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Appunti Lez. Sociologia codici culturali 2021- Riassunto La bella e la bestia-Fare Umanità, Sintesi del corso di Sociologia

Contiene gli appunti relativi alle lezioni con annessi riferimenti agli elementi multimediali assegnati nell'anno 2021. I libri Fare umanità e La bella e la bestia vengono citati nel documento così come sono stati inseriti e spiegati da lui.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 27/06/2022

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Scarica Appunti Lez. Sociologia codici culturali 2021- Riassunto La bella e la bestia-Fare Umanità e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! 1 P ag .1 APPUNTI SOCIOLOGIA DEI CODICI CULTURALI. 18-23/03 La sociologia dei codici culturali si occupa soprattutto di quelle regole implicite che nella società ci vengono impartite. I sistemi che danno omogeneità tra un’umanità positiva e umanità negativa verranno approfonditi tramite tematiche e casi di studio, da cui verranno estratte categorie chiamate codici culturali. Da un sistema di regole sociali non formalizzate ci passa. Francesco Fare Umanità Laterza 2013 unico concetto, costruzione dell’umano Rilevantissimo antropologo di Torino, riferimento internazionale per le categorie che lui ha posto, venire in contatto con un pensiero che è stato elaborato, non è un pensiero di seconda mano. In Italia la scuola riunita intorno a Remotti ha seguito con precisione questi studi. Tra i tanti libri possibili di Remotti questa dote di chiarezza e conoscenza porta modelli culturali visibili con confronti da tutto il mondo. E’ facilmente analizzabile e si incastra perfettamente perché è la teoria generale dei casi di studio. 1. Capitolo introduzione ai temi della cultura, abbiamo bisogno di un cenno per risalire, teoria immersa nella realtà di come la società viene incorporata senza saperlo 2. 3 ornamento e interventi estetici del corpo sparsi nel mondo e nelle epoche (qualità e quantità degli interventi, quanto il corpo è socializzato) 4 5 pericoli e opportunità di fare umanità quando si scartano delle possibilità può succedere in maniera pacata o violenta, questo meccanismo fa mettere ai margini delle umanità periferiche. La bella e la bestia 4 casi studio dove la società costruisce il suo uomo/donna ideale e 2 esempi di scarto, della parte che l’umanità rifiuta, ognuno di noi conosce l’umanità legittima e illegittima ma è difficile capire quanto assorbiamo dalla società. Nessuno deve abiurare il proprio pensiero solo avere conoscenza dei margini della società per costruire possibilità ulteriore, possedere strumenti critici per non accettare passivamente come esercizio di libertà consapevole. L’illusione di fronte ad un oggetto che non ci sceglie ma scegliamo. La bella e la Bestia Casi di studio CODICI CULTURALI è un concetto che va acquisito tramite gli esempi perciò si parte da una vaghezza per capirci più sul contenuto che sulla forma, bisogna capire che cos’è e come si impone Alcune aree culturali hanno una sorta di omogeneità, potremmo parlare di quasi identità ma dobbiamo tramutarlo come se fosse l’ordine delle vite sociali che si impongono e sono presenti in un determinato gruppo sociali. Abbiamo reti familiari, amicali, territoriali, ognuno cerca di porre omogeneità e mette gli scarti ai margini Questi sistemi hanno una loro forza impositiva anche se non sono giuridici Racconto di un naufrago Miguel Garcia Marquez storia su un giornale che parla di un naufrago che resta 10 giorni alla deriva nella parte in cui il marinaio trova un gabbiano, messaggio di speranza, perché di solito le navi per due giorni li accompagnavano, voleva dire che non era distante dalla terra, l’entusiasmo lo coglie (7 capitolo risorse disperate di un affamato) LA MESSA IN PRATICA DI UN CODICE CULTURALE: la situazione 2 P ag .2 ha tutti gli estremi per dire che in quella circostanza ognuno avrebbe agito allo stesso modo, raccogliendo la fortuna del gabbiano mangiandone il corpo e bevendone il sangue, eppure lui non ce la fa, “è semplice”. Da tutti i punti di vista aveva una buona speranza di sopravvivenza eppure non riesce a mangiarlo “è semplice” fulcro dei codici culturali, regola non scritta che però il suo cervello, il suo corpo ha assimilato e a rischio di morire, non riesce a superarla. Da un lato abbiamo regole non scritte (alimentare) dall’altro lato c’è una regola di imposizione che si oppone. Al di là di tutte le disposizioni. La società ci da un sistema di regole e noi non abbiamo la forza di staccarci da queste regole. Esiste un codice alimentare, questo è implicito e fortissimo, non riesce a superarlo, si può mettere in contrapposizione con moltissima filmografia americana, come nel disastro aereo con i sopravvissuti che si mangiano tra di loro. Disastro=cannibalismo facile come se fosse facile ingannare i codici culturali dell’alimentazione. Ciò non è semplice e Gabriel Garcia Marquez ci spiega che non esiste una ragione logica che possa spiegarci perché. Ricostruito un codice culturale per chi non ha costruito quel codice abbiamo il disgusto. Gusto e disgusto come naturale e quindi naufrago folle e illogico, Rallentamento quindi presa coscienza di diversi codici culturali, questo è un ribaltamento dell’analisi delle culture. Ci sono regimi intransigenti, ognuno di noi ha cibi che ripudia, non viene da credenze religiose, ma perlopiù di un senso attribuito al gusto. ((E’ buona da mangiare ciò che è buono da pensare.)) Per le regole del pasto non ci vengono date molte regole, viene fornita una sintassi con un fondamento. L’incapacità di superare, il senso di non libertà. Cosa cambia e cosa fa si che 1 2 generazioni fa che era esclusa da un privilegio, adesso lo ha ottenuto e anche di più? Ecco cosa studia. I sistemi culturali hanno una loro compattezza con forze sociali molto alte C’è una regola di distinzione, la modificazione dei sistemi culturali 2 sistemi di regole complesse 3 regola quasi inviolabile perché contraria Ognuno di noi sa in ogni circostanza che cosa è reputato illegittimo e cosa no Abbiamo una quantità enorme di regole sui comportamenti che nessuno ci ha insegnato. Noi dobbiamo somigliare al gruppo ma distinguerci dagli altri gruppi e distinguerci all’interno del gruppo Ci sono grandi forze sociali alla base di tutto questo, le regole alimentari non nascondo dal nulla, ma all’interno di una storia delle società. Una volta codificata in un testo se ne perde il perché ma riflettere sul come è antropologia e sociologia. Molti sistemi alimentari sono cambiati, se poniamo l’attenzione verso ricchi e poveri, in questi gusti alimentari abbiamo la carne con un sistema così forte che i sistemi religiosi davano una scappatoia al popolo con i divieti per esempio non mangiare carne etc, divieti simbolici per far sentire anche chi non poteva permettersi mai la carne di essere uguale al nobile 1 giorno a settimana. Pane nero come in antichità, abbiamo un codice culturale legato al pane, chi vuole distinguersi va verso il nero, ma si era combattuto decenni per avere il pane bianco che era praticamente un mito. Un processo di distinzione al contrario. Questi codici riguardano tutti i sensi e tutte le forme di comunicazione, in alcune tradizioni americane, visto l’influenza della grande immigrazione, le tavole prevedono due cose: pancarrè senza bordi bianco e uova bianche. 25/03 Massimo Montanari, l’alimentazione tocca un bisogno primario che divventa tema primario. Gli esepi hanno leggitimità dall’essere tratti dal campo dell’alimentazione, perché ognuno di noi ha a che fare con l’alimentazione essendo bisogno primario. 5 P ag .5 poiché è uno dei pochi cibi dolci per natura, elemento rarissimo nelle società, è nobile soprattutto perché è deperibile e se lo possono permettere in pochi, va mangiato fresco, è un lusso. È un cibo di cui puoi permetterti il lusso di non conservare (essiccate sotto spirito). I poveri hanno la necessità di poterlo conservare perché altrimenti possono rimanere senza. Stiamo assistendo ad una inversione culturale in diretta. Per decenni i poveri hanno dovuto trovare il modo di conservare tutto quello che potevano per poterne usufruire tutto l’anno. Nel 900 società post bellica con invenzioni su forme di conservazione, come negli anni 80 i surgelati, negli ultimi anni la nuova rivoluzione culturale dove i cibi vengono offerti da mangiare freschi, questi sono i segnali degli spostamenti e degli scartamenti dei codici culturali, il tema duplice è imparare a riconoscere che sotto i sistemi di comunicazione esistono dei codici culturali e bisogna porsi la domanda delle ragioni di come si formano e cosa mutano, quali forze sociali modificano questi contenuti? Serie su Leonardo, esempio tratto dal mondo comunicativo attuale. 30/03/2021 Esiste una connessione tra i regimi dei codici culturali che hanno regimi ottici e abbiamo una relazione potere sguardo nella nostra società, come la simbolica del potere delle tradizioni e l’iconografia legata all’occhio. Montanari siamo in una forma proverbiale dove in maniera epica viene illustrata Il formaggio e le pere si incontrano ad un certo punto, perché muta una pratica sociale /tema discusso nei testi di st). Per la sociologia e antropologia sono le pratiche sociali che mutano; ed è da qui che scaturiscono i mutamenti di pensiero. Le forze sociali determinano anche i mutamenti di pensiero, questo diventa componente della realtà e contribuirà nella società. Diceva Deleuze che il pensiero è ciò che è in mezzo a due pratiche. Ci sono molti esempi storici, come non nasce prima la criminologia e poi il carcere, ma il contrario. Noi abbiamo spesso difficoltà ad immaginarlo, nel 400 nuove pratiche monastiche introducono nuove forme di austerità. L’astinenza dal consumo della carne era necessità per i poveri e agio e nobilitazione per i ricchi dove si innesca la necessità di trovare cibi sostitutivi. Il nobile può rinunciare ma non avere fame, il formaggio aveva le giuste qualità e allora serve innescare tutta una serie di nobilitazioni, bisogna far in modo che il cibo ne venga nobilitato, tutti questi saperi sono dovuti alla comunicazione. La letteratura italiana è piena di questo processo di nobilitazione di esempi poveri portati alla nobilitazione attraverso esempi e proverbi. Ci sono due strategie comunicative che hanno a che fare con la morfologia e una sintattica degli alimenti. Viene modificata la modalità d’uso spostandole di posto nei pasti “concludere il pasto con il formaggio-dare la bocca al caso” ci sono forme di conservazione e unione con altri cibi, che accompagna gli altri cibi, entra poco alla volta non come portata a sé. E’ come una guerra in cui il formaggio vuole imporsi e trova i modi per farlo. Dal punto di vista morfologico, in quel momento arriva il parmigiano è una ruota enorme, il pecorino molto piccola, passano nelle forme nel 400 ma anche oggi nel confezionamento del prodotto veniamo attirati da caratteristiche particolari. Il confezionamento è parte stessa del prodotto, così come la forma e l’aspetto di determinati oggetti tecnologici, poiché la forma identifica il prodotto. Se bisogna staccare qualcosa dall’ideale di nobiltà e allora il contadino sceglie una piccola forma, se faccio una ruota enorme è qualcosa che può stare solo all’interno di una cantina in uno spazio riservato a sè. 6 P ag .6 Quando muta un regime alimentare come qualsiasi altro regime alimentare è un lavoro massiccio, uno scontro epico che dura per decenni, cosa c’è dietro la schiavitù? Le scenografie dei film storici sono piene di immani errori che non si pongono il problema della storia. Il contadino non deve sapere di questa possibilità di associazione, va escluso da un regime di sapere, perché sia il formaggio che le pere le produce il contadino. Come far rimanere esclusivo? Esiste il divieto allora che entra in atto, la parte forte della società allontana, utilizza la non conoscenza, questo proverbio ci mostra una guerra di sapere tra i poteri sociali. È chiaro che nelle nostre società c’è una prevalenza dell’ottico, non è così in tutte le società, ci sono società olfattive, acustiche (religione ebraiche), le tradizioni culturali (pratiche innestate e solidificate nel tempo, noi viviamo in un mondo calcificato che ci detta alcune grandi partizioni del nostro essere. Nelle società quello che succede è tutto largamente arbitrario, arbitrarietà dei sistemi culturali (Remotti) una società ha tutte le possibilità e man mano queste si chiudono, si restringono le possibilità, è la società stessa che lo decide. Come ha potuto un’intera cultura legittimare un massacro di massa? La sociologia se lo chiede. Perché un gruppo sociale pensa e percepisce in un determinato modo? I programmi vengono costruiti su un ipotesi di pubblico, attorno alle pubblicità La rappresentazione grottesca di gruppi umani in cui ci ritroviamo immediatamente in uno stato di superiorità. (i polesi)Già a livello percettivo, come meccanismo mentale, se ci pensiamo, la regia il montaggio, prima che cognitivamente, percettivamente percepiamo indizi che ci fanno pensare “non la farei mai”- disidentificazione- in quel caso abbiamo due codici culturali differenti, non facciamo una gerarchia, cerchiamo di cogliere come avviene questa differenza, abbiamo un sistema di relazione omogeneo d'altronde. I modelli culturali nascono da processi storici e culturali, bisogna avere la forza e arguzia discoprire i codici culturali e vanno inseriti nella storia, nella società le scelte vengono prese e dettate dalla pratica. REAL TIME: COSTRUZIONE IDENTITA’ NEGATIVE---Canale costruito cui confini dell’umanità fisica e sociale, senza la pedagogia di Real Time noi ritroveremmo uno specchio di identità ideale. Possiamo usare esempi tragici o comici, ma è come se fossimo immersi in una grande pedagogia delle immagini che ci insegna qual è l’umanità che la nostra società ritiene legittima, è tanto funzionale quanto meno ce ne accorgiamo. Noi percepiamo chi vuole fregarci, alziamo la soglia di attenzione. Nella scuola pubblica c’è una compresenza di tutti i codici culturali. Abbiamo un meccanismo arbitrario sulla registrazione della realtà come troppo magro o troppo grasso, ma solo come malato e benestante. Come riescono a costruire il modello? Lavorando sul tempo, essendo inattuali, i meccanismi comunicatici se proviamo a smontarli sono molto perversi, raffinati e connessi con le relazioni di potere. Perché una volta le modelle potevano esserlo? Perché erano fuori tempo, le uniche al mondo ad indossare quell’abito nel momento in cui non andava indossato, per creare in noi il modello dobbiamo sempre essere un passo indietro, l’unica fuori tempo ma legittimamente, noi staremo per una legge del tempo ad inseguire un luogo. La moda è un campo di assoluta visibilità dei codici culturali, dal punto di vista dei meccanismi culturali, come la gestione del tempo, la costruzione del nuovo, un continuo lavoro su nuovo riabilitando il vecchio, è sempre un riproporre, rivisitare, ritornare, sempre una novità, il nuovo che si rinnova, pesco nel vecchio e te lo rinnovo, tu devi essere indietro. I grandi luoghi delle merci sono i luoghi in cui è tutto più visibile. L’organizzazione di un supermercato, per esempio tutto è costruito sull’ottico, 2 leggi, n percorso obbligato che i supermercati mimano attraverso le scaffalature e un’organizzazione ben precisa delle sezioni, l’ottico 7 P ag .7 delle marche che sono appena di fronte e le altre in alto-basso. Nella media all’altezza dei propri occhi c’è il target della popolazione che si lascia guidare dal desiderio con la forza dello sguardo. Le società del sud sono una miniera di visibilità dei codici culturali, poiché non sono occultati, anche qui c’è un luogo di immediata evidenza di come nella nostra tradizione di pensiero riserviamo il potere all’occhio, questo assurdo potere delle società tradizionali che determina le relazioni sociali, nell’occhio veniva riposto il potere, scansandosi dalla presa di potere dello sguardo sottraendosi da esso. Rappresentazione popolare, a contrappasso dal nobile raffigurato dall’occhio, che ne vuole sfuggire. La divinità è colui che vede senza essere visto. La società non riesce a concepire meccanismi diversi. Nel potere popolare troviamo ad esempio il “malocchio”. IL POTERE DELLO SGUARDO---Il pan opticon è uno sguardo dappertutto che è un modello architettonico Jeremy Bentan tra i filosofi del 700 utilitarismo inglese Bentan è filosofo ma crea un modello architettonico, rappresentazione del potere in occidente e della sua magnifica forza, un occhio in mezzo ad un anfiteatro di celle/aule si vede in ognuna delle celle l’ombra e di conseguenza il movimento. Pedagogia di disciplinamento dei comportamenti, con il solo pensiero dello sguardo quest’idea potentissima racchiude un codice culturale dello sguardo, per secoli e ancora adesso sentiamo il potere in chi guarda senza essere guardato. Un meccanismo di potere che non necessita di violenza. Codice culturale del potere in occidente che si fonda sullo sguardo. Un secondo meccanismo legato al lavoro della comunicazione sul tempo e la memoria e soprattutto sulla memoria dello sguardo, un prodotto viene imposto con un meccanismo di ripetizione per farlo sedimentare nella memoria, nella comunicazione vince chi si insidia nella memoria comune Memoria collettiva i gruppi sociali scelgono cosa ricordare Memoria comune memoria involontaria, per magia sociale è stato bravo chi mi ha indotto a ricordarla senza che io lo volessi. Deve insediarsi nella mia memoria e io non posso rimuoverla, è lì che si vincono le battaglie comunicative più che nella vendita del prodotto. C’è un enorme guerra per sedimentarsi all’interno di una memoria comune e lo sguardo è il tramite necessario n1 la controprova la troviamo nei grandi miti della canzone che sono miti del sonoro con la sottrazione allo sguardo e il tempo si ferma, non si è più la diva ma un mito, Mina una delle poche che fa il passaggio poiché passa dall’essere sempre sotto lo sguardo per essere ricordati, scappa da questo e diventa come dio poiché “noi non la riusciamo più a vedere” ha il potere di potersi sottrarre allo sguardo con la sua enorme costruzione del mito. 08/04 Il Panocticon memoria collettiva e comune utili all’analisi. Due esempi, uno tratto dal mondo pittorico e uno di maggiore formalizzazione su un paio di pagine. Quadro informale sui codici culturali. Bax Andal testo del 72 Pitture ed esperienze sociali nell’Italia del 400. Storico dell’arte che interpreta il pensiero e contetualizza l’opera nel tempo. Ha la partivolarità di dare le chiavi di lettura per evitare il presentismo la sensazione e l’interpretazione moderna che cambia il messaggio originale. L’opera era per altre persone che rispondevano ad un’altra epoca e ad altre leggi. I ragazzini se vanno nel museo egizio per la prima volta sorridono di fronte alle mummie, ma quella era una rappresentazione culturale ben precisa in passato. Sono quegli strani effetti dove un invito alla comunicazione storica è importante poiché l’opera va decifrata nella sua epoca, è questo che studia Andal, il senso di una necessità di avere gli strumenti della comunicazione, abbiamo un’applicazione di uno sforzo verso i codici culturali che hanno bisogno di una chiave di lettura per essere decifrati. Con Andal vediamo una ricollocazione dell’opera nel suo tempo. 10 P ag .1 0 15/04/2021 La Bella e la bestia è introdotto per via del rapporto tra una forma di comunicazione che è la favola e le questioni, crisi sociali, tra i vari modi in cui le società affrontano i problemi, la favola è un modo particolare, forma di comunicazione inconsueta per gli adulti, ma in realtà come l’impostazione comunicativa favolistica è un modo consolidato con cui le società raccontano le reali questioni sociali. Garrone usa tre favole estratte dal Pentamerone scritto da Basile in una periferia napoletana scritto in dialetto del loco nel 1634/1636; sono 50 favole. Utilizza un realismo molto intenso, è interessante perché ci fa vedere come i codici culturali si impongono nella società e largamente nelle forme di comunicazione. Altre trasposizioni cinematografiche e in vari ambiti delle arti e da tutti i favolisti per eccellenza. Una trasposizione è la gatta cenerentola con un’irruzione colta del popolare apre un filone di studi e ricerche. Lettura del testo: il testo parte dagli elementi come con Garrone la prima parte introduttiva con il prologo è più fondato sull’immagine e poi una parte teorica chi usa Remotti ha la grande costruzione dei tipi sociali come i primi capitoli di chi usa il manuale. Abbiamo il prologo dove ci si sofferma sulla favola storica per le coordinate e poi un quadro teorico che apre ai 4 casi di studio che si dividono in due parti la prima al proprio e la seconda all’improprio, la contrapposizione tra ciò che per i codici culturali della società è ritenuto proprio e ciò che è ritenuto improprio. Nella sezione sul proprio studieremo due casi con cui la società costruisce il modello di bello soprattutto morale, la connessione tra fisico e morale. Una seconda parte di costruzione di brutto fisico e morale che sono connessi a causa della società che le compone. Metodo di analisi come “schizzoanalisi” interpretazioni con prove sottoposte valutazione data a noi, questo è un lavoro preliminare in senso pittorico. Leggiamo materiali di ricerca non sedimentati. Il prologo presenta 4 variazioni anomale sul testo della bella e la bestia in senso di variazione musicale. Anomale perché lavora sulla favola della bella e la bestia tirandola, il filo conduttore, la struttura della favola è solo a dovere di cronaca. Questo lavoro di spostamento non è illegittimo perché ha sempre una sua elasticità, passando di bocca in bocca è vittima di errore e versioni diverse. Le favole affrontano temi che hanno bisogno di rassicurazione e la ripetizione esatta addomestica un argomento, è il meccanismo tipico dei media, il ritornello assoluto. La forma dei casi di studio non è quella della favola, quello che viene conservato è la contrapposizione tra la Bella e la Bestia, tutti i casi di studio sono accomunati da questa dialettica, non la forma o formologia della favola storica ma il fatto che nelle nostre società si sia costruito un codice culturale per cui i soggetti sociali sia come singoli sia come gruppi vengono inquadrati in una contrapposizione tra la bella e la bestia senza alcuna necessità dove in alcune culture non esiste. Non è universale ed è una scelta arbitraria della società. Questi codici culturali non sono imposti da legge natura o divina ma sono le società che li costruiscono, nella storia, nelle relazioni e lotti quotidiane, è lì che si costruisce questa arbitrarietà, il che significa che anche i nostri spazi di libertà aumentano, da un lato abbiamo i codici che ci determinano, dall’altro lato abbiamo degli spazi di libertà. I codici culturali vengono costruiti così come vengono costruite le regole di interazione e convivenza come con il caso dell’eliminazione degli ospedali criminali. Il prologo si apre con il topos del racconto, e nel sistema di classificazione delle favole viene indicato come 425 by Harne e Thomson e riguarda la ricerca dell’amore perduto. Questo è un catalogo numerato che fa un indice dei tipi delle favole, sistema sterminato, indice mondiale della favolistica. La letteratura del sud si è distinta con Pitrè, ma utilizza un sistema diverso, con un repertorio favolistico che spesso si trasporta in musica. Come le fiabe raccolte da parte di Italo Calvino. Nella raccolta di Harne e Thomson è un lavoro articolato trama per trama, la potenza di trasmissione dei saperi. Loro classificano la bella la bestia con il tipo 425 con il sottotipo che ha a che fare con un nucleo: le nozze della bella con un marito dalle sembianze animalesche e mostruose, questa è la forma in cui è stato intercettato il messaggio, con un principio di non identificazione, è una storia di storie, l’unirsi, l’addensarsi di spezzoni di storie che prendono una forma che si tramanda. È come lavorare sull’origine dalle storie, sono spezzoni vivi che ad un certo punto si uniscono, questo materiale magmatico si riunisce e prende una forma stabile che arriva in forme che poi ci tramandano. Spesso noi ragioniamo di questi elementi al passato, le società producono continuamente nuovi discorsi in base agli elementi sociali perché gli 11 P ag .1 1 argomenti producono nella cultura, nelle arti e in varie forme dei cambiamenti, un discorso che nasce e che andrà a stabilirsi producendo qualcosa di stabile. Il momento storico attuale ci dà modo di vederlo, ci sono le prime favole nascenti della pandemia. La Bella e la Bestia ha inizi di mille storie che man mano si coagulano e prendono una forma. Il primo nucleo, il primo antecedente, spezzone di questa favola più conosciuto e solido è in Amore e Psiche di Apuleio, il punto interessato e inserito nel testo è il momento in cui si forma il canone moderno, cioè la struttura fondamentale di come noi la conosciamo oggi. In un nucleo molto omogeneo tra la fine del 17 e inizio 18 a fissare il canone moderno sono tre narratrici francesi. Il primo testo dove questa favola assume la forma è di madame de noie del 1968 a Parigi, è tutta una raccolta dove non c’è un’unica favola, ma sono tutti racconti di mariti animaleschi, metamoformosi di uomini violente, la favola non è canonizzata, ma in questi racconti compaiono questi riti animaleschi, abbiamo il prototipo di una stessa raccolta, Madame del Nieve abbiamo il prototipo della favola moderna 1740 canone molto attestato, il testo più conosciuto è di Madame de Beaumant 1756 entra in una raccolta per l’infanzia, è il testo che viene reso pudico, il testo edulcorato, emandato, anche qui il realismo di Garrone ci ha messo di fronte al racconto dei racconti nella forma originaria, quando corpo è corpo, gli elementi sono forti, tipici del regime popolare, fiabesco. Da metà 700, dove stiamo collocando la favola nel canone prototipo moderno, non ha mai smesso di essere riscritta, gli adattamenti sono stati molteplici, in tutte le forme d’arte; due celeberrimi: la Belle e la bestia del 1946 Renee e Coqutoi, Disney del 1991 fai un paragone e vedrete due mondi diversi, anche nelle stesse fattezze materiali dei personaggi. Gli adattamenti e la loro diffusione sono in base al lavoro di edulcorazione effettuato su di essi. In tutte queste forme abbiamo una parte stabile e delle frazioni variabili, queste frazioni possono riguardare tanti aspetti, lo schema principale rimane ma quali sono i fondi possono variare, cambia lo sviluppo narrativo e la definizione dei personaggi, più volte mutano i finali della storia. Sono tantissimi i finali dove la Bestia viene uccisa, perché c’è un riscatto della donna fortissimo, questo non avviene nelle versioni più edulcorate. Per Pinocchio in prima stesura Pinocchio si impicca all’albero per la questione del denaro. Vari autori si sono sbizzarriti nell’aggiungere caratteristiche a piacere. Bisogna ragionare sulla stabilità delle figure e la mutevolezza dei loro caratteri, è da qui che è stato effettuato il lavoro sui casi di studio. Le figure permangono ma i caratteri sono assolutamente diversi, spostamento logico, nelle relazioni umane, nella categorizzazione dei gruppi umani è come se catalogasse ognuno nelle sfumature della bella e la bestia e di conseguenza ne cambiano i caratteri, come se la società non riuscisse ad uscire da questo schema. La televisione costruisce questo modello, tutti i palinsesti fatti da tronisti/e in esposizione, la tv è fin troppo banale per raccontarlo. Per avere un’idea di questa mutazione dei caratteri. Nel corso del tempo sul corso della mutevolezza abbiamo la polarizzazione tra una bestialità e una bellezza. Il primo tratto particolare è che in realtà della bella le versioni dicono molto poco. Non esistono pagine sul perché la bella è bella, l’identificazione così forte non viene spiegato, sicuramente il tratto ribadito è che questa bellezza è fisica e morale a un tempo, un connubio, il grande antecedente di una bellezza “del dentro fuori” tratto caratterizzante poiché è tramite questa relazione che avviene la discriminazione raziale connubio tra elemento fisico e morale, connubio fondativo anche per la comunicazione non discriminante) noi evinciamo questa bellezza per contrasto poiché ella è il contrario della bestia, è il meccanismo di costruzione delle società che si ha in società. Questo meccanismo nel corso degli anni si va ad accentuare ma soprattutto nella tradizione orale ha carattere di impermanenza e sfumata (pag9b&b) All’inizio è tutta questione intellettuale e comunicativa e la differenza tra la Bella e la Bestia. L’unione di figuro e testa è un connubio molto particolare ed un esercizio complesso, non è una questione moderna ma un rapporto medievale che aveva immagini e testo che si abbracciavano negli affreschi, dove oltre ai trionfi della morte per esempio, le figure, vi erano le descrizioni in latino e volgare, sistema polimediale, il cartiglio in latino e volgare per capire ognuno di cosa si stesse parlando, sistema complessissimo di comunicazione, poche cose che siano l’antecedente del fumetto, testo e immagine con una relazione esplicita, chiara e decifrabile per produrre effetto comunicativo. Siamo ad una forzatura dell’immagine della bestia che deve essere orrida e repellente e inizia a prendere forma nelle raffigurazioni delle prime edizioni, si fa maiale, roso, pesci strani, lucertola, diventa l’insieme di tutto questo. Ci si riferisce all’immaginario del tempo e si uniscono i tratti più 12 P ag .1 2 orridi e repellenti, non troviamo il lupo perché esisteva già la favola di Capuccetto Rosso. In più occasione ha l’iconografia del diavolo cristiana, per l’esigenza di rappresentare ed essere decifrato, facendo ritrovare qualcosa che il popolo conosce e può facilmente indovinare. Un messaggio indecifrabile quello che innova non sovverterà mai del tutto le forme, se le sovverte tutte le rende indigeribile, la forte sorvessione viene accettata quando alcuni tratti sono riconoscibili e in questo modo si agganciano a questi tratti riconoscibili anche i tratti più indigesti. 20/04/2021 L’adattamento culturale e i tratti somatici delle figure cambiano di volta in volta a seconda della cultura del luogo, perciò troviamo diverse rappresentazioni della Bella e la Bestia. Come per Helmut Newton in a world without man, con l’immagine della bella e affianco un orso, l’iconografia dell’uomo che muta e diventa orso. Se ragioniamo di questi tratti con un esempio come iconografia generale e come i codici culturali si trasferiscono, già il fatto che sia internazionale, ci dimostra che la mutevolezza delle immagini data da una storia che non ne definisce alcuni, con elemento essenziale che si incarna in una bestia prevalente. C’è un animale che nella simbologia incarna questi tratti, l’orso al di là della favola, come i bestiari medievali che sono ricostruzione dell’immaginario medievale dove si raccontava la fauna, con forme immaginarie. Nella bella e la bestia abbiamo forme di immaginazione e simbologie che prendono forma. L’orso ha una lunga tradizione perché è il re delle bestie in Europa, il simbolo del potere, attribuita adesso da parte nostra al Leone, ma se si prendono stemmi e casati l’orso è prevalente, poiché simbolo di potere e regalità, animale possente molto diffuso, perse le tracce è decaduta l’iconografia, ci sono rapporti animali e rapporti simbolici che la società assume. L’orso svolge molto bene questa funzione perché è simbolo del potere e allegoria animale dell’umano, figura di mediazione tra il mondo fantastico e quello animale, è emblema di forza e forestiero, della foresta in prossimità delle città, a ciò si aggiungono fattezze antropomorfe, si può alzare sule zampe e assumere la forma umana, quando viene affiancato all’uomo viene affiancato in pieni e non a 4 zampe, è contemporaneamente bestia, potere, ma è vicino all’umano. Figura di mediazione è la bestia che è animale ma anche essere umano. L’orso è la figura ai bordi tra l’umano e l’animale, riconosciamo la potenzialità dell’umano. Il dargli carattere significa dare dei tratti morali, meccanismo basico classico del racconto in cui tutto viene tramutato. Dinamica tra vicinanza e lontananza che le dinamiche mettono in atto, proprio perché mutano i sistemi, mutano le figure e i tratti che si vogliono indentificare. Si irrompe nel sistema cultura la paura, che non ha precisa identificazione, che forme assumerà? Mutano le paure e mutano le forme che assume all’interno della società nelle forme di rappresentazione, facile vedere forma delle paure e forma della rappresentazione nella fiaba, basta volgersi indietro per vedere che le paure erano differenti nei secoli passati. Incrocio tra minotauro e bisonte americano, inversione radicale per la Disney, hanno utilizzato un animale dissonante, il simbolo dello sterminio degli indiani, è il rappresentante di una vittima, immagine che non scuote nessuno, che non riesce a muovere paure e non è immagine predatoria, ma simbolo di genocidio. L e società provano a raccontare le proprie paure negli animali. La paura si sposta dalle foreste all’acqua, l’epoca rappresenta la paura in incarnazioni diverse. In società tutto può parlare ed è frutto di codici ben definiti. Se veniamo all’essenza e da tutto ciò togliamo gli aspetti storico culturale è che bella e bestia ci sono sempre polo negativo e positivo, cambiano solo le forme sociali, le fattezze, esteriorità e i caratteri, cambia l’interpretazione delle forme, il meccanismo di base è la polarizzazione. Alterità e somiglianza sono dei precisi codici culturali, è questo che cambia. L’orso è la figura di transizione. Nelle favole i personaggi sono delle proprietà incarnate, è difficile che abbiano un nome proprio, nella maggioranza del sistema favolistico i nomi non ci sono, perché le proprietà dell’essere e dell’oggetto sono incarnate nel nome comune. Al di la degli aspetti abbiamo un meccanismo sociale di antropopoiesi, con il quale l’uomo identifica chi è all’interno della società, quali sono le figure umane legittime, è un enorme lavoro di produzione sociale, in tutti gli elementi, continuamente le società lavorano sull’uomo che la società desidera per distinguerlo da 15 P ag .1 5 polo negativo e il meccanismo più estremo della costruzione del meccanismo raziale. È un dispositivo prettamente comunicativo, che incide profondamente sulla realtà, non c’è una realtà da una parte e la comunicazione dall’altra, un semplice meccanismo linguistico è stato atrocemente concreto con il razzismo, sintetizzato nella formula naturalizzazione di un processo storico sociale, identità di un gruppo che il razzista tende di rendere meccanismo naturale immobile. Rimettendoci nella fiaba tuto questo meccanismo di umanità sintetizzato nella bella e la bestia ci sembra che il mondo medievale e moderno si fondi sulla polarizzazione di identità negative e positive che identificano la nostra società, una contrapposizione tra il noi e il non noi, non possiamo non immaginarci in una scala gerarchica in questo filone di pensiero. La nostra identità è costruita sull’espulsione, noi riconosciamo una priorità al noi che c’è al centro dell’identità ed è tutto all’interno di una identificazione gerarchica. Come Remotti ci dice, se lo spogliamo dai concetti, le società formano un noi, questa identità prevalente, a questa di danno i caratteri dell’umanità e tutti quelli che non corrispondono a questi sono fuori, ma noi ci consideriamo sempre il cerchio interno, quello vero, molti si riferiscono ad umanità solo per riferirsi a gruppi molto piccoli, oggi è diverso, ma fino a poco tempo fa non lo era. In realtà questo meccanismo formale dal punto di vista sostanziale noi quando diciamo umanità riteniamo ne esista una ancora superiore. In altre si è pensato che fosse questo nucleo il centro dell’identità, un padrone e uno sciavo non si sentono parte della stessa umanità, uno schiavo è deprivato da una parte di umanità, perché se considerato alla pari non potrebbe succedere. Gli esempi storici ci servono a far vedere quello che oggi ai nostri occhi è meno visibile. La polarizzazione tra noi e non noi ha dei momenti dove diventa forma propria di un’epoca si connette necessariamente alla comunicazione quando ha bisogno di una giustificazione razionalizzazione, come negli zoo umani, i dispositivi linguistici come il razzismo nascono nei momenti storici in cui nella società gli esseri umani devono distinguere ed eseguire dei tagli al suo interno. Nel contesto storico sulle teorie dei vecchi manuali è un fenomeno che esiste da sempre, a parte la pericolosità del non sottintendere la fine, si dice che la nascita del fenomeno non sia di reale importanza, sottintendere che è sempre esistita una discriminazione, ma il razzismo sarebbe stato inutile per moltissimi secoli, nasce nel momento in cui nasce una società di uguaglianza prima di ciò l’occidente moderno non ha più bisogno del razzismo biologico, prima del 1789 prima della rivoluzione francese, le società occidentali non hanno bisogno del razzismo perché sono società dove la divisione è scritta o interpretata in leggi naturali o divine. Il noi si differenzia dagli altri perché è già così. La contrapposizione nasce nel momento in cui si è tutti uguali, nella società si sente il bisogno di riservare per sé determinate cose e si riserva il diritto di essere meno uguali degli altri, a legittimarla si trova il razzismo, per sottrarre umanità alle persone. Un connubio atroce tra società moderne, dispositivi linguistici e sistemi di pensiero. La comunicazione è il meccanismo che permette di fare tutto questo. Un discorso che permette di frammentare la società. La lunga storia del dominio maschile sulla donna è stato questo, quando nell’’antichità se ne parla, il meccanismo era diversa, poiché appartenevano già a nature diverse è quando esiste un processo emancipativo che esiste la necessità di reimporre la struttura. È interessante che la bella e la bestia nasca da tre donne alla fine del 700 scontro identitario forte con rapporti che emergono. Normalmente a noi le favole arrivano per via maschile, qui sotto c’è qualcosa di femminile che emerge, l’aria di rivoluzione francese che si scontra sul mondo si fa sentire. Remotti negli ultimi capitoli parla dell’umanità come violenza, lo stesso noi di cui ragioniamo è lo stesso come concetto di base, costruire delle identità rigide è violenza è questo. Per chiudere con la favola storica bisogna riprendere il carattere pedagogico che le società hanno, questa pedagogia pervasiva porta la favola a raccontarle poiché porta il carattere pedagogico in sé. Il genere favolistico ha in sé un carattere pedagogico, tutti sappiamo che la favola ha una morale e vuole insegnare qualcosa, è solo nella sua versione stranamente superficiale qualcosa che ha a che fare con un carattere leggero, un modo che la società utilizza per raccontarci la società, impariamo le frontiere sociali. Ci racconta come si vive nella società. Molti autori con impegno civile e politico, come Gianni Rodari che funzione etica e civile nel contenuto e nel modo. Il riconoscimento della funzione etica viene riconosciuto come per esempio da Gramsci nella trascrizione della favola dei fratelli Grimm che racconta la morale civile, Gramsci deve far passare dalla censura carceraria le favole, un altro caso Leonardo Sciascia che fa una vita di impegno etico e civile e in 16 P ag .1 6 quella assurda comunicazione dell’Italia nei suoi romanzi in Italia è il primo a dire mafia e ci sono commissioni che si interroga di cosa lui stia parlando. Autore del secondo 900 inoltrato, il suo primo libretto del 50 sono le favole della dittatura, scritte sotto la dittatura, invito a staccarsi dall’illusione ottica che stiamo parlando di un genere letterario solo per bambini, una miniera dove si può vedere come la società funziona poiché c’è l’intento pedagogico, nessuno si meraviglia, ce lo andiamo a cercare subito. Il passaggio successivo è che questi generi fiabeschi non siano frontiere ma l’unione della letteratura che racconta la società, si parte dal naufrago di Marquez con il realismo magico, termine che c è utile perché le favole sono raccontante nel mondo fantastico che racconta meccanismi reali della società, succede nella favola e nella letteratura fantastica, non tutta, ma c’è tutta una letteratura finzionale che in realtà racconta metodicamente i meccanismi sociali. Se si pensa a quanto ci insegna Dickens sui bassifondi londinesi, oppure Hugo su quella Francia lì, fantasia o modo d’essere? Chi è la parte di società di cui nessuno ci racconta, ma tramanda in via romanzata? La letteratura fantastica spesso racconta un mondo che ha sotto gli occhi ma gli altri non vedono. Una dinamica reale che sta cambiando e che sembra essere letteratura d’anticipo perché quando c’era da vederla non l’hanno vista. L’artista è colui che legge ciò che gli altri non vedono. I momenti di mutazione dei codici culturali sono quello che spinge questi racconti di crisi sociali che vengono rappresentati attraverso favole e racconti fantastici per far presa sulla realtà che è faticosa e dolorosa, spingendola nella dimensione fantastica diventa tutto più accettabile. La favola è uno strumento di comprensione e controllo. Anche su questo noi possediamo il ricordo c’è un luogo dove tutto ciò si vede, l’unico genere nel rispetto dei bambini quei temi che altri non possono dire, per raccontare a un bambino della morte si usa la favola, è una costante in molte fiabe. Bisogna concordare che ci sono anche racconti atroci, come la perdita dei genitori, non è quindi un genere leggero, ma il genere a cui affidiamo le crisi più profonde, perché in altro modo sarebbe dolorosissimo. Per i concetti astratti un bambino non riesce ad avere una profonda conoscenza, c’è bisogno di impulsi materiali, la morte diventa materiale, assume forma nella fantasia. Il racconto delle dinamiche sociali che intervengono nelle crisi. La favola della bella e la bestia che si condensa in queste tre varianti, di che crisi ci racconta? Messa in questa versione la bella e la bestia è un modo che in quel momento tra glia altri si da un’interpretazione di una crisi che si ha, i codici culturali franano e la favola racconta come dovrebbe essere, ci sono due visoni diverse perché ci sono sotto le forze sociali, una mantiene il codice culturale mentre l’altra cerca di rinnovare, l’intento morale della bella e la bestia è in primo luogo un racconto di paura e rispetto alle donne il rito angosciante al passaggio del matrimonio, un temuto rito di passaggio, perché la giovane donna sposava un estraneo, la donna racconta quello che succede, i rapporti matrimoniali dell’epoca dell’ignoto, quello che deve affrontare con il matrimonio. La favola spiega alla donna a cosa va incontro, paura, dipendenza perché la donna passa dalla dipendenza dell’ordine familiare paterno a quella di un altro uomo, da proprietà del padre a proprietà di un altro marito. L’ambiente ritrovato sarà violento come quello familiare, il rito di passaggio feroce va da dipendenze familiari a quelle del marito e dalla violenza paterna a quella del marito, tutto questo lo abbiamo poi rivestito di festa, ma in sé è stato un gesto di lunga violenza. Il commercio della donna, la dote, la bella e la bestia nel film di Garrone e nel capitolo sul capitale estetico che non è altro se non la trasposizione simbolica di chi non ha a disposizione un capitale monetario. Segno di una società che non ti valorizza in altro modo, perché tutte le altre possibilità sono bloccate, lotteria sociale sul capitale estetico, l’equivalente simbolico della proprietà. Dovremmo chiederci perché ci viene richiesto un valore sull’estetica, oggi riguarda donna e uomo, se il lavoro simbolico fosse un trucco sulla limitazione del resto degli altri capitali? Abbiamo una popolazione che lavora sul capitale estetico come se fosse il biglietto di una lotteria, meccanismo che occulta il fatto che tuta una serie di altre possibilità viene negata. Se ci soffermiamo sulla favola reale racconta un rito di passaggio matrimoniale, dipendenza, possibile violenza, bestia perché nella normalità dei casi ti tratta male, con violenza, come nel racconto della morte si racconta a delle bambine si racconta quello che sta per succedere, perché nel momento di crisi la morale della favola emerge. Madame de Villeneuve è la parte di rottura del canone tradizionale, dove si apre un mondo nuovo dove il marito si può scegliere, nel 700 è qualcosa di nuovo. Madame de Beaumant è un’istitutrice legata a canoni tradizionali e il canone è quello dell’obbedienza e della rassegnazione dell’economia coniugale, in 17 P ag .1 7 cambio offre una speranza, un biglietto della lotteria, può capitare che la bestia si riveli meno selvaggia del temuto, obbedite alla morale tradizionale del matrimonio, potrebbe andare bene, stessa dinamica che in altre forme si ritrova in altre favole, come il principe azzurro che prima è un ranocchio e poi si trasforma, se ti va bene la trasformazione arriva. Nella morale c’è una crisi dei codici amorosi, matrimoniali, affettivi, c’è una spinta delle donne che rivendicano una libertà di scelta al di là delle imposizioni familiari. La favola ti rende il tutto accettabile. Nei 4 saggi che compongono il libro ci distanzieremo dalla favola, volevamo rendere simbolico il noi e il non noi per collocare in un tempo molto reale della storia senza astrazioni. Studieremo 1 sul capitale estetico che si ricollega al prologo. Sugli zoo umani fare riferimento ai materiali audiovisivi. 29/04/2021 Manca rec!!! RECUPERATA DA LOLA Libro La bella e la Bestia, pag.19 Quello che la società va a costruire sono dei modelli: il tipo e l’anti-tipo. Prendo il comportamento di un singolo e lo trasformo nella natura di tutti Le caratteristiche di un individuo si estendono ad una collettività → soppressione totale dell’individualità es→ Calabrese = criminale Due filoni principali nell’800: 1. positivismo criminologico 2. costruzione dell’uomo medio → standardizzazione delle merci porta alla standardizzazione degli umani es. Produzione di massa: vestiti su misura (sarta) → prima: normalità - ora: lusso La forma standard delle merci quando si è instaurata ha richiesto una forma standard delle persone: es. taglie di vestiti e scarpe , altezza dei mobili, bagni/giochi per disabili→ costruzioni per una forma non standard. Per tantissimo tempo le nostre società hanno funzionato per forma standard e chi ne era fuori era la bestia; in ogni caso sappiamo che i codici culturali sono arbitrari e possono cambiare. (per esempio: disabilità- Beatrice Vio). La figura della donna vista in modo inferiore sia fisicamente che cognitivamente: La maggior parte dei testi del novecento contiene il titolo “l’inferiorità mentale della donna” fino a metà del 1900 la donna era inferiore anche giuridicamente, non poteva votare. ● Bella e bestia per molto tempo sono stati interpretati come due tipi singoli ma adesso li immaginiamo come delle graduazioni di un tipo (come le taglie di una persona) ● la tipizzazione dell’umano è un meccanismo innestato dalla standardizzazione delle merci ● le società costruiscono dei tipi umani che sono considerati “legittimi” per quella organizzazione sociale. ● Vedendo i tipi “positivi” si vedrà quale tipo la società emargina 20 P ag .2 0 implicitamente che cos’è lo stato se non si schiera in queste lotte. C’è Bettino Craxi che rifiutò i funerali si stato ritenendo lo stato inadeguate, ma lui in quel momento era latitante in Tunisia. Giulio Andreotti figura controversa rifiutò pure, i funerali di stato sono dei luoghi in cui la repubblica parla di sé stessa, ci sono delle forti rivendicazioni repubblicane. La critica fortissima nello stato fa un esercizio reale di democrazia quando si presentano i funerali di stato. L’inquadramento logico di questi momenti che si sono succeduti prima nel libro vengono indicate le norme per capire come lo stato stesso inquadra le norme, regolamentati nel 1987 si prova a capire come il cerimoniale viene regolato nella materia. (Pag 47,48 b&b) Toscanini, Trilussa, Montale, Renzo Piano e Carlo Abate senatori nel campo delle arti su cui si è condensato un consenso inaccepibile. Ad un certo punto succede un iper produzione di funerali che non sono esplicitati, questo segna una censura, i valori della patria vengono incarnati in maniera diversa. Si aggiungono funerali di stato che sono incidenti o catastrofi naturali. (Pag 49,50 b&b) funerali di stato come gestione emotiva di una nazione. (Pag 51-52 b&b) Strage di Lampedusa, 366 corpi di migranti morti, funerali di stato promessi per inadempienza dello stato e poi negati, trasformati in dovuta commemorazione, in piccoli cimiteri dei luoghi limitrofi vengono già sepolti. Si trasformano in esequie solenni sul piano linguistico e poi in cerimonia di commemorazione in cui le vittime avranno un giusto saluto. Palmisano, fotografo, sale sulla nave e fotografa come queste bare invadono la nave. Palmisano ci da le foto di una nave totalmente ricoperta di bare, immagine impossibile che fosse stata vista prima. Nel governo dell’epoca è successo qualcosa che ha introdotto una squalificazione netta. Lo stato che da un lato sta costruendo quello che interpreta come lato positivo e poi cambia lo statuto dei corpi che diventano illegittimi. 20/05/2021 Attorno al 2009 c’è stata una prorompente quantità di funerali di stati come governo emotivo, investimento emotivo. Due particolari di Alberto sordi e Mike Bongiorno, indice di uno spostamento della logica dei funerali di stato, muta il criterio di attribuzione di questa cerimonia, c’è un ulteriore passaggio, Alberto Sordi e Mike Bongiorno hanno un che li unisce. Abbiamo un dato di partenza, per Alberto Sordi grande attore non è semplicissimo individuare il perché, da solo creerebbe problemi la giustificazione della decisione, le ragioni che lo stato riporta vengono presi come simbolo dell’uomo comune, l’uomo medio, questa è la particolarità comune. (Pag 55 b&b) Mike Bongiorno e l’eroismo della normalità, uomo semplice e normale. Mike è l’incarnazione dell’uomo qualunque che si è distinto per la sua obbedienza. Viene scelto un simbolo, l’incarnazione del più normale, il super normale, un cambiamento di codice che è molto moderno, si è instaurata una teoria dei super normali da questo momento in poi. L’uomo medio è stato ricoperto di una carica per essere ringraziato dell’esserlo stato. La logica dei super normali è più ampia e planetaria come nell’esempio del cartone degli Incredibili, tutta la famiglia ha dei poteri mentre cercano di essere normali, dentro i poteri vanno custoditi, ma l’immagine pubblica da dare è normalissima. L’apoteosi dell’assenza di sforzo. Due riflessioni 1 la democrazia si concentra nei momenti e nella possibilità di critica, in maniera astratta andrebbero premiati i primi a provocare critiche e dissenso, non la docilità, l’essere uomo comune. Dal punto di vista concreto il 900 ci insegna che il pericolo maggiore è dato gali uomini comuni. Il singolo a livello mediatico fa più audience, inquieta il pubblico e racconta il pericolo, costruzione sul mostro mediatico. Il 900 e la sua distorsione mediatica ci hanno dato la lezione che gli stermini si trovano li dove la violenza di massa è stata permessa dal consenso di massa. I regimi dittatoriali tra le due guerre, se prendiamo i fascismi tra le due, quei milioni di morti, produttori di sterminio, non erano mostri ma uomini comuni, abbiamo tutta un’inversione della letteratura storica. In maniera erronea ci vengono raccontati i soliti 4 nomi ma ci si scorda che questi regimi di violenza di massa si fondavano su un consenso di massa che però continuiamo a rimuovere, fortunatamente da pochi anni le analisi storiche non lo rimuovono più. La colpa veniva addossata al singolo, come esempio cinematografico Mediterraneo si 21 P ag .2 1 Gabriele Salvatores, film umano ma non corrispondente alla verità, poiché producevamo morte e razzismo anche noi. Gli storici precedenti come avrebbero potuto spiegare tutto ciò? In un regime del consenso vario, esplicito, assenzo, indifferenza. Uno dei libri più famosi si chiama uomini comuni che racconta di masse grigie che procurano massacri e stermini, i volenterosi carnefici di Hitler che racconta dalle masse che consentono gli omicidi di massa. Il grigiume di uomini comuni che improvvisamente diventano sterminatori. A poca distanza storica, l’uomo comune viene osannato e questo fa strano. (Pag 57 b&b) L’interpretazione di andare a vedere il consenso di massa è successivo e quando Hannah Arendt parla di Eichmann, nonostante si aspetti il grande mostro è stupita dalla mediocrità, dal grigiume di quest’uomo ed è inquietata perché il confine tra l’uomo comune e l’uomo sterminatore è labilissimo. Tornare a vedere l’uomo comune come non pericoloso con il funerale di Mike Bongiorno, dopo questi avvenimenti, abbassa i crismi, è colui che disattiva i meccanismi della critica. Hanno pensato di poter far diventare i funerali di stato come luogo della non critica. Umberto Eco nel 1961 scrive dell’uomo comune con il libro Fenomenologia di Mike Bongiorno, criticando aspramente la scelta di aver premiato l’uomo comune per il semplice fatto di esserlo. Quando Eco scrive è da lì che inizia il percorso di Comunicazione e Dams con anche Roland Bart. Eco non si sottrae dall’analisi critica del reale, attivazione di un sapere critico di fronte agli apparati comunicativi. Qualcuno che smonti il meccanismo, che lo smascheri, non sembra più esserci, per convergenza e contezza degli strumenti delle forze di comunicazione e del peso acquisito. La democrazia si fonda sulla critica e l’uomo comune dell’assuefazione è quello che produce un suono distorto. Il capitolo si chiude con la diffidenza riguardo la dittatura degli applausi, il trasformare una scelta individuale in una scelta dettata da altri. 21/05/2021 Ospedali Psichiatrici Giudiziari: il video della Commissione di inchiesta del Senato. 25/05/2021 Il tema del trattamento sociale della follia è il luogo dove meglio si possono cogliere i codici culturali e quindi le regole implicite della società, poiché è il momento in cui le società decidono qual è il loro sistema di razionalità e buttano fuori tutto ciò che ritengono non esserlo. Nell trattamento della follia viene reso tutto tremendamente reso evidente in due sensi: chi è il soggetto razionale (la bella) e chi è l’improprio (la bestia). Le società quando qualificano una persona ne costruiscono uno spazio, qui va da contestualizzare che il video e il capitolo hanno a che fare con il processo di chiusura di manicomio giudiziario/criminale che tra il 2012 2016 10217 va a modificarsi e sparire. In questo processo dobbiamo distinguere l’ospedale psichiatrico da quello psichiatrico giudiziario. Non nascono nello stesso periodo e sono due istituzioni diverse, il manicomio in Italia nasce ad inizio 800, L’ospedale psichiatrico ad Aversa ci metterà fino ad inizio 900 per essere totalmente istituzionalizzato, solo 75 anni dopo dalla nascita. Abbiamo manicomio civile e giudiziario, la differenza è sicuramente la differenza dal 1904 chi da pubblico scandalo, risulta essere un pericolo per sé e per gli altri va nell’ospedale civile, in quello giudiziario abbiamo reo folle e folle reo, la persona che quando commette un reato è incapace di intendere e volere oppure le persone che erano in carcere e in carcere davano segni di follia. Quello che li differenzia è l’assenza o presenza di reato, nella formalità, perlomeno. Nei manicomi civili dopo un lungo processo finito con la legge 180 del 78 che sancisce la chiusura di queste strutture civili. Dal 1961 la si incarna nel nome di Franco Basaglia, con l’unica riforma legislativa conosciuta in tutto il mondo e che apre la strada in tutto il mondo. In realtà ci vorranno molti altri anni per ottenere la reale chiusura come quelli di Girofalco. Quando si ha questa riforma, i manicomi criminali non vengono chiusi, ed è per questo che noi solo dal 2009/2010 riapriremo la discussione, intorno al 2015, 2016, 2017 li vedremo chiudere piano piano. Questi due processi storici sono 22 P ag .2 2 diversi e ciò è rilevante perché quando l’Italia decide di criticare i manicomi, cambia sostanzialmente l’assetto culturale di base. Come tratta un paese le persone che non capisce? Che diritto hanno? Siamo al cuore, con il trattamento della diversità interpretata come follia. Dal punto di vista dell’emancipazione aiuta ad aumentare l’emancipazione legislativa facendo un lavoro su tutte le soggettività diverse (la bestia) viene eliminato un deficit di cittadinanza. Grosso processo emancipatorio che si concentra sulla figura della donna e della famiglia, una nuova interpretazione per riassorbire dei soggetti prima considerati illegittimi. Il folle che commette il reato è stata per lungo tempo la figura sociale più estrema immaginabile. Quando immaginiamo qualcosa che la società rifiuta sicuramente saremo d’accordo che il criminale folle fa paura. Se dovessimo scomporre le figure dobbiamo assimilare che la paura del folle criminale sia stata facilmente assimilata a quella del kamikaze, come persona. Attentati di mafia, facilmente intendibili le ragioni, perciò non associabili con il folle criminale. Tutto ciò che non riusciamo a comprendere nella logica la associamo al fuori e quindi al fuori per eccellenza che si porta dietro questo senso di pericolosità. La posta in gioco è che se cambia il trattamento della follia deve essere successo qualcosa di profondo nella società. Nel saggio questo viene chiesto, cos’è successo per avvenire la chiusura dei manicomi? Era un ambiente emancipativo contrastato dove si avvertiva che la situazione dei manicomi era diventata intollerabile. Se la società cambia il modo di trattare delle persone, perché lo fa? Come per il covid, lui ci interroga su quelle che sono le matrici sociali del nostro vivere insieme Venire meno a tutto ciò in termini non quantitativi ma simbolici, anche se gli ospedali psichiatrici ancora negli anno 90 erano circa 100 mila, ci interroga molto per pensare su cosa ci ha portato a quel cambiamento. Parliamo di strutture estremamente radicate il cui processo di sparizione è un grande interrogativo sulla società, perché queste dinamiche non sono mai stabili ma sta alla decisione aperta stabilire il mutamento in base al codice culturale che potrà essere stabile o logorato per esempio dalla memoria, ciò sarà possibile, perché i codici culturali non hanno nessuna stabilità, esiste una responsabilità individuale e collettiva. È inutile nascondere che il processo che ha portato alla chiusura dei manicomi civili è differente da quella degli ospedali psichiatrici giudiziari. Quando chiudono i manicomi civili le strutture cambiano e le leggi vengono applicate per regioni, con piccole residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. L’articolo del volume analizza questo processo. Una logica secondo cui troviamo l’altro, ovvero: la bestia. Il mostro sociale è quello che la società giustifica per chi è estremo. (Pag 77 b&b) Prime tre pagine di descrizione della parte tecnica normativa che non ci interessa, ma esiste un riferimento comunicativo che ci dice molto di più e il processo linguistico di questa norma vorrebbe agganciarsi a qualcosa che fosse già previsto. La legge del 20212 è frutto di ingegneria legislativa. Anche se c’era un lento processo non vi è stata una discussione sulla chiusura degli ospedali psichiatrici, il pubblico non ha discusso. Subito dopo i riferimenti normativi abbiamo la nascita della discussione intorno alla nascita e discussione della commissione parlamentare dell’inchiesta. Il video fa parte del senato della repubblica. La commissione d’inchiesta non ha in programma gli ospedali giudiziari, in via incidentale il presidente della commissione a pag 81 b&b si pone il problema ma fa molti errori e non si trova in una situazione attenzionata. Non ci si occupa di questo tema fino all’11 giugno 2010 per dei sopralluoghi a sorpresa in due manicomi giudiziari (pag 82 b&b) Due mesi prima in aprile comitato torture che visita luoghi di reclusioni e tra 14 e 18 giugno vista in Italia. L’organismo internazionale di controllo da quel momento avendo innescato la miccia, ritroviamo un grande impegno per la chiusura delle strutture.
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