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La Relazione Tra Società e Cultura: Weber, Durkheim, Scuola di Chicago - Prof. Parziale, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Sulla relazione tra società e cultura, analizzando le teorie di Weber, Durkheim e la Scuola di Chicago. Esplorano come la cultura influenza la società e viceversa, e come le diverse culture si incontrano e si scontrano. Vengono presentate diverse teorie sulle relazioni socio-economiche, la differenziazione sociale e la sub-cultura.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 09/05/2022

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flam01 🇮🇹

4.2

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Scarica La Relazione Tra Società e Cultura: Weber, Durkheim, Scuola di Chicago - Prof. Parziale e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! LEZIONE DEL 23.10.2020 (recupera) LEZIONE DEL 26.10.2020 Max Weber uno dei maggiori esponenti della scuola tedesca. L’etica protestante, connotata da questo forte senso del dovere, ha portato ad un modo di agire fortemente metodico: idea di non godere die piaceri della vita e di impegnarsi nel mondo. Razionalizzazione della condotta di vita: può definirsi anche razionalismo pratico (organizzazione metodica della condotta di vita). etica protestante= fattore sociale. Ha portato alla formazione di burocrazie: c’è un elevata specializzazione del lavoro (ogni impiegato è addetto ad una determinata attività). (questo ha dato vita al capitalismo) Ci sono anche altre forme di burocrazie, per esempio un attività privata dove ci sono diversi addetti a diversi ruoli. Questa metodicità della condotta di vita/ razionalismo pratico porta alla creazione di queste burocrazie (concetto di razionalizzazione). La razionalizzazione produce una gabbia d’acciaio, in cui i mezzi superano i fini. Le regole diventano più importanti dei valori. Weber ha l’idea di una modernità fredda…d’acciaio…perchè il mondo è dominato dalle burocrazie (imprese private e pubbliche). L’etica protestante ha portato a questa modernità fredda, in cui non ci sono valori e principi di fondo. Ha portato alla fine di valori condivisi! Il sistema sciale ed economico è diventato talmente laico che ha fatto prevalere il mezzo sul fine. l’analisi che propone Weber è anche stata molto criticata, soprattutto da uno storico francese, Braudel, che riprende Marx…che sostiene che il capitalismo è nato con la nascita della borghesia nel 1200. La borghesia voleva un sistema economico diverso (capitalismo), e voleva anche una religione può adatta (protestantesimo). Weber invece vede in un fattore culturale religioso (etica protestante) la nascita del capitalismo (hanno due visioni opposte). Ammette che l’interpretazione di Marx e Braudel non è sbagliata, ma la vede come parziale…non completa. Weber dice che la razionalizzazione è un processo storico e culturale. Ha una componente pratica e una teorica. Razionalizzazione= processo generale che ha portato a una progressiva affermazione della ragione nella riflessione teorica, cosi come nella vita pratica. Razionalismo pratico= ha fatto sviluppare burocrazie…scienza, medicina… Questo razionalismo pratico ha portato anche ad un razionalismo teorico…per questo non c’è più magia e la religione è meno importante. Marginalizzazione della religione. L’affermazione dei mezzi ha dato vita a questo processo di razionalizzazione. Il mondo si è disincantato…si è liberato di quella purezza che faceva meravigliare l’uomo di tutto. Nella società attuale ci sono più valori che possono anche andare in scontro fra loro (atei vs credenti…). Attualmente si crede che l’uomo possa darsi da solo dei valori…non ci sono valori oggettivi (come nel medio evo), tutto è soggettivo e ognuno decide i propri valori e ciò in cui credere. I nostri valori sono scelti, non in chiave religiosa. La razionalità ci fa credere che non ci siano valori assoluti…come invece c’erano nelle società più antiche. Weber ci da una spiegazione endogena (spiega il cambiamento culturale attraverso i fattori culturali…la cultura cambia internaente) su come cambia la cultura. (queste spiegazioni possono essere endogene o esogene) Ogni religione ha una funzione conservatrice= giustifica le ingiustizie (morte, povertà, malattia…) Il processo di razionalizzazione può essere inteso come un processo culturale di progressiva affermazione della ragione (ha una componente teoretica quindi…dalla magia alle affermazioni scientifiche ecc… si cerca di comprendere sempre più a fondo la società e l’uomo. Pensiero sempre più teoretico e universalizzato). La razionalizzazione quindi ha questa base Teoretica. Ma ha anche una componente pratica in quanto si è basata sulle azioni di un uomo che cercava di agire concretamente nel mondo (innovazione concreta, utilizzo di mezzi migliori al fine di raggiungere un determinato obiettivo…ricerca scientifica). Ma questo razionalismo pratico ha portato ad una gabbia di acciaio dove la tecnica ha distrutto i valori. Ovviamente ha anche portato cose positive: evoluzione, scienza… Weber analizza acne la religione dal punto di vista dei loro contenuti e delle loro conseguenze sociali. Ma analizza anche la loro organizzazione: una religione si afferma quando si istituzionalizza, si organizza in maniera precisa. Ci sono specialisti (rabbini, il clero…). La religione è anche un organizzazione sociale. Weber fa un’importante distinzione fra chiesa e setta (utilizzatI in maniera neutrale i due concetti). Chiesa = organizzazione stabile che riesce ad affermare il monopolio religioso in una società. Si basa sull’appartenenza per Nascita! (battesimo) Setta = movimento minoritario in una società, dove si entra per scelta. I membri della setta possono decidere se farti entrare o meno. Analizza sette puritane negli Stati Uniti d’America. Per i puritani era importante essere molto affidabili. Dovevi dimostrare ciò…in quanto erano molto legati ad una buona condotta. Appartenere ad una setta diventa importante all’epoca (vedi quale epoca) in quanto se non ne fai parte vuol dire non essere affidabile. Appartenere ad una setta era una garanzia. Ha conseguenze sociali molto importanti. Se sei affidabile lo sei anche nella società capitalistica. Capitalismo si basa molto sul concetto di Fiducia. In America si sviluppa grazie ad una fiducia legata però all’ambito religioso. Weber però dimostra anche come la società possa influenzare la cultura…e non solo il contrario. I tipi di religione variano anche a seconda dei gruppi sociali. Gruppi sociali diversi avranno religioni diverse. Contadini (ignorante, che vive di incertezze) ha una religione più mistica e irrazionale, mentre gli intellettuali avranno una religione più intellettuale e più razionale. Georg Simmel Filosofo, sociologo e si occupa anche di psicologia. Di origine ebraica. Formazione eclettica, che gli crea anche problemi nella società tedesca dell’epoca (che già mostrava forme di antisemitismo). È tra i padri fondatori della sociologia. È uno dei sociologi più contemporanei. Lui riesce a cogliere i mutamenti di una società che diventa sempre più individualizzata (e radicalizzata). Propone uno studio della sociologia Formale. La Società è un insieme di relazioni sociali, e il sociologo deve studiare le forme delle relazioni. Dalle relazioni nascono istituzioni. Società quindi non è un sistema organico, ma sono gli individui in carne ed ossa che interagiscono fra di loro. I gruppi sociali possono essere di 2 tipi: Primari (rapporti intimi/famigliari tra gli individui, ed è anche il primo mettere in evidenza l’Amore Romantico: individuo che sceglie una persona con cui passare la vita perché la ama) e Secondari (relazione strumentale: tra colleghi per esempio…Impersonali). Nella società moderna prevalgono i gruppi Secondari!! Come avviene tutto cio? Simmel introduce il concetto di “cerchia sociale” (reti di interconnessioni). Rispetto alle società più semplici è cambiata la cerchia sociale. Prima un individuo poter vivere in più cerchie sociali (gruppo di amici, gruppo professionale, gruppo famigliare…), ma prima queste cerchie erano Concentriche (come una matriosca). Alcune norme erano condivise da più gruppi. (RECUPERA ULTIMI 45 MIN COGLIONA…slide Georg SImmel). LEZIONE DEL 02.11.2020 Weber non crede che la società determini la cultura, ma crede che fattori sociali influenzino fattori culturali. Lezione di oggi è sulla scuola di Chicago. Che ci porta ad esaminare il rapporto tra società e cultura. Scuola di Chicago= prima scuole sociologica americana, che si sviluppa all’inizii del ‘900. Molti sociologi da un lato si rifanno agli studi …? e dall’altra agli studi di antropologia. Chicago città industriale e che subisce grandi sviluppi da quel punto di vista (nel 900). Questi studiosi si occupano proprio del veloce sviluppo industriale che subisce la città di Chicago in pochi decenni. Prima era un paesino/ piccola comunità, poi diventa una grande metropoli. Molte persone emigrano in questa parte d’America (New York, Chicago…). Gli studiosi di questa scuola studiano la Metropoli (no cultura precisa, no unica cultura…Chicago= città divisa in tante città). Robert Park, uno nei maggior sociologi di questa scuola, ed era amico di Simmel. Si inizia a parlare di un fenomeno che poi verrà definito Sub-cultura. Concezione della cultura non come sistema (come nella scuola francese o nei primi antropologi), ma come processo. Molta importanza all’interazione fra individui… alla loro interfaccia, che da vita a un processo. Questa metropoli è molto differenziata al suo interno (città dentro la città…ci sono quartieri e zone diverse). Quartieri diversi con caratteristiche socio-culturali diverse. Park analizza la città come se fosse una sorta di zoo, nota una imposizione sociale differenziata dove si crea una sorta di segregazione sociale, dove alcuni vivono più verso il centro e altri vero la periferia. La società cambia anche a livello diacronico (tempo). C’è una sorta di frantumanza fra un quartiere e l’altro. Avviene anche questo fenomeno nelle metropoli: un quartiere prima popolare poi si imborghesisce (esempio San Lorenzo, da popolare a universitario e che si sta imborghesendo). Espulsione dei ceti più popolari verso la periferia. Gli studiosi della scuola di Chicago studiano la società tipicamente americana (quella Europea= piazza e luoghi centrali particolarmente importanti), in cui il concetto di piazza non è importante/ non esiste, e quando si parla di centro si parla di un centro “commerciale”/“finanziario”. La città è una società che si differenzia in parti, dove i quartieri hanno una loro composizione sociale specifica, e dove nel tempo i quartieri popolari possono imborghesirsi. Questi studiosi analizzano la cultura come processo…hanno ancora l’idea di cultura ancora ingenua e coesa, tuttavia l’analizzano come se avesse a che fare con l’identità (maniera innovativa). Molta importanza all’interazione sociale. L’identità di un soggetto, ciò che sente si essere, è frutto della comunicazione, dell’interazione con l’altro. Non si sviluppa solo in maniera individuale, ma sopratutto interagendo con l’altro. Mid nota come il sè è questa auto-rappresentazione che il soggetto ha di se stesso, ma che è necessariamente influenzata dagli altri. Società come specchio. Sè= insieme di 2 componenti, il ME (idea che io ho gli altri circa come gli altri mi rappresentano. Modo in cui io oggettivo me stesso) e l’IO (nostra capacità di rielaborare questi significati e di accettarli o meno). William Thomas e un altro (vedi nome) studiano la comunità di polacchi in America. Analizzano la vita degli immigrati polacchi in America, attraverso lettere e altri elementi. Scoprono che il modo in cui un immigrato vive in una nuova società non dipende solo dalla condizione materiale oggettiva dell’immigrato, ma anche dall’atteggiamento che l’individuo ha nei confronti della realtà. Ciao che conta è la cultura a cui si rifà un individuo. Come si crea integrazione? nel momento in cui per esempio non isolo l’immigrato, ma lo tratto come un individuo della mia città/società. Importanti infatti sono le associazioni che aiutano gli immigrati ad integrarsi, facendo così da “ponte”. Park elabora una teoria (teoria dell’uomo marginale, che riprende da Thomas) molto importante con cui spiega qualcosa sugli immigrati. Immigrato= uomo marginale, vive una doppia perdita: di riconoscimento dagli altri e del riconoscimento di se stesso. L’immigrato non è più riconosciuto dagli altri, ha perso il suo status. Diventa un “numero”. La sua cultura personale non lo orienta più…perché entra in conflitto con la cultura delle persone con cui è costretto ad interfacciarsi. Più difficile quindi che ci sia un rapporto di amicizia fra persone di una cultura straniera alla nostra. Ma questo può accadere anche tra persone di classi diverse, non solo di luoghi diversi. Il problema è quando si incontrano culture diverse, che inevitabilmente si scontrano. LEZIONE DEL 04.11.2020 Scuola di Chicago ci porta a riflettere sul rapporto cultura-identità. 2 studi importanti : -studio dei coniugi Mill(?), studiano vita degli individui americani (società americana, cercano di estendere lo studio fatto in una città di media grandezza a tutta l’America). Scoprono che quella città sta vivendo grandi cambiamenti, come tutta l’america, segnati dall’introduzione nella società dei mezzi di comunicazione di massa. I soggetti sono portati a chiudersi in loro stessi…questo rompe i legami sociali. Si diffonde un atteggiamento conservatore e conformista. C’è un avversione verso il mutamento esterno. -studio di Cohen (?), che inizia a parlare di sottoculture. Inizia a vedere come per esempio gruppo di giovani condividono uno stesso disagio, una stessa condizione, che li porta a compiere atti vandalici. Nello studiare questi giovani evidenza l’esistenza di sub-culture, e ci spiega come sorgono queste sottoculture: nascono da una condizione comune che condividono più individui. Questa subcultura prede forma attraverso l’identificazione in un gruppo di individui che condividono questa condizione di disagio/ questo disprezzo. Scuola di Chicago mette in evidenza come non esista una sola cultura, ma come la società moderna sia caratterizzata da molteplici culture (frammentazione culturale). Si basa su un modello decido cui il rapporto fra società e cultura è di reciproca influenza. (Modello interrazionista) QUINIDI… Scuola Francese (Durkheim)= società (fatti sociali) determina la cultura (rappresentazioni collettive, come le chiama Durkheim); Scuola Tedesca (Weber)= individua rapporto di reciproca influenza, ma da maggiore attenzione a come la cultura influenzi la società (quindi in contrario della scuola francese); Scuola di Chicago (influenzata da Simmel)= società nasce come un insieme di reti. Indiividui costruiscono la società attraverso il Linguaggio (interazione). Cultura e società s’influenzano l’un l’altra. Tuttavia in America già dagli anni 30 si afferma un altro paradigma= Funzionalismo (approccio ripreso da Weber, rielaborato da Parsons). Società come sistema suddiviso a sua volta in tanti sottosistemi. Fino agli anni 50/60 ha il potere. Ma l’approccio della scuola di Chicago sarà determinante. L’identità si basa sull’IO e sul ME (complesso di atteggiamenti degli altri che l’individuo assume…idea che gli altri si sono fatti di lui. L’individuo oggettiva se stesso). Identità= continua dialettica tra Io e Me (ecco l’apprendimento). Elemento da mettere in evidenza: la socializzazione avviene attraverso l’apprendimento, e quest’ultimo avviene attraverso il Gioco. L’individuo apprende Giocando. Attraverso il Gioco i bambini imparano cosa si fa e cosa non si fa. Il gioco è molto rozzo e diretto (semplificato)…esempio: bambino che riproduce mamma e papà. Il bambino attraverso il gioco capisce cosa è giusto o sbagliato, attraverso la reazione degli altri… vede cosa gli altri si aspettano da lui. Il bambino comincia a generalizzare..es. bambino che viene sgridato perché butta minestra a terra…viene sgridato (comincia a generalizzare il ruolo di mamma e il ruolo di figlio). Comincia a capire cosa la Società si aspetta da lui…generalizza, non pensa più al ruolo specifico e a quello che un individuo specifico si aspetta da lui. Questo aspetto è stato trattato da molti studiosi/ sociologi. Qui i sociologi individuano 3 tipi di pensieri diversi. 1) Pensiero Pre-Convenzionale: pensiero che ha il bambino più piccolo. Ragiono in base a stimolo risposta. Imparo con l’esperienza (mamma che mi sgrida perché faccio una cosa sbagliata e mi premiano per ogni cosa giusta). È il pensiero più primitivo…siamo ancora in una dimensione pre-sociale (risale alla preistoria). Ma serve un pensiero più completo, serve un passaggio al prossimo pensiero; 2) Pensiero Convenzionale: imparo convenzioni e ruoli di una società (padre, madre figlio…). Mi immedesimo in quei ruoli, tant’è che non so prendere le distanze da quelle convenzioni (dalle regole di una cultura/ della società). Chi vive in una cultura/ una società si lega nettamente a un contesto, credendo che sia giusto e vero universalmente (che sia il più giusto/ il più vero/ il più normale). L’individuo agisce in maniera meccanica (società contemporanee e poco differenziate…c’è maggiore spazio per l’individualità); 3) Pensiero Post-Convenzionale: l’individuo pone al centro il controllo della sua autonomia, rispetto alla società in cui vive. Accetta norme, valori e credenze, ma capisce che queste vanno interpretate. Sviluppa dei pensieri etici che vanno Oltre le costruzioni sociali. Il punto di vista diventa più astratto, personalizzato…l’individuo pone regole a se stesso, e interpreta a modo suo norme, valori e credenze. Questo è tipico della modernità, e delle persone più colte (con formazione più astratta…che vanno oltre le costruzioni sociali e ciò che condiziona il nostro pensiero). Attraverso l’educazione posso acquisire e sviluppare il pensiero post-convenzionale (trans- culturale). L’ultimo è una potenzialità e non si sviluppa in tutti, ma si sviluppa più facilmente nelle società differenziate e più modernizzate (in quelle più semplici è più difficile svilupparlo). Ora proviamo ad analizzare le altre prospettive che analizzano il riporto fra società e cultura. Eravamo partiti dal funzionalismo (Durkheim e Parsons), poi intrerazionismo… Ora vediamo altre prospettive. Altri approcci, tra cui uno che riprende il Marxismo. Il rapporto tra società e cultura, per Marx, è abbastanza lineare, e vede la …? I rapporti socio-economici (causa/struttura) producono la cultura (sovrastruttura). Idee più diffuse=idee della classe dominante. Anche nella nostra società differenziata ci sono idee difficili da scalfire (esempio profitto…devo sempre trarre un profitto da qualcosa che faccio. Deriva da un principio fondatosi durante l’affermazione del capitalismo). Il senso comune è difficile da sradicare. C’è l’idea del voler ricavare qualcosa (deriva da una determinata struttura socio-economica). Questa è l’idea generale che troviamo in Marx, tuttavia è una semplificazione. Molti Marxisti mettono in evidenza come Marx metteva in evidenza la sfera sociale. Ideologia=sovrastruttura/ prodotto culturale. Alcuni studiosi come Gramsci danno ancor più importanza alla dimensione sociale. Società—> Cultura I rapporti di produzione (che sono comunque rapporti tra uomini) influenzano il modo di pensare. 2 visioni: individui come attori passivi (influenzati dalla cultura, in maniera inconscia) oppure idea della scuola tedesca= attori consapevoli della cultura che producono. Marx si trova in mezzo L’idea di Marx= dialettica. La società trasforma l’individuo, ma l’individuo può retroagire o agire nei confronti della società stessa. Altra prospettiva (dopo funzionalismo, prospettiva di Marx e prospettiva interazionista). Prospettiva di Pareto: sociologo italiano che crede che la cultura sia il prodotto della psicologia individuale. Individuo=animale culturale che vive di irrazionalità, e agisce in base ad essa, (irrazionalità=residui psicologici—> sentimenti, affetti, impulsi), che ha bisogno di legittimare questi impulsi attraverso norme, credenze e valori (cultura). Cultura= razionalizzazione a posteriori di questi stati psichici. ragiona più in termini psicologici (rapporto società-cultura diventa rapporto psiche-cultura). Pareto mette in discussione tutte le cose affermate prima (tutte le visioni precedenti). Altro modello= individualista-strumentale (tipico della “teoria della scelta razionale”), secondo cui ogni attore calcola costi/benefici e cultura come risposta all’azione strategica dell’attore. Cultura= strumento che serve agli individui per perseguire i propri interessi. Modello Strutturalista—> riprende idea Weber (cultura influenza società…ma Weber lo vede più in maniera reciproca= si influenzano a vicenda). Questo modello evidenzia come la cultura sia qualcosa di sovra-individuale e come produce sistema economico e politico. La società dipende dalla cultura (quindi simile al funzionalismo), ma c’è un’idea secondo cui culture diverse producono società diverse. Cultura risponde alla struttura mentale profonda degli individui, ma è qualcosa che arriva dall’altro. È una struttura narrativa che influisce sulla società. Cultura= insieme di narrazioni/simboli che funzionano in un certo modo e determinano la società. Ma come funziona la cultura? (vedi registrazione per capire meglio questo punto) LEZIONE DEL 16.11.2020 Oggi si inizia la Seconda parte del corso (rapporto tra potere e cultura). Anni 60-70 abbiamo approccio fenomenologico (piu tipico della scuola tedesca), che studia la realtà per come appare a noi esseri umani, si sofferma sui soggetti e sul loro vissuto. Si sofferma sul senso comune. Alfred Shütz sviluppa in senso sociologico la filosofica fenomenologica. Si rifà molto a Husserl, ma anche Weber. Questo approccio è anti-positivista (non crede che ci sia un sapere oggettivo senza l’intervento della conoscenza personale di chi riflette sulla realtà). Mette al centro il soggetto e il suo vissuto. La realtà fuori di noi viene interpretata da Ego in maniera condivisa dagli altri. Il mondo sociale viene costruita attraverso un’interazione. Shutz mette in evidenza come la realtà in cui vive l’individuo sia multipla e stratificata. Esistono diverse province di significato. Non esiste un’unica realtà, l’individuo vive in diverse realtà. La provincia di significato più importante è quella della vita quotidiana. Questo è un mondo pratico, fatto per risolvere problemi pratici. L’uomo ha un rapporto diretto, concreto e manipolabile con la realtà. Rapporto basato sulla manipolazione (toccare, trasformare, manipolare). Cultura=insieme di ricette pratiche (insieme di azioni pratiche). Se funziona l’uomo accumula esperienze e produce cultura. Ma esistono altre province di significato= scienza, arte, filosofia, religione, sogni… Il soggetto quando si sveglia da un sogno sente di aver vissuto in un altro mondo, quando prega si estrania dal mondo terreno…Noi viviamo e passiamo da un mondo all’altro. Tuttavia il mondo della vita quotidiana si impone massicciamente e influenza tutti gli altri mondi. Questa cosa deriva dall’intenzionalità (attore si apre al mondo esterno) dell’uomo (questa cosa rende possibile all’individuo di dar vita a significati e interazioni) Mondo della vita quotidiana—> quello centrale. La cultura ci porta alla costruzione di tipi (tipizzazione= schemi mentali tipo). È da questo processo che si crea il senso comune (ciò che è “naturale”, “normale”, “scontato”). Senso comune= naturalezza. Sociologia—> una di queste scienze che cerca di oltrepassare l’epochè (sospensione del giudizio), e pronta a mettere da parte il senso comune. Senso comune permette di cooperare, intenderci, comprenderci.. Etnometodologia—> approccio a cui ha dato vita Garfinkel. Fa esperimenti etnometodologici I mass media hanno veicolato l’idea della fine dell’ideologia. Ideologia inteso come qualcosa di negativo (falso). Atteggiamento ideologico: dire che è finita l’ideologia è assumere un atteggiamento ideologico. Ideologia NON corrisponde necessariamente al falso. Di fine delle ideologie se ne parlava già da fine ‘800, non è una cosa nuova. Uno dei primi studiosi a dare la definizione di ideologia è De Tracy (filosofo francese, 1754-1836), e dice che l’ideologia è la scienza che studia la produzione delle idee. Tra 800 e 900 si affermano le ideologie e Toynbee ci sa un’altra definizione: per lui nazionalismo, liberalismo e comunismo sono ideologie post-cristiane (visione della realtà ripresa dalla religione ma laicizzata). Questo perché la religione perde un po di importanza in quegli anni. Ma in politica si pone il problema di legittimare l’ordine sociale, visto che non si poteva più legittimare la religione. (scontro fra chiesa e impero) Chi produce ideologie? Gli intellettuali. Gli strati sociali più alti producono ideologie che poi si diffondono al resto della popolazione. Definizione generale di ideologia (riascolta la lezione per questa parte). Ideologia= laicizzazione/secolarizzazione del sistema culturale teso a legittimare l’ordine sociale. Cultura e ideologia non vanno confuse!! Ideologia è un sottoinsieme del sistema culturale, che rimanda a quei significati direttamente tesi a legittimare l’ordine sociale, economico e politico. Secondo alcuni studiosi si è data troppa importanza al concetto di ideologia. Ma questo concetto ha subito diversi cambiamenti, di fatti possiamo individuare 5 accezioni diverse di ideologie attualmente. Dire che siamo privi di ideologia può essere considerato un atteggiamento ideologico—> vuol dire togliere all’uomo la sua capacità di attribuire significati. Quesa visione ancora una volta si basa sulla scienza (mi rifaccio al dato empirico, a prescindere dai valori che voglio affermare o meno. C’è quasi un tentativo di affermare i valori politici sulla base della scienza). Se accettiamo quel punto di vista è come accettare il senso comune(?) [vedi questa parte che non sai se hai capito] 5 diverse accezioni che possiamo attribuire al concetto di ideologia. 1) Quest’accezione deriva dalla fine del ‘700, dagli illuministi (modo di pensare che riprendono da Bacone, che però è del ‘600 e dice di eliminare i tratti irrazionali del pensiero), e viene riportata anche da Napoleone: Ideologia= pensiero errato e falso (esempio, la Chiesa viene accusata come Ideologica. Diffonde idee errate che puntano a illudere gli umani). La ragione però è un prodotto storico-sociale. 2) Marx utilizza il concetto di ideologia in 2 accezioni diverse (ma complementari). In un’opera (1845-1846) dice che l’ideologia è una visione della realtà Capovolta (come una camera oscura, quella delle fotografie, stesso meccanismo che viene usato dai nostri occhi). La società contemporanea si è talmente differenziata che è arrivata a una divisione del lavoro in Manuale e Intellettuale. Questa organizzazione sociale produce una certa mentalità—> quella secondo cui le idee sono staccate dalla realtà sociale. SBAGLIATO secondo Marx; le idee sono frutto della società (è ideologico pensare il contrario). È la differenziazione sociale che ci porta a pensare il contrario. Lui dice che le idee della classe dominante sono da sempre le idee dominanti. E le persone si rifanno alle idee veicolate dalle classi dominanti. Idee dominanti= espressione dei rapporti che fanno una classe la classe dominante. Idee che servono a legittimare il dominio di chi ha la forza e il potere di diffondere quelle idee. Altra accezione che utilizza Marx, è l’ideologia come produttrice di reificazione (trasformare le istituzioni in cose) e feticismo delle merci. Il mercato governa le istituzioni attraverso la finanza. Il Capitalismo basandosi sulla produzione continua di profitto, ci porta a pensare al mondo come un insieme di cose (es. anche lavoro e individui vengono trasformati in cose). Il mercato del lavoro è un rapporto tra uomini. La produzione continua di cose porta all’esaltazione (al feticismo) delle merci. In realtà dietro a quella merce ci sono dei rapporti di produzione!! Es. tecnologia (forza lavoro morta -Marx) che porta guadagno, Questo perché dietro le tecnologie ci sono rapporti di produzione!! Il Capitalismo ci fa perdere il rapporto con la realtà…ci porta ad una visione distorta di quest’ultima. C’è un capovolgimento che ci porta a non comprendere che dietro alle cose ci sono rapporti di produzione. Ideologia vista come Falsa Coscienza (distorsione, anche inconsapevole, collettiva). 3) Molto diversa è la concezione di Pareto. Le ideologie sono razionalizzazioni a posteriori. Giustificazioni degli impulsi (delle azioni irrazionali degli uomini). Sono False quindi, ma vanno studiate e bisogna capirne i contenuti e il loro rapporto con la realtà concreta. Bisogna anche capire le conseguenze sociali delle ideologie. Importante studiarle ed analizzarle. 4) Karl Mannheim: parte da posizioni Marxiane (riconosce capitalismo, classi sociali, sfruttamento classe operaia), ma le imposta in maniera differente. Lui dice che tutte le società hanno bisogno di una visione della realtà che legittimi l’ordine sociale. È sbagliato pero pensare all’ideologia come falsa coscienza in sé. Ma è sbagliato anche quello che dicono gli illuministi. Dire queste cose significa con capire la natura dell’uomo. Tutti gli individui hanno una visione implicita del mondo, e tutti agiscono in funzione di questa visione (che deriva dal gruppo sociale d’appartenenza). Ideologia non è sbagliata, fa parte dell’uomo. E contro un’ideologia si pone sempre una contro-ideologia di una classe sociale in ascesa. Ideologia e Utopia —> utopia è una contro-ideologia. {RIVEDI QUESTA PARTE NELLA REGISTRAZIONE}. Ideologia non è distorsione del pensiero 5) LEZIONE DEL 23.11.2020 Continuiamo con il tema dell’ideologia—> rapporto tra cultura e potere. Mannheim—> risente del marxismo. In una stessa epoca viviamo cose diverse perché ci sono generazioni diverse che hanno uno sguardo diverso sul mondo. Queste diverse prospettive sul mondo che appartengono ai diversi gruppi sociali non sono mai sullo stesso livello. Una domina—> quella della classe dominante. Cerca di individuare le diverse prospettive sul mondo. Approccio Relazionista. Punto di vista è sempre relazionale. In relazione ad un individuo e alla sua appartenenza a un gruppo. Gli intellettuali possono ricostruire Ideologia e Utopia- Mannheim Ideologia—> funzione conservatrice dell’ideologia proposta dalle classi dominanti. Quest’ideologia dominante non propone altre visioni del mondo/altre soluzioni, e anche gli altri gruppi sociali adottano quell’ideologia. Karl Mannheim, sociologo di formazione tedesca (nasce in Ungheria, sotto dominio tedesco…impero austro-ungarico). Lui dice che l’ideologia dominante ha comunque degli avversari. Lui parla anche di utopia però. È utilizzata dalle classi dominanti per screditare le altre ideologie…ma in buona fede. U-topos—> non luogo, ancora non presente, ma non è pura immaginazione. Alto autore di cui non hai capito il nome dice…”La dittatura perfetta avrà le sembianze di una democrazia, da cui le persone non avranno voglia di fuggire.” Gli schiavi ameranno la loro schiavitù. Non dobbiamo studiare i singoli fenomeni, questi ci servono solo per comprendere l’ideologia dominante. Affianco all’ideologia c’è sempre l’utopia. Utopia= veltashaung che apre nuovi orizzonti. È quel non ancora che apre nuovi orizzonti. Crea quel conflitto sano. Ricoeur però ci dice che l’utopia è molto importante perché può contrastare l’ideologia…però bisogna fare attenzione perché può assumere diverse forme: patologica e sana, proprio come l’ideologia. Ideologia patologica: Domina. Utopia patologica: diventa Evasione dalla realtà. Utopia sana: ci da un’analisi alternativa, ma concreta. Galeano da una definizione di utopia—> vedi slide L’essere umano vive i una società dove dal circolo ideologia-utopia non si esce mai. Esiste riscontro empirico, il ragionamento logico, ma non possiamo nemmeno pensare che esista un migliore stile di vita..Viviamo in un mondo di significati, quindi finche esisteranno rapporti di potere ci saranno ideologie, che di per se non sono negative finche non iniziano a dominare. Viviamo in un contesto preciso in cui esiste questo circolo tra ideologia e utopia. Tanto l’ideologia quanto l’utopia veicola un’immagine del mondo. Ideologia=metafora del mondo, che mobilita (esempio ideologia Marxista). Ma cosi tutte le ideologie. Abbiamo parlato di differenziazione sociale (differenti gruppi sociali): l’abbiamo visto anche con Durkheim e Simmel. Con l’avvento della società moderna posso partecipare a più cerchie sociali parallelamente (frequento famiglia, ma frequento anche università, gruppo sportivo… salto da un mondo socio-culturale ad un altro). Gli studi di Durkheim e Simmel mostrano il pluralismo cultura delle società moderne. Gellener: gli studiosi danno troppo peso al pluralismo culturale delle società moderne, perché in realtà questo era più forte nelle società antiche/primitive (differenziazione tra cultura alta/media/bassa ecc..). Con le sue tesi va in antitesi con Marx e tanti altri autori che invece sostengono che sia stato l’avvento del capitalismo ad aver comportato questa differenziazione culturale. Rispetto a queste 2 posizioni dobbiamo tener conto di un aspetto: è vero, nelle società un po’ più complesse c’è un’elevata differenziazione sociale (anche etruschi, romani ecc.., non per forza quelle moderne), quindi è vero la differenziazione c’è sempre stata…però quello che dicono gli studiosi che riprendono Marx (ma anche Durkheim per esempio) è in parte diverso: nelle società capitalistiche non si deve pensare ad una piramide netta! Non si pensa a Caste quando si parla di classi sociali. Si pensa ad una maggiore democrazia (apparentemente). Prima i diritti anche erano separati…ora tutti vivono nello stesso mondo (tutte le classi vivono lo stesso mondo, stesse leggi e stessi diritti). Il pluralismo culturale in questi sensi è maggiore nelle società capitalistiche. Queste differenze mutano. La stratificazione culturale muta/cambia. La stratificazione sociale ha il potere di determinare cosa sia alto e cosa sia basso. Cosa sia alto e cosa sia basso viene definito dalla cultura dominante (classe dominante). C’è un rapporto egemonico (come direbbe Gramsci). Nella vita quotidiana/nelle società moderne e in particolare in quelle contemporanee c’è una continua comunicazione tra culture differenti, ed è più facile che elementi della cultura bassa vengano assorbiti da quella alta e viceversa. Questo accade perché la cultura è un processo. Le classi più alte poi adottano altre caratteristiche/usanze, in modo da costruire una barriera rispetto alle altre classi. Questo accade perché ormai alcuni elementi sono diventati popolari. Addirittura esiste una Creazione/ Invenzione di cultura alta: esempio Orchestra sinfonia di Boston nel XIX (studio di Di Maggio, 2009). Le classi più elevate tendono a Chiudersi. Creano Chiusura Sociale (barriera). Ci sono questi meccanismi che creano Potere e Maggiore distanza (esempio dell’università, prima poteva andarci solo chi aveva fatto Liceo Classico). Altro aspetto fondamentale: c’è una figura—> i mediatori culturali. Soggetti che frequentano più ambienti contemporaneamente e fanno conoscere la cultura dall’alto al basso e dal basso all’altro. Gia esistevano nel Medioevo—> cantastorie, persone di cultura bassa ma sapevano raccontare, apprendevano e semplificavano quello che imparavano a corte per portarlo poi al popolo (e adattavano ovviamente il tutto per renderlo comprensibile al popolo). I mediatori oggi possono essere altri: anche il sistema dei mass media può essere mediatore oggi. Come si lega la stratificazione culturale a quella sociale? cerchiamo di capirlo meglio. Dobbiamo esaminare le due scuole di pensiero che più si sono occupate di questa stratificazione culturale—> Marx e Weber. Marx—> Nel caso del capitalismo abbiamo gruppi sociali che non sono totalmente chiusi. (l’operaio può cambiare status sociale nella società moderna). Non parla di una struttura piramidale (antichità), parla più di rapporti di produzione, da cui poi prendono forma le classi sociali. Marx individua classi sociali differenti. SI sofferma poco sullo studio delle classi sociali in se. Però fa una distinzione fra classe in sé (classe oggettivamente, ma non ha un’identità) e classe per sé (classe consapevole che ha un’identità oggettiva e che si può opporre. L’individuo capisce a che classe sociale appartiene e riconosce la propria condizione materiale, e allora la propria classe diventa il punto di riferimento). La classe sociale in alcune condizioni storiche può diventare una comunità..può essere caratterizzata da una grande solidarietà interna. Forte identità di classe. Gli studi dello storico Thompson mostra questo sulla working class britannica (forte subcultura, forte rispetto di sè…) Diverso è il discorso di Weber—> ha un’idea di disuguaglianza mutli-dimensionali (la società si basa su differenze/ fratture molteplici). Nella società capitalistica ci sono vari tipi di differenze. Le differenze in una società si basano su: classi economiche, ceti (gruppi di status, persone che condividono lo stesso livello di prestigio) e partiti (organizzazioni burocratiche). Una classe sociale per avere potere deve diventare Ceto. Le persone che hanno la stessa collocazione nel mercato del lavoro devono condividere anche stesso livello di cultura e stesso stile di vita, in questo modo diventa Ceto e acquisisce potere. I ceti creano una serie di chiusura però: i ceti alti creano chiusura per evitare che i ceti bassi raggiungano il loro obiettivo, ovvero l’usurpazione delle caratteristiche dei ceti alti. Weber riconosce questo conflitto tra ceti. Persone di ceto diverso in una società democratica non fanno due cose insieme: Il connubio (matrimonio) e il convivium (mangiare insieme). {recupera ultimi 10 minuti di registrazione} LEZIONE DEL 10.12.2020 [4 ore, le prime due sono queste…] Weber ha una concezione multi-dimensionale: La società capitalistica ha diverse fratture socio-economiche. Si basa su disuguaglianze che coprono molteplici dimensioni. Es. Distinzione tra borghesia e classe operaia. Con il capitalismo si forma anche una Classe media (vendono la propria forza lavoro, ma non come gli operai. Hanno dei titoli di studio, che gli permettono di fare lavori meno manuali/faticosi. Vende la propria forza lavoro in maniera un po più privilegiata). Weber nota che possono esserci conflitti: Non solo tra borghesia e classe operaia, ma anche per esempio tra creditori e debitori. Lui allarga lo sguardo ad altre forme di disuguaglianze. X Weber… Classe sociale = gruppo di individui che son accomunati dallo stesso rapporto con lo stato. Partiti = organizzazioni burocratiche specializzate, che in base a una cultura generalista cercano di amministrare il potere dello strato. Possono essere espressione di una o più classi sociali. Concetto di Ceto—> molto importante nella nostra analisi. NON sono le caste. Il ceto moderno è formato da individui che detengono lo stesso livello di prestigio sociale (stesso status). Ceti esistevano anche in epoche precedenti. Un gruppo diventa ceto quando è accomunato dallo stesso livello di prestigio, che dipende dal fatto che quel ceto è caratterizzato da una determinata condotta di vita (introduce il tema dello stile di vita delle sub-culture). In una classe sociale possono co-esistere più ceti. I ceti pero traggono origine da classi sociali. Quando diventa ceto da vita ad una forma di Chiusura Sociale (quella classe crea delle barriere, dando vita ad una stessa condotta di vita). Il ceto è una sorta di classe sociale ce diventa una Comunità (una persona può passare da una classe ad un’altra, ma quando una classe diventa Ceto è più difficile ad entrarci). Una classe diventa dominante quando diventa Ceto (condotta di vita più difficile da raggiungere). Questa condotta di vita dipende da una serie di fattori : nel passato es. appartenenza ad un mestiere/ area geografica (particolari usi e costumi), nella società capitalista dai titoli di studio (educazione formale). Questa differenza di educazione porta. Una differenza tra ceti. I ceti si distinguono per alcune pratiche. Ceti differenti non condividono alcune pratiche: matrimonio e mangiare insieme (perché hanno condotte di vita differenti). Weber ci fa capire come classi/gruppi/ceti differenti hanno condotte di vita differenti. Es: Lui nota come in una stessa società la stessa religione possa essere interpretata in maniera differente. Si instaura un’affinità elettiva tra gruppo e cultura (sub-cultura). Un aspetto importante in una società più individualizzata è stato il cambiamento messo in evidenza da Robert ,,,: parla di rivoluzione silenziosa. Di un cambiamento rilevante della quale non ci siamo quasi nemmeno accorti. Si parla del passaggio (già dal secondo dopo guerra) da una cultura materialista a una cultura post-materialista. Lui Nita che le generazioni che erano adulte negli anni 50 (esempio) e quelle precedenti, tendevano ad esprimere una cultura materialista (che dava peso al successo personale, alla condizione economica, possedere…affermarsi da un punto di vista materiale), mentre le giovani generazioni tendono a dare meno peso a questi aspetti…danno più peso alla cultura post-materialista: più importanza all’essere. A questioni attinenti alla qualità della vita (tempo libero, rapporti, mangiare bene, cura del corpo…). Corpo diventa oggetto di riflessione. L’individuo riflette su se stesso. Corpo diventa oggetto di affermazione della propria identità. Attraverso il corpo dico chi sono (estetica, modo di vestire, cura del corpo—> anche in forme malate es. bulimia e anoressia). Es. tatuaggio come forma di espressione individuale, e forma di appartenenza a un gruppo (es. nelle tribù). Stessa cosa i Piercing. Queste sono tutte forme di espressione che mettono al centro la cultura post-materialista. Anni ’60-’70: Affermazione di un orientamento tendenzialmente Universalista. Universalismo—> individuo non sentendosi più appartenente a una tradizione specifica, va alla ricerca di principi etici alternativi. Si da maggiore peso alla persona. Tutti gli individui hanno diritti UNIVERSALI. Apparteniamo tutti al medesimo genere. Es. generazione beat (sessantottini), che si oppone alla cultura materialista, e ha un andamento meno attaccato alle cose e al mondo. Se volessimo fare un ragionamento per generazioni: in tutto il Novecento potremmo trovare generazioni differenti, con stili di vita differenti. Dal secondo dopoguerra si nota una differenza: baby boomer (anni di benessere, si fanno più figli). Anziano visto come forma residuale. I baby boomer esprimono una nuova cultura. La generazione non segue più le orme dei genitori, ma va contro. Con i baby boomers si prende coscienza dell’esistenza di diverse generazioni. La generazione dei baby boomers fa un po da ponte. Da una parte pone al centro l’idea di cambiamento, contro l’autorità…ma hanno l’idea del successo professionale (anche gli hippie hanno sviluppato idea del successo in campo professionale o politico). Inizia anche un orientamento di pensiero: non fidarsi di chi ha più di 30 anni (queste persone fanno ormai parte del sistema sociale). Poi si crea Generazione X (’65-’70)…che crede meno nella partecipazione politica. Si cade più nell’individualismo. Si da più peso alla qualità della vita. Voglio guadagnare, ma l’idea non è quella di Accumulare, ma spendere bene. Noi= Generazione Z. Però qui sorge il problema… Cosa è una generazione? Per ora ne abbiamo parlato in maniera generale. Come cambia una generazione nel tempo? Post-materialismo…tratto tipico di alcune generazioni o cambia con l’età (riguarda solo i giovani)? 1)La generazione com la misuriamo/ rileviamo? 2)La generazione ha tutto lo stesso stile di vita? 3)Una generazione si sviluppa soprattutto in età giovanile, ma questo post-materialismo accomuna tutte le generazioni dagli anni ’70 in poi, oppure invecchiando si diventa meno universalisti? Tema della generazione (ultimo tema che tratteremo). L’universalismo è una questione solo giovanile? Esiste un unico stile di vita nelle generazioni?…Per rispondere a queste domande… partiamo da cosa è una Generazione. Generazione—> Tema affrontato già da Mannheim (ideologia e utopia). È stato tra i primi a mettere in evidenza come le visioni del mondo non variano solo in funzione della classe sociale, ma anche per esempio dai generi, e anche a seconda della generazione. Cosa è la Generazione? Intesa da sociologi/filosofi/psicologi dell’Ottocento in 2 modi differenti (x Mannheim entrambi sbagliati): 1) concezione positivista 2) concezione romantica - Positivisti: generazione= insieme di individui nati nello stesso periodo. Possiamo stabilire a livello quantitativo quante generazioni esistono. Vita come una sorta di tapis roulant. Dividere la società per età e vediamo il passaggio da un cultura a un’altra. Positivisti vedono un passaggio da una generazione a un’altra con un tempo di vent’anni. - Romantici: ha un pregio= non quantifica. Ogni generazione ha uno spirito che accomuna una generazione. Va oltre il dato biolgoico, però presta problematiche. Generazione ha un’emtita1 metafisica. Mannheim propone una visione diversa: Generazione= individui che hanno stesso vissuto e modo di pensare. Riprende differenza fra tempo sociale (giorni, ore..) e tempo interiore (come tu vivi il tuo tempo). Più persone che hanno questa stessa interiorità potrebbero appartenere alla stessa generazione. Bisogna però distinguere tra: collocazione generazionale, legame generazionale e unità generazionale. Questi 3 concetti si incastrano tra loro (è come un diagramma ad albero). Collocazione Generazionale: per individuare una generazione partiamo dal dato biologico (persone nate nello stesso arco di anni). Potenzialmente sono esposti agli stessi eventi (es. noi che viviamo la pandemia da giovani, in un momento di crescita). Avere una collocazione nella società. Collocazione generazionale NON vuol dire Gruppo! Collocazione—> è solo una potenzialità (viviamo tutti gli stessi eventi storici che possono segnarci). Gia la collocazione non è strettamente biologica. È sociale! La generazione è un fenomeno sociale. Legame Generazionale: tra individui appartenenti a una stessa collocazione generazionale, possono creare legami, anche scontrandosi. Unità Generazionale: individui che hanno la stessa concezione del mondo e condividono gli stessi stili di vita (modi di vita come li chiama Mannheim). Mannheim riesce a chiarire il tema della generazione. Quindi..come si definisce una generazione? Una generazione condivide lo stesso stile di vita? Non necessariamente. Cosa caratterizza una generazione? aver vissuto stessi eventi storici/sociali. La generazione cambia nel tempo? Si, ma si mantengono alcuni tratti culturali tipici di quando si era giovani. Al di la della forte differenziazione e del pluralismo, stiamo affrontando il passaggio da materialismo a post-materialismo. Quel post-materialismo che viviamo oggi è più individualista, prima era più collettivo. Es. Greta Thumberg, cerca di convincere e di far ragionare. Spiegazione esogena= il cambiamento culturale dipende dal cambiamento sociale, ovvero da un fattore esterno. Spiegazione endogena= cambiamento culturale frutto non di cambiamenti sociali, dipende dal cambiamento della cultura stessa. C’è un mutamento culturale che dipende dal mutamento interno della cultura. LEZIONE DEL 17.12.2020 Lezione che chiude il tema della stratificazione sociale e culturale. Importante per comprendere rapporto tra stratificazione sociale e culturale il tema della generazione. Torniamo a parlare del concetto di subcultura—> giovanile. La subcultura si lega anche alla condizione sociale delle persone. I primi a sottolineare l’importanza delle sub-culture sono stati gli studiosi della scuola di Chicago, parlando soprattutto delle bande giovanili. Questa sub-cultura nasce proprio tra i giovani. Le bande di cui parla Cohen sono proprio giovanili, quindi Non Specializzate. Tra i giovani non è importante la specializzazione, ma l’identità (affermarsi rispetto a una società che li vede come scarto dell’umanità). Merton (scuola funzionalità, allievo di Parsons) si impegna per rendere il funzionalismo più capace di studiare il sistema sociale. In questo tema delle sub-culture evidenzia come in questa società degli anni Cinquanta stiano emergendo gruppi ribelli di persone, in particolare di età giovane (sub-cultura ribelle). Centrale il tema della Generazione (si recuperano gli studi di Mannheim per capire cosa è). Anni cinquanta, questi giovani danno vita ad atteggiamenti teppisti. L’individuo post-moderno (individualista, egocentrico, che si difende dai troppi stimoli e si concentra su se stesso) può essere portato alla disperazione, per colpa di quest’incertezza e questo relativismo. I gruppi di individui più incerti vanno in cerca di certezze—> tradizioni, religioni, per esempio. Uso la tradizione non perché ci credo, ma per difendere il mio IO, le mie certezze. Chiusura a tradizioni Quindi si sviluppano diversi fenomeni—> particolarismo, neo-comunitarismo. “Vedere noi stessi come ci vedono gli altri può essere rivelatore. Vedere che gli altri condividono con noi la medesima natura è il minimo della decenza. Ma è dalla conquista assai più difficile di vedere noi stessi tra gli altri, un caso tra i casi, un mondo tra i mondi, che deriva quell’apertura mentale senza la quale l’oggettività è autoincensamento e la tolleranza mistificazione.” -Geertz LEZIONE DEL 21.12.2020 titolo= L’UNIVERSALISMO INCIPIENTE quindi un universalismo che sta per nascere. Una tendenza che anche se minoritaria, sta per emergere. Scontro tra diverse interpretazioni del mondo. La stratificazione culturale riflette le disuguaglianze fra gruppi sociali. Questo libro presenta il tema del rapporto tra struttura sociale (relazioni) e la cultura. Rapporto tra classi sociali e visioni del mondo, messo particolarmente in luce. A seconda della nostra collocazione sociale vediamo il mondo in un certo modo (lo dice anche Mannheim). Questo tema si intreccia con una domanda della sociologia dell’educazione : come il sistema educativo moderno pur avendo contribuito alla scolarizzazione di massa, continui a riprodurre disuguaglianza tra individui di classi diverse. Che ruolo ha il sistema educativo in Europa oggi? Che rapporto ha con questo sistema politico ed economico (capitalismo)? Domanda di ricerca: Può il raggiungimento dell’istruzione universitaria contribuire alla formazione di una concezione del mondo universalista? Il modo in cui fruiamo del sistema educativo, risente della nostra situazione sociale. Le classi che vivono di lavori manuali (artigiani, operai..), sono portati a costruire carriere scolastiche meno lunghe. Tenuto conto di questi due aspetti (diversi modi di vedere il mondo e diversa fruizione sistema scolastico), può chi raggiunge la formazione universitaria, arrivare a guardare il mondo in una visione universalista? {questo è il tema principale} universalismo—> visione del mondo universale. Modo di pensare per categorie più astratte e generali, e che porta un individuo a riconoscere tutti gli esseri umani come appartenenti al medesimo genere. Stiamo parlando di una mentalità dove le differenze (di qualsiasi tipo) non definiscono i tipi di diritti che si possiedono. Ciò che non vuoi per te non lo vuoi nemmeno per l’altro. Questo è il tipo di mentalità che banalmente si intende. Sono portato ad un atteggiamento più egualitari. Quest’orientamento si contrappone a quello particolarista—> si tende a creare una barriera con il diverso, e ragiono pensando alle mie caratteristiche particolari. Perche esistono questi modi di pensare contrapposti? che ruolo ha l’educazione? ruolo dell’università? Negli ultimi decenni le generazioni tendono a prediligere un rapporto con gli altri egualitario. [recupera ultima mezzora, sei uscita alle 13:22] LEZIONE DEL 22.12.2020 Attraverso il linguaggio emerge una cultura più chiara ed esplicita. Ma con sistemi ideologici può assumere anche un aspetto più implicito e astratto (es. religione). La cultura testuale può mutare quella pratica. 
 In tutto queste fasi è presente la capacità dell’uomo di esprimere se stesso e la sua condizione attraverso i simboli. Cultura testuale può modificare le mappe cognitive, le interazioni sociali… Cosa e1 il codice—> principe che c aiuta ad esprimere il nostro vissuto e la nostra esperienza. Riflette la condizione sociale. persone con condizioni sociali differenti avranno codici diversi. 2 tipi di codice—> elaborato (classi dominanti, alte e borghesi) e ristretto (classi semplici) Come lo apprendiamo? Attraverso il linguaggio in famiglia. Attraverso questo apprendiamo un determinato linguaggio, un certo codice e una certa cultura. Questo linguaggio riflette i rapporti sociali in famiglia, il modo incui la famiglia è organizzata ( come padre e madre sono collocati nella struttura sociale). Questo non determina ma incide sul linguaggio. Codice—> modo in cui utilizziamo il linguaggio. Istituzione Scolastica—> riproduce codice elaborato, in quanto è organizzata da classi dominanti/alte. Chi è di estrazione popolare deve imparare ad utilizzare quello elaborato. Per far fronte a questa situazione di svantaggio che hanno le classi più basse, cercano di darsi delle certezze; es. ruoli precisi nei rapporti (tra moglie e marito, tra figli e genitori..). C’è una gerarchia più evidente. Questi rapporti sociali si riflettono nel linguaggio. Linguaggio più incentrato sul NOI, aiuto tra simili. Pone al centro la solidarietà, l’amicizia, la lealtà. Le frasi sono corti, brevi, basata su imperativi. Adattato a problemi pratici. Le classi medio basse sanno usare solo codice ristretto (oppure pochissimo quello elaborato). Codice elaborato—> linguaggio più incentrato sull’autonomia personale e sull’autorganizzazione individuale. Più sull’IO che sul NOI. Più distaccato dalla realtà. Più incentrato su bisogni e su piaceri. Sintassi più complessa, linguaggio che va oltre i singoli contesti d’azione. Più ampio, astratto e generale. Queste differenze linguistiche implicano sub-culture differenti. C’è una sub-cultura che si impone all’altra, anche con il codice. Es. scuola che passa solo codice elaborato, e ritiene meno importante quello ristretto. La scuola spesso non argina disuguaglianze sociali, piuttosto le riproduce. [hai chiuso la lezione alle 13;06, ed è iniziata alle 12;44, recupera idiota]
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