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Vita e persecuzioni di Avvakum, protopapa russo del XVII secolo, Appunti di Letteratura Russa

Storia dell'esilioStoria della Chiesa OrtodossaStoria moderna

La vita di avvakum petrov, protopapa ortodosso russo del xvii secolo, noto per la sua opposizione alla riforma liturgica di nikon. Nato a grigorovo, sul volga, avvakum diventa protopapa a nizhnij novgorod e, dopo il conflitto con nikon, viene esiliato in siberia, dove trascorre diversi anni in diverse località, tra cui tobolsk ed enisejsk. Anche informazioni sulla sua vita in siberia, le sue persecuzioni e la sua opposizione alla riforma liturgica. Un'espressione della vita dei santi e un testo agiografico.

Cosa imparerai

  • Qual era la posizione di Avvakum sulla riforma liturgica di Nikon?
  • Dove venne esiliato Avvakum in Siberia e come trascorse i suoi anni di esilio?
  • Chi era Avvakum Petrov e perché venne esiliato in Siberia?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 22/08/2022

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Scarica Vita e persecuzioni di Avvakum, protopapa russo del XVII secolo e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! 15/10 Житие протопопа Аввакума: espressione, che indica la vita dei santi; testo agiografico. Grigorovo è la città natale di Avvakum, sul Volga. Diventa протопоп, a Низний Новгород, sul Volga. Lopatishchi è un villaggio, ove, nel 1941, comincia a vivere nella sua parrocchia, con sua moglie. Iurivets (altra città del percorso di Avvakum) si trova a nord di niznij novgorod. Qui, viene nominato arciprete, per otto settimane in carica, e il passo successivo è andare a Mosca. Tutta la formazione di Avvakum avviene in contesto provinciale, non lontano dalla città metropolita, che si inserisce nell’orizzonte della Moscovia tardo seicentesca. A Mosca, Avvakum va a stare con un promotore dell’opposizione della rivolta all’imposizione dei testi sacri, corretti da parte della riforma di Nikon, con Ivan, nella chiesa della madonna di Kazanb, rasa al suolo dal potere sovietico. Avvakum, dopo il conflitto con Nikon (1653), viene mandato in Siberia. Tobolsk è la città siberiana, in cui viene mandato. Allora, Tobolsk era centro di Siberia, centro di espansione, legato a spedizioni, scambi commerciali, appropriazioni delle proprietà dei tanti popoli autoctoni, degli indigeni. Viene accolto dall’arcivescovo di questa cittadina. Qui, inizia una rivalità con un diacono, che aveva importanti funzioni amministrative presso il clero locale, Ivan Strunà. Quest’ultimo viene umiliato, ma Avvakum, approfittando della simpatia dell’arcivescovo, risulta vincitore. Dopo di che, viene mandato a Enisejsk, su uno dei grandissimi fiumi siberiani (la maggior parte dei fiumi siberiani hanno un corso che va da sud a nord, indirizzati verso il Mar Glaciale Artico). Da qui, comincia l’ultima parte del suo esilio siberiano, quando il potere di Mosca lo fa aggregare forzatamente alla spedizione di Afanasij Paskov, ex capo di amministrazione provinciale, ex voevoda. L’espansione coloniale dell’impero russo segue gli stessi percorsi delle altre grandi potenze del mondo, ma tutta l’espansione coloniale russa avviene per contiguità; la Russia conquista i territori, con cui confina, e non deve andare dall’altra parte del mondo per conquistare i territori. Avvakum racconta Paskov, come un vero conquistatore, senza scrupoli, con l’obbiettivo di esplorare, commerciare in legname, entrare in contatto con i popoli locali; con Avvakum, non ci sarà alcuna intesa. Saranno sei anni di conflitto, fino al 1660. Il lago Bajkal costituisce un punto di partenza. Avvakum si comincerà a muovere in direzione della Lena (fiume siberiano, che scorre da sud a nord, per sfociare nel Mar Glaciale Artico; completamente inesplorato). Nell’ultima parte del viaggio, Avvakum entra in contatto con gli sciamani (rivali di Paskov), con luoghi che descrive con termini epici, con una natura incontaminata che sovrasta e cancella gli animali più fantasiosi, che somigliano ad animali mitici, pellicani, uccelli misteriosi: un mondo nel quale, nonostante fossero finite le risorse, si trovano a vivere raccogliendo animali morti, gelati, per via dell’inverno. La fame perseguita e stermina questo contingente di Paskov: trattasi di un momento di altissima drammaticità, che rende l’idea di che viaggio e che luoghi fossero. Avvakum, tra l’autunno e l’inizio dell’inverno, viene rinchiuso a Bratsk, ove viene abbandonato a se stesso in questa torre (fine del primo anno, con Paskov). Arriva a Mosca nel 1664, in una sorta di viaggio di ritorno. Nikon è caduto in disgrazia, sarà mandato in esilio e lo zar Alekseij Mihaijlovic accoglie Avvakum. Avvakum, invece di accettare il compromesso dello zar di vivere senza concentrarsi su questi dissidi dogmatici, ogni giorno, martella la stessa cosa (le dita, gli inchini, i brani alterati nella scrittura) e quindi lo zar lo manda al secondo esilio (a Mezenb). Nel ’64, comincia il suo secondo esilio. Viene richiamato a Mosca, nel ‘66, ma Avvakum è irremovibile. Comincia l’ultima parte della sua reclusione a Pustazersk (‘67/‘82). I contenuti essenziali del libro vertono su due grandi poli concettuali, che si intersecano: una riflessione sulla dottrina, sui grandi temi di interpretazione dei libri sacri, del rapporto tra le sacre scritture e la contemporaneità e il loro essere travisati, come intendeva Avvakum; e, un conflitto e un abbraccio costante alla vita nelle sue asperità, come estrema difficoltà ed estremo fascino. Sono posti in contrapposizione il mondo delle scritture e il mondo della vita. Si tratta di un libro, fatto di questi due grandi nuclei, ove l’uno nasce dall’altro. Quanto è realista questo libro? Se non fosse stato capace di darci un’impressione di profondo realismo, non avrebbe avuto il fascino che ha avuto e che ha. La prima edizione a stampa risale all’ottocento. Sono circa due secoli che il libro è tramandato presso i credenti. Il libro è noto ma non
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