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Appunti lezioni di filmologia a.a. 2021/2022, Appunti di Teoria Del Cinema

Appunti del corso di filmologia con Michele Canosa al Dams di Bologna, anno accademico 2021/2022

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 17/12/2021

alessia-60
alessia-60 🇮🇹

4.6

(10)

11 documenti

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Scarica Appunti lezioni di filmologia a.a. 2021/2022 e più Appunti in PDF di Teoria Del Cinema solo su Docsity! Lezione 1: 27/9/21 Exergo: citazione che precede un testo. Cita Guccini, che dice che quando andava al cinema pioveva e con questo intendeva la pellicola rovinata che era proiettata. La parola film ha un’ambiguità semantica, perché si può intendere l’opera cinematografica in sé che si guarda oppure l'oggetto materiale, quindi la pellicola; quest'ambiguità non deve essere superata, ma assimilata per poterla capire in pieno. Il film si trova quindi nella cabina di proiezione e sullo schermo. La filmologia nasce nel dopoguerra in Francia, quando gli storici del cinema si accorgono che un film può essere studiato sotto diversi aspetti (montaggio, poetica degli autori, leggi riguardanti il cinema): questi aspetti possono precedere, succedere o accadere contemporaneamente alla proiezione (popcorn, maschera). Tutto questo prende il nome di cinema e al suo interno troviamo il film. Immagine! Materia Cinema La filmologia parte dallo studio del film come opera poi assume un carattere più psicologico e sociologico; dagli anni 60 in poi, con lo sviluppo della semiologia e dell'analisi del film, la filmologia si divide in queste due discipline. L'analisi però presuppone la narratologia e in particolare i primi film muti non avevano una narrazione di alcun tipo. 1998: ultime proiezioni di film su pellicola. Esisteva già un sistema di proiezione misto, ma quelli su pellicola spariscono; ci sono comunque delle eccezioni anche ai giorni nostri, come The hateful eight di Tarantino, che usa una pellicola di 70 mm al posto delle solite da 35 mm. Il formato della pellicola è un elemento importante, che ha influenzato la storia del cinema. Episcopio: proietta i trasparenti. 1895: data convenzionale della nascita del cinema con la prima proiezione pubblica a Parigi da parte dei fratelli Lumière. - 1895 - 1918: 80% della produzione cinematografica è andata perduta - 1918-1930: 70% - 1930-1950: 50% L'Italia è uno dei paesi più colpiti da questa perdita, soprattutto delle pellicole del cinema muto: dei 1500 lungometraggi realizzati fino al 1930, ne sono rimasti solo 400. Cinema primitivo (1895 - 1918) Chiamato così da Noel Burch, è anche detto cinema delle attrazioni; durante questo periodo si creano i primi lungometraggi e in Italia il primo sarà L'inferno del 1911. Nel 1918 si codifica la durata standard di un lungometraggio, che è pari a 90 minuti. Cinema muto (1895 - 1930) I film muti con le avanguardie storiche raggiungono l'apice del successo alla fine degli anni 20 e il passaggio al sonoro viene visto come una regressione sia dai registi che dagli attori: il sonoro bloccava la cinepresa, non permetteva di sperimentare e l’unico scopo era quello di occupare i mercati, perché era questa la condizione stessa della sopravvivenza del sonoro. Il cinema muto non sparisce subito, ma diventa gradualmente sonoro dal 1926 al 1932, anni in cui il muto convive col sonoro; si sviluppano vari fenomeni, come quello delle versioni multiple, dove le scene dello stesso film venivano rigirate più volte con attori stranieri, perché la tecnica di doppiaggio non era ancora sviluppata. Il problema maggiore dato dal passaggio al sonoro era l'equipaggiamento delle sale cinematografiche in modo che potessero riprodurre i film correttamente. Era del nitrato (1895 - 1950) Nel 1950 si passa dal nitrato di cellulosa all’acetato di cellulosa, detta anche safety o pellicola di sicurezza; in realtà, anch'essa si degradava velocemente. La pellicola è formata da 3 strati, partendo dal basso: - Baseo supporto: fatta di nitrato di cellulosa, un materiale plastico flessibile e trasparente ma altamente infiammabile. Per questo motivo dopo il 1950 si cerca un nuovo materiale che sia più sicuro e si comincia a usare il triacetato di cellulosa, molto meno pericoloso in caso di incendio ma comunque suscettibile a degradazioni e quindi poi verrà cambiato. - Emulsione: fatto di gelatina e sali d'argento. È la parte sensibile alla luce, in grado di catturare l'immagine ed è quindi la più importante. - Vernice: è uno strato protettivo. Serve a evitare che la pellicola si arricci o che si creino degli aloni. Lezione 2: 28/9/21 La legge 1213 del 4 novembre 1954 definisce cortometraggio un film di almeno 290 metri e un lungometraggio un film di almeno 1600 metri (tutto questo si riferisce a pellicole standard, da 35mm); al di sotto dei 290m di pellicola il film non è apprezzabile e quindi, non può usufruire dei benefici previsti dalla legge, però siccome questa legge è degli anni 50, non possiamo usare questi termini per definire i film precedenti (ad es. il cinema muto). Con questa legge si rendono ufficiali due termini che erano già presenti nel lexicon (glossario specializzato) del cinema, con poche differenze (il lexicon fa partire i lungometraggi da 1500m, e non dà una durata minima per il cortometraggio) I filmologi invece, nel compilare le filmografie, di solito considerano film qualunque cosa con una lunghezza superiore ai 1000m; per il cinema italiano, sono particolarmente importanti L'inferno (1911, lunghezza 1200m) che è considerato il primo lungometraggio italiano, e La caduta di Troia (1911, lunghezza 600m) che era il film più lungo realizzato fino a quel momento e all'epoca era considerato un kolossal, quasi impossibile da realizzare anche se per i nostri standard è "solo" un cortometraggio. In inglese abbiamo il termine feature film, che indica sia il lungometraggio, che il film di grande spettacolo: in questa seconda definizione lo possiamo applicare a La caduta di Troia, comunque, sia dal dopoguerra (il secondo?), la lunghezza dei film si standardizza attorno a 90 minuti. Lezione 3: 5/10/21 Il passaggio dal cinema primitivo a quello istituzionale porta grandi cambiamenti. Feature film: film colossale o lungometraggio che ha le condizioni adatte per essere un film spettacolare; corto e lungometraggio non sono speculari: il corto dipende dal lungo, prima non erano detti corti perché erano gli unici film in circolazione prima di quelli lunghi. Le vedute animate dei Lumière non erano corte, misuravano tanto quanto il cinématographe poteva contenere; la lunghezza della pellicola era di 17 metri. Il film lungo reagisce a posteriori e quindi è il lungometraggio che inventa il corto. 28 dicembre 1895 al salon Indien, Boulevard des Capucines 14 a Parigi: prima séance a pagamento del cinématographe Lumière. Programma: insieme dei film che vengono proposti e in quella serata se ne mostrano 10 (sujets actuels). | titoli sono instabili, perché quelli del cinema delle origini può variare. Un film è una serie di fotogrammi in successione. Il primo film di questa serata è Sortie des usines Lumière; ogni film è lungo 17 metri, dura meno di un minuto e ha una sola inquadratura. Ci sono almeno 3 versioni di questo film: quando si esaurivano le copie Lezione 7: 19/10/21 Formato: pellicola e dimensioni fotogramma Fotogramma muto: altezza 18 mm/larghezza 24 mm. Rapporto 18:24 = 1:1,33.è detto fotogramma pieno perché riempie tutta l’area tra le perforazioni. I film muti hanno quel formato standard fino al 1909: Henri-Joseph Joly, operatore Lumière che si separa da loro e continua a girare film con una macchina diversa a 5 perforazioni; il repertorio è molto simile a quello Lumière. Con l’arrivo del sonoro si aggiunge una barra al fotogramma, la colonna sonora, che si mangia una parte del fotogramma, perché il film è inscritto nel film. Con questa striscia il fotogramma diventa quadrato e ciò non è apprezzato; attorno agli anni 30, con l'avvento di varie tecniche sonore, si prova a sonorizzare i film muti, ma il formato che si crea non è considerato. Per regolare il formato, si toglie una parte della larghezza e diventa 1:1,37 (aspect ratio academy, che è quello standard sonoro). Panoramico ,66, si diffonde negli anni 60 e l’interlinea è più spessa in modo da rendere l’immagine più allungata e quindi più panoramica. Panoramico americano = 1:1,85. Le due interlinee tra un fotogramma e un altro se sommate corrispondono alla grandezza del fotogramma in sé. Anni 50: crisi delle majors con l’arrivo della tv, si lavora quindi sul miglioramento del colore, del sonoro e del formato. Cinerama: presentato su uno schermo curvo per rendere il panorama che si divide in 3 parti. 25/10/21 Il cinerama viene brevettato da Fred Waller nel 1946, ma viene commercializzato negli anni 50 da Merian C. Cooper (co-regista di King Kong del 1933): la dimensione dello schermo era di 28 x 10m; la grande dimensione veniva sfruttata per dare una sensazione di maggiore spettacolo. | soggetti tipici erano giostre, sport, eventi teatrali, panorami, documentari di viaggio... per dare agli spettatori la sensazione di trovarsi effettivamente lì. È il cosiddetto principio del you are there. Il primo film in cui si prova a lanciare il cinerama è This is cinerama (1956). L'ultimo film girato in cinerama e anche uno dei pochi con una trama tradizionale fu La conquista del West (1962): per girare un film in cinerama si usavano tre macchine da presa poste una vicino all'altra, per avere un campo visivo più grande; dopodiché dovevano esserci anche tre cabine di proiezione e un sistema di audio stereofonico. Le sale, quindi, dovevano essere attrezzate in un certo modo, questo fu uno dei problemi che poi segnò la fine del cinerama; un altro problema era se, in fase di proiezione, le tre pellicole si disallineavano: c'erano delle pubblicità apposta che potevano essere fatte partire mentre i proiezionisti sistemavano le pellicole. Poi però, se questi film erano destinati a schermi televisivi (ad es. se uscivano in videocassetta), per restituire il formato academy si tagliavano via dei pezzi laterali dell'immagine (tipicamente si teneva solo lo schermo centrale oppure si cercava di tenere in campo i personaggi principali); l'aspect ratio di un film in cinerama è 1:3 (quindi ciascuna delle tre immagini è quadrata). Un precursore del cinerama è la polyvision, usata da Abel Gance per la sequenza finale di Napoléon (1927): anche in questo caso l'effetto si otteneva con tre macchine da presa che giravano da angolature diverse. Gance però usa la polyvision in modi diversi: a volte per ampliare lo schermo e mostrare un'immagine unica (come farà il cinerama), a volte per presentare tre immagini diverse (A-B-C), oppure per presentare un'immagine centrale affiancata dalla stessa immagine specchiata (A-B-A). inoltre spesso ci sono delle altre immagini in sovraimpressione e tutti questi espedienti rendono ovvia la presenza della macchina da presa, non la nascondono come spesso si cercava di fare nel cinema classico. Un sistema successivo che invece avrà più fortuna del cinerama è il cinemascope, basato sull'anamorfosi, un tipo di illusione ottica in cui la figure assume le sue proporzioni normali se viene vista dal punto di vista giusto (non frontale): al momento delle riprese si usa una lente anamorfica, che comprime l'immagine nella sua dimensione orizzontale e al momento della proiezione si usa una lente opposta che disanamorfizza l'immagine, riportandola alle sue proporzioni originali. Il cinemascope fu sviluppato dalla 20th Century Fox negli anni 50 e restituiva un'immagine in formato 1:2.55 (non largo come l'1:3 del cinerama ma comunque molto ampio): il suo vantaggio rispetto al cinerama è che non c'è bisogno di schermi curvi, multiple macchine da presa e cabine di proiezione; basta avere le lenti per filmare e proiettare, quindi anche i piccoli cinema se lo potevano permettere. 26/10/21 Mentre l'illusione ottica dell'anamorfosi si conosceva già da secoli, l'applicazione di lenti anamorfiche al cinema si deve all'astronomo Henri Chrétien e viene usata per la prima volta per il film Construire un feu (1923) di Claude Autant Lara: il film è quasi del tutto perduto, ne rimane solo un fotogramma. Più avanti la 20th Century Fox comprerà il brevetto di Chrétien e lo userà per sviluppare il cinemascope; il primo film realizzato in cinemascope fu The Robe (La tunica) del 1953, diretto da Henry Koster: qui si pone il problema del riempire lo spazio creato dal cinemascope, per cui nel film troviamo molte comparse, totali e campi lunghi, movimenti che attraversano lo schermo da un lato all'altro. Il secondo film in cinemascope, anche questo del 1953, fu Come sposare un milionario di Jean Negulesci questo caso non è un kolossal, ma una commedia romantica. All'inizio del film, si apre un sipario e vediamo un'orchestra che suona: questa ouverture di 6 minuti serve a dare agli spettatori il tempo di sedersi e richiama il teatro, che grazie anche al cinemascope comincia ad essere sostituito dal cinema. Sempre per sfruttare al meglio lo spazio disponibile, vediamo che le inquadrature tendono a essere più lunghe e riprese da una distanza maggiore con un gioco di linee orizzontali e verticali che riempiono lo spazio. Nel corso degli anni 50 nascono altri formati di grande dimensione (widescreen), fra cui vistavision, superscope e panavision. Un'altra questione collegata all'aspect ratio è quella delle dimensioni della finestra di proiezione: la finestra dovrebbe incorniciare esattamente il formato del fotogramma, ma nel caso di pellicole molto vecchie, è possibile che il proiettore non sia attrezzato con una finestra di dimensioni corrette e in questo caso si può usare un'altra finestra, che però cambierà le proporzioni del fotogramma, oppure non usarne nessuna, però in questo modo saranno visibili i bordi irregolari della pellicola, le perforazioni laterali, e l'interlinea. : in 8/11/21 Non si punta sui grandi formati per via di una "crisi" dovuta alla televisione, ma piuttosto Hollywood (soprattutto le majors) è spinta a migliorare appunto per prevenire questa crisi; ad ogni modo si creano problemi di formato, perché poi la televisione non riesce a riprodurre i grandi formati senza tagliare via una parte dell'immagine. Un altro problema di compatibilità fra formati si ha nel caso delle stampatrici: qui (fotogramma di Il fuoco di Pastrone del 1916) il fotogramma è nel formato standard del cinema muto (1:1.33); ma il film è stato stampato usando una stampatrice per film sonori, dove "manca" la parte sinistra della pellicola perché è occupata dalla colonna sonora, per cui il margine sinistro dell'immagine risulta tagliato via. Sappiamo che inizialmente il cinema fa parte del teatro delle varietà, è una delle varie attrazioni portate alle fiere o presentate nei teatri: in questo senso fa parte di programmazioni "promiscue", che includevano anche trucchi di magia, illusioni ottiche, applicazioni dei raggi X (sviluppati nello stesso periodo del cinema), esibizioni musicali, trasformismo. 9/11/21 Il trasformista Fregoli trascorse un mese presso i Lumière e imparò a usare il cinematografo, che utilizzò per girare dei film sui suoi numeri di trasformismo; nonostante si fosse reso conto dei vantaggi del cinema (possibilità di diffondere i suoi spettacoli e di farli anche se non era fisicamente presente, possibilità di realizzare effetti speciali), Fregoli non diventerà mai un cineasta. È probabile che in realtà dietro la macchina da presa per i film di Fregoli ci fosse Luca Comerio, fotografo e pioniere del cinema italiano. Nel 1913 viene introdotta la censura in Italia: prima di questo momento i film di solito erano noti con titoli differenti, e c'erano molti problemi di omonimia soprattutto quando i temi erano generici (ad es. vedute di Venezia); altri problemi sono quelli della datazione (che è difficile soprattutto in base ai criteri interni, ad es. lo stile e il montaggio) e dell'attribuzione dell'autore (per cui si parla di film adespoti, cioè anonimi). I funerali dell'Onorevole Costa (1910) di Luca Comerio invece è stato datato facilmente tramite criteri esterni, cioè il fatto che descrive un evento storico del quale si conosce la data. La definizione corretta per questo tipo di film è "dal vero", è scorretto chiamarlo non-fiction o documentario perché questi termini all'epoca non esistevano. 15/11/21 Sono stati girati due film sul funerale dell'onorevole Galli, l’altro era dei fratelli Rovatto, ora andato perduto, che si erano concentrati sulla parte bolognese dell’evento. Comerio nasce nel 1878 e inizia la sua carriera come fotografo; nel 1898 documenta la rivolta dello stomaco a Milano, per cui a volte viene definito anche uno dei primi documentaristi. Nel 1907 partecipa a un concorso fotografico e vince presentando delle immagini di vita quotidiana a Milano, modificate grazie al fotomontaggio; con i soldi del premio compra una cinepresa Pathé, e in questo modo si avvicina al cinema. Sempre nel 1907 fonda la propria casa cinematografica, Luca Comerio & C., fa costruire due teatri di posa e assume il commediografo Mario Morais, perché decide di dedicarsi ai film di finzione per lo più comici; nel 1908 girerà una versione dell'Amleto che è la prima ad essere realizzata in Italia, e inizia anche a pensare a una versione cinematografica della Divina Commedia. Nel 1908, in seguito al terremoto di Messina, la sua è una delle prime case cinematografiche ad accorrere sul posto per documentare la tragedia; in seguito, la sua casa cinematografica si unisce alla SAFFI, che produceva pellicole, creando la SAFFI-Comerio: questa poi nel 1910 cambierà nome in Milano Films e i nuovi dirigenti allontaneranno Comerio, nonostante fosse stato il fondatore della società originale. L'Inferno (1911) sarà prodotto senza di lui. Sempre nel 1911 documenta la guerra italo-turca dalla Libia e realizza queste riprese a colori, utilizzando un sistema primitivo (il kinemacolor). Nel 1913 dirige Excelsior, la versione cinematografica del Ballo Excelsior che veniva messo in scena alla Scala; nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, Comerio ottiene il permesso di documentare direttamente dal fronte. Negli anni 20 e 30 subirà la crisi del dopoguerra e una serie di problemi economici; inoltre, nonostante fosse di tendenze nazionaliste, non era gradito al regime fascista che limiterà la sua libertà di filmare soffrirà anche di problemi di salute che lo porteranno al ricovero in un ospedale psichiatrico nel 1940, dove muore nello stesso anno. L'idea di Comerio era di realizzare una specie di equivalente cinematografico della rivista, con varie rubriche dedicate a sport, eventi pubblici, arte, attualità, operazioni militari: nei suoi film "dal vero" quindi si specializza in eventi notiziabili (cioè che possono fare notizia, come il terremoto di Messina).
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