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appunti lezioni esame teoria e tecnica dei test, Appunti di Psicometria

appunti presi alle lezioni di teoria e tecnica dei test

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 08/09/2020

CristianaB.
CristianaB. 🇮🇹

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Scarica appunti lezioni esame teoria e tecnica dei test e più Appunti in PDF di Psicometria solo su Docsity! APPUNTI LEZIONI TEORIA E TECNICA DEI TEST PROF.SSA MAZZA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELL’AQUILA CRISTIANA I concetti legati alla costruzione dei test riguardano procedure per mettere in relazione elementi del mondo reale con costrutti di un sistema logico astratto attraverso definizioni di parti di esso. Misurare nella testistica significa prelevare un campione di comportamento e metterlo in relazione con un sistema di misura. Vari autori hanno descritto il concetto di misura come il mettere in relazione e in corrispondenza biunivoca grandezze e numeri. Noi possiamo misurare le proprietà delle dimensioni psicologiche e lo possiamo fare utilizzando diverse scale di misura. Le principali scale di misura sono quattro: - Scala nominale - Scala ordinale - Scala a intervalli equivalenti - Scala a rapporti equivalenti La scala nominale rappresenta il più basso livello di misurazione e permette di classificare o categorizzare soggetti, questo vuol dire che io ho la possibilità di attribuire a ciò che sto misurando un punteggio dicotomico, ovvero 0 corretto 1 sbagliato. È importante utilizzare un punteggio dicotomico perché molti compiti in psicologia hanno una risposta 0 e 1 ed è importante sapere su che scala misuriamo i punteggi perché sostanzialmente dipende dalla scala di misura quale statistica dobbiamo utilizzare. Una volta ottenuti una serie di punteggi codificati con 0 e 1 si possono applicare statistiche non parametriche, se il campione è uno solo, ad esempio, si utilizzerà il chi-quadro, nel caso invece avessi due campioni indipendenti possiamo utilizzare una statistica non parametrica, come la K di Kruskal-Wallis o la U di Mann-Whitney. La scala nominale rappresenta un tipo di classificazione qualitativa, nella forma più semplice le qualità possibili sono due, appunto dicotomiche, ma possiamo avere anche un più alto livello di classificazione. Le proprietà di questa scala sono: l’equivalenza tra i membri di una stessa classe e la non equivalenza tra membri di classi diverse. Noi possiamo definire e misurare i costrutti in psicologia, possiamo misurare un costrutto psicologico e lo possiamo fare attraverso la costruzione di strumenti adeguati. Il modello che più frequentemente è stato utilizzato è quello della corrispondenza tra risposte dei soggetti e la scala dei numeri naturali, che ci offre una misura della frequenza, della durata e dell’intensità, in base appunto alla corrispondenza tra le risposte del soggetto e la scala dei numeri naturali. Per quanto riguarda l’intensità, in realtà in psicologia non esiste un fenomeno che ha intensità 0, non posso dire, se sto ad esempio misurando l’attenzione, che la mia risposta è 0, perché in quel caso ci sarà un’omissione, ovvero un’assenza di risposta. L’ansia è un costrutto, ma è un costrutto costituito da elementi, se faccio riferimento all’ansia di tratto o all’ansia di stato faccio riferimento a due costrutti differenti. Parlando si ansia di tratto facciamo riferimento ad un tratto stabile della personalità, per costruire una scala che valuti l’ansia di tratto dovrò costruire una serie di elementi che mi identificano il costrutto pensando e studiando cos’è la dimensione ansia di tratto, ovvero si passa dalla dimensione generale “io voglio studiare l’ansia”, ma non voglio studiare tutto, sapendo che in sempre facile osservare se la persona distorce la percezione che vuole dare di Sé, alcuni test hanno al loro interno item di controllo proprio per evitare la simulazione del soggetto. Tutti i test vanno somministrati in maniera accurata e con l’operatore davanti, il test è uno strumento diagnostico, che aiuta la diagnosi, non esclude il clinico nel porre diagnosi, non può essere usato da solo, dobbiamo aggiungere il colloquio clinico o l’osservazione, se ad esempio ottengo un punteggio alto alla scala d’ansia del Minnesota non posso sostenere di trovarmi in presenza di un soggetto ansioso. Una delle scale più importanti è la scala Lickert ed è la tecnica più utilizzata nella misura degli atteggiamenti, è facile da costruire, è facile da somministrare ed è facilmente comprensibile, inoltre è possibile fare la somma dei punteggi delle singole prove, le risposte sono parzialmente autonome, possiamo avere da 7 a 5 categorie, possiamo quindi trattare la scala Lickert su scala a intervallo. Un esempio molto noto di scala Lickert è lo Stay-x1 e lo Stay-x2, che misurano rispettivamente l’ansia di stato e l’ansia di tratto, conoscendo il costrutto, la dimensione psicologica che vogliamo studiare, in questo caso l’ansia, formuleremo sulla base del costrutto le domande, somministreremo le domande, analizzeremo il punteggio e faremo un controllo della validità. Possibile domanda: attendibilità e validità Per formulare le domande sulla base della letteratura e della teoria si individuano le dimensioni dell’atteggiamento studiato e si formulano delle affermazioni che coprano i vari aspetti del concetto generale che si vuole rilevare (approccio deduttivo). Per la costruzione delle domande devo conoscere molto bene il costrutto che voglio indagare, la scala viene poi somministrata ad un gruppo di persone selezionate, si possono commettere degli errori, le persone possono rispondere o in base a delle false opinioni o in maniera abituale, ovvero dar sempre lo stesso stile di risposta senza riflettere troppo, in questo ci aiuta molto la coerenza interna della scala, le scale sono costruite in maniera tale da non avere la stessa direzione di risposta. Un test psicologico è la rilevazione di un campione del comportamento del soggetto esaminato, chiaramente non descrive tutto il comportamento, è vero che osservare un paziente è importante, ma è anche vero che spesso il terapeuta ha bisogno di sapere come in una determinata fase temporale si comporta il soggetto sottoposto ad una determinata situazione. Il test è una tecnica, una delle domande più frequenti è quale è la differenza tra un test ed una tecnica proiettiva, il test è una tecnica ed è regolata da precise regole nell’applicazione, questo non vuol dire che nelle tecniche proiettive non ci sia comunque una serie di regole da seguire nell’applicazione degli strumenti, ma rispetto a strumenti come il Rorschach o il TaT, un test come il Minnesota (MMPI) è sottoposto a verifiche di validità e attendibilità che lo rendono replicabile da chiunque somministra il test, che può essere utilizzato da chiunque ne ha facoltà, senza avere bisogno di ulteriori approfondimenti, si può leggere il manuale, acquistare il test e somministrarlo, e se la somministrazione avviene secondo i criteri descritti nel manuale il risultato di un esaminatore sarà uguale a quello di un collega che somministra lo stesso test in un'altra parte del mondo. C’è una connessione tra il comportamento misurato in condizioni standard e il comportamento nel contesto della vita quotidiana, i test sono spesso molto criticati perché hanno una pessima correlazione con le condizioni ecologiche, ovvero io non posso dire sempre che una persona in un laboratorio sottoposta ad un test mi darà una performance uguale a quella di una persona che si trova nel suo contesto di vita quotidiano, abbiamo una buona approssimazione, ma è comunque presente un errore standard di misura e non può essere ignorato. Oggi l’attenzione è molto studiata, soprattutto nei giovani alla guida per la prevenzione degli incidenti e per l’utilizzo di misure attentive nei giovani pluri incidentati, dopo la sospensione della patente vengono somministrati test attentivi che servono per misurare quanto la persona è in grado di orientare l’attenzione da un punto ad un altro dello spazio. Il test si distingue da altre tecniche di indagine psicologica come: il colloquio, l’intervista, il questionario, proprio perché seguiamo delle regole, e non per costringere una persona in un contesto a performare come noi vogliamo, ma perché semplicemente io posso parlare con un collega che somministra il mio stesso test in un altro luogo, perché sono certa che la persona che ha somministrato il mio stesso test ha seguito le mie stesse regole, quindi le condizioni a cui è stato sottoposto il soggetto che ha eseguito il test sono le stesse, quindi il test è replicabile. Questo non avviene per le metodologie proiettive, perché nella somministrazione di reattivi, l’interpretazione delle misure è poco ancorabile dentro punteggi, ad esempio la Franzoni è stata sottoposta una sola volta al Rorschach, e da questo strumento tre colleghi hanno fornito tre diverse interpretazioni, questo è il rischio che si corre con l’utilizzo di strumenti proiettivi, in cui le regole di codifica non sono stringenti. L’uniformità di contenuto è un’altra importante proprietà, così come la modalità di presentazione a tutti i soggetti, io non posso ad una persona somministrare uno strumento in modo diverso da come lo somministro ad un’altra, le regole devono essere univoche altrimenti non potrò codificare i risultati. Il test è univoco, se non è possibile somministrarlo non si somministra, come ad esempio, le scale Wechsler, che sono scale di intelligenza, ne esistono tre versioni una delle quali per i bambini in età scolare che è spesso quella che viene utilizzata per fare diagnosi di ritardo mentale. È importante quando si somministra una scala Wechsler fornire il protocollo di tutte le sottoprove, perché sulla base del protocollo e delle sottoprove io posso indirizzare il paziente a seguire una serie di interventi di riabilitazione, che in Italia sono dei Lea e sono quindi interventi normati dall’articolo 26. Una volta che si pone diagnosi di ritardo mentale somministrando una scala, devono passare almeno 2 anni, prima di poter somministrare di nuovo la scala, per non incorrere nell’effetto apprendimento, è perciò importante porre particolare attenzione. I test sono uno strumento molto importante, contaminare il campione di comportamento significa compromettere la diagnosi e danneggiare il paziente che noi stiamo valutando. Per anni nella diagnosi dei disturbi alimentari sono stati utilizzati i test proiettivi, ora stanno nascendo molti centri di chirurgia bariatrica, in Italia le linee guida per questo tipo di chirurgia prevedono che il paziente prima di sottoporsi all’intervento debba essere sottoposto ad una batteria di test che decide se la persona è idonea all’intervento e abbiamo a disposizione molte misure per la valutazione dei comportamenti anomali nell’alimentazione, tra le quali: EAT, EDI, Inventario per valutare condotte alimentari anomale, il BINGE SCALE QUESTIONNAIRE (BSQ) e molti altri. Nel porre diagnosi abbiamo un momento in cui dobbiamo fare una misurazione della gravità del comportamento alimentare distorto del paziente e altra cosa è seguire il paziente in un intervento psicoterapeutico, ma le fasi sono diverse. Esistono diverse modalità di classificare i test, dipendono dal materiale, ovvero da come vengono somministrati, possiamo avere i test carta e matita, oppure avere un test computerizzato, questi ultimi generalmente sono utilizzati per misurare l’attenzione e in alcuni casi anche per le performance cognitive, anche se, ad esempio somministrare un test per le funzioni esecutive come il Wisconsin in modalità computerizzata è una cosa che molte volte, essendo un test uno strumento clinico, può farci perdere delle informazioni importanti, così come analizzare in maniera computerizzata un test di lettura, nonostante riusciamo ad ottenere il tempo di lettura e il numero di errori, molte volte quest’ultimo non viene analizzato correttamente e ci fa perdere una serie di valutazioni, anche il numero degli errori è importante per stimare la performance di un individuo. Anche la modalità di somministrazione può essere diversa, può essere individuale e collettiva, individuale è la classica valutazione in cui noi siamo davanti al paziente, somministriamo la prova, attendiamo la risposta e sigliamo il foglio di risposta. È possibile somministrare un test anche in modalità collettiva, come ad esempio per la selezione del personale, in questi casi il Minnesota è uno strumento utile. I test sono poi diversi in base alle informazioni che vogliamo rilevare di una persona, se vogliamo studiare le attitudini, le capacità esecutive, la personalità, il tipo di esame da affrontare è differente sulla base del materiale che abbiamo. Noi possiamo avere dei test di livello, che hanno lo scopo di misurare il livello di una prestazione di un individuo e test di sviluppo, le prove di Piaget ne sono un esempio. I test attitudinali sono una serie ristretta di test cognitivi che sono selezionati sulla base della relazione con un tipo di abilità, possono valutare una singola attitudine o essere composti da batterie multiple, poi abbiamo i test di personalità, che possono essere divisi in due filoni principali e sono i test proiettivi e i test non proiettivi. I test proiettivi sono test in cui gli stimoli sono ambigui, possono essere vignette, storie, macchie e la logica sottostante è che gli elementi che emergono da un test proiettivo sono legati ad un contenuto interiore che l’individuo fa emergere durante la sollecitazione attraverso queste immagini che possono essere più o meno strutturate, ad esempio nel TAT, le immagini sono ben strutturate ed è considerato abbastanza efficace. Per quanto riguarda invece i test non proiettivi essenzialmente ci si riferisce agli inventari di personalità, come il Minnesota, il CBA, alcune scale di self report, le quali sono state costruite proprio con l’intento di valutare come la persona si autodefinisce. Le risposte ai test vengono catalogate in una griglia di correzione, che ha varie forme, può essere un intero protocollo che riporta tutte le singole componenti esaminate, un punteggio grezzo, la trasformazione in punti T, e le griglie di correzione sono molto utili anche nel momento in cui noi costruiamo una valutazione, la griglia di correzione va comunque fornita all’operatore che deve operare l’intervento, perché sulla base della griglia si possono rilevare le singole sottoprove, le singole misure che sono state rilevate e qual è il punteggio ottenuto dal soggetto nelle singole misure. Secondo la teoria classica dei test noi calcoliamo il punteggio grezzo, all’interno del punteggio grezzo abbiamo una serie di elementi tra i quali l’errore di misura. Nella ricerca in psicologia facciamo riferimento a due temi principali, la classic test theory, in cui è possibile codificare il punteggio di un soggetto e la item response theory. La classic test theory si focalizza sul test e propone di misurare il tratto latente per mezzo del punteggio globale. Il tratto latente è un tratto che non si vede e se io ho fatto un test in cui chiedo delle informazioni sulle conoscenze di base avrò misurato come tratto latente l’intelligenza verbale perché sappiamo che la comprensione, la capacità di astrazione, di giudizio, rientrano nelle capacità intellettive, non lo vediamo ma misuriamo l’intelligenza. L’errore sistematico è appunto sistematico quando influenza nella stessa direzione e con la stessa intensità tutti i punteggi che sono raccolti nel test, mentre l’errore casuale agisce in modo diverso per soggetti diversi, anche se sottoposti ad uno stesso test, il punteggio osservato è una variabile che assume valori secondo una distribuzione di probabilità che contiene il punteggio vero. Data una serie infinita di misurazioni, l’errore scompare e il punteggio derivante dalla media di tutti i punteggi osservati è il punteggio vero, maggiore è il numero di misurazioni che farò e minore sarà il rischio di incorrere nell’errore di misura. Perché un test sia adeguato deve avere buone caratteristiche di validità e deve essere attendibile, se non sono adeguatamente riportate queste caratteristiche non siamo certi che lo strumento sia utile per formulare la diagnosi e che consenta di quantificare i risultati in maniera corretta. I test proiettivi non hanno attendibilità e validità. L’attendibilità è l’accuratezza e la coerenza di un test e si basa sulla necessità che questo fornisca misurazioni precise, stabili e oggettive, è utilizzata per costruire nuove scale di misura, migliorare quelle già esistenti, valutare la componente di errore che il test non carpisce. Esistono vari modi di misurare l’attendibilità, ad esempio il punto biseriale, che è la relazione che intercorre tra i punteggi ottenuti su un item dai soggetti osservati ed il punteggio totale ottenuto su tutti gli item , esiste quindi, per ogni item, ma è quello meno utilizzato, a differenza del TEST RETEST, che è quando io sottopongo lo stesso individuo più volte allo stesso test e dovrò ottenere lo stesso punteggio a distanza di tempo o in situazioni diverse, l’obiettivo di questa procedura è la stabilità del risultato, quindi la correlazione deve essere altissima tra i punteggi della stessa scala somministrata in due momenti diversi e questa sarà una misura dell’affidabilità della scala. La costante di Cohen è un altro strumento molto utilizzato che è l’accordo tra siglatori, due siglatori che somministrando lo strumento in momenti alla stessa persona, la reazione che ci sarà tra gli strumenti somministrati dai siglatori in momenti diversi sarà una correlazione di 1, ovvero un accordo perfetto, se invece non c’è correlazione l’accordo sarà casuale e la misura non attendibile. L’affidabilità del sottocampione, la cosiddetta procedura split-half, quando somministro due pezzi della stessa scala a due persone diverse e ottengo tra i due sottocampioni una correlazione elevata e positiva, in questo modo il test è affidabile. Quindi test-retest, accordo tra siglatori e metodo split-half servono per irlevare quanto un test è affidabile. L’attendibilità è una condizione necessaria alla validità, ma non sufficiente, indica infatti il limite superiore raggiungibile dalla validità di una misura, se io ho il 90% del punteggio corretto avrò una misura attendibile, se non lo ottengo devo tornare al puto d’inizio della costruzione degli item. Oltre che attendibile lo strumento deve essere anche valido. Possibile domanda: la validità esprime la capacità di misurare effettivamente l’attributo che si vuole misurare. Possibile domanda: le tre caratteristiche di attendibilità: accordo tra siglatori, test-retest, split-half. Possibile domanda: tutte le caratteristiche di validità. La validità ha due aspetti, uno misurativo e uno contenutistico, c’è poi la validità di facciata che rappresenta il concetto che un test dovrebbe avere per ogni persona quello che si suppone sia un test, per esempio il Minnesota ha una pessima validità di facciata, perché è difficile da leggere e sono molti item, il CBA ha una validità di facciata migliore, la validità di facciata è molto spesso un tipo di validità a cui non si fa attenzione. La validità di contenuto verte sulla capacità dello strumento di rappresentare accuratamente l’universo dei comportamenti legati al costrutto psicologico che si intende misurare, questo vuol dire che se io misuro l’ansia devo inserire nella scala tutti gli item che rappresentano la condizione in cui può manifestarsi l’ansia in una persona. La validità convergente esprime il grado di accordo tra diversi tentativi di misura dello stesso costrutto, il punto di riferimento per la costruzione di un test è sempre lo strumento più vecchio che misura lo stesso costrutto, perché sicuramente ha misurato quello che si prefiggeva di misurare, quindi non altero la scala. La validità discriminante riflette il grado in cui i tentativi di misurare i costrutti diversi sono distinguibili l’uno dall’altro, questo tipo di validità è l’altra faccia della validità convergente, implica che misure di costrutti diversi non siano confuse tra loro. Nel voler misurare due dimensioni è necessario essere certi che non si confondano tra loro. La validità di criterio rappresenta il grado di associazione tra la misura di interesse e un criterio rilevante, cioè la misura di un concetto teoricamente connesso al costrutto in esame. La validità di criterio può assumere due forme specifiche: validità concorrente e validità predittiva, per distinguerle possiamo far riferimento al momento in cui viene misurato il criterio, un esempio classico è l’ansia di tratto e l’ansia di stato. La validità nomologica è la forma più generale, astratta e difficile da verificare della validità, viene definita come il grado in cui l’insieme delle ipotesi basate sulla misura del costrutto in esame vengono effettivamente verificate all’interno di un più vasto schema concettuale che include altri costrutti con cui la misura del costrutto di interesse intrattiene relazioni teoricamente giustificate, ad esempio una cosa complicata è rilevare quanto è ansia e quanto è depressione, molte volte i due costrutti vanno insieme, quindi per capire che ho creato una scala che misura una dimensione e non l’altra dovrò applicare tutte le forme di validità e vedere che tutte sono rispettate. L’analisi fattoriale è un procedimento statistico matematico che parte dalle risposte di un gran numero di persone ad una serie di item. Permette di identificare alcune caratteristiche psicologiche (fattori) che sono in realtà, per certi versi, variabili latenti, perché dagli item non emerge direttamente la dimensione, la possiamo dedurre, dopo aver applicato l’analisi fattoriale, da come gli item si aggregano per formare il fattore e sono in grado di spiegare una dimensione di dati enormi, sia in termini di numerosità campionaria, sia in termini di variabili che sono state indagate. L’analisi fattoriale è una sorta di sintesi dei dati, per mezzo della quale vengono analizzate le correlazioni all’interno di un ampio insieme di punteggi e che permette di individuare quali item si raggruppano insieme (fattori). L’analisi fattoriale si può condurre in due modi diversi: la prima è un’analisi esplorativa, ovvero quando si ha a disposizione un enorme dataset di dati non conosco come questi si aggregheranno per cui si condurrà una prima analisi, appunto esplorativa, in modo da poter cominciare a formulare delle ipotesi. Successivamente, una volta che si è visto come i fattori si aggregano tra loro, sarà possibile eseguire un’analisi di tipo confermativo da cui rilevare i risultati dell’analisi stessa. Ci sono molti elaboratori da poter utilizzare, tra cui: superlab, spss, r, un esempio di studio condotto con l’ausilio dell’analisi fattoriale è volto ad indagare la cognizione sociale. La cognizione sociale è un costrutto psicologico, una competenza cognitiva che ci permette di interagire con successo con altri individui, è una competenza costituita da varie funzioni. Quando siamo molto piccoli, la prima cosa che facciamo è processare lo sguardo ed iniziare il gioco di finzione, più avanti cominciamo con l’attribuzione degli stati mentali e con le competenze empatiche e così via fino al riconoscimento dell’emozione, alla comprensione dell’identità sociale e al buon comportamento sociale, per fare questo abbiamo fatto un lavoro enorme, fino ad arrivare ad un’analisi che è l’evoluzione dell’analisi fattoriale, a studiare in un gruppo di persone sane e un gruppo di persone con autismo la cognizione sociale. Sulla base delle informazioni che abbiamo adesso sappiamo che nei soggetti sani le funzioni si aggregano e si aggregano rimanendo coese tra loro, nei soggetti con autismo le funzioni non comunicano, queste persone possono guardare il volto di una persona, arrivare forse a capire l’emozione, ma poi non essere in grado di utilizzare queste informazioni nei contesti sociali, tra i vari passaggi che dobbiamo svolgere per arrivare a dire questo c’è quello di raccogliere un enorme quantità di dati su vaste popolazioni. Per portare avanti uno studio di questo tipo conduco inizialmente un’analisi esplorativa, ovvero non dico in questa fase quanti fattori voglio, ma chiederò di ruotare la funzione. Se immaginiamo un grafico delle correlazioni, quando correliamo delle informazioni mettiamo insieme dei punti, che se tra loro sono correlati contribuiscono a formare una retta, ma si aggregano attorno ad un valore e quindi vanno nella stessa direzione, ma non tutte le informazioni contenute nel dataset che stiamo correlando a volte vanno nella stessa direzione. In questo caso faccio una rotazione del piano, o meglio vado a vedere se tutti i residui possono essere in qualche modo aggregati con un procedimento che si chiama massima verosimiglianza, vado cioè a vedere se quelli esclusi sono assimilabili per una qualche dimensione. La rotazione che in genere scegliamo è la rotazione Vineax, i punteggi non li salviamo come variabili e sopprimiamo i punteggi che non sono significativi, se l’analisi fattoriale non parte c’è un errore nel dataset, vuol dire che un pezzo di dataset è vuoto. Dall’analisi otteniamo due valori importanti: la percentuale di varianza e la percentuale cumulata. La varianza corrisponde alla variabilità dei dati che ho a disposizione, l’analisi fattoriale deve in qualche modo darmi una spiegazione, un’aggregazione dei dati che sto analizzando. Perché la mia analisi fattoriale sia efficace devo avere almeno oltre al 50%, perché il 50% corrisponde al caso, della varianza cumulata. Per scegliere i fattori utilizzo diverse modalità, una è quella della percentuale di varianza spiegata, l’altro è l’utilizzo del grafico degli autovalori. Se io prendessi i primi valori che corrispondono a dove il grafico fa la prima deflessione, spiego poco perché la percentuale di varianza spiegata da questo tipo di analisi è solo del 30%. Scegliere i fattori vuol dire che io nel primo fattore, sulla base dei pesi fattoriali metterò delle variabili che identificano una dimensione, nel secondo fattore metto tutte le variabili che identificano la stessa dimensione (es.tutte le storie che indagano la teoria della mente), infine confermo l’analisi. Posso condurre un’analisi fattoriale anche in maniera diversa, scegliendo direttamente i fattori principali. La rotazione varimax mette meglio in ordine i fattori che hanno un peso maggiore, può succedere che quello che inizialmente sembrava essere rilevante, andando ad aggregare i dati potrebbe non esserlo più. L’analisi fattoriale è stata applicata in numerosi contesti soprattutto per spiegare problemi legati a dataset con enorme quantità di dati. versione per adulti, anche se è ancora in commercio la WAIS-III, mentre per l’età evolutiva abbiamo la WISC-III e la WISC-IV, la WIPPSI-III e la WIPPSI-IV. Si parte quindi dalla Wechsler, per passare alla Wechsler belevue forma 2 e successivamente è stata sviluppata la WAIS adulti, la WISC bambini adolescenti e la WIPSI per bambini in età prescolare. Possibile domanda: differenza WAIS, WISC, WIPPSI La WAIS si è poi evoluta nella WAIS-R, successivamente WAIS-III e ora abbiamo la WAIS-IV, stessa evoluzione è stata subita dalle scale WISC e WIPSI. La costruzione delle scale Wechsler segue alcune regole comuni; che sono che il livello degli item è di complessità crescente, come nel TROG, nelle Wechsler si parte da un certo item, se il soggetto risponde si va avanti, altrimenti si torna indietro, il punto d’inizio è differente a seconda dell’età del soggetto, si effettua l’interruzione della somministrazione dei subtest se vengono commessi un certo numero di errori consecutivi, sono inoltre stati introdotti alcuni subtest supplementari ed è sempre prevista la trasformazione del punteggio grezzo di ogni subtest in punti ponderati normalizzati con media 10 e deviazione standard 3, infine è prevista la trasformazione della somma dei punteggi ponderati in QI di deviazione con media 100 e deviazione standard 15. È prevista quindi un’alternanza delle prove, questo è importante perché ci permette di capire ed evitare l’affaticamento e la ripetitività nella somministrazione delle prove. La WIPPSI-III ha una standardizzazione che va dai 2 anni e 6 mesi e i 3 anni e 11 mesi e dai 4 anni ai 7 anni e 3 mesi, mentre la WIPPSI-IV ha una standardizzazione che va dai 2 anni e 6 mesi ai 7 anni e 7 mesi. Possibile domanda sulla WIPPSI-IV è importante sapere qual è il livello a cui siamo arrivati con la standardizzazione. Nella WIPPSI-III rispetto alla WIPPSI-IV cambia il range di età finale, quello di età iniziale non può cambiare perché non si può testare un bambino sotto i due anni e sei mesi, ed è importante che il range finale si sia spostato in avanti perché molte volte un bambino di 7 anni può non saper fare la scala di livello superiore, acquistiamo entrambe i test perché se io volessi monitorare il deterioramento cognitivo in una persona in grado di fare il test, posso andare a vedere se il livello intellettivo si mantiene a prescindere dall’avanzamento dell’età, è inoltre molto utile avere due forme parallele perché ci permette di non incorrere nel problema dell’apprendimento del test. Ci sono dei punti in comune tra tutte le scale: informazione, comprensione e vocabolario si trovano in tutte le scale, vocabolario recettivo e denominazione di immagini si trovano solo nella WIPPSI perché non può avere memoria di cifre e ragionamento aritmetico che sono presenti nelle altre scale, perché l’età di somministrazione è troppo bassa. Hanno inoltre in comune completamento di figure, disegno con i cubi e cifrario, concetti per immagini e concetti illustrati, che non c’è più per gli adulti, ragionamento con parole, presente nella WISC, ma non per gli adulti e poi ricerca di simboli, matrici logiche, ragionamento con le matrici, ricostruzione oggetti, riordinamento di lettere e numeri, riordinamento di storie figurate. Il punto riordinamento di storie figurate è stato visto essere un test molto complesso perché c’è un utilizzo delle capacità esecutive d stima, di pianificazione ecc.. che è una funzione in molti casi troppo elevata e spesso le persone in difficoltà cadono su questo tipo di competenza facendo abbassare il punteggio del QI di performance. Si inizia a pensare cosa è l’intelligenza e se i test di intelligenza hanno un senso nel XX secolo dalla necessità di esaminare le condizioni delle persone che avevano affrontato la guerra, ma anche per altre ragioni non sempre nobili, chiaramente non si può ridurre l’intelligenza in una serie di competenze, ma possiamo pensare che l’utilizzo di determinate competenze in determinati contesti ci può dare una stima delle capacità intellettive della persona. È inoltre importante considerare che molte volte quando questo test viene somministrato, soprattutto negli adulti, si è sottoposti ad un livello di stress tale per cui poi l’ansia da prestazione e le difficoltà nello svolgere prove a tempo e prove che esiteranno in una misura di QI possono compromettere la prestazione. I test di intelligenza misurano delle capacità, sono standardizzati e questo rende sicura la somministrazione perché sappiamo che se somministriamo una scala Wachsler in Italia, ad esempio a Roma, sappiamo che se viene somministrata la stessa scala a Milano il punteggio sarà lo stesso, misurano sicuramente capacità mentali superiori, l’informazione ottenuta è valida nel momento in cui stabilisce, riflette qualcosa che si può definire come una capacità globale del comportamento intelligente. La possono somministrare solo categorie professionali che rientrano nella fascia C, ovvero psicologi iscritti alla sezione A dell’albo professionale, docenti universitari e ricercatori settori M- PSI 01 e 08, medici con specializzazione in neuropsichiatria infantile, psicologia clinica, psicoterapia. La scala WAIS è rivolta a soggetti dai 16 anni in poi, è composta da 11 subtest: 6 verbali e 5 di performance, gli item sono disposti in ordine di difficoltà crescente, la grande differenza tra la WAIS e la WAIS-R è l’ordine di somministrazione, non più prima i verbali e poi i non verbali, ma uno alternato all’altro. Possibile domanda: l’importanza di alternare le prove consiste essenzialmente nel fare in modo che il soggetto non si abitui e ci sia una certa variabilità nella somministrazione del test. Il quoziente verbale è un indice della capacità di comprensione verbale del soggetto, mentre il quoziente non verbale è una stima delle capacità di organizzazione percettiva, del contatto con l’ambiente, della capacità di integrare stimoli percettivi e risposte motorie adeguate e di lavorare con materiale concreto. Si possono individuare i puti di forza e i punti di debolezza di un soggetto dal punto di vista verbale mettendo in relazione i punteggi ponderati ottenuti in ciascun subtest con la media dei punteggi ponderati raggiunti alla scala, lo stesso vale per la scala non verbale, le differenze non dovrebbero superare i 3 punti. Esistono alcuni modi di utilizzare le scale applicandoli a patologie psichiatriche, ma dal momento che il test misura competenze di tipo cognitivo dovrò usarlo per quello per cui il test è stato costruito, terrò conto della patologia psichiatrica ma non faccio diagnosi ad esempio di schizofrenia. Essendo gli item di ogni subtest ordinati in ordine crescente di difficoltà noi possiamo, per valutare le funzioni cognitive, osservare in quale punto del subtest il soggetto fallisce e se tale fallimento infici o meno l’intera prova. L’intelligenza è un costrutto complesso con una forte relazione con le caratteristiche personali ed emotive del soggetto. Noi possiamo stimare il modo in cui il soggetto si approccia alla somministrazione del test, tenendo conto anche della sua variabilità e della sua specificità emozionale. L’errore commesso da due soggetti non è mai lo stesso, ma può sotto intendere un diverso tipo di modalità di approcciarsi al test. La valutazione di una persona non può essere ridotta alla somministrazione di uno strumento testistico, ma è il frutto di un esame clinico complesso e variegato che va dall’anamnesi, dalla conoscenza della storia del paziente dalla somministrazione di strumenti clinici insieme ad una valutazione cognitiva, questo ci permette di avere un quadro completo. Se si sospende la somministrazione di una scala WAIS, questa va somministrata dopo due anni, nel caso dei bambini possono essere sospese nello stesso giorno per far riposare un po' il bambino. Il criterio che determina l’uso di qualsiasi strumento è la finalità per la quale la scala è applicabile, la scala ha la funzione per cui è stata costruita e deve essere usata solo per quella funzione. Maggiore è l’alleanza diagnostica, migliore sarà la prestazione del soggetto su quel determinato test. È controindicato somministrare la WAIS quando il soggetto non collabora, è importante non far percepire ad una persona l’intrusività di una scala che dura 45 minuti e stima la sua intelligenza e che può quindi dare luogo ad una serie di condizioni psicologiche di ansia da prestazione che sicuramente inficeranno la prova, è inoltre controindicata la somministrazione quando il paziente è confuso, delirante o allucinato, quando sta assumendo farmaci e presenta un rallentamento psicomotorio, quando presenta un deficit fisico, un danno neurologico che comprometterebbe la prestazione nel test. La scala WAIS è indicata invece per valutare le capacità cognitive del soggetto, per oggettivare alcuni vissuti di deficit, per certificare un ritardo mentale. La scala WAIS-R prevede un campione diviso in 9 gruppi di età compresa trai i 16 e i 74 anni ciascuno dei quali composto dai 160 ai 300 soggetti, c’è un numero uguale di uomini e donne, il campione è stratificato in 6 gruppi di occupazione, la scolarità divisa in 5 livelli e la residenza urbana o rurale è suddivisa in modo piuttosto equo. Il calcolo dei punteggi nel subtest di ordinamento di ordinamento di storie figurate viene assegnato un punteggio pieno al completamento della figura, per alcuni item vengono assegnati dei punti parziali in base al numero di pezzi che sono stati messi correttamente, tra i fattori che influenzano il punteggio rientrano la logicità nella sequenza delle figure e la frequenza con cui la ricostruzione si è verificata nel campione di standardizzazione, i punti aggiuntivi vengono assegnati per un’esecuzione piena, qualora però la soluzione è trovata velocemente, questo vale per il disegno con i cubi, il ragionamento aritmetico e la ricostruzione degli oggetti. I punti ponderati di uno degli 11 subtest sono basati su un gruppo di riferimento di 500 soggetti di età compresa tra i 20 e i 34 anni. Per ciascun subtest la distribuzione dei punteggi grezzi è stata trasformata in una scala con media 10 e deviazione standard 3, i punti ponderati di tutti i subtest vanno da 1 a 19 e si tiene in considerazione 3 deviazioni standard dalla media. Per costruire le tavole dei QI nella WAUS-R sono stati calcolati per ciascun soggetto del campione tre somme di punteggi: la somma dei punti ponderati dei 6 subtest verbali, dei 5 subtest di performance e la somma dei punti ponderati degli 11 subtest. Sono state calcolate per ciascun gruppo d’età le medie e le deviazioni standard di queste tre somme (verbale, performance e totale). Una questione importante riguarda il quoziente intellettivo e la classificazione dell’intelligenza, noi facciamo diagnosi di ritardo mentale se il quoziente è intorno o sotto i 70. Possibile domanda: punteggio che corrisponde a ritardo mentale è sotto i 70. Per quanto riguarda il cifrario l’indicazione da dare è riportare sotto i numeri il simbolo corrispondente con il tempo contingentato. Nella ricostruzione di oggetti il soggetto avrà davanti solo una parte della figura da ricostruire, tipo puzzle, anche questa è una prova a tempo. Nel completamento di figure il soggetto dovrà indicare la parte mancante della figura. Nel riordinamento di storie figurate al soggetto vengono date delle figure che raccontano una storia che il soggetto deve mettere in modo logico, questa prova è stata eliminata perché molto difficile e sottostimava il QI di performance anche in persone con buone competenze cognitive. Nella prova disegno con i cubi il materiale comprende 9 cubi con 6 facce colorate e 9 cartoncini su cui sono disegnate delle configurazioni che il soggetto deve riprodurre con i cubi, è una prova a tempo, massimo 60 secondi, si comincia con pochi cubi e poi aumentano. Le prove di performance sono tutte a tempo e per alcune prove si da un punto in più se il soggetto è particolarmente veloce. La WAIS è il primo strumento che lo psicologo può somministrare, misura l’intelligenza, si absa su una misura quantitativa delle risposte e l’attribuzione del punteggio ponderato presenta poche difficoltà, il risultato il QI è un dato di immediata comprensione per gli altri. Un dato psicometrico non è una diagnosi completa, non permette di capire il tipo di intelligenza del paziente, ma possiamo farci aiutare da questo dato senza porre etichette al soggetto a cui somministriamo il test. La diagnosi deve tener conto di molte informazioni, dobbiamo conoscere il paziente facendo un’analisi qualitativa, il compito dello psicologo non è solo leggere i risultati del test ma anche raccogliere informazioni per avere un’idea globale del paziente. È importante avere un buon approccio anche di tipo qualitativo, è sempre importante fare uno screening preliminare prima di scegliere il test da somministrare. La WIPPSI venne creata da Wechsler nel 1967 per soddisfare il bisogno di metodi per valutare alcuni programmi dei servizi governativi di salute mentale negli stati uniti, la prima versione del 1967 cercava di stimare le competenze cognitive fra i 4 e i 6 anni e mezzo, poi il range si è un po' allargato con la WIPPSI-R che va dai 3 ai 7 anni e 3 mesi, e successivamente con la WIPPSI-III il range si è spostato dai 2 anni e 6 mesi ai 7 anni e 3 mesi, attualmente nella WIPPSI-IV abbiamo un’estensione del termine massimo d’età ai 7anni e 7 mesi. Possibile domanda: range versione attuale e WIPPSI-III Gli obiettivi della valutazione dei bambini in età prescolare e scolare sono: la diagnosi di un ritardo dello sviluppo, i disturbi dell’apprendimento, di problemi comportamentali, danni neuropsicologici, ma anche l’individuazione di un talento particolare. La scala WIPPSI è una scala di valutazione del funzionamento cognitivo, la fascia d’età è suddivisa in due gruppi, con la revisione i membri della psychological comparation volevano: migliorare le proprietà psicometriche, rendere il test più adeguato all’età e facilitarne l’utilizzo. La WIPPSI attualmente rappresenta il test d’eccellenza per la valutazione intellettiva dei bambini in età prescolare, è suddivisa in due subtest principali: la scala verbale, di tipo orale, e la scala di performance di tipo motorio, alcuni test supplementari, come la percentuale totale di sviluppo del linguaggio per il vocabolario recettivo e la denominazione di immagini e il quoziente di velocità di processamento, solo per le fasce di età maggiori, per il cifrario e la ricerca di simboli. Solo per le fasce d’età maggiori perché si stima che possiamo valutare la capacità attentiva solo dopo i 5 anni. La WIPPSI è composta da subtest verbali e di performance, tra quelli di performance troviamo, ereditati dalla WIPPSI-R: ricostruzione di oggetti, disegno con i cubi, introdotti nella WIPPSI-III matrici logiche, concetti per immagini, ricerca di simboli e cifrario. Per i subtest verbali, ereditati dalla WIPPSI-R troviamo: informazione, comprensione vocabolario e somiglianze e introdotti nella WIPPSI-III denominazione di immagini, vocabolario recettivo, ragionamento con parole. Possono somministrare la scala professionisti della categoria C, medici, neuropsichiatri, psichiatri, psicologi clinici, psicoterapeuti. Per stimare l’affidabilità è stata calcolata la coerenza interna e lo split-half, la validità è stata calcolata con le tecniche fattoriali e nella fascia 2 anni e 6 mesi e 3 anni e 11 mesi era presente un fattore che raggruppava verbale e performance, mentre nella fascia 4 anni, 7 anni e 3 mesi verbale e performance più un fattore sulla velocità di processamento. Nei bambini il setting è ancora più importante rispetto agli adulti, il bambino ha bisogno di un ambiente libero da distrazioni, di un contesto non troppo formale, di un tavolo e una sedia di dimensioni adatte al bambino. L’esaminatore deve sedersi davanti al bambino o ad un’angolazione di 90° gradi rispetto ad esso e il protocollo di notazione deve essere fuori dalla vista del piccolo. I genitori dovrebbero anticipare al bambino in cosa consiste la valutazione, senza usare la parola test, occorre concedere al bambino il tempo per sentirsi a proprio agio, adattare il vocabolario ad un livello consono all’età del bambino e se il bambino è molto piccolo permettere al genitore di accompagnarlo nella stanza del test. Durante la somministrazione il bambino deve essere motivato, va chiamato con il proprio nome, va elogiato ma senza esagerare per non perdere l’efficacia. È possibile effettuare delle modifiche quando il bambino ha delle difficoltà fisiche, se il bambino ha ad esempio problemi visivi possiamo usare solo i subtest verbali, ma in quel caso non possiamo dire di aver somministrato il test, ma solo i subtest verbali, se le difficoltà del bambino sono di tipo motorio si ha un certo grado di flessibilità sui limiti di tempo. In bambini con difficoltà di linguaggio abbiamo la possibilità di usare altre scale come il TROG o il PEABODY, che sono due misure di vocabolario. Il TROG stima la comprensione delle competenze sintattiche, quindi grammaticali, il PEABODY invece stima alcune conoscenze di vocabolario, questo in assenza di emissione di linguaggio. Quindi un bambino che presenta difficoltà di linguaggio può essere sottoposto a questi test insieme alla scala di performance della WIPPSI. Con i bambini non vedenti o afasici alcune valutazioni possono essere fatte su descrizione verbale. Le modifiche delle procedure standardizzate potrebbero invalidare i punteggi del test (possibile domanda). L’adattamento ai limiti di tempo concessi nei subtest accelerati invalideranno l’uso delle norme, la traduzione del test in un’altra lingua potrebbe causare problemi nell’interpretazione dei punteggi, vuol dire che non dobbiamo tradurre noi il test, ma dovrà esserci una batteria costruita appositamente e diretta a popolazioni che parlano quella lingua. Il giudizio clinico è fondamentale per integrare le informazioni ottenute dallo strumento testistico. Per quanto riguarda i test verbali, il subtest informazione comprende nozioni di cultura generale, memoria a lungo termine, mantenimento e recupero delle conoscenze dall’ambiente e dalla scuola. Sono 6 item di risposta corretta nel libretto degli stimoli ed eventualmente si possono fare delle domande di approfondimento, è necessario annotare il pattern di risposta, il background culturale, le risposte molto lunghe, la mancanza di conoscenza di un determinato settore, la gestualità in bambini con difficoltà di linguaggio. Il vocabolario valuta: la conoscenza di parole, la formazione di concetti verbali, la memoria alungo termine, è composto da 5 item in cui sono presenti disegni ai quali il bambino deve dare un nome, dall’item 6 al 25 sono parole lette ad alta voce da definire, marginale, generica, funzionale, sono il tipo di risposta che il bambino può dare, alle quali è importante fare attenzione perché ci offre un’indicazione dell’analisi dell’errore. Il subtest comprensione valuta la conoscenza e la comprensione delle motivazioni alla base di fatti comuni, i comportamenti abituali, le regole sociali, si parte dall’item 1 per i bambini di 4-5 anni, dall’item 4 per i bambini di 6-7 anni, vanno annotate le risposte lunghe che il bambino da perché non conosce le risposte, i problemi relativi alla rievocazione delle parole, l’atteggiamento difensivo, l’inattenzione del bambino con stimoli verbali troppo lunghi, la sensazione di minaccia e frustrazione. Il ragionamento con parole valuta la capacità di ragionamento verbale, l’abilità di ragionamento analogico e generale con integrazione e sintesi di differenti tipi di informazioni. Si inizia con gli item 1 per i bambini di 4-5 anni e dall’item 6 con i bambini di 6-7 anni, tutti i bambini iniziano con gli esempi A e B. Possibile domanda: tipo di calcolo attendibilità e validità e sottoscale verbale e performance e da cosa sono costituite. Il subtest delle somiglianze valuta la base dei concetti e la loro corretta formazione, la capacità di distinguerne le caratteristiche essenziali da quelle non essenziali utilizzando un ragionamento verbale. Il bambino deve completare una frase contenente un’analogia verbale, occorre annotare se il bambino trae beneficio dal feedback degli item, se le risposte troppo lunghe denotano ossessività o risposte troppo veloci che denotano associazioni sovra-apprese, spesso accade nei bambini con autismo ad alto funzionamento. Nel subtest vocabolario recettivo il bambino osserva un gruppo di 4 figure e idica quella che l’esaminatore nomina ad alta voce, valuta la comprensione di termini e di istruzioni verbali attraverso la memoria a lungo termine, si parte dall’item 1 con bambini di 2-3 anni, dall’item 6 con i bambini di 4-5 anni, dall’item 16 con i bambini di 6-7 anni. Occorre annotare se il bambino risponde impulsivamente o esamina metodicamente le opzioni, se spiega verbalmente ogni risposta scorretta, perché potrebbe esserci un ragionamento logico dietro, se nell’incertezza il bambino assume un atteggiamento particolare. Nel subtest denominazione di immagini, il bambino nomina delle immagini che sono illustrate singolarmente sul libretto degli stimoli, valuta la conoscenza cristallizzata attraverso la memoria a lungo termine, anche in questo caso di parte da un determinato item in base all’età, vanno annotate le risposte non corrette che saranno utili per l’intervento logopedico. Il disegno con i cubi può essere somministrato anche a bambini molto piccoli, con i piccoli si parte dall’item 1, mentre con i bambini di 4-7 anni si parte dall’item 6, dall’item 1 al 12 si stima l’utilizzo Durante il periodo di latenza (6-10 anni) l’immagine del corpo migliora ed i soggetti del disegno sono meglio rappresentati, anche se oggi troviamo accuratezza nel disegno anche in bambini molto piccoli. È bene osservare qual è l’espressione o l’atteggiamento della figura disegnata, ad esempio sorridente, depressa o aggressiva, ci offre indicazioni sullo stato d’animo del disegnatore. Usualmente i denti mostrati e i pugni chiusi rappresentano aggressività, una figura rigida è indice di rigidità psichica e di ipercontrollo, mentre una figura in movimento esprime un buon dinamismo psichico. In alcuni casi il disegno è stato utilizzato con gli adulti, lo si può fare quando il soggetto presenta un disagio intellettivo. Anche come viene rappresentata la figura è importante, ad esempio, la presentazione di fronte, di profilo, di schiena, normalmente le persone disegnano la figura umana di faccia. Tra gli adolescenti maschi è frequente disegnarla di profilo, indice di personalità evasiva, il profilo è generalmente rivolto verso destra per i mancini e verso destra per i destrorsi. La figura umana disegnata di schiena è rara e può esprimere il desiderio di nascondere la propria personalità, oppure di staccarsi dal proprio ambiente e di opporvi resistenza. L’analisi si deve riferire anche ai dettagli, al contenuto del disegno, le parti del corpo che ci permettono il contatto con il mondo esterno, occhi, bocca, orecchie, sono molto indicative degli aspetti affettivi che la persona attribuisce al disegno. La testa solitamente viene eseguita per prima, se disegnata per ultima è indizio di difficoltà nei rapporti interpersonali, se in un disegno testa e volto sono indistinti si attribuisce timidezza. Nell’interpretazione è importante osservare le caratteristiche del tratto che la persona usa nell’eseguire il disegno e queste caratteristiche sono: l’impugnatura, l’occupazione dello spazio, il punto di partenza, il tratto, la pressione, sono un ottimo indicatore delle competenze motorie del bambino, ed è importante sottolinearle anche per capire a che livello di maturazione motoria si trova il bambino. È importante anche il tempo, i bambini devono avere abbastanza tempo per riprodurre il disegno, è necessario che il setting sia adeguato, che i materiali siano di buona qualità. I disegni che si possono utilizzare sono di quattro tipi: il disegno della figura umana, della famiglia, della casa e dell’albero. Machover era convinto che nel disegno della figura umana coesistevano elementi diversi tra loro, ovvero che nel disegnare il soggetto fa riferimento alle molteplici immagini di Sé, di chi ha fatto esperienze e che sono il risultato di un complesso gioco di introiezioni e proiezioni. Abitualmente viene somministrato a soggetti tra i 5 e i 6 anni d’età e nella prima adolescenza, anche se ora si hanno a disposizione strumenti più idonei, come Minnesota e CBA, la scelta resta comunque del clinico. Con questi strumenti data la scarsa attendibilità e validità è molto importante seguire le istruzioni come da manuale, il linguaggio deve essere uguale per tutti e deve essere quello riportato sul manuale, si chiede prima di disegnare una figura umana e successivamente una figura umana di sesso opposto, può succedere che le due figure vengano disegnate una accanto all’altra e anche questo va interpretato, può capitare che dopo il primo disegno la persona si rifiuti di disegnare la figura di sesso opposto, ciò potrebbe significare l’angoscia di entrate in contatto con la figura dell’altro sesso. Il manuale della Luiss riporta una serie di informazioni per l’interpretazione, per quanto riguarda il tempo di esecuzione non sono previsti limiti, ma il terapeuta deve comunque trascrivere il tempo di latenza e quello totale, devono essere osservate le verbalizzazioni, il tono della voce, l’espressione del volto, da che parte inizia a disegnare e la calma o l’ansia nel disegnare, per questo si raccomanda la presenza dell’esaminatore durante il test. Una volta ultimato il disegno si procede con l’inchiesta, ponendo domande, quali: chi hai disegnato? Che età ha? Dagli un nome, se potessi rifare il disegno cosa cambieresti? Inventa una storia di vita sul personaggio disegnato. Per intrepretare correttamente i disegni vengono interpretati: il livello grafico, il livello delle strutture formali, il livello di contenuto analitico e sintetico, le aree di convergenza degli indici intra-test. Per quanto riguarda il livello grafico si prendono in esame diversi indici, la pressione, il tratto, le linee, le cancellature, gli annerimenti e le ombreggiature, ogni elemento, come ad esempio la pressione pesante hanno un significato ben preciso, le cancellature ci permettono capire se la persona sta eliminando o svalutando qualcosa. Le ombreggiature possono essere indicative di ansia o depressione, gli annerimenti in alcuni casi possono denotare senso di colpa, depressione. Per quanto riguarda il livello delle strutture formali si devono valutare: il tempo di esecuzione, la dimensione della figura umana, le omissioni, esagerazioni o distorsioni di parti del corpo. È importante anche la collocazione del disegno sul foglio in base alla quale possiamo ottenere diverse informazioni. Rifugio nella fantasia Tendenza all’idealizzazione Eccessivo ottimismo Scarsa adesione al principio di realtà PASSATO Regressione Introversione Egocentrismo Passività PRESENTE Centro degli interessi abituali Realismo Sicurezza FUTURO Progressione Estroversione Altruismo Attività Eccessiva adesione alla realtà Inibizione pulsionale Astenia depressione La figura può essere disegnata di profilo ed è un elemento evolutivo, aumenta con l’età ed è più frequente nei maschi, in particolare adolescenti, la staticità o il movimento che la persona imprime alla figura ha anch’essa un significato, la simmetria è come la direzione della figura un elemento evolutivo è quindi bene prendere in considerazione l’età del soggetto, la trasparenza denota caratteristiche psichiatriche degne di nota. La figura nuda con evidenziazione dei genitali nei bambini in età prescolare è un tentativo di definizione della propria identità sessuale, in età scolare preoccupazioni sessuali o indice di abuso. Tutto deve essere analizzato con accuratezza e approfondito con altri strumenti. È importante interpretare le caratteristiche del disegno e nell’interpretazione essere a conoscenza degli aspetti delle caratteristiche dello sviluppo nella parte grafica e delle conoscenze di tipo dinamico analitico, possiamo raggruppare il livello di contenuto in tre elementi principali: corpo, abiti ed elementi ambientali. Nei casi di abuso sono spesso stati interpretati i disegni e interpretare il disegno di un bambino abusato comporta un grande distacco psicologico e la necessità di rimanere aderenti alla realtà. Quando il clinico decide di vedere un minore è necessario anche far firmare la liberatoria all’altro genitore che non accompagna. L’interpretazione di un test proiettivo può richiedere difficoltà nell’interpretazione e dare luogo ad errori interpretativi soprattutto nell’ambito dell’abuso, vano quindi analizzati con accuratezza e competenza, in questi casi può essere utile chiedere una valutazione da parte di un collega. Altri indici che possono essere considerati sono: l’impressione globale del disegno, la definizione e il sesso delle figure, l’età, i tipi di personaggi disegnati, l’ordine di esecuzione delle figure. Anche nel caso del disegno della famiglia, di cui la versione più conosciuta è quella di Corman, la tecnica di somministrazione è molto semplice, può essere somministrato tra i 5 e i 6 anni, il bambino viene fatto sedere ad un tavolo di altezza giusta per la sua statura e viene chiesto: “disegnami una famiglia” o “immagina una famiglia di tua invenzione e disegnala”. Il modo in cui il bambino procede nell’esecuzione del disegno è molto importante, così come in che punto del foglio inizia il disegno, con quale personaggio inizia. L’ordine in cui i membri vengono disegnati, il tempo impiegato, la cura dei dettagli sono elementi importanti. Ultimato il disegno emerge la necessità del colloquio, si chiede al bambino di parlare della famiglia che ha disegnato, chi sono, cosa fanno, successivamente si chiede di nominare le figure, iniziando da quella disegnata per prima e di ognuno si chiede ruolo, sesso ed età, non bisogna porre un rigido questionario, ma è abitudine porre quattro domande: - Chi è il più simpatico di tutti - Chi è il meno simpatico - Chi è il più felice - Chi è il meno felice Per ogni risposta chiediamo il perché, una quinta domanda che si può fare è chi preferisci di questa famiglia. È importante annotare tutto quello che il bambino riporta, come risponde, i mutamenti d’umore, gli atteggiamenti. È indispensabile annotare la reale composizione della famiglia, l’interpretazione per quanto riguarda il livello grafico è molto simile al disegno della figura umana, così come la zona occupata dal disegno. L’interpretazione del livello di contenuto è più complessa perché è necessario conoscere bene il contesto sociale in cui è inserito il bambino e capire se il disegno corrisponde alla realtà. Spesso i bambini non disegnano famiglie reali, è frequente che vengano anche eliminati i fratellini, un disegno ricco di particolari può essere indice di tendenze sia positive che negative. Il bambino che disegna la propria famiglia obbedisce al principio di realtà, quello che inventa una famiglia al principio del piacere. La valorizzazione di un personaggio nella famiglia è segno di rapporti particolari del bambino con questa immagine e dal tipo di disegno emerge chiaramente, il personaggio valorizzato è più grande, è quello eseguito con miglior cura, è quello colorato meglio o il solo colorato. L’errore da evitare è quello di fare in modo che il bambino risponda frettolosamente e farsi influenzare in qualche modo nella stesura della valutazione dalla risposta che il bambino da perché influenzati dalla storia che noi conosciamo del bambino. I reattivi di personalità, comprese le favole della Duss, per loro natura, mancano di vere e proprie qualità psicometriche che rendono generalmente buono uno strumento di misura, quali: validità, affidabilità, standardizzazione, disponibilità di un punto di riferimento con cui confrontare ogni risposta. (alfa di Cronback, consistenza interna degli item che hai proposto, se non è vicina all’80% devo interrogarmi sulla validità) Nelle favole della Duss è molto frequente l’errore di misura, le risposte dei bambini cambiano in base a come l’esaminatore si pone nei confronti del bambino, ad esempio, esaminatori ansiosi stimolavano risposte confuse e stereotipate. In questo caso stabilire l’attendibilità è molto difficile, non è possibile fare un test-retest, perché il bambino può dare risposte diverse a distanza di una settimana e per il ruolo giocato dalla memoria, potrebbero essere usate altre modalità per stabilire l’attendibilità, certamente non il test- retest. Il test è composto da 10 piccole storie che il soggetto deve completare, la Duss parte dall’ipotesi che se il soggetto da ad una delle storie una risposta simbolica, oppure manifesta qualche resistenza a rispondere vuol dire che la situazione del protagonista della favola suscita in lui delle associazioni tali da stimolare il complesso in questione. Le favole sono molto semplici in modo da essere comprese da un bambino di 3 anni, ma da suscitare l’interesse anche dei più grandi. Possono essere somministrate a soggetti a partire dai 3 anni, il tempo impiegato è di circa 1 ora. Secondo la Duss si può supporre, in generale, la presenza di un complesso quando assistiamo: ad una risposta immediata e inattesa, alla perseverazione del complesso nelle altre favole, la risposta è bisbigliata ed espressa rapidamente, quando c’è il rifiuto a rispondere, quando il soggetto chiede di ricominciare l’esame. La favola dell’uccellino si pone di indagare l’attaccamento del bambino a uno dei genitori, oppure la sua indipendenza, tra le risposte normali troviamo: l’uccellino volerà verso un ramo vicino al suo nido, volerà vicino a sua madre, volerà verso il padre perché è più forte, resterà a terra e piangerà finchè i genitori non verranno a cercarlo. Tra le risposte patologiche: ‘uccellino morirà se prova a volare cade e muore, se resta a terra e se piove troppo forte mamma e papà lo nasconderanno ma morirà. Tra le risposte sintomatiche: l’uccellino piccolo muore perché non sa volare. Possibili domande: autrice test, da quante storie è composto, cosa propone il manuale, a chi è somministrabile. Per ogni storia la Duss fornisce indicazioni di risposte normali, patologiche, sintomatiche, il test viene somministrato nella sua totalità e a partire dai 3 anni, questo test proiettivo non è supportato da nessun criterio di attendibilità e validità, non possiede validità di facciata perché il soggetto non lo vede. La validità di facciata non influenza attendibilità di un test, è il giudizio del soggetto agli item e non attiene tanto al contenuto. Possibili domande Rorschach: modalità di somministrazione, siglatura, numero e significato tavole, quale tavola è significativa delle capacità adattive del soggetto, errori relativi all’accordo tra siglatori. Il test di Rorschach è composto di 10 tavole, il significato generale della prima tavola è il modo in cui il soggetto si pone di fronte a situazioni nuove, secondo la Scuola Romana Rorschach questa tavola è sintomatica delle capacità adattive del soggetto. La seconda tavola è la prima tavola non monocromatica (con i colori), compare per la prima volta il colore rosso, è una tavola indicatrice della pulsionalità sessuale e aggressiva, evoca due esseri umanizzati che sono in contatto tra loro. La terza tavola rappresenta l’autoimmagine sociale e sessuale, come il paziente interagisce con gli altri, come pensa che gli altri lo vedano. In questa tavola ci sono due aree distinte grigie-nero unite insieme da una porzione di grigio più chiaro, tra queste due aree vi è una macchia rossa allineata con precisione e sopra altre due macchie rosse, queste aree sono separate e altamente suggestive. La tavola è evocativa del rapporto con la socialità, nella maggior parte dei casi vengono viste quasi sempre due persone, uomini. Sapere come sono fatte le tavole è utile per poter comprendere le siglature. La quarta tavola è definita “tavola del padre” è una tavola massiccia, compatta, non chiaramente delimitata, chiaroscurata. Indagatrice della modalità inconscia del funzionamento della mente, Bhom parla di angoscia, ma il problema psicometrico del Rorschach permane ed è a carico dell’accordo tra siglatori, non tutti, anche in situazioni sperimentali procedono allo stesso modo nella codifica dello strumento. La quinta tavola è definita “tavola della realtà” per la precisione dei contorni e il colore uniformemente nero è di facile interpretazione, viene visto un pipistrello o una farfalla ed evoca il rapporto con la realtà. La sesta tavola è quella della sessualità maschile, evocativa della sessualità e della religiosità e può essere vista come un organo maschile o femminile. La settima tavola è indicativa della figura materna e della sessualità femminile, ha una spetto leggero e arioso, l’intera macchia è grigio chiara con una zona più piccola scura. L’ottava tavola esprime l’affettività sentimentale è la prima delle tavole completamente colorate. La nona tavola è evocativa dell’affettività emozionale, è definita la tavola dell’inconscio, è la più frequentemente rifiutata, la risposta più frequente è le streghe. La decima tavola è quella con il maggior numero di colori, è la tavola della famiglia, legata ai processi di integrazione e spesso viene decodificata in modo frammentario. Per poter definire un profilo di personalità attraverso il Rorschach è necessario seguire uno specifico percorso articolato in 4 fasi: la somministrazione, la siglatura delle risposte, l’elaborazione degli indici dello psicogramma, l’elaborazione del profilo di personalità (psicodiagnosi). Le fasi della somministrazione sono: l’anamnesi, la raccolta, le prove supplementari, l’inchiesta e la prova dei limiti. Il primo elemento da tenere in considerazione è la posizione che soggetto ed esaminatore devono assumere durante la somministrazione del reattivo, la posizione ottimale è quella in cui esaminatore e soggetto siedono uno accanto all’altro, l’esaminatore rivolto verso il tavolo, il soggetto è di spalle al tavolo, in modo che non può leggere le annotazioni dell’esaminatore, la posizione frontale è sconsigliata. Attraverso l’anamnesi è possibile raccogliere informazioni di vita del paziente, nel CBA è previsto un questionario di raccolta che può essere usato come guida la colloquio anamnestico. L’anamnesi è un approfondimento conoscitivo della persona che viene sottoposta al test. La fase di raccolta prevede l’annotazione da parte dell’esaminatore delle risposte fornite dal soggetto, in particolare occorrerà annotare: il verbale e il non verbale del soggetto, la posizione della tavola e i tempi, in particolare il tempo di latenza, i tempi intermedi e il tempo totale. Il tempo di latenza si riferisce all’intervallo di tempo che intercorre dalla consegna della tavola alla prima vera interpretazione che il soggetto fornisce. La consegna per la raccolta delle informazioni è questa:” ora le mostrerò delle figure e lei mi dirà cosa le sembrano, mi dirà tutto quello che le figure le faranno venire in mente. Non ci sono risposte giuste o sbagliate, tutto quello che dirà andrà bene, ha tutto il tempo che vuole, quando penserà di non vedere più niente nella figura che sta osservando me a potrà restituire e io gliene darò un’altra”. Esistono poi delle prove supplementari. La prova della Pinacoteca, in cui chiediamo al soggetto di essere in una pinacoteca, mostra di quadri, e di dare un titolo a ogni tavola, se il titolo non è connesso a ciò che è stato detto in raccolta chiediamo il perché della scelta del titolo. La prova delle tavole preferite, se vengono indicate meno di tre tavole il compito è stato frustrante, se vengono indicate troppe tavole il soggetto potrebbe avere la tendenza a compiacere l’esaminatore, questa prova deve essere svolta con soggetto ed esaminatore uno accanto all’altro in posizione frontale rispetto alla scrivania. La prova della tavola più simpatica e quella della più antipatica e il perché in entrambe i casi e la prova della seriazione per stabilire un gradiente di piacevolezza delle tavole. Possibili domande: il metodo della localizzazione, determinanti, contenuti, qualità formali, manifestazioni particolari, originalità e popolarità delle risposte. La siglatura del Rorschach comprende 5 categorie: - Le localizzazioni, ovvero in quale porzione della macchia è stata visualizzata l’interpretazione - Le determinanti, ovvero sulla base di quale elemento strutturale è stata concepita l’interpretazione - I contenuti, ovvero qual è la categoria tematica a cui si riferisce l’interpretazione - La qualità formale, ovvero il grado con cui la percezione dell’engramma interpretato appare chiara e strutturalmente condivisibile - Le manifestazioni particolari, ovvero peculiarità e specificità di una risposta Non tutte le risposte hanno queste caratteristiche. Il livello di qualità formale può essere stabilito in due modi: con il criterio di frequenza statistica, si sigla R+ un’interpretazione che sia data da almeno il 2% dei soggetti di un campione rappresentativo della popolazione di riferimento. Con il criterio di accordo tra siglatori, per tutte le risposte che non raggiungono la frequenza del 2% si ricorre al parere di un gruppo di esperti del test e la qualità formale viene definita in base all’accordo tra essi. Nella seconda seduta si mostrano al soggetto le tavole numerate dall’11 al 20, sempre nell’ordine di numerazione e vengono date le seguenti istruzioni: “ la procedura è identica a quella seguita durante la prima seduta, solo che questa volta può dare maggiore libertà all’immaginazione”. Per la tavola 16 che è bianca ci sono istruzioni speciali:” guardi cosa è capace di vedere in questa tavola, immagini che ci sia disegnata qualche figura e me la descriva nei dettagli”. Se il soggetto non riesce l’esaminatore aggiunge: “ chiuda gli occhi ed immagini una scena qualunque, poi racconti una storia su quanto ha immaginato”. Alla fine delle prove si può chiedere al soggetto qual è l’origine delle sue storie, ricordandogli la trama di ciascuna storia. Può essere importante per l’interpretazione conoscere se il tema dei racconti deriva da esperienze personali, di amici, parenti, da libri o film. Nel caso in cui si decida di ricorrere al TAT è sempre necessario conoscere dati anamnestici (età, sesso, stato civile, ecc..), prima di passare all’analisi del contenuto delle storie è bene considerare l’analisi formale, che si ricava soprattutto dall’espressione verbale del soggetto, si valuta: l’elaborazione delle frasi, l’uso di alcune categorie di parole, la povertà o ricchezza del linguaggio. I due metodi più noti sono quello di Murray e quello di Stern, Murray distingue: forse intrinseche emanate dall’eroe, quindi i bisogni e le forse estrinseche derivanti dall’ambiente, quindi le pressioni, sulla base di queste due posizioni dobbiamo poter vedere sul protocollo quanto il soggetto esaminato è sofferente per via di bisogni e necessità e quanto le pressioni dell’ambiente ostano alla realizzazione di questi. Secondo Murray il soggetto generalmente si identifica con un personaggio dello stesso sesso, ma può accadere anche il contrario, e il soggetto può identificarsi anche con più personaggi, occorre poi indagare quelli che Murray definisce i bisogni profondi latenti che possono essere alla base del comportamento del soggetto. Murray definisce poi un’altra serie di bisogni: desiderio di possesso, di indipendenza, di esibirsi, di evitare critiche. Ogni volta che le variabili intrinseche si presentano nelle storie, Murray le valuta da 1 a 5 punti secondo: intensità, durata, ripetizione e importanza nella trama. Anche le forse estrinseche vengono valutate da Murray con un punteggio che va da 1 a 5 punti e sono: socievolezza, aggressività, tendenza al dominio, bisogno di aiuto, mancanza e perdita, pericolo fisico, ferite fisiche. In seguito Murray analizza i rapporti tra protagonista e ambiente, i temi più frequenti o eccezionali, i sentimenti, gli atteggiamenti positivi e negativi verso gli uomini più vecchi (figure materne, paterne). Ci sono due ipotesi orientative la prima è che i bisogni del protagonista rappresentano tendenze della personalità del soggetto. La seconda è che le pressioni ambientali rappresentano forze dell’ambiente percepite dal soggetto. L’interpretazione è su 3 livelli: tendenze represse, pensiero intimo e comportamento e può consentire la messa in luce di motivazioni, bisogni e di quanto la persona percepisce l’ambiente esterno come intrusivo. Stern utilizza un metodo di valutazione più semplice, ciascuna delle storie viene valutata in base a: elementi formali e contenuto, le 20 storie vengono valutate sulla base del rapporto tra l’immagine e la storia, legame degli elementi tra loro, protagonisti, famiglia, lavoro, relazioni sociali. Le tecniche proiettive vengono frequentemente usate in ambito forense, ma la loro validità contrasta con la loro popolarità nella pratica clinica, le prime critiche a questi strumenti risalgono già agli anni ’80. Gli aspetti psicometrici del TAT sono critici e fanno riferimento alla confrontabilità delle risposte tra esaminatori diversi, alle distorsioni dovute alle caratteristiche dell’esaminatore, all’accordo tra siglatori e al test-retest. Le tavole del test in genere non sono discriminanti, non ci sono criteri di omogeneità interna e ci sono numerosi metodi di codifica. Il test di appercezione tematica per bambini CAT è un test proiettivo, la cui forma è composta da 10 tavole figurative, i destinatari sono i soggetti in età evolutiva, il tempo di somministrazione è di circa 30 minuti, o scopo del test è aiutare a comprendere i rapporti esistenti tra il fanciullo, i personaggi e le tendenze più importanti della sua vita. Le immagini mirano ad ottenere risposte a problemi di nutrizione e orali, in genere ad esplorare la rivalità esistente tra fratelli e sorelle, a spiegare l’atteggiamento del fanciullo circa i suoi familiari ed il modo in cui li percepisce. Inoltre, cerca di scoprire i fantasmi del bambino rispetto all’aggressività, al modo con cui il mondo degli adulti lo accetta, ai timori di restare solo. Il CAT è un test proiettivo destinato ai bambini ispirato al TAT, il CAT è stato ideato da Bellak che con l’aiuto di un’illustratrice di libri per l’infanzia preparò 10 tavole che raffigurano animali in situazioni diverse, suscettibili di rilevare gli aspetti dinamici dei problemi infantili. Il test è somministrabili a bambini dai 3 ai 10 anni, non è quindi un sostituto del TAT, ma un test proiettivo rivolto ai bambini. Il CAT è stato creato allo scopo di aiutare nella comprensione dei rapporti che intercorrono tra il bambino e le persone che lo circondano e dei suoi problemi più pressanti, le immagini sono state scelte con lo scopo di dare informazioni riguardanti i problemi: orali, di rivalità tra fratelli, atteggiamento verso le figure parentali, eventuale timore di solitudine. Per la somministrazione l’esaminatore dice al bambino che si farà un gioco nel quale egli dovrà raccontare una storia per ciascuna figura che gli verrà mostrata, il bambino dovrà dire: cosa succede in quella immagine, quali azioni compiono gli animali, cosa è accaduto prima, cosa accadrà poi. Una volta data la consegna si annoterà o si registrerà tutto quello che dice il bambino tavola per tavola, compreso il comportamento. Il bambino deve essere incoraggiato senza però dare suggerimenti, una volta esaurite le 10 tavole, che vanno mostrate sempre nell’ordine di numerazione, si può far seguire l’inchiesta, tornando su ciascuna storia e chiedendo spiegazioni su alcuni dettagli. Ci si serve dell’inchiesta anche per capire se una storia o elementi di essa si riferiscono o meno a situazioni reali. Il test può essere somministrato dai 3 ai 10 anni, il tempo di somministrazione varia a seconda della loquacità del bambino, la modalità di somministrazione è individuale, la modalità di presentazione degli stimoli è visiva, il materiale di stimolo e risposta sono le tavole, la modalità di correzione è manuale e la forma è unica. Il manuale deve essere utilizzato nella somministrazione e nell’interpretazione Bellak suggerisce di tenere presente: il tema principale, il protagonista, come sono visti i personaggi, l’idenitficazione, l’introduzione di oggetti o personaggi non rappresentati, oggetti o personaggi omessi, natura dell’ansietà, conflitti importanti, punizione della colpa, finale della storia. Il Minnesota Multiphasic Personality Inventory -2 (MMPI-2) è uno dei test più diffusi per valutare le principali caratteristiche della personalità, è utilizzato sia in ambito psicologico che psichiatrico, nonostante nasca in un contesto clinico il suo utilizzo si è diffuso anche in altri ambiti, come la psicologia del lavoro, la psicologia giuridica e l’orientamento. Il Minnesota non è uno strumento per fare diagnosi del disturbo di personalità, per fare una diagnosi psichiatrica è necessario il DSM, le diagnosi vengono poste in accordo con il DSM. Esistono chiaramente molti strumenti per indagare la personalità, ma la sola somministrazione di un test non basta. Il Minnesota è uno dei test più diffusi per la valutazione delle caratteristiche della personalità, con tutti i suoi limiti, perché è un test che ha origini piuttosto datate. È un test ad ampio spettro per valutare le principali caratteristiche strutturali di personalità e i disordini di tipo emotivo, è impiegato soprattutto in sede di assessment iniziale o ai fini di screening diagnostico, l’utilizzo è diffuso anche in altri ambiti: psicologia del lavoro, psicologia giuridica e orientamento, attualmente è molto utilizzato anche in ambito militare. Questo test venne introdotto negli anni ‘40da Hathaway e McKinley, inizialmente era composto da moltissimi item, 1000 item. Alla base della costruzione delle scale c’è l’analisi fattoriale, dei 1000 item si sono poi aggregati i fattori costruendo le scale, ottenendo così 504 item raggruppati in 8 scale cliniche. La ristandardizzazione è su un campione di 2.600 persone di cui: 1.138 maschi e 1.462 femmine, a fronte di circa 700 soggetti che sono stati utilizzati nella prima standardizzazione. Si è anche tentata una modernizzazione di item in termini di contenuto, di forma linguistica, sono quindi state sviluppate nuove scale. Il calcolo dei punteggi è una trasformazione normalizzata dei punti T. Una curva normale è una curva di Gauss. Una trasformazione normalizzata è la trasformazione dei dati negli scarti dalla media. Possibile domanda: come si trasformano punti t e punti z La formula per trasformare un punteggio grezzo in punto Z è: punteggio grezzo – media : deviazione standard Per standardizzare in punti diversi da Z si deve sempre passare per la standardizzazione in punti, quindi per trasformare un punteggio grezzo in punto T, la formula è: 50 + 10 x punto Z La prima versione del Minnesota, quella di Pancheri e Sirigatti, prevedeva nel 1995, 567 item su un campione di 1.375 soggetti, attualmente la versione che abbiamo a disposizione sul catalogo Os è una standardizzazione più ampia. Per somministrare il test è necessaria l’iscrizione all’albo A, il test è composto da scale di controllo, scale cliniche e scale supplementari. La scala D depressione è composta da 57 item e si riferisce a pazienti con reazioni depressive, reazioni di pessimismo e disperazione, punti T elevati, tra 66 e 75 ipotizzano di essere di fronte ad una persona con scarsa fiducia in Sé, sentimenti di inadeguatezza e così via, superiore a 76 cominciamo ad avere preoccupazione e si avvia un’indagine su questo tipo di item perché possono essere presenti idee suicidarie. Le sottoscale ci permettono un’interpretazione più accurata degli elementi contenuti nelle scale principali, possiamo quindi avere nella scala D1 depressione, nella D2 rallentamento psicomotorio, nella D3 disfunzioni fisiche, D4 insufficienza mentale, D5 rimuginazione. La scala HY isteria è composta da 60 item di due tipi; item che segnalano specifici disturbi fisici o stati di agitazione e item dal contenuto ottimista, che tendono a negare qualsiasi problema della vita, punti T alti, tra 66 e 75, è possibile che ci si trovi di fronte ad un soggetto che usa meccanismi di dissociazione o di negazione, punti T molto alti, superiori o uguali a 76 indicano uno stato altamente suggestionabile, le sottoscale anche in questo caso ci permettono un’interpretazione più accurata delle scale principali: la scala HY1 negazione di ansia sociale, HY2 bisogno di affetto, HY3 stanchezza malessere, HY4 disagio somatico, HY5 inibizione dell’aggressività. La scala PD deviazione psicopatica è composta da 50 item misura le tendenze antisocialio di comportamento psicopatico, i giovani tendono ad ottenere punteggi elevati, punti T molto alti, che superano il 75 indicano sintomi di aggressività, violenza, comportamenti antisociali, da indagare con le sottoscale PD1 contrasti familiari, PD2 problemi con l’autorità, PD3 imperturbabilità sociale, PD4 alienazione sociale, PD5 autoalienazione. Elementi che vanno approfonditi e confermati con altri strumenti. La scala MF mascolinità femminilità è composta da 56 item, utile nelle situazioni in cui c’è una richiesta di passaggio di genere, è stata costruita per identificare tratti di personalità inerenti l’identità sessuale. La scala PA paranoia è composta da 40 item, valuta caratteristiche di comportamento, quali: sospettosità, sfiducia, idee fisse, presenta 3 sottoscale: PA1 idee persecutorie, PA2 suscettibilità, PA3 ingenuità, punteggi superiori a 65 sono da considerare critici e associati a disordini di tipo paranoide. La scala PT psicoastenia è composta da 48 item, oggi la psicoastenia viene chiamata disturbo ossessivo compulsivo, anche qui un cut-off superiore o uguale a 76 offre possibilità interpretative di ritualità, rimuginazione, ecc.. La scala valuta l’ansia nei suoi aspetti durevoli e generalizzati, per questo è poco sensibile ai cambiamenti in seguito a psicoterapia. La scala SC schizofrenia è composta da 78 item, valuta il grado di confusione mentale, idee bizzarre, pensieri insoliti, punteggi elevati non portano a porre diagnosi di schizofrenia, la scala ha sei sottoscale: alienazione sociale, alienazione emozionale, perdita di controllo dell’io conativa, perdita di controllo dell’Io o mancanza di inibizione, esperienze sensoriali bizzarre. La scala Ma ipomania è composta da 46 item è una misura del comportamento maniacale o ipomaniacale, della tendenza ad agire in maniera euforica, aggressiva ed iperattiva, a persone con psicosi conclamata questa scala non viene somministrata perché non riuscirebbero a terminarla, ha 4 sottoscale: amoralità, accellerazione psicomotoria, imperturbabilità, ipertrofia dell’Io. La scala SI introversione sociale è composta da 62 item, offre una valutazione della tendenza della persona ad isolarsi con punteggi sopra la media o a stare con gli altri con punteggi sotto la media, ha 3 sottoscale: timidezza/imbarazzo, evitamento sociale, alienazione personale e sociale. Solo la forma completa dell’MMPI-2, composta da 567 item, contiene oltre le scale di controllo e le scale cliniche, anche le scale supplementari e quelle di contenuto. È importante somministrare la versione completa per avere un approfondimento clinico il più esaustivo possibile. Le scale di contenuto sono: ansia, paura, ossessività, depressione, preoccupazione per la salute, ideazione bizzarra, rabbia, cinismo, comportamenti antisociali, tipo A, bassa autostima, disagio sociale, problemi familiari, difficoltà sul lavoro, indicatori di difficoltà di trattamento. Le scale di contenuto sono state create unendo tra loro gli item sulla base del loro contenuto, vengono utilizzate per sviluppare, approfondire e integrare ipotesi interpretative delineate dall’interpretazione delle scale cliniche. Le scale possono essere ulteriormente suddivise in base all’area di interesse: gruppo dei sintomi interni, gruppo delle tendenze aggressive esterne, autopercezione negativa, gruppo dei problemi generali. Nel gruppo dei sintomi interni troviamo: ansia, paure/fobie, ossessività, depressione, preoccupazioni per la salute, ideazione bizzarra, punteggi sopra 65 sono da considerare critici. Nel gruppo delle tendenze aggressive esterne, troviamo: rabbia, valuta la perdita di controllo nel momento in cui viene espressa la rabbia, cinismo, tendenza alla misantropia, comportamenti antisociali, problemi di comportamento durante gli anni di scuola e abitudini antisociali che hanno portato ad avere guai con la legge, tipo A. Nel gruppo dell’autopercezione negativa, troviamo: bassa autostima. Quattro nuove scale sono state appositamente create per gli adolescenti: - ASCH, problemi scolastici - A-LAS, basse aspirazioni - A-ALN alienazione - A-CON problemi di condotta Sempre per gli adolescenti sono state usate scale che derivano dall’MMPI: - Ansia - Ossessività - Depressione - Preoccupazione per la salute - Ideazione bizzarra - Rabbia - Cinismo - Bassa autostima - Disagio sociale Le scale supplementari approfondiscono l’analisi di problemi clinici e dei vari disturbi, nell’MMPI-2 sono state aggiunte scale supplementari per indagare aree potenzialmente importanti e trascurate nell’MMPI e sono: - MAC-R, alcolismo - OH, ostilità ipercontrollata - PK, disturbo post-traumatico - ADS, ammissione di tossicodipendenza - APS, tossicodipendenza potenziale - MDS, disagio coniugale Il Minnesota Multiphasic Inventory è un questionario composto da 567 item a cui il soggetto deve rispondere Vero/Falso, le condizioni necessarie per la somministrazione sono: età superiore a 18 anni, un QI maggiore di 70 e la frequentazione della scuola dell’obbligo. Le condizioni cliniche ostacolanti la somministrazione possono essere: difficoltà sensoriali, afasia, dislessia, rallentamento psicomotorio, stati confusionali. I punteggi T rappresentati nel foglio di profilo consentono un confronto tra il punteggio dell’individuo e il gruppo normativo. Un punteggio T uguale a 50 indica che il punteggio dell’individuo è uguale al punteggio medio del campione normativo. Punteggi maggiori o minori di 50 indicano punteggi maggiori o minori della media della media del gruppo normativo, i punti T vengono calcolati attraverso tabelle di conversione T con media 50 e deviazione standard 10. Lo scoring avviene attraverso griglie manuali e programmi computerizzati dal catalogo Os. Ai punteggi di alcune scale cliniche viene applicata una correzione dipendente dai punteggi della scala K, la correzione K viene sommata ai punteggi grezzi per le scale: HS, PD, PT, SC e MA, la proporzione del punteggio grezzo sulla scala K deve essere sommata e riportata nel foglio di profilo, i punteggi K tengono conto dell’atteggiamento difensivo del soggetto. Nell’interpretazione è importante rilevare le omissioni, da 0 a 1 omissioni il protocollo è valido, da 2 a 10 omissioni è probabilmente valido, da 11 a 29 la validità è dubbia, uguali o maggiori di 30 il test non è valido. I possibili motivi dell’omissione possono essere: difesa, tono dell’umore depresso, indecisione, disattenzione, scarsa capacità di lettura. Prima di procedere con l’interpretazione è fondamentale la valutazione delle tre scale di controllo che forniscono indicazioni riguardo la validità del test, le tre scale di controllo sono: menzogna (L), frequenza (F), correzione (K). Una volta determinata, attraverso le omissioni e le scale di controllo, la validità del test si procede all’interpretazione sulla base dei punteggi nelle scale cliniche. L’MMPI-A è la versione dedicata agli adolescenti, 14-18 anni, contiene item riferiti allo sviluppo e alla psicopatologia negli adolescenti è composta da 478 item che indagano le 10 scale di base, le scale fattoriali di ansia e depressione, le scale MAC-R per l’alcolismo, tossicodipendenza potenziale e ammissione di tossicodipendenza e 14 scale di contenuto, il tempo di somministrazione è di circa 50 minuti e la somministrazione può essere su base individuale o collettiva. Il disturbo dello spettro dell’autismo rientra nei disturbi del neurosviluppo ed è molto più frequente nel sesso maschile, anche se nel sesso femminile molto spesso si manifestano forme molto tipiche. L’autismo comporta deficit della comunicazione, dell’interazione sociale, della capacità di sviluppare e comprendere le relazioni interpersonali e la presenza di comportamenti stereotipati e ripetitivi. L’autismo è stato il disturbo attraverso il quale è stato studiato meglio il costrutto di congizione sociale teoria della mente. La frequenza del disturbo dello spettro dell’autismo negli Stati Uniti si avvicina all’1% della popolazione, esiste però un lavoro recente che parla di 1 su 59 nuovi nati. I punteggi si basano sulla descrizione del genitore o del caregiver sulla storia del comportamento del bambino, gli item vengono codificati per comportamenti passati e correnti negli ultimi 3 mesi. L’ADI-R è suddivisa in 8 sezioni: Background, per delineare lo sfondo familiare e terapeutico sul quale si muove il soggetto, domande introduttive, per delineare un’immagine generale del suo comportamento, un resoconto sul primo sviluppo, una serie di domande che riguardano l’età in cui sono state acquisite le capacità linguistiche e le eventuali perdite di queste. Seguono 3 sezioni per il rilevamento del funzionamento del linguaggio e della comunicazione, sviluppo sociale e gioco, interessi e comportamenti e comportamenti generali di importanza clinica, come aggressività, comportamenti autolesivi ed eventuali tratti epilettici. L’ADI è stata costruita per porre diagnosi differenziale, ad esempio tra autismo e ADHD, ogni strumento deve essere utilizzato per la patologia per cui è stato costruito, anche perché ogni scala ha un costrutto di riferimento, nel caso dell’ADI-R la costruzione è avvenuta in base al costrutto dell’autismo. Le scale che vengono somministrate quando si ha un bambino con diagnosi di autismo sono: l’ADOS, l’ADI alla famiglia o la VINELAND, a seconda dell’età scale GRIFFITH o altre scale, e separatamente, quasi sempre se il bambino è in grado di sostenerla una scala WECHSLER legata alla sua fascia d’età. Se non è possibile somministrare una Wechsler perché il bambino non collabora posso decidere di fare, per misurare il livello intellettivo altre scale, se il bambino non parla posso usare il TROG, il PEABODY, che mi da una misura dell’età mentale del linguaggio, posso usare una RAVEN per avere una misura delle capacità di ragionamento intellettivo e sono scale più piccole e quindi più fruibili. Nell’ADI-R le codifiche dei singoli item vengono convertite in punteggi da un algoritmo, il presupposto è che 5 item valutano la presenza di anomalie nello sviluppo prima dei 36 mesi. I punteggi dell’algoritmo si riferiscono a comportamenti che si sono rivelati molto anomali tra i 4 e i 5 anni, si può porre diagnosi di ASD se la somma dei punteggi supera il cut-off stabilito in tutte e 4 le aree, che sono: - A) anomalie qualitative dell’interazione sociale reciproca - B) nella comunicazione - C) nei comportamenti ristretti - D) negli item relativi all’età Uno dei difetti di questo test è che se somministrato ai ragazzi più grandi è difficile che i genitori ricordano tutto. Su questa scala ci sono molti studi psicometrici e hanno riportato: nell’attendibilità inter-rater valori di K compresi tra 0.62 e 0.92, nell’attendibilità test-retest valori maggiori allo 0.80, gli algoritmi esistenti differenziavano i bambini con autismo sopra i 36 mesi dai bambini con disturbo non spettro mostrando elevata sensibilità e specificità, sopra i 0.90. Tuttavia, l’algoritmo ADI-R si è mostrato di minore sensibilità rispetto alla ADOS, alla CARS e al giudizio clinico nei bambini tra i 16 e i 36 mesi. Questo strumento è utile per formulare una diagnosi formale, riferita all’intera anamnesi dello sviluppo del soggetto, per una stima complessiva della gravità della patologia, per pianificare una terapia o un progetto educativo sulla base delle rilevazioni effettuate. L’ADI-R è stata progettata per essere usata in combinazione con lo strumento ADOS. La scala RITVO è una versione revisionata di una versione originale del 2008, aiuta nella diagnosi di soggetti di età maggiore di 18 anni con sospetto di asd, le domande sono progettate per le persone con QI medio o superiore a 80 e con asd lieve o subclinica. Per soggetti di livello 1 di funzionamento secondo il DSM-V , conducendo la valutazione con intervista clinica e non con questionario autosomministrato, la scala non può essere somministrata se è presente un ritardo mentale. L’attuale versione contiene 80 affermazioni ed è stata divisa in 4 sottoscale: - 1 interesse sociale - 2 interessi circoscritti - 3 pragmatica - 4 misure di tipo sensomotorio L’ADOS è una scala molto famosa ed è legata alla questione della necessità di avere un patentino per la somministrazione. L’ADOS-2 è una valutazione semistrutturata, che viene fatta con degli oggetti ed è considerato un test standard per di diagnosi di ASD. Comprende 5 moduli di valutazione, che vengono selezionati in base a: livello espressivo verbale, età cronologica, appropriatezza del materiale di somministrazione in riferimento al livello di maturità del soggetto. Il modulo Todler è per bambini di età compresa tra i 12 e i 30 mesi che non hanno un consistente linguaggio con frasi. Il modulo 1 è per bambini di 31 mesi o più che non hanno un consistente linguaggio con frasi. Il modulo 2 bambini di qualsiasi età che posseggono linguaggio con frasi ma che non sono verbalmente fluenti. Il modulo 3 è per bambini verbalmente fluenti e giovano adolescenti. Il modulo 4 è per tardo adolescenti e adulti verbalmente fluenti. Nell’ADOS-2 il linguaggio con frasi è definito come ‘uso flessibile e non ecolalico di combinazione di parole spontanee dotate di significato di almeno tre elementi e a volte comprendono un verbo, pertanto i bambini a cui viene somministrato il modulo todler o il modulo 1 vanno dall’assenza totale di linguaggio fino all’uso di frasi semplici. Una volta che il bambino inizia a presentare l’utilizzo flessibile di frasi contenenti 3 parole, il modulo più appropriato da somministrare è il modulo 2. I moduli 3 e 4 sono stati destinati ad individui verbalmente fluenti, la fluenza verbale è definita nell’ADOS-2 come sviluppo del linguaggio pari o superiore al livello di sviluppo espressivo di un bambino di 4 anni con sviluppo tipico. Per questo è bene fare una misurazione del linguaggio, che può essere il TROG, il test del primo linguaggio o il PEABODY, per conoscere il livello di comprensione, di utilizzo delle frasi, il livello di vocabolario per poi scegliere il modulo dell’ADOS da utilizzare. I professionisti che utilizzano l’ADOS-2 devono avere una propria formazione precedente, percorsi formativi specifici, esperienza nella somministrazione di batteri di test e avere familiarità con ASD, inoltre una sufficiente conoscenza e esperienza con i punteggi e con le attività. Il modulo 3 consiste in 14 attività associate a 29 item, si riferisce ad un linguaggio fluente di bambini e adolescenti e consiste in: prova di costruzione, gioco di immaginazione, gioco interattivo congiunto, prova di dimostrazione, descrizione di una figura, raccontare una storia da un libro, fumetti, conversazione e racconto, emozioni, difficoltà e fastidio nelle relazioni sociali, solitudine, inventare una storia, 14 costrutti che si possono valutare. Gli algoritmi dell’ADOS-2 sono stati revisionati includendo 5 nuovi algoritmi per l’utilizzo dei moduli da 1 a 3. Due algoritmi sono per il modulo 1: uno per i bambini che utilizzano meno di 5 parole dotate di significato, l’altro per i bambini che utilizzano 5 o più parole singole e frasi occasionali. Due algoritmi sono per il modulo 2: uno per i bambini di età inferiore a 5 anni, l’altro per i bambini di 5 anni o più. Un algoritmo per il modulo 3: tutti i bambini e adolescenti con linguaggio fluente. I 5 algoritmi includono 2 domini: affetto sociale (AS) e comportamento ristretto e ripetitivo (CRR) che sono poi sommati per ottenere un punteggio totale complessivo. Per il modulo 4 l’algoritmo non ha subito revisione, è uguale a quello dell’ADOS1. Per quanto riguarda attendibilità e validità nel modulo 1 l’accordo tra giudici è risultato molto alto con una percentuale media di accordo del 91%, l’accordo tra compilatori ha raggiunto un accordo positivo superiore all’80% su tutti gli item. Sul modulo 2 l’accordo è relativamente alto, tutti gli item superano l’80% di accordo. Sul modulo 3 la media di accordo positivo è dell’88%tra gli item, sul modulo 4 l’accordo positivo minio è dell’80%. Complessivamente la concordanza degli item per l’accordo positivo ha mostrato solidità tra tutti i moduli e le codifiche correlate alla reciprocità sociale, anche l’attendibilità test-retest è abbastanza buona. L’evidenza psicometrica a supporto della validità dell’ADOS 2 è in continua evoluzione in letteratura scientifica, sono state effettuate analisi fattoriali su tutti gli item, per ciascun modulo e ogni modulo ha riportato un fattore principale, che nella maggior parte degli item è nei domini interazione sociale e comunicazione. Le similitudini nella distribuzione dei punteggi dei domini tra il campione più piccolo di validazione dell’ADOS e quello più esteso del campione di validazione dell’ADOS 2 suggeriscono che la validità degli item e l’attendibilità dei risultati provenienti dall’ADOS sono applicabili anche all’ADOS 2. Possibile domanda cos’è la varianza nell’analisi fattoriale, è la capacità del fattore di influenzare la variabile, cerca di darci un conto di quanto i fattori spiegano della varianza totale del fenomeno che stiamo studiando. Sono stati apportati dei miglioramenti al protocollo dell’ADOS 2: la descrizione attività nella sezione del protocollo osservazione è stata aggiornata, sono stati inseriti esempi di chiarimento, i codici sono stati riformulati per spiegare o eliminare i termini confusivi e per chiarire in che modo codificare l’evidenza di determinate anomalie. Anche questo tentativo di miglioramento non ha però modificato nella sostanza le lacune importanti contenute nello strumento. Da uno studio di Vidotto emerge che utili per la valutazione del disturbo di comunicazione sociale sono solo due degli scenari presenti nell’ADOS, inoltre restano i limiti della scelta del modello da utilizzare. Per effettuare una rivalutazione dopo l’intervento terapeutico è importante la conoscenza degli strumenti diagnostici maggiore sarà questa e più efficace sarà la valutazione, non necessariamente devo far passare molto tempo, posso usare strumenti paralleli rispetto a quelli usati precedentemente che misurino lo stesso costrutto. Il CBA è una batteria ideata tra il 1981 e il 1982, contenente dei questionari per una valutazione a largo spettro, per effettuare un assessment di tipo cognitivo-comportamentale completo. Il CBA-2 è una revisione del CBA-1, in cui sono state ampliate le schede per l’indagine soprattutto dei problemi che vengono comunicati dal soggetto. I test che venivano usati all’inizio degli anni’80 erano test proiettivi ed MMPI, venne quindi progettata la batteria CBA per voler disporre di un numero sufficientemente ampio e diversificato di questionari e inventari. Il CBA è composto da diverse scale ed ognuna di queste va ad indagare un problema, viene utilizzato innanzitutto in fase di assessment iniziale, quindi quando la situazione dell’incertezza è massima, in cui il clinico si trova a dover raccogliere tutte quelle informazioni fondamentali sulle eventuali problematiche del soggetto. Quindi la batteria è costituita da una serie di test e schede finalizzate ad individuare aree problematiche, in particolare a fornire una rapida e puntuale descrizione delle eventuali, concrete e attuali, problematiche lamentate dal soggetto ed il loro legame con la situazione ambientale, unita ad alcuni tratti psicologici che caratterizzano la persona in modo più globale. Il CBA è uno strumento flessibile, non fornisce quindi una diagnosi clinica di personalità, ma va piuttosto a valutare e cogliere gli aspetti situazionali, ovvero quanto la persona fa, pensa, prova, dice, ecc…in determinate situazioni. Per assessment iniziale si intende un’ampia valutazione iniziale in cui vengono raccolte tutte quelle informazioni necessarie perché il clinico possa fare un ragionamento di tipo ipotetico deduttivo, non è quindi una raccolta passiva di dati e informazioni, ma un complesso processo di raccolta ed elaborazione delle stesse in cui si deduce anche un possibile intervento terapeutico che possa essere efficace. Queste ipotesi dovranno poi essere confermate o falsificate. Le ipotesi si riferiscono a 3 livelli, in particolar modo circa i principali disturbi che vengono lamentati, le possibili cause e le ipotesi sulle strategie di approccio e intervento psicologico che devono risultare appropriate. Il modello CBA è un modello multidimensionale, nel senso che va a considerare la persona nel suo aspetto globale. La batteria CBA-2 è fonte di informazioni cognitivo-verbali, essendo uno strumento che si basa sull’analisi di dati autoriferiti dal soggetto è necessario integrare questi dati con altre informazioni provenienti da latri strumenti, quali colloquio clinico, tecniche di analisi osservativa e di registrazione psicofisiologica. Il livello cognitivo verbale comprende il linguaggio, il pensiero razionale, le idee, la storia personale, tutto ciò che è alla base del concetto che abbiamo di noi stessi, in questo livello includiamo anche i ruoli sociali e culturali e le esperienze passate, quindi attraverso il livello cognitivo verbale mettiamo in gioco parole, idee e valori, il CBA va a valutare proprio questa autoreferenzialità. Il CBA è una batteria ad ampio spettro, che viene utilizzata in particolar modo nell’assessment iniziale quando avviene la raccolta delle informazioni, il CBA ha un’organizzazione gerarchica, è composta da scale primarie e scale secondarie. Le scale primarie vengono somministrate prima e vanno ad indagare ampie problematiche di potenziale interesse clinico, comprendono 10 schede ed ognuna di queste valuta una determinata problematica, le schede possono prevedere una risposta dicotomica o su più livelli (scala Lickert). Le informazioni che derivano da queste scale primarie costituiscono la base su cui iniziamo a fare le nostre ipotesi, ci permette quindi di fare un rapido screening. Una volta somministrate le scale primarie possiamo approfondire problemi specifici attraverso la somministrazione delle scale secondarie, in base al risultato ottenuto dalle scale primarie andrò a scegliere quale scala secondaria somministrare. Il CBA può essere somministrato sia in modo individuale che collettivo, la somministrazione può essere manuale o automatica, i destinatari sono adolescenti, adulti e anziani, il tempo richiesto varia dai 40 ai 90 minuti e può essere compilato autonomamente o in maniera guidata nei soggetti anziani o con qualche difficoltà. Esistono diverse forme di CBA: il CBA-H usato in ambito ospedaliero, il CBA-sport per l’ambito sportivo, CBA-forma giovani che approfondisce problematiche peculiari dell’adolescenza e un CBA-per la valutazione dell’anziano in cui sono state modificate le schede 1 e 4. Il CBA ha diversi punti di forza, oltre a darci uno screening generale è stato validato e standardizzato su un campione normativo ampio e aggiornato, è di facile somministrazione, rileva aree problematiche in modo sistematico ed ha eccellenti proprietà psicometriche. Tra i punti di debolezza troviamo l’inadeguatezza alla somministrazione a pazienti con psicosi o con gravi disturbi di personalità e la necessità di esperienza per la somministrazione da parte dell’esaminatore. Nelle scale primarie troviamo 10 schede. La scheda 1 contiene i dati generali, inizialmente era nella scheda 4, la ceda autobiografica, che necessità però di 45 minuti per essere compilata e questo comportava la compromissione della scheda successiva STAI-X1. Quindi i dati generali sono stati scorporati e messi all’inizio, sono solo 25 domande e riguardano appunto tutti i dati generali del soggetto: anagrafici, indirizzo ecc… Le schede 2 e 3 contengono lo STAI-X1 per l’ansia di stato e lo STAI-X2 per l’ansia di tratto, si compongono di 20 item e l’ansia di stato verrà rivalutata alla fine della batteria, nella scheda 10. La scheda 4 è la cartella autobiografica, contiene la storia personale e clinica del soggetto. La scheda 5 contiene l’EPQ in forma ridotta, secondo Eysenck la personalità era organizzata secondo delle dimensioni, la personalità si sposta quindi lungo un continuum che va da un opposto all’altro in cui si colloca in una diversa posizione la qualità del soggetto. Eysenck inizialmente sosteneva che le dimensioni della personalità erano costituite da due poli introversione, estroversione e poi la dimensione del nevroticismo, successivamente ha inserito la dimensione dello psicoticismo, convenzionalmente indicate con E, N e P. La scheda 5 è composta da 48 item a risposta dicotomica ed è costituita da tre scale più una di controllo, la scala N del nevroticismo, la scala E introversione/estroversione, la scala P psicoticismo, la scala L che è la scala di controllo e indica la tendenza a simulare e porsi in buona luce. La scheda N corrisponde a nevrosi, indaga e descrive un continuum che va dall’instabilità alla stabilità emotiva, soggetti con punteggi alti vengono descritti come ansiosi, sempre preoccupati, di umore mutevole e spesso depressi. Un soggetto con punteggio basso tende alla calma, al controllo e alla serenità. La scala E valuta un continuum bipolare che ha come estremi il polo dell’introversione e dell’estroversione, il soggetto che si colloca nel versante dell’estroversione è socievole, ama le feste e la compagnia ed è generalmente impulsivo, mentre il soggetto che si colloca nel polo dell’introversione è tranquillo, schivo, riservato. La scala P descrive un continuum che va da un normale adattamento sociale verso i poli di disadattamento e dell’antisocialità, si tratta di soggetti che possono apparire freddi e privi di empatia. La scala L non offre una caratteristica clinica, è una scala di controllo che indaga la desiderabilità sociale, soggetti ingenui possono ottenere un punteggio elevato in questa scala di controllo, la scheda L insieme alla scheda 10 e allo STAI-X1 fanno parte dell’indice di validità del protocollo, se il protocollo non fosse validato si potrebbe decidere per una risomministrazione o meno. La scheda 6 contiene il questionario psicofisiologico (QPF-R) nella versione ridotta, composta da 30 item che elencano reazioni e disturbi psicofisiologici che un individuo può esperire con diversa frequenza, per la compilazione di questa scheda il soggetto deve pensare al periodo più prossimo, generalmente agli ultimi 6 mesi. Il soggetto deve indicare la frequenza della reazione o disturbo indicata su una scala a 4 punti: quasi mai, qualche volta, spesso, quasi sempre, ognuna delle quali ha un suo punteggio, sommando il punteggio riportato nei 30 item si ottiene il punteggio totale. Un punteggio totale alto si rileva in pazienti con disturbi d’ansia o sindromi depressive, punteggi bassi evidenziano l’assenza di disturbi spicofisiologici. Le scheda 7 contiene l’inventario delle paure in forma ridotta, comprende 58 item ed è suddivisa in 5 subscale: - Ip1, calamità - Ip2, rifiuto sociale - Ip3, animali repellenti - Ip4, allontanamento - Ip5, sangue e procedure medico-chirurgiche L’ip1, calamità si riferisce a tutte quelle situazioni che coinvolgono in maniera rilevante l’incolumità dell’individuo, comprende 10 item che descrivono preoccupazioni e apprensioni molto comuni e diffuse di pericolo e malattia. Un punteggio basso suggerisce diverse ipotesi: il soggetto può aver frainteso la consegna, tende ad offrire un’immagine di Sé come particolarmente coraggiosa, presta poca attenzione alla propria incolumità, oppure presenta caratteristiche peculiari e insolite che vanno approfondite. L’ip2, rifiuto sociale, si riferisce ad una pluralità di eventi e situazioni di rilievo sociale nelle quali il soggetto teme di essere rifiutato o criticato. Questa subscala contiene 14 item, punteggi elevati suggeriscono di esplorare quali siano le effettive capacità e competenze sociali del soggetto e quale tipo di feedback riceva per le proprie prestazioni da parte dell’ambiente sociale nel quale è inserito. - Il PADUA inventory viene usato per approfondire punteggi elevati alla scheda 9, è composto di 60 item nei quali il soggetto deve riferire il grado di corrispondenza al proprio modo di agire. - Il PSWQ indaga abitudini a preoccuparsi esageratamente attraverso le risposte a 16 item, viene utilizzato per approfondire i punteggi ottenuti alla scheda 3, stai x-2, un punteggio elevato è da considerare per porre diagnosi di un disturbo d’ansia generalizzato. - Pree-sleep (PCII), per quanto riguarda questo test esiste un generale accordo sull’importanze dell’attività cognitiva prima di addormentarsi nel mantenimento dell’insonnia, è composto da 74 item che descrivono pensieri intrusivi che possono apparire in fase di addormentamento, anche questo test può approfondire la scheda 4. - La RAS è una scala dell’assertività generale, composta da 30 item, indicata come scala secondaria in presenza di punteggi bassi di estroversione, alti punteggi di ansia sociale o di particolari problemi riportati nella scheda 4, per lo stesso approfondimento si può usare in alternativa alla RAS, il SIB. Il SIN valuta il comportamento assertivo, è composto di 50 item e valuta separatamente le risposte di ansia e le probabilità di agire del soggetto in determinate situazioni. - L’SCS valuta l’autocontrollo, è composto da 36 item approfondisce alti punteggi di ansia di tratto, alla depressione, all’ansia sociale. - Il sensation seeking (SSS-V) misura la ricerca delle sensazioni forti, composta da 40 item divisi in 4 subscale: TAS, ES, DIS, BS si usa in presenza di alti punteggi alle scale E e P dell’EPQR o alla presenza di alcune risposte ad alcuni item della scheda 4. La SSS-VI è un’estensione della versione precedente in cui cambia la presentazione delle attività e di risposta. - Il WDQ valuta il contenuto delle preoccupazioni, è composto da 25 item suddiviso in 5 aree dette domini, approfondisce punteggi elevati allo STAI-X2 e alla scala MOCQ. Nella scelta del test da somministrare, quando è possibile, è meglio optare per l’ultima versione disponibile perché i valori normativi sono più ampi. Per la compilazione del CBA occorrono dai 60 ai 90 minuti in base ai risultati emersi dal protocollo si possono somministrare in seconda battuta le scale secondarie o altri test. Lo scoring può essere manuale o computerizzato. Lo scoring per la scheda 2 e la scheda 3 richiede che la codifica per alcuni item venga fatta in maniera opposta. Per entrambe le schede le medie e le deviazioni standard variano in base al sesso e alle fasce d’età del soggetto. Una volta sommati i punteggi, facendo attenzione alle codifiche opposte occorre ricavare il punto Z, con la seguente formula: punteggio grezzo – media : deviazione standard Dalle media generali emergono punteggi più elevati sia sull’ansia di stato che di tratto nelle donne, consideriamo critico un punteggio quando rileviamo più due deviazioni standard, più alto il punteggio rispetto alla media, più elevata sarà la condizione d’ansia del soggetto che ha compilato il test. Calcolando il punto z vado a rilevare di quanto il punteggio è critico oltre la deviazione standard, nel caso della memoria sarà critico un punteggio negativo, nel caso dell’ansia lo sarà uno positivo, quindi Z- sarà patologico per la memoria, Z+ sarà patologico per l’ansia. Occorre quindi conoscere la scala e saper interpretare la direzione del punteggio, per ansia, depressione e scale psicofisiologiche, più alto è il punteggio e più quest’ultimo è da considerarsi critico. Per ricavare un punto T sappiamo che la deviazione standard è 10 e la media è 50 e la formula da applicare sarà: deviazione standard x punteggio grezzo – media (10 x punteggio grezzo – 50) È importante valutare la prima infanzia perché il periodo dell’infanzia rappresenta una fase particolare sia dal punto di vista clinico che diagnostico. Dal punto di vista clinico vi è un grande interesse per incrementare le capacità di diagnosi e di intervento precoci, si va quindi a favorire quella che viene definita prevenzione primaria, puntando sulle qualità dell’ambiente di crescita e sulle risorse del bambino. Del punto di vista della ricerca è importante valutare la prima infanzia perché oltre ad essere un periodo particolarmente affascinante ci permette anche di andare a studiare le varie fasi di sviluppo e quindi andare a definire lo sviluppo di tutte quelle capacità che permettono all’individuo di adattarsi adeguatamente all’ambiente. Valutare l’infanzia ci permette anche di capire come diagnosticare un eventuale disturbo dello sviluppo, nella valutazione dell’infanzia l’attenzione deve essere posta non solo al bambino, ma anche all’ambiente si va quindi a capire quali sono i punti di forza e debolezza del bambino e il contesto in cui vive per favorire un adattamento reciproco che possa aiutare il bambino e far comprendere quali sono le caratteristiche ambientali che impediscono lo sviluppo di adeguate caratteristiche. Valutare lo sviluppo di un bambino significa misurare le sue abilità nelle diverse aree, per stabilire se il suo iter procede nella norma o presenta delle difficoltà che richiedono interventi di supporto da parte di professionisti. La valutazione avviene avviando un processo di misurazione che mette in luce le differenze di sviluppo tra un bambino e l’altro. Quando ci troviamo di fronte ad un bambino molto piccolo, 0-3 anni, si va a valutare lo sviluppo cognitivo, lo sviluppo socio emotivo e il contesto di sviluppo. Per misurazione si intende ogni tentativo che permette di quantificare il comportamento degli individui, quindi la misurazione ci permette di associare dei numeri a degli aspetti specifici del comportamento che andiamo ad osservare. Sebbene questa misurazione riguarda sia gli aspetti clinici che quelli sperimentali, in psicologia non vogliamo osservare una semplice collezione di eventi osservabili, quello che vogliamo fare è andare a spiegare un costrutto astratto, come può essere l’intelligenza, la personalità o il linguaggio, questi sono costrutti che non possiamo osservare direttamente per cui scomponiamo il costrutto, infatti in psicologia con il termine di misurazione si fa riferimento a diverse tecniche, quali i test, l’osservazione diretta, i questionari. Per quanto riguarda la somministrazione di test questi sono una sequenza organizzata di stimoli a cui ogni individuo dovrebbe reagire in modo diverso, e grazie a questa somministrazione di stimoli andiamo ad evidenziare le abilità del bambino, quindi i punti di forza e debolezza. L’osservazione diretta assume una valenza particolare nel periodo che va dalla nascita ai 3 anni, periodo in cui non si usano misure classiche, come le scale Weschler, si propongono quindi delle attività al bambino per andare a vedere come si comporta. Abbiamo poi i questionari che possono essere rivolti ai caregiver, quando si deve procedere alla valutazione di un bambino quello che lo psicologo deve fare è l’elaborazione di un protocollo valutativo, che è uno script la cui struttura è flessibile o ripetibile, ovvero è possibile adattare il protocollo alle caratteristiche del bambino, ed è ripetibile perché quello stesso protocollo può essere utilizzato su diversi bambini. Lo script, il protocollo valutativo ci permette di valutare i processi o le condizioni psichiche in modo efficiente e affidabile, lo scopo è quindi quello di fornire una rappresentazione valida e affidabile delle caratteristiche del bambino, del suo livello di sviluppo, degli aspetti problematici e delle risorse che non caratterizzano solo l’individuo, ma anche il suo ambiente, tutto questo ci permette di formulare una diagnosi e una prognosi. La diagnosi ci permette di definire una condizione, da quindi un’etichetta alle difficoltà del bambino, mentre la prognosi ci permette di capire come la condizione andrà a manifestarsi nel corso del tempo. La domanda che deve guidare il protocollo valutativo è che cosa dobbiamo valutare, lo scopo di un buon protocollo valutativo è quello di trarre il maggior numero di informazioni possibili da un’indagine accurata e circoscritta. Questa indagine deve seguire il principio di economia informata e intelligente, quindi l’obiettivo principale è rispondere a questa domanda senza spreco e senza casualità, non deve quindi essere tutto dettato dal caso. Il problema principale è che gli aspetti psicologici sono molti e diversi e ognuno di questi aspetti può essere valutato in maniera diversa, il bambino è però uno solo, quindi è necessario che lo psicologo, nel momento in cui giunge un bambino in visita con una determinata problematica si ponga due domande: cosa selezionare, quindi cosa valutare e su cosa concentrarsi e cosa tralasciare. Per rispondere a queste domande sono diversi i passi da fare, il primo è delimitare il campo d’indagine, quindi partendo dalle informazioni disponibili al momento della segnalazione e dalla problematica da indagare vengono selezionati, caso per caso, gli aspetti più salienti e critici ai fini di un’adeguata valutazione. Il secondo passo da fare è selezionare lo strumento più adatto, tenendo conto dell’area da valutare, delle caratteristiche del singolo bambino e del contesto di sviluppo. È importante sapere come lo strumento è stato costruito e validato, al fine di utilizzarlo e interpretarlo correttamente. Il terzo passo è l’interpretazione dei risultati, per la quale è essenziale avere informazioni sulla scala che usiamo per rappresentare il punteggio, sulle caratteristiche del campione normativo e sui limiti del sistema di punteggio. Ulteriore punto importante riguarda l’etica della valutazione, tra i principi più importanti che lo psicologo deve seguire troviamo: il principio di equità e il principio dell’onestà. Il principio di equità è importante nel caso in cui il bambino appartenga ad una cultura diversa o abbia caratteristiche che richiedono delicatezza, avere rispetto e considerazione. Il principio dell’onestà si riferisce al dare alla famiglia informazioni vere, accurate e chiare sulla procedura che si andrà a seguire, sul protocollo valutativo e su eventuali alternative. Durante la valutazione di un bambino solitamente si riscontrano alcune difficoltà tecniche a cui lo psicologo deve cercare di ovviare, una delle difficoltà è la reattività delle prove, per cui il bambino, soprattutto nella fascia 0-3 anni si stanca molto facilmente e riesce a prestare attenzione solo per Do quindi praticamente per scontato che se il bambino che sto esaminando ha 5 mesi e gli ho somministrato gli item per la sua fascia d’età ha superato tutti gli item previsti per la facsia d’età precedente. Nel caso della scala della valutazione del comportamento (BRS) si compila il questionario e si sommano i punteggi, l valore ottenuto viene poi convertito in punteggio standardizzato, con media 100 e deviazione standard 15, tutti i punteggi che si collocano tra 85 e 115 sono da considerarsi nella norma. I punteggi grezzi vengono poi trasformati per mezzo di tabelle di conversione. I punteggi di scala vengono calcolati per tutti i subtest e per la scala cognitiva e socioemozionale, derivano dai punteggi grezzi totali dei subtest, faccio quindi la somma di tutti gli item che il bambino ha superato di quel set agli item del set precedente e li inserisco nella tabella di conversione, il punteggio di scala ha media 10 e deviazione standard 3. I punteggi compositi sono dedotti diverse somme di punteggi di scala dei subtest e sono generati per la scala del linguaggio, la scala motoria e la scala del comportamento adattivo, la media è 100 e la deviazione standard è 15. Questi sono tutti punteggi che indicano quanto il bambino si discosta dalla popolazione media. Abbiamo poi il punteggio percentile che indica la posizione del bambino relativamente a quella del campione di standardizzazione. I punteggi equivalenti per l’età dello sviluppo che rappresentano l’età media, in mesi, alla quale un dato punteggio grezzo totale è tipico e questi sono disponibili per le scale cognitive, del linguaggio e della fine e grosso motricità. Infine, i punteggi di crescita che sono utilizzati per rappresentare lo sviluppo del bambino nel tempo per ogni sottoscala, con media 500 deviazione standard 100. Le norme di riferimento ci permettono di interpretare correttamente i risultati e sono state costituite sulla base di un campione di standardizzazione composto da 1.700 bambini americani, suddivisi in 17 gruppi di 100 bambini ciascuno, sulla base della fascia d’età, metà maschi e metà femmine. Il campione è considerato rappresentativo della popolazione americana. Ad oggi le Bailey III sono oggetto di standardizzazione italiana, questo al fine di utilizzare dati normativi sempre più significativi rispetto alla popolazione di riferimento e agli usi della cultura italiana. La scala Bailey ci permette di fare una valutazione comparata osservatore genitore, una valutazione diretta, i punteggi di crescita percentili, la valutazione dei genitori del comportamento socio emozionale e adattivo del bambino, la possibilità di ottenere punteggi standardizzati e ponderati dai quali possiamo rilevare il report del caregiver, un grafico e le discrepanze statisticamente significative, quindi grazie ai punteggi ponderati possiamo verificare quanto il bambino si discosta dalla media della popolazione di riferimento. Quindi in sintesi la scala Bailey è utilizzata in modo flessibile e mirato ai bisogni e ai momenti e ci permette di andare a definire delle problematiche per la pianificazione di interventi, indicando la possibilità di scegliere le priorità e i programmi riabilitativi, educativi e abilitativi adeguati per il bambino che stiamo andando a valutare. Le scale Griffith sono uno strumento che nasce per valutare lo sviluppo cognitivo del bambino, dalla nascita fino ai 6 anni, dal primo mese di vita all’età prescolare e scolare. Attualmente in Italia è distribuita la Griffith III. Nella Griffith II troviamo due scale, la scala 0-2 e la scala 0-8, la Griffith III ha unito queste due scale e ha rieffettuato il processo di standardizzazione, abbassando di poco la fascia d’età. Se nella Griffith II le scale venivano somministrate fino ai bambini di 8 anni, ora si predilige somministrarle fino ai bambini di 6 anni. Nelle Griffith II troviamo quindi due scale: - La scala 0-2 per i bambini da 0 a 24 mesi e la fascia sensibile è 18-24 mesi - La scala 0-8 per i bambini da 0 mesi all’età scolare Ogni scala indaga una specifica area di competenza: lo sviluppo motorio, l’autonomia personale e sociale, il linguaggio, la coordinazione occhio-mano, performance e a partire dal 24° mese il ragionamento pratico, l’aggiunta di quest’ultima scala ha permesso la realizzazione delle scale 0-8. La differenza tra la scala 0-2 e la scala 0-8 è solo l’aggiunta della scala di ragionamento pratico e di qualche item più complesso di linguaggio e di comprensione nella scala di linguaggio e nella coordinazione occhio-mano. Per ogni scala gli item vengono suddivisi, abbiamo quindi che la maggior parte degli item è costituita da semplici situazioni stimolo, quindi lo psicologo andrà ad osservare il comportamento del bambino in risposta al materiale, sono sempre situazioni stimolo di problem solving e anche qui la complessità è crescente. Altri item sono di tipo osservativo e richiedono di rilevare la presenza o l’assenza di particolari competenze nel repertorio comportamentale spontaneo del bambino, quindi come quest’ultimo interagisce con l’ambiente, come manipola senza istruzioni un oggetto, come interagisce con il genitore e con l’esaminatore. Altri item si basano invece su descrizioni e informazioni fornite dai genitori. Durante la somministrazione è necessario garantire una condizione ottimale di lavoro mediante la scelta di un ambiente idoneo e tranquillo, verificare il livello di vigilanza del bambino e assicurarsi la sua collaborazione. Per quanto riguarda l’ordine di somministrazione delle scale e/o degli item non è definito, l’esaminatore ha la possibilità di scegliere i materiali e le situazioni più motivanti nelle diverse fasi della valutazione. Il tempo medio per la somministrazione del test è di circa 60 minuti, per la somministrazione è richiesta una qualifica di tipo B1, logopedisti, tecnici, psicologi iscritti all’albo B. Dall’interpretazione dei dati otteniamo sia dei sub-quozienti che un quoziente globale. Per ciascuna scala otteniamo un sub-quoziente con media 100 e deviazione standard 16, che permette di ottenere un profilo differenziato delle prestazioni nei diversi domini indagati individuando aree di forza e di debolezza e questo può essere utile nel caso sia necessario programmare un intervento riabilitativo. Oltre ai vari sub-quozienti è possibile definire un indice di sviluppo, ovvero il quoziente globale con media 100 e deviazione standard 12, che non rappresenta la semplice media aritmetica dei singoli sub-quozienti, ma deriva dall’insieme degli item superati. La scala 0-2 è composta da 276 item suddivisi in 5 scale: La scala locomotoria che indaga lo sviluppo posturale, la deambulazione e le abilità motorie di ordine superiore. La scala personale-sociale che valuta la capacità del soggetto di adattarsi ed apprendere abitudini dal proprio contesto di vita. La scala dell’attenzione uditiva e linguaggio che percorre le principali tappe dello sviluppo linguistico-comunicativo. La scala coordinazione occhio-mano che valuta la capacità di compiere azioni che implicano il controllo visivo, il livello di acquisizione di abilità manuali fino-motorie. La scala di performance che valuta la capacità di applicare a compiti nuovi le abilità percettive e strumentali misurate con altre scale. Solitamente si inizia il test con gli item corrispondenti all’età cronologica del bambino fino ad individuare il livello base ed il livello soffitto, dati rispettivamente da 6 item falliti e 6 item superati in modo consecutivo. Gli item sono disposti in ordine crescente di difficoltà, le norme di riferimento sono state validate su un campione di 665 bambini di età compresa tra 0 e 2 anni. Le scale 0-8 hanno fino ai 2 anni una struttura analoga e molti degli item delle originarie scale 0-2 anni, con l’aggiunta, dopo i 24 mesi, di una sesta scala denominata scala di ragionamento pratico, che valuta conoscenze apprese dall’ambiente e la memoria verbale a breve termine. La scala si dimostra poco adatta a partire dai 6/7 annidi età perché i bambini cognitivamente ben dotati superano la quasi totalità delle prove andando incontro ad un effetto soffitto, per questo la Griffith III ha una fascia d’età fino ai 6 anni. Le norme di riferimento delle scale 0-8 sono state stabilite su un campione di 2.260 bambini di età compresa tra 0 e 8 anni. Prima dell’avvento delle Griffith III ci si poneva il problema di quale scala somministrare in quanto i due strumenti risultavano distinti e non sostituibili, si riteneva quindi che le scale 0-2 fossero indicate per bambini dai 0 ai 18/20 mesi, mentre le scale 0-8 fossero indicate per bambini dai 18/20 mesi fino agli 8 anni. Il principale vantaggio della Griffith è dato dal fatto che riesce a discriminare i diversi gradi dello sviluppo motorio e cognitivo, si riesce quindi a verificare quanto le competenze del bambino si discostano dal campione di riferimento, inoltre grazie alle scale Griffith è possibile ottenere quozienti di sviluppo parziali e globali e questo ci permette di avere informazioni sui vari domini indagati per strutturare un programma di intervento. Con le Griffith possiamo effettuare una diagnosi di primo livello e possono essere utilizzate come strumento di screening. Una problematica è legata al fatto che queste scale portano ad una difficoltà nella valutazione di bambini che presentano difficoltà motorie e visuo-percettive, altro limite è la scarsa predittività della scala, nel senso che i punteggi relativi a primi mesi di vita hanno una validità predittiva molto scarsa. Il test è oggi tradotto interamente in Italiano, con le scale Griffith è possibile indagare un ritardo dello sviluppo. Le scale Bailey vengono utilizzate anche a livello diagnostico, le scale Griffith ci consentono di rilevare cosa il bambino sa o non sa fare. Prima di parlare delle Vineland è bene introdurre il concetto di comportamento adattivo. Da un punto di vista evoluzionistico l’individuo cerca di orientare il suo comportamento nell’ambiente in cui si trova al fine della sopravvivenza e dell’appagamento dei bisogni. Per l’attribuzione del punteggio nei soggetti senza disabilità è generalmente basato sull’età cronologica arrotondata per difetto, ad esempio per i soggetti di età compresa fra i 5 anni e i 5 anni e 11 mesi e 30 giorni si dovrebbe usare il punto di partenza relativo ai 5 anni. Per i soggetti con disabilità l’attribuzione del punteggio si basa su una stima dell’età mentale o sociale del soggetto comunque il punto di partenza individuato dovrebbe essere uguale per ogni sottoscala. Il punteggio attribuito agli item riflette se il soggetto esegue abitualmente l’attività descritta, viene assegnato 2 se la persona realizza abitualmente l’attività, 1 se esegue l’attività parzialmente o qualche volta, 0 se non la realizza affatto. La Vineland offre anche la possibilità di mettere i punteggi: non so (N/S) e non ci sono opportunità (N) che valgono 1 e se ho più di 2 N/S è uguale a 0. Quando devo attribuire i punteggi mi colloco sulla fascia d’età che ho deciso e vado ad individuare il livello base, che mi viene dato da 4 item che hanno ricevuto un punteggio di 2, se ho già ottenuto un livello base vado avanti con gli altri item più complessi, se invece non ho 4 item consecutivi in cui è stato ottenuto un punteggio di 2 torno indietro, se ho invece il livello base attribuisco il punteggio 2 a tutti gli item precedenti. Una volta individuato il livello base si procede con l’intervista fino a determinare se possibile il livello tetto. Il livello tetto è dato dai primi 4 item consecutivi con punteggio 0, una volta individuato il livello tetto la compilazione della subscala si interrompe, si attribuisce quindi 0 a tutti gli item successivi e vado ad un’altra subscala altrimenti si procede fino alla fine. Nella Vineland non vengono somministrate tutte le sottoscale ad esempio il dominio abilità motorie viene somministrato ai bambini che hanno età inferiore ai 6/7 anni. Per ogni soggetto è possibile ottenere per ogni subscala 2 punteggi: un punteggio grezzo e un punteggio età equivalente. Per ogni sottoscale ottengo un punteggio grezzo, tutti i punteggi grezzi vengono sommati per avere un punteggio di scala. Per confrontare il punteggio grezzo ho bisogno del punteggio età equivalente che sarebbe il punteggio ottenuto dallo stesso gruppo di soggetti normotipici della stessa età e per la stessa abilità, viene espresso in età e mesi e ci permette di capire un punteggio ponderato in base all’età che ci dice se il soggetto si colloca al di sotto o al di sopra dello sviluppo medio. Una volta ottenuti tutti i punteggi per tutte le scale e per tutte le sottoscale vado alle tabelle di conversione per ricavare il punteggio età equivalente. Per ottenere il punteggio di scala sommo il punteggio ottenuto in ogni sottoscale e vado poi a vedere sulla tabella l’età equivalente al punteggio totale di scala ottenuto. Il solo punteggio grezzo non mi permette di essere confrontato, per questo lo devo convertire tramite tabelle per il punteggio età equivalente, se ad esempio ho un bambino di 5 anni che ottiene un punteggio grezzo di 40 andrò a vedere a che età corrisponde sulla tavola di conversione. Le Vineland II hanno la stessa forma delle precedenti, vanno ad indagare i 4 domini di comunicazione, abilità quotidiane, socializzazione e abilità motorie, l’unica differenza è che queste vanno ad indagare tutto l’arco di vita, dai 0 ai 90 anni, inoltre, se nella versione precedente noi confrontavamo il punteggio età equivalente, le Vineland II ci danno la possibilità di confrontare rispetto al gruppo normativo con il quoziente intellettivo di deviazione, di conseguenza, in accordo con i criteri del DSM-V sarà possibile rilevare se l’individuo ha una prestazione inferiore a quella del gruppo di riferimento di almeno 2 deviazioni standard. Con le Vineland ottengo un confronto tra l’età cronologica e l’età mentale, mentre la Vineland II ci permette di confrontare il soggetto esaminato rispetto alla popolazione con il QI di deviazione. Nelle Vineland II è stata modificata la posizione degli item, gli item sono uguali e la modalità di punteggio è la stessa, mi colloco all’età della persona e vado ad indagare l’area potendo mettere i punteggi 2, 1, 0, N e N/S che equivalgono a 1 e se ho più di un N/S equivalgono a 0, infine sommo tutti i punteggi. La Vineland II utilizza il punteggio Vscale che ha media 15 e deviazione standard 3 e il QI di deviazione, che come quello delle scale Weschler, ha media 100 e deviazione standard 15, c’è poi la possibilità di vedere i ranghi percentili, quindi la percentuale della popolazione che cade al di sotto del punteggio che ho ottenuto. Le Vineland sono molto utilizzate perché godono di buone caratteristiche psicometriche in particolare il coefficiente di correlazione che sopra il 70/80m è buono, sotto inizia ad essere moderato, da 90 in su è ottimo, l’attendibilità split-half, test-retest e cronback è molto buona. Vengono utilizzate in clinica e in ricerca, quindi per diagnosticare e classificare il livello di gravità della disabilità intellettiva, come da criteri del DSM-V: lieve, moderato, grave, estremo che rappresenta il livello di funzionamento, inoltre, per la pianificazione di interventi educativi e riabilitativi perché si rilevano punti di forza e debolezza. In ambito di ricerca possono essere usate per confrontare i gruppi e per la valutazione di un intervento somministrandola all’inizio e alla fine dell’intervento. DOMANDE: 1.Per interpretare il risultato su una tabella a seguito di analisi fattoriale devo identificare i fattori che spiegano il 60-75% della varianza totale (leggere sulla tabella varianza e sommare per arrivare al 60-75%). Gli autovalori indicano quanta parte della varianza totale delle variabili considerate è spiegata da un fattore. Dalla tabella prendo i fattori che sommati superano il 60-75% della varianza. 2.Sul grafico Scree-plot la risposta è in corrispondenza del punto in cui la curva smette di cadere e tende a diventare più simile ad una retta, in quel punto si pone il limite dei fattori da estrarre che risulteranno probabilmente significativi. 3.Per indicare quali item entrano nel primo, secondo e terzo fattore, prendo tutti gli item che hanno punteggio (correlazione item-fattore) che va da .6 in su perché il coefficiente ci correlazione accettabile è a .6 in su. 4. La validità interna esprime il grado in cui gli item che lo compongono misurano lo stesso costrutto e devono mostrare un’elevata intercorrelazione 5.Il CBA 2 è una batteria di questionari sostenuta da teorie strutturali, permettono di classificare i sintomi. Il controllo della rappresentatività di un test si attiene alla validità di contenuto. 6. Condizioni di validità di costrutto: convergenza, divergenza e congruente 7. Dopo somministrazione della WAIS vengono calcolati gli indici di comprensione verbale, ragionamento visuo-percettivo, memoria di lavoro, velocità di elaborazione. 8. Nell’MMPI punti T sopra al 60 sono di interesse clinico
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