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Appunti Letteratura Latina I, Appunti di Letteratura latina

Appunti ed eventuali traduzioni del corso monografico di letteratura I

Tipologia: Appunti

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Caricato il 08/10/2020

Rebyreca
Rebyreca 🇮🇹

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Scarica Appunti Letteratura Latina I e più Appunti in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! LETTERATURA LATINA 9/10/2019 De rerum natura 5,Lucrezio -Concezione epicurea che non intende la partecipazione degli dei -è l’uomo che riesce ad escogitare queste arti attraverso l’osservazione dei fenomeni naturali I canti rallegrano gli uomini nella situazione del banchetto Presenza della più antica tradizione italica ...Traduzione “Allora una lieta sfrenatezza spingeva a cingere il capo e le braccia di corone intrecciate di fiori e di foglie e a farsi avanti muovendo rozzamente le membra senza un ritmo e a percuotere con un piede inesperto la madre terra.” -Coronis floribus ed foliis” di solito il latino evita che ci sia lo stesso caso ripetuto due volte,uno subordinato all’altro, nella poesia augustea non troveremmo una cosa del genere -> presente un’allitterazione “E da ciò nascevano risate perché allora queste cose nuove e meravigliose avevano più forza” -ci sono alcune ripetizioni che nella poesia Augustea non troveremmo (dulces esse chachinni....dulcesque cachinni) È un parallelismo che ha un valore retorico,analogia fra le due situazioni, anche se sarebbe sentito come eccessivo È uno stile che ricerca un’espressione esaustiva,che punta molto sulle immagini,però non bada alla ripetivitá o alla struttura del periodo È un poeta di avanguardia Affronta lo stesso tema della prima Ecogla di Virgilio LE BUCOLICHE, 1 ECOGLA,VIRGILIO Sono un’opera di dieci componimenti in esametri di argomento pastorale.Sono la resa in latino degli Idilli di Teocrito. le innovazioni a Roma->sempre rapporto con la letteratura greca Ad esempio con i poeti neoterici (Catullo..) ->riprendono Callimaco e una serie di poeti greci -Lo stesso si ha con Virgilio-> con Teocrito di Siracusa TEOCRITO: un corpus molto vario, ci sono anche degli epilli e dei mimi Idilli: sono componimenti brevi e variegati (generi e temi) La varietà di generi è un valore aggiunto-> polueideia -Anche se nelle edizioni antiche all’inizio erano stati collocati tutti i componimenti bucolici, il primo componimento è infatti un componimento pastorale Quindi per gli antichi Teocrito si identificava principalmente con la poesia bucolica È un mondo pastorale del tutto idealizzato, non si sottolineano veramente le fatiche del lavoro quotidiano, diretto ad un pubblico colto ~Ricerca linguistica molto attenta-> dialetto dorico, raffinatezza Una poesia che ha come primi destinatari i membri della corte e vede le campagne come qualcosa di remoto e primitivo ~Principalmente il tema trattato è quello amoroso Virgilio visse in un periodo di grandi sconvolgimenti e decise di imitare Teocrito Nacque a Mantova,ma visse a Cremona,poi a Milano e a Roma, entrò in un circolo epicureo in Campania Tutte nozioni che ci provengono dalle “Vitae Virgiliane” di Svetonio e poi modificato da Elio Donato S vetonio scrive agli inizi del II sec a.C è compone una enciclopedia composta da tante biografie, ci sono rimaste quelle dei Cesari, dei Grammatici e dei retori. -DIFFERENTE CONCEZIONE DI BIOGRAFIA: Per loro la biografia non era considerata all’interno della storiografia, per gli antichi c’era un differenza, aveva una funzione epica. Bisognava rendere l’idea di un carattere,di un personaggio attribuendo a quel personaggio anche eventi di altri personaggi. Procedimento autoschesiastico->trarre dalle opere informazioni sull’autore ~Virgilio era molto celebre già ai suoi tempi quindi è possibile che di lui si sia conservata memoria 11/10/2019 Nella I Ecogla si parla degli espropri delle terre —> si pensa abbiano riguardato anche Virgilio -uno ha mantenuto i suoi possedimenti -l’altro li ha persi ed è costretto ad andarsene Componimenti a chiave—> possono essere identificati con personaggi veramente esistenti -Noi non abbiamo materiali per essere certi che dietro ai pastori si nascondano personaggi realmente esistiti ~Virgilio lavora comunque a livello simbolico generale —> vedi il “puer” della IV Ecogla Noi in questo caso abbiamo a che fare con simboli generali Dalle Ecogle non possiamo trarre riferimenti certi sulle vicende biografiche di Virgilio—> ci fa vivere con forza e dramma il fenomeno degli espropri,ma non è certo che lui stesso abbia subito questa esperienza ESPROPRI: Dopo la battaglia di Filippi del 42 a.C le terre confiscate occorrevano ai veterani di guerra I soldati facevano riferimento a un signore della guerra,non erano soldati della res publica Furono colpite le comunità che si erano schierate dalla parte sbagliata,come ad esempio Cremona e Mantova(per questo forse coinvolto Virgilio) -Dopo Filippi oltre al problema degli espropri ci furono i focolai di tensione: guerra di Perugia nel 40,pericolo di Sesto Pompeo che era stato in grado di costituirsi una potente flotta Questi problemi sono riflessi nel mondo dei pastori, mentre in Teocrito il mondo pastorale rappresentava pace e tranquillità, una sorta di locus amoenus La I Ecogla è costituita dunque dalla dialettica far Titiro e Melibeo, non dai due dialoghi distinti ~Parla della morte di Dafni,il mitico pastore e cantore, che si spegne perché sta vivendo un amore infelice Prima le Ecogle erano diffuse come componimenti individuali, come era normale fino all’Etá Augustea —> prima era importante avere un patronus che potesse diffondere l’opera (rapporto molto stretto fra poeta e patronus) Un genere molto praticato dalle élite erano le orazioni e la storiografia, i poeti avevano un ruolo marginale nella società La storiografia era legata all’auto celebrazione della propria famiglia -Catone nelle Origines ci fornisce un’opera storiografica con inserite all’interno le proprie orazioni Quintillio Varo è un altro personaggio esponente politico di quei tempi, legato ad Asinio Pollione, poi conoscerà Mecenate negli anni 30–> sempre più dalla parte di Ottaviano -Le Ecogle vennero poi raccolte in un unico Liber —> Bucolica Noi non sappiamo se all’interno di questo liber vennero adattate Strutturato in 10 componimenti disposti secondo principi di alternanza e di simmetria Si complica con una disposizione a sequenza di Ecogle dialogate e di Ecogle non dialogate Rappresenta una rivoluzione nella letteratura latina, schema ripreso a adattato successivamente da molti autori, una svolta irripetibile “O Titiro tu che sei disteso all’ombra di un ampio faggio componi con il flauto sottile canti pastorali, noi lasciamo il territorio della patria e i dolci campi,noi andiamo in esilio dalla patria. Tu Titiro rilassato nell’ombra insegni ai boschi a far risuonare la bella Amarillide” Aberat: seconda a deve essere ā, ma all’epoca di Virgilio era breve perché si era verificato un fenomeno fonetico meccanico, in sillaba finale di parole tutte le vocali seguite da consonante diverse da s diventano brevi à ARCAISMO PROSODICO Che cosa avrei potuto fare non mi era lecito uscire dalla schiavitù né conoscere altrove divinità così Propizie - Quid faceretà congiuntivo dubitativo - Praesentisà accusativo plurale arcaico- potenti si riferisce a Ottaviano (Augusto) Il sovrano viene divinizzato, concezione iniziata in oriente arrivata anche a Roma. Il princeps diventa un dio: dius presens, presente quindi doppiamente potente. Poi diventerà dius absens alla sua morte. Epoca di confusione, post morte di Cesare nel 44 a.C. àqui siamo nel 40 a.C. Qui ho visto quel giovane, oh Melibeo, per il quale ogni anno il nostro altare fuma dodici giorni, qui lui mi diede per primo un responso alla mia domanda pascolate come prima i buoi servi allevate i tori - Hicà qui a Roma - Cui: pronome postposto, come era successo anche con namque vv.14 (tipico dei poeti neoterici, per mettere in rilievo dei concetti) - Bis senosà due volte sei=12 (duodecim non entra nell’esametro) è una perifrasi poetica - Nostra altaria : comodità metricaà uso del plurale al posto del singolare Ricerca della sillaba breve che diventa tratto di stile poetico (plurale al posto del singolare) - puerià schiavi - tono oracolare di Ottaviano Oh vecchio beato, qui i tuoi campi rimarranno (tuoi) e per te abbastanza grandi benché la nuda pietra e la palude coprano tutti i campi con il famoso giunco - connotazione epicurea del personaggio di Titiro, lui ha ciò che gli serve - iperbato molto forte : distacco tra omnia-pascua i pascoli inconsueti non insidieranno le pecore per le gravidanze e i maligni contagi dal vicino bestiame non fanno danni inconsueta pabua feta gravida- bestie in gravidanza oh vecchio beato, qui tra le note correnti e le sacre fonti, tii godrai l’ombra fresca - ripropongo locus amoenus familiare (note flamina, acqua corrente) - captavis, dal suino captum frequentativo capto (te ne stai a prendere) - sequenza sillabe lunghe, primi quattro piedi: et fontis sacros frigus, valore espressivo - non insuetaà non in-sue-ta, sue unica sillaba (anche se ue non forma dittongo), la u poteva essere sia consonante sia vocale per i latini. In questo caso la u va considerata come v quindi insveta 23/10/2019 Titiro ha la collocazione in un locus amoenus, con le pecore che non verranno danneggiate da Pascoli sconosciuti -Melibeo sottolinea la denominazione dello spazio di Titiro, uno spazio protetto e delimitato “Da qui dal vicino sentiero di confine la siepe come sempre(TL. Che sempre persuade)succhiata nel suo fiore di salice dalle api Iblee spesso ti inviterà ad addormentarti con il suo lieve mormorio” -hinc: da qui—> moto da luogo -depasta: participio perfetto passivo -Florem: accusativo alla greca—> valore di limitazione Cominciano ad esserci dei grecismi sintattici nella poesia augustea in particolare quando permettono di rendere l’espressione più sintetica ed essenziale -Hyblaeis apibus: dativo d’agente—> solitamente col participio perfetto Insistenza molto forte sull’alliterazione della S—> funzione imitativa, evoca il sussurro, il rumore della siepe che invita al sonno “Dall’altra parte da qui sotto l’alta rupe canterà al cielo il potatore nè tuttavia intanto le roche colombe, oggetto della tua cura, e la tortora dall’olmo che si slancia nell’aria smetteranno di gemere” ~potatore—> figura tipica dell’ambiente agreste Canto della natura che non è disturbato dal canto umano Disposizione delle parole un po’artificiale nel V.57 Schema cornelianum—> è attestata da Cornelio Gallo, poeta contemporaneo a Virgilio,iniziatore dell’elegia latina In realtà era già attestato in Ennio, ma in questo caso diventa un fenomeno di stile Parallelismi con Teocrito: nelle descrizioni delle vite dei pastori ci sono dei chiari parallelismi “Dunque prima i cervi pascoleranno leggeri nel cielo (parte più alta del cielo) e il mare abbandonerà sulla spiaggia i pesci scoperti ,prima percorsi i loro territori (scambiatosi) il Parto esule berrá l’Arari o la Germania berrà il Tigri prima che dal nostro cuore svanisca il volto di lui” ADYNATON—> indica un’impossibilitá Visione cardiocentrica, secondo loro il cervello dipendeva dal cuore Attestazioni antichissime nella poesia classica partire da Archiloco e conobbe poi molte attestazioni Virgilio introduce un elemento geografico, dei Parti e dei Germani -I Parti vivevano lungo il Tigri, ma i Germani non bevevano le acque dell’Arari, era infatti un fiume che toccava i Galli—> l’imprecisione geografica è una caratteristica fissa della poesia ellenistica -Ci riporta al tema dell’esilio—> EXUL Esilio coinvolge tutti, anche i popoli barbari all’estremo della terra Ombra piuttosto inquietante sul destino di Melibeo “Ma noi in parte andremo da qui verso gli Africani assetati, in parte andremo in Scizia e all’Oasse che trascina via l’argilla e tra i Britanni che sono divisi profondamente da noi da tutto il mondo” -uso di accusativo semplice senza preposizione con verbi di movimento è frequente in poesia -si pensa che Oasse sia la crasi di due fiumi —> Oxos e Araxes, ma è solo un’ipotesi -i Romani avevano conosciuto I Britianni con le spedizioni di Cesare -rappresentano i tre estremi del mondo “Ecco,io mi meraviglierò mai vedendo dopo lungo tempo il territorio della patria e il tetto della povera capanna fatto di zolle accumulate e dopo poche spighe il mio regno?“ Legge fondamentale dell’accento latino: Se è lunga cade sulla penultima sillaba, se è breve sulla terzultima -post: problemi di interpretazioni -Le spighe potrebbero essere una metonimia che indica gli anni -oppure riprende LONGO POST TEMPORE Negli altri passi non c’è una cosa analoga 25/10/2019 Riferimento alle guerre civili: la guerra civile è la somma tra le rovine. Per gli antichi la guerra non era una disgrazia: loro distinguevano tra guerra esterna contro i barbari che era legittima e la guerra interna civile. Espressione patetica disposta su due versi: 71-72 Civis: accusativo plurale La guerra civile non solo ha avuto esiti gravissimi, ma ancora sta durando: mentre Virgilio scrive ci sono forti tensioni tra i triunviri e c’è il problema di Sesto Pompeo. Apostrofe amara che Melibeo rivolge a sé stesso Insere: significato di piantare o innestare Andate caprette mie, gregge un tempo felice, andate. In futuro io disteso in un verde antro non vi vedrò pendere in lontananza da/su una rupe ricca di cespugli. Disposizione delle parole attenta portatrice di un forte significato. Quello che per Titiro è un fatto presente per Melibeo non ci potrà più essere. Titiro è sdraiato all’ombra. Antro: prestito dal greco: antron in greco diventa antrum in latino. Termine ricercato Si suggerisce un paesaggio idealizzato Pendere: stare appese Elementi Teocritei che costituiscono questo paesaggio idealizzato che ricorrono nello stesso modo: quando Melibeo sarà in esilio dirà che non può vedere le caprette che pendono da una rupe Per noi ora queste sono immagini solite: in realtà allora queste immagini erano originali. Inoltre queste immagini rientrano nel contesto di un dramma: il mondo dei pastori visto da Melibeo che sta per perdere tutto. C’è un grande patos Non canterò nessuna poesia non con me come pastore brucherete l’abbondante trifoglio e l’amaro salice Carpo: strappare. Indica l’immagine di strappare. Immagine anche presente nella frase di Orazio “carpe diem”: strappare un giorno dal susseguirsi dei giorni: esprime una sfiducia sul futuro, solo concentrandosi sul presente si può avere felicità, si deve realizzare un ambiente protetto nel presente. Le due piante sono accompagnate da un’immagine Carmina nulla canam: figura etimologica. Carmen deriva da cano. Totale rovesciamento dell’immagine iniziale: all’inizio Titiro disteso che insegna a far risuonare il nome della bella amarillide. Melibeo si colloca in una dimensione diversa, in un mondo infinito. Le battute di Melibeo si concludono con amaras. Tuttavia avresti potuto riposare con me per questa notte sopra verdi fronde abbiamo dolci frutti tenere castagne e abbondanza di formaggio. Poteras: avresti potuto. Falso condizionale con i verbi di dovere necessità convenienza potere: quando li si trovano al presente si possono tradurre con condizionale presente, quando li troviamo al passato si possono tradurre con il condizionale passato. Io posso o io potrei. Sembra poco cortese questo invito (avresti potuto): in realtà Melibeo si è collocato completamente fuori dal mondo bucolico quindi significa che anche se gli venisse chiesto non si fermerebbe per una notte in più Questa notte, qui: spazio limitato Ospitalità povera: fronde… Pomum: indica non solo la mela ma in genere il frutto. Titiro gli prospetta la possibilità di fermarsi una notte ma Melibeo non può cogliere questa possibilità. Ultimi due versi: sono universalmente ritenuti tra i più bei versi in latino. E già da lontano le cime delle ville fumano e sempre più grandi cadono le ombre dagli alti monti Sonorità di questi versi molto significativa: insistenza sul suono U in tempo forte. In un solo verso ci sono 6 tempi forti di cui molti U Nel primo verso 4 U, nel secondo 2 ma in posizione particolarmente evidente. Queste cose loro le percepivano, i poeti che riprendono Virgilio sfruttano questi giochi sonori Questi 2 versi hanno la stessa struttura metrica: stessa articolazione ritmica. Questo accade solo un’altra volta nell’ecloga, ma non accade con 2 versi di un medesimo periodo: idea dell’estendersi dell’oscurità senza limiti. L’ultima parola è umbrae (l’ultima parola dell’Eneide è l’ombra). C’è questa oscurità che si estende, prima percepita come un elemento famigliare (casa, fumo…) e poi le ombre che scendono dai monti (a Mantova non ci sono Monti): abbiamo un’opposizione tra uno che resta e uno che va, tra uno che sta per essere travolto da queste ombre e uno che resta al sicuro. Immagine quindi densa ed evocativa: forte densità patetica. Momento di tristezza dato da queste ombre sempre più grandi. “Iugum”: pendio,fianco del monte -Pensiamo ad una localizzazione Mantovana, rimane in realtà generica “Schema corneliano ” -in rilievo Menalca che aveva salvato la sua proprietà non con l’intervento di un deus come Titiro, ma con i canti soltanto -sovrabbondanza “certe equidem”: sottolinea il carattere colloquiale dell’ecogla La si trova in commedia Per sottolineare la vivacità dialogica—> non viola l’organicità stilistica del passo I faggi sono spezzati,non fanno più ombra Rapporti con la I ECOGLA: trattano dello stesso argomento, molto probabilmente la IX è più antica della prima, poi collocata diversamente all’interno del Liber da Virgilio -Menalca qui è vecchio, nelle Ecogle precedenti era più giovane: nome molto comune fra i pastori, finisce per essere un personaggio tipico del mondo bucolico -Vuole introdurre una scansione temporale—> le cose vanno verso il peggio -Poesia fatta di sfumature molto sottili  Vostro Menalca:tratto affettivo che emerge poi anche successivamente nel passo “Avevi sentito e questa era stata la fama, ma i nostri canti o Licida tra i dardi di Marte hanno la stessa forza che dicono che hanno le colombe Caonie quando arriva l’aquila” “Aquila veniente”: ablativo assoluto Caonia: era una regione dell’Epiro dove sorgeva il tempio di Zeus, c’erano le colombe sacre—> le sacerdotesse stesse venivano chiamare colombe Le colombe sono proverbialmente indifese rispetto all’aquila Gli antichi avevano un’attitudine maggiore, più interventista rispetto a noi Aquila: simbolo delle legioni che avevano proprio come simbolo L’Aquila “Se una cornacchia da sinistra non mi avesse ammonito dal suo leccio cavo a porre un termine in qualsivoglia modo alle nuove contese non sarebbe piu vivo questo tuo Meri, né lo stesso Menalca” A differenza di Melibeo Meri è molto attento ai segnali che gli vengono: la cornacchia da sinistra è un segno positivo, per i Greci invece era negativa “Ahimè, qualcuno si rende colpevole di un così grande crimine, ahimè, la tua consolazione ci è stata quasi rapita insieme con te o Menalca” Si dice lo sgomento, simile crimine di uccidere Menalca: il canto come consolazione Costruzione sintattica artificiale “Chi avrebbe cantato le ninfe, chi avrebbe cosparso la terra di erbe ricche di fiori o avrebbe coperto le fonti di verde ombra” -si tratta di un’irrealtà -ripreso un passo della V ecogla in cui si dice della morte di Dafni -idea del poeta come Orfeo—> in grado di agire sulla natura “Chi avrebbe cantato i canti che in silenzio poco tempo fa ti ho raccolto di nascosto quando ti recavi da Amarillide la nostra delizia” -Amarillide non era la moglie di Titiro—> indeterminatezza generale del mondo bucolico, di lei possono essere innamorati tutti Questo è il canto di Menalca: “Oh Titiro,finché ritorno ,e breve è la via, pascola le capre, e dopo averle pascolate conducile a bere ,o Titiro, e mentre le conduci fa attenzione a scontrarti con il caprone, lui colpisce con il corno” Caratterizzati da moventi molto vivaci “Caveto”: imperativo futuro di Caveo, tu/ne+congiuntivo Regge un infinito—> visto come un grecismo sintattico o come un tratto più colloquiale Sono l’adattamento di versi di Teocrito Caprone libico e fulvo, tratti di concretezza molto precisi che non troviamo in Virgilio—> maggiore vivacità Teocrito viveva in un società molto sofisticata, operazione letteraria ingegnosa Porzione di testo tipicamente bucolica—> Menalca produceva un canto bucolico in massimo grado 12/11/2019 E quei canti che avevo sentito che tu cantavi da solo nella pura notte ricordo il ritmo purtroppo non le parole Quid: rilancia il discorso: e allora Lui ha sentito Meri che cantava Numeros: ritmo ondo bucolico, non ha una valenza particolare. Dafni era il protagonista della 5 ecloga dove si parlava di Cesare e Dafni, qui ha ruolo di messo. Suspicis: perché guardi. Suspicio indica lo sguardo in una determinata direzione: sguardo dal basso verso l’alto (sguardo dall’alto verso l’alto: despicio). Ortus: accusativo plurale Enallage: dafni dovrebbe guardare il nuovo astro. È lo scambio che si ha quando un attributo viene concordato con un sostantivo diverso rispetto a quello che ci attenderemmo. Procedo: termine tecnico astronomia. Secondo la tradizione Dione è madre di Venere (ci sono diverse tradizioni sulla nascita di venere). Congiuntivo imperfetto Monosillabo: fatto raro: la presenza del monosillabo al fine esametro determina la caduta dell’esametro: allora si fa procedere il monosillabo da un altro monosillabo. Discendenti: ci può essere una continuità. Questo verso è un richiamo alla prima ecloga: Melibeo dice parole analoghe: pianta i peri: lì è rappresentata la frustrazione di Melibeo che deve lasciare la sua terra. Evidentemente non è stato sufficiente che apparisse l’astro di Cesare: è stato necessario per Titiro andare a cercare un dio che lo potesse proteggere: l’apparizione dell’astro astro di Cesare non è sufficiente, come non è sufficiente il canto. La 9 ecloga termina con un tono amaro che indica la frustrazione. Le 2 ecloghe sono in rapporto: · 9: solo coloro a cui le cose vanno male: Meri e Menalca sono stati espropriati. Di Licida non si sa niente · 2: a Melibeo è andata male a Titiro no l’ecloga in cui si propone una soluzione è la prima, quella in cui si esprime la frustrazione è l’ultima, quindi alla fine ci lascia un tono amaro. Meri esprime l’idea che non si possa più cantare Gli anni portano via tutto, anche la mente, io ricordo che spesso cantando da ragazzo mettevo a dormire il sole/le lunghe giornate di sole: trascorrevo cantando lunghe giornate Espressione semplice ed efficace: il tempo porta via tutto. Non si tratta semplicemente dell’età che avanza, ma della situazione che non permette di cantare. da ragazzo (predicativo soggetto) immagine di mettere a dormire il sole: viene da Callimaco. In un epigramma di Callimaco: parla della morte di un suo amico e dice: pensa noi discorrendo quante volte abbiamo messo a letto il sole. Aequus: indica ciò che è piatto: può indicare la pianura o le distese d’acqua. Da un’idea di calma, di silenzio. Aura: termine gerco. Termine che quindi ha un suo rilievo C’è un silenzio assoluto in questa pianura piatta: sarebbe il momento migliore per cantare. Da qui siamo proprio a metà strada e infatti comincia ad apparire il sepolcro di Bianore Chi è Bianore: non lo sapevano neanche gli antichi commentatori. Si dice che bianore è un altro nome per Ocno: figlio del fiume Tevere e della profetessa Manto che ha fondato Mantova: questa sembra una ricostruzione a posteriore. Noi non siamo in grado di dire chi sia con certezza. Fermiamoci qua e qua cantiamo qui dove i contadini potano le fitte fronde qui o meri cantiamo, qui deponi gli agnelli in ogni caso arriveremo in città. Hic: urgenza per Licida di cantare Stringo: tagliare, più raramente potare. All’inizio c’era Meri che portava gli agnelli in città per il nuovo padrone. Tamen in prima posizione: significa tuttavia. Di solito si accompagna alle concessive. Alla fine del componimento si riprende il tono vivace legato alla situazione. O se temiamo che la notte ci porti prima la pioggia possiamo continuare ad andare cantando, la via/percorso è meno fastidiosa e affinchè andiamo cantando ti allevierò di questo carico Licida propone di fermarsi: il vento è cessato e possiamo immaginare un celo cupo con pericolo di pioggia: quindi dice che se si teme la pioggia si può cantare andando avanti. Se noi temiamo che la notte raccolga la pioggia possiamo continuare ad andare cantando affinchè procediamo cantando io ti renderò più leggero di questo carico (gli agnelli): tono più lieve Non dire nulla di più ragazzo e facciamo ciò che ora incombe, canteremo meglio allora i nostri canti quando verrà lui (Menalca) Desine plura: espressione colloquiale. Adesso non si può più cantare e adesso termina l’opera. Il 10 componimento ha una natura particolare. Quando arriverà Menalca, per ora non ci sono soluzioni quindi non si può cantare. Carmen: figura etimologica: quando verbo e oggetto hanno la stessa origine. Carmen inizio verso, canemus fine verso. Puer: particolarità prosodica: la e di puer: a fine verso tutte le vocali seguite da consonanti diverse da s sono brevi. Qua è una vocale breve in tempo forte. In altri casi abbiamo a che fare con degli arcaismi. Es: omnia vicit amor et nos cedamus amori: la O di amor è breve, ma originariamente era lunga: qui amor viene pronunciato come veniva pronunciato anticamente (arcaismo). Puer invece non aveva avuto la e lunga, quindi si dice che si fa sentire un influsso analogico di pater che ha la E lunga al nominativo. Andrea Bucchiarelli: commento alle bucoliche con traduzione di Alfonso Traina. Epodi di Orazio Altra opera nuova di quell’epoca. Arrivano dopo le ecloghe e hanno una fortuna inferiore. Orazio nasce ai confini della Puglia a venosa nel 8 dicembre 65 a.C ed è figlio di un liberto. Parla molto di suo padre ma mai di sua amdre, parla della sua nutrice. Suo padre era un coactor erari: aveva una professine finanziaria: il coactor era una figura che poteva avere un impiego umile (raccogliere i soldi delle aste), ma era un termine che indicava anche l’attività bancaria in senso ampio. Orazio era benestante. Gli anni 60 sono stati anni di relativo benessere a seguito delle vittorie di pompeo in oriente. Sono stati anche anni di cambiamento sociale. orazoi riceve un’ottima educazione: fino ai 10 anni rimane a venosa poi va a Roma dove compie la sua educazione. Ma come mai era figlio di un liberto? Si è pensato che fosse stato schiavo solo in un momento durante la guerra sociale. infatti stupisce che il filgio di un liberto si potesse permettere un’educazione così elevata. Ricorda il suo maestro orbilius il bastonatore. Il padre accompagnava continuamente orazio dandogli insegnamenti morali: il genitore che interviene direttamente nell’educazione rappresenta un valore molto importante raccomandato da Catone il Censore: modello importante. Il padre lo manda poi ad atene a perfezionarsi. Ad atene Orazio viene sorpreso dalla guerra civile: morte di Cesare. Alla fine emerge lo scontro tra cesaricidi e triunviri (Bruto cassio- amrco antonio Ottaviano e lepido): l’esito sarà la battaglia di Filippi 42. Orazio si arruola nell’esercito di Bruto dove ha il ruolo di tribunus milites: grado molto importante, Ottaviano era giovanissimo: riprova che Orazio aveva un posizione sociale importante nella società. Le cose cambiano con la sconfitta. Orazio si salva da Filippi, si trova a godere dell’amnistia, però ovviamente ci sono delle conseguenze economiche. Orazio parla della sua paupertas quando torna a Roma: però povero povero non doveva essere. Infatti al suo ritorno a roma divenne scriba quaestorius: posto acquistato, pe Imitazione  si complica se si ved il rapporto con la Grecia—> sottolineava sempre l’innovazione presa dai Greci ( primo a portare X dalla Grecia)  Non è un’innovazione assoluta,ma un nuovo prestito dalla Grecia  Avevano coscienza della dipendenza della loro letteratura della Grecia e avevano anche un complesso di inferiorità, che si attenuerà poi con il tempo Imitatio,derivazione dei modelli letterari della Grecia, in particolare nei periodi di grandi innovazioni  Distinzione fra i poeti che bevono vino e i poeti che bevono acqua: significa comporre poesia con una diversa ispirazione, rispettivamente o ispirazione dionisiaca o apollinea. Ispirato—> uno fa poesia perché è posseduto dal dio  Apollinea: lascia maggiore spazio alla razionalità,quella dionisiaca travolge maggiormente  Gli imitatori: coloro che non sono in grado di raggiungere una vera e propria ispirazione—> colgono i tratti esteriori del loro modello e li riproducono in modo pedissequa “O imitatori,greggi di schiavi,come i vostri tumulti spesso mi hanno suscitato la bile spesso il riso!”  “O imitatores”: iato —> o seguita da vocale  Bile: rabbia,legata al fegato “Io per primo ho stampato le mie impronte libere in uno spazio vuoto,non ho calpestato con il mio piede le impronte altrui”  consueta metafora in queste occasioni—> andare per una via che nessuno ha ancora percorso “Chi avrà fiducia in se stesso da capo governerà la schiera”  idea di sciame di poeti già attestata in un frammento di Cratino(famoso per il suo amore per la bottiglia) “ Io per primo ho mostrato al Lazio I giambi di Paro seguendo i ritmi e lo spirito di Archiloco,non gli argomenti e le parole che attaccano Licambe”  Ha portato a Roma Archiloco, si vede dunque come un innovatore  Stessi versi,ma diversi argomenti e parole  Licambe : protagonista della poesia di  1) Archiloco, padre di Neubule, la promessa sposa di Archiloco —> una serie di componimenti contro lui e le sue figlie. Non siamo in grado di valutare la storicità di questo evento. “E affinché tu non mi orni con una corona più ridotta perché ho avuto paura di cambiare i ritmi e l’arte del carme Saffo maschia nel piede riadatta la musa di Archiloco,la riadatta Alceo, diverso però negli argomenti e nell’ordine, e non cerca un suocero da coprire di versi malvagi e allaccia il cappio all fidanzata con un carmen infamante”  poeti grandissimi come Saffo e Alceo si sono comportati nello stesso modo.la poesia si fonda tutta sul concetto di imitatio  Derivazione dei metri: gli antichi pensavano che si partisse da un certo tipo di versi, modificati danni vita a un nuovo tipo di versi. Vedevano una continuità, noi invece una discontinuità  Maschia nel piede: la poesia di Saffo ha un ritmo maschile,dunque sostenuto. Il piede è l’unità ritmica  Tra Saffo e Alceo Orazio riprende in particolare Alceo,Saffo era già stata ripresa da Catullo  Orazio inserito in una successione di poeti particolarmente gloriosa, lui è l’Alceo Romano “Io,il poeta lirico latino,ho reso famoso lui che non era mai stato cantato da alcuno”  la poesia lirica di Orazio era fatta per la lettura più che per il canto  Si presenta come un cantore e non uno scrittore  Assoluta novità—> imitando e mettendo in luce come sia costitutivo della più grande poesia 1. Citato negli Epodi anche Ipponatte,nato ad Efeso nel VI sec a.C,ci sono rimasti 150 frammenti. Con un linguaggio molto particolare se la prende con gli dei, con Hermes e Pluto e con delle figure deteriori. È una poesia molto aggressiva,estremamente efficace Il suo mondo è un mondo più sordido di quello di Archiloco che comunque va valutato nello stesso modo  poesia recitata nel simposio,veniva ascoltata in un ambiente specifico, con delle convenzioni molto precise  Poesia che istituzionalmente voleva che l’autore si mettesse in gioco e presentasse i fatti come una sua esperienza personale  Il modello prevalente negli Epodi è però quello di Archiloco Altro modello molto importante—> 3) Callimaco,con i giambi  uno dei più importanti poeti ellenistici,poesia che richiede lettori colti, poesia fatta per essere letta  Giambi: il libro dei Giambi di Callimaco comprende 13 componimenti, ma ce ne sono 4 che seguono che potrebbero essere inseriti all’interno  Il libro dei giambi di Orazio ne conteneva 17  Giambi : esempio significativo di poikilia (indica la varietà a livello di lingua poetica e nella disposizione degli argomenti)  Ipponatte : USA il giambi zoppo,un metro particolare —> coliambo: inversione di ritmo nell’ultimo piede Componimenti prima in coliambi e poi in metro epodico (prevede due verso di lunghezze differenti) Epinicio—> componimento per una vittoria, per esempio nei grandi giochi panellenici Aitia—> narra le origini di riti,fondazioni di città...—> sono delle trattazioni erudite Epodi: distinzione fra i primi 10 epodi e gli altri 7–> lo si nota dal metro I primi 10 sono in versi epodici: trimetro giàmbico seguito da un bimestre giambico La seconda parte: sperimentale a livello metrico e poetico I Epodo: imminenza della battaglia di Azzio II Epodo: elogio della vita rustica dei campi Sono componimenti difficili da individuare III Epodo: maledizione a Mecenate IV Epodo: poesia aggressiva, si attacca un tipo più che un singolo individuo in maniera diversa da Archiloco ch avrebbe invece indicato nome e cognome V Epodo: la strega Canivia—> vuole realizzare un sortilegio VI Epodo: dichiarazione di poetica, si dice un forte poeta satirico VII Epodo: riflessione sulla guerra civile VIII Epodo: relazione con una vecchia disgustosa IX Epodo: battaglia di Azzio Disposizione architettonica molto attenta Dal punto di vista metrico: trimetri giàmbici e bimetri giambici Giambo—> era il metro del dramma Orazio,Epodo 1 Rivolto a Mecenate, preparatoria per la battaglia di Azzio —> 2 settembre 31 Fase finale dello scontro fra Ottaviano e Antonio Nel mezzo—> guerra contro Sesto Pompeo, spina nel fianco per Ottaviano Momento decisivo nella storia Romana: dopo avvenne l’annessione romana dell’Egitto e delle ricchezze dell’egitto che consentirono ad Ottaviano di effettuare gli espropri e di ricompensarli Antonio non aveva soltanto una flotta, ma anche un esercito a terra La sera della battaglia di Azzio e l’ultima data drammatica degli Epodi Ottaviano presenta questa guerra come uno scontro fra civiltà 20/11/2019 Orazio, Epodi 1 Mecenate Parole chiave: amicizia, rifiuto della ricchezza che può venire attraverso la guerra civile 34 versi brevi, forma di propemptico= componimento per un amico in partenza (tradizione latina dal poeta neoterico Cinna, per Asinio Pollione). Tema principale dell’epodo è l’amicizia per Mecenate e quindi anche dell’amicizia tra Ottaviano e Orazio. Orazio si schiera dalla parte di Ottaviano. Negli Epodi quindi si assiste ad una presa di posizione. [Orazio e mecenate sono morti lo stesso anno] Orazio dice di non essere mosso da motivi utilitaristicima solo da un forte spirito di amicizia. Gli epicurei sostenevano che l’amicizia fosse mossa dall’utilitas, posizione contestata da Cicerone nel De Amicitia: l’amicizia si fonda sulla vurtus, solo tra persone di una certa moralità, Inter bono. Problema dello schieramento dalla parte degli amici, Cicerone trova una risposta teoretica che Orazio discute subito: Orazio è amico di Mecenate senza utilità. Questo tema dell’epodo 1 si collega ad Archilico: non vi è aggressività giambica, ma nell’unione tra guerra e amicizia. Archilico si trova nel simposio coi suoi amici da dove poi sarebbero partiti per far guerra. Immagine negativa dei letterati al museo di Alessandria data da Callimaco nei Giambi, rivalutata invece dagli Epodi di Orazio. “Andrai con le liburne tra le alte difese/torri delle navi, amico mio, pronto ad affrontare ogni pericolo di Cesare con il tuo” Liburne navi leggere (biremi, diverse dalla triremi classica) usate dalla popolazione della Dalmazia spesso per pirateria. Mecenate con le sue navi piccole andrà in mezzo a tante navi grandi di Antonio Propugnacula termine sonoro, ampio “La tua generosità mi ha arricchito a sufficienza e in abbondanza, non mi procurerò ciò per nasconderli sotto terra come l’avaro Cremete o per scialacquarli come un nipote di Scinto”  futuro anteriore : mette in evidenza l’idea della certezza del risultato  Cremete: tipico nome dl vecchio della commedia  Nepos: i nipoti solitamente sono degli scialacquatori  Orazio non è né un avaro né un prodigo—> la radice di tutti i mali per gli antichi è l’avidità che ci proietta in una dimensione di perenne insoddisfazione e ciò fa compiere una serie di misfatti  La giusta misura —> ci rende tranquilli ed appagati  Per essere soddisfatti: dobbiamo saper usare saggiamente i nostri beni  Evoca il tema della scelta della vita giusta —> lui sceglie l’amicizia verso Mecenate, non una vita proiettata verso la ricerca delle ricchezze  Fortemente legata ai componimenti di iniziò—> al centro del I libro delle Satire  Autosufficiente: Mecenate lo ha reso indipendente IX EPODO Variazione di questi temi che si collocano in una dimensione più pubblica Orazio chiede a Mecenate quando potranno bere il vino messo da parte per le grandi occasioni I Romani si sono messi a servizio di Cleopatra,regina d’Egitto—> hanno perso la loro identità,fatto scandaloso Le navi di Antonio si sono ritirate nel porto e alcune hanno defezionato e si sono ritirate da Ottaviano  sera della battaglia di Azzio, 2 Settembre  Su una delle navi della flotta di Ottaviano  Si fa un simposio singolare sulla spiaggia o sulla nave stessa  Rappresenta la battaglia nel momento in cui non aveva ancora avuto una consacrazione mitica—> vista come uno scontro fra civiltà,battaglia fra gli dei Romani  Scontro epocale a livello anche divino  Orazio ci parla di questa incertezza che domina nonostante la vittoria  Probabilmente era presente nella battaglia di Azzio, anche se lui non ci dice niente nelle notizie biografiche  Questo componimento presuppone la presenza di Orazio sul campo di battaglia “Quando io,beato Mecenate,berrò lieto per la vittoria di Cesare, il cecubo messo da parte per i festosi banchetti insieme con te nella ricca casa ,se è gradito a Giove,con la lira che risuona un canto misto con i flauti, quella con la melodia dorica,quelli con una melodia Barbara,come è accaduto poco fa quando il condottiero Nettunio cacciato dal mare è fuggito dopo che gli erano state bruciate le navi e dopo aver minacciato a Roma le catene che aveva tolto da amico agli schiavi infedeli”  Mecenate abitava sull’Esquilino, vicino c’era la casa di Virgilio e di Properzio  Insistenza sulla ricchezza, una ricchezza che esprime benessere  Sesto Pompeo si poneva sotto la protezione di Nettuno, Ottaviano sotto la protezione di Apollo  Tutti i condottieri venivano in qualche modo assimilati a questo dio  Ottaviano aveva dei tratti quasi Apollinei  Antonio sotto la protezione di Dioniso, dio civilizzatore dell’oriente, non tanto per il vino  Espressione del tutto propagandistica 25/11/2019 EPODO IX Orazio ad Azzio c’è stato—> forse ha accompagnato Mecenate Sulla nave dopo che la flotta di Antonio è stato sconfitto Tra il padrone e lo schiavo c’era l’idea di un patto di fedeltà Immagine di Sesto Pompeo che minaccia Roma servendosi degli schiavi—> operazione inaudita -La guerra di Ottaviano è una guerra contro l’Egitto, i Romani ch vi combattono sono asservati all’Egitto—> Antonio è schiavo di una donna,Cleopatra -Hanno rinunciato a ciò che li rende Romani,è una guerra legittima “Il soldato romano,ahimè,voi lo negherete,passato in proprietá ad una donna porta il vallo e le armi e può essere schiavo agli eunuchi coperti di rughe e fra le insegne militari il sole scorge il vergognoso conopio”  inverosimiglianza : il soldato Romano è dato in proprietà ad una donna  Cleopatra non vien mai nominata nè in Orazio,né in Virgilio  Inversione di ruoli completa fra Antonio e Cleopatra—> guerra contro l’Egitto e non una guerra civile, lui potrà dunque celebrare il trionfo, Antonio è solo un sottoposto di Cleopatra  Vallo—> tronchi che venivano portati in battaglia, alcuni lo hanno interpretato come un riferimento alle truppe che prima della battaglia di Azzio avevano trasferito il loro accampamento. Dubbio se sia dunque un riferimento generale oppure un riferimento specifico  Eunuchi: simbolo di dissipatezza orientale  I nemici di Ottaviano sono sempre connotati come schiavi  Conopio: rete anti zanzare, soprattutto per la zona paludosa dell’ Ambrogia, portatrici di malaria.  Sole testimone dei misfatti degli uomini “Ma qui volsero i duemila cavalli frementi i Galli che celebravano Cesare e le poppe ostili mosse rapidamente verso sinistra sono nascoste nel porto” 1. Passaggio dei cavalieri Galati,guidati da Aminta, da Antonio a Ottaviano. Antonio poteva usufruire delle truppe orientali, fra questo la Galazia che aveva come re Aminta. Territorio occupato dai Galati, ossia i Galli. Disertano da Antonio e passano ad Ottaviano una settimana prima della battaglia di Azzio. 2. Perifrasi per indicare il numerale “bis milia” —> fatto di lingua poetica 3. Cerca di definire un suo specifico tessuto linguistico, è un’opera nuova, stilizzata,grandissima selezione nell’uso dei termini 4. Cite, da Cio, participio perfetto. —> significa che si sono allontanate dal campo di battaglia. Idea della nave che rema all’indietro 5. Verso sinistra rispetto allo schieramento di Ottaviano “Oh trionfo, tu fai indugiare i carri d’oro e le giovenche che non hanno sopportato il giogo”  personificazione del trionfo—> generato dal grido  Animali che non hanno mai subito il giogo “Tu non hai riportato in patria un simile( a Ottaviano) condottiero nè nella guerra contro Giugurta, nè hai riportato l’Africano pari a Ottaviano al quale sopra Cartagine il valore ha costruito il sepolcro”  Ottaviano è superiore ad entrambi, si tratta di due vittori su nemici posti in Africa perché anche l’Egitto è posto in Africa  Mario è il vincitore di Giugurta. Per la prima volta arruola i proletari—> esercito legato al suo comandante  Scipione Emiliano—> distrusse Cartagine  Africano: non è univoco, probabilmente si tratta dell’ Emiliano “Il nemico vinto per terra e per mare ha scambiato con il mantello di porpora il mantello scuro”  “terra marique”: indica la vittoria universale, dall’Oriente —> un nesso derisorio però in questo caso nei confronti di Antonio. Un dato che comunque non corrisponde alla realtà perché su terra non c’era stato alcuno scontro  Ha scambiato il mantello di porpora da comandante, con il mantello dei soldati semplici, il sagum scuro  Gesto tradizionale del comandante sconfitto “ Quello si dirige verso Creta,famosa per le cento città, destinato a compiere un viaggio con venti sfavorevoli, oppure si dirige verso le Sirti tormentate dal Noto e portato dal mare incerto”  anafora di “aut”  Ampliamento dei grecismi sintattici e non lessicali nella lingua di quest’epoca. Come l’uso attributivo del participio futuro  Peto + accusativo—> dirigersi  Sirti: golfi della Libia, zona proverbialmente insidiosa nel Meditteraneo. Va verso la sua stessa rovina oppure non ha direzione ed è completamente smarrito  Lo sguardo si sposta sui festeggiamenti ridotti sulla nave stessa “ ragazzo porta qui delle coppe più grandi e vini di Chio o di Lesbo oppure misura a noi il Cecubo che impedisca la forte nausea”  “Mos”: comportamento ripetuto che diviene un’abitudine  Paragone usuale con il mondo animale—> soprattutto nella diatriba( predica di un filosofo che poteva fare nelle piazze,agli angoli delle vie ecc...)  Componente in alcune forme letterarie come nel De rerum natura di Lucrezio e nel De Natura di Orazio “Vi trascina via voi ciechi una follia o una forza più forte o una colpa? date una risposta”  interrogativa diretta disgiuntiva  Termina l’apostrofe diretta dell’autore in questo punto  Letio difficilior: si sceglie la versione più difficile “Tacciono e un bianco pallore dipinge i volti e le menti colpite restano sbigottite”  gli interlocutori non sono in grado di dare una risposta “Così è un aspro destino trascina i Romani e il crimine dell’uccisione fraterna da quando si riversò sulla terra il sangue maledetto per i nipoti dell’innocente Remo”  Remo: gesto che minano la sacralità di Roma-> rivalità per il potere  Ha le sue colpe: rende incommensurabile il crimine all’origine di Roma, inespiabile 2/12/2019 Epodo 13 Genere della poesia lirica greca, alla situazione che gli uomini stanno vivendo nel momento viene affiancato un evento mitico per elevare il canone di lettura della evento Nel paragone con la struttura della seconda parte che contiene il riferimento di Chirone ed il dialogo di questo si tendo a trovare un contatto con la poesia corale: frammento di ditirambo di Bscchilide, poeta greco autore di canti corali (ditirambo, canto in onore di Dioniso). Nella seconda parte del Dialogo di Chirone vi è la profezia sugli eventi di Troia ad Achille, dove morirà. - Rapporto poesia simpodiale, apostrofo agli amici - Exemplum mitico presente nella poesia corale - Allusione alle difficoltà vissute dallo stato, cattivo tempo anche dovuto al simposio paesaggio= stato d’animo. Tentativo della datazione impossibile, ma di si uro sarà riferito a qualcosa. Possibile riferimento all’Elegiade di Simonoide, Vi sec a. C. Elgia sui morti della battaglia di Platea dove evocava Achille. All’interno del simposio. - Metro esametro seguito da un asinarteto (un metro composto da due parti di natura diversa, un diametro giambico ed un hemiepes ((metà della prima metà di un esametro, composto infatti da due hemiepes))) - V. 2 SILUAE u può essere sia consonante che vocale (noi infatti siamo abituati a pronunciarla silvae). In questo caso è più adatto ad inserire questa parola considerando la u vocale per una questione metrica. Così si avranno due sillabe brevi nella divisione sil-u-ae - V.3 THREICIO AQUILONE no sinalefe(la prima vocale della seconda parola si unisce alla prima e si pronuncerebbe threicia) ma iato (si pronuncia la o) “una tempesta che fa rabbrividire ha corrucciato il cielo e le piogge e le nevi traggono giù giove ora il mare ora le selve risuonano del trancio aquilone” - Tempesta, termine che nel latino arcaico indica la circostanza temporale - Horridus, provoca il brivido - Contraxit, verbo usato in maniera densa “ha corrucciato” - Normalmente Giove è colui che provoca i fenomeni atmosferici, al contrario qui la pioggia e le nevi fanno scendere Giove inversione, valore enfatico - Si colloca in questo momento con ora il mare e ora le seve - Aquilone, vento del nord “strappiamo via o amici questo momento da giorno e mentre le ginocchia hanno vigore ed è decoroso che la vecchia si sciolga della nostra fronte contratta. Tu attingi il, vino prodotto sotto il consolato del mio Torquato” - mentre le ginocchia hanno vigore, durante la gioventù = il simposio è per giovani - Orazio nato nel 65 a. C.,durante il consolato di Lucio Amalio Torquato e Lucio.. L, vino buono= vino invecchiato bene, circa 25 anni prima - … - Tema del CARPE DIEM, staccare dal flusso del tempo una particella che diventa un tempo delimitato e protetto: nel presente possiamo vivere sereni, senza l’angoscia del futuro. Difficile conquistarsi questo spazio di tempo, solo attraverso un atto violento infatti “strappare” - In contrapposizione al cielo che si corrucciato, noi distendiamo le rughe per goderci questo attimo di quiete “del resto tralascia di parlare, forse un Dio rimetterà a posto queste cose con una benevola alternanza” - Vi e davanti alla cesura principale “Ora ci piace inzupparci di nardo achemenio e sollevare con la lira di Cillene l’animo dai tremendi affanni come l’illustre Centauro cantò al suo grande allievo” - Et valore correlativo - Di nardo= profumo achemenio (gli Achemenidi erano i re di Persia) - Fide= lira. La lira è stata invitata da Ermes, Mercurio dal guscio della tartaruga (testudo) e poi la regalò ad Apollo per rimediare ad un torto da lui compiuto. Allora Ermes, Mercurio (nel culto Ermes è diverso da Mercurio, ma in poesia si sovrappongono) era nato suo monte Cillene e perciò viene definita lira Cillene - Grazie alla metrica, fides i breve è lira, fides, fidei I lunga è fede. - V. 10 un intero hemiepes occupato da una sola parola, …. “Invitto ragazzo mortale nato dalla dea Teti ti attende la terra di Assaraco che le fredde correnti del piccolo scamandro e il tortuoso Simoenta attraversano. Da dove con un filo le Parche ti hanno tolto il ritorno e un azzurra madre non ti riporterà a casa“ - Mortalis dea, due termini opposti accostati. Achille è mortale figlio di una dea: figlio di Teti e Peleo. Teti non voleva sposare Peleo mortale ma ha dovuto. - Assaraco, uno dei primi re di Troia. Espressione solenne - Scamantro e Simoenta, I due fiumi di Troia - Frigida fulmina, acque sempre fredde. Episodio di Achille contro lo Scamandro che verrà piegato dal fuoco di Efesto (episodio dell’Iliade) - Allitterazione f Frigida.. Fidunt..fulmina - Chirone dice che il fiume Scamandro è piccolo, oggettivamente è un piccolo fiume, ma nell’Iliade è il fiume contro cui combatté contro Achille nel 21 libro dell’Iliade. Perciò questo termine è stato a lungo congetturato da parvi a pravi (che si rigetta nel mare) o con proni. Parvi = realtà piccola. Intesa come la morte di Achille in una guerra piccola una guerra qualsiasi - Le parche corrispondenti alle Moire greche. Una traeva il filo, la seconda lo girava e la terza lo tagliava. Regolano la durata della vita di ogni uomo mortale. - Filo: filo che si infila nell’ordito, filo guida e legato alla spola e si fa andare sopra e sotto l’ordito che si chiama subtemine, qui però è usato solo come sinonimo di filo. - V. 15-16 fortissimo enjambement - Caerula, il colore del cielo e del mare, quindi il nostro azzurro “Togli ogni male con il vino e con il canto dolci consolazioni dell’angoscia che si imbruttisce” - Achille è un gradi di cantare, nell’Iliade viene rappresentato mentre canta (così viene trovato nel 9 libro da un ambasciata fatta da Auce e Ulisse) Fine lettura epodi di Orazio Le Georgiche di Virgilio Lette nel 29 quando Ottaviano ritorna dall’Oriente. Notizia che ci viene data dalle vite di Virgilio che è un’importante indicazione temporale. Ma sono più antiche le Bucolixhe sono pubblicate nel 38, quindi dal 37 fino al 29 Virgilio si è occupato di scrivere le Georgiche. Un manuale sull’agricoltura. 1) cereali 2) alberi da frutta 3) allevamento 4) allevamento delle api Poema didascalico, nasce in Grecia con un contenuto che ha di per sé importanza. Allo stesso modo il poema didascalico filosofico con contenuti molto forti. Invece Nel poema didascalico ellenistico maggiore importanza alla forma che al contenuto. A Roma le cose cambiano con Lucrezio, dove il poema didascalico vuole valorizzare il contenute essenziale e solo dal contenuto si determina la forma e lo stile. Virgilio presenta cn eleganza e raffinatezza un contenuto importante: la vita dei contadini. In linea con il pensiero politico di Ottaviano, Roma fondata sul mondo del contadino-soldato. Perciò bisogna basare l’agricoltura su forti valori. Le virtù del contadino spesso simili alle virtù del soldato, combattere e sacrificarsi per avere dei risultati e delle vittorie. La vita del contadino è in armonia Con la natura e con gli dei. Nelle Georgiche vi è una forte dialettica con risvolto positivo. Ciò dovuto all’ubbidienza dell’uomo agli dei. 4/12/2019 GEORGICHE,1 Dopo la conclusione delle Ecogle Poema didascalico “De rerum natura” presupposto basilare delle Georgiche—> prende anche degli elementi di costruzione architettonica  6 libri organizzati a coppie e ciascuno ha una digressione finale  Bisogna interrompere quella che sarebbe altrimenti una sequenza di istruzioni, il lettore deve comunque ricavare un piacere dalla lettura Troviamo la stessa architettura nelle Georgiche: i primi due riguardano le piante, gli ultimi due gli animali  Fra di loro rappresentano una sorta di contraddizione  Es.finale del primo cupo, finale del secondo lieto  Ottimismo che non dimentica comunque tutte le sofferenze che ci sono state Digressioni articolate in modo diverso a seconda del libro  articolazione fatta di riprese  Finale—> ricapitola i temi principali del poema  In realtà è un’architettura molto sottile —> vedere come le digressioni sono connesse con il resto della narrazione (obiettivo di Virgilio)  emergono i fini che nella trattazione rimangono nascosti Digressione finale del I Libro: contro Ottaviano 2) La Grecia centrale ha visto per due volte gli eserciti scontrarsi fra loro a Filippi—> sineddoche anche per Farsalo  Le altre sono determinazioni molto generiche: Ematia—> indica la Tessaglia; pianure dell’Emo—> catena montuosa dei Balcani “Certo verrà un giorno in cui in quel territorio l’ agricoltore dopo aver mosso la terra con il curvo aratro troverà dei giavellotti divorati dalla scabra ruggine o colpirà con il pesante rastrello degli elmi vuoti e guarderà con meraviglia grandi ossa dopo averne scavato i sepolcri”  il futuro vedrà in quei territori la pace—> riferimento al futuro  Verso aureo—> indica la fine del movimento  “Grandi ossa”: gli uomini in futuro diventeranno sempre più piccoli—> i latini avevano l’idea di una decadenza  Momento tremendo per lo Stato Romano, ora c’è la preghiera  Gli Dei devono lasciare che Ottaviano vada in loro soccorso “Oh Dei padri indigeni, Romolo e la madre Vesta, che costudisci l’Etrusco Tevere e il Romano Palatino non impedite che almeno questo giovane venga in soccorso a questa generazione sconvolta”  Dei strettamente legati allo Stato Romano—> identificati negli dei originari da Roma in contrapposizione con gli Dei che vengono da fuori, dalla Grecia  Romolo—> fondatore; Vesta—> dea legata al focolare dello Stato  Iuvene : Ottaviano, già nominato nella I Ecogla, chiamato a Salvare questa generazione che è stata completamente sconvolta  Potrebbero impedirlo—> prendendolo con sè in cielo  Effetto di ring composition rispetto all’inizio del I Libro dove c’era un’ampia dedica ad Ottaviano “A sufficienza già da tempo con il nostro sangue abbiamo lavato lo spergiuro della Troia di Laomedonte”  Stilisticamente elevato  Spergiuri: Laomedonte si rivelò due volte spergiuro: 1) padre di Priamo, non voleva dare il compenso in cambio della costruzione delle mura di Troia. Poseidone aveva mandato contro di lui un mostro marino, mandato Eracle che in cambio dell’uccisione del mostro e la liberazione della principessa desiderava i cavalli Marini. Laomedonte per la seconda volta non rispettò gli accordi e venne distrutta da Eracle. “Già da tempo la reggia del cielo o Cesare ti invidia a noi e si lamenta che tu ti preoccupi dei trionfi degli uomini”  il libro termina con il quadro di questo disastro “Poiché il lecito e l’illecito sono sconvolti,ci sono tante guerre nel mondo,tante manifestazioni del crimine,non c’è nessun onore degno per l’aratro, i campi sono squallidi dopo che sono stati portati via i coloni e le falci ricurve vengono fuse in rigide spade”  Parti : nemici storici dei Romani. Augusto finirà per stringere con loro un accordo diplomatico facendosi restituire le insegne di Canne. “Le città vicine violate le leggi portano le armi l ’una contro l’altra, l’ampio Marte incrudelisce in tutto il mondo come quando le quadrighe si sono riversate dai cancelli e acquistano velocità con lo spazio che percorrono e l’auriga che tende invano le briglie viene portato dai cavalli e il carro non ubbidisce alle redini”  quadro finale del I libro che trasmette angoscia reale  “Addunt in spatia”: accrescono la loro velocità. Messo particolarmente ardito, già notato dai commentatori antichi. Nesso tipicamente Virgiliano—> non lavora tanto sul lessico quanto piuttosto sulla sintassi  Mito di Fetonte: figlio del Sole—> in età Romana diventa uno dei si,boli del governante che non è in grado di svolgere il suo ruolo  Immagine di assoluto sgomento,presenza di una speranza lontana Le georgiche hanno una struttura dialettica Epilogo—> sfragis (sigillo) L’autore diceva il suo nome in conclusione dell’opera  era una tecnica editoriale, il testo in qualche modo doveva presentarsi da sè  In età ellenistica—> si passa alla letteratura pensata per la lettura, non più per l’ascolto  Inserite notizie autobiografiche VIRGILIO,GEORGICHE IV “Questo io cantavo sulla cura dei campi e del bestiame e sugli alberi mentre il grande Cesare scagliava fulmini contro il profondo Eufrate in guerra e da vincitore imponeva le leggi a popoli che lo desideravamo e preparava la via per l’Olimpo”  contenuto dei primi 3 libri delle Georgiche  Cesare è come Giove, vengono assimilati—> scaglia fulmini  Cesare con le sue vittorie si prepara all’apoteosi, attraverso le azioni in vita, in particolare militari  Significativo il fatto che abbia lasciato questa parte angosciosa sull’incombere della guerra civile, che poi effettivamente si è verificata—> non dobbiamo dimenticare la sofferenza che c’è stata “A quel tempo la dolce Partenope nutriva me Virgilio che fiorivo nelle occupazioni di un ozio senza gloria, io che ho cantato i carmi dei pastori e che audace di giovinezza ho cantato te Titiro sotto l’ombra dell’ampio faggio”  Partenope: Napoli  Otium= vita privata, ci si dedica a se stessi e alle proprie passioni  Ignobilis: forte contrapposizione con Ottaviano che nel mentre sta conquistando il mondo  “Luso”: verbo che indica la composizione di poesia leggera  Audax: era negativo per i latini  Cita il primo verso della sua prima opera per sancire in un Unicum la sua opera  Troviamo questi richiami anche in Callimaco  Non una semplice citazione, ma ci vuole trasmettere l’idea che quella è una situazione superata, viviamo una condizione diversa grazie a Ottaviano Corso monografico Lezione 1: Lettura delle Satire di Orazio Composte in contemporanea agli Epodi. Composte attorno al 30 a.C 1 libro delle Satire—> 35 a.C Il testo raggiunge la sua forma definitiva, prima conosciuto come edizione parziale Prima della pubblicazione ci sono state le Ecogle di Virgilio e gli Epodi di Orazio  le Satire avevano suscitato vivaci discussioni, all’interno di un clima di grande sperimentazione per la letteratura di questo periodo  Avevano Implicato in latino l’introduzione di un nuovo genere letterario  Orazio si vantava di aver introdotto nel Lazio i Giambi Le Satire rappresentano un confronto con la tradizione latina, un intervento nella tradizione latina “Satura quidem tota nostra est” “Anche nell’elegia sfidiamo i Greci e a me sembra un autore particolarmente limpido ed elegante Tibullo, ci sono anche quelli che preferiscono Properzio, Ovidio èpiu sfrenato di entrambi, così come Gallo è più duro” ~Quintiliano L’elegia latina Quintiliano lo paragona all’analogo genere greco Con la Satira può tirare un sospiro di sollievo, la Satira è tutta latina, completamente originale Lucilio all’epoca di Quintiliano poteva ancora avere un sostegno importante da parte del pubblico “Tutta la Satira è pienamente nostra, nella quale per primo Lucilio, che ha ottenuto una grande gloria, ha alcuni estimatori ancora così appassionati di lui che non esitano ad anteporlo non soltanto agli autori del medesimo genere letterario,ma a tutti i poeti. E io quanto dissento da costoro tanto dissento da Orazio, che ritiene che Lucilio scorra fangoso e che ci sia qualcosa che tu possa levare”  poesia che per Orazio non è frutto della precisa selezione “Infatti in lui c’è una straordinaria libertà e da ciò deriva l’asprezza e l’abbondanza di arguzia. E molto più limpido e più puro Orazio e se non mi sbaglio per passione verso di lui il migliore.” Giudizio di Quintiliano sottolinea con forza il carattere di originalità totale nel l’indipendenza totale della Satira rispetto ai Greci. Abbiamo altre attestazioni importanti dello stesso Orazio che collegano la Satira alla Grecia 1. volontà di affermare con forza la propria originalità Il concetto di virtù è moderno, ma non sufficientemente caratterizzato per essere ricondotto ad una scuola filosofica precisa. Anche se alcuni la rinviano a Panezio. Uomo e filosofo, ha avuto il merito di mettere in contatto l’élite romana con lo stoicismo.  si sono individuati quindi alcuni elementi comuni fra la definizione di virtus di Lucilio e l’opera di Panezio È un brano particolarmente strutturato. Orazio davanti a un brano come questo—> esempio di stile che doveva essere superato - non si punta alla convinzione attraverso la ripetizione, ma a giungere a una formulazione incisiva che colpisce per la sua dotta sintesi  le Satire di Orazio non hanno goduto di una grande fortuna critica fino si giorni nostri  Di recente hanno conosciuto una sorta di riabilitazione. La propria indipendenza come si fa a conservare all’interno di un circolo come quello di Mecenate. Questa riflessione si trova in un’opera particolarmente complicata.  Il destinatario dei discorsi del Sermones è il suo patrono Mecenate, lo pone su un piano diverso rispetto a tutti gli altri che lo invidiano. Ma anche Virgilio e Vario, altri membri del circolo. Vario-> uno dei principali poeti della sua epoca, autore di due opere importanti “De morte”, “Tieste”—> tragedia sul ritorno di Ottaviano in Italia dopo la battaglia di Azzio 1 libro delle Satire: Composto da 10 Satire, sperimentano varie tipologie di componimento satirico. Ha un ruolo estremamente importante la DIATRIBA, ossia la predicazione del filosofo da strada. Discorso filosofico molto incisivo, ricco di esempi e di personificazioni. 4-6:problema del rapporto con Lucilio e la relazione con Mecenate 5: Satira del viaggio. Rifacimento Oraziono di un libro sulle Satire di Lucilio 7-8-9: aneddoti dotati di un valore più ampio 10: riflessione di poetica. Ricco panorama di autori che ruotano attorno a Mecenate Sono 3 gruppi da 3, con una Satira conclusiva Architettura sofisticata e curata che siamo abituati a cercare nelle opere dopo le Bucoliche di Virgilio 17/03/2020 Lezione 4 di letteratura latina: Elemento centrale nei Sermones—> elemento autobiografico. Una rappresentazione letteralmente stilizzata. Non esclude che ci sia un legame con la realtà biografica del poeta in senso proprio. Selezionati i dati per dare una ben precisa immagine, armonizzata con il contesto storico-sociale. Orazio si rappresenta sempre come un personaggio modesto. Riveste svariate funzioni:  filosofo cinico,coglie i tipi degno di essere derisi dalla folla di Roma  personaggio inopportuno che disturba Mecenate  personaggio che vuole rimanere lui stesso in pace Carica significativa di autoironia, una specie die Socrate che è in grado di vedere bene quali sono i suoi difetti  Deve evitare la superbia del giudice,del personaggio satirico, legata al rapporto privilegiato che lui ha con Mecenate (fan parte dell’elite del momento). Ricopre un ruolo importante infatti per essere figlio di un liberto  La dimensione della corporeità è centrale nella Satira—> appartiene gerarchicamente ai generi minori della scala. Elemento bioetico.  La Satira può avere uno sguardo dall’esterno della letteratura altra, può proporre dunque una parodia degli altri generi letterari (parodia=comporre accanto). Visione dall’esterno anche sul proprio autore. La figura dell’autore sin da Aristotele si fondeva con l’opera realizzata.Questo aveva dei riflessi anche sull’aspetto fisico degli autori. Es. Ipponatte,autore di giambi, per tradizione era esteticamente molto brutto Questo aveva molta importanza anche nella Satira di Lucilio Per Lucilio doveva trattarsi di un autoritratto che metteva in rilievo la sua instancabilità.  Orazio si pone in una dimensione del tutto diverso per quanto riguardo la corporeità. Ha una malattia che gli impedisce di partecipare con pienezza alla vita di ogni giorno. Caratteristica dell’autore delle Satire. Negli Epodi invece il suo personaggio era completamente diverso, era in grado di parlare alla folla romana. Nelle Satire può ricavare uno spazio marginale, così come la Satira stessa. Procede lento a differenza di Lucilio, come viene mostrato dalla Satira V Sicuramente la sua posizione sociale è ben differente da quella di Lucilio  Il viaggio di Orazio dipende da Mecenate, è dunque una posizione di subordine, viene evidenziata da ogni dettaglio.  Non rimane confinato in questa oppressione sociale, ma difende la propria libertas. La situazione politica è anche molto diversa, non c’è più la Repubblica,ma il principato. Satira I: dá il tono sulla raccolta nel suo insieme. Si rivolge a Mecenate e si chiede perché ciascuno si lamenti del proprio destino e invidi gli altri, seguito da una serie di argomentazioni. Discorso con uno sviluppo estremamente libero, successione di ragionamenti chiari,ma non serrati. Orazio si presenta con un atteggiamento modesto,si concentra soltanto su personaggi “minori”. È molto attento e questo lo distingue profondamente da Lucilio. Anni difficili, conclusione della guerra contro Sesto Pompeo. Vuole assumere un tono estremamente misurato e calibrato, un tono dunque di cordialità. Il poeta dunque non è qualcuno che giudichi, ma qualcuno che ci accompagna con l’obiettivo di un perfezionamento morale.  Colpisce l’ostilità nei confronti dello stoicismo, scuola filosofica che tenta di imporsi con eccessiva rigidità 18/03/2020 Lezione 5 di letteratura latina: I libro delle Satire Satira 7; libro I: ci narra degli aneddoti ricchi di significati Si dice come nel 43/2 a.C Rupilio ebbe una disputa finanziaria con Persio, la sessione giudiziaria venne preseduta da Bruto, il Cesaricida. All’insegna dell’invettiva. Terminata con una battuta fulminante. Esce privilegiata l’immagine di Persio anche per lo spazio a lui concesso,oltre che per la battuta fulminante alla fine. Persio non supera Rupilio per le sue doti morali,ma per le qualità del suo ingegno. Oppone la sua brevitas alla carica di insulti del suo avversario. Una Satira che è ambientata negli anni in cui Orazio si trovava dalla parte di Bruto, quindi si ipotizza sia anteriore all’incontro con Mecenate. Doveva essere ancora fresco il ricordo dell’uccisione di Cesare.  Satira fra le più antiche, è probabile che Orazio abbia raccolto insieme tutte le sue Satire. Ricordo di un momento particolarmente problematico della sua esistenza. Sarebbe una Satira che rappresenta in maniera negativa quello che era l’ambiente repubblicano dei Cesaricidi. Argomento problematico-> altri sensi riposti in questi racconti. Si è pensato ad un’Opposizione letteraria fra i due contendenti e Orazio stesso Eco del secondo libro di Lucilio, scontro tra Buscio e Scevola. Comunque rimane tutto molto ipotetico. Rupilio re: rozzezza italica Persio:eloquenza asiana, particolarmente ricca,sovrabbondante, dalla quale Orazio prende le distanze. Verrà accentuata poi con la parodia omerica al centro della satira.  sicuramente c’è il motivo letterario,ma non unicamente quello. Orazio non si rappresenta all’interno della corte di Bruto,ma si rappresenta in compagnia dei pettegoli di Roma che fra le chiacchiere ricordano anche questo aneddoto. Un aneddoto a cui viene tolta la carica sovversiva.  Punto risolto nella sequenza delle singole Satire del I libro  Satira IX: Satira del seccatore. Si evidenziano i valori che si trovano nel circolo di Mecenate,lontani da quelli immaginati dal seccatore.  si parla di una realtà degradata,un processo che mette in campo due personaggio deteriori. Valori che verranno poi superati da Ottaviano “In che modo Persio un sangue misto si sia vendicato di quel bubbone velenoso di Rupilio re credo sia noto a tutti i cisposi e i barbieri”  Di Persio sappiano che era un mezzosangue,padre romane e madre dell’oriente greco  I barbieri rappresentano i chiacchieroni per eccellenza  Orazio si presenta come “lippus”. Implica che ha una capacità di azione molto limitato, si presenta debole per poter aver avuto un ruolo significativo. “Questo Persio ricco aveva grandissimi affari a Clazomene e già una lite molesta con re, un uomo duro Persio e che di odiosità poteva vincere re, presuntuoso,superbo,a tal punto dalla lingua pungente da poter superare i Sisenna, i barbari con i cavalli bianchi”  Clazomene,città sulla baia di Smirna,la moderna Turchia  Cavalli bianchi:corsa dei carri, oppure riferimento al trionfo Lezione 6 di letteratura latina: “Io ritorno a re, ma poiché non si raggiunge un accordo fra loro due, infatti i litigiosi sono tuti nella stessa condizione degli eroi ai quali è toccato di essere opposti in guerra,fra Ettore ,figlio di Priamo,e il pelide Achille ci fu un’ira capitale e soltanto la morte alla fine gli divise, per voluto distinguere fra i legami di formalismo con i politici e invece l’affetto sincero che lo avvicinava ai letterati. Orazio era infatti da poco entrato nel circolo di Mecenate. Vuole mostrare come si sta orientando in questo ambiente non semplice. Ruolo importante della rappresentazione del corpo all’interno della satira Il viaggio è molto difficile, può dunque far emerge riflessioni importanti. È il suo ego a capeggiare sugli altri, sorge il sospetto che il viaggio rappresenti anche una metafora del percorso dell’uomo nella conoscenza di se stesso. Percorre perciò anche un itinerario mentale.  rapporto poi con il modello di Lucilio . Il III libro delle Satire di Lucilio è dedicato interamente al racconto del suo viaggio in Sicilia che intraprese per andare a fare visita nei suoi possedimenti. Con naturalmente una differenza nelle dimensioni che ha la sua importanza ( anziché un libro intero lui sfrutta 100 versi). Molto diversa comunque anche l’indipendenza di uno e dell’altro  Presenza anche naturalmente dell’influenza dell’Odissea : ci narra anche di un itinerario mentale oltre che un viaggio di ritorno fisico. I primi due versi del componimento rinviano infatti proprio a questo. Accumula una serie di insuccessi che pongono Orazio proprio all’opposto di Ulisse. Non abbiamo una parodia dell’Odissea, ma una parodia del tono e degli accenti delle avventure epiche. La Satira termina comunque in modo improvviso. Orazio ci pone di fronte ad una conclusione del tutto improvvisa. La Satira può arrivare solo fino ad un certo punto per coprire importanti temi politici. Non ci dice nulla di quelle che sono le discussioni diplomatiche, ma si concentra sul fatto di spalmare L’unguento sui suoi occhi sofferenti. Gioco continuo con il destinatario che deve sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda del poeta e che risulta continuamente frustrato. Storia ridotta alla dimensione della satira e dell’individuo. “Uscito dalla grande Roma mi accolse ad Ariccia con un albergo modesto, mi era compagno il retore Eliodoro, di gran lunga il più dotto dei greci” Il lettore è introdotto immediatamente nel mezzo del viaggio—> in medias res Alla ricercatezza formale non corrisponde una pari qualità del contenuto. L’inizio evoca l’inizio dei racconti di Ulisse ad Alcinoo, nel IX libro Si è anche pensato che Orazio si riferisse ad un libro, più che ad una persona vera e propria oppure una variazione del nome Apollodoro Lezione 9 di letteratura latina: “Da lí verso Forappio pieno di marinai e di osti malevoli. Questa tappa la abbiamo divisa da pigri per quelli che sono cinti più in alto di noi e una sola, la via Appia è meno pesante a chi va lento “ Forappio, da li prenderà il battello che lo condurrà fino a Feronia.  riferimento agli usi dell’epoca. La cintura della tunica si stringeva più in alto per chi voleva viaggiare più velocemente. Anche se Orazio marciava su un carro, è un’espressione del tutto metaforica.  Lucilio compiva la distanza da Roma a Forappio con un’unica tappa, quindi è più veloce di Orazio (Orazio presuppone che i lettori si ricordino del libro di Lucilio)  Letteratura odeporica, di chi viaggia molto. Troviamo un riflesso di questo tipo di letteratura alla quale Orazio allude in maniera piuttosto lieve “Qui io a motivo dell’acqua ,che era pessima,dichiaro guerra al mio ventre attendendo i compagni che cenano, attendendoli con animo infastidito”  decide dunque di non cenare, ma di limitarsi a guardar la cena dei suoi compagni di viaggio.  Rovesciamento di un motivo filosofico per cui il saggio deve essere sempre di “equo animo”, ma non riesce in questo caso a mantenere la sua atarassia  Tema molto forte del corpo del poeta satirico , un corpo fragile in contrapposizione agli altri e in particolare a Lucilio, che è in grado di macinare ampie tappe  Qualcuno che può vivere un’esperienza limitata “Ormai la notte si preparava a calare le ombre sulla terra e a spargere le stelle nel cielo “  perifrasi che si contrappone alla prosaica realtà di quanto precede e di quanto segue (insulti e battute che si scambiano i barcaioli con gli schiavi) “Allora gli schiavi rivolgevano degli insulti ai barcaioli e i barcaioli agli schiavi, approda qui, ne fai notare 300, ormai è sufficiente mentre si riscuote il denaro, mentre si lega la mula se ne va per intera tutta un’ora”  chiasmo per quanto riguarda l’uso dei casi “Le perfide zanzare e le rane di palude allontanano il sonno, un barcaiolo inzuppato di vino svampito canta l’amica assente e così un viaggiatore fa gara, infine il viaggiatore stanco comincia a dormire e il barcaiolo pigro lega le redini della mula mandata a pascolare ad una pietra e russa disteso”  duello canoro fra un barcaiolo e un viaggiatore  Le rane sono un elemento di realtà, abitanti consueti della palude, ma a questo si accompagna la contesa canora fra i due. Elemento tematico e verrà poi alla luce nel duello verbale fra Messio e Sarmento  Riferimento alle rane di Aristofane (grande commediografo della Grecia Antica), dove si dice di Dioniso che scende nell’oltretomba dove assiste alla contesa fra Euripide e Eschilo. Testo estremamente denso “E ormai era giorno quando ci accorgiamo che la zattera non avanza per nulla fino a quando uno con la testa calda si spinge fuori e pialla con un bastone di salice la testa e i fianchi alla mula e al barcaiolo. Alla fine veniamo fatti sbarcare all’ora quarta”  significativo che prima “celebrosus” si ritrova solamente in un testo di Lucilio  La comitiva arriva a Feronia Lezione 10 di letteratura latina: La chiatta scarica a terra i viaggiatori (v.24) “Laviamo il nostro volto e le mani o Feronia con la tua acqua, dopo aver pranzato strisciamo per tre miglia e saliamo fino ad Anxur fino alla rupe che biancheggia per ampio tratto”  L’acqua rappresenta un bene a lungo aspirato, Orazio ci aveva infatti dovuto rinunciare  La Fonte Feronia era sacra a Iuno Feronia  Disposizione molto attenta delle parole “Qui sarebbe venuto l’ ottimo Mecenate e Cocceio,mandati entrambi come legati per grandi questioni, abituati a mettere d’accordo gli amici che hanno litigato ”  da poco Orazio è entrato nel circolo di Mecenate  Lucio Cocceio Nerva, console nel 39  Grandi questioni che non ci vengono però esplicitate  Non solo la svalutazione del fine del viaggio “Qui io da cisposo spalmo il nero collirio sui miei occhi. Nel frattempo giungono Mecenate e Cocceio e insieme Fonteio Capitone, un uomo fatto alla perfezione, tale che nessuno potrebbe essere più amico di Antonio”  allusione alla congiuntivite che lo perseguita  Assoluto parallelismo con Mecenate e Cocceio, come se i due eventi fossero sullo stesso piano. Mette molto in evidenza la propria soggettività.  Sguardo molto limitato del poeta, questo è la Satira—> sguardo sullo spazio limitato del proprio sguardo  Fonteio Capitone: il rappresentante di Antonio, Mecenate di Ottaviano, Nerva ha una funzione da intermediario “Lasciamo volentieri fondi con Aufilio Lusco come retore ridendo delle insegne del folle scriba, l’apritesta, il blaticavio, il turibolo acceso”  vanno a Formia per 26 miglia, la sosta a Fondi è liquidata con un sospiro di sollievo  Colpisce che si tratti di uno scriba. È interessante come nelle sue opere ovunque si parli di uno scriba questo personaggio venga messo in ridicolo. Non si sa se si possa individuare in ciò un tratto psicologico o se invece è puramente casuale “Stanchi poi sostiamo nella città dei Mamurra con Murena che offre la casa, Capitone la cucina. Il giorno successivo spunta di gran lunga come il più bella, infatti a Sinuessa ci vengono incontro Plozio, Vario e Virgilio, anime quali la terra non ne ha prodotte di più schiette o alle quali un altro sia più legato di me o quali furono gli abbracci e quanta la gioia! Io sano di mente non potrei paragonare nulla ad un amico piacevole” “Da lì ci precipitiamo per ventiquattro miglia sopra i carri con l’ intenzione di fermarci in una cittadina ch non è possibile dire nei versi, ma è facilissima coi segni, vi si vende l’acqua più a buon prezzo, ma è di gran lungo ottimo il pane, tanto che il viaggiatore accorto è solito portarselo oltre sulle spalle” Lezione 13 di letteratura latina: Orazio come ultimo luogo fa riferimento all’oppidulum a cui non può far riferimento, in cui si produce del pane ottimo “Quello di Canosa è duro come pietra, non è ricca di acqua di un’arma di più il luogo che venne fondato un tempo dal prode Diomede. Da qui parte l’ario triste dagli amici impianto. Da lì siamo giunti stanchi a Ruro, dato che abbiamo percorso a fatica una via lunga e resa peggiore dalla pioggia”  Diomede esule in Sicilia fondò alcune località fra cui Argo e Canosa, era una cosa molto amata dalle località italiane per coprirsi di una patina di nobiltà.  Celebrazione forte dell’amicizia fra i poeti, arriva prima che insista su un motivo specificatamente epicureo  Via Minuccia che non lasciano più fino a Brindisi  Parallelo con Lucilio sempre dal III libro dell’Iter siculum per motivi lessicali. Propone lo stesso tema “Il giorno dopo presenta un tempo migliore,una via peggiore fino alle mura della pescosa Bari. Poi Ignazio edificata in odio alle ninfe fornì risa e beffe mentre cerca di persuaderci che l’incenso sulla sacra soglia si liquefaccia senza fiamma”  un piccolo scatto stilistico detto in maniera molto sostenuta  Miracolo dell incenso che si consuma senza fiamma, ma Orazio non nasconde il suo scetticismo di cui tra l’altro parla anche Plinio  Orazio prende comunque le distanze da questo miracolo “Lo creda L ebreo a Pella,non io, infatti io ho appreso che gli dei vivono una vita tranquilla e che se la natura fa qualcosa di straordinario, e non gli dei fanno scendere questo corrucciati dall’alto cielo”  la filosofia epicurea si impone con una certa preponderanza  Orazio fa riferimento agli Ebrei nel I libro delle Satire e senza in termini negativi  In Lucrezio abbiamo anche delle ripetizioni molto ampie che dipendono dalla natura incompleta del poema molto probabilmente  Una vera e propria citazione da Lucrezio  arriva in maniera del tutto inaspettata la conclusione del viaggio di Orazio “Brindisi è la conclusione della lunga pagina e del viaggio”  si arriva bruscamente alla fine  Non sappiamo se poi Orazio sia andato anche lui a Taranto  Espressione di nuovo particolarmente curata , anafora che si aggiunge all’omoteleuto  Conclusione della prima metà del libro dell Satire  È la più breve delle prime 5 Satire, quindi sembra inappropriato definirla “longe carte”  senso di frustrazione che è quello poi che rivolgiamo alla grande storia destinata a questa satira Lezione 14 di letteratura latina: Satira VI del II libro  il secondo libro comprende 8 Satire si apre su una riflessione su come il primo libro delle Satire è stato accolto. Inizia con un discorso fra Orazio e Trebazio. Ad alcuni il I libro è parso troppo aspro, ad altri troppo molle.  Importante il fatto che Cesare venga nominato direttamente  Soltanto per una componente minima è il poeta a parlare, negli altri casi sono altri personaggi che svolgono lunghi monologhi Nella III Satira lo stoico Manasicco esprime la sua dottrina in 306 versi. Colpisce perché nel I libro era stato sottolineato in principio della brevitas Orazio, elemento che lo distingueva da Lucilio  La V satira è un caso particolare: dialogo nell’oltretomba fra Ulisse e Tiresia. Ulisse evoca gli spiriti dei morti senza entrare propriamente nell’oltretomba. Tiresia gli riferisce cosa troverà a Itaca,dunque il problema dei Proci che gli stanno insediando la moglie.  Denuncia scanzonata del mal costume contemporaneo  Nel II libro dunque Orazio si nasconde dietro dei personaggi  L’autore satirico mette in scena la propria forte soggettività, quindi dobbiamo identificare l’autore con il personaggio della satira che si presenta in prima persona. Aspetto che e entrato in crisi con Giovenale. Il trionfo del politicamente scorretto, sentito problematico in particolare dalla critica americana che hanno sviluppato il concetto di “persona”  Orazio costruisce lui stesso un personaggio che agisce all’interno delle Satire.  Si pone in particolare nel I libro come una persona che vuole compiere un percorso con noi, dunque non si oppone. Nel II sembra venire meno perché in alcuni personaggi non riusciamo a cogliere la prospettiva Oraziana.  Un autore che in qualche modo nasconde se stesso,come se assumesse tante maschere nelle quali viene a mancare questa calda cordialità. Si lega ciò allo sviluppo degli Epodi dove prende parola in prima persona per attaccare singoli personaggi o addirittura per apostrofare i cittadini Romani.  Orazio negli Epodi si interroga sul l’istituto del genere giambico, che entra in crisi. L’ultimo Epodo infatti non si caratterizza come Epodo per il metro.  Il genere satirico viene dunque messo in forte discussione e anche alla fine di questo libro abbiamo una conclusione troncata, sembra quasi che a un certo punto voglia terminare questa esperienza in maniera brusca  Il numero 8 in contrapposizione alle 10 Satire del primo libro è alle 10 Ecogle ci da l’ide che sta terminando in maniera brusca un’esperienza V.90 Racconto della cena di Nasvieno, un uomo ricco che intende esibire la propria ricchezza. Sono invitati Mecenate e altri membri del circolo. Narrazione in prima persona di Gaio Fundaio, poeta comico, con minimi interventi di Orazio giusto per dare vivacità alla narrazione.  “Allora abbiamo visto che venivano apparecchiati dei merli con il petto bruciato e colombi senza coscia, golosità, se il padrone non raccontasse le loro origini e le loro nature e noi lo abbiamo fuggito così vendicandoci senza gustare nulla affatto, come se su di essi avesse fiatato Camidia peggiore dei serpenti africani” I commensali scappano,lasciano la cena, non vogliono mangiare nulla. Vendetta su questa vanità di Nasidieno -Canidia: strega,particolarmente malvagia negli Epodi, un po’ più ridicola nell’VIII Satira del I libro Le du storie vengono messe in parallelo nella loro conclusione Orazio vuole dirci che l’esperienza degli Epodi si congiunge con quella delle Satire e insieme giungono ad una conclusione Lezione 15 di letteratura latina:  menzione dei serpenti: riferimento alla coronide, il segno che si poneva al termine di un componimento e poteva avere una forma serpentiforme  Nel secondo libro la persona di Orazio subisce un grande cambiamento, la scena viene occupata da un personaggio. Già questa VIII satira viene narrata da Gaio Fontanio  In che modo il personaggio è il portavoce di Orazio e qual è il distacco fra i due differenti punti di vista  Nella III satira in cui Damasippo ci espone la saggezza come dobbiamo considerare questi precetti morali stoici?! Ci sono stati vari tentativi di rappresentazione. Personaggio diverso in cui non si percepisce tutta quella aggressività Nel secondo libro vuole proporre una Satira che abbia un taglio più platonico  strategia dialogica di tipo platonico in cui Orazio invita i suoi lettori ad avere un atteggiamento un po’ distaccato nei confronti di chi parla  I parlanti sono spesso persone che hanno perso i loro bene come Ofello e Damasippo. In questo modo presenterebbe la Satira anche per quello che può essere:premio di consolazione affidato alla vita dei perdenti. Orazio è un perdente,cambia il suo comportamento nei confronti della Satira  Il rapporto di Orazio con la Satira è inteso anche nel suo rapporto con il potere. Se nella I Satira aveva una funzione di sostegno rispetto a Mecenate, adesso il ruolo del poeta è ristretto. “Roscio ti pregava di assisterlo domani al pozzo prima dell’ora seconda, gli scrivani chiedevano che tu quinto ti ricordassi di tornare per un affare comune, grande e dell’ultima ora. Fai imprimere a Mecenate il sigillo su queste tavolette, dirai: troverò se lo vuoi lo puoi, aggiunge e incalza”  A parlare deve essere uno schiavo inviato da Roscio “Sono sette anni, anzi quasi otto da quando Mecenate ha cominciato ad avermi nel novero dei suoi, solo per questo, per portarmi in carrozza quando era in viaggio e a lui affidare sciocchezze del tipo che ora è, il freddo del mattino morde ormai chi non fa attenzione e ciò che si può ormai ben deporre in un orecchio con fessure” Lezione 18 di letteratura latina: Battute che Orazio scambia con Mecenate, apparentemente inutili. Non è però un passo privo di significato, vuole farci vedere che lui ha una grande confidenza con Mecenate, ma non nell’ambito politico come pensano quelli che se ne vogliono approfittare, ma a livello confidenziale. Lo stesso tema era emerso anche nel viaggio a Brindisi. Orazio si concentra solo sui piccoli avvenimenti del viaggio, sulla sua persona.  Negli Annales di Ennio abbiamo la descrizione di quello che è definito un buon compagno, per quanto riguarda la saggezza è la scultura. Molti hanno pensato che Ennio fornisse il suo autoritratto.  Produce una qualche autorità nell’interlocutorio con l’uomo politico, che non è un suo sottomesso e entro certi limiti può ritagliarsi una certa libertà, così come può fare Orazio. Questo è stato sempre un suo problema. “Per tutto questo tempo il nostro è più sottoposto a invidia di giorno in giorno e di ora in ora, aveva guardato insieme i ludi, aveva giocato insieme con lui nel Campo Marzio, figlio della fortuna”  Orazio viene visto insieme a Mecenate mentre si dedica a queste attività ricreative  “Figlio della fortuna”: modo di dire popolare, lo troviamo anche nel Satyricom di Petronio.  Interessante il parallelo con Lucilio, che giocava con Lelio e Scipione l’Emiliano  Morso dal dente dell’invidia, dunque Orazio si trova ad un livello inferiore rispetto a Lucilio. Misuriamo dunque proprio la differenza fra lui e Lucilio. “Fredda dai rostri trasuda per i crocicchi una diceria e chiunque mi viene incontro mi interroga: carissimo infatti bisogna che tu lo sappia, è visto che sei particolarmente vicino agli dei, hai forse sentito qualcosa sui Daci, nient’affatto, come sarai sempre un burlone, ma tutti gli dei mi tormentino se ho sentito qualcosa e allora Cesare ha intenzione di dare I poderi promessi ai soldati in Sicilia o in Italia. Mentre giuro di non saperne nulla, mi guardano come l’unico uomo dal silenzio straordinario e profondo”  I rostri erano la tribuna degli oratori, poi sottoposta a vari rimaneggiamenti “ in mezzo a questo va sprecata per lo sventurato una giornata non senza rimpianti,oh campagna quando io ti vedrò e quando sarà. Consentito ora con i libri degli antichi, ora con il sonno e le ore dell’inerzia vivere un oblio piacevole dalla vita ansiosa”  in opposizione la campagna, definita come una rocca, come un rifugio Lezione 19 di letteratura latina: Diversa relazione città-campagna rispetto a quella della tradizione Romana. Si fondava infatti sui costumi degli antenati.  L’opposizione si carica di tratti nuovi  Per Orazio è l’angulus, un luogo dove può essere al sicuro. Nella campagna può realizzare il suo ideale ideale di angelus, ossia di luogo delimitato e protetto. “Oh quando verrà imbandita la fava prende di Pitagora e le verdure condite a sufficienza dal grasso lardo, o notti e cene degli dei nelle quali io e i miei davanti al lare che è mio mi nutro e cibo gli sfrontati schiavi nati in casa con Bocconi appena delibati”  Plinio il Vecchio pensava che all’interno delle fave si trovassero le anime dei morti  La fava è dunque un tratto di bonaria ironia che caratterizza lo spazio di questa cena come un momento giocoso “Secondo il piacere di ognuno un convitato vuota calici disuguali sciolto da leggi folli, sia che un coraggioso afferri coppe pungenti,sia che si bagni più lietamente con coppe misurate. Dunque c è il discorso non sulle ville o sulle dimore altrui, nè se il lettore balli male o no, ma discutiamo ciò che ci riguarda più da vicino e che è male ignorare, se gli uomini siano felici per le ricchezze o per la virtù, che cosa ci porti all’amicizia, l’utilità o ciò che è giusto e quale sia la natura del bene e quale la sua perfezione”  catalogo di temi filosofici  Fra gli argomenti futili si trova un argomento che avrebbe potuto essere oggetto di conversazione fra Orazio e Mecenate, aspetto molto importante.  Le amicizie secondo Cicerone sono possibili solo fra i Boni  Temi filosofici alti, oggetto delle discussioni dei convitati alla tavola di Orazio, che sono persone semplici.  La Satira è questo genere autoriflessivo, che cerca sempre di definirsi. Discorsi su argomenti molto seri e importanti, che però sono tenuti ad un livello umile “ Cervio, il mio vicino, in mezzo a questi discorsi racconta con brio favolette da vecchia che fungono a questo proposito, infatti se qualcuno da ignaro loda la tormentosa ricchezza di Arelio comincia così:” Lezione 20 di letteratura latina: Favola del topo di città e d L topo di campagna, contiene dei topos favolistici da Esopo in poi. Racconto di Cervio, uno dei convitati di Orazio, uno dei portatori dunque dei valori Oraziani che caratterizzano questo secondo libro delle Satire. Cervio si identifica con l’Orazio di questa satira, ma non con Orazio I generale. “Si racconta che una volta un topo di campagna accogliesse un topo di città nella sua povera tana, come un ospite antico un vecchio amico, rude e attento a ciò che aveva ricevuto da sciogliere il suo animo stretto per dare ospitalità”  collocazione delle parole particolarmente attenta “A farla breve non risparmio nè i ceci Messi da parte nè L avena dai lunghi chicchi e offrí portandolo in bocca un acino secco e bocconi mezzi mangiati di lardo, desiderando vincere con la varietà della cena il disdegno di quello che a stento toccava i singoli cibo col il dente superbo, mentre lo stesso padrone di casa disteso su paglia fresca mangiava spelta e olio lasciando all’altro i cibi migliori”  il padrone di casa mangiava un cibo particolarmente umile anche per un topo. lasciando il cibo migliore all’ospite “Alla fin il cittadino di dice come ti può piacere amico mio vivere nelle privazioni sul pendio di una boscaglia, vuoi tu anteporre gli uomini e la città ai boschi selvaggi,mettiti in viaggio, credimi, insieme con me, dal momento che le creature terrestri vivono avendo in sorte anime mortali e nè per il grande nè per il piccolo c’è una fuga dalla morte, per tanto carissimo finché è permesso vivi felice in mezzo alle cose piacevoli, vivi ricordando quanto tu sia di vita breve”  Contenuti chiaramente epicurei Lezione 21 di letteratura latina: “Quando queste parole ebbero scosso il campagnolo, balza fuori leggero dalla tana, poi entrambi compiono il viaggio prefissato desiderando intrufolarsi di notte all’interno delle mura della città. Già teneva la notte a mezzo lo spazio del cielo quando entrambi entrano in una casa ricca dov’è sopra i letti d’avorio risplendeva una veste tinta di scarlatto e molte pietanze avanzavano da una grande cena che erano rimaste dal giorno prima nei canestri ben colmi”  Iam: determinazioni temporali tipici dello stile epico. Si compongono nel definire questa avventura ad un livello sostenuto, epico-tragico.  Cum inversum: mette in rilievo l’elemento principale della frase che si trova non nella preposizione principale,ma nella temporale.  I poeti latini amavano molto questo contrasto fra i colori. Immagine di grande lusso e essa stessa preziosa che conosce un parallelo con il Carme 64 di Catullo, canto delle nozze di Peleo e Deti.  Ambiente caratterizzato dunque in maniera molto precisa anche per quanto riguarda le provviste dei topi oltre che per il lusso.  Verso aureo : dipinge l’elemento della sovrabbondanza. “Che del giorno di ieri si trovavano presso canestri ben colmi. Dunque quando ebbe sistemato il campagnolo ben disteso sul drappo purpureo, l’ospite corre di qua e di la come se avesse la veste sollevate, porta cibi senza sosta e compie i doveri di un bravo servitori leccando in precedenza ogni portata” “L altro disteso gode del mutamento di sorte e fra tanta abbondanza fa la parte del lieto commensale, quand’ecco un frastuono di porte gli sbalza entrambi dai letti”  interessante il parallelo con l’8 elegia di Properzio in cui si dice che per vendicarsi dei tradimenti di Cinzia aveva organizzato una festicciole con altre donne.  Il cum adversum introduce il radicale ribaltamento della situazione —> parodia di tragedia epico-tragica “Atterriti corrono per tutta la sala è tremano di più senza respiro quando L alta dimora rimbombò dei cani molossi”
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