umana. Montale, Meriggiare pallido assordo, il muro è presente e non consente di vedere, ci sono dei limiti e l’uomo è cieco, mancanza nel ritrovare la verità. I protagonisti: Milton: si conosce soltanto la sua identità di partigiano, a differenza degli altri partigiani è troppo legato al proprio passato e si sovrappone al presente. Fa una serie di incontri con altri partigiani e altri. Fulvia e Giorgio non sono sulla scena e sembrano dei fantasmi perché li si conoscono solo tramite i pensieri di Milton. Giorgio mantiene il suo nome di battesimo e c’è opposizione con Milton, M è nome è impronunciabile perché è un insieme di lettere messe a caso. L’ordine di lettura del nome del protagonista è un atto di combinatoria perché leggendolo a retrorso è sempre lo stesso. È un personaggio indefinibile, ha diverse forme (una particella, un dinosauro, guida un’automobile). Il libro si avvicina alla fantascienza ma con ironia. Quello che dimostra l’opera è che l’uomo è un null’evoluzione dell’universo, l’uomo è marginale. Ti con zero è una raccolta di racconti con legami con Le cosmicomiche. Le città invisibili (?). Se una notte d’inverno un viaggiatore. Il romanzo si rivolge direttamente al lettore con ‘’tu’’. Ha una cornice composta da 10 inizi di romanzo di generi diversi, sperimentazioni di 10 possibili inizio dell’opera stessa, ma che rimangono interrotti. Gli unici capitoli che hanno un nome sono quelli che contengono il possibile incipit del romanzo, se letti in sequenza, questi costituiscono il possibile incipit di un altro romanzo. Il primo Calvino è quello che scrive che la letteratura porta fuori dal labirinto della vita. Il secondo Calvino afferma che la vita è un magma, quindi impossibile uscirne e l’unica possibilità, quindi, rimane di guardare a essa. Elsa Morante La parabola di Elsa Morante copre tutto il Secondo ‘900, fu anche la prima moglie di Moravia, per questo la sua parabola ha molti punti in comune con lui. L’isola di Arturo: il protagonista che vive su un’isola trascorre le sue giornate fantasticando. Il tema del passaggio dall’infanzia all’età adulta, ricorrente in molte sue opere (nel ’75 La storia, ha una struttura consistente. Questo libro non venne capito dalla critica perché sembrava un romanzo ottocentesco. Araceoli.) Lo scialle andaluso: raccolta di racconti che nel loro insieme strutturano quello che la Morante definisce autoritratto intellettuale dell’autrice. Pubblicato nel 63, contiene anche racconti scritti da giovane. Tra l’ultimo racconto, il più lungo dà anche il titolo alla raccolta, e gli altri c'è discontinuità. Il tema collante è il passaggio dall’infanzia all’età adulta, ma se ne affiancano altri: rapporto con le figure genitoriali, la maternità (maternità mancata perché la Morante perché non ebbe figli). L'ordine dei racconti ha una struttura onirica (ripresa da Kafka), costruiti quindi sul legame tra realtà e sogno. Ad unire le cose scritte tra gli anni ’30 e ’60 è il passaggio tra l’età adulta e infanzia, passaggio che nei primi racconti non si compie, i personaggi restano bloccati nell’infanzia. Il passaggio vero e proprio si compie nello Scialle andaluso (si conclude con la disillusone del protagonista). La Morante scrisse anche degli interventi di valore civile, come quelli raccolti in Pro e contro della bomba atomica. Anche Il mondo salvato dai ragazzini. Per Elsa la poesia di Saba è uno sguardo alla realtà senza mistificazioni, costruzioni intellettuali che costituiscono l’irrealtà in cui viviamo. Nella linea sabiana/anti novecentistica si colloca Caproni, la sua produzione poetica è molto lunga, di cui due molto importanti Come un’allegoria e il Seme del piangere (dedicato interamente alla madre morta nel ’50). Rispetto agli altri poeti, Caproni ricorda la madre morta trasformandola in un personaggio presente in tutte le poesie, la ricorda da giovane, quando lui non era ancora nato. La figura del personaggio della madre è un personaggio simbolo dell’emancipazione femminile perché lavorava. Il titolo è un riferimento ad un canto del Purgatorio, il trentunesimo. La scena di riferimento è quella in cui Dante incontra Beatrice e si accorge che Virgilio essendo scomparso piange. Formalmente le poesie di Caproni si rifanno alla poesia sabiana, ma anche a Dante e a Guido Cavalcanti. Molto spesso le sue poesie si terminano facendo riferimento alla poesia stessa (?). La sua poesia si evolve e diventa sempre più metafisica e i versi sono anch’essi sempre più netti, i temi ripresi sono metafisici anche loro, come ad esempio la ricerca di Dio, come accade in Franco cacciatore. Per lei voglio rime chiare: la poesia si rifà alla poesia Amai di Saba perché fa riferimenti alla voglia di avere delle rime trite, semplici. La poesia è una dichiarazione di poetica perché afferma appunto di volere rime chiare e semplici. Si rivolge alla madre. Le rime chiare sono volute perché si rifanno al carattere schietto del personaggio della madre. Tema e forma si legano fortemente. C’è l’anafora della parola ‘’rime’’ ad inizio di ogni strofa. La poesia è una canzonetta, molto diffuso nella letteratura italiana. Le caratteristiche della canzonetta sono varia lunghezza dei versi, ciò è utilizzato quando si esprimono contenuti leggeri. Il tema del mare è piuttosto diffuso perché la città di riferimento è Livorno. Ad portam inferi: è la poesia più lunga de Il seme del piangere. È la descrizione della morte di lei. È ambientata alla stazione, lei è molto confusa. È presente la confusione tra vita e morte.
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