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Appunti Lezione Prof.ssa Natale + Riassunti libro Storia della radio e della televisione, Sintesi del corso di Storia Della Radio E Della Televisione

Appunti più riassunti per esame della pro.ssa Anna Lucia Natale

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 11/01/2017

claudia.raponi21
claudia.raponi21 🇮🇹

4.3

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Scarica Appunti Lezione Prof.ssa Natale + Riassunti libro Storia della radio e della televisione e più Sintesi del corso in PDF di Storia Della Radio E Della Televisione solo su Docsity! Storia della radio e della televisione in Italia LA GRADE STRADA DELL’ETERE Perché studiamo la storia dei media? Perché sono componente essenziale dei processi di costituzione della società moderna (contributo di conoscenza per la storia della società) e ci aiutano a comprendere meglio i media presenti oggi. L’inizio dello sviluppo dei media coincide con la società moderna e con la rivoluzione industriale. Inoltre, i media hanno un forte rapporto con la storia, essendo: delle istituzioni economiche che sono delle vere e proprie industrie, hanno creato nuove professioni (fonici, conduttori, redattori), nascita nuovi negozi, degli strumenti utili di conoscenza e narrazione attraverso modalità sempre diverse di diffusione delle informazioni ed è in grado di ricostruire la realtà sociale e plasmarla allo stesso tempo; infine, creano possibilità di emancipazione culturale, come ad esempio, la nascita delle associazioni di donne a favore dell’emancipazione delle donne. Le tre dimensioni del rapporto media-storia: 1. STRUMENTI DI NARRAZIONE: programmi che narravano dei fatti storici (documentari e inchieste) oppure si usavano dei documenti del presente per capire il passato = professoressa di storia. 2. FONTI DI CONOSCENZA: ricostruzione dei momenti storici attraverso i prodotti della comunicazione-. Prima si usavano solo documenti scritti adesso anche i prodotti audiovisivi diventano delle fonti affidabili che rappresentano una determinata epoca, anche se sta al ricercatore capire qual è stata l’intenzionalità del prodotto (chi e perché l’ha creato?); 3. AGENTI DI STORIA: l’uomo modifica i suoi comportamenti in base alle sue conoscenze che gli vengono date anche dai media; inoltre, i mezzi di comunicazione sono essenziali per il cambiamento e lo sviluppo della società. Innovazioni tecniche e scientifiche della radio: • 1844: Telegrafo elettrico (S. F. B. Morse, USA)(dal greco antico: “scrivere a distanza”) trasmissione messaggi in codice attraverso fili elettrici; • 1874: Telescrittura (J. M. E. Baudot)trasmissione messaggi in chiaro tramite tastiera; • 1876: Telefono (A. Bell, A. Meucci)trasmissione del suono attraverso cavi elettrici; • 1878: Fonografo (T. Edison)riproduzione del suono • 1895:Telegrafo senza fili (G. Marconi, Italia)trasmissione messaggi in codice attraverso onde elettromagnetiche; • 1906:Radiotelefonia (R. Fessenden, USA) trasmissione voce umana attraverso onde elettromagnetiche • 1906…: Apparecchi ingombranti e pesanti (trasportabili solo dalle navi); • Anni ‘20: Apparecchi a cristallo di “galena” (circuiti semplici, costi bassi); apparecchi di “lusso”, mobili da salotto con fili, cuffia e altoparlanti (“aerei” sui terrazzi per ricezioni) (alto costo apparecchio+canone+tasse); • Anni ‘30...: “Coribande” (piccolo apparecchio trasportabile nelle diverse stanze della casa);“Radiorurale” (apparecchio per le scuole);“Radiobalilla” (apparecchio popolare, accessibile a tutti); • Anni ‘60-‘70...: Il “transistor” (apparecchio portatile) e la cuffia; Nei primi anni del ‘900 la radio era un semplice strumento di comunicazioneriservata al Governo, all’esercito, alle attività commerciali (navi). Infatti, il suo potenziale fu utilizzato per trarne dei vantaggi durante la Prima Guerra Mondiale e le principali compagnie industriali ne controllavano i brevetti. L’unico che in questo periodo riesce ad andare oltre la mera utilità politica dell’apparecchio radiofonico è Sarnogg, il quale nel 1916 preannuncia ciò che avverrà di lì a qualche anno. Ovvero, la trasformazione della radio come strumento domestico e quindi il mutamento in un prodotto di massa legato al capitalismo del consumo. Solo alla fine degli anni ’20 nasceranno le prime società di radiodiffusione e si delineeranno i due modelli classici del servizio radiofonico: monopolio pubblico del broadcasting (Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia); sistema privato del network in America. Nel primo modello, il servizio radiotelevisivo è sotto il controllo dello Stato,o di una società che opera per suo conto. Anche se inizialmente già nel febbraio del 1920 in Gran Bretagna si trasmisero il primo servizio radiofonico della storia, solo il 18 febbraio del ’22 vennero poste le premesse del servizio pubblico britannico con la nascita della BBC. Il primo a stabilire i principi di base del servizio pubblico fu John Reith e questi sono: educazione, informazione pluralista, intrattenimento, indipendenza da economia e politica e copertura territoriale completa, unica fonte di finanziamento è il canone d’abbonamento. Nel secondo caso, invece, il servizio radiotelevisivo è sotto il controllodi imprese private (networks)per le quali il medium è un veicolo pubblicitario al servizio dell’industriadei consumi. Avendo vissuto gli Stati Uniti in maniera diversa la guerra e avendo un territorio vastissimo e una concezione liberista dell’economia ci si concentrò più sul soddisfacimento di interessi privati. Il primo ad ottenere la licenza di trasmissione fu Westinghouse nel 1920, il quale fondò il canale KDKA. Poco dopo lo seguì anche Sarnogg e nacque così la WJY, ricordata perché nel 1921 mandò in onda la prima cronaca di un incontro di pugilato. In Italia si è scelta la prima via anche se in un secondo momento si è compreso che attraverso la pubblicità gli introiti sarebbero aumentati. I motivi principali per i quali si è sviluppata nel periodo fra le due guerre la radio nella nostra nazione sono: il forte tasso di analfabetizzazione, ma soprattutto la presa di coscienza del regime fascista dell’importanza di tale mezzo di comunicazione e la promulgazione delle leggi fascistissime. Già nel 1922 attraverso la lettera di un avvocato romano, Filippo Bonacci, cercò di far notare a Mussolini l’efficacia persuasoria della radio e sottolineò come l’unica società italiana in grado di poter gestire la radiodiffusione è la SISERT. ANNI ’20 PERIODO DELLA “MERAVIGLIA DOMESTICA” La radio è una (amore mio ti amo) “meraviglia tecnica”, che entusiasma i radioamatori per la novità tecnologica, e un oggetto per il diletto personale e familiare, che gradualmente si insedia negli spazi domestici. Si parla di meraviglia perché genera una forte attrazione tecnologica perché emette dei suoni anche dall’estero. Invece, parliamo di carattere domestico della radio poiché diventa uno strumento presente nelle case che riuniva le famiglie. In questo periodo non si esprimevano ideologie politiche e non c’era un forte controllo delle programmazioni, ma la musica trasmessa era prevalentemente lirica e, inoltre, vi erano dei programmi diretti ai bambini. I programmi principali per tematiche sono: musica (opere, operette, concerti da camera....); notiziari e bollettini (listini di borsa, previsioni del tempo....); conferenze, conversazioni, letture di versi, commedie; programmi per bambini (“L’Angolo dei bambini”; “Zia Radio”… ); rubriche per le signore (“Il costume femminile”…). Il pubblico predominante sono i radioamatori: Sanfilisti (dal francese “sans fil” “senza fili”); Appassionati di telegrafia senza fili, affascinati dagli aspetti tecnologici, non interessati ai contenuti dei programmi; Costruttori di apparecchi semplici, a “cristallo di negli esercizi pubblici, anche se comunque il progetto di pubblico di massa non è mai andato realmente in porto perché in molte zone del paese non arrivava il segnale radio. Nel 1939 ancora non si raggiunse il numero di abbonamenti degli altri paesi esteri (Germania 9 milioni): in molte scuole non avevano ancora la radio e i contadini si rifiutavano di ricevere consigli lavorativi. Un altro motivo che portò alla scesa del consenso del popolo fu l’intervento dell’esercito italiano nella guerra civile spagnola nel ’36. Da questo momento in poi inizieranno a diffondersi le radio estere che suscitarono molta curiosità anche perché erano nuove. Un altro evento che portò al dissenso popolare fu il Patto d’Acciaio con Hitler e le leggi razziali del ’38. TERZA FASE: FONTE D’INFORMAZIONE La radio assume per dirigenti e pubblico un ruolo di diffusione d’informazione, soprattutto per le vicende belliche. I punti fondamentali per la programmazione dell’EIAR sono: informazione di propaganda e servizio civile, ovvero trasmissioni per stabilire un rapporto tra militari e famiglie. Inoltre si diffusero sempre di più le radio estere e clandestine come radio Londra anche se ciò comportò il rischio di arresto e il pagamento di una multa. Il 10 Giugno 1940 l’Italia entra in guerra e da questo momento in poi vengono riorganizzate le trasmissioni e i controlli dell’ispettorato radiofonico diventano più rigide: controlla i programmi interni, trasmissioni dei programmi all’estero e si cerca di evitare l’ascolto di emittenti estere. L’attività radiofonica diminuì e tutte le stazioni mandarono le stesse trasmissioni , ciò accadrà fino al 25 Luglio del 43, quando con la caduta del regime di Mussolini salì al governo il maresciallo Badoglio. Con l’armistizio dell’8 settembre 43 Mussolini forma la repubblica di Salò e trasferisce a nord gli enti statali (EIAR avrà sede a Torino), dunque da questo momento in poi il controllo radiofonico come il potere politico sarà diviso al nord i fascisti mentre al sud gli alleati inglesi. Nel 44 viene liberata Roma e vengono trasferite le trasmissioni nel centro-sud. Solo il 25 aprile 45 con la liberazione del nord Italia si avrà la riunificazione della gestione radiofonica. Inoltre dal 44 l’EIAR cambierà il nome in RAI radio audizione italiana. Tra le prime emittenti radiofoniche liberate ricordiamo Radio Palermo e Radio Bari. Durante la seconda guerra mondiale si combatte anche una guerra delle onde (surf x kiara k vuole un surfista australiano). Delle stazioni radio come quella di Bari iniziano a fare della propaganda politica anche nei paesi arabi (contro propaganda al dominio anglo-francese). Tuttavia i risultati di questa trasmissione non erano particolarmente brillanti a causa dei difetti di pronuncia, inconvenienti tecnici. I notiziari erano redatti dai cosiddetti patrioti. Per riuscire al meglio nella propaganda un funzionario dell’ispettorato italiano si recò a Berlino per studiare l’organizzazione dei servizi di propaganda tedeschi, per cercare di tenere una linea unica tra nazismo e fascismo. I piani della propaganda tedesca dopo la conquista di nuovi territori, stabiliti Goebbels, sono: stabilire un’atmosfera amichevole; inserire gradualmente delle critiche al paese e alla politica dei suoi governanti e infine istigare il paese alla rivolta. Tuttavia la propaganda fascista non riuscì a seguire il passo di quella tedesca poiché non badavano a quella prima fase di integrazione con la cultura ospitante ma mantenevano uno stile uniforme alla tradizione italiana in tutti gli altri paesi. Forte propaganda venne fatta da Radio Mosca, che stava sotto il controllo di Palmiro Togliatti che ne era il conduttore e ebbe grande successo grazie alla sua ironia e al suo tono da discorso accanto al caminetto (come fece Roosvelt durante il New Deal). Un’altra radio in grado di fare contropropaganda all’ideologia nazifascista è Radio Londra, intorno alla quale la BBC costruì un organizzazione perfetta in grado di parlare in tutte le lingue del mondo (non c’era la semplice traduzione di un notiziario ma erano tutti diversi, Dario merda). I testi prodotti per Radio Londra erano caratterizzati da una freschezza, immediatezza e attualità in grado di catturare l’ascoltatore al primo posto. Ricordiamo tra le voci più amate di Radio Londra il Col. Stevens, Calosso e Candidus. Specie il primo (ciao sonia) viene ricordato per il suo stile chiaro, semplice e forte. I CARATTERI DELLA PROGRAMMAZIONE DELL’EIAR 1. Informazione e commento politico sugli eventi militari: il giornale radio e i bollettini di guerra (preparati dal comando supremo bellico e direttamente controllati da Mussolini); i commenti ai fatti del giorno, le attualità storico culturali, le note sugli avvenimenti (rubriche curate da uomini di fiducia del regime); radiocronache, reportage e radiodocumentari sulla guerra. Attraverso queste trasmissioni si continuava a fare propaganda fascista enfatizzando le notizie di successi e nascondendo i fallimenti. 2. Le trasmissioni speciali : offrono servizi utili ai soldati e alle famiglie dei combattenti, ai lavoratori, ai giovani, alle donne, curati per lo più dalle organizzazioni parallele del regime. Possiamo distinguere delle trasmissioni rivolte a particolari gruppi sociali (Radio GIL, Radio Scolastica, Radio Sociale ) e trasmissioni di guerra che permettevano di tenere in contatto le famiglie con i combattenti (Radio Famiglia, un concorso in cui i bambini scrivevano una lettera per il padre in guerra). 3. Svago e intrattenimento: riduzioni dei programmi leggeri (in particolare musica e riviste radiofoniche) e culturali, che sono prevalentemente distribuiti tra conversazioni e prosa, musica leggera e operistica, scenette umoristiche. L’unica cosa che si trasmetterà sempre è la musica come le canzonette per richiesta del pubblico. Si comincia a sviluppare il divismo radiofonico sui cantanti, nata grazie all’orchestre della RAI, soprattutto dal 45 in poi, per questo nasce la rivista “Il Canzoniere della Radio” che pubblicava i testi delle canzoni e raccontava la vita dei divi. Durante gli anni della guerra gli abbonati aumentano sempre di più e il pubblico sono per lo più soldati e famiglie. QUARTA FASE: AL SERVIZIO DEL PUBBLICO Il periodo più felice della radio ma anche della televisione con uno stretto legame con il PSI. La radio si aprirà, nonostante il partito di maggioranza, ad analizzare tutta l’opinione pubblica del Paese. Restituire alla radio un ruolo istituzionali di servizio pubblico, secondo i principi del broadcasting nelle moderne società occidentali (BBC): informazione, cultura e intrattenimento per un pubblico ampio e diversificato. C’è bisogno di rifondare la radio ricostruendo gli impianti distrutti, unificando l’azienda radiofonica, ridefinendo in nuovi compiti della radio in una società democratica. I compiti della radio sono: • Educazione culturale e civile: innalzare il livello culturale medio della popolazione favorendo una maggiore formazione del cittadino e una maggiore partecipazione della popolazione della vita culturale e artistica. • Un nuovo rapporto con il pubblico: si cerca di far conciliare la funzione di formare politicamente e culturalmente i cittadini badando anche ai gusti dell’ascoltatore e al suo bisogno di evasione. • Una radio per tutti: la radio italiana deve essere la radio popolare, quindi si attua una campagna promozionale per la diffusione del mezzo tra i ceti medi e popolari: rubriche di corrispondenza con i lettori fatte dal radio corriere; attività di radiosquadre (nuclei mobili di propaganda ); concorsi a premi per gli abbonati (premio Italia, Radio fortuna ). Proprio grazie a queste trasmissioni si soddisfa il bisogno di evasione e di ottimismo nel futuro. Infatti attraverso i concorsi a premi accresce il mito della vespa e della lambretta. I caratteri della programmazione sono sempre quelli di informare attraverso giornali radio e dei programmi giornalistici ma nello stesso tempo vengono introdotti dei documentari radiofonici che fanno conoscere la realtà del paese e gli sviluppi della ricostruzione (Cronache della ricostruzione, Italia com’è del 1946, Viaggia in Italia e ricostruzione del Polesine del 54). Dopo la riforma del 51 il modo di fare giornalismo radiofonico venne potenziato con l’introduzione del nuovo giornale radio del secondo programma, Radio Sera, concepito nello stile di un megazine con una durata di mezz’ora nella fascia serale, animato da una grande ricchezza di notizie e da una concezione più moderna del mezzo. Anche i documentari accrescono il livello della radiofonia italiana. Si inizia a parlare in tal senso di Neorealismo radiofonico poiché le voci, i suoni e i rumori di un luogo lontano entravano direttamente nelle case degli ascoltatoriPer quanto riguarda la programmazione culturale abbiamo: divulgazione e approfondimento umanistico scientifico; dibattiti sull’attualità e sui problemi sociali economici e internazionali e programmi dedicati alle lettere di giornalisti e scrittori residenti all’estero per far conoscere gli stili di vita nelle varie capitali. Inoltre c’erano dei programmi socialmente utili come la Catena della felicità che raccoglieva fondi per i bambini mutilati in guerra e la Catena della fraternità che faceva assistenza alle popolazioni dopo calamità naturali. In questo periodo nasce il festival della canzone italiana di Sanremo (1951), inoltre ci sono vari quiz e varietà di grande successo come “Il microfono è vostro” e anche la radiocronache sportive. La programmazione resta distinta per il nord e per il sud, fino al dicembre del 46, quando la RAI vara due programmi in onde medie: La rete rossa e la Rete azzurra, caratterizzata da una più precisa struttura a palinsesto e da una sostanziale omogeneità dell’offerta di musica. Questo permane fino al 51 quando la suddivisione in programma nazionale, secondo programma e terzo programma fu attuata. Il 30 dicembre 51 viene fatta una riforma che differenzia i tre programmi nazionali: il primo fa informazione sugli avvenimenti nazionali e non, aggiornamento sui programmi politici e sociali; il secondo ha un compito ricreativo; il terzo ha finalità culturali sia per iceti elevati che per chi vuole imparare. In quegli anni molte iniziative erano volte a promuovere l’unità nazionale attraverso programmi di alfabetizzazione e divulgazione culturale, ad esempio nel 47 la “Radio per le scuole” che andava in onda nella fascia mattutina seguendo il calendario scolastico da ottobre a giugno e aveva la funzione di integrare le conoscenze linguistiche e le curiosità culturali di una popolazione che spesso non aveva la possibilità di comprare i libri di testo. Nella seconda metà degli anni 40 la radio sviluppa molto il settore dello spettacolo leggero e diventa una palestra di sperimentazione per parenti come ad esempio Alberto Sordi, il quale attraverso la trasmissione “Vi parla Alberto Sordi” nel 48 diventa famoso. Sempre nel dopoguerra cresce anche l’offerta di prosa alla radio attraverso le messe in scena di testi stranieri attraverso i radio drammi. Il pubblico è sempre più ampio e diversificato infatti nel 1953 gli abbonati RAI sono 5 milioni. La radio continua ad essere prevalentemente diffusa nell’Italia settentrionale e negli ambienti medio alti, ma in evidente crescita nei ceti medio-inferiori. Gli ascolti della programmazione, dunque, si diversificano: il ceto medio-alto segue informazione e cultura; mentre quello medio-basso informazione e intrattenimento. QUINTA FASE: LA RADIO SORELLA POVERA DELLA TV ANNI 54/65 La radio perde molta della sua attrattiva e cederà al mezzo televisivo il ruolo di fonte privilegiata dell’informazione, della cultura e dello spettacolo. Dal punto di vista storico questi sono gli anni del boom economico in cui l’Italia ha una trasformazione da paese rurale a paese industriale, proprio attraverso un articolo del giornalista Mura si sottolineerà come la società badi semplicemente al benessere economico. Il 3 gennaio del 1954 nasce la tv e inizia il servizio pubblico televisivo e sarà proprio il presidente della RAI Cristiano Ridomi a parlare della televisione come il simbolo del progresso . La televisione basa la sua programmazione fondandosi sulle fortune della radio: Quiz e sceneggiati tratti dalla letteratura (anche “Canzonissima” era un elaborazione radiofonica). A questo punto l’obbiettivo della radio è quello di essere una forma di intrattenimento alternativo, per il pubblico più popolare, e di essere un laboratorio culturale, per il pubblico più elitario. Parliamo di laboratorio culturale perché la radio diventa un luogo di sperimentazione di nuovi linguaggi e il genere nuovo che nasce e rende specifica la radio sarà il radiodramma ( adri scema). In parallelo la televisione diventa uno strumento pedagogico e veicolo di cultura di massa. Dimensione Pedagogica: istruzione e educazione no intrattenimento culturale. L’analfabetismo e il dialetto regionale sono ancora forti, si va alla ricerca dell’unità nazionale. Cultura di massa: prettamente legata alle tendenze del boom economico (consumismo). La televisione passa in questi primi anni passa tre momenti: (1) influenza religiosa assumendo una caratterizzazione moralistica con un controllo ferreo sui contenuti mandati in onda. Questo era dovuto anche dal fatto che in quel periodo la radio era seguita da Filiberto Cuala, fortemente religioso (persino lo slogan della RAI di quei tempi sottolineava come i contenuti non dovessero essere giovani a partire dagli anni ’60. Il nome proviene dal fatto che gli spettatori avevano una bandierina gialla (con le firme dei quattro presentatori) per alcune votazioni relative ai brani musicali, per determinare una sorte di Hit Parade. Quello che rese famosa questa radio fu un nuovo tipo di linguaggio svelto per aumentare l’interesse dei giovani. Hit Parade: (1967) Non essendoci un vero e proprio mercato discografico per i giovani, in Italia, si cominciarono a creare le Hit Parade, in un vero e proprio programma creato da un musicista jazz, Elio Luttazzi. Anche qui i giovani avevano un ruolo fondamentale ma non partecipavano come nella radio precedente. Alla fine di ogni puntata vi era il riepilogo delle 7 canzoni più sentite della settimana ma questo tipo di programma venne ispirato da una radio fatta per l’ascoltatore senza di esso. Alto gradimento: (1970 da Boncompagni ed Arbore) lo sconvolgimento completo del modo di impostare, condurre, realizzare il programma. Nessuna scaletta, personaggi demenziali, nessuna differenza di trattamento dei temi dove non si distingueva quasi ciò che era reale da ciò che era immaginario. Per la prima volta in questo programma appare una coppia di conduttori che da allora si ripercuoterà in quasi tutte le trasmissioni. Chiamate Roma 3131: (Adriano Magli) la prima radio a mettere in comunicazione il presentatore direttamente con l’ascoltatore a casa. Siamo in un epoca in cui la radio si doveva ancora evolvere. La teleselezione aiutò di molto questo nuovo tipo di radio. Il direttore fu molto impressionato dalle teorie di uno psichiatra americano di origine romena (Moreno), il quale ipotizzata a fini terapeutici un teatro della spontaneità e nel 1921 mise in atto questo progetto dove gli attori entravano in scena senza alcun copione interagendo tra loro e con gli spettatori. Adriano Magli, cominciò a pensare di introdurre questo progetto nella radio con una trasmissione che sia quasi totalmente improvvisata attraverso l’aiuto degli ascoltatori ed ovviamente in diretta. Luciano Rispoli, personaggio radiofonico e televisivo, aiutò molto il direttore nella costruzione di questo programma, ispirato da Radio France. L’unica accortezza che venne trovata fu quella di una piccola trasmissione separata di 5 minuti nel caso in cui l’ascoltatore non fosse raggiungibile. Il successo fu clamoroso, tanto da mandare in tilt i centralini. Il nuovo “telefono amico” degli italiani, che durò all’incirca 30 anni. Per quanto riguarda la programmazione radiofonica diretta al genere maschile e a quello femminile nascono delle trasmissioni molto importanti: Tutto il calcio minuto per minuto (1960); Una commedia in 30 minuti in onda tutte le mattine dalle 8:30 alle 9:00 fino al 2000 su Radio 2, la quale era diventata un appuntamento fisso per tutte le casalinghe la mattina; Gran varietà (tradizionale varietà trasmesso la domenica mattina perché serviva da accompagnamento nelle gite fuori porta quando non c’era la tv). In compenso la televisione continua a porsi come un mezzo per il pubblico generalista. Qui si comincia a puntare ad un educazione diversa, che non tenta più di sostituire la scuola, ma di occuparsi di alcuni approfondimenti. Si cominciano quindi a sanare le mancanze e ad accorciare le distanze tra i vari ceti sociali di quel periodo. In tal senso vanno ricordate trasmissioni come: Orizzonti della scienza e della tecnica; il documentario Nascita di una dittatura; Sapere (1967). Solo dal punto di vista giornalistico non si fecero dei grandi approfondimenti sui problemi/cambiamenti sociali di quel periodo. Al di là del genere culturale si continuò a fare intrattenimento e tra i programmi più di successo ricordiamo: Canzonissima il sabato sera; Senza Rete (un cantante doveva cantare tutta la sera senza playback); La domenica sportiva. In questo periodo ancora non ci sono programmi contenitore, ma il genere scelto è ben palesato già prima dell’inizio della trasmissione. Nel 1974 Berlusconi fa nascere Tele Milano via cavo. Dal punto di vista del ruolo sociale avuto dai due mezzi possiamo dire che mentre la TV ha continuato semplicemente a fare intrattenimento , tralasciando i problemi e le esigenze soprattutto dei giovani e non facendo informazione adeguata; la radio diversamente è stata in grado di andare incontro alle esigenze delle nuove generazioni. Le sentenze della corte costituzionale: ✓ 1974 Duplice intervento della C.C.: autorizzò la trasmissione delle emittenti estere sul territorio italiano; approvò la trasmissione via cavo e a livello locale delle radio libere. ✓ 1976 Terza Sentenza della C.C.: altre emittenti possono utilizzare l’etere ma sempre a livello locale. CONSEGUENZE: 1. Dopo il licenziamento di Bernabei nel ’75 si fece la riforma RAI che appoggiava gli assetti legislativi della C.C.: decentralizzazione del potere spostato dal governo al Parlamento con la nascita della Commissione parlamentar di vigilanza; ristrutturazione dell’attività produttiva: divisione in reti e testate giornalistiche e ogni canale aveva un direttore per ogni settore di proprietà (lottizzazione: divisione dei ruoli in base alle tendenze politiche); regolamentazione delle trasmissioni delle altre emittenti appena nate. 2. Iniziano proliferare molte nuove emittenti perché i giovani voleva una trasformazione del sistema comunicativo, ritenendo il servizio pubblico della RAI troppo rigido. SETTIMA FASE: IL PLURALISMO RADIOTELEVISIVO (’76…) Quadro storico: nuovi movimenti giovanili e nascita delle Brigate Rosse (1978 rapimento Aldo Moro). Cos’è il compromesso storico? Berlinguer e Moro propongono un avvicinamento al PCI che nelle elezioni del ’75-’76 aveva avuto maggiore successo ed ha iniziato ad aiutare dall’esterno il governo di Andreotti. CAMBIAMENTI NELLO SCENARIO COMUNICATIVO Le radio hanno una grande proliferazione e sono idee spontanee dei giovani che hanno le strumentazioni. Con il passare del tempo abbiamo una istituzionalizzazione di due tipi di radio libere: 1. RADIO DI MOVIMENTO: Radio Alice a Bologna, Radio Onda Rossa a Roma, Radi Milano International. Avevano un orientamento sociale e politico ben definito e avevano l’obiettivo di fare controinformazione rispetto ai media nazionali. Hanno avuto vita breve e le loro caratteristiche si ritrovano nelle radio comunitarie di oggi (Radio Maria e le radio universitarie) che sono state legalizzate nel 1990. 2. RADIO MUSICALI: giovani che volevano far sentire la loro musica. Da queste sono nate: Radio 105, Dimensione Suono Roma che si sono commercializzate. Non avevano un’identificazione di genere musicale e nella seconda metà degli anni ’80 diventano nazionali, attraverso l’acquisto di ripetitori. Ci sono vari caratteri di programmazione: • Radio di flusso: con una logica rigida del formato e una programmazione con un clock, ovvero sistematiche ripetizioni delle stesse cose ogni ora. (Lo stesso accade per RTL 102.5 (1982) che è stata la prima radio ad adottare le logiche del formato radiofonico americano un genere specifico e un’organizzazione del programma schematica con un clock). Le trasmissioni di informazioni sono divise in blocchi di dieci minuti alternati a musica. • Radio di palinsesto: tipica della RAI, organizzata su un’adeguata distribuzione di programmi di genere. Il programma ha un identità e delle caratteristiche prestabilite. A partire dal 2000 questa distinzione così forte si ridimensiona, perché molti networks basati sul flusso iniziano ad inserire elementi di palinsesto e viceversa. Nonostante i due modi di fare radio sono nati dei networks composti da delle sindacation che per alcune ore al giorno trasmettono le stesse cose e condividono gli introiti pubblicitari. Nasce anche RADIO 24, la prima all news. TELEVISIONE: Nel 1984 esistevano già tre grandi networks privati: Telemilano, che diventa via etere si trasforma in Canale 5 (1980); tra il 1983/84 Fininvest acquista Italia 1 e Rete 4 (Mondadori). Berlusconi aveva compreso tre punti fondamentali: sviluppo della programmazione televisiva (acquisto e produzione programmi); vendita spazi pubblicitari utili per acquisire risorse; puntare su una pubblicità nazionale e non locale. In tal senso è importante nel 1970 la nascita di Pubblitalia. Il gruppo Fininvest iniziò ad utilizzare dei punti di interconnessione e a trasmettere a livello nazionale, andando contro la legge. Tuttavia, in quel periodo, al potere c’era Craxi (pappa e ciccia con silvietto) il quale vedeva la televisione come il perno dell’industria culturale italiana e favorì lo sviluppo di essa e l’affermazione delle reti private. Visto il grande successo che riscuoteva il gruppo Fininvest, anche la RAI iniziò ad applicare una logica commerciale attraverso la massimizzazione degli ascoltatori, quindi l’intrattenimento divenne importante. Questo periodo si inizia a ragionare sull’idea di target: Canale 5 e RAI 1 sono i canali generalisti, rivolte alle intere famiglie; Rete 4 è dedicata alle donne con le telenovelas americane; Italia 1 è dedicata ai giovani; RAI 2 a giovani e femmine; RAI 3 si concentra sulla cultura (pe li vecchi). Questa logica di differenziazione era antecedente agli anni 80, invece il nuovo genere che nasce è quello dei talk show e dei contenitori (1976, Domenica In; Quelli della notte; indietro tutta, metà anni 80 di Nino Frassica). Nell’ambito dell’informazione invece, si utilizza la logica del rotocalco (approfondimenti tematici: TG2 Dossier e TANTAN). Nel 1980 nasce il programma Mixer di Giovanni Minoli, il quale aveva la particolarità di fare informazione e fare delle interviste faccia a faccia con dei personaggi noti. Il pubblico diventa oggetto e soggetto della trasmissione soprattutto attraverso i talk show, i quali danno la possibilità di creare un opinione pubblica negli spettatori. LEGISLAZIONE: ✓ 1985 - 2 Decreti salva privati: tutte le emittenti potevano continuare a trasmettere a livello nazionale in attesa di una legge che regolamentasse il loro operato. ✓ 1990 – Legge Mammì: stabilisce che ogni emittente dovesse avere un’autorizzazione e l’assegnazione della frequenza da parte del Ministero delle comunicazioni. Le emittenti dovevano avere le seguenti caratteristiche: un garante dell’editoria (obbligo di dare informazioni con giornali radio); limiti pubblicitari più ampi per la RAI; limiti ANTITRUST: ogni operatore non poteva avere più di 3 canali; non si poteva possedere emittenti audiovisive e stampa; le emittenti comunitarie non potevano sopravvivere con le donazioni. ✓ 1997 – Legge Maccanico stabilì che una rete RAI non dovesse andare con pubblicità e una Fininvest dovesse trasmettere via satellite (rete 4), cercando di limitare lo strapotere di RAI e Fininvest. ✓ 2001 – le radio locali possono essere definite tali se sono delle società di capitali con un numero minimo di dipendenti. ✓ 2004 – Legge Gasparri: crea il SIC (Sistema Integrato Comunicazione) che riorganizza i limiti dei vari operatori; stabilisce il passaggio dall’analogico al digitale risolvendo il problema di rete 4 non essendoci più un limite di frequene; si può parlare di radio locale quando si hanno un limite massimo di utenti di 15.000.
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