Scarica Lezione 3: Recensione di 'Un po' di febbre' di Sandro Penna e più Appunti in PDF di Critica Letteraria solo su Docsity! LEZIONE 3 – Venerdì 15 febbraio 2019 Testo di riferimento: SANDRO PENNA: “UN PO’ DI FEBBRE” (in “Scritti corsari” p. 143) Si tratta di una recensione letteraria uscita sul “Tempo”. In questo testo affrontiamo la voce più lirica di Pasolini, in contrapposizione alla visione più strettamente sociologica del testo sui “capelloni”. Anche il medium (Il Tempo) è diverso rispetto al Corriere della Sera. Inoltre questo testo è più chiaro, più elegante del precedente. Pasolini sembra più a proprio agio con queste immagini - quasi pittoriche – che proporrà. Nei capelloni c’erano più salti, minor fluidità. Nella recensione su Penna dice una sola cosa e la ripete in modo differente. Incipit provocatorio (“Che paese meraviglioso…!”) soprattutto se si pensa al contesto in cui sta scrivendo si stanno verificando rigurgiti neofascisti e si teme un colpo di stato come appena avvenuto in Grecia. L’immagine proposta è analoga a quella che aveva visto in Persia con le belle nuche (“la vita era come la si era conosciuta da bambini”). Tema delle apparenze che in questo caso per lui hanno valore positivo. L’antica civiltà italiana è fatta di apparenza attraverso “gesti, sguardi e atteggiamenti del corpo” (semiologia pasoliniana). Descrizione dell’Italia ideale [“Le città finivano… piccoli fiumi”] è una dichiarazione estetica più che una descrizione. Poi parla della gente: - vestiti rozzi - nel rapporto fra adulti e ragazzi (non giovani!) non vi è contrapposizione, i ragazzi stanno in disparte. (NB: Pasolini è sia adulto che ama ragazzi che un ragazzo ed è proprio il sé ragazzo a parlare. Cfr. Poesia raccolta in Poesie friulane in cui dice di amare il proprio sé nei ragazzi). - Uso di parole tipicamente pasoliniane (pudore, dignità, casti, umile) - Donne in disparte. - Anche i ladri non erano mai volgari: trova in loro una forma di innocenza. (cfr. film del 1958 : I soliti ignoti) È una descrizione estremamente lirica, sembra quasi una poesia: Pasolini ci mostra un universo molto di verso dal suo contemporaneo, dipinge una sorta di Eden. Si noti che non ha ancora parlato di Penna: usa Penna per raccontare ciò che gli sta a cuore, ovvero dare questo ritratto estetico – e non sociologico –. Per Pasolini forma del paesaggio e forma dei corpi sono spesso in parallelo (cfr. La forma della città – Youtube) L’estremismo/l’esagerazione di questa posizione rappresentata con atteggiamento da pittore: è vero per come lo vede/sente lui. “Ora tutto è laido” entra il tema del potere: il potere perverte sia il bene che il male poiché non è più semplicemente il male, è oltre, più del male. Il potere è la vera perversione. Gli assassini sbagliano ma il potere è peggio. La sua divisione della società è molto netta, ci sono classi che non si toccano fra loro. La borghesia infatti mischia le classi ma in questa società che lui descrive la divisione era ancora precisa, sembra quasi un tardo medioevo. Nel momento in cui scrive si è già verificato il forte rovesciamento sessantottino a favore dei giovani (tema dell’importanza di essere e di restare giovani, vd. Pubblicità/modelli proposti), lui ne è ben consapevole e prova infinito rimpianto. Per Belpoliti il riferimento artistico a questo ritratto potrebbe essere l’Affresco del Buongoverno nel Palazzo del comune di Siena. armonia totale. Anche Penna nel suo “Un po’ di febbre” rievoca questa Italia. Penna è un grande poeta. Anche lui amava i ragazzi. Parallelo cinematografico: Trilogia dei film sul tema della Vita (Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una notte). Tre film in cui esalta sessualità e amore ma anche purezza, un vero inno alla vita. A cui seguirà un progressivo incupimento con Salò in cui si celebrerà il decadimento. “Ciò che si è amato ci è tolto per sempre” disperazione di Pasolini. Si colgono echi leopardiani (“Niente lo distrae… rettitudine”). Equivalente artistico di Penna: i quadri di De Pisis. Per questo, per Pasolini, “Un po’ di febbre” è “qualcosa di materiale”. La stessa recensione ha un tono lirico ma si tratta di una liricità materica, non aerea. Pasolini è eccellente recensore perché sa andare al cuore di ogni oggetto recensito, coglie perfettamente l’essenza del libro ovvero “un brano di tempo ritrovato”. (Consiglio di lettura: “Descrizione di descrizioni” il titolo indica che il film è già una descrizione, la recensione è dunque una descrizione di una descrizione. Raccolta delle recensioni che Pasolini pubblicava su diversi giornali.) In definitiva, il concetto è uno solo ed è chiaro fin dall’inizio, il resto è tutta un’immagine. Arriva al punto: l’antifascismo non è solo scelta politica, c’è anche un fattore estetico. Penna fa esaltazione estetica (omosessuale) perché la bellezza è legata a sessualità, povertà, innocenza. Ha ignorato del tutto la stupidità e la ferocia del Fascismo militante e nell’ignorarli li ha umiliati. Lui fa ANTIFASCISMO ESTETICO. (ovviamente questa recensione ha ricevuto pesanti critiche, soprattutto da chi pensa che il giudizio politico sa più importante di quello estetico). Le emozioni appartengono alla nostra struttura biologica. I sentimenti danno forma alle emozioni (ci consentono di spiegarle). Es. Rabbia (emozione) – Risentimento (sentimento) La nostalgia è un sentimento. In questo testo il tema della nostalgia è presentissimo. Tutto il senso del testo ruota attorno a TRAGEDIA e NOSTALGIA. Rapporto GIOIA – DOLORE: vanno sempre insieme poiché nel picco di gioia è presente la dolorosa consapevolezza della fine di quella gioia. “piagato di un bruciore di lacrime” è evidentemente un testo più letterario che critico.