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Appunti Letteratura Russa 1, Appunti di Letteratura Russa

Dalle origini al 1800: - Rus' di Kiev (Letteratura russa antica, Slovo di Igor) - Moscovia (1400, 1500) - Classicismo (1600): Lomonosov, Sumarokov, Kantemir, Tredjakovskij - Sentimentalismo: Radiscev e Karamzin - Romanticismo: Zukovskij e Batjuskov - Puskin: Evgenij Onegin, Il cavaliere di bronzo, Boris Godunov - Realismo: Gogol', Le anime morte, I racconti di Pietroburgo - Lermontov - Turgenev: Padri e figli, Nido di nobili - Il secolo d'oro del grande romanzo: Dostoevskij e Tolstoj

Tipologia: Appunti

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Alice_uni
Alice_uni 🇮🇹

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Scarica Appunti Letteratura Russa 1 e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! CORSO di LETTERATURA RUSSA 1 – Stefano Garzonio LA RUS’ di KIEV Fino al XV-XVI secolo è difficile parlare di una cultura russa unitaria come la intendiamo oggi: non esisteva ancora infatti il concetto di nazione, o comunque il concetto di una forte identità statuale e culturale che si affermerà solo però durante la Rus’ di Kiev. La RUS’ è la definizione che si attribuisce a quel complesso statuale, culturale ed etnico che si forma negli ultimi secoli del primo millennio nella zona della Slavia Orientale. La RUS’ ebbe due importanti centri: NOVGOROD e KIEV e quest’ultima ne divenne poi la capitale. La RUS’ KIEVIANA è quello stato che agli esordi fu governato da una schiera di guerrieri di origine probabilmente normanna e che poi si rafforzò e si allargò nell’odierna Ucraina e nella Russia centro- occidentale. I primi principi che gestirono il potere nella Rus’ Kieviana erano probabilmente di origine normanna (tutti i nomi che inizialmente erano di origine scandinava, divennero poi di origine slava). La Rus’ era uno stato che si andò rafforzando dall’VIII/IX secolo al primo millennio, grazie alla posizione strategica che ebbe nei rapporti commerciali e culturali tra Nord Europa e Bisanzio, tant’è che i russi si ritrovarono a invadere talvolta Bisanzio. L’unità statuale si dimostrò inoltre, da lì a poco, fondamentale nell’Europa orientale, anche per i rapporti con i paesi occidentali. La RUS’ iniziò a svolgere un ruolo di primo livello nei rapporti geopolitici. Si pose poi il problema del suo schieramento nel mondo dell’epoca. Il popolo era ancora un popolo pagano (la questione del paganesimo non abbandonerà mai il popolo russo). Quando questo paese si trovò al centro di una fioritura commerciale e bellica, ecco che la Rus’ fu costretta al confronto con il mondo europeo e dunque con il Cristianesimo, sia cattolico che ortodosso. Allo stesso tempo si manifestarono stimoli di interesse verso l’islamismo e il giudaismo. La Rus’ fu a contatto non solo con il Cristianesimo, ma anche con l’Islamismo, che andava allargandosi soprattutto nel regno persiano, e con il Giudaismo. Questa è una problematica che caratterizza ancora il problema della Russia euroasiatica: con il problema della doppia natura, tramite le diverse culture. Gli slavi in epoca preistorica hanno avuto una comunanza culturale con i BALTICI: si parla infatti di unione balto-slavica, ed hanno sempre vissuto spalla a spalla con popolazioni finniche, popolazioni diffuse in tutto il territorio russo. Ne è una prova il termine RUSSO, che deriva forse dal finlandese e si riferisce a “uomini che remavano” secondo alcuni, secondo altri si riferisce invece al colore biondo dei capelli. L’entità pagana si cristianizza grazie a VLADIMIR “IL SANTO”, il quale, come narra la “Cronaca dei tempi passati”, sceglie la confessione greco-bizantina e fa distruggere tutti i templi e gli idoli del mondo pagano, che erano invece il centro dei precedenti principi guerrieri (la cristianizzazione avviene nel 988 d.C.). Questo legame con il mondo greco-bizantino avrà influenze anche nel futuro (concetto stesso di zar legato all’imperatore bizantino, perché Bisanzio era chiamata anche “zargrad”, città del cesare, e per questo la convinzione che Roma è la città dell’anticristo e dunque caduta, seconda Roma Bisanzio e Mosca terza Roma alla caduta di Bisanzio). La CRISTIANIZZAZIONE della RUS’ fece sì che vennero introdotti testi per la liturgia (ortodossa) e di accompagnamento alla vita religiosa (vangeli, omelie, predicazioni). Il rito ortodosso era molto tradizionalista e fortemente ritualizzato, poiché condizionato da quello bizantino. I primi testi introdotti furono dunque LITURGICI. Non vennero però tradotti nella Rus’, poiché nel VI/ VII secolo la lingua fu elaborata nel Regno di Bulgaria. Venne utilizzata dai popoli che abitavano la Rus’, una volta esportati dalla Bulgaria. Per questa lingua si usa il termine PALEOSLAVO o SLAVO ECCLESIASTICO ANTICO: la letteratura della Rus’ nasce sulla base di questi testi di provenienza slavo- meridionale (la lingua meridionale era vetero-bulgara). Questo fu possibile perché le lingue slavo-meridionali e orientali erano rimaste molto vicine alla lingua slava comune, dunque la lingua meridionale non era parlata nella Rus’, ma era comunque perfettamente comprensibile. Ma nel corso dei secoli la lingua si evolve, tant’è che si avranno diverse realizzazioni, non solo temporali, ma anche localistiche. Furono CIRILLO e METODIO a creare il primo alfabeto glagolitico, che divenne poi cirillico. Secondo alcuni tutto questo complesso culturale che va dalla Macedonia alla Serbia, dalla Bulgaria alla Rus’, deve essere definito SLAVIA ORTODOSSA, in opposizione alla SLAVIA ROMANA, che è invece cattolica. Fino al XV secolo in realtà è difficile parlare di una singola letteratura nazionale, ma i testi girano per legame religioso. 1° INFLUENZA SLAVO MERIDIONALE = Diffusione dei testi scritti in slavo ecclesiastico di origine balcanica, che vengono però perfettamente compresi dagli altri slavi. Si afferma la nuova letteratura antico-russa. LETTERATURA RUSSA ANTICA LETTERATURA RUSSA ANTICA, presenta dei tratti generali: - TIPO MEDIEVALE, ossia non ha un autore fisso, determinato - TESTO NON FISSO a causa dei copisti che lo correggevano o introducevano errori legati a fattori culturali e linguistici - LUOGHI COMUNI, ossia la creazione letteraria è espletamento di un rituale. La verità è già nota e la letteratura può solamente informare e celebrare. Si usano formule, riferimenti, chiavi bibliche, poiché le sacre scritture dicono la verità. L’invenzione è qualcosa di peccaminoso. - CANONE, ossia un complesso di regole scrittorie che si riferiscono alla forma e al contenuto. La collettività dei testi è un carattere fondamentale: non vi è un autore singolo, ma molti: sono dunque opere unite, spesso diverse fra di loro. Questo deriva dal tradizionalismo: le tradizioni sono infatti regole, canoni e regolano la scrittura. Il tradizionalismo viene rispettato solo ideologicamente, ma non in pratica. - VARIA, è una letteratura varia a causa della lontananza geografica nei luoghi di produzione di questi testi. E’ varia a causa degli elementi fantastici, come i miracoli, che erano considerati reali. Questa letteratura viene chiamata REALISMO MEDIEVALE. Caterina II del 1790 e una del 1800. La storia che narra dal punto di vista letterario non è nuovo, poiché si riferisce ad un FATTO STORICO: lo troviamo nella raccolta ipaziana e lorenziana. Igor Sviatoslavic è un principe, che durante un’incursione nei confronti dei cumani, non rispettando i segni del destino, perde, viene catturato e imprigionato. Successivamente riuscirà a liberarsi. E’ un principe belligerante, guerrieri, assetato di gloria e affermazione. E’ un principe moralmente discutibile, che porta il popolo alla rovina, alla sconfitta disastrosa. Troviamo un riferimento a questo principe anche in altri testi. Si affermano dunque DUE TEORIE CONTRARIE, OPPOSTE: (1) secondo la prima il testo sarebbe originale e con nessun problema; (2) nella seconda ipotesi si tratta di un FALSO Nel momento in cui è stata trovata l’epopea di Oltredon, con riferimenti allo Slovo di Igor, si è pensato fosse una prova dell’originalità dello Slovo di Igor. Chiaramente abbiamo anche una parte della critica che ha considerato anche l’epopea di Oltredon un falso, creato a regola d’arte per suggerire la veridicità dello Slovo di Igor. La struttura linguistica, sintattica e prosodica richiama l’arte oratoria della Rus’ Kieviana, ma non abbiamo la completa certezza che sia un testo appartenente a questa epoca, perlomeno secondo alcuni. L’importanza di questa opera risiede nel personaggio e nella maniera di celebrarlo: viene infatti celebrato come un eroe omerico. Solo alla fine viene introdotta la fede ortodossa, perlomeno così sembra. In realtà il principe non pensa al Signore, ai peccati, agli arcani disegni della Provvidenza, ha sete di lotte e di conquiste, come un vecchio varjago. IL QUATTROCENTO - Moscovia RINASCITA F 0E 0 Seconda influenza slava meridionale. Questo perché la Slavia meridionale è invasa dagli ottaviani. Occupano la Serbia, la Bulgaria, minacciano il popolo russo. L’invasione ottomana determinò la fuga degli intellettuali in Europa e all’Est, nei territori della Rus’ kieviana. Molti intellettuali sono bizantini. ♦ ENTIMIO di TIRNOVO » Tirnovo è una città bulgara, culturale, dove si forma una scuola dedicata al vescovo Entimio. Si formò una letteratura complessa, spiritualizzata, alla ricerca dei principi cristiani. Basata sull’intreccio delle parole, sulla complessità e la rinascita del testo. ♦ PLETENIES SLOVES » Genere letterario della letteratura complessa, formalizzata. L’idea di base è la ricerca della verità, deducibile sol con lo studio approfondito. ♦ KIPRIAN » Letterati che portarono in ambito slavo orientale la tecnica dell’intreccio di parole. Influenzavano la letteratura antico-russa. Siamo nella letteratura del 1400. In questo momento si sta andando ad affermare la MOSCOVIA. ♦ ESICASMO » Movimento, tendenza della spiritualità bizantina che spinge alla continua ricerca della verità che si riflette nella letteratura tramite la ricerca della perfezione. La PREGHIERA si riflette nella letteratura, in particolare nella scrittura. All’epoca il termine литература non esisteva, soprattutto nella concezione in cui lo intendiamo noi oggigiorno. Non vi erano nuovi autori, ma monaci che si basavano su forme immutabili. A Mosca si trasferiranno molti intellettuali ecclesiastici dell’area bizantina, slavo meridionale, per diffondere l’arte. Si va creando l’idea che la RUS’ debba diventare l’erede dell’impero bizantino ed inizia a sentirsi l’EREDE DELLA CRISTIANITA’. Quest’ultima era divisa, a causa dello scisma, in cui le chiese si erano scomunicate a vicenda. Nascerà in questo periodo l’ideologia di MOSCA come TERZA ROMA, sentita poi anche dalle altre città. QUESTIONE DELLA LINGUA » La tradizione scritta russa è scritta in SLAVO ECCLESIASTICO, che non è la lingua parlata. Tutto ciò provocherà una situazione di DIGLOSSIA, ossia una situazione che complicherà a causa delle diverse mentalità. Il QUATTROCENTO è un secolo di rinascita e di supremazia di Mosca sulle altre città, affermata totalmente alla fine del XV secolo con la sconfitta di Novgorod. La lotta non fu solamente militare, ma anche culturale e religiosa. La prima BIBBIA ufficiale appare in area novgorodiana nel 1499. la supremazia religiosa era fondamentale in questo periodo. Iniziano a nascere testi storici nei quali si tentava di analizzare la storia da un punto di vista religioso, della provvidenza. Si vedeva infatti la RUS’ come guida cristiana. Si arriverà all’universalismo moscovita, che porteranno avanti gli zar. Nascerà la concezione di MOSCA come TERZA ROMA, che in un momento in cui la storia è apocalittica, si erge a guida. 1° ROMA F 0E 0 Caduta, quella di Costantino 2° ROMA F 0E 0 Caduta, Costantinopoli 3° ROMA F 0E 0 Mosca La piena affermazione di MOSCA avviene con IVAN IL TERRIBILE e viene chiamata MOSCOVIA. Ci sarà una grande influenza del mondo polacco, unica cultura slava che ha avuto un grande Rinascimento. Vengono create della accademie gesuite, che si svilupperanno anche nell’antica Rus’ di Kiev. Si sviluppa una cultura latineggiante, mentre nell’antica Rus’ rimarrà quella bizantina. Nel 1500 abbiamo il REGNO DI MOSCOVIA, grazie ad IVAN III e IVAN IV. Ivan il terribile pone infatti le basi per il potere assoluto. Il RAPPORTO tra CENTRO e PERIFERIA è un tema importante per la storia russa. Vediamo infatti continue lotte intestine tra principi e potere centrale. Il mito della III ROMA fa di Mosca l’erede dell’impero romano, completo (oriente + occidente). Si va a creare un problema religioso, causato anche ai movimenti ereticali sviluppati in Europa e in Russia. Il mondo russo quindi si chiude nei confronti della cristianità e dell’Europa, creando un potere centralizzato e autocratico. Si sviluppa la chiesa ortodossa e una chiesa autocefala. IOSIF e NIL sono due personaggi importanti della religione e della letteratura (1) IOSIF = sostenitore di una politica-economica della Chiesa nello stato (2) NIL = sostenitore della divisione tra Chiesa e Stato Si creò quindi un’opposizione tra coloro che credevano che la Chiesa dovesse avere delle proprietà (vicini a movimenti ereticali, flagellanti cattolici), altri credevano che la Chiesa dovesse essere povera. IL CINQUECENTO IL CINQUCENTO è caratterizzato da autarchia, centralizzazione di Mosca e Regno di Moscovia. MASSIMO il GRECO » E’ importante perché dimostra il collegamento tra Russia e Bisanzio. Si era formato sul monte Atos, roccaforte del cristianesimo, e aveva vissuto a Firenze durante l’umanesimo, dove si formò a diretto contatto con Savonarola. Scriverà opere importanti: in una inserirà immagini della Divina Commedia. La RIFORMA più importante è quella di IVAN IV, in opposizione al nemico. E’ una riforma della centralizzazione. Lo zar diventa e resta fino a Nicola II autocratico. I due sono anche autori della letteratura moscovita, grazie alla corrispondenza polemica. IVAN IV mise in pratica il MECCANISMO del TERRORE. Con Ivan IV finisce la dinastia dei Liurichi, ossia di coloro che si credevano eredi di Liurec, re normanno che regnò a Novgorod. LETTERATURA » è composta da opere teoriche, di polemica, gesta storiche, politiche e belliche. Sono racconti e narrazioni, come vite dei santi, caratterizzati dal folklore. In quest’opera cominciano ad apparire opere religiose. La storia è quasi fiabesca. La cultura si concentra sui problemi dell’epoca, tra cui il commercio e i mercanti. Quando IVAN III crea le basi del nuovo potere, si dichiara erede di Bisanzio, conquistando inoltre Kasan e si dichiara erede di Gengis Khan, crudele invasore. In questo periodo NIKITIN scrive un’opera, viaggia moltissimo e descrive natura, animali, cultura, tradizioni. Scrive un racconto, un testo di viaggio, ma non di pellegrinaggio. Il viaggio è legato alla sua professione di mercante. La Russia infatti si trova in un’ottima posizione per il mercato, tra Occidente e Oriente. Ciò dimostra come la Russia sia a metà strada. Il testo è un testo che parla del mondo orientale. Questo testo parla del mondo orientale, che influenza molto la Russia. IL SEICENTO Dopo la morte di IVAN III abbiamo una serie di eventi importanti: - 1596, unione di Brest - 1604, Campagna del Falso Demetrio - 1605, morte di Boris Gudunov - 1609, Intervento polacco - 1613, Michail Romanov - 1645-76, Aleksej Michailovic - 1667-71, Sten’ka L’UNIONE DI BREST segna il passaggio e la divisione dal Cristianesimo. Con il falso Demetrio vi è instabilità che porta a lotte: viene chiamato infatti il PERIODO dei TORBIDI. Si crea il fenomeno dell’IMPOSTORE. Ogni regnante sarà sempre costretto a domare le tendenze centrifughe del territorio ampio della Russia. Le potenze europee cominciano a colonizzare in stati lontani. La Russia dunque comincia ad acquisire territori, ma non andando molto lontano. Lotta tra potere centrale e non. Affermazione dunque di due fenomeni: Nasce un nuovo tipo di TEATRO. E’ un teatro particolare quello di Pietro, si sviluppano i temi della mitologia classica e della storia. Vengono rappresentati nelle piazze spettacoli sulle grandi battaglie. Nell’epoca pietrina si diffonde il genere Kant, che fa riferimento alle canzoni, che vennero diffuse a differenza dei secoli precedenti. Si comincia ad affermare anche la VITA DI CORTE, presso i cortigiani più ricchi, amici che appoggiavano Pietro, il quale mandava i giovani in Europa, portando innovazioni al ritorno. CLASSICISMO RUSSO Si tratta di letteratura inversi, che porterà alla grande letteratura successiva. La trasformazione avviene con gli studiosi dell’Accademia latina: - Trediakovskij - Lomonosov - Sumarokov - Kantemir Sono autori che pubblicano nei primi decenni del XVIII secolo. Sono INNOVATORI RUSSI. Lomonosov sarà chiamato il padre della letteratura russa. Volevano creare una nuova letteratura e una lingua letteraria. Prenderanno scelte diverse, che portano a delle polemiche molto forti. Erano poeti di corte, sostenuti dal potere, tenuti a rispettare le richieste della corte, ad esempio scrivere odi per le zarine europee. Tradiakovskij, Lomonosov e Kantemir trascorsero un periodo all’estero per studiare. Trediakovskij studiò in Olanda e a Parigi. Essi conobbero personaggi importanti europei. Kantemir seguì la carriera diplomatica diventando rappresentante della Russia a Londra e a Parigi. Lomonosov andò in Germania, mentre Sumarokov era nobile e studiò in Russia, era il più giovane e concluse la revisione linguistica. La scuola del classicismo si forma nel XVIII secolo, ma dura fino al XIX secolo. Kantemir cominciò a scrivere versi, ma non potè pubblicarli, perché si dedicò alla satira contro la tradizione antico-russa, contro il mondo prepietrino e la superstizione religiosa. In questo secolo si tende a distaccarsi dal mondo pre-pietrino, dalla tradizione antica. Si crea una letteratura che vuole cambiare la poetica russa, orientando il verso alla metrica italiana e non polacca. Con Lomonosov si punta ad una metrica classica, sostituendo la lunghezza e la brevità con la sillaba tonica o atona. Dopo Trediakovskij arriva Lomonosov, che rivoluzionerà la lingua letteraria. La sua riforma si baserà su quella tedesca e grazie a lui verrà diffusa una nuova poesia, letteratura. Abbiamo dunque una nuova poesia e una nuova lingua letteraria. (1) KANTEMIR » Scrive satire di forte critica morale nei confronti del sistema politico russo ed ecco perché non verranno pubblicate in Russia, ma tradotte e pubblicate in Europa, ad esempio in Francia. Kantemir si era formato autonomamente a casa. (2) TREDIAKOVSKIJ » Si formò in una scuola di gesuiti, di cappuccini. E’ così che studia latino ed i grandi classici. Studierà infatti a Mosca nell’Accademia slava, greca e latina. Viene inviato poi in Olanda e in Francia. Pubblicherà una raccolta lirica e scriverà un’opera importante. Tradurrà anche altre opere aprendo la strada alla letteratura russa. Lui stesso nei suoi trattati dichiarò di poter semplificare la lingua nella poesia prendendo quello che lui chiamava la semplice lingua russa. Proponeva di abbandonare lo slavo ecclesiastico e di aprirsi all’Europa. Si ispirava alla lingua parlata dai ceti aristocratici. Dichiara inoltre di voler trasformare la struttura della poesia. Scrive di voler abbandonare i versi sillabici, facendo sì che la poesia si basi sul PRINCIPIO TONICO. In maniera patriottica dice che già nella poesia antico popolare russa c’era questo principio ed il verso era un trocheo. Voleva dunque l’affermazione del sistema tonico. Si scontrerà con il collega al quale si deve la vera trasformazione della lingua russa, LOMONOSOV. Trediakovskij si scontra con Lomonosov e Sumarokov, e cambierà opinione, come lo farà Lomonosov. La difficoltà che questi uomini incontrano è quella inerente al LESSICO. Questa difficoltà riguardo il LESSICO porta alla TEORIA DEI TRE STILI di Lomonosov. (3) LOMONOSOV » E’ un giovane del Nord, formato a Mosca e successivamente in Germania, come da tradizione. Nel 1739 scrive un’ode in cui privilegia il GIAMBO, perché prende a modello la poesia tedesca. Ciò lo farà scontrare con Trediakovskij. Il modello era molto rigido, impediva le parole lunghe, perché non rientravano nel ritmo. Cambierà poi le sue opinioni. Diventerà il verso ufficiale della letteratura russa. Parla poi della LINGUA, della varietà del linguaggio: popolare, medio e slavismi. A seconda del genere usato era opportuno usare determinate parole. Ad esempio, gli slavismi fanno parte di un linguaggio aulico, quindi devono essere usati per un genere alto come le odi. Nei generi intermedi (elegie, scritti filosofici) si potevano utilizzare parole medie, mentre nei generi bassi (satire, fiabe) si potevano usare espressioni popolari. Il CLASSICISMO aveva delle regole rigide nel linguaggio e nella struttura. Esso rimane fino all’epoca di Puskin. Saranno i romantici a spezzare la traduzione portando espressioni popolari in opere alte. (4) SUMAROKOV » Si forma molto giovane nelle nuove scuole russe di tipo ginnasiale, studia nelle università diversi dai precedenti. Riprende la tradizione classicista. Il classicismo era regolare, lineare, le sue opere seguivano il principio della bellezza come razionalità, eleganza, proporzione. Egli scrisse odi nelle quali prendeva in giro i due, perché la loro poesia cortigiana si basava sull’idea che la poesia dovesse celebrare la zarina con espressioni poco razionali, rivelandosi poco classicisti. Sumarokov prende in giro imitandone lo stile. L’uso del pathos spinge il poeta a scrivere espressioni inusuali tramite anche slavismi che cozzano con la sobrietà e l’eleganza del poeta. Ovviamente i poeti dovevano pensare alle reazioni di sovrani e cortigiani. (5) CHERASKOV » Fu allievo di Sumarokov. Scrisse un poema epico. Il classicismo aveva creato la scala dei generi letterari. I più alti erano l’ode e la tragedia e il poema epico. Esso è il punto anelato, ma mai raggiunto, da tutti i poeti. Tutti volevano scrivere poemi epici su Pietro il Grande ad esempio, ma senza riuscirci. Egli è l’unico che riesce a dare alla letteratura russa un poema epico. Come tema aveva Ivan il terribile ed era dedicato alla liberazione di Kasan, che rimanda alla Gerusalemme liberata. Presenta riferimenti a Tasso, Ariosto e Boiardo. (6) DERZAVIN » E’ l’autore più importante del 700 russo. E’ il poeta riformatore. Molto più giovane degli altri, si afferma alla metà degli anni 70 perché è stato soldato, ministro, non ha avuto una formazione letteraria tradizionale. Non sapeva il francese, ma il tedesco sì. Parteciperà alla guerra contro Пугачёв, il quale si voleva proclamare Pietro III. Fu un valido combattente, le sue memorie saranno utili per gli storici che studiano la rivolta. Non è un poeta fine ed elegante, come lo era Sumarokov. Non scrive in modo complesso, aulico, non fa poesia ricercata. Vive in condizioni complesse, è militare in zone pericolose. Per suo diletto scriveva versi. La prima opera la scrisse su di una montagna, mentre era con le truppe. I primi versi sono traduzioni dei versi del re di Prussia. Scrive odi e rompe le regole classiche, pur essendo un classicista. Inserisce nell’ode elementi autobiografici, lunghe descrizioni, lessico disambiguo e immagini inattese. E’ dunque differente dall’ode classica. Rende l’ode un genere variegato. ELEMENTI di METRICA ♦ - F 0E 0 sillaba tonica (obbligatoria) ♦ U F 0E 0 sillaba atona LA NUOVA PROSA del SENTIMENTALISMO Negli ultimi anni del VIII secolo comincia ad affermarsi il SENTIMENTALISMO, ancora lontano dal Romanticismo, ma presenta già qualcosa di diverso dal classicismo. E’ una trasformazione importante dopo gli anni 70, prima vi erano le scuole classiciste. Il sentimentalismo introduce un tema fuori dalla letteratura, ovvero il быть, che significa quotidianità, rivelandosi diverso dal classicismo, che parlava di un mondo lontano dalla realtà. Già negli anni 60/70 appaiono delle riviste storiche che criticavano la quotidianità russa con un linguaggio lontano, ma con riferimenti che fanno capire che si sta parlando della contemporaneità. Queste riviste sono legate al nascente movimento della MASSONERIA. Molti intellettuali si avvicinano alla massoneria. Il movimento legato alla coltura, all’agricoltura. Vi è un brusco stop alla metà degli anni 70 e alla fine degli anni 80. negli anni 80 avviene la rivoluzione francese, mentre negli anni 70 c’è la rivolta di Пугачёв. Vi sono elementi che incidono fortemente sulla concezione solenne e sicura del classicismo che si basava sulla misura e bellezza. La quotidianità rientra con la prosa, grazie a due autori: RADISCEV e KARAMZIN. RADISCEV scrive “Viaggio da Pietroburgo a Mosca”, un romanzo di viaggio con schema del romanzo sentimentale, anche se non lo è. Il romanzo sentimentale occidentale parla dei sentimenti, dei paesaggi dell’anima, ma egli fa una cosa diversa, non parla delle sue emozioni, del suo inconscio, ma descrive la dura vita del contadino russo schiavo. Per questo romanzo fu condannato a morte, ma poi venne mandato in Siberia. Questo a causa di Caterina II che lo lesse, non accettò questo testo di denuncia. KARAMZIN è invece importante per la lingua, la letteratura e la storia. Scrisse “Storia dello stato russo” tradotto in tutto il mondo. Egli come storico aveva studiato le cronache antico-russe e aveva tracciato la storia russa sin dalle sue origini. E’ lo storiografo ufficiale. Scriverà un saggio su “Canto della schiera di Igor”. Cominciò come massone e fu mandato in Occidente per una sorta di viaggio di iniziazione. Inviato dai fratelli massoni nelle capitali europee (in Germania, Svizzera, Francia e Inghilterra), dove la massoneria era diffusa, sarà presente alla rivoluzione francese che riporterà nell’opera “Lettere di un occidentale, ma rimangono i tradizionalisti che non accettano l’apertura al mondo occidentale. Si afferma poi la nuova poetica del romanticismo, proprio in epoca romantica. Due riferimenti alle sue opere di traduzione sono le sue opere “Il paesaggio dell’anima” e “La ballata”. Grazie a lui si comincia a trattare temi come la SOGGETTIVITA’, l’INDIVIDUALITA’ e l’INTROSPEZIONE. Nel 1802 abbiamo un momento importante per la letteratura russa. L’atmosfera di malinconia, della riflessione è quella che si sta affermando e che in realtà avevamo trovato con Karamzin. La sua poesia patriottica è legata alle guerre contro Napoleone e segna un genere molto ampio della letteratura. Si sviluppano anche le canzoni militari o le epistole legate al mondo militare. Non si esaltano più le battaglie, ma il coraggio del popolo. Si parlerà della vita del militare, non più delle battaglie. Egli sviluppa un’altra poetica, ovvero quella dell’inesprimibile. BATJUSKOV = Ebbe una produzione limitata, perché negli anni 20 impazzì. Era molto legato all’Italia e nella sua poesia troviamo riferimenti alla letteratura italiana. Predilige l’epistola: nel mondo romantico essa diventa interessante, perché era un genere rigido, in rima baciata e con temi seri. Scrive sulle epistole in versi brevi e caratteri semplici, non solenne dunque: sono confessioni autobiografiche, temi più leggeri rispetto a quelle del classicismo. Le opere da lui scritte sono comprese in 2 volumi. Elaborò una poesia basata sulla precisione e sulla leggerezza, era una poesia raffinata e leggera. Crea i presupposti per quella che sarà la POESIA di PUSKIN. Si interessò inoltre alla poesia italiana, ripensò a Petrarca, a Tasso e li diffuse nella poesia russa. Le epistole sono ispirate a Petrarca. Si ispira inoltre alla Gerusalemme Liberata, soprattutto da un punto di vista emozionale, sentimentale. Scriverà un’elegia dove descrive gli intimi momenti del poeta italiano Tasso. (1°) FASE » Si interessa alla poesia leggera, che doveva influire sulla lingua. Il linguaggio è elegante e raffinato. Poesia non complessa. (2°) FASE = 1805 poesie ispirate a Petrarca, si interessa all’epica tassiana, che lo spinge a cambiare il suo linguaggio: ecco dunque che ricompaiono gli slavismi. Crea dunque una poesia più complessa in questa seconda fase. EPOCA PUSKINIANA L’epoca Puskiniana viene altrimenti detta SECOLO d’ORO. In questo periodo prevale la poesia, si forma la pleiade puskiniana, ovvero poeti dell’epoca. Manca la prosa. Questa epoca inizia ad affermarsi nella II decade dell’800. La PLEIADE PUSKINIANA intende poeti che venerano la cultura russa, legati alla storia del costume, della musicale. Fanno parte della pleiade ZUKOVSKIJ e BATJUSKOV. Con PUSKIN si afferma però la lingua letteraria russa. Fa sue alcune delle iniziative dei suoi predecessori e le elabora. La sua produzione è variegata: fino al 1825 è poeta, dopo è prosatore, riformatore della nuova prosa russa. In PUSKIN ritroviamo elementi classici portati alla perfezione. E’ un autore che si cimenta in tutti i generi (prosa, poesia e dramma). PUSKIN PUSKIN nasce il 26 Giugno 1799, rivelandosi sin da subito un bimbo prodigio. La sua fu una vasta produzione. Apre e chiude una cultura, perché introduce riforme, innovazioni per gli autori successivi, ma allo stesso tempo ci sono riferimenti ai classici. La storia editoriale di questo autore è però complessa: alcune sue opere vennero infatti pubblicate nel 900. Morì in duello ed alcune delle sue opere non vennero pubblicate a causa della censura. Era autore di fiabe in versi, una delle quali non venne pubblicata per la presenza di un personaggio prete, che vene successivamente sostituito da un mercante. Avremo una ripubblicazione delle sue opere tardi, negli anni 60/70 dell’800. autore considerato scomodo dallo ZAR per vari motivi e per questo qualche suo testo viene nascosto. Ebbe una FORMAZIONE FRANCESE: nonostante ciò non si ispirò ai francesi, ma a tutte le altre letterature straniere. Grazie a lui arriviamo alla SOLUZIONE per la QUESTIONE DELLA LINGUA UFFICIALE RUSSA. Le prime opere sono poesia lirica leggera, caratterizzata anche dall’erotismo. Al liceo aveva avuto i migliori esempi e la possibilità di conoscere personaggi fondamentali del secolo. All’esame finale, a 15 anni, lesse dei versi grazie ai quali colpì molto, segno dell’incoronazione come poeta russo. In PUSKIN assistiamo alla fusione delle forme letterarie per creare una poetica leggera e nella quale fosse presente la precisione armonica che fa di lui un poeta elegante. 1° FASE » Studio, fase scolastica, giovane che partecipa ai dibattiti e che scrive poesie anche in francese. Nel 18/19 la situazione russa inizia a cambiare: Alessandro II inizia ad essere conservatore: mette in atto un controllo poliziesco e crea un sistema quasi autoritario. Tutto ciò porterà allo scontro tra la parte conservatrice e gli ideali dei giovani militari che avevano combattuto in Francia e che desideravano principi liberali. Nasceranno delle RIUNIONI SEGRETE, che sfoceranno in una rivolta, la RIVOLTA DI GHIPRESCHI. La situazione politica e sociale è molto complicata, nonostante la vittoria contro Napoleone e il congresso di Vienna. Il suo ESORDIO è con la prosa RUSLAN e LJUDMILA, di genere folklorico, si ispira alla letteratura straniera: è un poema fantastico, ironico, scherzoso, che ha i toni dell’epica, della ballata. Già qui dà l’inizio per la nuova lingua, poesia. E’ un poema che risente della forte tradizione, ma che per la sua leggerezza stilistica è molto MODERNO. PUSKIN è l’erede di quella situazione culturale che nasce all’epoca di PIETRO il GRANDE, quindi del classicismo. Infatti le sue prime opere sono molto influenzate da ciò. 1° FASE » Poesia dagli esordi agli anni 20. Abbiamo un linguaggio orientato verso la precisione armonica, con versi raffinati ed eleganti. Riprende elementi di chiarezza, leggerezza, che porta all’immediatezza, diverso dal linguaggio aulico. 2° FASE » Prosa, nuova narrativa russa. Si forma al liceo dove vi era la residenza estiva degli zar. Al suo interno troviamo giovani che ebbero un futuro rilevante nell’epoca Puskiniana. Non conobbe solamente questi giovani, ma anche Karamzin. Finito il liceo e nei 3 anni che precedono l’ESILIO, viene richiamato a servizio del ministero. E’ un periodo in cui non è ligio al dovere: è molto orientato verso principi liberali. Si mette contro lo zar e rischia molto. Diventando dunque scomodo per il potere, verrà mandato in EISLIO prima a Kisiniev, poi ad Odessa e nel Caucaso. Vi sarà poi un secondo esilio. Nell’epoca Puskiniana vi sono salotti, circoli letterari, dove avevano luogo molti dibattiti letterari ai quali Puskin partecipò, stando dalla parte di coloro che favorivano, sostenevano l’innocazione, l’occidentalizzazione del mondo russo. Nella I PRODUZIONE LETTERARIA Caro è a Puskin il tema della POESIA ELEGIACA, creandone appunto delle raccolte. Questo avvicinamento all’elegia è dovuto alla conoscenza della Russia del Sud. Nella poesia elegiaca venivano descritti i paesaggi, i sentimenti etc e questa cosa sfociava in una ripetitività di maniera, di genere. Erano poeti di grande fortuna. Puskin nelle sue elegie esalterà i paesaggi del Sud. Crea un ciclo di liriche elegiache orientandosi verso il paesaggio e i sentimenti dei protagonisti romantici. Altro tema è il PATRIOTTISMO = Puskin è originariamente di antico lignaggio, ma di nobiltà decaduta, oppressa e combattuta dallo Zar Pietro il Grande. Puskin non era solamente nobile russo, ma aveva un’altra origine. Quando si dedicò alla storia, si concentrò anche su quello che viene chiamato “Il negro di Pietro il Grande”. Si tratta di un principe dell’Etiopia, consigliere di Pietro. Puskin infati aveva questo negro come antenato. Questa doppia provenienza lo fa essere molto orgoglioso. Il sud adotta una valenza, non solo esotica, ma anche sentimentale. Ciò ci mostra uno scrittore esaltato anche dagli slavofili, ma che ha un’origine extraeuropea. Ciò lo farà un autore attento ai punti di vista, mai rigido nelle proprie idee. La sua attenzione alle diversità lo renderà un poeta universale. Odessa fu una città importante per questo suo punto di vista e soprattutto per la conoscenza italiana, essendovi molti mercanti italiani ed essendovi molto teatro italiano. Si innamorerà inoltre di una donna sposata italiana. Tema dell’ESILIO » Ovidio è l’emblema per Puskin dell’esilio. Puskin parlerà infatti anche di questo tema proiettandovi l’io lirico. Tema della POESIA CIVILE » Qui parla dei principi russi e della libertà. Sono gli anni di BYRON, che influenza molto la Russia e l’Europa, diventando un punto di riferimento per i giovani russi. Il byronismo è una moda in Russia in questo periodo. Vi è anche l’europeo deluso dalla civiltà, un tema che deriva da Rousseau. IL PRIGIONIERO DEL CAUCASO » Si tratta della descrizione della prigionia, dell’innamoramento per una rivale, dunque l’impossibilità di coronare l’amore. Vi è dunque un contrasto tra l’amore per la donna e per la libertà. La chiave di lettura di quest’opera è senz’altro romantica. LA FONTANA DI BACHCISARAJ » Ricco di esotismo, dimostra l’interesse per il mondo orientale. Ci sono 2 donne, una polacca e una georgiana, prigioniere di un tataro, messe continuamente a confronto, dal punto di vista fisico, psicologico e culturale. Lui vuole definire il carattere nazionale. Il russo è DANDY e il ROMANTICO APPASSIONATO. L’atteggiamento di Onegin è di noia, distacco, disprezzo della stessa concezione della vita: arriva infatti in ritardo al duello. Nella 2° parte ONEGIN cambia e ripropone modelli di un certo tipo sociale. Non abbiamo ancora una PRECISA PSICOLOGIA, ma solamente tentativi. Successivamente Onegin FUGGE, lascia la campagna. E’ andato contro le regole della Rus’ e torna nel mondo artificiale, opprimente, di Pietroburgo. Siamo a 2 tentativi di conclusione: (1) Rifiuto dell’amore di tatjana (2) Morte dell’amico Il romanzo però non si conclude: vi sono frammenti, ovvero le digressioni. Il procedimento delle DIGRESSIONI serve a dare alla narrazione la caratteristica dell’immersione della realtà. Non è un procedimento nuovo, ma già utilizzato. VIII F 0E 0 C’è un secondo incontro tra Tatjana e Onegin. Lei ha sposato un nobile, è una principessa Pietroburghese ora. Esso di chiude con una situazione analoga, ma allo stesso tempo opposta al capitolo IV. Onegin si dichiara, ma Tatjana lo rifiuta. E’ un matrimonio di convenienza e una situazione di piena rinuncia. Rinuncia come forma di prova morale. ROMANZO APERTO F 0E 0 Appendici e possibili aggiunte. Questa è l’opera russa per eccellenza, anche grazie ai riferimenti storici presenti, come ad esempio alla rivolta decabrista. BORIS GUDUNOV » E’ un’opera di Puskin, che è dedicata ai torbidi del 600. Abbiamo qui 2 riflessioni di Puskin: (1) Fino a che punto la personalità di un uomo può influire sulla storia (2) L’importanza dell’opinione del popolo (elemento decisivo per la storia). Entrambi sono temi romantici. Secondo la tradizione Boris avrebbe ucciso Dimitri e poi si sarebbe fatto incoronare russo. Fonda il proprio potere sul sangue innocente di un bambino: si ispira a Shakespeare. Nel testo viene fatto un parallelismo tra Boris ed Erode: rapporto dunque tra le religione e la storia russa. Altro riferimento religioso è un personaggio del popolo, Iurodovi, figura della religione ortodossa. Vi è un personaggio ricorrente nell’opera che smaschera Gudunov e il suo peccato. E’ un tentativo di ricostruzione storica e un parallelismo storico-religioso. Lo zar voleva che Puskin scrivesse un’opera su Pietro il Grande, ma non la scriverà mai. Comincerà uno studio sulle fonti, già qui abbiamo una prima riflessione sulla storia e sugli avvenimenti. Puskin pone le basi per quella che sarà la coscienza nazionale russa. IL CAVALIERE DI BRONZO » E’ un genere misto: una novella in versi, diffusa in Russia. Puskin affida le proprie condizioni sulla Russia a generi diversi: drammatico, in prosa e in versi. Da un lato il testo ha tratti compositivi del poema. Quest’opera ha una grande storia editoriale: passata spesso al controllo della censura. All’epoca ne uscì solo un brano. Venne pubblicato definitivamente solo dopo, nel 900. Gli anni dopo il fallimento del moto decabrista sono anni nei quali Puskin cercherà di avvicinarsi allo zar Nicola II. In quest’opera assume un carattere apocalittico, dove si affronta il tema della STATUA: il cavaliere è simbolo delle SOFFERENZE DELLA RUSSIA. Opera come profezia della Russia. E’ una novella in versi, ambientata a Pietroburgo, durante l’alluvione del 1724, che lui non aveva vissuto: si basa dunque su testimonianze. Abbiamo il personaggio di EVGENIJ, che abitava in un quartiere come impiegato. E’ un nobile decaduto, che può rappresentare la genealogia di Puskin, di una nobile famiglia decaduta. Da un lato abbiamo l’alluvione, che riporta alla fondazione di Pietroburgo, ricordando la volontà di PIETRO di costruirla, dall’altra abbiamo CATERINA II, che volle fare questa statua in onore di Pietro. Puskin spera che Nicola II diventi come loro, ma viene deluso. Viene letta come profezia in quanto più tardi abbiamo la rivoluzione russa. In un testo si racconta di un impiegato che vista la casa distrutta, si salva e ritrova la famiglia salva. E’ dunque diverso dall’eroe puskiniano, che perde l’amore. // E’ diviso in DUE PARTI: parte con un’apoteosi di Pietro il Grande per la città di Pietroburgo. Fa un parallelo tra la costruzione di Pietroburgo e la Genesi. Si descrive come un evento biblico, che riprende la letteratura del 700. EVGENIJ è l’antecedente dei personaggi di Gogol’ e Dostoevskij. Il poema è un tentativo di riflessione sulla città di Pietro il Grande, sull’idolo, ma anche sull’autocrazia. RIFERIMENTI alla QUOTIDIANITA’ » Vi sono momenti tragici, ma vi è un riso tra le lacrime, che lo rende antecedente di Gogol’. Per questo vi è ironia/ tragedia. Vi è dunque la quotidianità, ma vi sono anche gli avvenimenti storici. Descriverà anche l’alluvione e l’impotente zar, che rimarrà a guardare. Di fronte alle catastrofi, anche gli ZAR sono IMPOTENTI. Altro tema è quello BIBLICO del SERPENTE di rame, che in questo caso rimanda al cavaliere di rame. CRITICA » Alcuni critici leggono l’opera come apoteosi dell’epoca di Pietro il Grande, altri come denuncia delle opere di Pietro, viste come negative da parte degli slavofili. Nell’opera vediamo però la DIFESA DEL CRISTIANESIMO ORTODOSSO grazie a Evgenij e il paganesimo rappresentato da Pietro il Grande. In EVGENIJ c’è un tentativo di rivolta contro la storia, sostituito poi con la rassegnazione. Per alcuni è l’allegoria della spiritualità russa. Il poema non cita il decabrismo, ma è già una sua allegoria. Evgenij si RIBELLA allo ZAR, un’allegoria della rivoluzione del 25, tentativo fallito che si risolve con le repressioni e il rafforzamento del sistema poliziesco zarista. La rivoluzione è sostenuta da tutti gli intellettuali. DESTINO = Evgenij è vittima degli eventi F 0E 0 Riferimento alla speranza, alla rinascita dell’individuo mediante il sacrificio. E’ un’opera complessa e l’interpretazione è varia, anche in chiave folkloristica. Puskin definisce Pietro come tempesta divina. Negli anni 20/30 gli autori iniziano a diventare AUTORI DI PROFESSIONE. Puskin comincia a scrivere dei versi per la Russia, sostenendola nella guerra contro la Polonia. Puskin NON è solamente un POETA, compose infatti delle STANZE, ma anche delle ODI contro i calunniatori della Russia, difendendo i russi dai polacchi. E’ un periodo che spinge Puskin a riflettere sulla Russia, sul rapporto tra il POTERE INTELLETTUALE, il POPOLO e il POTERE GOVERNATIVO. Scriverà inoltre anche TRAGEDIE dove tratta temi esemplari, come quello della libertà dell’arte. Rifletterà inoltre sul principio della morale medievale e moderna = Passaggio di mentalità. PUSKIN costituisce il MODELLO del LETTERATO di questi anni. Ancora vivente nascono nuovi autori, alcuni in sintonia, altri no. NIKOLAJ GOGOL’ GOGOL » Proveniente dall’Ucraina, era figlio di una famiglia cosacca. Il padre fu scrittore dilettante di testi teatrali nella lingua dell’Ucraina, ma a quel tempo era considerata una parlata russa. Egli si forma in una situazione particolare. Legato alla didattica dell’impero russo, ebbe la fortuna di studiare nel ginnasio di Niegin. Abbiamo una ricca documentazione dell’educazione di questo ginnasio. Da un lato abbiamo Puskin, che esalta la chiarezza, leggerezza, semplicità, mentre dall’altro abbiamo Gogol’, con unno stile complesso, fantasmagorico, considerato baroccheggiante. Il BAROCCO nasce in POLONIA, si diffonde in UCRAINA e successivamente in RUSSIA. GOGOL’ è un personaggio complesso, contraddittorio, dovuto al suo rapporto complicato con la madre e con il mondo. Ha un’idea di base: SERVIRE LA PATRIA, dunque un PATRIOTTISMO quasi morboso. Non essendo russo di sangue sente di dover affermare la sua riuscita. Arriva a Pietroburgo convinto di affermarsi subito come scrittore, scrive un romanzo con titolo tedesco, che risente del Romanticismo tedesco, senza però avere successo. Deluso dal fallimento, compra le copie e le distrugge. Scrisse anche un’ODE ALL’ITALIA, che non ebbe successo, di tipo romantico, con a tema il viaggio in Italia. Si reca poi in Germania, per tornare successivamente a Pietroburgo. Inizia a sognare di trasferirsi in America. E’ dunque un PERSONAGGIO PARTICOLARE. Si cimenta successivamente nella carriera burocratica. Continua ad avere l’idea della missione del servizio, che porterà ad essere fortemente conservatore. Si avvicinerà a ZHUKOVSKIJ e PUSKIN. Pubblica poi un’opera che lo rende subito famoso “LE VEGLIE ALLA FATTORIA PRESSO DIKANKA”, ossia racconti presentati come novelle a tema quotidiano della vita ucraina. Scopre il folklore ucraino che viene usato nella poesia, nella prosa, nel teatro non solo classico, ma anche recitato e cantato. Riesce a diventare INSEGNANTE, poi professore aggiunto di STORIA all’Università di Pietroburgo. Nasce quindi la STAGIONE del REALISMO RUSSO. Da qui si cominciano a leggere le opere di Gogol’ e della maturità di Puskin con una chiave realista. Questo periodo è detto anche realismo ciritico, a causa della critiche nei confronti della società. Per GOGOL’ si parla di critica zarista: adotta un approccio satirico attraverso il procedimento del riso. La letteratura di Gogol sarà una ripetizione della città, dei paesaggi, ma che non possono essere interpretati solo da un punto di vista fisiologico, come in Puskin. Gogol’ vivrà tempi difficili in epoca sovietica, soprattutto per la corrispondenza. All’inizio è uno scrittore romantico, poi abbiamo una stilizzazione e infine diventa cantore di Pietroburgo con l’opera I RACCONTI DI PIETROBURGO. Anche GOGOL’ comincia come POETA, vedi infatti l’ode all’Italia, come lo fu Puskin. Egli però non avrà successo in questo ambito. All’inizio si concentrerà (1) sulla patria UCRAINA (2) poi su PIETROBURGO (I racconti di Pietroburgo) (3) sulla RUSSIA DELLA PROVINCIA (Le anime morte) CONTRADDIZIONE! Idea dell’impero russo come impero della cristianità. Idea che si sviluppa soprattutto quando diventa un poeta mistico, dopo il viaggio in Palestina. Alla fine della sua vita abbraccia le idee reazionarie e mistiche. Scrisse lettere che sorpresero tutti. Famosa è quella a Belinskij, il quale lo accusava di essere reazionario. Si accusa Gogol’ di essere a capo della reazione zarista. Da questi passi scelti dalla corrispondenza di offre una diversa lettura dell’opera: una volta raccolti insieme nasce “LA CONFESSIONE”. Nel 1852 abbiamo la morte di Gogol’, che fa discutere. Aveva da anni una malattia. In epoca sovietica la tomba fu smontata, poi acquistata dalla moglie di Bulgakov. LERMONTOV LERMONTOV » Nasce nel 1814 e muore nel 1841. E’ un autore romantico, il byroniano dei byroniani. E’ il fondatore della nuova prosa psicologica russa (emozioni, sentimenti etc). Lermontov porta questa caratteristica soprattutto con L’EROE DEL NOSTRO TMEPO. Egli storicizza però i personaggi e introduce la loro psicologia, diversa dai romantici. Darà luogo all’arte dell’introspezione. La sua storia familiare fu complessa, organo di padre e figlio di un padre non interessato. crescerà con la nonna nel mondo dei proprietari russi e dei professori, i quali influenzarono molto Lermontov. Lermontov aveva antenati svizzeri e spagnoli. L’appartenenza al mondo occidentale la visse in maniera romantica, tramite letture di scrittori occidentali. Comincia come POETA, si dedica anche al TEATRO ed inizia con i POEMI GIOVANILI, con il tema caucasico, che rimanda a Puskin. I POEMI di TEMATICA ANTICO-RUSSA » Sono opere meno note, ma importanti per l’interesse della ricostruzione mitico-storica. Tratta di evento conosciuti, poco precisi, diversamente da Puskin, molto obiettivo e documentato. Il 1° rimanda al principe Olge, il secondo è legato alla guerra tra Rus’ e Lituania. Un poema importante è VADIM, in cui abbiamo il personaggio storico della città di Kiev. Con il passaggio allo STORICISMO, egli si interesserà ai DETTAGLI. Dopo aver accusato gli zar di aver portato alla morte Puskin, viene esiliato. Scriverà anche poemi erotici ispirato dalle immagini pornografiche del 700. Dopo queste prime opere troviamo i grandi poemi: (1) IL NOVIZIO F 0E 0 Tratta della fine di un giovane, conosce il mondo della natura, della società e dell’acculturazione del selvaggio. È un nuovo mondo, dal quale fu allontanato da piccolo. (2) IL DEMONE F 0E 0 E’ un angelo caduto, chiave esotica del Caucaso. Il tema è quello dell’amore impossibile, testimoniandone la sofferenza. Sono temi tipici romantici e si inserisce inoltre il rapporto tra il male, il perdono, la conversione e la redenzione. Il DEMONE è un tema centrale russo, un immagine importante nel decadentismo russo. (3) L’EROE DEL NOSTRO TEMPO F 0E 0 Il protagonista è descritto dal punto di vista di uno dei narratori, dell’autore. Vi sono vari prospettive di profondità psicologica. L’originalità sta nel non essere un vero romanzo, ma una serie di racconti del protagonista. E’ un testo importante, perché presenta un’analisi socio-psicologica dei personaggi, si interessa alle contraddizioni e ai sentimenti. Vi sono grandi profondità psicologiche, che differenziano i suoi personaggi da quelli di Gogol’. IVAN TURGENEV IVAN TURGENEV » Nasce nel 1818 e muore nel 1883. E’ il primo autore russo scoperto in Occidente, già nella II meta del 19° secolo. La letteratura russa arriva anche in Occidente. Grazie alla Francia e in parte grazie alla Germania. La Francia era il punto di riferimento della letteratura europea e molti autori francesi si trasferirono in Russia e impararono la lingua. Turgenev venne infatti tradotto da questi. E’ l’unico scrittore russo che adotta il GENERE del ROMANZO come viene utilizzato in OCCIDENTE. Apparteneva ad una famiglia nobile pre- petrina. Apparteneva al mondo della nascente intelligencja nobiliare, legato al tema dell’OCCIDENTALISMO. A questa corrente appartengono due linee: (1) LIBERALE » Borghesia (2) FRANCESE » Tipo rivoluzionario » Socialismo Rientra nel periodo del REALISMO CRITICO, che va da Puskin a Tolstoj e viene definito in questo modo per l’approccio critico e di denuncia alla realtà. Turgenev fu un personaggio legato all’Occidentalismo. Fu anche un fine conoscitore della cultura russa, ma mai all’estremo come Dostoevskij. Cominciò come POETA, ma si afferma come PROSATORE con racconti che ancora oggi sono importanti. Scrive con un linguaggio semplice, piano. La prima opera è MEMORIE DI UN CACCIATORE, dove dimostra una grande conoscenza del linguaggio popolare. E? una raccolta di racconti. I personaggi sono due contadini attraverso i quali dà l’immagine del tipico contadino russo. HOR è il contadino laborioso, ingegnoso, che si realizzerà dopo la rivoluzione russa in una classe nobile, i KULAKI. E’ un uomo semplice, ma ingegnoso. Altro personaggio che si afferma è l’UOMO SUPERFICIALE, ossia un uomo russo incapace di agire che fa parte dei pensanti. Lo troviamo già in PUSKIN con ONEGIN o in LERMONTOV con L’EROE DEL NOSTRO TEMPO. NIDO DI NOBILI » Opera del 1859 dove troviamo la donna mite spirituale incarnata dal personaggio di Liza. Siamo due anni prima della liberazione. In quest’opera troviamo un personaggio che precede LEVIN, personaggio di ANNA KARENINA: LAVRECKIJ. Egli si sente incline a ritornare a curare economicamente le sue terre con orientamento che lui aveva visto all’estero. Incarna l’immagine del riformatore. ALLA VIGILIA » Opera del 1860, romanzo dove si presenta il mondo della società degli intellettuali. Il personaggio principale combatte per la liberazione della Bulgaria dai Turchi. Gira tutto intorno a lui, che cadrà in guerra. L’unico eroe non inutile è bulgaro, non russo ortodosso. La società russa è toccata da numerose trasformazioni. Ci sono correnti che rimandano all’Europa, come l’industrializzazione e il positivismo. La nuova generazione aspira ad una decisa partecipazione, una parte della quale passerà al terrorismo, alla lotta armata. Per questo orientamento si usa il termine inventato da Turgenev: NICHILISTA. Il NICHILISMO è un fenomeno che segna la generazione che segue gli idealisti a cui apparteneva anche Turgenev. Questo orientamento, il cui padre fondatore insieme ad altri era Bakunin, portò alla rivoluzione di Ottobre. PADRI e FIGLI » Opera del 1862, è una riflessione sulla nuova generazione contro l’idealismo della vecchia generazione. Apre l’epoca del problema del NICHILISMO. Si mostra il rapporto fra l’eroe e i genitori, gli zii: nuova e vecchia generazione a confronto. Si offrono anche emozioni nichiliste e non idealizzate. L’eroe è sprezzante, con una visione del mondo materialistica, con una fratellanza non religiosa. Sorge un parallelo: l’eroe principale è il rappresentante dell’intelligenzia formatasi all’esteso che si staccò dalle origini. Anche lui è contraddittorio. L’eroe morirà in maniera ironica, curando gli uomini malati di tifo. Romanzo nel quale si evidenzia il contrasto fra le generazioni (nuova vs vecchia). E’ un romanzo a tesi, i personaggi sono le incarnazioni di idee. Non viene dunque fornito un solo punto di vista: il romanzo si presenta come una novità infatti per l’espressione di tanti punti di vista quanti sono i personaggi. Più moderno sicuramente dei precedenti. E’ sicuramente il romanzo che ha fatto conoscere Turgenev all’estero. RACCONTI » Scriverà anche racconti dove affronta temi che potevano turbare la morale dell’epoca. Le tematiche vanno verso l’amorale. E’ un attento osservatore della società, dei nobili. ROMANZI CRITICATI » Scrisse due romanzi molto criticati, come FUMO, dedicato ai russi all’estero che guardano alla Russia con nostalgia, e TERRA VERGINE, poco amato a causa della parodia del moto rivoluzionario e dei suoi sostenitori. Sono presenti molte critiche contro la Russia. Troviamo la grande critica di Turgenev all’anima russa. ULTIMO TURGENEV » L’ultimo Turgenev tende a superare il Realismo, riprende l’interesse giovanile per il fantastico. CRONOLOGIA LETTERARIA del 1800 ANNI 30 » Tardo Puskin, Gogol’, presenza di Lermontov. ANNI 40 » Lermontov. In questi anni vi è la crescita, l’affermazione di tendenze critiche, come Belinskij. Sono gli anni in cui si offre una letteratura critica (Puskin) e satirica (Gogol’). E’ l’epoca del Realismo, in cui la letteratura diventa l’anima critica della società. Solo il letterato poteva descrivere i lati negativi. La letteratura diventa la coscienza del popolo. Il lettore cerca quindi significati, riferimenti celati alla società. Il linguaggio è esotico, sembra parlare di qualcosa lontano dalla realtà, ma con dei parallelismi. Gli autori principali degli anni 40 sono Turgenev, Lermontov e Goncharov. Da qui la panoramica letteraria comincia a cambiare, a trasformarsi. ANNI 40 DEFINITI » Periodo gogoliano della letteratura russa. E’ un errore perché Gogol’ non si limita a criticare la società, era più complesso. Periodo fondato su questa sorta di equilibrio. Sono gli anni del predominio della prosa sulla poesia, a differenza del 700, della pleiade puskiniana. Altro elemento di questa letteratura è la definizione data da Belinskij, ovvero la SCUOLA del Sentimentalismo, uno dei suoi autori preferiti è appunto Karamzin. Ambientato a Pietroburgo che porta alla rovina fisica e psicologica dei suoi abitanti grande successo per Dostoevskij. IL SOSIA » Nuovo romanzo che prende l’aspetto dei racconti di Gogol’. Romanzo fantastico, assurdo che si basa sullo sdoppiamento. La città è ancora una volta Pietroburgo, spettrale e diabolica. Grazie a quest’opera ha inizio l’analisi psicoanalitica delle opere di Dostoevskij. Rielaborato negli anni 60, dopo la Siberia. Nella I fase rientra nelle opere fantastiche influenzate da Gogol’ e dal romanzo gotici. PIETROBURGO è la città che nella I fase è il centro stesso dell’azione delle sue opere. Raffigurata come una città al limite fra vita e morte. Sempre in questa città appare un altro personaggio = IL SOGNATORE. La figura del sognatore è un uomo che non riesce a collegarsi con il mondo circostante, a causa del fatto che gli è stato strappato dalle sue radici e messo a Pietroburgo, che rappresenta l’anti-Russia. Personaggio che troviamo anche in “Le notti bianche.” LA PADRONA » Racconto lungo. Tema dei vecchi credenti e della Russia primordiale. Il personaggio importante è lo stregone. LE NOTTI BIANCHE » Racconto breve, elementi sentimentali. Figura del sognatore che si innamora, ma rimarrà un deluso e uno sconfitto. Situazione particolare, mondo spettrale pietroburghese. IL CIRCOLO PIETRAŠEVSKIJ » Circolo dove entra in contatto con degli intellettuali. Trattavano temi della libertà, temi importanti, come anche l’abolizione del regno di Nicola I. Viene arrestato, condannato a morte, revocata e mutata nei lavori forzati in Siberia. I due CONCETTI legati al mondo di Dostoevskij sono: (1) VASTITA’ (2) ABISSO Il suo romanzo è considerato un romanzo ideologico, si fonda sul concetto della pluralità delle voci, detto infatti romanzo polifonico. E’ formato da idee e voci, infatti spesso si pensa a Dostoevskij come a un filosofo, un teologo, un politico. Il suo romanzo però non è semplicemente ideologico, poiché tutti i personaggi posseggono delle idee. Non è una sola voce che esprime un’idea, ma più voci con idee diverse che spesso contraddice l’autore. Le idee di Dostoevskij non sono quelle dei personaggi, poiché i personaggi hanno idee anche in contrasto. Vediamo la vastità, l’abisso spirituale e un tema spirituale: IL LIMITE. Si tratta del confine tra bene, male, vita e morte. Le linee agiscono tra questi confini, tra cui uno dei temi centrali Russia/Europa. Un’esperienza che lo mette al limite è l’esperienza in Siberia. Essa c’era già stata nella letteratura russa, per esempio i canti “La figlia del capitano”, sono comunque elementi limitati. Con Dostoevskij “Memorie di una casa di morti” introduce il punto di vista della Siberia verso la Russia e l’Europa. Osserva da lontano la sua patria. Pietroburgo rimane un luogo privilegiato per Dostoevskij. Si interesserà anche alla periferia ne “I DEMONI” e “I FRATELLI KARAMAZOV”. LA VITA DI UN GRANDE PECCATORE » Dostoevskij si concentra sulla contemporaneità, attualità, su una categoria di giovani russi, generazione degli anni 60, la stessa che descrive Turgenev in “Padri e figli”. Anche in “Il dottor Zivago” viene presentata questa nuova generazione di figli, come in “Delitto e castigo”. Questi personaggi hanno una caratteristica in comune, ovvero “Chi osa ha più ragione di tutti”. Questo rimanda a Napoleone e alla figura del superuomo. Napoleone è visto come il rappresentate della grande festa dell’uomo. Napoleone visto in chiave supero mistica e machiavellica. Idea della ragione della forza. Un personaggi di questo tipo è ritrovabile nel romanzo “I fratelli Karamazov”. Un altro tema importante è quello del delitto. Il DELITTO è uno strumento per arrivare alla propria affermazione. Lo troveremo in “Delitto e castigo”, ma anche in altri romanzi, come “I fratelli Karamazov”. Pone le basi con “Delitto e castigo” per il dibattito filosofico tra religione e ateismo. In una lettera dice di aver sempre superato il limite. Parla di sé e mette le sue caratteristiche nel romanzo dopo “Il giocatore” che è “L’idiota”. Il protagonista ha le caratteristiche di Dostoevskij, ovvero il principe. Egli ci rimanda alla follia della religione (tradizione bizantina e poi russa). Sono coloro che vanno contro la società, hanno un comportamento contraddittorio per essere umiliati, derisi per amore di Dio. Portatore dell’ideale di bellezza e bontà, ma non si realizza. Questo non è un personaggio ideologico, perché abbiamo un personaggio incompreso e irrealizzato. Anche lui ha un doppio. Anche al centro di questo romanzo c’è il delitto della bellezza terrena Anastasia (bellezza che salverà il mondo = ideale che fallisce). Portatori di idee sono i personaggi di “I DEMONI”, romanzo ideologico per eccellenza. Legato alla cronaca, si ispira al rivoluzionario che ammetteva il delitto come strumento per arrivare al fine. Ucciso un ragazzo traditore, i demoni sono i rivoluzionari e si concentra sul nichilismo. Personaggi con idee precise, ad esempio Kirilov che ha una sua teoria sul suicidio, visto come ribellione contro Dio. L’ADOLESCENTE » è un adolescente che desidera diventare ricco. Vuole però restituire la ricchezza alla società. Idea della ricchezza come unico fondamento della società. PERSONAGGI » I personaggi di Dostoevskij hanno una loro interiorità psicologica complessa e elaborata. Vi è una lotta interiore che si manifesta con la figura del doppio. LEV TOLSTOJ LEV TOLSTOJ » Lev Tolstoj nasce nel 1828 e muore nel 1910. La sua è una vita interessante e contraddittoria da un punto di vista biografico. Nasce in un posto legato alla sua biografia: la tenuta di Jasnaja Poljana. Proviene da una famiglia di antico lignaggio, ricca e alla morte del padre rimarrà lì, nei suoi possedimenti terrieri. Perderà anche la madre molto giovane. Il padre amava divertirsi ed è una figura che ritroveremo spesso nei suoi romanzi. Si trasferisce poi a Mosca, punto fondamentale della sua vita. Riceverà una formazione in apparenza strana a Kazan, ma vi sono due motivazioni per cui la formazione di Tolstoj ebbe luogo proprio a Kazan: in primo luogo poiché qua vi risiedevano i suoi famigliari, secondariamente si trattava di un centro culturale. Studierà lingue orientali, si specializzerà in arabo e turco. Non finì gli studi perché, come i nobili, dovette scegliere tra lo studio e il servizio militare. Partì dunque volontario per il Caucaso nel 1851, accompagnato dal fratello, ispirazione per il personaggio di Levin nel romanzo “Anna Karenina”. La conquista del Caucaso era iniziata con Caterina II e sembra attenuarsi negli anni 20 dell’800: in realtà questo accade solo apparentemente. La guerra nel Caucaso è legata alle guerre con il mondo romano. La situazione politico storica peggiora perché il nemico, gli ottomani, viene sostenuto anche all’Italia. Inizia la guerra di Crimea. Tolstoj parteciperà anche alla guerra di Sebastopoli, da cui nascerà l’opera “I racconti di Sebastopoli”. I RACCONTI DI SEBASTOPOLI » Aspetto tragico della guerra, non romanzata. Riflessione sulla guerra che lo porterà ad essere pacifista e sostenitore della non-violenza. Si interessa alla scrittura esordendo con il genere memorialistico. E’ uno scrittore originale, capace di raggigurare il tutto con attenzione alla psicologia. Lo fa grazie a Puskin e Lermontov, da cui deriva il suo psicologismo. A 8 anni scrive “RACCONTI DEL NONNO” un affresco memorialistico dedicato ad una grande famiglia. Fin da piccolo aveva la propensione per una scrittura ampia, approfondita, dove si parla dei problemi della famiglia e delle generazioni. Compie studi filosofici. Il suo libro “LE CONFESSIONI” è fondamentale per molti russi, ad esempio Tolstoj e Dostoevskij. Si interesserà alla profondità psicologica di Rousseau. Altro modello per lui è l’inglese Sterne, il quale scrive opere letterarie molto articolate. Tolstoj è vicino al naturale, ma ha anche voglia di costruire, è vicino alla forma, alla tecnica della letteratura. per questo egli è molto amato dai formalisti russi. E’ genuino e naturale, ma al contempo rimane complesso. E’ preciso, spesso superfluo e dettagliato. Egli vuole descrivere la realtà nei minimi dettagli, anche superflui. Il suo tentativo psicologico è un’anticipazione dello stream of consciousness futuro. Per questo guarderà molto al mondo europeo. Ne “TRE MORTI” egli elabora la sua teoria di come la morte sia una livella che porta tutti, ricchi e poveri, sotto lo stesso piano. Approfondirà poi anche il tema della famiglia, come visione idilliaca. Sposerà Sof’ja Bers, compagna poi della sua vita. Dopo il matrimonio il suo ideale famigliare si inclinerà. GUERRA E PACE » E’ il grande progetto di Tolstoj. Si tratta di un romanzo storico in cui parla del generale che sconfisse Napoleone, Kutusov. Inizialmente vuole scrivere dei decabristi e poi decide di descrivere il 1805, gli anni dei rapporti tra la Russia e Napoleone. Compie un’analisi del mondo molto filosofica e negativa. La forza di questo romanzo è rappresentata dagli eventi molto dettagliati. Il contrasto necessità-libertà è un po’ il problema del libero arbitrio di Dostoevskij. Vi è l’impossibilità di afferrare la realtà, la serie infinita delle cause. La verità è dominata dall’eroe fatalista. ANNA KARENINA » Inizierà poi, da un sogno, la stesura di questo romanzo, in cui tratterà della crisi della famiglia, della definizione della donna russa. Utilizza
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