Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

appunti lezione una lezione, Appunti di Diritto Bancario

appunti presi a lezioni (prime lezioni). solo una lezione, giusto per veder es e ci sono dei buchi può servire

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/11/2021

v.cen2300
v.cen2300 🇮🇹

4.2

(31)

16 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica appunti lezione una lezione e più Appunti in PDF di Diritto Bancario solo su Docsity! ORIDNAMENTO EUROPEO , INTERNAZIONALE E SETTORE BANCARIO PARTE I: lezione 4-bis - evoluzione dell'ordinamento europeo Nel settore bancario è diventata preponderante l'importanza delle autorità di vigilanza europee. Infatti, alcune funzioni della Banca d'Italia sono state trasferite a livello europeo alla BCE. Nel settore bancario in ambito europeo, tutto si basa sui concetti di passaporto europeo e di mutuo riconoscimento, i quali identificano la possibilità per le banche (es. banche italiane) di svolgere e offrire i propri servizi anche in altri Paesi europei, con una semplificazione di procedure e di regole. Ad esempio, la recente normativa (2020) sul crowdfunding —i prestiti tra privati on-line o la raccolta on-line di piccole somme di denaro per investimenti in imprese — introduce una disciplina armonizzata in materia e il passaporto europeo per queste piattaforme. La regola generale nell’armonizzazione europea in campo finanziario è quella di introdurre dei passaporti per svolgere la propria attività al di fuori del Paese d'origine e in maniera paritaria, per garantire la concorrenza tra operatori anche di Paesi diversi. Altro concetto è quello di single rule-book: il sistema bancario finanziario dell'Unione Europea si basa su regole comuni armonizzate; pertanto gli operatori, indipendentemente dal Paese di origine, devono rispettare le stesse regole. 1. Rapporti tra ordinamento italiano e UE Tutta la normativa europea in ambito bancario si basa sul concetto di libera circolazione e sulle libertà fondamentali del Trattato. Infatti, all'interno dell'Unione Europea, i cittadini europei hanno la possibilità: - di circolare loro stessi (circolazione delle persone); - di far circolare i propri servizi (circolazione delle merci); - difar circolare il loro lavoro (circolazione del lavoro). In ambito bancario, la libertà di circolazione di questi fattori produttivi è stata ritenuta la base giu tutta questa enorme costruzione normativa. jca per Nel rapporto tra norme italiane e norme europee, in caso di contrasto, viene disapplicata la norma italiane e viene applicata (quindi prevale) la norma europea. Sia la Corte Costituzionale sia la Corte di Giustizia europea hanno stabilito che, per facilitare l'applicazione del diritto europeo, non bisogna andare davanti al giudice costituzionale; se l'autorità amministrativa verifica nel caso concreto il contrasto tra norma europea e norma italiana, occorre risolvere la problematica andando semplicemente a disapplicare la norma contrastante italiana e applicando direttamente quella europea. In Italia, la sentenza del 1984 (Granital) ha affermato la definizione del rapporto tra ordinamenti come ordinamenti autonomi e distinti ancorché coordinati e, nel contempo, ha affermato il primato del diritto comunitario. Ad oggi, probabilmente, la definizione sarebbe un po' diversa: piuttosto che autonomi, distinti e coordinati, oggi c'è uno stretto collegamento tra i due ordinamenti, soprattutto nel settore bancario e finanziario; al posto della distinzione e del coordinamento tra ordinamenti, si ha la commistione tra le norme di un tipo e le norme dell'altro tipo (es. ci sono norme del TUB che rimandano ad un regolamento europeo approvato; ci sono attuazioni della Banca d'Italia di normative europee). In applicazione di questi principi, le autorità italiane devono rispettare la normativa europea, eventualmente dando prevalenza alle norme europee rispetto alle norme italiane. Inizialmente, questa costruzione prevedeva che la vigilanza prudenziale restasse ai singoli Stati membri: le norme sono state armonizzate, ma la vigilanza sulla loro applicazione rimaneva ai singoli Stati membri. Questa situazione è cambiata: è tutto basato su una complessa costruzione che prende il nome di Unione Bancaria (meccanismo di vigilanza unica nel sistema bancario), che fa capo ad un articolo del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE). Questo articolo dice che, all'unanimità del Consiglio Europeo e su parere della Commissione e del Parlamento, si possono affidare alla BCE compiti specifici in merito alle politiche di vigilanza prudenziale. Dunque, alla luce di tale articolo, alla BCE sarebbero stati attribuiti poteri generali su come esercitare la vigilanza prudenziale. Invece, concretamente, utilizzando questo articolo in considerazione del rapporto tra ordinamenti, si è trasformata la BCE (o una struttura separata della stessa) nell’autorità di vigilanza: non fissa i principi di politica, ma fa direttamente l'autorità di vigilanza. È stata molto discussa questa riforma perché, partendo da un articolo che diceva una cosa, si è costruita una complessa architettura di vigilanza bancaria diretta sulle banche, attribuita ad un'autorità europea. Il procedimento di evoluzione dell'ordinamento bancario europeo possiamo suddividerlo in FASI. 2. Evoluzione dell’ordinamento bancario UE : origini /1 In una prima fase, gli Stati membri hanno riconosciuto il carattere internazionale del mercato bancario e hanno riconosciuto la necessità delle banche di espandere la propria attività oltre i confini nazionali. In virtà di ciò, è sorta la volontà di fissare dei principi minimi che le banche devono rispettare, in modo da non crearsi concorrenza sleale tra ordinamenti. Ad esempio, se la Spagna fissa principi di operatività più facili, tutte le banche tenderanno a spostarsi in Spagna per avere delle regole più flessibili. Tuttavia, è possibile che il mercato voglia delle banche stabili e rassicuranti, quindi le regole più rigide sono quelle che rassicurano il mercato e che tendono a far spostare le banche da un Paese all’altro. In generale, quello che si vuole assicurare è che non ci sia concorrenza sleale tra gli ordinamenti e che ci sia un'armonizzazione almeno sugli aspetti minimi. La PRIMA DIRETTIVA BANCARIA ha definito cosa sono gli enti creditizi. In realtà, dopo questa definizione, se andiamo a vedere il concetto di banca in Francia o in Germania è molto più severo: - in Germania, i prestiti li può fare solo una banca, mentre in Italia ci sono anche gli intermediari ex art. 106 TUB; - in Francia, per molti anni, il sistema dei pagamenti poteva essere offerto solo dalle banche, mentre solo successivamente sono stati introdotti gli istituti di pagamento. La Prima Direttiva Bancaria mirava a fissare gli aspetti minimi: ad esempio, il concetto di autorizzazione come atto dovuto in presenza di requisiti oggettivi e con esclusione delle esigenze economiche del mercato. Nella Prima Direttiva Bancaria c'era il concetto di host country control: la banca italiana che opera in un altro Paese europeo deve rispettare le regole del Paese ospitante. Dunque, non è una facilitazione, perché occorre vedere le regole del Paese ospite e di conseguenza adeguare la propria struttura organizzativa a quelle regole. - In origine, i comitati tecnici si chiamavano CESR, CESB e CEIOPS. - Adesso, i comitati tecnici sono stati trasformati in agenzie europee: LL Autorità Bancaria Europea (ABE o in inglese EBA) per il settore bancario; Il ESMA per il settore dei mercati finanziari; HI. EIOPA per il settore delle assicurazioni. Partendo dalle tematiche che sono più sensi maggiore armonizzazione. nell’ambito delle attività cross-border, c'è sempre una 3 Adesempio, si vanno ad armonizzare le norme sulle banche transnazionali e sui gruppi bancari perché sono quelle che, agendo in diversi Paesi, hanno bisogno maggiormente di regole comuni. 3 Successivamente, con il procedimento Lamfalussy si vanno a determinare delle regole comuni di base per tantissimi altri settori (non solo per le banche transnazionali) e su aspetti prudenziali e non: ad esempio, abbiamo delle direttive sui bilanci, sui principi contabili, sui servizi a distanza, sull’antiriciclaggio e sull’antiterrorismo. 3 Inoltre, ci si concentra anche sul consumatore di servizi bancari o finanziari: abbiamo una normativa sul credito al consumo e (molto più recentemente) sui mutui residenziali ai consumatori. 6. Evoluzione dell’ordinamento bancario UE : il dopo crisi Questa fase di armonizzazione massima aumenta ancora di più in tempi più recenti. Si ha un tentativo dell'Unione Europea di estendere la vigilanza delle autorità (che normalmente si estendeva solo sui soggetti bancari o sui soggetti ad essi collegati) nei confronti di soggetti che svolgono attività parzialmente diverse. Si cerca una visione generale che guardi a tutte le attività finanziarie, anche quelle assicurative (che sono sempre state messe un po' da parte). In questi anni abbiamo un'espansione dei cd. conglomerati finanzi sono gruppi che non si limitano a coinvolgere soggetti bancari o finanziari (es. coinvolgono anche assicurazioni). Inoltre, si ha la spinta verso una maggiore centralizzazione della vigilanza, a livello europeo e oltre il settore bancario. Le difficoltà che si sono avute durante la crisi finanziaria hanno reso più evidente la necessità di superare la frammentazione europea. Ci si è resi conto che, nei momenti di crisi, le autorità di vigilanza dei diversi Paesi cercavano di fare l'interesse del proprio Paese e procedevano ad una gestione della crisi di una banca (con ramificazioni in altri Paesi) non nell'interesse dei clienti generali di tutti gli Stati; semplicemente si concentravano sul proprio Paese. Pertanto, c'è stato questo tentativo (dal dopo crisi in poi) di creare un'autorità di vigilanza a livello europeo. 7. In particolare , <<single rulebooks>> Sempre allo scopo di giungere a questa centralizzazione, si ha il tentativo di creare dei CODICI del settore bancario europeo: piuttosto che avere tante direttive separate (Prima direttiva, Seconda direttiva ecc.), si è cercato di creare dei codici europei. Non possiamo ancora parlare di codici europei, però nel dopo crisi abbiamo: a. Single Prudential Rulebook, il quale è formato da: * Quarta Direttiva Bancaria (cd. Capital Requirements Directive — CRD IV), la quale contiene requisiti inerenti alla procedura di autorizzazione per diventare banca: = poteri che l'autorità di vigilanza può esercitare nei confronti di questi soggetti; = passaporto europeo; = governo societario della banca (quali requisiti devono avere, come viene strutturato l'esercizio dei poteri all'interno della banca); = sanzioni che si possono applicare in caso di non rispetto della normativa. * Regolamento Capital Requirements Regulation (CRR), il quale stabilisce dei requisiti di tipo patrimoniale: = adeguatezza del patrimonio della banca ai rischi; — requisiti di liquidità, quindi la possibilità di soddisfare richieste di restituzioni o di pagamento nel breve periodo; — requisiti di leva finanziaria, quindi di indebitamento rispetto all'investimento azionario; = rischi di controparte, quindi esposizione anche nei confronti delle controparti; = trasparenza; = grandi fidi. b. Single Resolution Rulebook, il quale è inerente al settore delle crisi bancaria ed è contenuto in un direttiva sulle risoluzioni e la gestione delle crisi bancarie (la cd. BRRD). Con la BRRD si sono armonizzate le regole sulla gestione delle crisi delle banche: - quali poteri hanno le autorità; - quali strumenti possono usare per gestire le crisi; - cosa si può fare per ritornare all'attività oppure liquidare la banca. 3 Mentre con la CRD IV e la CRR è stato riformata la normativa già esistente, nell’ambito della gestione delle crisi bancarie non c'era nulla, pertanto con la BRRD sono state create tutte regole nuove. c. Armonizzazione nell'ambito del sistema di garanzia dei depositi, che rappresenta lo strumento principe per evitare la corsa agli sportelli. All'inizio della crisi finanziaria, c'erano state grosse corse agli sportelli (soprattutto nel Regno Unito) perché la soglia minima di garanzia dei depositi era molto bassa. Con la revisione fatta nel 2014 è stata aumentata la copertura minima in tutti i Paesi europei e sono state fissate delle regole su: - come devono contribuire le banche a questo sistema di garanzia dei depositi; -. quali sono le tempistiche di restituzione e del rimborso ai depositanti in caso di liquidazione coatta della banca; - altri aspetti fondamentali per garantire che tutti i depositanti in Europa vengano trattati in maniera simile, indipendentemente dalla nazionalità della loro banca. 8. Centralizzazione La spinta più epocale riguarda la CENTRALIZZAZIONE dei poteri di vigilanza. Il primo tentativo (fatto subito dopo la crisi) riguardava la creazione di agenzie europee che si occupassero di vigilare sui rischi macroeconomici, cioè sui rischi che riguardano tutti i settori dell'economia. Queste agenzie (cd. European Supervisory Authorities) vanno a sostituire i comitati tecnici e servono per fissare le regole tecniche nei diversi settori (bancario, mercati finanziari, assicurazioni). Recentemente, è stato creato un meccanismo di vigilanza unico e un meccanismo di risoluzione unico, cioè delle autorità che vanno a sostituire le singole autorità nazionali. Ad esempio, per quanto riguarda il nostro Paese è stata sostituita la Banca d'Italia: - non è più la Banca d'Italia che vigila direttamente sul rispetto della normativa bancaria per certe tipologie di banche (quelle più grandi, più significative, più complesse); sarà sostituita da un'autorità di vigilanza europea; - la Banca d'Italia non si occuperà più della gestione delle crisi per tali tipologie di banche; sarà sostituita da una apposita autorità a livello europeo.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved