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APPUNTI LETTERATURA TEATRALE CLASSICA di Beni Culturali, Appunti di Letteratura Classica

Appunti di letteratura teatrale classica del corso del prof Iannucci e Zaccarini integrati con slide e analisi dell'Aiace di Sofocle

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 21/05/2024

Ginevraberto03
Ginevraberto03 🇮🇹

4.2

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Scarica APPUNTI LETTERATURA TEATRALE CLASSICA di Beni Culturali e più Appunti in PDF di Letteratura Classica solo su Docsity! Letteratura teatrale claica 29-1-24 Info generali Corso di 60 ore, 12 cfu. 2 moduli, il secondo di Zaccarini Prima parte -> fondamenti storici del teatro ateniese del V secolo. Poetica di Aristotele. Seconda parte -> Lettura dell’Aiace di Sofocle Visita a vedere il 17/18 maggio a Siracusa l’Aiace. 3 domande 1. Argomento a piacere 2. Appunti 3. Tragedie Introduzione al teatro eco e a Dioniso —> il teatro è uno spazio delimitato sacro dove si guarda e si osserva, non è una struttura solo architettonica ma prima di tutto concettuale. è uno spazio che svolge un ruolo essenziale ad Atene tra la fine del VI secolo a.c e l’inizio del V ( stagione del teatro attico) e si trova a metà via tra acropoli e città bassa. Il teatro di Atene si diffonde con l’edificazione di tanti teatri in Grecia nel Iv-III- II secolo a.c. I 3 autori principali sono ESCHILO, SOFOCLE e EURIPIDE nel lasso di tempo tra fine Iv e inizio V Dioniso è il dio della fertilità, della vita e della morte Premessa: le tragedie e le commedie vengono rappresentate ad Atene nel contesto delle feste DIONISE URBANE e all’interno di queste feste avveniva una liturgia dentro un tempio( il teatro di Dionisio sulle pendici dell’acropoli). Le feste erano in forma di AGONES ( gli agoni sono delle gare panelleniche ) che potevano essere sportive, musicali e poetiche. ( es: suonatori di cetra) Ci sono 4 tipi di agoni: 1. I GIOCHI OLIMPICI in onore di Zeus ad Olimpia dove c’era il tempio di Zeus 2. I PITICI di Delfi ( al centro della Grecia) dove si trovava l’oracolo Pito e la sacerdotessa doveva interpretare il serpente. Apollo ha fondato l’ oracolo sconfiggendo il serpente Pitone, guardiano dell’oracolo. 3. ISTMICI di Corinto 4. NEMEI presso Cleone Durante i giochi, si dovevano sospendere le guerre per poter partecipare tutti anche a fianco dei propri nemici. - le feste di Atene sono feste cittadine. Atene era una potenza culturale, economica e sociale. Atene era piena di forestieri in primavera ( stagione di commerci). Le DIONISIE si sviluppavano in un mese dedicato alla caccia al cervo , il MESE ELAFEBOLIONE ( cervo + radice che indica il lanciare. Erano presenti anche stranieri = sono panelleniche non solo cittadine) dedicato ad Artemide - marzo. Atene attraverso queste feste si presentava a tutta la Grecia Pisistrato e i tiranni - Queste feste vengono riformate da PISISTRATO ( nell’Odissea uno dei figli di Nestore si chiama così. Lui era nobile e illustre ) noto come tiranno ( parola che significa signore che guida una città temporaneamente ). I tiranni entrano nel VI secolo quando i nobili ( ARISTOCRATICI, il migliori a fare la guerra) guidano la poleis in modo oligarchico entrando in contrasto con il popolo ( DEMOS) —> Trasformazione della guerra in OPLITICA ( gli opliti sono tutti quelli che possono comprare un’armatura). Nasce quella discordia interna chiamata sTASI nel V secolo e i tiranni arrivano in questo momento ; cercano di far mediare il popolo e gli aristocratici a fin di bene. è un potere temporaneo attribuito a favore delle capacità. !!! Il problema dei tiranni nasce quando cercano di lasciare il potere ai propri figli, è un potere forte gestito dalle armi con azioni di sopruso. Chi uccide i figli di Pisistrato è un tirannicida. Molti nobili vantavano all’interno del proprio GHENOS ( famiglia/ clan che presuppone un modello sociale precedente a quello della POLEIS) persone con origini divine (es: Achille nato da TETI e PELEO) fra cui Minosse, padre poi proprio di Arianna. Nascerà poi anche il Minotauro, rinchiuso nel labirinto, figlio del toro di creta e di Pasifae ( moglie di Minosse) Dalle tradizioni iconografiche vediamo spesso Dioniso che cavalca un toro o anche dalle Baccanti Dioniso “con le corna di toro”: l’immaginario originale non è quindi il fanciullo con la coppa in mano, ma è più legato alla fecondità del toro. —> Arianna aiuterà Teseo, un nobile principe ateniese, nel catturare e uccidere il Minotauro. Ogni anno infatti, le città soggette al dominio di Creta (fra cui Atene) dovevano offrire un sacrificio umano dato in pasto al Minotauro, un mostro nei sotterranei del palazzo. Finché per l’appunto non arriva Teseo che tramite l’aiuto del filo di Arianna riesce ad arrivare dal Minotauro, ucciderlo e tornare indietro. Il mito ci presenta Arianna più come una divinità, una potnia, che come una fanciulla, ma nella versione più “umana” . Essa diventa poi la sposa di Teseo, il quale la abbandona in un’isola. Da qui viene rapita da Dioniso: nelle multiple varianti, abbandonata da uno o dall’altro, Arianna si sarebbe impiccata. —>Ciò ha una connessione con il rito dell’aiorà ovvero dell’altalena rituale su cui dondolavano delle giovani vergini. Si tratta di un elemento tipico di un’altra festa connessa a Dioniso che ha 2 significati: - la fanciullesca espressione della gioia di vivere - un’azione magica che sospende l’essere umano dalla dimensione corporea. Si tratta di un rito che segna il passaggio dall’adolescenza alla maturità. Apollodoro ci scrive dell’arrivo di Demetra e Dioniso in Attica. I culti di origine misterica di queste divinità sono spesso mescolati fra di loro celebrando le tensione ad una vita oltre la morte. Ikaros riceve il seme della vite da Dioniso e apprende da lui il processo di produzione dell’uva: gli piacque tanto da farla provare ad alcuni pastori, però pensando di essere stati stregati dopo l’estasi, uccisero Ikaros. Nella tradizione greca infatti il vino è sempre mescolato con l’acqua all’interno dei crateri, vasi destinati esattamente a questo scopo, e berlo senza mescolanza era considerato atto da barbari. Calendio delle festività eche Parlando ora del calendario delle festività greche: • iniziavano l’anno con l’arrivo dell’estate, circa un mese dopo il solstizio. • avvenivano poi a fine mese le “panatenee” chiamate così per via della discendenza da tutti i villaggi che si erano uniti per sinergismo formando le polis. • Le festività legate al teatro, che univano i vari villaggi, e che si consolidavano grazie al teatro, erano le Dionisie rurali, a dicembre, mese in cui la navigazione si fermava (anche se non importanti quanto le Dionisie urbane di marzo-aprile) —> Sparta viene considerata il luogo in cui si formavano i guerrieri per la guerra ma è una concezione distorta che arriva dalla perdita di testimonianze sulla cultura spartana. Sparta in realtà è un centro culturale importante. Fino al III secolo, con Alessandro Magno, non c’era una vera e propria lingua greca, ci sono vari gruppi linguistici come lo ionico- attico, l’eolico e il dorico (nel Peloponneso). I poemi omerici si sviluppano in una lingua più legata al primo ed al secondo, mentre i canti (le poesie non di natura epiche, facente parte della tradizione della lirica cantata) hanno una lingua normalmente dorica.Le parti recitate rimangono nella lingua corrente mentre i canti sono in dorico. Il legame tra Dioniso e il culto della morte. Parlando del legame che Dioniso ha con il culto dei morti, una testimonianze più significative è quella del filosofo ERACLITO. In uno dei frammenti che abbiamo mette insieme: 1. Ade, il dio degli inferi, scuro, ombroso e terribile 2. Dioniso, il dio della festa, della vita che va avanti sempre, non si ferma. La vita va avanti sempre ma a un certo punto scompare e qui compare Ade. Una coincidenza di vita e di morte ; Dioniso è il dio di una casa dei morti ma differente da quella di Ade perché è una casa dove si può continuare a vivere. Dioniso con il teatro c’entra per via della metamorfosi, il cambiamento attraverso le maschere. 1-2-2024 Dioniso e la follia Date le tragedie che si sono conservate, cosa c’entra il dionisiaco se lo stesso Dioniso non è presente? Lo spettacolo tragico mette in scena comportamenti legati all’eccesso in cui entrano in gioco i temi fondamentali della figura dionisiaca -> DIONISO È IL DIO DELLA MASCHERA (aspetto rituale del travestimento) —> La follia è un’altra caratteristica di Dioniso che in greco viene chiamata MANIA, condizione dello spirito che consente di trascendere la normalità e la capacità di pensiero. La mania ce l’hanno i poeti che , tramite le Muse, riescono a vedere oltre. La mania è una forma di conoscenza secondo Platone. Dioniso come apollo pervade l’uomo portandolo a un livello di conoscenza superiore. La follia ha anche degli aspetti terribili e portatori di male e rovina. Nella mentalità greca, la dote ha anche dei limiti. L’esempio principale è CAsSANDRA = profetessa con un dono dato da Apollo ma che non veniva mai creduta. - cassandra è la figlia di Priamo, prigioniera di Agamennone che vuole renderla concubina. Clitemnestra si era già messa d’accordo per uccidere Agamennone durante un bagno purificatore. - Nella tragedia dell’AGAMENNONE DI ESCHILO si sentono le grida ma non si vede la scena dell’omicidio se non tramite l’ENKYKLEMA ( piattaforma) che ruota e che permette di intravedere. Nella tragedia, la morte e la tragedia non vengono mai rappresentate direttamente ma vengono riferite da persone che l’hanno vista ( figura dell’ ANGHELOS - ambasciatore). - Nella scena più importante dell’ Agamennone, Cassandra scende dal carro e abbagliata dalla follia, racconta quello che succederà. - Cassandra viene uccisa. - Prima, quando troia è stata distrutta, cassandra scappa dall’interno delle mura e inizia a fare una danza nuziale perché sa che sarà la concubina di Agamennone. Spiegherà poi alla madre Ecuba cosa succederà. - Il folleggiare dionisiaco non viene compreso dall’uomo e viene ridotto a un comportamento patologico Equivalenza tra dio greco Dioniso e dio latino Bacco ma in realtà Bakkos e Iakkos sono epiteti che caratterizzano il dio stesso. Da bakkos deriva BAKKEUEIN ( folleggiare) onore. Pericle è stato corego più volte e come finanziatore, cercava un’intesa con il produttore delle opere. Platone dice che per scegliere i drammaturghi che devono portare un coro, prima si devono valutare le proposte 5-2 RANE, ARISTOFANE = compare Dioniso come dio del teatro che a fronte della morte di Euripide, scende nell’Ade per scegliere uno tra Eschilo e Euripide per farlo tornare sulla terra. Agone tra i due in cui Dioniso fa il giudice. Nel frattempo è morto anche Sofocle. La rappresentazione nella forma arcaica- tradizionale della tragedia ( Eschilo) e la nuova tragedia ( Euripide). Ognuno dei 2 deve far capire cosa significa la dimensione tragica, vince Eschilo. Aristofane in realtà parteggia per Euripide L a scelta della giuria - ciascuna delle 10 tribù presentava un elenco di giudici in 10 urne ali centro del teatro - Prima degli spettacoli, l’arconte estraeva 10 nominativi ( uno per ciascuna urna-tribù) che avrebbero formato la giuria. - Ciascun giudice avrebbe formato una graduatoria e deposta in una nuova urna da cui alla fine ne sarebbero stati estratti 5 —>Erano persone normali, non esperte di teatro e il giudizio era POLITICO ( legato alla partecipazione attiva nella vita comune e nel dibattito). I giudici riflettevano sulle prospettive politiche della scelta delle proposte ma anche sugli umori del pubblico ( non passivo, acclamava e interveniva. C’erano le IKRIA ossia sedili di legno temporanei che provocavano rumore e il pubblico chiedeva il bis. C’erano gli GNOMAI ossia battute / proverbi già scelti per provocare stupore, sinonimo di sapere e di conoscenza ) KAKOS ( brutto e cattivo) = in contrapposizione a AGATHOS ( valoroso) e a KALOS ( bello) tutti gli eroi greci sono così, hanno una sorta di bellezza morale. Testimonianze del pubblico 1. LEGGI, PLATONE = il giudice non deve farsi influenzare dal pubblico che fa chiasso, è il giudice che deve farsi rispettare. Platone pone sempre allo stesso livello il bello, il buono e il vero. Il giudice deve scegliere testi che portino all’insegnamento 2. NUVOLE, ARISTOFANE = nella commedia c'è un punto, PARABASI, in cui il coro avanza verso il pubblico e nel quale sembra che l’autore prenda la parola ( rottura della quarta parete, tipica della commedia). Il coro in questa commedia sono le nuvole, è una rappresentazione caricaturale dei filosofi che stanno sulle nuvole 3. UCCELLI, ARISTOFANE “ Ai giudici vogliamo dire una parola a proposito della vittoria: se voteranno per noi, daremo a tutti loro una grande quantità di beni, sicché otterranno doni molto più preziosi di quelli di Alessandro…” Proamma delle Dionisie urbane Il PROAGONE - 8 efabolione ( pochi giorni prima della festa) - Ogni poeta in gara, accompagnato dagli attori, presentava gli argomenti dei drammi. - Dal 444 ciò avveniva nell’Odeon (fatto costruire da Pericle) - Anteprima delle tragedie che sarebbero state rappresentate 2) Avvento di Dioniso - il dio arriva alla festa attraverso una processione accompagnata da fiaccole che parte da un tempio vicino all’ Accademia che accompagna la statua di Dioniso Eleutero fino al teatro - Si tratta di una rievocazione in forma drammatica dell’originario avvento di Dioniso da Eleutere - Fonte = VITA DEI SOFISTI, filostrato. Il santuario che sta nel bosco ( nelle paludi, è un dio che emerge dalle acque = unione terra e sottoterra. Dioniso come ade) è la casa del dio nel quale può accedere il sacerdote, il culto è fuori. - Presenza del toro 3) primo giorno - 10 efabolione , mattina = processione con Giovani ragazze he tengono ceste di primizie e falli ( dio fertilità) - Prima degli spettacoli, vengono presentati dagli araldi gli orfani dei caduti in battaglia e sono individuati e premiati con una corona i cittadini che si erano segnalati - Pomeriggio = prima competizione nella gara del ditirambo: 10 cori di ragazzi e 10 di adulti. Dal DITIRAMBO ha origine la tragedia. C'è una guida del coro che guida il passo della danza ma che interloquisce con il resto del coro ( fine coro e inizio drama) - Viene attribuita la prima fila a coloro che si sono distinti in quell’anno 4) secondo, terzo e quarto giorno - 11 efabolione, mattina presto = città radunata nel teatro, nuovo templio del dio - Subito dopo iniziavano gli spettacoli con presentazione di una tetralogia tragica per giornata - Unico dramma satiresco che possiamo leggere = CICLOPE, EURIPIDE. Storia macabra, angosciante e orrida di Omero che cambia Nel ciclope di Euripide= il ciclope è ridicolo - Ultimo giorno = rappresentazione commedie. Nei periodi di guerra, le commedie erano 3 ed erano rappresentate negli stessi giorni delle tragedie La tragedia per Aristotele ha due obiettivi: PHOBOS = paura ELEOS =COmpassione > immedesimazione, gli spettatori provano ciò che sentono i protagonisti ( SYMPATHEIA = sun= con + pathos = emozione. Immedesimazione) Idea di PIUS E PIETAS = pietà, compassione e compatimento. KATHARSIS = purificazione in senso fisico, significa anche lavarsi ( liberare il corpo dal morbo/ sporcizia) Le Dionisie rurali - Nel mese di Poseidone (Poseideiòn), tra Dicembre e Gennaio, in giorni diversi per consentire alle compagnie teatrali di spostarsi si svolgevano le Dionisie rurali, feste di ‘campagna’, dei singoli demi dell’Attica, in particolare di quelli più ‘ricchi’ (Pireo, Eleusi, Acarne, Ramnunte9 ) Notizie importanti per spiegarci il senso dello spettacolo teatrale per pisistrato. Plutarco sapeva cosa significasse il teatro nel V secolo ma non nel VI secolo !!! La novità di testi rispetto al ditirambo è sia la dimensione spettacolare amplia e il fatto che nel ditirambo non si parla di fandonie, solone critica testi per la sua mancata autenticità, testi fa finta di essere qualcun altro( il finto è il momento della mimesi, quando qualcuno finge di essere qualcun altro. Testi fa qualcosa mai fatto prima) 8-2 Esiopo afferma che noi sappiamo raccontare molte menzogne simili al vero. FICTUM = finto, significa rappresentare. Idea di finzione, fiction. Molto simile al concetto di MIMESIS ( imitazione, rappresentazione) FALLO = falso, inganno che fa inciampare. Il tema di solone è questo -> il teatro di Testi porta il livello funzionale a un punto tale di realismo che costituisce un inciampo. Testi dice che fare queste cose porta al TERPSIS ( gioia, divertimento) Pisitrato e l’invenzione politica del teatro come sistema di comunicazione pubblica Erodoto (I 60, 1-4) —>Relazione tra funzione spettacolare del teatro e il potere politico Dopo molto tempo, però, i partigiani di Megacle e quelli di Licurgo, messisi d’accordo, lo (scil. Pisistrato) lo esiliarono (560 a.C.)… ma quelli che scacciarono Pisistrato di nuovo vennero in discordia gli uni con gli altri. Stanco delle agitazioni Megacle mandò un messo a Pisistrato, per chiedergli se voleva prendere sua figlia in sposa. Poiché Pisistrato accettò la proposta e si accordarono su tali condizioni per il rientro escogitarono un inganno (mechanountai)…. Nel demo di Peania c’era una donna che si chiamava Fia, alta e di bell’aspetto. Vestirono questa donna di una panoplia, la fecero salire su un carro dopo averle mostrato l’atteggiamento (schema) col quale sarebbe apparsa più imponente e sul carro la condussero verso la città, dopo aver mandati innanzi degli araldi che bandivano ciò che era stato loro ordinato, così dicendo: “Ateniesi, accogliete benevolmente Pisistrato che la dea Atena in persona ha onorato sopra tutti gli uomini e riconduce nella sua acropoli”. Essi andando qua e là dicevano tali parole, e subito nei demi si sparse la notizia che Atena riconduceva Pisistrato; e i cittadini convinti che la donna fosse la dea in persona, venerarono una creatura umana e accolsero Pisistrato. - Pisistrato inscena una sorta di spettacolo teatrale per il suo rientro a Atene attraverso una MACCHINAZIONE ( funzionaria a far prevalere una posizione in modo ingannevole. MECHANOUNTAI = escogitare un inganno, inizialmente significa costruire qualcosa che non esiste in natura. Significa quindi costruire un artificio ingannevole) —> Megacle è d’accordo con questa messinscena che è funzionale alla rappresentazione dell’ineluttabilità del rientro di Pisistrato, rientra sotto il segno di Atena che dice di averlo mandato. - una donna, Fia, si traveste da Atena e viene posta su un carro dopo che Megacle e Pisistrato le mostrato lo SCHEMA ( atteggiamento/ recitazione) che serve ad apparire più imponente, lei deve recitare la parte della dea più importante della città. Sullo stesso carro c'è anche Pisistrato - il teatro influenza le opinioni dei cittadini e grazie a esso si costruisce l’ideologia dominante !!! Erodoto spiega come funziona lo spettacolo teatrale, spettacoli itineranti formati da carri con palchi sopraelevati. Capisce la forza di persuasione temporanea del teatro. La messa in scena ha un valore propagandistico enorme. Approfondimento su Atena La madre di Atena era METIS ( astuzia) e l’eroe della METIS è Ulisse ( fa ubriacare Polifemo e poi lo colpisce). Metis rappresenta l’intelligenza che va oltre, strategica. Achille è l’eroe della forza ( avrebbe cercato di uccidere Polifemo). Zeus voleva assumere tutta la Metis possibile, Metis è incinta = l’Unione tra il saggio Zeus ( ZEUS METIETA = Zeus accolto) e Metis porta Zeus a pensare che sua figlia possa prendere il suo posto = Zeus divora Metis = Atena nasce dalla testa di Zeus e così gli sarà fedele = Atena è la dea della saggezza in battaglia, sapienza strategica Come nasce la tragedia? Da cosa? 3 possibili origini della tragedia per arrivare a Eschilo 1. Il carro di Tespi (il teatro ‘popolare’) ? Mimesis come drama. C’erano forme di spettacolo popolare che avvenivano sul carro per consentire ai cittadini di vedere ed ascoltare. Sul carro ci stanno persone mascherate come Fia 2. Un coro dionisiaco di ‘satiri’ mascherato ? Antico , originario drama satyrikon. Coro composto da satiri, era un’azione con almeno un attore eseguita da satiri 3. Il canto corale del culto di Dioniso: il ditirambo? (ek-stasis). Evoluzione del coro ditirambico con struttura responsoriale ( strofe e antistrofe) che nelle forme originali è sempre eseguita da due semicori( mai voce del singolo). Il corifeo dialoga con il coro, lui non è solo il capocoro ma anche un attore —> da narrazione pura ad azione E’ nella struttura responsoriale della performance corale- ditirambica che il corifeo si distingue dal coro e dai due semicori e assume voce e aspetto ‘attoriale’ / dialogico  passaggio nella mimesis, tra dieghesis (racconto puro) a drama (azione scenica) 15-2 - La tragedia è un genere letterario nuovo, non ha radici da qualche altro genere; è il frutto di una mescolanza di cambiamenti. - È un genere che si può consolidare in poco più di 30 tragedie che sono poi il modello fondamentale. I personaggi della tragedia sono al centro di questa tradizione culturale. - Il ditirambo non è un fenomeno solo di Atene; vari autori, come Erodoto, riflettono elementi di variazione rispetto al quadro politico in relazione ai greci. Il ditirambo è una tradizione antica; Erodoto, insieme ad altri autori, sposta la sua nascita a Corinto (620 a.C. o 580 a.C.). —> Arione di Metimna (un citarodo), secondo Erodoto, avrebbe composto un ditirambo e lo avrebbe rappresentato. Giovanni Diacono sostiene che Arione introdusse il primo dramma tragico come testimonia Solone ne “Elegie” (non ne abbiamo la certezza); espressione che avrebbe introdotto non solo il ditirambo ma anche il primo dramma tragico (100 anni prima dalla effettiva nascita). Utilizzo del termine didaxanta (utilizzata in riferimento al teatro sono le didascalie). Per Suda, Arione sarebbe anche l’inventore del tragico infatti fu il primo che istituì un coro, cantò un ditirambo e introdusse satiri che parlavano in versi; il ditirambo era in canto e in danza. —> Prima di Aristotele, Platone, grazie alla sua capacità persuasiva del teatro e di influire sulle scene, è molto critico nei confronti dei poeti: ci spiega meglio di chiunque altro la differenza tra la rappresentazione e la narrazione. Dice che nell’epica è il poeta a parlare dando voce a personaggi. Ci sono due possibilità narrative: dialogo tra i personaggi e la semplice narrazione (come il ditirambo). • La mimesi è la rappresentazione: attori che agiscono e che fanno finta di essere altri → dramma → azione → tragedia, commedia e satirykon. È molto più emotiva ed efficace. • La dieghesis è la narrazione pura; è un racconto descritto non agito. • In mezzo alla mimesi e alla dieghesis c’è l’epica: è un mix di questi due generi. Della mimesi prende il dialogo dei personaggi; prevale però la dieghesis. Per Platone è il genere migliore (noi sappiamo che la mimesi è il genere migliore perché sa sedurre).Possiamo dunque dire che l’epica è come un romanzo. 19-2 I Commentatori della poetica di aristotele realizzano una serie di concetti che stanno alla base delle regole dello spettacolo teatrale fino dopo il ‘500 ( Shakespeare) —> 3 auree regole del teatro ( ci sono degli elementi prescrittivi anche se Aristotele analizzando le tragedie, descrive il modo in cui esse sono realizzate sulla scena). Un’azione teatrale deve avere un unità di 1. Tempo = una giornata, dall’alba al tramonto. È difficile andare oltre perché non ci sono impianti di illuminazione. Es: AGAMENNONE DI ESCHILO = comincia con una sentinella che vede segnali luminosi/ di fumo che segnalano la vittoria di AGamennone a Troia. L’UNITÀ DI TEMPO è UNA NECESSITÀ dovuta alla scena, non c’è un cambio di scena ( ci si trova sempre presso la reggia di Argo). Poi c’è l’ingresso del coro ( PARODO) e arriva Clitemnestra. Non è comunque verosimile ma il pubblico accetta che tutto si svolga nel tempo stesso della performance 2. Luogo = l’ azione si svolge in un luogo circoscritto 3. Azione = la vicenda deve essere unica —> Tarantino = continuo passaggio da ANALESSI a PROLESSI ( le due forme narrative tipiche del romanzo/ film in cui si violano le 3 unità ma che sono presenti nella tragedia). Nel caso dell’AGAMENNONE, il senso è che Agamennone ha commesso una colpa ( HYBRIS = andare oltre, tracotanza), tipica della sua famiglia, che verrà ucciso per vendetta ( ha ucciso per inganno sua figlia Ifigenia perché Artemide vuole un sacrificio e l’indovino calcante capisce che è quello della figlia) da Clitemnestra. Clitemnestra si organizza con Egisto. Tutti i Cittadini conoscono la storia ma Eschilo evidenzia l’uccisione di Ifigenia per far entrare in ‘’ empatia’’ il pubblico. Il parodo descrive tutto il sacrificio che è successo 10 anni prima attraverso il racconto. Altra regola della tragedia: mai far vedere scene di violenza nella scena. —> Altro esempio: I SETTE CONTRO TEBE . Scena Di lotta tra due fratelli Eteocle e Polinice raccontata da un’altra persona ( analessi veloce). AGAMENNONE = morte rappresentata nei 3/4 della tragedia. Agamennone arriva sul carro e Clitemnestra gli prepara un bagno. Sul carro c’era anche cassandra ( schiava e concubina di Agamennone) che quando scenda dal carro, ha una visione ( profetizza la morte di entrambi. Prolessi dove entra in gioco la PHOBOS= è una ragazza che ha paura di morire. Parte piena di pathos che coinvolge il pubblico). —> le infrazioni di tempo e di spazio non fanno perdere il filo del discorso. Teoria dei 3 atti 1. Introduzione 2. Curva narrativa, grande scena madre 3. Gran finale/ catastrofe 34 tragedie da 3 tragedioafi. E tutte le altre? - 3 tragediografi del ‘ canone’ ( Eschilo, Sofocle, Euripide) ma a noi sono noti 49 tragediografi documentati per il V secolo. - Se si conta che nelle Dionisie venivano rappresentate 9 tragedie all’anno ( + 3 drammi satireschi) - Lenee ( dal 440 o dal 432) = 4 tragedie all’anno - Dal 472 ( anno dei Persiani) al 401= 630+ 156 tragedie ( 786) di cui ne restano 34, solo il 4,33% - Dal 535-532 ( primo agone di Tespi) al 386 ( inizio repliche) = 2mila tragedie di cui resta l’1,7 % = si può leggere solo il 3% delle tragedie. Cosa rimane? Eschilo —> 7 tragedie ( forse 6 = il dubbio riguarda il PROMETEO INCATENATO. Le fonti antiche dicono sia suo, nel ‘800 non si pensa sia sua. È simile a Euripide) rispetto a 72 o 90 contate dalle fonti antiche. In totale abbiamo tra il 7 e il 10% + i drammi satireschi Sofocle —> 7 tragedie rimaste al posto delle 113 contate dalle fonti antiche Euripide —> 19 tragedie+un dramma satiresco + 1 tragedia spuria ( non sua). In totale abbiamo tra il 18 e il 23% Il quadro cronologico Eschilo = nasce nel 525. Prima vittoria nel 484. I persiani sono del 472, l’Orestea del 458. Muore nel 456 Sofocle = nasce nel 487. Antigone del 442, nel 413 è probulo ( fa parte di - Quando termina la tragedia le emozioni finiscono, c'è una catarsi - La tragedia si eleva, sono eroi che fanno azioni importanti, l’azione è unica perché nella composizione dei fatti Eschilo determina il livello di coinvolgimento del pubblico in riferimento a una conclusione ( la tragedia termina con la morte di Agamennone ma gli episodi prima e dopo sono autonomi) - la commedia è comunque un dramma ma non è una rappresentazione di un’azione importante , i protagonisti sono persone peggiori di noi 26-2 Aristotele era figlio di un medico e lui stesso lo era —> KATHARSIS prima di essere utilizzato nel contesto di rappresentazione letteraria e artistica, era tipico del lessico medico poi viene usato nel contesto rituale e religioso. Il verbo è KATHAREIN e significa lavare via qualcosa che è sporco, rimanda all’ HYGHIEIA. I greci non conoscevano i microbi e i virus ma conoscono l’importanza dell’igiene infatti HYGHIEIA significa igiene e salute, veniva rappresentata da una divinità. La scienza del V Secolo si basa sulla teoria dell’equilibrio delle componenti umorali liquide dentro l’organismo, i morbi interni si Curavano attraverso la fuoriuscita di liquidi dal corpo ( salassi). —> l’equilibrio si ottiene attraverso la KATHARSIS ossia la purificazione, l’uscita di ciò che eccede e che crea una situazione Patologica. Contesto rituale e religioso = il battesimo è un atto di purificazione, c'è un immersione completa. il verbo BAPTIZEN viene anche usato in cucina per indicare qualcosa che viene intinto. Il KATAPONTISMOS è l’annegamento rituale di un corpo che rinasce in un modo nuovo. L a teoria del personaggi di Aristotele, pe 2 (Ripresa schema 19-2) 2) ETHOS = comportamento che comunque dipende dal carattere. c'è una differenza tra la drammaturgia antica ( i comportamenti della tragedia sono diversi, il comportamento è ciò che succede in uno specifico dramma, questo determina una differenza di rappresentazione) moderna ( distinzione tra attori che possono fare ogni parte e gli attori che recitano sempre la stessa parte) Ogni tragedia ha un suo ETHOS Racconto Caratteri Linguaggio Pensiero Vista Musica 3) LEXIS ( stessa radice di LEGHEIN = parlare o dire e LOGOS) = indica l’espressione linguistica e il modo in cui essa viene organizzata. è un tipo di linguaggio che va oltre quello quotidiano. La lexis deve essere percepita come una forma di espressione linguistica funzionale che evoca un mondo diverso da quello reale e che crea un rituale di coinvolgimento emotivo Es: Eschilo usa termini quotidiani ma li unisce creando dei composti ( NEOFORMAZIONE = parole che prima di Eschilo non esistevano) e da un effetto di lexis che introduce un livello di realtà diversa ( il pubblico è trasportato grazie al linguaggio) Nel 508, la riforma di Clistene riorganizza la poleis dividendola in 10 DEMI (distretti territoriali) da cui vengono i rappresentanti del CONSIGLIO. Elimina completamente il GHENOS ma rimangono comunque le famiglie ricche anche se il DEMOS prevale. L’organizzazione politica è funzionale al DEMOS ( unione nobili e popolo) anche se i nobili non lo accettano. Pericle cerca di realizzare completamente questa riforma nonostante sia nobile. l’Agamennone di Eschilo si inserisce in questo momento. 1) MYTHOS = racconto, è al primo posto. Il verbo MYTHEOMAI significa Raccontare. Rappresenta la storia, l’intreccio, la fabula. Il pubblico conosce i racconti che sono continuamente spiegati. Il racconto è la SYSTASIN ( il mettere insieme) dei PRAGMATON ( fatti, eventi) = è l’ordine/ organizzazione degli eventi ed è questa la cosa più importante per Aristotele La fabula è l’ insieme di eventi di una storia secondo un ordine cronologico L’intreccio è fondamentalmente composto da flashback e flashforward = SYSTASIN PRAGMATON Es: promessi sposi dove Manzoni si ferma per raccontare la storia dei personaggi L a teoria del personaggio di Aristotele pe 3 La tragedia è infatti imitazione non di uomini ma di azione e di modo di vita; non si agisce dunque per imitare i caratteri, ma si assumono i caratteri a motivo delle azioni. Definizione del carattere umano della Treccani = «Il complesso delle doti individuali e delle disposizioni psichiche che distinguono una personalità umana dall’altra, e che si manifesta soprattutto nel comportamento sociale, nella disposizione affettiva dominante, nell’umore abituale» Aristotele non è interessato a una caratterizzazione permanente ma ai comportamenti che i personaggi hanno in un drama. Es: ACHILLE nell’Iliade è un eroe che mette al primo posto il concetto di onore, non modifica il comportamento in base alle circostanze Achille svolge un ruolo nell ‘IFIGENIA IN AULIDE DI EURIPIDE = l’ethos di Achille cambia. Non si mostra come un eroe deciso ma è un giovane inesperto Tipologia dei personaggi Aristotele divide modi e oggetti -> il modo può essere epico o drammatico. L’oggetto dell’ imitazione è diverso tra tragedia ( imita ciò che sta sopra di noi) e commedia ( imita ciò che sta sotto di noi). I personaggi di cui parla sono quelli di Eschilo, Euripide e Sofocle e quelli di Aristofane. Dal momento che coloro che imitano imitano persone che agiscono, e queste di necessità sono serie (spoudaioi) o dappoco (phauloi) – i caratteri si conformano quasi sempre a questi soli tipi, perché tutti differiscono per quanto riguarda il carattere in vizio o virtù - e dunque superiori di noi o inferiori a noi o anche quali noi siamo - è chiaro che anche ciascuna delle imitazioni presenterà queste differenze e si distinguerà per avere distinti nel modo indicato gli oggetti della imitazione. Così la tragedia si distingue dalla commedia: questa si propone di rappresentare persone inferiori, quella superiori che nella realtà. ARistotele non presenta l’uomo comune ( c'è un innalzamento dell’essere umano o un abbassamento) e distingue tra - SPOUDAIOI = è l’uomo eticamente virtuoso. elevato, innalzamento dell’agire umano. Hanno serie necessità. è la tragedia - PHAULOI = stile umile e comico. Abbassamento e degradazione dell’essere umano Nella tragedia, non ci sono personaggi modelli. Sono rappresentazioni di scelte fatti da uomini e donne che stanno su un gradino diverso rispetto a noi. —> Quello con cui la tragedia seduce maggiormente sono le parti del racconto: i rovesciamenti di sorte e i riconoscimenti ( di personaggi o di ruoli) che trascinano il lettore. Qualsiasi storia è efficace se viene raccontata così Come si costruisce un eroe? - l’eroe è tale su un piano di funzionalità narrativa e non di teoria etica - Non importa se è buono o cattivo - Ci sono contrasti, sfide, avversari e antagonisti ( peripezie) per il superamento di soglie e per far si che il protagonista manifesti il suo valore ( TIME’) - Segmento lungo tra evento e spettatore = processo di immedesimazione, si soffre quando soffrono i personaggi. - Segmento corto tra evento e spettatore = c'è troppo poco spazio, gli eventi sono ancora caldi. —> Lo spazio è quello della CATARSI, della liberazione. Teoria dell’ambientazione del raonto —> GORGIA Era un sofista = filosofo che punta alla centralità del discorso nelle pratiche conoscitive. Non esiste il vero e il falso a livello oggettivo. è vero e falso ciò che l’oratore è in grado di dimostrare. La democrazia funzione allo stesso modo. Solo i filosofi sono in grado di governare al meglio nell’interesse di tutti ENCOMIO DI ELENA, GORGIA = La parola è un possente signore, che con corpo piccolissimo e affatto invisibile compie azioni veramente divine: può infatti far cessare il timore, togliere il dolore, produrre la gioia e accrescere la compassione. λόγος δυνάστης µέγας ἐστίν, ὃς σµικροτάτωι σώµατι καὶ ἀφανεστάτωι θειότατα ἔργα ἀποτελεῖ· δύναται γὰρ καὶ φόβον παῦσαι καὶ λύπην ἀφελεῖν καὶ χαρὰν ἐνεργάσασθαι καὶ ἔλεον ἐπαυξῆσαι. La poesia tutta la definisco parola con metro, che in chi l’ascolta infonde un brivido di timore una compassione carica di pianto e una bramosia che indulge al dolore; e dinanzi alla prosperità e alla sfortuna di avvenimenti ed individui estranei (allotrion) per opera della parola l’anima prova una sensazione propria. ποίησιν ἅπασαν καὶ νοµίζω καὶ ὀνοµάζω λόγον ἔχοντα µέτρον· ἧς τοὺς ἀκούοντας εἰσῆλθε καὶ φρίκη περίφοβος καὶ ἔλεος πολύδακρυς καὶ πόθος φιλοπενθής, ἐπ’ ἀλλοτρίων τε πραγµάτων καὶ σωµάτων εὐτυχίαις καὶ δυσπραγίαις ἴδιόν τι πάθηµα διὰ τῶν λόγων ἔπαθεν ἡ ψυχή - Elena viene considerata l’origine di tutti i mali, il peggio che può essere una donna in una società misogina come quella ateniese - Gorgia dimostra che Elena non è colpevole perché 1. è stata rapita con la forza 2. è stata colpita da Afrodite = è la dea che ha creato questa sciagura 3. è stata persuasa con le parole Introduzione della teoria estetica del logos Poesia = parola dotata di metro ( struttura performativa e musicale). Parola = potente sovrano con un corpo piccolo (= materialità. Si ascolta, fenomeno di vibrazione delle onde sonore) Immedesimazione = fa riferimento a ciò che è estraneo e al fatto che l’anima provi una sensazione propria. Il PATHOS è un meccanismo emotivo, significa mettersi nell’emozione dell’altro. La PATHEMA è l’emozione specifica in un determinato motivo. ciò che è estraneo, viene visto come nostro. ALLOTRION è la distanza = ALLOS significa altro, indica la diversità/ l’alterita’ !!! GOGGIA usa termini specifici, Erodoto generali ma il significato è lo stesso. Lo scopo del racconto è suscitare queste emozioni portando l’anima del pubblico a recepire come proprio qualcosa che nasce estraneo/distante 7-3 - Teatro di Epidauro = seconda metà del Iv secolo. Presuppone che ci sia stato un ciclo di rappresentazioni teatrali ad Atene. - Lo Spazio dell’orchestra è uno spazio circolare perché il coro si muoveva in un modo circolare. L’orchestra si collega al verbo danzare. Dentro il cerchio, il coro si divide in 2 semicori che sono in due direzioni opposte - Concetto di strofa = gruppo di versi in una forma di poesia testuale. STROPHE’ significa voltarsi. La parte del coro che danza è posta verso il pubblico - L’evento è corale ( unione tra coloro che svolgono la performance e il pubblico = elemento di compenetrazione) La SKENE’ è una piattaforma che si alza come se fosse un vero e proprio palcoscenico. - I coreuti stanno sullo stesso piano dei personaggi, non posso dialogare se stanno in dimensioni diverse. Le divinità stanno in alto grazie al GERANOS ( macchina che tiene sospeso l’attore che interpreta la divinità. Nell’ultima stagione di Euripide gli intrecci erano così complicati che per arrivare a uno scioglimento della vicenda, doveva intervenire una divinità). - La SKENE’ rappresenta il nostro concetto di scenografia ( tradotta come tenda/baracca) , è un luogo dove gli attori si cambiavano costume/ maschera. Inizia a essere dipinta e spesso rappresenta un palazzo. In base alle tragedie, cambiava l’aspetto esteriore. - A lato dell’orchestra, ci sono due corridoi chiamati SENTIERO D’INGRESSO e SENTIERO D’USCITA. Da questi, nasce il PARODOS ( significa sentiero di ingresso, teatralmente indica l’entrata del coro nella scena) che è il primo movimento che esegue il coro. L’uscita del coro è l’ESODO - Gli spettatori sono disposti in maniera semicircolare - Il dramma esiste e il lettore non solo deve cooperare al testo ma senza l’atto cooperativo, il testo non esiste. Il pubblico è continuamente sollecitato dal drammaturgo Struttura della tragedia - La tragedia può iniziare con un monologo/ prologo ( discorso introduttivo che spiega gli artefatti) o con una scena iniziale che viene seguito dal parodos. Aristotele dice che la prima parte della tragedia è il prologo. Aristotele non ha come modello Eschilo ( la tragedia non è al suo massimo, non c'è ancora il terzo attore) ma Euripide che nella tragedia ELENA riprende Stesicoro ( PALINODIA, significa nuovo racconto) che raccontava che Elena non ha mai tradito Menelao. - Dopo il prologo, c'è il parodos ( entrata del coro) che viene seguito dagli episodi ( il corifeo dialoga con i personaggi o canta) , successivamente c'è lo stasimo ( il coro si ferma e assiste allo spettacolo) e poi l’esodo. Tra i vari episodi, c'è l’intervento del coro. Non tutte le tragedie terminano con l’esodo ma c'è un episodio finale dopo che il coro è uscito. Dalla parodos all’esodo il processo di immedesimazione passa dall’azione del coro - Concetto di KOINON ossia comune, ciò che è comunque = le poleis sono delle comunità Prologo dei I persiani, Eschilo 1. Entrata del coro - il primo verso riprende Frinico -> i coreuti si presentano. La parola fedeltà esprime valori positivi. Fedeli è un nome neutro ( indica le cose inanimate o le cose indistinte) e deriva dal concetto di PISTIS ( personificazione della affidabilità e della fedeltà). è un concetto diverso= il re si fida di loro perché loro riconoscono la loro limite e dall’HYBRIS deriva il crollo/ la sciagura. In questo caso Serse è il colpevole. - Verso 82= Paragone tra occhi di Serse e il DRAKON che significa serpente. Il drakon mostruoso è una creatura che viene dall’acqua. Nelle insegne Persiane, c'è questa figura ma è alata e sputa il fuoco, ha solo lo sguardo da serpente. è un drago che fa paura ( PHOBOS) - Verso 85= l’arco caratterizzava i micenei ed è presente in vari racconti ( con figure come Ulisse e Filottete). Nel momento in cui si sviluppa la falange. ( che deve rimanere compatta) , l’arco non serve più a nulla a differenza dei Persiani che continuano a confidare in esso. Alternanza tra enfasi verso l’abbondanza dell’esercito persiano e dal continuo riferimento a valori diversi ( rispetto a quelli di Atene). È inutile la sovrabbondanza se non c'è l’autonomia dei singoli soldati e re. - ATE rappresenta l’ ideologia eschilea e porta all’hybris. Rappresenta l’inganno e la dissennatezza ma anche ciò che porta a compiere azioni avventate degli uomini . L’eroe, per essere definito tale, deve andare oltre. Per i greci ogni pulsione ha un’origine divina es: Medea e Edipo. Edipo può fare la scelta di restare nell’anonimato ma decide di approfondire la sua colpa. Perché l’eroe deve andare oltre? - Versi 94-100= L’eroe sta un piano superiore. C'è una consapevolezza diffusa che l’hybris porti alla AITIA ( colpa). Ciò che fa fare all’eroe il passo successivo è l’ACCECAMENTO, IL NON VEDERE ( che significa non capire) che porta alla sventura e alla follia. Serse non vede le conseguenze della sua azione. Nel momento in cui si accetta di compiere l’azione dell’hybris, si entra in una sorta di trappola da cui è impossibile uscire, non c'è speranza per gli uomini che sono destinati a morire. L’uomo non può sfuggire agli inganni degli dei ma è comunque colpevole = è serse il colpevole della sorte dei persiani, nella tragedia non esiste una colpa collettiva - Soprattutto nelle parti corali ci sono delle forme di linguaggio universale che non hanno un legame esclusivo con l’azione scenica, contengono delle parti “autonome”, potremo definirle battute agnomike (talmente gradite che il pubblico chiede di ripeterle, un bis). Questa universalità della tragedia è stata la sua fortuna. - Versi 102- 105= sono gli dei che hanno deciso che i persiani dovessero devastare fortezze e distruggere città. Sono gli dei che decidono il loro destino. - verso 109= unione tra hybris e racconto. La flotta persiana era impotente contro i greci, i persiani avevano sempre combattuto via terra - Verso 139 = Il coro si dispone attorno all’orchestra, scrive “sediamoci qui”, potrebbe essere un verso deittico, forse ad indicare le azioni del coro, sono da prendere come delle didascalie sceniche in cui si spiegano le azioni in scena del coro. - verso 135 = ABROPENTHEIS : parola che non viene mai attestata prima di Eschilo. è un verbo composto inventato da lui. Significa mollemente e dolcemente anche se è difficilmente traducibile. L a regina Atoa - Verso 150 = MA ECCO -> modo tipico di rendere il pronome dimostrativo ‘’ questo’’. Viene introdotta la regina Atossa, madre di serse paragonata alla luce degli occhi degli dei. Inchinarsi significa in realtà gettarsi ai suoi piedi. - Parla la regina dal verso 159. Ritorna il termine ALGOS ossia l’angoscia. è una preoccupazione attiva e decisa, la madre è arrabbiata e mette in luce la hybris del figlio. La MERIMNA è un pensiero ricorrente/ incessante che divora. - verso 164 = è preoccupata che l’immensa ricchezza si disperda e che finisca la prosperità. Teme che tutto ciò che Dario ha costruito, venga distrutto dal figlio. È una paura dinastica, si chiede se qualcun altro otterrà il dominio, è preoccupata che arrivi un nuovo despòtes, un nuovo padrone/proprietari. Storicamente non è vero, questo è solo un piccolo episodio nello sviluppo delle guerre persiane stesse. è un passo verso l’intervento nelle rotte commerciali, ruolo politico nelle guerre del Peloponneso con Sparta Non esiste il DESPOTES ( padrone) della città, i tiranni sono stati cancellati. Serse rappresenta il padrone che non ha più le forze di gestire le sue ricchezze. - Nei versi successivi ( 176) , Atossa spiega i motivi delle sue paure. Ha avuto un sogno. Colei che subisce l’influenza della hibrys del figlio è proprio lei. Il sogno di Atossa Struttura del sogno ( differenza greci e barbari) -> Ci sono due donne: una con vesti persiane, l’altra dorica ( la Grecia discendeva da vari fasi di migrazioni e arrivi con varie lingue. Tutto questo avveniva attorno al 12 secolo ed era legato al ritorno dei figli di Ercole che era dorico. I Dori vivevano nella zona di Sparta e di Corinto. Le prime forme di canto di un coro nascono a Sparta come tutte le forme di cultura. ) Queste due donne erano sorelle. Una aveva in eredità l’eredità greca, l’altra quella barbara ( i barbari sono quelli che non parlano greco). c'è una diversità che viene accettata. A un certo punto le due donne lottano, serse se ne accorge e le aggioga ( quella persiana ne è felice, quella dorica non lo tollera e se lo toglie spezzandolo ). - verso 197 = Serse cade e si straccia le vesti perché l’autonomia dei greci è forte. Il re dei persiani può sottomettere i persiani ma non i greci. Presagio di sconfitta ( il presagio del coro viene confermato dal sogno) perché serse cade dal carro. - Versi fino al 214 = lei parla di sovranità. Serse resta tale anche se perde. L’essere sovrano dipende per i greci dall’esito della battaglia, per i non greci invece no. Aquila : persiani = Falco: greci. I greci feriscono i persiani che stanno fermi. Serse non deve rendere conto alla città. Parla collegando i persiani a qualcosa di più vicino ( la frase ‘’ LUI NON DEVE RENDERE CONTO ALLA città per i persiani non ha senso, per i greci si). Eschilo usa questa parola perché il pubblico greco percepisca la vicinanza con i persiani - Verso 232= La regina chiede al coro dove sorge Atene ( domanda rovesciata) ma in realtà è una domanda ribaltata agli ateniesi che si chiedevano dove fosse la Persia. Contrapposizione tra oriente e occidente. Sta avvenendo quel miracolo che vede gli ateniesi immedesimarsi con i persiani -> Il pubblico soffre, percepisce le sventure altrui come proprie - Verso 234 = progetto di Temistocle ‘’ perché così tutta la Grecia sarebbe diventata suddita del re.” Stesse parole che diceva Temistocle durante la guerra, egli credeva che Atene dei filologi alessandrini (Callimaco, Aristofane, Licofrone e Aristaco). C’è una suddivisione della commedia in tre parti. 1. Archaia: commedia giambica del primo periodo, V secolo a.C. Mantiene tutte le caratteristiche del giambo dove si possono individuare due filoni. Sulla scena teatrale sono state realizzate 600 di questo tipo di commedie, di cui solamente 11 sono rimaste (tutte di Aristofane). 1) Uno tradizionale di evasione con Cratete e Ferecrate, riconducibile a Epicarmo e incentrato sui temi dell’utopia, ispirandosi a racconti mitici e alle feste popolari. 2) Politico,incentrato sull’invettiva in cui i protagonisti sono Cratino, Empoli e Aristofane. Vera e propria forma di denuncia politica. 2. Mese: commedia di mezzo del IV secolo a.C. Inizia con la morte di Aristofane nel 385 a.C. Quello che possiamo vedere dai frammenti è che la satira non è tanto rivolta a degli individui specifici, vengono trattate più delle figure tipiche (ruffiani, adulteri, filosofi) → questo era già successo nelle ‘’ NUVOLE” di Aristofane ! Temi della parodia mitologica, gli esponenti principali sono Antifane e Alessi. L’invettiva è rivolta a figure tipiche perché l’autonomia della poleis è messa in discussione dall’influsso macedone e dalla sconfitta di Atene (perdita della funziona politica). 3. Nea: commedia nuova, fine IV secolo a.C e fino al III secolo a.C. È tutt’altra cosa. La comicità non si basa più sullo scherzo ma sui meccanismi di intreccio, sullo scambio di persona, su situazioni paradossali. Aristofane - Nasce nel 445 a.C. ed esordisce nel 427 a.C. con le “Banchettanti”. - Nelle vittorie tra il 427 a.C. e il 424 a.C., le sue opere vengono portate in scena da qualcun altro. - La sua vita è contemporanea alla vicenda del Peloponneso. - Con “Nuvole” (423 a.C.) arriva terzo al concorso, è arrabbiato perché pensa che sia la sua opera migliore.Sicuramente la riscrive, ma non sappiamo se l’abbia riportata in scena: fa cenno a questo insuccesso. - “Donne all’assemblea” e “Pluto” sono le commedie che più si avvicinano alla commedia di mezzo. Anacnesi - è una sua commedia teatrale - Elementi di comicità, non ci sono versi di componente oscena dato che Aristofane è alla ricerca di una comicità più elevata. - Marzullo, il traduttore e interprete dal testo, descrive anche il linguaggio performativo con gli oggetti scenici (che hanno anche una vena comica). - Il nome è un nome fittizio, che ha un suo significato → Il protagonista è Diceopoli che è un termine inventato da Aristofane e significa città giusta. È l’ideologia che vuole rappresentare. 1) Diceopoli sta entrando in assemblea, nella collina di Atene (Pnice). Capiamo che siamo in assemblea quando dice “doveva esserci assemblea ordinaria, stamattina, e la Pnice è vuota, vedete!” (“vedete” è rivolto al pubblico); questa commedia ci fa capire che all’assemblea ci andavano poche persone, solamente chi ne aveva le capacità e l’interesse. Critica alla democrazia ateniese: non funzionava. 2) Dicepoli esordisce lamentandosi. I primi due versi sono già comici. In un immaginario rurale, rustico con una bisaccia piena di aglio che inizia a contare con le dita delle mani, si innesca in un sorriso che diventerà una risata pochi versi dopo. 3) “Vediamo: le soddisfazioni che fanno piacere? Ah sì, la volta che fecero sputare a Cleone i cinque talenti: mi si è ricreata l’anima, che spettacolo” . Inizio della vera comicità con l’esagerazione e l’iperbole che caratterizza il comico (l’eccesso). Tutti ridono di Cleone che è impotente, si ride del potente di turno tranne Cleone (il suo potere era debole, la sua capacità di controllo delle masse non era potente). Qui ci possiamo immaginare applausi a scena aperta. → La commedia è già destinata al successo. Serie di battute che hanno a che fare con generi musicali. 4) “Da quando mi lavo però, nemmeno il sapone mi brucia negli occhi come adesso” ci dà l’idea del cittadino campagnolo, che non si lava. 5) “Una valanga, vedrete. Della pace se ne infischiano, loro. Povera Città!” ci dà l’idea del suo nome (città giusta), colui che salverà la città. 6) “Poi, a furia di star solo, mi lagno, sbadiglio, sbuffo, mi stiro, spetezzo, mi scoccio, disegno per terra, mi strappo i peli, mi storco, sempre fissando la campagna” utilizzo di verbi gestuali che l’attore fa sulla scena. “disegno per terra” viene usato con il verbo GRAPHEIN che nel mondo greco si utilizza per tre azioni: incidere, scrivere e disegnare. Significati allusivi che fanno ridere: nel contesto scenico con i movimenti, quando utilizza il verbo si riferisce al tema politico tipico della logica assembleare di Atene. In una società non alfabetizzata o dove la capacità di scrivere e leggere è riservata ad una minima parte della popolazione, la maggior parte dell’assemblee si esercita con la scrittura. Graphe, oltre alla scrittura, è anche l’atto di accusa fatto da un cittadino. Aristofane critica i giudici che ad Atene venivano pagati e che tutti i cittadini potevano entrare a far parte della giuria giudicante (fonte di reddito a sorteggio). Se si fosse voluto lottare contro un nemico politico si sarebbe fatto un’accusa di qualsiasi genere. 7) “«Compra il carbone», o l’aceto, e neppure l’olio. Non sa che significa «comprare»: lei mi procurava tutto, altro che comprare!” = idea che il contadino di campagna abbia già tutto. 8) “strillo, interrompo, insulto gli oratori, se parlano di altro che la pace”= ci illustrano le modalità dell’assemblea ateniese. 9) “Eccoli qua, i Pritani: a mezzogiorno!” = entrata di folla di cittadini che entrano in assemblea per far vedere che loro ci sono: contrapposizione tra la vita di campagna e la vita di città (in campagna si lavora dall’alba fino a mezzogiorno, mentre in città prima di mezzogiorno non si lavorava). 10) Arnaldo vuol dire intorno a Dio. 11) “Escluso: un immortale! Anfiteo era figlio di Demetra e di Triptòlemo, da lui nasce Cèleo. Celeo sposa Fenàrete, mia nonna, da cui nacque Lucino: da Lucino io, sono quindi immortale. Perciò gli dèi mi hanno incaricato, solo a me, di fare la pace con gli Spartani. Siccome però sarei immortale, amici miei, niente diaria: la negano i Pritani” = dopo il racconto di Antifeo, Arnaldo decide di chiamare le guardie; viene allontanato perché era nello spirito della società (no pace, si guerra). Diceopoli interviene ma viene zittito e lui non ci sta. Diceopoli accusa la corruzione degli ambasciatori, arrivati direttamente perché mandati dal Re persiano. 12) “Noi altri, invece, pompinari e rottinculo!” è una tipica offesa che ha un suo senso dal punto di vista delle teorie sessuali degli ateniesi. C’è una idea molto forte ad Atene che è quella che vede in modo molto forte l’omosessualità passiva come una forma di commozione morale. Costruzione di coppie comiche, in cui il secondo interlocutore non si rivolge all’attore, ma al pubblico. Si esprime quello che il pubblico pensa delle ambascerie. 13) “Dopo tre anni arriviamo alla reggia: ma Lui era andato al cesso, con tutto l’esercito. Otto mesi per smerdare, le Montagne d’oro...” è il basso materiale corporeo. Il concetto di Time’ - Time vuol dire onore, valore, privilegio, carica, status sociale e racchiude i motivi dell’offesa di Aiace. - Viene studiato ancora tutt’oggi perché è un concetto che racchiude i valori fondamentali per i rapporti umani che condizionano la vita pubblica ad Atene. - Bisogna esserne in possesso della time per parteciparne. Non si poteva autoassegnare perché è un segno di tracotanza e veniva assegnato da un gruppo : rappresenta il rispetto ricevuto dagli altri e la deferenza. - Valore del destinatario di quel rispetto, dignità. La negazione della time per una persona porta alla vergogna, imbarazzo, umiliazione, rabbia. - È un concetto innato (è naturale per l’uomo), sociale (ci vuole un gruppo, siamo interessati al proprio onore) e riflessivo (l’umiliazione di un soggetto ha una conseguenza su un gruppo). - Sempre relativo all’onore è la faccia (reputazione, dignità) e il gruppo sociale di riferimento (che giudica la faccia). Più il gruppo è presente, più è rischioso “sporcarsi” la faccia. Valori di socialità e riconoscimento reciproco: chi si privava dell’onore veniva esiliato da un gruppo nella civiltà ateniese. Il concetto di Hybris - È un termine molto vasto. Significa tracotanza, violenza, eccesso - È una forma di insulto. Si tratta di una forma intenzionale, consapevole e gratuita. - Con la hybris ci si ritiene il migliore e si sminuiscono gli altri. Per gli ateniesi compiere la hybris è una morte sociale. - Aristotele, “RETORICA 2”: utilizza il concetto di “percepito” intendendo un punto di vista soggettivo di chi prova la collera (qualcosa che non doveva subire secondo il suo punto di vista); Aristotele è interessato a cosa sta provando quella persona. Per Aristotele commettere la hybris è un disonore, una mancanza di rispetto. È il massimo della tossicità sociale, non si ha niente in cambio. - Ad Atene c’era una legge contro la hybris, come descrive Eschine: anche se veniva commessa contro uno schiavo, la persona veniva condannata. Si riteneva che chi la commetteva in democrazia, non sapeva vivere in una società. - Demostene, prima della rappresentazione di una tragedia, si becca un pugno in faccia da Midia. Demostene lo condanna di hybris: non si sa perché abbia preso un pugno. Per Demostene non è stato il pugno in sé ma è il fatto di essere colpiti da qualcuno affetto da hybris a teatro (luogo religioso) - Per Aristotele chi potrebbe commettere la hybris più facilmente sono i potenti (che sono i primi a perdere il controllo di sé stessi) e i giovani. Phonos - È un termine che può racchiudere la gelosia, il rancore, l’invidia. Non è una violenza ma è pura cattiveria.Si desidera il male per qualcuno. - Per Aristotele il rancore è un dolore. Noi proviamo rancore soprattutto con le persone vicine a noi, simili a noi. È un tipo di dolore dovuto all’apparente benessere, è un malanimo perverso perché si vuole che la persona perda quel valore che non si ha. Eleos, la compaione - Per Aristotele è un dolore per un male apparente. È un male che potremmo aspettarci di subire. - Chi ha la hybris non ha la compassione. - Noi la proviamo immedesimandoci nell’altro. Chi è Aiace ? - Aiace è un guerriero greco di valore immenso che tutti conoscono . - Nessuno può sconfiggere Aiace nemmeno Ettore o Achille (tranne nella velocità). - Viene nominato nell’Illiade con Idomeneo (“Tra le navi nel mezzo vi sono altri che difendono, i due Aiaci, e Teucro, il migliore arciere tra gli Achei e valente anche nella mischia. Costoro inganneranno Ettore, e per lui sarà dura”). - Viene deciso a sorte chi doveva combattere contro Ettore ed è Nestore di Gerenia propone questa scelta. Tutti volevano che la sorte toccasse Aiace, il figlio di Tideo o il Re di Micene (Agamennone). Viene estratto a sorte proprio Aiace e tra i due finisce in parità (scambio di gesto in virtù). - Riferimento nell’Odissea quando Odisseo scende negli Inferi dove incontra le anime dei morti: parla con tutte le anime tranne che con Aiace (che è ancora offeso per non aver ricevuto le armi di Achille). Odisseo è pentito di aver vinto quelle armi ma nell’Odissea si racconta che gli dèi hanno voluto che le armi andassero ad Odisseo. - Aiace è convinto di essere stato raggirato in questa contesa ed è convinto che le armi dovevano andare a lui anche se era tutto raggirato. Problemi dell’Aiace 1. Datazione incerta —> Sofocle inizia in età giovane a partecipare ai concorsi per le tragedie. Abbiamo una piccola parte della sua produzione. Alcuni sostengono che sia scritta dopo il 440 a.C. (produzione matura) mentre altri dicono che sia una produzione più antica (470-460 a.C). Parallelismi con l’”Antigone” di Sofocle nei temi trattati (sepoltura, riconoscimento dei morti). 2. Ambiguità dei temi e dei personaggi: non ci sono personaggi che hanno completamente torto o alcuni che hanno completamente ragione; non c’è nessuna verità di fondo. → Aristotele dice che lo scopo della tragedia è l’imitazione di un’azione seria, compiuta. Grazie alla spiegazione di Aristotele su cosa è la tragedia, capiamo perché Sofocle non mette un antefatto subito perché già sappiamo cosa è successo. Noi vediamo cosa sta succedendo, non bisogna che qualcuno ci spieghi. Lo scopo della tragedia è purificatorio. 3. Ci sono delle riproduzioni sceniche inusuali: è molto complessa, ad un certo punto della tragedia sembra che ci sia un cambio di scenografia (non sappiamo se sia modificata). Rappresentazione della morte in scena (potrebbe essere effettivamente morto qualcuno). Il tutto è manovrato da un sentimento divino verso Aiace. - I temi principali sono l’onore, la vergogna, la calunnia e il rancore + l’amicizia, la famiglia, la fratellanza, la giustizia e la legalità. - Fu Eschilo il primo a portare gli attori da uno a due riducendo le parti corali e facendo primeggiare il dialogo. I tre attori e l’aggiunta della scenografia sono idee di Sofocle. I personaggi • Aiace è un eroe non idealizzato. Il suo problema di fondo è la follia (portata dal dolore e dalla delusione ma anche causata dagli dèi). Durante il dramma torna un po’ alla ragione. Aiace si dice che sia vittima che colpevole di hybris, ponendosi al di 2) La risposta di Odisseo: aumenta sempre di più la tensione nella comprensione del misfatto. • “Portatore di scudo” è importante perché lo scudo di Aiace è impenetrabile, un grande scudo a torre distintivo che è configurato come qualcosa che protegge se stesso e gli altri. • “Apoptos” è ambiguo, non visibile, fuori scena o fuori dalla vista o in una posizione che Odisseo non riusciva a vedere. Forse qui entra la mechane che era più in alto rispetto a Odisseo. Atena era su una impalcatura, una altura, lui non la vede quindi riconosce la voce. Non si era presentata quando aveva parlato ma riconosce la voce. Odisseo è il protetto di Atena. Identifica Aiace come suo nemico anche se non specifica perché. Accenna a questo fatto molto grave, è arrivato alla tenda. • La messa in scena dipendeva dai registi e dagli attori quindi non vi erano indicazioni. • Lo scudo dà il nome al figlio di Aiace. • C’è almeno un testimone di quello che ha fatto Aiace, non ci sono molti dubbi. Torna la mano: la mano sporca di sangue ritorna. C’è stato un massacro del bestiame e dei pastori e si capisce che è colpa di Aiace ma non se ne comprende il motivo. • Spesso gli dei scendono tra i ranghi o travestiti con le sembianze di altri, o invisibili, a volte anche in nuvole magiche per sparire alla vista dei nemici. Qui quindi non è detto che sia svanita ma forse è nascosta. La mano di Atena non è sporca di sangue ma lo è nei fatti. 3) Inizia una parte più dialogica di botta e risposta. • Vigile sarebbe “che lo fa volentieri” in greco. • Qui torna la mano che è insana, “dislogica, malata”. • L’ira è il cholos, quel furioso ribollire di ira che accompagna Aiace e che mantiene nell’Odissea. • Spiega lo scopo per cui è stato compiuto il misfatto: ‘era gravato dall’ira per le armi di Achille’. Il cholos è un impeto di furia autodistruttiva. Abitanti di Argo = Greci. La sua furia era rivolta contro tutti i Greci ma Atena sarebbe intervenuta a offuscare i sensi di Aiace fermandolo. La prima è una forma di coraggio quasi a indicare l’incoscienza (ardire); la ‘furia’ è un coraggio più riflessivo, misurato che può sfociare in una furia vera e proprio ma è coraggio dell’animo. Queste sono le due componenti del coraggio che Aiace non è riuscito a usare equilibratamente, Aristotele ne parla, chiarendo l’importanza di dosare il coraggio. • Aiace è appena rientrato dal massacro. È appena successo. “Dolo” = modo criminoso e ingannevole. L’agire furtivamente e a tradimento non sono cose tipiche di Aiace. Per tutta l’Iliade combatte a viso aperto o a fianco degli altri Achei. Questo sottolinea l’alienazione di Aiace. I comandanti sono i generali, i due capi: Agamennone, degli Achei, e Menelao, suo fratello e marito di Elena. Torna il riferimento alla mano. Atena spiega cosa è successo. • Aiace vive un delirio assassino e ,attraverso l’illusione lei gli pone davanti agli occhi, le mandrie e lui crede che siano i soldati achei. C’è il riferimento al bottino ancora indiviso: la prassi era che si ammassasse e si distribuiva ai soldati in base al merito. “Avere” qui sarebbe in greco ‘tenere in mano’. Di nuovo emerge il compiacimento di Atena, lo incita. • Odisseo sa che se avesse Aiace contro lo ucciderebbe facilmente. C’è riferimento alle corna, essendo uno degli elementi che aumentavano il prezzo insieme al manto dell’animale. Dice che non lo vedrà perché gli dei possono nascondere i mortali alla vista di Aiace. Non sappiamo come fosse la scena: il teatro greco era semplice quindi non si sa se si sollevasse un tendaggio o qualcosa di questo genere. • Ha paura fisicamente di Aiace e inizia a avere anche pietà stimolato da Atena. Atena prende in giro Odisseo, codardia militare, sul campo di battaglia. Atena prende in giro il suo protetto. Torna lo stesso ‘nemico’ in senso di ‘avversario’. Odisseo ritiene che Aiace si sia comportato in modo arrogante. “Rido” = colpire chi è già a terra, continuare a infierire sugli sconfitti. • Qui c’è Atena che continua a prendere in giro Odisseo, fa finta di non capire perché Odisseo ha paura. Odisseo risponde in modo un po’ comico. Non si sa come venisse resa la paura di Odisseo sulla scena. Atena fa pesare il fatto che le tocca chiamarlo ancora, non aveva risposto. Aiace non le dà retta a differenza di Odisseo, che fa ciò che chiede. “Alleata” = chi fa la guerra assieme, alleato militare. 4) Finalmente entra in scena Aiace con Atena. Odisseo è invisibile. Dice che l’aiuto di Atena è stato estremamente d’aiuto. Aiace crede davvero che Atena lo abbia aiutato, è riconoscente a lei. La caccia è duplice: Aiace a caccia di Achei, Odisseo di Aiace. Aiace è soddisfatto della sua caccia quindi le promette dei doni. Lo esorta ancora nella sua soddisfazione, se ne vanta. Alcuni studiosi credono che i Greci non avessero il concetto di orgoglio ma in realtà sappiamo che non è necessario che in una lingua vi sia il termine in sé, può esserci come concetto sociale. Dice che ne è soddisfatto semplicemente. Aiace crede di aver ucciso gli Achei ancora. È uno stratagemma narrativo per dire quello che Aiace ha fatto. Lui è convinto di aver ucciso Agamennone e Menelao. Ce l’ha con i Greci e coi comandanti perché lo hanno disonorato. Aiace prima era caratterizzato dalla hybris, essendo pieno di sé. La time aveva un valore coesivo nel gruppo, non è solo un valore personale ma bidirezionale verso gli altri e verso se stesso. Questo atteggiamento è tipico di molti eroi omerici. Vi è un riferimento ironico di Aiace: insiste su questo disonore prendendo ciò che era suo legittimamente. • Atena sposta l’argomento su Odisseo. Atena stuzzica Aiace: egli lo chiama “scaltra volpe” che già da Esopo fa parte dell’immaginario animale per cui la volpe è astuzia. “Rivale” qui è in greco una variante di qualcuno che sta contro. Atena non vuole che Odisseo ascolti tutto. La tenda di Aiace evidentemente in scena ha un palo centrale che teneva su la tenda, strutturata rispetto a un semplice ingresso in scena. • In uno dei manoscritti si vede che forse il verso “Portatore di frusta” era forse il titolo, esce dalla tenda con la frusta insanguinata con cui aveva frustato gli animali, non è un’arma di un guerriero, era tipico di un padrone sulle bestie o sugli schiavi. La lancia era quella dei guerrieri. I persiani usavano la frusta per mandare i soldati avanti in guerra, immaginario tipico dei Greci (sono tutti schiavi del Gran Re). Non sappiamo se fosse il titolo vero o aggiunto dopo per distinguerlo da un altro Aiace. • Il valore militare stava anche sull’astuzia. Atena continua a prenderlo in giro: Odisseo è spaventato e invisibile. Aiace fronteggia Atena dicendo, al contrario di Odisseo, di chiederle qualsiasi cosa ma non cede. Atena è compiaciuta e lo incita. Aiace la chiama di nuovo ‘alleata’. Aiace entra nella tenda e Atena e Odisseo parlano. Aiace e Odisseo non si incontrano mai direttamente ed è l’unico momento in cui sono in scena insieme ma Odisseo è invisibile quindi non parla. Non ci sarà mai la possibilità di conciliarsi. Atena evidenzia la potenza degli dei e lo sbeffeggia. Odisseo pur continuando a chiamarlo nemico e odiandolo, non è disposto a andare oltre quella parte legittima dell’odio. Aiace fa già pietà nella sua condizione di folle, non vuole infierire su di lui. • Atena essendo una divinità percepisce le cose a un livello diverso e più elevato, non prova pietà per i mortali. Dà monito a Odisseo: dice di non proferire mai agli dei con parole arroganti, di non sollevarsi mai a orgoglio per quanto possa essere valoroso e forte. Aiace non la aveva abbastanza riconosciuta come protettrice, era - Prima parte = 201-247 = Coro e Tecmessa. Il coro chiede info a Tecmessa, colei che con la sua sensibilità riesce a capire meglio la situazione e cosa potrà accadere. Presagi nefasti. - Seconda parte = 348-429. Aiace entra in scena. si focalizza sulla sua disperazione senza focalizzarsi su ciò che ha realmente fatto. Non si pone il problema di aver sbagliato, la sua ossessione è il RISO. La sua unica preoccupazione è la propria reputazione, si focalizza sulla stima che ha in sé. Non accetta il fatto di essere secondo a Achille. Aiace è talmente alienato che non risponde agli altri personaggi in scena ( Tecmessa e il coro) - Tecmessa esce dalla tenda. - ‘’ Stirpe degli Erettei autoctoni’’ —> Riferimento ai soldati di Salamina = Salamina era stata conquistata ad Atene. Salamina come Atena. - Serie di domande del coro a Tecmessa ( preda di guerra e compagna di Aiace. Potrebbe essere schiava e moglie o schiava e concubina). Tecmessa è affezionata ad Aiace - Il coro è convinto di sapere che Aiace morirà ed è preoccupato di sapere ciò che accadrà. - ‘’ Nera spada’’ —> percezione dei colori diversa in Grecia. Quello che colpiva i greci era il riflesso della luce, la brillantezza. Sia la spada sia il sangue luccicano. - Torna la parola a Tecmessa. Descrive lo spasmo folle con il quale ha macellato gli animali come se fossero persone ( verbi forti). Lui crede che siano ancora uomini. Parte da ‘’ sano’’ con l’intento di voler fare un massacro ( il montone che ha già ucciso crede sia Agamennone, quello che sta frustando è Ulisse). Tecmessa ha cercato di fermarlo ma ha capito che lui crede di vedere uomini. - ‘’ Demone’’ in greco è uno spirito soprannaturale che può avere un effetto sulle menti sulle uomini, buono o cattivo. - Il coro si copre il volto con il velo = gesto di onore per coprire la vergogna. Il coro vuole evitare di soffrire le stesse cose per cui sta soffrendo Aiace. - ‘’ Lapidato’’ = La lapidazione per i Greci non è una pena capitale, è una condanna a morte della comunità che le autorità accettano. Il coro di soldati ha paura di morire lapidato come Aiace stesso. La lapidazione non ha un processo. - Tecmessa dice che è tornato in sé, il pubblico se lo immagina dentro la tenda stravolto.Il dolore è comunque presente. Ci sono 2 direzioni: adesso soffrono anche Tecmessa e i Soldati con lui, dall’altro si parte da un sentimento di rabbia ( non ha ricevuto le armi), finché lui era matto era apposto ( nella sua alienazione, era convinto di avere avuto la sua vendetta) ma ora il suo dolore è peggiore ( non ha le armi e si sente umiliato). Adesso il suo dolore è doppio. - Il corifeo capisce che il dolore viene da un dio. - ‘’ L’origine del male’’ = richiamo omerico. L’origine del male è in Omero la nave di Paride sbarcata a Sparta per rapire Elena. - Tecmessa racconta che Aiace si alza di notte e si prepara da solo per lottare non includendo gli altri soldati. Capisce che c'è qualcosa che non va perché Aiace non agisce mai da solo. Tecmessa ha un confronto diretto con lui. 5-4 AIACE “Alle donne è ornamento il silenzio” = luogo comune greco, alle classi elevate ma anche basse il ruolo della donna la porta al silenzio. È da stabilire se fosse vero o meno, sicuramente per le donne era consigliabile rimanere in silenzio e non partecipare nel caso un uomo facesse visita. Non si menziona il nome di una donna rispettabile in pubblico, per tutelarla. Si usa al suo posto “mia madre”, “mia sorella” —> visione misogina e maschilista della società greca. Da v. 294 - In un primo momento sta in silenzio e se ne va, ma quando tornerà non sarà uguale. Se prima erano i greci a ridere di Aiace, in questo momento è lui a ridere di loro mentre crede di ucciderli. A questo punto Aiace ritrova il senso. - I “capelli” a cui si riferisce sono i capelli lunghi con treccine, annodati, tipiche delle élite, non del popolo. - Quando gli viene svelato ciò che aveva fatto inizia a piangere e urlare, in modo roboante, non degno di un uomo del suo livello, almeno secondo quello che ha sempre sostenuto. Si considera un “vile”, meglio forse “cattivo” nel senso morale del termine, e dall’anima pesante, afflitto. - “Quieto” per i greci è negativo, rappresenta una persona passiva, che non si interessa di politica. In questo caso è negativo perché non si addice ad un eroe che agisce. - Verso 326 = Tecmessa fa un riferimento al futuro. Si appella quindi agli amici di Aiace per farlo tornare in sé: se fosse in sé potrebbe rispondere alla richiesta dei compagni, normalmente lo farebbe. Lo spera. - Il coro, formato dai suoi compagni, è preoccupato per la condizione di Aiace. - Tecmessa fa un altro riferimento alla tragedia imminente. - Aiace a questo punto chiama il figlio, Eurisace, e successivamente Teucro, il suo fratellastro. Il primo appello è un problema di interpretazione, perché può significare in greco sia bambino, ragazzo, che schiavo, o più in generale anche un membro della famiglia più piccolo. È un’ambiguità. - Il corifeo chiede quindi di aprire la tenda, gli appare tornato in sé. Si sostituisce quindi a Teucro, sperando che vedendo i suoi compagni rinsavisca. Verso 349-394 - Aperta la tenda, appare un Aiace disperato, pieno di sangue. - Fa riferimento alla “retta” legge (meglio di giusta) ma è l’unico a vederla. Implica che ci sia stata una manipolazione riguardo alla consegna delle armi ma nessun altro ne fa riferimento quindi non sappiamo se sia vero o se sia solo una sua ossessione. - Ci sono molti riferimenti alla navigazione, un anacronismo ( errore ) consentito per fare riferimento a Salamina, la più grande battaglia navale vinta dagli ateniesi. Implica poi che il suo progetto di suicidio abbia bisogno di assistenza, non chiede esplicitamente di ucciderlo in realtà. - A questo punto Aiace si dispera per gli atti commessi, per aver ucciso il bestiame invece dei suoi nemici e reitera l’invito ad ucciderlo. Compare la paura della derisione, che gli altri si prendano gioco di lui. - Si ossessiona di nuovo che Odisseo rida di lui, e riconosce la sua astuzia comunque, “tu che tutto vedi”. Odisseo però non ride di lui abbiamo visto, è Atena a farlo. Invoca Zeus, cercando il modo di uccidere Odisseo e poi morire lui stesso. Anche Tecmessa a quel punto vuole morire, se Aiace morirà. Fa la parte della compagna devota. Da v. 394 - Aiace non si ritiene più degno di guardare uomini né dei, nemmeno di ricevere aiuto da questi. - Si rende conto che Atena si è presa gioco di lui, non sa più cosa fare e dove poter andare, il suo passato è distrutto (riprende ciò che dice il corifeo) e le sue vittime gli giacciono accanto. - Inizia la retorica con degli opposti, tenebra e luce, Erebo fulgidissimo... Sente di appartenere al mondo dei morti. È convinto anche che tutti gli Achei siano contro di lui, non ha tanta paura 8-4 Dal verso 545 - “ sollevalo dammelo qui” —>questione di messa in scena. Impensabile che un autore ne tenesse in braccio un altro. - Aiace si aspetta che il figlio sia come lui. Aiace sembra lucido, Aiace è pieno di sangue ma non prende in considerazione la sensibilità del bambino. - Sempre per stereotipo misogino, un padre non avrà mai la certezza che il figlio sia suo ( ipotetico tradimento della moglie ma non del marito) mentre la madre si. - “ Domato” —> figlio come animale. Crudeltà anche verso il proprio figlio. - Invidia di Aiace verso il figlio che non prova e non soffre per emozioni come gioia e dolore ( spensieratezza neutra = idea greca che i bambini non siano ancora formati) . È un’invidia buona, vorrebbe essere innocente come il figlio - Tutto è autoreferenziale -> implica che con le gesta del figlio, il figlio si ricollegherà con il padre. - Il figlio avrà due punti di riferimento: Tecmessa e Teucro. Nessuno commetterà hybris verso di lui anche quando morirà perché a quel punto il suo custode sarà un altro uomo della casa ( in questo caso Teucro, il fratellastro) - Parla al coro -> dice al coro di informare Teucro di portare il bambino a casa per mostrarlo a Telamone e alla madre, Eribea. Tema centrale delle armi ; dice di non lasciarle agli Achei o a Ulisse ( “ colui che è stato la mia rovina”) e lascia al figlio il suo scudo leggendario ( Eurisace significa dal largo scudo) mentre le altre armi saranno sepolte con lui. Lo scudo simboleggia il combattimento in gruppo e la salvezza del guerriero ( il guerriero che scappa dal campo di battaglia, per prima cosa si toglie lo scudo) - Parla a Tecmessa -> le dice di prendere il bambino e chiudere la tenda. Macchina di scena ( EKKYKLEMA : o carretto basso o piattaforma con le ruote). Visione maschilista greca : “ la donna è una creatura assai incline al pianto” perché la donna è sensibile. Mancata pietà di Aiace nonostante non sia folle ora. - Sia il coro sia Tecmessa sembrano non avere capito cosa lui vuole fare. - “ Tu mi infastidisci troppo” = è più legato a un dolore che a un fastidio. - Aiace dice di essere in grado di misurare le parole. Dice di non essere più legato a un dio : è arrabbiato con Atena ma si sente emarginato dalla società civile e quindi anche gli dei non lo considerano più - Tecmessa dice che è un’affermazione stupida. Gli dei sono onnipotenti e comunque bisogna obbedire. Lei lo incalza a calmarsi e a ragionare. Tecmessa dice di chiudere la tenda La tenda viene chiusa, Tecmessa e Eurisace seguono Aiace nella tenda. Canto del coro —> stasimo: funzione di riflessione e analisi ma anche di esprimere apprensione e disperazione Non si capisce se Tecmessa sia dentro alla tenda con Aiace o se abbia portato il bambino fuori, è probabile che Tecmessa non sia in scena. - “ Illustre” e “ sempre da tutti ammirata”= riferimento a Salamina e alla vittoria dei greci contro i persiani. Con la battaglia, c'è stato anche un terremoto provocato da Poseidone ( segno di favore per i greci) . I greci pregarono per gli dei e gli Eacidi ( discendenti di Eraco: ) come alleati. I due discendenti illustri di Eraco sono Telamone e Aiace ( altro discendente era Peleo, padre di Achille. Achille era cugino di Aiace) che vengono invocati come alleati. Aiace era l’eroe di Salamina. ( Erodoto) - Riferimento ai prati collegati a azioni negative - “ Cieco e abominevole Ade” = L’Ade come qualcosa da cui si fugge per evitare di vederlo. - Il coro si lamenta di quello che succede. - “ In preda a un male incurabile” = le imprese di Aiace passate, anche positive, si dimenticano per la gravità di ciò che ha fatto. Parla di qualcosa di incurabile, sempre presagio negativo. - “ Morbo dell’anima” per descrivere la follia di Aiace. - Il coro immagina come reagiranno la madre e il padre di Aiace e i loro gesti sono gli stessi del lamento funebre. Non si riferiscono al suicidio di Aiace, non si sa se succeda, ma alla sua follia. - “ Vive lontano, esile a sé medesimo” = Aiace è completamente lontano della società, si isola ( come Achille che però aveva come motivazione l’insulto di Agamennone). Si collega ai suoi nobili antenati ( definiti “ tormentati” = fatica dei guerrieri) e al fatto che Aiace si sentisse superiore. Versi 646-718 - 646-692 = 2 episodio • Interamente un dialogo di Aiace che parla a una persona indefinita • Isolamento del protagonista • Quello che dice Aiace genera un inganno = il coro capisce l’opposto di ciò che sta per succedere e il pubblico ha dubbi. Sembra che Aiace abbia cambiato idea ma ci sono indizi crescenti che non sia vero. • Risultati possibili = Aiace cambia idea e si salva, Aiace si suicida, Aiace cambia idea ma poi la ricambia, Aiace non si uccide ma viene ucciso dagli Achei. - 697-718 = 2 stasimo Aiace esce dalla tenda con una spada seguita da Tecmessa. - Aiace prova pietà per la moglie e per il figlio: l’emozione di Aiace è tipica delle femmine, dice cose da donna ma non le fa . Nonostante sia sicuro delle sue idee, sta vacillando. - Dichiarazione di andare ai prati= il prato è il luogo dove accadono cose peggiori in tragedia ( anticipazione di qualcosa di negativo). Lavarsi è un rito di purificazione perché ha comunque ucciso delle bestie ( uccidere anche uno schiavo portava a una contaminazione). Dice di voler nascondere l’arma sotto terra. - “ notte” = di solito è con la N perché è una divinità. - La spada è stata donata da Ettore dopo un duello ( VII libro, Iliade) = confronto con il momento attuale in cui gli Argivi non mostrano rispetto a Aiace. - “ Non sono doni i doni dei nemici” perché sono doni infausti. Il dono in sé innesta conseguenze negative = se si fa un regalo, se ne aspetta anche uno in cambio ( senso di dovere e obbligo). Il dono per i greci è un’arma psicologica per creare nell’altro un’aspettativa. Questo meccanismo si interrompe per i bambini e per il sovrano ( il dono che fa il sovrano permette di affermare lo status del re stesso, sottomissione psicologica) 12-4 Ode celebratrice di un vincitore di giochi NEMEA 8, Pindaro-> “ molte cose sono state dette e in molti modi ma scoprirne di nuove e metterle alla prova è un gran pericolo, poiché le parole sono cibi per gli invidiosi”. esempio di Aiace = l’invidia si attacca ai valorosi ma non ha contesa con gli inferiori. E cosí Aiace, tanto piú valoroso, ma tanto meno eloquente e mestatore di Ulisse, dovette soccombere nella gara per le armi di Achille. Onde poi si uccise. Voti segreti dei Danai che favorirono Odisseo = I danai non hanno voti segreti visto che votano gridando. Aiace privato dalle armi dorate lottò con la morte acheo ( non verranno puniti perché le Erinni hanno una sorta di morale) - Invoca il Sole per fare sapere alla sua famiglia della sua morte e lo saluta perché non lo vedrà più - Si rivolge ad Atene ( anacronismo), saluta Salamina —> Aiace non dovrebbe avere un legame con Atene perché Salamina ed Atene erano due comunità indipendenti. Anacronismo per aumentare il senso di immedesimazione del pubblico Altro problema =si getta sulla spada ma ci si chiede come. Non è una scena facile da realizzare. Gli arbusti nascono la vista del corpo —> Nuovo canto del coro: EPIPARODO. Il coro si divide in 2 e si parla a vicenda. I due semicori non hanno trovato Aiace, insistenza sul tema della fatica ( tipica degli sforzi fisici) Entra Tecmessa che interagisce con il coro. Problemi scenici = Tecmessa appare da una selva - Capiscono che si è suicidato. La spada è circondata dal corpo di Aiace e continua a non essere visibile al coro. - La risposta del coro riassume la condizione psicologica del coro = Aiace solo. Modo di morire che nessuno si sarebbe aspettato da Aiace - “ Infausto nome” = nome sbagliato, distorto.il suo nome ha preso una situazione tragica. Tecmessa copre il corpo perché è una scena troppo cruda. Aiace è degno di essere compianto dai nemici. Sangue nero è una questione di colori, invoca Teucro. 15-4 Il coro riassume, la cosa importante è come il coro si rivolge ad Aiace descritto come “ anima inflessibile” Dialogo Tecmessa e corifeo “ Padroni” sono gli Atridi. Una volta morto lui, lei sarebbe stata assegnata a qualcun altro. Lei con Aiace non sente il peso della schiavitù. Tecmessa non esprime mai il volere e la possibilità di essere libera “ Giogo di schiavitù” = immagine tipica che presuppone una sottomissione. Giogo come una fatica condivisa da due ( Atene e Sparta che devono portare il peso della Grecia) “ Eroe infaticabile” = riferimento a Odisseo, nemico di Aiace accusato di hybris che viene attribuita per l’ossessione del coro al riso ( stessa ossessione di Aiace) Risposta di Tecmessa = Aiace si è suicidato per volontà degli dei. Presenta il suicidio di Aiace come una dolcezza per lui, lei lo comprende (lui vedeva il suicidio come una purificazione) - “ Stolti” sono i nativi, gli Argivi. Riferimento al fatto che gli Atridi si sarebbero pentiti di non avere Aiace con loro in guerra: sarà Odisseo a salvare i greci con il cavallo di Troia. Aiace non voleva dare soddisfazione agli Atridi di essere ucciso lapidato Arriva Teucro Versi 974-1184 = La disputa - Problema del cadavere in scena che viene coperto dal mantello di Tecmessa. - Parte dominata da Teucro e dagli Atridi: Menelao ed Agamennone - Tutto avviene nel bosco, nel punto dove si è suicidato Aiace - Confronto di forza tra Teucro e gli Atridi - Temi: autoritarismo (un autoritario si fa rispettare con la forza. Un autorevole viene riconosciuto dagli altri) e legalità. Gli Atridi sono entrambi autoritari, non sono dei buoni comandanti ma sono esponenti della legalità. Formalmente sono loro al comando . Parlano in maniera forte e fredda, sono giusti a livello legale. C'è anche Aiace - Riabilitazione di Aiace - Implacabilità di Aiace e di Atridi ( no concessioni)e alla fine sarà Odisseo a trovare un punto in comune. - Aiace emergerà in modo complesso. Entra Teucro - Disperato - Entra in due volte: inizialmente si lamenta poi viene introdotto dal coro - Si è sparsa la voce della morte di Aiace - Si preoccupa prima della sua “ sventura” che in greco è la sorte, termine neutro che può essere positiva o negativa poi del figlio perché non vuole sia rapito - “ Come cucciolo di leonessa” = Leoni di Micene, leone come significato di forza e di un re. La leonessa è la compagna del leone, onorano il ruolo di Tecmessa e le danno lo status di compagna ufficiale ( non si sa se fossero sposati). Nell’Atene del V secolo c’era un contratto di matrimonio oppure c’era una compagna/ concubina ( i figli di una concubina non sono legittimi), nella Grecia degli eroi il matrimonio è un rapporto dubbio, non c’era una forma contrattuale. - “ Tutti godono a schernire i morti che a terra giacciono” = tema del riso. Aiace non si può difendere. Esce Tecmessa, diretta alla tenda. Problema del cadavere in scena = probabilmente sporco di sangue, presenza inusuale. Dialogo tra corifeo e Teucro che serve per preparare l’ingresso di Menelao. - Notizia veloce come se fosse mandata da un dio. Riferimento a voci incontrollate che si spargono nell’esercito - Si sente morire quando vede il suo corpo ma poi pensa a se stesso perché non sa chi potrà accoglierlo, probabilmente il padre Telamone. (“ affabile e mite”). Ha paura di suo padre = uomo severo pur nella vecchiaia. - “ collerico” = collera sbagliata, il problema non è la collera ma provarla per le cose sbagliata. Aristotele la descrive come un’emozione nobile, in risposta alla tracotanza e alla hybris altrui. Ha paura di essere cacciato via e di diventare uno schiavo e si chiede come tratterà Eurisace, figlio illegittimo nato da Tecmessa e Aiace anche perché Teucro è figlio di Telamone e di una prigioniera di guerra. Nel mito, Teucro sarà esiliato e andrà a Cipro dove fonderà la città di Salamina. Sofocle aveva scritto una tragedia chiamata TEUCRO dove raccontava il suo esilio - Dice che la morte di Aiace gli ha portato solo disagi. “ guadagnato”= ritrovato. - Domande retoriche al morto —> riflessione sul dono del nemico ( Ettore). Il dono che Aiace ha fatto a Ettore ha portato sfortuna a Ettore stesso. Teucro si prepara alla sepoltura di Aiace come suggerito dal coro. - Tema del riso Menelao viene definito come nemico Entra Menelao - Fa valere il suo ruolo, ordina subito di non toccare il corpo - Evidenzia il ruolo di comandante dell’esercito - Menelao descrive Aiace come traditore perché voleva uccidere gli Atridi ma viene salvato da Atena che gli fa uccidere degli animali - Nessuno avrà la forza fisica di sollevarlo dopo l’ordine di Aiace. Aiace diventerà pasto per gli animali perché Menelao vieta la sepoltura -> oblio e umiliazione fisica Terzo stasimo del coro Lamento alla guerra e al primo uomo che ha iniziato una guerra portando l’umanità a seguirla: è una guerra comune e lui è la “ rovina dell’umanità”. EROS= amore carnale. Chiome umide = nelle campagne militari, si dormiva all’aperto e per questo si potevano avere i capelli bagnati. Aiace proteggeva l’esercito quando era in sé. Demone = spirito che può essere la coscienza o la sorte, ne cattivo ne buono. Non è esterno ma interno. Riferimento finale = anacronismo. Il sunio è il promontorio che chiude l’attica a sud- est. Salutare Atene non ha senso perché tutti sono di Salamina, dedica al pubblico di Atene che sa che Salamina è parte dell’attica e dice che i Salamini rendono omaggio ad Atene. Entra teucro e termina l’ultima parte del dramma. - domina l’exodos - I agone = Menelao ed Agamennone - II agone = minaccia reiterata. - Struttura unica, non abbiamo esempi di tragedie con due agoni. Nell’Elettra c'è una serie di mini agoni. - Ingresso di scena unico - Serie di argomentazioni distorte da parte di Agamennone, legittimità Entra Agamennone, da verso 1223 - è molto aggressivo. Dice che Teucro è superbo. Attacco personale che non è una legittimazione della posizione di Teucro - Evidenzia la condizione di Teucro come schiavo e dice che non vale nulla. è un insulto. Agamennone lo insulta giustificandosi per le parole che Teucro ha detto precedentemente, non per una vera ragione. - Attacco simile ma peggiore di quello di Menelao nel verso 1090. - Teucro non ha mai giurato di fronte agli dei = mette in bocca a Teucro cose che non ha detto. Non si sa se lo faccia come strategia retorica ( modo per falsificare l’argomentazione altrui) o perché gli hanno riferito cose sbagliate ( voce incontrollata) - Insulta Aiace - “ senza che vi fossi anche io” = non è vero. Agamennone nell’Iliade combatte poco mentre Aiace è il protagonista di molte battaglie . Sminuisce Aiace paragonandosi e sentendosi superiore a lui come Aiace aveva fatto con Achille. - Passa all’argomento delle armi = approfondisce la questione della selezione delle armi. La maggior parte dei giudici aveva dato le armi ad Odisseo e questa sentenza era inappellabile = legittimità - “ Ingiusti” = cattivi. - “ Pungolerete” = Agamennone pensa che verrà pugnalato alle spalle con l’inganno - Insulto ad Aiace = lo paragona a un “bue senza un cervello che lo guidi” - Gli Atridi si basano su una legge stabile e sovrana. - Cambia registro —> in tribunale, Teucro dovrebbe usare un uomo libero visto che gli schiavi non potevano parlare per difendersi. Lo paragona a un bue che viene frustato( “ rimedio” mortale) - Lo accusa di hybris tramite l’aggettivo “ audace” perché parla con libertà: contrapposizione tra schiavitù e libertà - Insulto finale = la base della grecità era la lingua e Agamennone dice non riesce a capirlo e che è un “barbaro". Teucro ha un accento standard. Es: Aristofane ( commedia )con gli arcieri sciiti che parlano in un greco strano Intermezzo del coro per bloccare il ritmo, verso 1264 TEUCRO = ignora completamente gli insulti di Agamennone. Teucro non è aggressivo, si lamenta che Aiace venga dimenticato. - Riassume la ritirata dagli Achei quando i Troiani fanno il contrattacco = nell’Iliade, è anche grazie ad Aiace che i Troiani vengono bloccati ma non è solo lui che interviene: è Patroclo che salva i greci. Teucro e Aiace lottano insieme nel’Iliade - Racconto del duello tra Ettore e Aiace che fini’ con l’arrivo degli araldi e lo scambio dei doni tra i due. - “ Dove posi lo sguardo mentre dici tali parole” = Agamennone si vergogna perché Teucro gli rinfaccia delle cose vere - Risponde agli insulti di Agamennone ricordando che la stirpe degli Atridi e dei Pelopidi è maledetta = il loro nonno, Pelope, era un barbaro. Il padre Atreo diede i nipoti in pasto al fratello. È irrilevante nell’argomentazione principale su Aiace - Ritorna sul fatto che lui sia nobile ( che significa anche eccellente)= suo padre è Telamone e sua madre è una regina. - Teucro ritorna sulla questione della sepoltura —> doppio rimando alla vergogna Lui dice che se il corpo Aiace fosse buttato da qualche parte, anche Teucro, Tecmessa e Eurisace si sacrificherebbero Dice che è una vergogna aver iniziato una guerra per Elena come hanno fatto Agamennone e Menelao. - Minaccia finale, non chiaro a cosa si riferisca = Teucro perderebbe contro Agamennone quindi o cerca di spaventarlo o si riferisce al fatto che se Agamennone lo uccide, perderebbe reputazione o sarebbe colpito dagli dei Entra Odisseo, verso 1318 - ingresso inatteso - Ignora argomenti fallaci, lascia perdere gli insulti personali - Si focalizza su giustizia, onore e legge divina - Si concentra sulla sepoltura - Rapporto odio e rispetto - “ Inganno” di Odisseo - Parziale riconciliazione - Riconoscimento di Aiace come “ valoroso” - Il corifeo e Agamennone lo chiamano “ signore” = massimo rispetto. Alcuni pensano sia Teucro a chiamarlo così, non Agamennone - è arrivato perché ha sentito le urla - Agamennone gli dice le frasi “ vergognose” che Teucro gli ha detto. Cerca di raffreddare la situazione, da un giudizio esterno dicendo che è normale che una persona insultata risponda con un insulto - Rapporto di amicizia e fiducia tra Agamennone e Odisseo - Odisseo riconosce il valore di Aiace nonostante lo odiasse. è giusto fare la sepoltura di Aiace per non andare contro la giustizia divina. - Dice che Aiace è il secondo guerriero dopo Achille ma come comandante era più utile Odisseo 10-5-2024 - Agamennone cerca di giustificarsi per il suo comportamento, ribadendo il suo status e Odisseo ribadisce che dice tutto ciò perché è suo amico. Agamennone ribadisce ancora la sua superiorità mentre Ulisse dice che il re conserva il suo potere perché ascolta i suoi amici ( concetto di GERARCHIA) - Scambio molto ferrato, Odisseo non ha paura di esprimere le sue opinioni. Minimo di decoro accettabile nei confronti del suo nemico - “ Vantaggi” = calpestare il cadavere non è un gesto onorevole, è immorale - Agamennone continua a cercare di convincere Odisseo - Aiace aveva detto “ molti sono oggi amici e domani nemici” nel verso 678 durante il famoso inganno ( la riconosce come massima ma non si sa se ci creda, Odisseo ci crede) - “ Generoso” = atto nobile - “ Rispetti a tal punto un nemico morto” = ritegno che Agamennone non ha - Odisseo dice che se Aiace accetta la sepoltura, loro appariranno non come vigliacchi ma come uomini giusti. - Inganno di Odisseo, pronuncia la legge naturale. Agamennone non considera che anche lui stesso avrà bisogno di una sepoltura. Agamennone fraintende e Odisseo non ha interesse a spiegargli che non ha capito ma lo asseconda. Strategia retorica, mette al centro la sua reputazione - Odisseo insiste sulla giustizia. Agamennone lascia ad Odisseo la decisione concedendogli il favore ma dice che Aiace rimarrà comunque un suo nemico. Esce Agamennone - Corifeo ricorda l’intelligenza di Odisseo - Tema dell’inversione tra amico e nemico - inganno di Odisseo infatti Teucro non crede che lui potesse aiutarlo - Odisseo è l’unico che ha difeso la reputazione di Aiace - Ultimi temi di Teucro = arroganza di Agamennone e del fratello. Non riesce a non odiare gli atridi. Evoca Zeus ( simbolo delle cose che devono essere fatte, Dike ( esecutrici della giustizia), Erinni ( vendetta) - Teucro dice a Odisseo di non partecipare ai riti funebri perché non sa se Aiace ne sarebbe contento ( no offesa verso lo spirito) Livello privato della sepoltura. Può partecipare ai funerali insieme all’esercito - Odisseo bilanciato = avrebbe voluto partecipare ai riti Rimangono in scena solo Teucro e il coro - Teucro dirige le mosse funebri = bisogna scavare la fossa, mettere sul fuoco un tripode per i rituali, recuperare l’armatura. Eurisace deve aiutarlo a sollevare il corpo Non si sa se ci sia il sollevamento del corpo o meno in scena - “ nero sangue” = rabbia, animo, spirito - CORIFEO= lascia il finale sospeso attraverso un proverbio. Alcuni personaggi sono in grado di conoscere il futuro grazie alla loro intelligenza Temi - Time’ - ostilità e reciprocità
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