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Appunti lezioni fondamenti di linguistica completi, Appunti di Linguistica Generale

Appunti lezioni fondamenti di linguistica completi (1a+2a)

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 10/08/2021

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valentina-fanton-1 🇮🇹

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Scarica Appunti lezioni fondamenti di linguistica completi e più Appunti in PDF di Linguistica Generale solo su Docsity! FONDAMENTI DI LINGUISTICA LEZIONE 2 La linguistica ha natura descrittiva. Nell’800 -> La connotazione scientifica della linguistica andò formarsi principalmente per quanto riguarda il cambiamento delle lingue nel corso del tempo (pur già in un'ottica descrittiva del fenomeno). Inizi del ‘200 -> Importante punto di svolta nella storia del pensiero linguistico che vede il focus di interesse sul funzionamento del linguaggio, quindi sui suoi meccanismi interni. Regole o leggi della linguistica -> Non sono prescrizioni da seguire, piuttosto una generalizzazione che descrive in modo formalizzato una serie di fenomeni (descrizioni di ciò che si fa) Il concetto di errore -> In linguistica non esiste: qualcosa o è compatibile col sistema e ci si pone il problema sia accettabile o meno Cosa vuol dire grammaticale o non grammaticale? » Il cane corre -> Grammaticale >» Il cane corrono -> Non grammaticale Non è giusto né sbagliato. Bisogna valutare se è adeguato al contesto comunicativo. PANORAMICA DEGLI AMBITI DELLA LINGUISTICA Il linguaggio è qualcosa che ha natura varia. Il linguaggio è all'intersezione di diverse prospettive e il suo studio ha a che fare sia con l'oggetto che deve descrivere ma moltissime interazioni con altre discipline (biologia, psicologia, neuroscienze, sociologia) nonché col contesto culturale e sociale e il suo spazio-tempo. LINGUAGGIO COME FUNZIONAMENTO Il principio fondante di questa teoria è quello del LINGUAGGIO COME SISTEMA: un insieme ordinato di elementi che interagiscono tra loro. Come sono organizzati? Il sistema del linguaggio è classificabile in sottosistemi/ivelli, definiti “livelli di analisi della lingua”, organizzati in modo gerarchico. Per esempio: “Il cane corre” è una sequenza di lingua che posso scomporre secondo diverse prospettive: - Comunicativa (Es: intenzione comunicativa) - Semantica (significato del singolo elemento) - Sintattica - Morfologia-grammatica - Fonetica Linguaggio come comportamento? Uso del linguaggio all’interno della società. LEZIONE 3 PARAMETRI DI REALIZZAZIONE DELLA LINGUA - Linguaggio: facoltà condivisa da tutti gli esseri umani di comunicare attraverso un determinato codice - Realizzazione della lingua: Trasposizione di questo in tante lingue storico-naturali. La lingua realizzata a partire dal linguaggio ha senso solo se c'è qualcuno con cui comunicare. Mezzi di comunicazione all’interno della società: Il mezzo primario attraverso cui il linguaggio si realizza è quello fonico, ossia l'aspetto della fonetica che riguarda i suoni del linguaggio umano, ossia i FONI, sia nella loro produzione, sia negli aspetti che riguardano la percezione fisica e mentale e quelli legati alle caratteristiche fisiche del suono. Situazione in cui la lingua si realizza La lingua è un mezzo di comunicazione nella società. La società è, quindi, un parametro necessario di realizzazione della lingua. Abbiamo altri due parametri che si intrecciano: collocazione di tipo spaziale e connotazione di tipo temporale: > La realizzazione della lingua si effettua nell’intersezione tra: spazio, tempo, società All’interno e in relazione a queste coordinate, la lingua è in continuo cambiamento. Tutta questa variabilità a sua volta non è casuale e libera ma si può descrivere attraverso, a sua volta, dei principi generali. Questi sono il versante della linguistica definita “linguistica storica”. Cosa significa questa variabiltà di carattere storico? Con “storico” non si fa riferimento solo allo scorrere del tempo ma alla “storicità”, ossia a quel calarsi in uno spazio, tempo e società. Che vuol dire variabilità all’interno dell'ambito sociale? (socio-linguistica) Una società può essere caratterizzata da monolinguismo o plurilinguismo, ossia utilizzo o meno di diverse varietà linguistiche (varietà linguistica è quasi un sinonimo di lingua). In Italia, per esempio, non c'è monolinguismo. Anche dal punto di vista legislativo in alcune aree c'è un plurilinguismo ufficialmente riconosciuto. Oltretutto vi sono moltissimi dialetti. Queste varietà sono sullo stesso piano dal punto di vista della linguistica e non vi è distinzione tra le lingue. La distinzione tra lingua e dialetto non è di carattere linguistico. Poi, dal punto di vista sociale, politico etc. possiamo porre distinzioni. Nell'uso di queste varietà ci sono delle differenze, in quanto le adattiamo alla circostanza. > Abbiamo quindi una variabilità all’interno della società, ade esempio, che vede una distribuzione funzionale all’uso tra le diverse varietà. Questo elemento di adeguatezza al contesto non riguarda solo l’uso di una varietà rispetto all’altra ma anche all’interno della stessa varietà linguistica in quanto il parlante usa registri diversi a seconda della situazione. Tutto questo aspetto viene definito “socio-linguistica” (una variabilità sociale nell’uso del guaggio) In una prospettiva più ampia (etnologica e antropologica) riguarda quale relazione hanno le società con la lingua: “etno-linguistica” (relazione tra linguaggio e cultura). VARIABILITA' SPAZIALE Una società può collocarsi in uno spazio geografico e, in relazione alla dimensione geografica c'è una variabilità della lingua. Vi sono confini linguistici che corrispondono ai confini statali, politici, naturali. Le varietà sono rapportate alle società che sono distribuite socialmente e politicamente in modo diverso nel territorio e quindi questi confini si creano sulla base di una coagulazione attorno a determinati centri. Per cui non vediamo mai totale uniformità in un territorio e questo riflette in un certo modo come circola la lingua. LA COMUNICAZIONE La comunicazione avviene attraverso moltissime modalità. L'informazione si può ricavare da diversi percorsi, alcuni intenzionali e altri non intenzionali. Cosa vuol dire che hanno una motivazione? Sono in qualche modo riconducibili a una specifica origine. Alcuni mezzi non sono intenzionali e possono avere una motivazione di tipo naturale, culturale. Cosa succede se un’informazione è naturale o culturale ma c'è l’intenzionalità? Es. Uno sbadiglia apposta/segnale di fumo -> L'intenzionalità porta su un gradino diverso un'azione Possiamo anche distinguere ciò che porta l'informazione anche dal fatto che ci sia o meno il modo di dare l'informazione assomigli o riproduca in qualche modo l'informazione stessa. L’iconicità è molto frequente nei messaggi di tipo visivo: - Esempio:La figura di un omino stilizzato seduto. Questo è un elemento iconico in quanto riproduce quello che vogliamo comunicare in termini più o meno fedeli. Nella lingua questo avviene con le ONOMATOPEE. Non è detto che i segnali visivi siano tutti iconici: - Per esempio, il vietato sedersi con l'omino seduto ha un cerchio rosso con una traversa. Noi sappiamo cosa vuol dire ma questo vietato non è iconico in quanto il concetto di proibito non è legato a questa forma. > Da qui vediamo che abbiamo un altro mezzo attraverso cui possono arrivare le comunicazioni che è intenzionali ma non è motivato, né iconico. Quindi, questo ultimo passaggio è quello che più da vicino riguarda la lingua. Simboli: Elementi che comunicano con una motivazione culturale (Es. icona del tribunale con la bilancia) che sono motivati all'interno di una certa cultura. INDICI, SEGNALI, ICONE - INDICI: motivati naturalmente e non intenzionali (orma del gatto) - SEGNALI: motivati naturalmente ma intenzionali (segnali di fumo) - ICONE: Segni intenzionali e motivati naturalmente. Riproducono in qualche modo il contenuto dell'informazione - SIMBOLI: Elementi intenzionali che comunicano ma sulla base di un presupposto/motivazione culturale non universale (bilancia, colomba etc.) - SEGNI: Elementi che comunicano ma non hanno una motivazione naturale o culturale, sono intenzionali e totalmente dissociati dall’oggetto/arbitrari LEZIONE 5 COMUNICAZIONE Si intende un passaggio di informazioni intenzionale e che è trasmesso da elementi che chiamiamo SEGNI: - Elementiche sono totalmente intenzionali - Potrebbe esserci iconicità o non iconicità. Dove l'elemento sia non intenzionale, non iconico e non motivato siamo arrivati alla natura di una serie di segni tra cui quello linguistico. I GESTI E LA LINGUA DEI SEGNI In generale esiste la comunicazione gestuale attraverso i movimenti del corpo. Questo ha una sua importanza nella comunicazione diretta perché l'atteggiamento del corpo integra la comunicazione verbale. C'è poi una serie di segni conosciuti e codificati che possono comunicare (sì e no). Questa è una comunicazione di tipo gestuale che ha a che fare con i simboli in parte. Quella che viene definita lingua ei segni è un codice rigorosamente codificato al punto che si è riconosciuto che non è solo un insieme di segni ma un sistema che corrisponde, di fatto, a una lingua. SEGNO e CODICE Segno: Elemento che porta l'informazione, intenzionale e che può anche non avere motivazione. Questo tipo di elemento può far parte di un più ampio sistema di comunicazione che è quello definito CODICE: Il codice è un sistema di segni che sono fatti per comunicare. Qual è il principio del segno? L'elemento segno ha due componenti: 1- Contenuto: quello che si deve comunicare. 2-. Espressione: Il contenuto, per poter essere comunicato, deve trovare il modo di essere reso in un'espressione di qualche tipo. Com'è il procedimento basilare della comunicazione? - Processodicodifica: L'operazione di codifica prevede che abbiamo un contenuto (informazione che dobbiamo dare) e che questo contenuto venga legato a un'espressione. Quello che fa partire l'informazione (mittente) di solito fa questa operazione di codifica. Il viaggio di questo segno arriva al ricevente. - Processo lecodifica: Il ricevente riceve l’espressione. A questa espressione il ricevente associa il contenuto Cosa ci vuole affinché ciò funzioni? Che condividano il codice. Il codice è un sistema di corrispondenze tra un contenuto e un'espressione. | codici sono tanti, di diversa natura, più o meno complessi: - Semplici (es. semaforo: espressione: rosso, giallo, verde, contenuto: via e stop, attenzione associazione tra contenuto ed espressione, una condivisione del codice che è convenzionale). - Complessi (Es. i numeri che possono essere espressi sia in cifra che numero romano). IL CODICE E LA LINGUA La lingua costituisce la base del codice di comunicazione. È un segno: - Intenzionale, non motivato né naturalmente che culturalmente e deve essere condiviso. Come tutti i segni presenta due facce: contenuto ed espressione. Nel caso del segno linguistico contenuto ed espressione si chiamano: - SIGNIFICATO - — SIGNIFICANTE SIGNIFICATO DEL SEGNO LINGUISTICO Es. Qual è il significato di cane? Animale con 4 zampe - Quel cantante è un cane -> “offesa” > Problemi di definizione del significato Quando parliamo di significato come elemento del segno linguistico da una parte si fa un riferimento a qualcosa che non è linguistico, a una serie di oggetti della realtà (REFERENTE) associati con quel significato. Il significato, innanzitutto, è un livello di astrazione per cui questo tipo di significato corrisponde all'insieme di tutte le caratteristiche che io posso attribuire agli oggetti così definiti. SIGNIFICANTE DEL SEGNO LINGUISTICO È la parola cane, che io pronuncio e gli altri sentono. Da qui ci verrebbe da pensare che sia qualcosa di concreto. Ma ciò che è concreto è il materiale con cui è fatta l'espressione (materia fonica, grafica etc.). anche il significante in realtà è astratto. Questo perché quando dico “cane” ciò che produco non è la stessa forma che realizzeremmo tutti: 3 Se noi andiamo ad analizzare dal punto di vista fisico del suono la riproduzione “cane” in uno spettrogramma e se gli altri lo pronunciassero, avremmo onde distinte. Così come è diversa la realizzazione dal punto di vista fisico in un uomo, donna o bambino (altezza, frequenza etc.). Quando qualcuno dice cane, tutti gli utenti della lingua italiana ricevano la stessa espressione. perchè? È un'operazione di astrazione per cui, da tutte le possibili realizzazioni che si possono avere di un segmento fisico di suono, il parlante ricava una sola unità. Nell’infinita possibilità di articolazione del fono (suono fisico), il parlante di una lingua astrae un'unica unità che può essere usata in molti modi. Un'unità astratta che ha determinate proprietà, ben distinta dalle altre. All’interno di una lingua il parlante categorizza una serie di foni in unità distinte. È questo che consente che il segno linguistico sia un codice condiviso. Nel momento in cui il parlante di una lingua ha fatto questa operazione di astrazione, ha ridotto la grande estensione delle possibilità di realizzazione fisica di suoni a un numero limitato di unità che, combinate, danno l’espressione. REFERENTE: L'oggetto della realtà extralinguistica viene definito LEGAME TRA SIGNIFICATO E SIGNIFICANTE È quello dell’ARBITRARIETA': Non c'è alcun legame naturale, necessario, logico tra i due. Vi sono 4 gradi di arbitrarietà: 1- Segno linguistico e referente extralinguistico Vi è un legame arbitrario in quanto non c'è alcuna ragione per cui un albero debba chiamarsi albero 2- Trail significato e il significante In quanto niente lega il significato di cane al significante cane, potremmo metterci d'accordo tutti e decidere di chiamarlo in altro modo. 3- Tra formae sostanza La sostanza è l'aspetto materiale e la forma l’ORGANIZZAZIONE. Per esempio, la materia del significante, ossia quella fisica dei suoni assume una forma nell’organizzazione delle unità astratte. L'insieme dei possibili contenuti e significati assume una forma in singoli elementi di significato. Basta confrontare le lingue per vedere che i contenuti non corrispondono. Vuol dire che il messaggio che si trasmette nella lingua attraverso il canale fonico-acustico può essere anche trasporto in diversi canali, come quello grafico-visivo (ossia nella scrittura). Caratteristiche del canale fonico-acustico: La produzione di suoni viene da un apparato dell'essere umano, ossia da un'organizzazione fisiologica, attraverso un determinato processo. Vantaggi e caratteristiche del canale oral - Il messaggio orale è evanescente e questo è un vantaggio in quanto il canale viene subito liberato ed è pronto per la produzione di altri messaggi - Cisipuò rivolgere a più interlocutori contemporaneamente - La comunicazione verbale si realizza in una situazione comunicativa in presentia, ossia quando si parla chi parla e chi riceve condividono la stessa situazione comunicativa, ossia uno spazio, un tempo. - Più flessibile dal punto di vista dell’organizzazione sintattica e consente fenomeni quali, per esempio, il partire con un soggetto e proseguire con un altro (anaconuto), uso dell'intonazione Condividere un contesto fisico vuol dire, ad esempio, poter far riferimenti a questo attraverso i DEITTICI (elementi dimostrativi). Gli elementi dimostrativi, sia di carattere temporale che spaziale sono relativi e relativizzati alla situazione. Es: là, oggi, domani, qui etc. questo contesto presuppone anche delle condizioni comuni socio-culturali. Questa condivisione consente che parlante e ascoltatore si possano scambiare i ruoli, ossia che vi sia un'interazione. - Permanenza del messaggio che implica, però, dissociazione dal contesto comunicativa e deve integrare le informazioni non condivise. A moltissima distanza il ricevente deve compiere un lavoro di interpretazione - Ha un'organizzazione sintattica più controllata e consente di ritornare sul messaggio Scrittualità: non è stata acquisita da tutte le lingue. Ha diverse forme di realizzazione, dagli ideogrammi a tutti quei mezzi attraverso cui si traspone il vero e proprio messaggio linguistico. LEZIONE 8 - LINEARITA” È una proprietà pertinente al significante. Indica il fatto che (nella lingua) i suoi elementi vengono realizzati in una progressione lineare e non sono compresenti nello stesso elemento. Ci sono elementi di un codice che possono essere tutti compresenti come in quelli di tipo visivo o gestuale. La lingua è veicolata attraverso il mezzo fonico e quindi la successione è anche legata a una successione fisica di realizzazione. Questo aspetto è importante in quanto implica che linearità implica che per comprendere la comunicazione bisogna arrivare alla fine del messaggio. Non è dunque un segno che si possa cogliere nella sua totalità. - DISCRETEZZA Il concetto di discreto proviene dal lessico a e quindi significa “distinto”. Gli elementi sono assolutamente distinti l’uno dall’altro a tutti i livelli. Un fonema è assolutamente distinto da un altro anche se la realizzazione fonica dei due fonemi è molto vicina. 10 Esempio: bere e pere sono due parole con significati distinti e la distinzione del significato è affidata a un'opposizione di fonemi del significante. L'opposizione è e/b. la realizzazione fonetica è molto vicina ma la piccola differenza è sufficiente a proiettare le due realizzazioni in due unità astratte distinte. - COMPLESSITA’ SINTATTICA L'organizzazione della lingua a qualsiasi livello presenta una complessa gerarchia e rapporti che si realizzano tramite una serie di fenomeni. La frase è organizzata secondo una serie di relazioni interne che non sono lineari ma gerarchiche, ad esempio le DIPENDENZE. La dipendenza è la relazione gerarchica di un elemento da un altro. Fenomeni di dipendenza possono essere l'accordo: tutti gli elementi si accordano per genere e numero in una frase (una bella casa) dove c'è un elemento che attiva questo accordo che nella nostra lingua è il nome (casa). Questo è un elemento importante in quanto consente di poter compiere delle operazioni che consistono nel sospendere la realizzazione della frase, inserirne un’altra, e riprendere da dove avevo lasciato: INCASSATURA. "> LA LINEARITA' E' SUPERFICIALE (ossia portato a realizzazione esterna della lingua) In determinate condizioni questo ordine sintattico può essere modificato. Esistono una serie di fattori che possono determinare una strategia comunicativa particolare Es: mettere in rilievo uno degli elementi (il bambino mangia la mela -> operazione di DISLOCAZIONE -> La mela la mangia il bambino/ mangia la mela il bambino) oppure un'operazione di SCISSIONE (è il bambino che mangia la mela) in cui la frase è scomposta in due frasi per mettere in rilievo il bambino. - RICORSIVITA’ È una qualità utile nell’applicazione delle regole perché consente di riutilizzare più volte la stessa regola > È la riapplicazione di una regola al risultato della regola precedente Esempio di carattere morfologico: la derivazione: per fare una forma derivata in italiano si aggiunge un suffisso a un morfema lessicale e poi abbiamo quello grammaticale - M.L.+ suffisso derivativo + morfema grammaticale flessionale -> tavol-o > tavol-in-o Questa regola è ricorsiva nel senso che può essere riapplicata: tavol-in-o > tavolin-ett-o -> tavolinett-ucci-o e via così - Esempio frase: possono essere ricorsive strutture dichiarative o relative: Gianni legge > Maria diche che Gianni legge > Piero sente che Maria dice che Gianni legge etc. Questa ha un limite in quanto la lingua è pur sempre calata in un essere umano che la parla con tutti i suoi limiti fisiologici (es non poter articolare in una successione una serie di foni) , neurologici (memoria a breve termine) etc. - PRODUTTIVITA' La lingua è produttiva e questa produttività è determinata da regole. La produttività tanto più è efficace, tanto più è economica e caratteristiche come la ricorsività sono utili da questo punto di vista. - EQUIVOCITA” L'equivoco è l'opposto di univoco. Univoco è il rapporto uno a uno tra due elementi dove a un elemento ne corrisponde sempre un altro e solo quello. La lingua non funziona così perché a volte a un elemento di un 11 livello ne corrispondono più di uno ad altri livelli. Esempio: gli omofoni-> Lo stesso significante ma significati diversi (Es: rombo, o -e ed -o per esprimere il maschile singolare etc.). Pregi e difetti: - Rischio che la comunicazione non vada a buon fine - Il contesto disambigua la possibile ambiguità TRASMISSIONE CULTURALE La lingua è un codice che prevede una trasmissione di tipo culturale. Nella lingua vi sono 2 componenti. - Innata: predisposizione generale all’apprendimento del linguaggio - Culturale: l'apprendimento di una lingua specifica dipende dall'esposizione in un determinato ambiente Quindi i presupposti innati vengono attivati mediante a questa esposizione. LIBERTA’ DA STIMOLI Noi non parliamo perché abbiamo uno stimolo immediato e possiamo comunicare lo stesso, invece degli animali che manifestano un'esigenza. DISTANZIAMENTO L'animale, ad esempio, comunica su qualcosa che riguarda il qui ed ora. Il linguaggio umano consente di parlare di qualcosa che non ne ha parte distaccando l'oggetto della comunicazione dal contesto comunicativo. PLURIFUNZIONALE La lingua può esprimere molte cose e realizzare molte funzioni. Modello di Jacobson: ha messo assieme gli elementi che agiscono nella comunicazione linguistica assieme a determinate funzioni. Spiega come si realizza la comunicazione: - Contesto: la situazione in cui avviene la comunicazione - Emittente: chi manda il messaggio - Ricevente: chi riceve il messaggio - Il messaggio - Codice: il linguaggio utilizzato per comunicare - Referente:iltema da cui si parte - Canale: mezzo attraverso cui passa la comunicazione Questo ci mostra che la lingua svolge diverse funzioni a seconda che venga messo in rilievo uno o l’altro degli elementi: - Incentrata sul ricevente: Funzione conativa - Incentrata sul contesto: Funzione referenziale - Incentrata sull'emittente stesso: - Incentrata sul messaggio: Funzione poetica dove il messaggio ha valore per se stesso - Incentrata sul canale: Funzione fatica ed è per esempio quando diciamo “pronto” al telefono o “buongiorno/come stai?” per attivare il canale di comunicazione - Incentrata sul codice: funzione metalinguistica (quando si parla per parlare della lingua) 12 Dal punto di vista morfologico: QUEST-O -> la O può essere sostituito da E CANE ha rapporti, oltre che con tutti i nomi, anche con quelli che ne condividono la base lessicale (canile, canino, canaro etc.). MODALITA” DI REALIZZAZIONE FISICA DEI SUONI DEL LINGUAGGIO Questo aspetto è strettamente legato ad alcuni fenomeni della lingua. Quado parliamo di foni trattiamo di suoni prodotti nelle lingue prodotti dall’apparato fonatorio umano che noi consideriamo in quanto elementi articolati ai fini della produzione linguistica. Fonetica articolatoria= parte della fonetica che si occupa della parte di articolazione, ossia di produzione dei foni attraverso l'intervento e la modifica di una serie di parti del corpo umano (apparato fonatorio) che intervengono nell'operazione di fonazione. Come avviene la fonazione? Avviene a causa del perturbamento di un flusso d'aria di tipo egressivo, ossia che fuoriesce dall’apparato fonatorio. Questo flusso è prodotto dalla contrazione dei polmoni e corrisponde al fenomeno della espirazione. La fonazione usa questo flusso rispetto a cui l'apparato fonatorio lo modifica. | polmoni spingono il flusso d’aria attraverso i muscoli toracici. Dalla trachea in su inizia il nucleo del processo. Sopra alla trachea c'è la laringe in cui in un punto definito glottide vi sono 2 membrane che, attaccate solo in un punto, si collocano orizzontalmente (corde vocali). Queste possono essere chiuse o più o meno aperte. Nel momento in cui le membrane si accostano vanno in tensione e iniziano a vibrare. Questa vibrazione di base dà la voce. Per la fonazione è importante la lingua che è un organo semimobile, poi il palato che nella parte posteriore ha una parte mobile (velo palatino) che può chiudere la cavità nasale. Il palato duro non si modifica ma le diverse posizioni del palato sono importanti. Poi vi è il punto in cui si innestano i denti nel palato, i denti (solo i superiori sono implicati nella fonazione), poi le labbra. Poi l’aria può uscire anche dalle narici. La cavità nasale può dare effetti di fonazione rilevanti LEZIONE 11 SIMBOLI DELL’ALFABETO FONETICO Quando facciamo una trascrizione dei suoni del parlato facciamo un'operazione che può avere e seguire diversi criteri, dalla trasposizione più concettuale (pittogramma e ideogramma) alla riproduzione del significante in cui vi è, però, un'ampia approssimazione (scritture alfabetiche). In questa entra anche un aspetto culturale, ossia che la graficizzazione all'interno di una società non segue di pari passo i cambiamenti della lingua. Questo si vede in particolare nei casi di lingue che hanno una lunga tradizione di trascrizione. La lettera dell'alfabeto corrisponde a foni diversi da lingua a lingua. Questo pone il problema di come eseguire la trascrizione fonetica in modo non ambiguo e utilizzabile da tutti. Da questo punto di vista c'è già una lunga tradizione dalla fine dell’800 di elaborazione dei cosiddetti alfabeti fonetici, ossia trascrizioni che utilizzano segni derivanti da vari alfabeti a cui vengono aggiunti una serie di modificatori e diacritici per far sì che ogni fono possa essere rappresentato da un grafo in maniera univoca e coerente. Ve ne sono diversi di questi alfabeti. Si è sempre più affermato l'alfabeto fonetico internazionale che viene curato e redatto dall’associazione fonetica internazionale e che corre sotto il nome di IPA. I foni si dividono in 2 grandi classi: 1- Vocali 2- Consonanti 15 Queste costituiscono 2 classi che si tende a tenere abbastanza separate. Hanno una differenza fondamentale di articolazione: le vocali vengono realizzate senza che il flusso d’aria che esce trovi degli ostacoli parziali o totali. > Quindi, la differenza è data dalla diversa posizione degli organi fonatori che fanno sì che si modifichi lo spazio orale e questa diversa disponibilità di spazio dà la differenza fonetica tra le vocali. Vi è anche la vibrazione delle corde vocali che do la caratteristica della sonorità. I foni possono essere prodotti associando alla modifica degli organi la vibrazione o non delle corde. Quando c'è la vibrazione abbiamo i FONI SONORI. Quando non c’è abbiamo i FONI SORDI. Vi è anche la diiferenza della nasalizzazione. Quindi le vocali possono essere: - Orali - Nasali->Il flusso passa anche di lì Differenziazione delle vocali: Nella bocca abbiamo una serie di organi fissi e mobili/semimobili. La lingua ha dei movimenti limitati: - Innalzarsi - Avereuna posizione bassa, media o alta - Posizione arretrata, centrale, avanzata (andare avanti e indietro) Quindi vi sono le componenti dell'altezza, anteriorità, posteriorità. Vi sarà poi un’altra combinazione: quella delle labbra che possono essere distese o arrotondate. Se schematizziamo questo spazio ne abbiamo uno schema chiamato “TRAPEZIO VOCALICO” che non è regolare in quanto i movimenti della lingua non sono simmetrici. Le vocali possono anche essere lunghe o brevi a seconda della tenuta. Per alcune lingue è importante dal punto di vista fonologico ma per altre, come l'italiano, non ha incidenza. CONSONANTI Sono una grande classe accomunata dal fatto che il flusso d'aria incontri qualche tipo di ostacolo nell’uscita, totale o parziale. le vocali si distinguono sulla base del tipo di ostacolo, ossia quello che viene definito MODO DI ARTICOLAZIONE. Poi si distingue per luogo, ossia il punto in cui il restringimento o la chiusura totale avviene: LUOGO. Nell’articolazione delle consonanti può entrare anche la SONORITA'’ (vibrazione delle corde vocali). Tabella: MODI: - Occlusione totale -> dà luogo alle OCCLUSIVE/closive - Nasali -> sono occlusive anche queste ma nasali - Vibranti - Fricative -> il flusso d’aria è costretto ma può uscire - Approssimanti LUOGHI: - BILABIALI -> chiusura delle 2 labbra - Dentale->la lingua tocca o i denti o gli alveoli o anche la parte più indietro 16 - Palatali - Velari-> chiusure contro il palatino - Ugulari - Glottali-> chiusure glottide Nella tabella le caselle grigie indicano combinazioni impossibili da realizzare, quelle bianche quelli che si possono fare ma che le lingue non usano. (vedi schema articolazioni dell'italiano) LEZIONE 12 Vi è una modalità per capire se due foni realizzano lo stesso fonema o due diversi. Si chiama PROVA DI COMMUTAZIONE. Si prendono 2 parole e si sostituisce in una posizione precisa un fono con un altro. Se il significato non cambia abbiamo due realizzazioni fonetiche dello stesso fonema. Le trascrizioni fonetiche vanno sempre entro parentesi quadra. Diacritici = segni aggiunti al principale per rendere la varietà delle lingue Classe delle africate: classe abbastanza presente nell'italiano. Potrebbe essere semplicemente spiegata come occlusiva + fricativa e vengono indicate con un diacritico sotto che unisce i 2 segni. Sono Z (di pozzo) Z (di zero) e queste sono africate dentali. C (ciompi) e G (Gigio) sono africate palatali e ve ne sono altre. Sovrasegmentali = sono quelle forme di articolazione che si associano all’articolazione dei foni e che sono quelle che conosciamo come accento e intonazione. FONOLOGIA/FONEMATICA (diverso da fonetica) È il livello di analisi della lingua che si occupa dei fonemi. Il fonema è una classe astratta con valore distintivo. Si parla del fonema come classe perché è un insieme di qualcosa in quanto si può concretamente realizzare con foni diversi. Astratta perché è un elemento del sistema astratto che concretamente viene realizzato da foni con valore distintivo. Valore distintivo di significato. Cosa si fa in questo livello? Si identifica gli elementi del livello, vedere come si possono classificare e combinare tra di loro. Siamo al livello interno di ciascuna lingua e ogni lingua è diversa dall'altra. Devo trovare gli elementi minimi che oppongono e distinguono -> si mettono a confronto delle forme di lingua. Per ogni livello faremo dei confronti tra forme di lingua abbastanza simili che si differenziano per un elemento. Per il livello della fonologia dobbiamo prendere una sequenza di lingua che abbia un significato, quindi dal morfema in su. Prendiamo una parola e modifichiamo uno dei foni di questa sostituendolo con un altro fono. Un principio fondamentale è quello di sostituire vocali con vocali e consonanti con consonanti. Questa operazione di sostituzione si chiama _PROVA DI COMMUTAZIONE (mare, male). Possiamo avere realizzazioni in cui cambia il significato e in cui non cambia. Dalla prova di commutazione di male e mare otteniamo 2 significati distinti e 2 fonemi che indichiamo tra barre come /r/ e /I/. Mentre la realizzazione alternativa della stessa unità fonema mare, mare sono 2 realizzazioni alternative e quindi sono ALLOFONI DELLO STESSO FONEMA /r/. LEZIONE 13 Una coppia di parole che si oppone solo per 1 fonema (male/mare) viene definita COPPIA MINIMA, quindi una coppia di parole in una lingua che si oppongono per 1 fonema (ovviamente nella stessa posizione). La prova di commutazione come processo teorico consiste nel ricercare, attraverso questa modalità, tutte le unità oppositive nella lingua. Procedendo otteniamo anche altri fonemi dell'italiano. 17 La combinazione e la natura specifica delle consonanti varia da lingua a lingua ma anche all’interno della stessa lingua vi sono restrizioni per cui alcune sequenze non sono consentite e altre obbligate. Ad esempio: non possiamo fare la sequenza con 2 occlusive. Queste regole riguardano la catena di sonorità che deve essere rispettata. Casi in cui abbiamo apparentemente 2 vocali: pieno -> pie-no -> Quello che viene graficizzato come -i in realtà da un punto di vista fonetico rientra nelle consonanti tra la classe delle approssimanti. Ha un notevole grado di sonorità ma non è una vocale. > Qui abbiamo il DITTONGO -> Combinazione di un’approssimante e di una vocale (JE) Le approssimanti sono -l, -E, -U (J, JE, WI] Abbiamo dittonghi - Ascendenti (pie-no) - Discendenti (lai-do, cau-sa) Vi sono anche i trittonghi in cui abbiamo più combinazioni di approssimanti attorno a una stessa vocale (aiuola). FENOMENI SOVRASEGMENTARI Coinvolgono più segmenti se con segmento intendiamo un singolo fonema. Questi elementi sovrasegmentari sono definiti PROSOBICI perché hanno a che fare con l'andamento melodico e che sono spiegabili attraverso le caratteristiche fisiche del suono. Quando realizziamo un fono noi moduliamo le caratteristiche fisiche: intensità, altezza, durata: - Intensità: energia articolatoria ossia la quantità di pressione che utilizziamo - Altezza: è data dalla frequenza, ossia dal numero di vibrazioni delle corde vocali - Durata: quanto può durare un fono Quali sono i fenomeni sovrasegmentari? 1-Accento: è il rilievo che viene dato a una sillaba e in particolare al suo nucleo nella catena parlata. Questo può essere dato da un aumento di intensità ed è quello definito “accento di intensità” ed è quello che abbiamo nelle lingue più note. Vi sono lingue che hanno accento in posizione: - Fissa: in una parola vi è una sola sillaba che può portare l'accento (francese, polacco etc.) - . Mobile: può trovarsi in diverse posizioni (italiano). Questo ha come conseguenza che l'accento possa avere valore distintivo. Ossia può assumere lo stesso ruolo che ha il fonema nell’opposizione perché la differenza può cambiare il significato della parola 2-Tono (riguarda l'altezza) Il tono è una variazione di altezza. Normalmente l'abbiamo tra diverse sillabe ma ci sono lingue in cui la variazione di altezza all'interno di un'unica sillaba dà valore distintivo nelle lingue tonali (cinese). 3-Intonazione L'intonazione è la successione di altezze, ossia toni che possono variare. In una lingua come l'italiano può avere valore distintivo perché distingue la natura di determinate frasi. Esempio: mangia può avere 20 un'intonazione neutra ed è di tipo dichiarativo, con un’intonazione ascendente diventa interrogativa, con una discendente è imperativa. FONDAMENTI DI LINGUISTICA 2 A LEZIONE 1 MORFOLOGIA È il livello in cui iniziamo a considerare gli elementi della lingua in relazione al fatto che portano un significato. Questo si rifà un po’ alla proprietà della doppia articolazione della lingua per cui la lingua non è solo un sistema articolato (costituito da segni) ma doppiamente articolato, ossia i suoi segni si possono analizzare a due livelli. Con la morfologia andiamo a vedere le UNITA’ MINIME CHE PORTANO SIGNIFICATO. Come in ogni livelli dobbiamo considerare queste unità per sé e in relazione all'elemento linguistico di riferimento, ossia in quale ambito agiscono queste unità. Nella morfologia l'elemento di riferimento rispetto a cui si considerano le unità di primo livello è LA PAROLA. La parola è un elemento che può essere isolato e ha la possibilità di costituire enunciato da solo. Può anche spostarsi a determinate condizioni all’interno della frase. È un'unità costituita da elementi più piccoli (morfemi) -> Gatto -> Gatt-o (2 morfemi). | due morfemi hanno un ordine che non può essere modificato e vi è un limite a ciò che si può inserire tra un morfema e l’altro. Ricorrendo a un criterio di carattere fonologico si identifica la parola come qualcosa che si raduna attorno a un accento primario. Però ci sono elementi che non hanno autonomia accentuale nella lingua (clitici?) che si appoggiano alla parola con autonomia accentuale. Per alcune lingue la parola è formata da un morfema lessicale e altri grammaticali. Ma se prendiamo parole come capostazione vi sono 2 morfemi lessicali. Quello che definiamo come parola è un insieme di fenomeni che ha a che fare con una prospettiva che funziona in una prospettiva PROTOTIPICA. La prospettiva prototipica è quella per cui in un insieme di elementi non hanno tutti le analoghe ma alcuni elementi spiccano e sono maggiormente rappresentativi di quell'ambito. È una forma di classificazione per il parlante e deve essere abbastanza flessibile. Elementi di cui è composta la parola Per scomporre in morfemi bisogna: - Fare la prova di commutazione -> Confronto tra sequenza che abbiano una parte in comune e una che varia l troviamo dei morfemi che si distinguono in: - Lessicali -> Rimandano a un insieme di significati concettuali - Grammaticale -> Elementi che portano un significato all'interno delle relazioni tra le parole nella frase (morfemi flessionali) o morfemi che servono a modificare la classe della parola (morfemi derivazionali 21 Morfemi derivazionali -> quelli che derivano altre parole a partire da una parola di base. Quest’altra parola può essere della stessa calasse di parole (da un nome derivare un altro nome etc. -> gatto - gattino) o può derivare una parola formandola in una diversa classe (da aggettivo a nome etc.-> gatto - gattesco). In realtà la posizione dei morfemi non è sempre così rigida ma quello che è stabile è che il morfema flessionale viene alla fine in una lingua come l'italiano. | morfemi di tipo grammaticale derivazionale genericamente definiti AFFISSI in realtà possono avere posizioni diverse: - SUFFISSO è un elemento derivativo che di solito è posto dopo il morfema lessicale (gattino -> In è il suffisso). - I PREFISSI si pongono prima del morfema lessicale e che hanno ugualmente funzione di tipo derivativo (cambiare - ricambiare -> -Ri prefisso, utile - inutile). Esistono anche situazioni più complicate per esempio i CIRCONFISSI, ossia elementi che in alcune lingue si mettono sia prima che dopo come nel participio del tedesco. Esistono anche gli INFISSI. Esempio: irresponsabile, inutile, impossibile -> vediamo che il significato e troviamo questi prefissi in situazioni prestabilite anche foneticamente. Si tratta dello stesso suffisso che subisce una serie di modificazioni dal punto di vista fonologico in relazione alla iniziale dell'elemento a cui si associa. Anche a livello di morfologia abbiamo dei fenomeni già visti in fonologia. Se uno stesso elemento si può realizzare superficialmente in forme diverse. Il morfema è un elemento funzionale astratto e la sua realizzazione concreta avviene attraverso MORFI. Quindi nell'esempio precedente abbiamo un morfema -in che si può realizzare a seconda dei contesti fonetici in diversi modi, ossia in ALLOMORFI (morfi che realizzano uno stesso fonema). ALLOMORFIA -> è molto presente anche a livello di morfema lessicale. Esempio: venire -> Il morfema lessicale è -VEN e quello grammaticale -IRE. Si possono realizzare diverse forme. Cosa rappresentalo la -e di cane e la -o di gatto? Nell’italiano come in altri tipi di lingue il morfo grammaticale porta non solo un significato ma un pacchetto di significati perché quello che vediamo nella -e di cane ha la funzione sia di rappresentare genere e numero ma queste sono categorie distinte. Quindi la complicazione di queste lingue è che anche a livello di funzione dobbiamo distinguere 2 morfemi distinti: nell'italiano in teoria abbiamo un morfema lessicale, uno grammaticale che dà il genere e uno grammaticale che dà il numero. Poi questi si fondono in una rappresentazione unica. Queste lingue si definiscono FUSIVE. LEZIONE 2 La parola segue il principio di RICORSIVITA”. Ossia il processo derivativo da cui tavolo abbiamo tavolino si può riapplicare per avere tavolintetto per esempio. VOCALE TEMATICA -> In -amare il morfema grammaticale è -are di vedere è -ere. Qui non abbiamo un caso allofonico. METAFONESI -> Fenomeno fonetico che consiste in: la vocale finale in una forma influisce nella vocale in sede centrale. ossia la rende più simile a sé il che significa che una vocale può portarne un’altra ad assumere propri tratti (altezza, anteriorità e posteriorità etc.). questo vuol dire che una vocale alta e anteriore come -i influirà sulla vocale centrale facendola diventare o alta o anteriore. Questo è un principio di ASSIMILAZIONE tra due foni distanti e quindi la presenza di una certa vocale in finale influisce su una vocale centrale. Nel caso di foot-feet in diacronia la forma del plurale aveva un morfema grammaticale che era una -i che ha influito sulla centrale che era una -o. questo ci spiega perché alcune forme non funzionano in modo regolare. Foot è assieme sistema lessicale di piede e morfema grammaticale di singolare. 22 4-. Ottica dell'intenzione comunicativa per cui a seconda di questa l’organizzazione della frase può essere diversamente articolata 1-PROSPETTIVA CONFIGURAZIONALE All’interno della frase distinguiamo delle sezioni e all’interno di queste altre sottosezioni con rapporti reciproci più o meno ampi. Come identifichiamo i costituenti? - Mettiamo a confronto una frase con un'altra molto semplice Es Il cane rincorre il ragazzo - Maria / dorme - Il /cane rincorre il ragazzo -> *Maria cane rincorre il ragazzo - Il cane rincorre / il ragazzo -> *Maria il ragazzo - Il cane rincorre il / ragazzo -> *Maria ragazzo - Il cane / rincorre il ragazzo -> Maria rincorre il ragazzo A questo punto so che posso suddividere questa unità frase in 2. Come si suddivide? [il cane rincorre il ragazzo] -> [[il cane] [rincorre il ragazzo] Questa scomposizione è definita SCOMPOSIZIONE IN COSTITUENTI IMMEDIATI perché si vanno a identificare in progressione le parti che stanno tra loro in relazione più stretta. - (il cane) (rincorre) (il ragazzo) - (il) (cane) (rincorre) (il) (ragazzo) Alla fine abbiamo una frase scomposta nei singoli elementi che non sono più scomponibili. A tutte queste parentesi assegniamo un numero che ci dice in quanti e a che livelli ho suddiviso la frase. Dato che è scomodo si usa una versione della stessa suddivisione articolata gerarchicamente con una distinzione successiva dei diversi livelli dove il livello 1 è quello della frase. Questa descrizione è quella che viene definita INDICATORE SINTAGMATICO (albero). 1(2(3(11)3(cane))2(3(rincorre) 3(4{il) (ragazzo)))) ) SN -> Sintagma nominale, SV: Sint. Verbale, Det: articolo, N: nome. I punti vengono definiti nodi. Es: 1 F (frase) 7 2 SN SV ZN 7 N 3 Det N Vv SN pe = N 4 Il cane rincorre il ragazzo Questo schema è valido per tutte le frasi costituite nello stesso modo. 25 Sintagma: elemento minimo a livello sintattico. Si definisce sintagma la minima combinazione di elementi a livello della sintassi. Si costruisce attorno a un elemento detto TESTA che dà il nome al sintagma stesso a seconda della sua classe di appartenenza: se è un nome si ha un sintagma nominale e se è un verbo avremo un sintagma nominale. Alla testa si possono aggiungere altri elementi detti MODIFICATORI (Testa + modificatori): - Sintagma nominale: Testa = nome Modificatore = Articolo o aggettivo - Sintagma verbale: Testa = verbo —Modificatore = Avverbio Esiste il SINTAGMA PREPOSIZIONALE: è costruito attorno a una preposizione e quindi è tipicamente una Preposizione + nome (il cane rincorre il ragazzo in giardino, il cane di Mario rincorre il ragazzo). Perché si differenzia dagli altri sintagmi? Non possiamo dire che la testa è la preposizione perché sintaticcamente la testa non può stare da sola. LEZIONE 5 Le frasi però spesso presentano elementi di ambiguità che vanno disambiguate attraverso questo processo di rappresentazione. La lingua è un codice equivoco e anche in sintassi vi sono dei casi di equivocità. Es. Maria vede l’uomo col cannocchiale. Le interpretazioni che possiamo dare sono 2. Dal punto di vista della rappresentazione sintattica verrebbe diversamente rappresentata. Rappresentazione di: “Mio cugino ha comprato una macchina nuova” 7 N vi N Poss N SN Z7_ / Aus PP Art(Det) SN x | N AB. / I Mio Cugino ha comprato una macchina nuova Frase ambigua: Le ragazze e le signore col cappellino (chi porta il cappellino?) 1° rappresentazione: SN —___<—‘T7—86t8k SN CONG SN a SN SPrep Le ragazze e le signore col cappello 2° rappresentazione: 26 SN ASSIST ———— SN SPrep SN N Le ragazze e le signore col cappello Il triangolo serve per indicare che non specifichiamo ulteriormente quel livello. Possiamo vedere la frase a partire da diversi principi: 1- Prospettiva che esamina qual è la funzione degli elementi (diversi sintagmi) nella frase che dipende dalla loro funzione sintattica Per vedere qual è la loro funzione dobbiamo partire dal verbo in quanto porta la predicazione. A partire da un verbo e dalle caratteristiche semantiche di questo si innesca un processo per cui il verbo richiede di essere accompagnato da alcuni elementi. La quantità e qualità di questi elementi (ARGOMENTI) dipende dalla natura del verbo e questo viene definito anche SCHEMA VALENZIALE. Sulla base del significato del verbo questo richiede degli argomenti in un numero e qualità che viene definita dalle VALEZE DEL VERBO. Il termine di valenza deriva dalla chimica dove gli elementi in base alle valenze si possono attaccare ad altri elementi. Le valenze dipendono dalla semantica del verbo. Basicamente ne ha sempre una prima: il primo argomento di un verbo è la funzione di SOGGETTO. Quali sono i verbi monovalenti: - Verbi intransitivi (Es. Maria dorme) Verbi con 2 valenze: SOGGETTO E OGGETTO DIRETTO (Complemento oggetto): - Verbitransitivi (mangiare, bere etc.) Verbi trivalenti: SOGGETTO, OGGETTO DIRETTO, OGGETTO INDIRETTO - Verbidi DARE (dare, donare, portare etc.) Alcuni parlano di | verbo ZEROVALENTI sono per esempio quelli metereologici con quale discussione in merito perché dipende. - Verbi quadrivalenti: hanno più OGGETTI INDIRETTI (Spostare-Lui sposta la penna dal tavolo alla scrivania) Anche sui quadrivalenti non tutti sono d'accordo. Vi è un nucleo di argomenti principali attorno al verbo che costituiscono il nucleo poi la frase può prevedere altri CIRCOSTANZIALI (i complementi). Come vengono realizzate nella lingua queste fui intattiche? Attraverso l'attribuzione di una categoria morfologica che è quella del CASO. Le lingue che hanno questa categoria morfologica utilizzano una marca per segnalare quelle che sono le funzioni sintattiche. Gli elementi della frase rappresentano una serie di funzioni innescate dalle valenze dei verbi in sintesi. 27 diversa. Es: il cane insegue il gatto, il gatto è inseguito dal cane. Si tratta di 2 frasi superficialmente diverse ma a livello profondo vengono riportate alla stessa organizzazione di frase che poi per passare al livello superficiale subisce delle trasformazioni > teoria generativa trasformazionale. Il principio trasformazionale è stato poi progressivamente rivisto e accantonate nelle mote revisioni della sua teoria. Questo filone ha portato ad applicare questi principi sulla descrizione delle lingue. Secondo Chompsky il bambino impara a parlare troppo rapidamente perché dipenda solo da quel processo di imitazione alla base del comportamentismo perché il bambino non potrà mai sentire tutte le frasi della lingua. Secondo lui questo innatismo è costituito da una serie di regole che valgono per tutti i parlanti che sono alla base di tutte le lingue. Questa serie di regole viene definita GRAMMATICA UNIVERSALE. Ci sono dei principi universali innati. Quando si impara una lingua questi principi vengono tradotti nelle diverse lingue in relazione a determinati parametri. Per esempio: il principio per cui c'è un soggetto è un principio generale che a seconda della lingua è applicato o meno. Poi per esempio ci sono lingue che hanno l'articolo o aggettivo o specificatore prima del nome e altre dopo. Quindi ci sono una serie di regole universali che stabilisce i principi fondanti della lingua e la parametrizzazione di questi principi che fa sì che nella combinazione dei diversi parametri le lingue siano diverse tra loro. I riflessi di questa teoria vanno oltre all'aspetto di descrizione poiché affermare esista la grammatica universale è una posizione forte in relazione alle conoscenze che noi abbiamo degli aspetti neuro-fisiologici dell'essere umano. Dove si trova questa grammatica universale? Bisogna fare i conti coi 1- Questione genetica Se esiste qualcosa di trasmissibile deve essere legato a un aspetto genetico. Da questo punto di vista la grammatica universale è diventata l'esito di un processo genetico. Qui si è aperta una discussione sulla possibilità di rintracciare a livello genetico degli elementi riconducibili al linguaggio. Concordiamo sul fatto che ci distingua dagli animali ma cosa è successo? Abbiamo avuto una mutazione genetica che ci ha consentito di sviluparlo? È quindi nato all’improvviso o se non come è avvenuto il processo? Etc. si apre un enorme dibattito teorico tra linguisti, scienziati e altri perché il problema è che noi sappiamo molto di fatti evolutivi anche ricavati da prove fisiche ma il linguaggio non lascia tracce. Se ci sono dei limiti al modo in cui si può organizzare la lingua questi devono essere ugualmente predeterminati e di tipo genetico. Come e dove si produce il linguaggio? L'essere umano ha dei presupposti d tipo fisiologico che gli consentono l'articolazione di determinati suoni. Dove sta il centro di produzione del linguaggio? L'unico luogo fisico in cui possiamo pensare venga prodotto è il cervello. Il problema era quello dell'impossibilità di studiare l'attività cerebrale in passato. | progressi si sono avuti con l'osservazione delle patologie, ossia di fenomeni in cui il cervello risultava danneggiato. il limite è che non si poteva lavorare su parlanti sani. Una svolta notevolissima per le neuroscienze è stata la scoperta e il perfezionamento delle neuroimmagini come la risonanza magnetica funzionale etc. LEZIONE 7 A volte le frasi sono tra loro collegate pur senza manifeste relazioni di subordinazione sintattica. Questo entra in una più ampia prospettiva che noi identifichiamo nel livello del TESTO che non è da intendersi come livello superiore o inferire ma facciamo sostanzialmente riferimento a un'unità che si realizza nell’enunciazione, ossia in un contesto. Ci sono dei legami tra frasi che fanno sì che la comunicazione 30 trasmessa da queste sia unitaria-coerente-omogenea. | legami tra frasi possono essere di diversa natura nella costituzione di un testo: - Sintattico -> collegamenti di tipo grammaticale sintattico che collegano frasi in un’unità comunicativamente più ampia -> Co-referenze come il pronome che è qualcosa che lega due frasi in un'unità più ampia. La presenza di un pronome non è sufficiente per costruire queste unità a livello testuale ma vi sono dei presupposti precisi Esempio: “L'ho visto ieri. Gianni rincorreva il cane” non è un'unità testuale mentre “Gianni rincorreva il cane. L'ho visto ieri” lo è. - Semantico -> Presenza di espliciti collegamenti grammaticali Il testo non ha la necessità di avere più frasi collegate e va visto dal punto di vista della sua azione comunicativa e non formale. LIVELLO SEMANTICO È un livello in cui iniziamo a vedere aspetti che hanno a che fare con l’espetto extra-linguistico. Il livello semantico riguarda l’analisi del significato. Il problema risiede nel fatto che la definizione del significato in alcune prospettive si aggancia a una realtà esterna alla lingua. Una realtà che può essere concreta (mondo reale) o esperienziale ma che non riesce a essere circoscritta al sistema lingua. Il problema primario della semantica è la definizione del suo ambito. Quando diciamo che studia il significato è implicito dover dare una definizione di significato. Questa definizione è un problema in più ambiti come quello filosofico. Come possiamo vedere la questione del significato? Basicamente è l'informazione che viene trasmessa da qualcosa. Quando parliamo di informazione trasmessa da unità della lingua ci riferiamo al contenuto informativo. Come si fa a definire il contenuto informativo di un'unità della lingua? Le prospettive sono molte e diverse. Riassumendole in termini più semplici esiste un modo di intendere il significato che è quello che abbiamo fino ad ora utilizzato ossia quello che si identifica con la descrizione strutturale del segno linguistico che si compone di significante e significato. Il significato è visto in questa ottica come l’astrazione (concetto) rispetto a un referente extra-linguistico. Questa prospettiva in Soissure è stata ulteriormente chiarita col rapporto arbitrario tra referente e segno linguistico. Un modo per definire il significato è quello di fare una rappresentazione mentale a partire dalla realtà. Questo modo di intendere il significato è infatti detto REFERENZIALE/CONCETTUALE. Vi è un altro modo di intendere il significato. Una modalità che è invece pienamente linguistica nel sens che non fa riferimento a quello che è oltre la lingua ma considera il valore delle unità all’interno della lingua stessa. Il significato di una unità della lingua, per esempio la parola/essema, è dato da tutti i possibili contesti linguistici in cui questa forma può comparire. Da tutte le frasi si ricavano una serie di informazioni che poi definiscono il significato. Questo è importante perché una descrizione di tipo concettuale non ci dà tutte le definizioni di significato di una parola. Es: quel cantante è un cane. In questa frase si mette in crisi la possibilità di usare un significato referenziale. In una via operazione posso avere frasi come questa e ricavare ulteriori elementi di significato. Per esempio: abbiamo i morfemi che si distinguono in lessicali per cui possiamo far riferimento a un significato di tipo referenziale. Quelli grammaticali no perché portano un significato ma di tipo 31 grammaticale che assegniamo a delle forme della lingua per cui non possiamo trovare un referente extra- linguistico. L’unità minima della semantica è il LESSEMA ossia dell'insieme dei lessemi che è il LESSICO. Lessico e lessemi dovrebbero essere trattati come gli altri livelli: - Identificazione elementi - Classificazione elementi - Analisi della loro funzione e dei rapporti reciproci all'interno del sistema Il problema però è a 2 livel 1- Quantità -> Numero altissimo di elementi in ogni lingua anche a livello diacronico 2- Natura dei lessemi 3-. Arbitrarietà -> Ogni lingua ha un'organizzazione diversa degli aspetti di carattere culturale Cos'è il gergo? Un uso identitario del lessico che a volte prevede la volontà di esclusione di una parte di società dalla sua comprensione. Negli ultimi decenni si fa riferimento a linguaggio/lessico giovanile per qualcosa che c'è ma è sempre diverso. Enciclopedia -> Insieme di conoscenze che il parlante ha del mondo e che utilizza quando parla. Quando parliamo inseriamo nella nostra comunicazione informazioni a diverso livello che vengono trasmessi attraverso la lingua con varie modalità. ES: mio fratello ha comprato una macchina nuova: - Informazione REMA che mio fratello ha comprato una macchina nuova - Informazione che ho un fratello Quando parliamo mettiamo in atto tutte le nostre conoscenze extra-linguistiche/enciclopedia che non è pertinente alla lingua. Come si organizza il lessico? Si può cercare di organizzarlo ad esempio suddividendolo per ambiti omogenei dal punto di vista del significato. Ad esempio: si fanno delle organizzazioni più o meno ampie dal punto di vista del significato definite SFERE/CAMPI SEMANTICI. Questi sono lessemi che si organizzano reciprocamente in relazioni perché condividono una parte del significato. Es: campo semantico dei fiori. Campo semantico e sfera semantica si possono ulteriormente organizzare in termini di GERARCHIA DEGLI ESSEMI. Ci sono relazioni tra due o più lessemi di significati per cui un lessema ne contiene un altro e quindi in qualche modo si trova a un livello gerarchicamente superiore ed è la relazione che, per esempio, vediamo tra IPERONIMO (Lessema che sta sopra) e IPONIMO (lessema che sta sotto). Es: iperonimo fiore e iponimo rosa. l’iperonimo di solito deve avere più iponimi che si collocheranno tutti allo stesso livello. Poi possiamo fare ulteriori scale. Es: fiore lo posso intendere come iponimo anche di pianta e pianta avrà una serie di altri iponimi. Poi sotto possiamo arrivare ad altri gradi di specificazioni. LEZIONE 8 Questione del nome propi Lo statuto del nome proprio dal punto di vista linguistico è molto particolare. Da una parte rientra nella linguistica ma ha anche caratteristiche di tipo semantico del tutto particolari in quanto si riferisce ad una classe formata da un solo individuo. Il significato che noi attribuiamo al resto delle forme di lingua lessicali non c'è. Se realizzo il nome Maria posso studiarlo linguisticamente a livello fonologico e limitatamente 32 Maschio + - + - + Adulto + + - - + Riproduz. - + - - + La matrice di ognuno è diversa e in questo sta l'utilità di questa analisi detta COMPONENZIALE. Il problema è che nel momento in cui il campo semantico si allarga e necessita di tratti specifici perdiamo la generalità del tratto per usarne di molto particolari. Es: se voglio differenziare sedia e poltrona. È un'analisi valida soprattutto per livelli di significato più generali e dal punto di vista del rigore della descrizione. L'analisi componenziale si fa anche sui verbi ed è importante per descrivere gli inserimenti lessicali. Es: il bambino mangia la mela - Il sasso mangia la mela. Dal punto di vista sintattico sono grammaticali ma non lo accetto perché esiste una restrizione che è comandata dalla semantica del verbo che richiede in un determinato tratto che deve essere presente nel soggetto della frase. LEZIONE 9 Vi è un’altra prospettiva di analisi del significato che è legata a un nuovo punto di vista sui fatti della lingua che in realtà fa parte di un più ampio orizzonte degli studi degli ultimi decenni: COGNITIVISMO. L'analisi da questo punto di vista parte dell'idea di come si arriva alla conoscenza del mondo e che trova delle motivazioni molto legate all'esperienza. In che termini questa prospettiva considera il significato? Nella prospettiva per cui in un campo semantico gli elementi non sono tutti allo stesso livello e ugualmente rappresentativi da quella classe ma vengono distinti a seconda del loro essere o meno vicini al punto focale del campo semantico perché in un campo semantico c'è un elemento che risalta più degli altri definito PROTOTIPO. È quel significato che all’interno del campo semantico è emergente per il parlante in generale, ossia quello che identifica come pienamente rappresentativo. Gli altri elementi si dispongono più o meno vicini al prototipo fino ad arrivare anche ai limiti di quest'area di significato e a volte sovrapporsi ad altri significati. Questa è una prospettiva che varia in relazione agli ambiti culturali di riferimento. Significato della frase È qualcosa di più che la somma dei suoi singoli elementi da più punti di vista. Il suo significato in termini di elementi che possiamo raccogliere è un ambito molto ampio perché concerne da una parte l’organizzazione sintattica della frase dall’altra una prospettiva di tipo testuale e anche l'aspetto pragmatico, ossia “cosa si fa quando si parla” inserendo alcuni elementi che dipendono dalla situazione comunicativa e dall’intenzione comunicativa e dall'interazione. (PROSPETTIVA PRAGMATICA) TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI Quando si parla si fanno diverse cose: si dichiara, esprime desiderio, dà un ordine etc. che sono tutte azioni che trovano una rappresentazione anche formalmente diversa a livello d lingua -> Come si realizza la frase con l'obbiettivo di dare un comando è diverso rispetto a come si organizza quando si fa una dichiarazione. Viene distinto quindi il fatto di costruire una frase secondo le regole di una lingua ossia costruire un'espressione di lingua. Questo è quello che viene definito ATTO LOCUTIVO. Quello che importa è quella che è l'intenzione comunicativa e a seconda di questo l’azione che facciamo è organizzare la frase in un 35 certo modo e questo è definito ATTO ILLOCUTIVO. Questo atto è la parte centrale dell’azione linguistica che è formare una frase in relazione all'intenzione comunicativa. Vi è poi l’ATTO PERLOCUTIVO che riguarda quale effetto si vuole provocare con la frase. In questa organizzazione la distinzione tra i 2 livelli viene messa in luce dal contrasto tra organizzazione della frase e obbiettivo da realizzare. ATTO LINGUISTICO INDIRETTO -> Vede non corrispondenti atto illocutivo e perlocutivo che invece dovrebbero essere conseguenti. (Es: potrebbe chiudere la finestra? Non si ottiene una risposta ma un'azione). Tutto ciò non può essere slegato dal contesto che è fondamentale. TESTO Abbiamo un testo quando c'è una coerenza generale tra frasi. CONFRONTO TRA LINGUE IL RELAZIONE AL LORO FUNZIONAMENTO Come si classificano le lingue? Per classificare le lingue le vie sono 2 con basi, metodi ed obbiettivi diversi: 1- Di tipo GENEALOGICO Raggruppare le lingue sulla base di origine comune. Si dice genealogico perché in questa ottica la metafora è quella della famiglia e il principio che le lingue derivano da lingue precedenti e che lingue diverse possono derivare da una stessa lingua comune e questo principio può essere proiettato anche all'indietro. Quindi la costruzione di famiglie linguistiche che nei casi più studiati sono rappresentati tramite modelli come gli alberi genealogici. | principi di classificazione genealogica sono stati elaborati da ormai un paio di secoli, sono molto rigorosi che tuttavia non si possono sempre applicare a tutti gli ambiti linguistici del mondo perché sono stati applicati a famiglie che conoscevano uno spessore storico e andare all'indietro era favorito dal possesso di documenti di fasi passati. LINGUE ISOLATE -> Per cui non è stato possibile confermarne la parentela con altre. 2- Di carattere TIPOLOGICO Non guarda se le lingue si assomigliano perché derivano dalla stessa ma ne considera i tratti strutturali/sistemici (fonologia, sintassi, semantica etc.) La tipologia studia la variazione interlinguistica ossia come i principi generali di funzionamento del linguaggio vengono messi in atto nelle lingue, se ci sono solidarietà nel modo di metterli in atto e quali sono le modalità delle diverse realizzazioni. Si parla di tipologia perché questa analisi procede formulando dei TIPI: elaborazioni astratti, un insieme di caratteristiche coerenti che si riferiscono a uno a all’altro dei tipi. Esempio: se ho davanti un gruppo d persone posso suddividerlo in senso genealogico vedendo le loro relazioni di parentela (metodo genealogico) o analizzo il gruppo sulla base di tipi, ossia dei parametri che mi interessano: es una serie di caratteristiche che identificano il tipo biondo e quello moro. È probabile che nessuno rappresenti tutte le caratteristiche. 36 La divisione in tipi crea un complesso di caratteristiche a cui seconda di come ogni lingua le realizza vengono assegnate l’una o all’atra. La tipologia si occupa di studiare anche i confini all’interno dei quali le lingue si possono muovere. Il 1° grosso problema della tipologia è il corpus immenso su cui deve lavorare e quindi si trova costretta per necessità a lavorare su un campione. LEZIONE 10 SE NON CI SONO AVENTI PARTICOLARI IN TERMINI DI MUTAMENTO UNA LINGUA cambia nel tempo finché vi è una trasmissione tra generazioni, come facciamo a dire se si tratta di 2 lingue diverse o della stessa lingua). Quando i cambiamenti avvenuti hanno portato a grandi cambiamenti funzionali tanto che la lingua di arrivo, rispetto a quella di partenza, è ampia profonda dal punto di vista strutturale. Nel momento in cui vediamo un cambiamento che tocca anche quegli aspetti che definiscono un tipo per cui una lingua che si avvicinava a un tipo, se ne avvicina un altro, abbiamo un mutamento in diacronia anche degli aspetti tipologici e quindi per questo si può parlare di una prospettiva diacronica nella tipologia. La tipologia lavora sul piano statistico e la rappresentatività del campione si ottiene con una scelta attenta delle lingue da considerare. All'inizio la scelta di basava sulla disponibilità linguistica dello studioso, per esempio lingue che avevano già una descrizione grammaticale adeguata. Si passa per l’idea che tutte le lingue siano equiparabili e quindi non si escludono quelle poco parlate perché non variano a seconda della frequenza d'uso, ossia dei parlanti che la parlano come lingua madre. Non si possono prendere solo lingue che appartengono alla stessa famiglia linguistica e quindi se ne sceglieranno di rappresentative di un po' tutte le famiglie linguistiche conosciuti. Non si prendono lingue di territori a contatto o vicino perché fenomeni normali in questi casi è lo scambio di elementi, soprattutto lessicali, ma che a volte si scambiano tratti strutturali meno frequentemente. Così si seleziona un cambione e si fa analisi tipologica. Che cosa va a vedere la tipologia? Dei tratti strutturali e strutturali sistemici, ossia aspetti interni della lingua (fonologia, sintassi, semantica). In realtà la tipologia si concentra più su alcuni livelli che su altri per diverse ragioni. II livello fonologico e semantico sono quelli che danno risultati meno significativi per ragioni opposte. La fonologia è un ambito in cui si possono fare considerazioni tipologiche ma è un livello in cui lavoriamo con un numero ridotto di elementi e riflette molto anche una serie di condizioni che sono legate al mezzo orale e restrizioni dovute al fatto che parliamo tramite un determinato mezzo, ossia sappiamo il mezzo fonetico è limitato dalle possibilità articolatorie dell'organismo umano. Dall'altra parte l'aspetto della semantica è ugualmente difficile da studiare per una ragione opposta, ossia che è troppo ampio. L'aspetto di carattere semantico è così strettamente intrecciato con l'ambito culturale e trovare delle costanti tipologiche nella realizzazione del significato diventa molto difficile. Perché il campo dei colori è particolarmente attraente nel verificare come sono realizzati nelle diverse lingue? Perché è un campo che ha a che fare con organizzazioni di tipo culturali ma che alla base ha anche una realtà referenziale apparentemente oggettiva. Se vediamo la refrazione della luce questo è un fatto incontestabile della realtà fisica che vale ovunque. Le lingue del mondo hanno modi di designazione dei colori molto diverse ma all’interno di questa diversità possiamo trovare qualcosa che accomuna delle lingue? La faccenda è complicata. Tipologia morfologica 37 Oggi si preferisce parlare di TENDENZE UNIVERSALI DELLA LINGUA piuttosto che di universali assoluti. Ossia tendenze generali della lingua che le lingue rispettano anche se non vi è una tassativa presenza di questi in tutte le lingue. LEZIONE 12 Storicamente la tipologia linguistica è stata utile per ricostruire la lingua in modo diacronico. Vi sono anche casi di mutamento tipologico dovuto agli scambi tra una lingua e l’altra, soprattutto nell’area linguistica dei Balcani in cui troviamo una serie di lingue che fanno parte di sottofamiglie o famiglie diverse in cui si vede che tratti sintattici comuni a tutte queste lingue non sono un fenomeno di autonomo cambiamento delle singole ma dal loro contatto. Questo perché è un’area che storicamente ha visto un avvicendamento e sovrapposizione di popolazioni, fenomeni migratori etc. e questo ha determinato un terreno per cui lo scambio tra le lingue è stato particolarmente profondo. QUESTIONE DELLA VARIABILITA' DELLE LINGUE Riguarda la variabilità di una lingua, ossia il fatto che se anche noi dobbiamo far riferimento a una lingua in stato sincronico, invece sappiamo che ogni lingua è in continua variazione in relazione ai parametri storici in cui si colloca che sono: - Tempo - Spazio - Società MUTAMENTO DELLA LINGUA IN DIACRONIA Un'operazione è quella di tipo genealogico, quindi raggruppare le lingue a seconda della loro derivazione da un'unica lingua. Come si fanno queste operazioni? Vedono alla base una serie di principi di analisi di mutamento e sulla base dei principi di mutamento di fenomeni e condizioni è possibile fare operazioni di confronto di lingue e risalita nel corso del tempo fino a raggiungere, ad esempio, l'obbiettivo di ricostruzione di una lingua. Perché la lingua cambia? Questo è stato un problema teorico molto discusso tra i linguisti. In realtà concordiamo che la domanda è mal posta nel senso che non dobbiamo cercare un perché in quanto il cambiamento è nella natura delle lingue. Ci sono dei fenomeni interni alle lingue che portano a un cambiamento, particolarmente evidente è il processo a livello fonetico, altri fenomeni di tipo storico sociale in cui le lingue sono coinvolge che in qualche modo obbligano alla variabilità Quali sono i fenomeni che determinano il cambiamento? Il cambiamento in diacronia agisce a tutti i livelli della lingua. Si potrebbero fare analisi di mutamento anche a breve distanza anche se il fenomeno si osserva meglio a distanza più ampia. Il parlante non ha gran percezione del mutamento diacronico. MUTAMENTO FONETICO Significa un cambiamento nei foni. Va considerato nell'ottica del contesto fonetico e si realizzano in base a questo. L'ambito fonetico è lo schema fonetico. Il contesto fonetico è importante perché non articoliamo un fono separatamente dall'altro quando parliamo ma li realizziamo in modo che l'apparato articolatorio sia preparato a realizzare i foni successivi. In questo senso questo meccanismo articolatorio può interferire con la realizzazione di un fono e farlo cambiare. 40 Uno dei fenomeni più ampi dal punto di vista dell’articolazione fonetica è l’ASSIMILAZIONE. Si intende un insieme di fenomeni fonetici. Il principio dell’assimilazione è quello di adeguare uno o più tratti articolatori di un fono a quelli di un altro fono. Esempio: - «Kt--> Assimilazione di un nesso consonantico In latino abbiamo parole con dei nessi consonantici tipo questo, ad esempio factum e in italiano fatto. Come factum è diventato fatto? - Kt >-tt--> Questo è il fenomeno assimilatorio. Quale è la condizione di questo fenomeno? Consiste nel contesto fonetico. Abbiamo l'articolazione di due foni, prima velare e poi dentale in successione e poi la tendenza a spostarsi e adeguare l'articolazione in uno stesso punto. Non sempre però diventano foni uguali e l'assimilazione riguarda dei tratti. Per capirlo dobbiamo far riferimento alla descrizione fonetica e in questo caso, ade esempio, otteniamo: - K-> Occlusiva, velare, sorda - T-> Occlusiva, dentale, sorda Quello che li distingue è il tratto velare-dentale. Quindi l'assimilazione riguarda in questo caso il trasferimento del tratto dentale da un fono all’altro. Si chiama in questo caso ASSIMILAZIONE REGRESSIVA (perché và indietro). Esempio di assimilazione progressiva: Mundu- > Monno. Qui l'assimilazione è -nd- > -nn-. In questo caso il tratto di nasalità del primo fono si è esteso al secondo. Un altro frequente fenomeno assimilatorio è la SONORIZZAZIONE, ossia l'estensione del tratto di sonorità. Come mai avvengono questi fenomeni? Perché alla base del mutamento dei fenomeni fonetici c'è un principio generale che viene definito un PRINCIPIO DI ECONOMIA (ECONOMIA DELLO SFORZO ARTICOLATORIO). Il principio generale del MINIMO SFORZO in ambito fonetico è risparmiare energia articolatoria e questo si realizza mediante modalità di assimilazione. L’economicità deve sempre fare i conti col limite della distinzione che deve essere assicurata in quanto è il principio alla base del sistema in cui ogni elemento ha valore perché si oppone agli altri anche se vi sono certi casi, come l’omofonia, la tolleriamo. Abbiamo la monotongazione -> Aurum > oro -> trasformazione da dittongo a un solo fonema. Una delle vie per evitare l'usura è quella di ricorrere a forme derivate. Nell’assimilazione ricordiamo che sono presenti anche fenomeni apparentemente contraddittori come la DISSIMILAZIONE che è il fenomeno contrario, ossia la differenziazione tra due o più tratti determinando foni diversi. Esempio: - Arbor-> albero Qui abbiamo due foni uguali (vibranti) e dall'altra parte due diversi. Questa è una dissociazione dei tratti per cui vibrante viene perso e acquisito quello di laterale. Questa parola in spagnolo segue uguale dissimilazione (àrbol) a parti invertite. La dissimilazione qualche volta favorisce l'articolazione quindi è comunque un risparmio di energia. 41 Altri fenomeni possono portare alla caduta di un fono spesso in relazione a vocali. Es: solidu > soldo o calidu > caldo. Perché la vocale è caduta? La sincope si realizza nella sillaba non accentata subito successiva a quella che porta l'accento che è quella articolarmente più debole e quindi soggetta a fenomeni di SINCOPE. Abbiamo poi fenomeni di ASSIMILAZIONE A DISTANZA dove il contesto fonetico può essere un fono lontano. Per esempio la METAFONESI. Quello che è importante nello studio del cambiamento fonetico è stata l'osservazione che i mutamenti fonetici, di massima se nelle stesse condizioni (cronologicamente nella stessa fase, nelle parole della lingua, in una certa posizione etc.), si ripetono regolarmente. Quindi a parità di condizioni un fenomeno fonetico si presenta costantemente al punto che si è elaborato il concetto di LEGGE FONETICA he è l'enunciazione, dopo aver osservato un fenomeno, che si presenta regolarmente. Es: ogni kt del latino diventa tt in italiano o pt diventa tt. Questa enunciazione delle leggi fonetiche risale nella sua forma più matura nella 2° metà dell’800 e ha consentito di assestare la storia delle lingue dal punto di vista del mutamento fonetico riscontrando questa regolarità del cambiamento sulla base delle medesime premesse. LEZIONE 13 Sono presenti anche forme che sembrano andar contro la regolarità. In realtà poi si è arrivati a vedere che vi sono delle ragioni alla base di questi comportamenti irregolari che possono essere, per esempio, l'assenza di una delle precondizioni. Quindi è una delimitazione e non un'irregolarità da individuare volta per volta. La parola plebe, per esempio, non rispetta la regola pl > pi (pj) in quanto la parità di condizioni riguarda il periodo cronologico di sviluppo del fenomeno. Plebe non è in questa forma il diretto proseguimento del latino ma una forma reintrodotta nell'italiano in una fase cronologica molto più tarda. In realtà la parola latina plebem ha il suo corrispondente regolare in italiano che è pieve (plebem > pieve) in cui abbiamo la regolare applicazione della legge fonetica di prima e un ulteriore fenomeno (b>v) con un cambiamento in parte del significato fino a designare nell'italiano uno specifico tipo di comunità e poi l’edificio in cui questa si riconosce. Quali sono le precondizioni per una legge fonetica? - Stesso contesto fonetico (stesso punto della catena fonetica) - Non prestito linguistico ma parola originaria della lingua - Stesso contesto cronologico MUTAMENTI SISTEMATICI I mutamenti fonetici non sono sistematici perché non toccano sempre il sistema. In qualche caso il mutamento fonetico si rivela di carattere fonologico. Esempio: Caesar-Cesare -> k > c. questa è una PALATALIZZAZIONE. Questo fenomeno fonetico alla fine produce un fono che in alcuni contesti distingue dei significati e arriva ad essere rappresentativo di un fonema specifico. Quindi abbiamo un'ulteriore opposizione all’interno della struttura fonologica. CAMBIAMENTI MORFOLOGICI Sono cambiamenti che si sviluppano in archi di tempo più ampi rispetto a quelli fonetici in quanto tendenzialmente la morfologia è più stabile. Un esempio è la perdita del caso che è un gran cambiamento che già nel latino era parzialmente avviato e nelle lingue romanze si assesta. Come posso avere altri morfemi rispetto a quelli che già ho? Bisogna ricordare un fenomeno chiamato ANALOGIA. L'analogia in linguistica è il fenomeno per cui si estendono dei paradigmi o forme a forme che originariamente non dovrebbero presentarne. (2:3=4:X). L'analogia può cambiare anche a livello morfologico. 42 è un'analisi di forma di una lingua che viene proposta in un’altra lingua. Es: grattacielo è un calco di sky- scraper che ripropone la traduzione con materiale italiano del contenuto dei lessemi inglesi che mantiene anche la struttura per cui rientra nei composti storici dell'italiano di tipo verbo-nome. Insediamento di popolazioni in un’area linguisica diversa In questa convivenza tra strati diversi è possibile che le lingue siano totalmente separate ma di solito vi sono delle interferenze a livello linguistico. Quella più emblematica è data dal concetto di SOSTRATO, ossia quelle forme lessicali, parole o fenomeni fonetici/fonologici che sono proprie della lingua di base e affiorano nella lingua successiva. Esempio: -nd > -nn- mundu > monno -> questo fenomeni fonetico di assimilazione è di sostrato perché è tipico delle lingue meridionali prima che il latino si diffondesse e ha influito. LEZIONE 15 MUTAMENTO SINCRONICO Variabilità della lingua in relazione ai parametri della società e dello spazio (Vedi Cap. libro) LA LINGUISTICA COGNITIVA Quando parliamo di linguistica cognitiva ci riferiamo ad una impostazione di studio della lingua che fa riferimento ad un più ampio settore di studi definito COGNITIVISMO e che ha preso piede nell’ambito del pensiero scientifico negli ultimi decenni. Questo filone si occupa della cognizione/sistema cognitivo inteso come quel processo attraverso cui l’uomo viene a conoscenza del mondo. La cognizione riguarda quindi la modalità attraverso cui avviene l'elaborazione, produzione e rappresentazione della conoscenza. In questo quadro il cognitivismo è una teoria che in realtà è connotata dall'interdisciplinarietà: vi confluiscono una serie di discipline ampie (psicologia cognitiva, neuroscienze, linguistica, antropologia). Quindi non si può parlare di una teoria linguistica specifica ma del fatto che si riconosce che la lingua è uno degli elementi di un complesso sistema di cognizione. Uno dei principi del cognitivismo è che il processo della consooscenza passa attraverso anche delle esperienze di tipo materiale/sensoriale: la conoscenza non è solo legata a un pensiero astratto ma vi si arriva attraverso forme di esperienza che hanno radici nella nostra fisiologi e anche oltre nel senso di aspetti più generalmente culturali. Quindi quando si parla di linguistica cognitiva ci si riferisce allo studio di una serie di rappresentazioni che la lingua dà del modo attraverso cui si viene a conoscenza della realtà e che la lingua quindi riflette. Nello stesso modo la lingua stessa è un tramite di conoscenza. La linguistica cognitiva è una teoria linguistica a sé stante e presenta notevoli differenze con le teorie linguistiche proprie. Non è una teoria generale della lingua e si differenzia rispetto agli altri modi di vedere la lingua per: sia lo strutturalismo che il generativismo escludono sempre la realtà esperienziale e l’extralinguistico. Lo strutturalismo vede la lingua come sistema di valori e lo strutturalismo come un modulo la realizzazione di un modulo della mente dedicato al linguaggio. Nella prospettiva generativista non c'è spazio per l'aspetto della realtà e quello che interessa è descrivere la competenza mentale del parlante. La lingua nella prospettiva cognitivista non è determinata da una pura attività mentale ma partecipa attivamente a una serie di esperienze esterne e il rapporto tra lingue ed esperienze è bidirezionale: la lingua è condizionata dalle esperienze ma poi si realizza riflettendo queste. Uno dei principi del cognitivismo è che la conoscenza è un'attività della mente ma è radicata a un'esperienza di carattere fisico. 45 L'orientamento prevalente della linguistica da questa prospettiva è molto rivolto al problema del significato. Se dovessimo identificare un livello della lingua in cui la linguistica cognitiva si applica è, soprattutto, quello semantico proprio perché è l'elemento più evidente. Embodiment Relazione inscindibile tra corpo e mente nella cognizione. Il corpo: - Prova esperienze sensoriali - Interagisce con l'ambiente Il corpo è quindi filtro tra mete e realtà extracorporea. Nella lingua troviamo quindi dei riflessi di una serie d funzioni fisiche, culturali, sociali etc. e in questo senso il corpo diventa MODELLO DI CONOSCENZA. Una delle principali modalità attraverso cui veniamo a conoscenza delle cose è quella della comparazione. Per conoscere qualcosa di nuovo di solito partiamo da una base di conoscenza e vedere le differenze. Il principio del confronto è un principio universale che facciamo di continuo. Partiamo dal noto verso il nuovo. Questo si riflette nella lingua quindi in tutta una parte che prende avvio dall'esperienza corporea. Es. L'ego è alla base della comunicazione che stabilisce i deittici spazio-temporali (oggi, ora etc.). quindi il parlante tramite il suo corpo stabilisce le coordinate di tipo spaziale. Noi designiamo le coordinate spaziali lessicalizzandole tramite, per esempio, le parti del corpo. Il fatto di dire “di fronte”, “alle spalle” etc. applichiamo a un'indicazione spaziale il principio per cui il nostro corpo riflette le coordinate. Esempio 2: altro esempio di antropomorfismo è nella designazione degli oggetti, spesso resi e lessicalizzati tramite nomi di parti del corpo umane (Es. la facciata del palazzo). Lo spazio è un'esperienza primaria e il corpo diventa modello anche per la designazione del tempo. il tempo viene in qualche modo percepito con coordinate spaziale: - Presenza spazio dell’ego - Passato spazio dietro - Futuro spazio davanti Questo anche a livello linguistico (Es. “ho davanti a me grandi prospettive, mi lascio alle spalle una brutta esperienza”). Questa lessicalizzazione riflette, tramite la dimensione spaziale, una percezione rispetto a un ego del tempo come lineare. Categorizzazione del significato - Categorie classiche: Mediante analisi di tipo componenziale ma con la differenza con le categorie di tipo tradizionale basato su condizioni necessarie e sufficienti in cui ogni oggetto della categoria è rappresentativo della stessa. - Categorie nel modello prototipo si organizzano attorno a oggetti di particolare salienza che concentrano in misura superiore le proprietà. Gli oggetti sono rappresentativi della categoria in grado diverso (Es. frutto più rappresentativo nella categoria della frutta). Semantica prototipica -> La semantica è un campo in cui il cognitivismo entra con grande rilevanza. Metafora 46 Un altro ambito in cui moltissimo entra questa prospettiva cognitiva è quello della metafora. La metafora è una perfetta esemplificazione di quel processo per cui la conoscenza si realizza attraverso l’esperienza creando un confronto o similitudine tra due ambiti diversi -> Estendere da un dominio all’altro e in questa estensione attribuire le proprietà di un dominio all’altro generalmente parlando (Es. i piedi del tavolo, brancolo nel buio, la faccenda non è limpida etc. queste ultime sono legate alla vista). Paragrafi: 11 1.2.1 1.2.2 2.2.2 2.2.4 2.3.5 24.1 2.4.2. 2.5 47
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