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Intelligenza e Apprendimento: Strutturare Conoscenze e Acquistare Nuove Informazioni, Appunti di Psicologia Cognitiva

Psicologia Comparatapsicologia cognitivaPsicologia dello sviluppo

Dell'intelligenza come processo di acquisizione di conoscenze e informazioni, e dell'apprendimento come costruzione continua della conoscenza. Le nozioni e le conoscenze servono per strutturare il sapere e orientare il comportamento in contesti costantemente in cambiamento. Il processo logico intellettivo permette di risolvere problemi e strutturare il modello di comportamento. L'apprendimento è un processo in cui l'insegnante deve trasferire informazioni e scegliere come farlo in modo che siano assimilate dal studente. Il livello di conoscenza si può aumentare attraverso l'uso di strumenti che permettono al cervello di apprendere meglio, come immagini e multimedialità. Il testo fa riferimento alla socialità dell'apprendimento e alla necessità di condividere con altri ciò che si sta apprendendo.

Cosa imparerai

  • Come l'uso di immagini e multimedialità può aiutare l'apprendimento?
  • Come le nozioni servono per strutturare il sapere?
  • Come l'insegnante deve trasferire informazioni per essere assimilate dal studente?
  • Come l'intelligenza permette di acquisire conoscenze e informazioni?
  • Come l'apprendimento è una costruzione continua della conoscenza?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 28/12/2021

StudiOrso
StudiOrso 🇮🇹

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Scarica Intelligenza e Apprendimento: Strutturare Conoscenze e Acquistare Nuove Informazioni e più Appunti in PDF di Psicologia Cognitiva solo su Docsity! Lezione 1 Cos'è la psicologia cognitiva: Cognitivo: In che modo le persone acquisiscono sapere, comprendono, apprendono? perchè in realtà studieremo: 1. Cosa avviene in un percorso che va dall’insegnamento all’apprendimento. Quando si insegna qualcosa a qualcuno che la deve apprendere? 2. Comesi è evoluto il processo “insegnamento apprendimento dal punto di vista storico. Quali sono gli elementi chiave dei concetti di comunicazione (base della comunicazione) il processo insegnamento apprendimento è come si comunica qualcosa che si deve apprendere (comunicazione pura). 3. Come funziona il nostro cervello e quali sono gli stimoli che attraverso le tecniche di comunicazione noi dobbiamo dare agli studenti affinchè il nostro cervello, che è una macchina, venga stimolato per arrivare all’apprendimento? Quali meccanismi ci portano ad insegnare o ad apprendere? Insegnamento apprendimento: Non è solo l'insegnante che parla e lo studente che ascolta, ma è anche quando io voglio trasferire ad un collega concetti di lavoro o devo spiegare qualcosa all'amico. Quando si vuole che una persona capisca bene cosa voglia trasferirgli. Comunicazione della didattica. Esempio test di attenzione selettiva, ragazzi che giocano a palla e gorilla che spunta. Stimolare l’attenzione, è un elemento essenziale dell’apprendimento e della psicologia cognitiva. | Stimolare l’attenzione nel processo insegnamento-apprendimento, è uno degli elementi fondamentali del successo del passaggio dell’insegnamento all’apprendimento. Sapere ciò che si vuole trasferire. Favola della rana che vive nella palude, una casa viene costruita vicina, lui si lancia nella finestra e viene bollito. Non si chiede il perché dei cambiamenti termici. Quando si trasferisce qualcosa, anche il sapere, devo creare le condizioni affinché chi lo riceva prenda coscienza del perché lo riceve e a cosa gli serve. Quindi deve partecipare al momento del trasferimento e si deve chiedere perché avvengono certe cose e non prendere e basta. Solo quando si hanno le informazioni giuste e so a cosa mi servono e come devo usarle, acquisisco e faccio mio un sapere o informazione. lo riesco a comunicare alle persone dei concetti e informazioni e a trasferire saperi solo quando sono in grado di attirare l’attenzione di queste persone. E l’attenzione l’attiro solo quando riesco a far capire che ciò che sta trasferendo a te serve in qualche modo (lavoro, per superare esami etc). È fondamentale che nel processo insegnamento-apprendimento si voglia che la persona capisca realmente cosa gli stiamo dicendo ma per fare questo ci sono tante tecniche che aiutano “l'insegnante” a trasferire il sapere la conoscenza le competenza e le abilità a chi ascolta. L'angolo di distorsione della comunicazione - Bennet Angolo di distorsione: BI (cio che capisce il ricevente] Differenza Feedback La differenza tra cio che il sender voleva dire ed il receiver ha recepito è l'angolo di distorsione della comunicazione. Questo è L'angolo serve a capire in che modo l'emittente, A (insegnante), una volta che ha capito che il ricevente non ha capito cio che voleva trasferire, si rende conto di cio, lo capisce dal feedback che il ricevente gli darà (comunicazione circolare) ed aggiusterà il messaggio in modo tale che l'angolo si riduca. L'angolo di distorsione è ineliminabile. Tutto la comunicazione lascia un minimo di interpretazione. Quando però si parla del percorso insegnamento apprendimento si deve cercare il piu possibile di far si che gli angoli di distorsione siano sempre piu piatti possibili. il primo principio essenziale(soprattutto del sistema insegnamento apprendimento). I XY La comunicazione circolare - Shannon e Weaver Attraverso il feedback l'emittente capisce amar MESSAGGIO TE» che il ricevente ha capito o meno, e Elabora il messaggio riformulerà la comunicazione così che TT A Tesi 4) *299° l'angolo di distorsione si vada a ridurre. Il Lo codttica FEED-BACK i st processo circolare di comunicazione fmeessggio diamo) Ne freno coscienza funziona in questo modo: elabora) ——_/“f‘J}||Ò© RUMORE In distorsione che si devono appiattire. questa circolarità ci sono tanti angoli di Storytelling: capacità di raccontare storie attirando l’attenzione (storie—> informazioni, conoscenze, consigli etc). Motivazione: l'emittente viene spinto da una motivazione a trasferire un messaggio; il ricevente è attento se gli viene spiegata la motivazione per cui deve esserlo dall'emittente. Responsabilità del sistema insegnamento-apprendimento: - trasferire le conoscenze, modo piu utile condizionabile tramite ricompense e punizioni (rinforzi negativi o positivi come risposta ad un comportamento). Il comportamentismo ovvero l’idea secondo cui il livello di attenzione deve rimanere alto per apprendere e quindi è un processo meccanico che si può indurre. Oggi apprendimento non è visto come un processo meccanico ma l'apprendimento può essere in qualche modo generato. L'insegnante può fare cose che può far mettere le persone in modalità apprendimento. Il nostro cervello a seconda di come vengono dati gli imput o rimbalzano fuori (non apprendo) o rimangono nella memoria (breve e poi lungo tempo diventando conoscenza). Non è un processo meccanico ma che pero si puo indurre e stimolare affinchè apprende. Una parte fondamentale dell’apprendimento è il vivere cio che mi viene inseganto. Il partecipare in prima persona genera emozioni che sono una componente essenziale dell’apprendimento ma anche perchè si riesce a capire realmente che la cosa spiegata si mette in pratica e a cosa serve e se la vivo e percepisco. L'apprendimento è quanto piu difficile quanto piu è intangibile. Il cervello è condizionabile in tante cose. Il comportamentismo si esaurisce quando si capisce che non puo essere il comportamento forzato di un uomo su un altro uomo a generare apprendimento ma c'è un altro passaggio che non è la forzatura che genera apprendimento ma al centro dell’apprendimento (invece del docente con la bacchetta che dettava il comportamento degli studenti) c'è lo studente (cognitivismo). Il cuore dell’apprendimento passa ad essere lo studente, il cognitivismo cambia completamente il modo in cui insegnare. Metodo didattico di Maria Montessori: tendenzialmente gli studenti erano liberi di fare cio che volevano ed imparavano facendo cio che volevano senza costrizione monitorati pero dai docenti. L'evoluzione che pone al centro lo studente diventa il nuovo modello di apprendimento (che non è quello attuale) , dalla rigidità del comportamentismo si passa all’estrema libertà del cognitivismo, prima il centro era il docente ora è lo studente che impara quando e come vuole con i tempi che vuole. Il sapere si deve adattare alla persona che deve apprenderlo. Ciò genere un livello di attenzione molto più alto. Questo modello ha però un limite, se lo studente puo fare cio che vuole non studierà perché provoca dolore e quindi lo procrastina. Lezione 3 Teorie dell’apprendimento: - Comportamentismo—> gli esponenti piu significativi sono psicologi come Pavlov, Watson e Skinner che attraverso i loro studi ed esperimenti (cane, albert, topo) arrivano ad un’enunciazione relativa all’apprendimento “cio che una persona apprende (diventano sue conoscenze) è un qualcosa che si puo indurre attraverso una serie di azioni (campanella, rumore alla vista del topo, skinner box) che condizionano l'apprendimento. Quando si generano determinate azioni i soggetti imparano per ottenere un premio imparano una determinata cosa. L'apprendimento è condizionato da un fenomeno. Il comportamentismo esclude che nell’apprendimento centri la persona singola e dice che nell’apprendimento non c’entra cio che chiamano la black box (cervello) perchè è talmente complicato da studiare per cui loro lo saltano dicendo che l'apprendimento si capisce dal comportamento che il soggetto tiene. Non tiene in considerazione il cervello nell’apprendimento, e l'apprendimento è semplicemente la manifestazione del cambiamento comportamentale. Si parla di stimolo-risposta, senza considerare la Black box. Lo stimolo genera quella risposta. - Cognitivismo—> iniziano a guardare cosa avviene al cervello dell'essere umano quando gli arriva un input. L'input entra nel cervello, al suo intero accade qualcosa, e cio che avviene genera l’output dell'essere umano. Il cognitivismo studia cio che avviene nel cervello. Quando arriva un input, viene elaborato, genera una risposta. Metà del 1900 - Logica del cognitivismo Tale logica introduce la concezione: “le persone imparano perché avviene qualcosa quando le sottoponiamo ad un input nel loro cervello, bisogna capire come trasferire gli input in modo tal che il cervello li recepisca ed elabori per dare la risposta giusta”. L'apprendimento di una nozione è cio che si chiama input (insegnamento), vengono elaborati (apprendimento) nel cervello, il risultato o output è il saper risolvere la domanda o sfruttare la mia conoscenza per fare qualcosa. L’output è frutto di cio che ho appreso. Hildegard - cognitivista Uno degli psicologi cognitivisti più importanti dice: “L'apprendimento è un processo di logica intellettiva attraverso il quale processo, ogni individuo (tutti gli esseri viventi) acquisisce conoscenze, saperi sul mondo e su ciò che si fa. Tali conoscenze vengono poi usate dal soggetto per strutturare il proprio comportamento”. | passaggi essenziali di questa definizione: - Apprendimento —> processo di logica intellettiva. Nell’apprendimento un ruolo essenziale è quello dell’intelligenza. - L'intelligenza —> mi permette di acquisire conoscenza, nozioni, informazioni etc - Le nozioni servono per strutturare il proprio sapere per potersi adattare alle diverse condizioni che il contesto che il mondo etc di volta in volta mi pongono uno scenario a cui devo dare feedback e risposte. Le nozioni e conoscenze servono quindi per orientare il comportamento all’interno di contesti che costantemente cambiano. Più conoscenze si hanno quanto più ho strumento in grado da sfruttare in momenti diversi. Esempio dello zainetto che diventa sempre più pesante, più cose ho, più mi trovo in situazioni di difficoltà più soluzioni posso avere. Più nozioni detengo più mi aiuteranno ad orientarmi, a strutturare e adattare alle varie situazioni e contesti in cui mi troverò. Il processo di logica intellettiva (intelligenza) ci permette di acquisire informazioni e conoscenze che ci aiuteranno a risolvere i problemi, ad orientarci nella nostra esistenza e ha strutturare il nostro modello di comportamento. Il comportamentismo ed il cognitivismo si collegano qua poichè il comportamento si apprende grazie all'intelligenza. L'apprendimento è basato sull’intelligenza, cos'è l'intelligenza? E cos'è che stimola l’intelligenza? Legame tra motivazione di chi apprende e l’intelligenza? Motivazione a conoscere e sapere - intelligenza La motivazione è una spinta “il la a fare qualcosa”. Quando si parla della motivazione ad apprendere si parla del fatto che l'apprendimento nell'essere umano genera un cambiamento (comportamento, conoscenze etc). L'apprendimento è un processo di cambiamento (delle conoscenze e poi del comportamento). Quando si parla di cambiamento è un qualcosa di particolare. Quando si deve fare un cambiamento, nella propria vita, il cambiamento di per se è qualcosa di impegnativo, e quindi richiede fatica. Quando una persona decide di cambiare qualcosa nella sua vita: MC=1xXOxVxSxPV>X La motivazione intrinseca al cambiamento, per farlo devo avere: - Insoddisfazione, più lo sono più voglio cambiare - Obiettivi, se cambio, qual'è l’obiettivo che raggiungo? È migliore di cio che raggiungerei attualmente? Posso raggiungere un obiettivo più importante? - Valore, strettamente collegato all'obiettivo, ovvero l’obiettivo pur essendo migliore ed interessante rispetto a quello della strada vecchia deve avere un reale valore e deve essere importante per il soggetto. Deve servire. L'obiettivo quindi deve assumere un valore importante. - Sfida, bisogna essere predisposti a cambiare, e quindi la voglia di mettersi in gioco, il cambiamento è qualcosa che non si conosce e quindi devo sfidare la situazione attuale e quindi devo volerla rischiare e devo avere connaturata la voglia di mettersi in gioco. - Piccole vittorie, contribuiscono ad aumentare la motivazione per raggiungere il cambiamento, sono degli step intermedi che da la motivazione per passare al prossimo step fino a raggiungere l’obiettivo prefisso. Non si arriva all’obiettivo in un giorno quindi più voglio cambiare più devo avere la capacità di perseveranza e la capacità di andare per gradi e programmazione. La motivazione al cambiamento (apprendimento) è dettato dall’insoddisfazione, dall’obiettivo, al valore che ha l’obiettivo ha per me, dalla voglia di mettersi in gioco e dalla capacità di saper programmare tutto ciò deve essere maggiore di X. X è la situazione attuale o comfort zone. Tutti questi elementi non sono sommabili ma moltiplicabili poiché se manca uno solo di questi elementi tutti gli altri si annullano e la persona non vorrà o non riuscirà a cambiare. Se un valore è zero vuol dire che la motivazione al cambiamento è zero anche se ho valori altissimi nelle altre variabili. La spinta al cambiamento deve tenere in considerazione una serie di condizioni variabili che devono essere compresenti e poi dovrò confrontare con la comfort zone e vedere se cambiare. Il cambiamento nel caso dell’apprendimento permette di adattarci al contesto esterno e ad acquisire le conoscenze necessarie. La fase della motivazione influenza fortemente la fase dell’intelligenza. L'intelligenza non è il voto alto a scuola. QI. Piaget - padre e nucleo centrale del cognitivismo Il suo cognitivismo parte dallo studio graduale dell’apprendimento dei bambini dai neonati a man mano più grandi fino ai 14-15-17 anni. Egli dimostra che con l'aumentare dell’età e quindi delle conoscenze il modo in cui si vede il mondo diventa diverso. Esempio dei bambini e i bicchieri (cogliere il fenomeno nell'insieme) vengono presi due bambini di età diverse e gli viene chiesto lo stesso quesito quello più piccolo non riesce a risolverlo perchè non ha ancora acquisito le conoscenze per poterlo risolvere. La stessa cosa viene percepita e capita in modo diverso. L’interpretazione del messaggio ha generato una serie di elaborazioni grazie alle informazioni di cui erano in possesso per dare un output (risposta) diverso. La stessa cosa viene percepita e capita in modo diverso. L'interpretazione del messaggio ha generato una serie di elaborazioni grazie alle informazioni di cui erano in possesso per dare un output (risposta) diverso. Quindi a fronte degli stessi input gli output saranno sempre diversi in funzione del fatto di cio che accade nel cervello (cio che avviene nel cervello è frutto delle conoscenze acquisite). Il cognitivismo (che oggi è ancora in modo evoluto la scienza dell’apprendimento più utilizzata, e declinata in altre forme) nasce quando nasce la scienza computazionale, in quel momento i cognitivisti affermano che il cervello è assimilabile ad un computer poichè il computer elabora modifica etc una serie di informazioni. Il primo pensiero del cognitivismo è quello che il cervello è come i computer ovvero dando degli ordini e programmazione al cervello posso arrivare da A a B. II cervello è assimilabile ad una macchina. Si possono quindi, tramite le informazioni date, far si che il risultato sia una determinata cosa. Il cervello apparentemente funziona come un computer ma non è un computer perchè ha elementi che il computer non puo avere (emozioni etc) che hanno un ruolo negli output degli esseri umani. Piaget psicologo svizzero è il padre fondatore dell’idea cognitivista. Piaget da una definizione importante di intelligenza “l’intelliaenza è la capacità di adattamento”. Chi è in grado di dimostrare adattamento e quindi risposte e output giusti all’interno di contesti che richiedono quegli output dimostra di essere intelligente. Il poter dare output conformi al contesto dipende dalle conoscenze. L'adattamento può essere scomposto in due ambiti comportamentali: Se l'apprendimento è un processo sociale secondo la teoria costruttivista, diventa quindi fondamentale: elaborare una strategia di comunicazione didattica, _——>A (comunicazione circolare), che faciliti l'interazione. Quanto più si vuole insegnare qualcosa che si vuole far apprendere in una logica di costruzione condivisa della conoscenza quanto più si devono elaborare alcune idee di comunicazione didattica che stimolino il processo sociale della costruzione della conoscenza. Oggi le nuove tecnologie aiutano ad aumentare le interazioni (es ipertesti) però cio rischia di limitare la curiosità anche se è perfetto per aumentare ed approfondire le tecnologie. Sempre di più gli oggetti multimediali spingono all'interazione. Es la didattica via internet non manda più le dispense e basta cercano di spingere lo studente a partecipare. Lezione 5: Nel comportamentismo, la reazione fisiologica degli esseri viventi (cane che saliva, paura di albert, topo che abbassa la leva), erano del tutto identiche ed assimilabili alle reazioni fisiologica del cervello nel momento in cui impara qualcosa. Dicevano che l'apprendimento si poteva indurre, tramite degli stimoli. Perchè l'apprendimento (funzionamento del cervello che si mette in modalità di apprendimento) puo essere indotto da qualcosa. La rappresentazione comportamentista si basa su quegli esperimenti sugli animali e sul fatto che inducevano una modifica ad uno stimolo fisiologico. Teorizzavano che l'apprendimento fosse un processo fisiologico, ergo si puo indurre. Questa teoria dell’apprendimento indotto che si puo stimolare il cervello affinche faccia determinate cose ha un senso. Questa teoria (prima teoria, che considera il docente al centro del percorso dell’apprendimento) non viene abbandonata totalmente come non viene abbandonato totalmente il cognitivismo quando viene teorizzato il costruttivismo. In realtà quando si parlerà dell’apprendimento del cervello lo stimolo della teoria comportamentista si puo dare, ed i modelli di comunicazione sono effettivamente operazioni di stimolo che mettono il cervello e la memoria in condizione di apprendere. In realtà il comportamentismo pur essendo rigido, e dando la responsabilità dell’apprendimento al docente, stimolo ad apprendere tramite l’attenzione, non è del tutto sbagliata. Tramite la didattica si puo stimolare l'apprendimento. E-cognition —> acquisizione di cognizioni di competenze tramite i sistemi mediali e multimediali. Nel sistema I —> A (che è circolare), comuncazione didattica, approccio cognitivo all’apprendimento. Questo sistema come dice Piaget ha una diramazione, poiché questo modello puo essere rivolto (discriminante è l'età) ai giovani (bambini) e agli adulti. Lo studio della scienza che analizza le modalità di apprendimento per i giovani è la pedagogia e per gli adulti è l’andragogia. Tendenzialmente non si diventa adulti a 12 ma si è ancora in età scolare quindi rientra in età pedagogica. La differenza tra giovane e adulto in questa logica è quella dell’età scolare (entro i 18 sei giovane e dopo mediamente diventi adulto). La differenza è sul livello di informazioni conoscenze e cognizioni che questi due soggetti hanno. Analogia del foglio bianco: mentre il giovane è relativamente facile trasferire informazioni saperi e conoscenze perchè la mente e la memoria del giovane si rappresenta solitamente come un foglio bianco, la memoria di un adulto (più si va avanti più la memoria si riempie) è una pagina scritta dove ci sono gia molte cose che conosce e ha assimilato. Andare a “riscrivere” una pagina gia scritta o delle modifiche, è più complesso ed articolato. La differenza sta nella libertà e lo spazio che si ha per trasferire nozioni e conoscenze è ampio nei giovani e limitato negli adulti. Si devono trovare delle modalità comunicative e di stimolazione del cervello diverse per i giovani e gli adulti, ovviamente si devono tenere in considerazione il contesto e le conoscenze pregresse che entrambi hanno (es un pastore sardo e una persona con la laurea, o un giovane di primo superiore ha una base diversa e conoscenze minori rispetto ad uno di quinta superiore). Diventa essenziale capire che nel percorso insegnamento apprendimento, si deve essere in grado di stimolare il giovane o l'adulto affinché accadano 2 cose: - Il giovane, devo essere in grado d far si che ciò che trasferisco lo riporti sulla sua pagina bianca - L’adulto, non avendo spazio, devo trovare gli interstizi tra le righe o devo fargli capire che alcune righe devono essere cancellate poiché hanno un'utilità più bassa rispetto alle conoscenze che voglio trasferirgli. L’adulto fa quindi un doppio passo in quanto decide di cancellare e sostituire delle conoscenze. Scardinare una convinzione da un adulto è estremamente difficile, quindi chi deve trasferire conoscenze più ottimali, bisogna fargli capire l'utilità. Solamente se si riesce a far capire all’adulto che ciò che si vuole insegnare è utile, a dimostrare che cio che si vuole trasferire ha una valenza nettamente superiore a quella che l’adulto ritiene di avere sullo stesso argomento. Analogia: la mente umana, riprendendo il cognitivismo, è come un sistema informatico, dove si vanno ad inserire informazioni. Una volta che la memoria del computer è piena bisogna selezionare cosa eliminare a seconda dell'importanza ed utilità, poichè buttare via un’informazione significa non averla più. La convinzione di un adulto è talmente forte e radicata e frutto di conoscenze ed esperienze pregresse, che si sono fatti idea che quella cosa è giusta in un modo. Per fargli cambiare idea e fargli scardinare un'idea, bisogna dimostrarlo ovvero l'adulto ha bisogno di vedere che cio che pensa è sbagliato, deve “toccare con mano”. Il padre di questa teoria è Malcom Knowles. Malcom Knowles Teorizzo che l'adulto impara essenzialmente, se capisce che una cosa è utile o meno, e solo sulla base dell'esperienza, impara la pratica (non dalla teoria). Sarà l'adulto che dalla pratica, elaborerà una teoria generale. Solo quando si rende conto di qualcosa allora cambierà idea. Cercando di dare strumenti di comunicazione (es grafica, filmati) riescano a far vivere la cosa che si deve imparare. Far vivere un'esperienza anche in maniera multimediale puo far entrare di più una cosa rispetto alla teoria. Concetto del SE: Percezione del se per gli adulti, a differenza dei giovani, hanno una caratteristica peculiare: concetto del se ovvero —> il fatto di sapere e di essere convinti della loro identità e del loro sapere. Hanno un’elevatissimo concetto del se, e quindi si ritiene sempre dalla parte del giusto non mettendosi mai a discussione, la resistenza, il fatto di poter cambiare è sempre più difficile e solo la pratica, molto frequente, puo farli cambiare. Il concetto del se essenzialmente nasce col tempo. Il cervello, nella parte della memoria, nella parte delle conoscenze assimilate, si riempie: per una parte si riempie con le conoscenze scolastiche e sono le cose che si sono assimilate (piccolo pezzo di memoria); il resto della memoria sono le esperienze e quindi le cose apprese con la vita, lavoro, relazioni e quindi tutto cio che si apprende al di fuori dell’apprendimento classico (scuola, università etc). Il concetto del se è dato dalla parte che grazie alle esperienze soprattutto personali e pregresse lo formano e costruiscono. Es le paure, se ho avuto una brutta esperienza con i cani ne ho paura ma poi ho preso un cane a casa e quindi cancello questa riga dalla mia memoria e cancello la paura dovuta ad un’esperienza con un’altra esperienza. Quanto più le esperienze sono forti, e importanti, o mi hanno portato ad ottenere risultati, e al raggiungimento di obiettivi, quanto più queste informazioni sono radicate. La percezione del se degli adulti quando deve apprendere: - Se l'apprendimento è quello classico (gente che spiega e adulto che ascolta) non apprenderà mai. Perchè non modificherà per niente le convinzioni radicate. Perchè l'adulto vuole mantenere quella autonomia di pensiero che si è fatto nel tempo con le esperienze. L'autonomia di pensiero si basa sugli schemi mentali quindi sono difficili da modificarsi. - Solo la percezione dell'utilità e la manifesta evidenza che cio che si spiega è utile e ha un'utilità maggiore, allora gli adulti apprenderanno. Si collega l'angolo di distorsione con l’andragogia perchè è più difficile da ridurre con l'adulto. L'angolo di distorsione esiste sempre quando si parla con qualcuno. Se non si trova il modello comunicativo giusto che provi a ridurre l'angolo, non ci si riuscirà mai a far cambiare idea ad un adulto. L'angolo di distorsione è più difficile da ridurre per colpa di chi emette e non da chi riceve poichè se non si emette un messaggio sulla base dell'utilità ed esperienze (risultato pratico), l’adulto non comprende. L’andragogia, apprendimento degli adulti, ha bisogno di tecniche mirate affinché raggiungano l'apprendimento che si vuole trasmettere. Oggi la maggioranza delle persone che apprende è più adulta che giovane (università) e non possono imparare come in età scolastica. Serve una nuova cultura di comunicazione della didattica rivolta agli adulti. Long life leaming non si finisce mai di apprendere (internet, libri, colloqui etc) quando si parla e si interagisce si apprende. Ma in tutte le sedi didattiche il modello non è mai legato all’andragogia. Allan Paivio: A seconda di come si dicono le cose (gestualità, modalità, sonorità) il cervello lavora. In che modo funzionano i neuroni? Quando si parla, l’altra persona (chi ascolta) genera sempre degli aspetti immaginifici: tenta di vedere (dove è possibile farlo) delle immagini, cerca di decodificare l'aspetto sonoro uditivo in aspetto visivo immaginifico. Si cerca di decodificare in maniera immaginifica cio che si vede o sente. Per fare in modo che cio che si dice passi bisogna usare immagini e parole giuste che generino lo stimolo all’interno del cervello, di chi recepisce, che ragiona sempre per immagini e suoni. Il suono riporta ad un'immagine (esempio del 7 ed 8 associato ad una parola l'otto si immagina più morbido e il sette spigoloso malumba si vede l’8 e takete il 7). Il cervello cerca di decodificare sempre all’interno di una situazione e del contesto cio che si ascolta cercando di vedere cio di cui si sta parlando (es se qualcuno dice elefante, il ricevente del messaggio immagina l'elefante; se si dice ufficio si cerca di immaginare un ufficio). Gli esseri umani hanno tutti un modello di decodifica del sistema all’interno del quale stanno operando. Quando vedono qualcosa cercano di decodificare cio che vedono associandogli un nome se sentono un nome cercano di associargli un'immagine. Tutti gli esseri umani hanno questa doppia codifica (anche per le cose astratte ovvero per l’amore si puo immaginare un contesto dei gesti). Allan Paivio - modello del doppio codice: ROIO SSR CORE RT TIRO Gli esseri umani i concetti li capiscono se viene espresso con Stimoliverali Ln parole che conoscono e che associano a delle immagini. Paivio dice che le immagini hanno più peso rispetto alle ! parole poichè la memoria visuale è più grande di quella Logogeni Immageni __—_- uditiva. connessioni ©) Sistema . . raterenziai = Quando si sente una parola, associo questa parola ad un Un | qualcosa “logogeno” (rappresentazione visiva che si ha di ® quella parola) quando si vede un’immagine si associa ad Fibponli versa Rifposla en vu un “immageno” (rappresentazione uditiva di cio che si vede). Le parole in realtà col logogeno si trasformano in immagini e le immagini tramite l’immageno si trasformano in parole. Tutto cio che si fa ha questo tipo di funzionamento. Nell’apprendimento interattivo (costruttivismo) in cui si interagisce con le persone o gli strumenti multimediali, la doppia codifica avviene sempre. Qualsiasi tipo di parola e immagine deve avere la possibilità di essere interpretabile. Quanto più di una cosa si riescono a dire parole che si trasformano in logogeni e immagini che si trasformano in immageni quanto più l'informazione sarà chiara definita interpretabile ed assimilabile. La doppia codifica è alla base della comunicazione multimediale e del costruttivismo inteso come costruzione della conoscenza attraverso la possibilità di interagire con le macchine o con le persone. Quando si interagisce con le macchine, l'aspetto uditivo (parole) e l'aspetto grafico (immagini) è fondamentale. Si chiama multimedialità perchè ci sono più media che si mettono insieme e cercano di rendere chiaro il concetto. L'apprendimento (I —> A) è il processo in cui l'insegnante deve trasferire e deve scegliere come trasferire le informazioni che devono essere assimilate da chi apprende e questo trasferimento di informazioni deve avvenire in modo tale che l'insegnante trovi nelle parole che uso o nelle immagini che fa vedere la capacità di logogeni o immageni in grado di capire cio che trasferisce. Se si parla senza usare immagine o viceversa rischio di lasciare la spiegazione a metà e che non avvenga l'assimilazione. Quando si trasferisce un messaggio si devono usare quelle parole ed immagini che al soggetto a cui ci si rivolge viene facile associare a parole e ad immagini. Se si parla di fuorigioco, se non si conosce la parola non riuscirà ad associare un'immagine e non sa cos'è. Quanto più si conosce (schemi mentali, conoscenze etc) quanto più si comprende e si associa cio che si sente studia vede etc. Più conoscenze si hanno più si è in grado di spiegarle sia di capire. In conclusione Paivio arriva a definire che l'unione di questi due sistemi (visivo e verbale) aiuta la memoria. Doppia codifica aiuta la memorizzazione a lungo termine. 2) Shnoz - 2001: noi come umani una volta sottoposti agli stimoli facciamo le rappresentazioni o modelli mentali. Egli dice che abbiamo due vie di rappresentazione: esteme (cio che vediamo e sentiamo, leggiamo) ed inteme (modelli mentali che si costruiscono una volta vista l’immagine o quando si sente una parola). In più sottolinea: - Le rappresentazioni, verbali o pittoriche, devono essere associate ad un contenuto. Quindi inizia a definire l’importanza dell’apprendimento con la mutimedialità e dice che aspetti visivi e verbali devono andare insieme perchè se si spiega un concetto mettendo insieme parte verbale, descrittiva, e la parte immaginifica pittorica, il concetto viene rafforzato e spiegato meglio. Le rappresentazioni verbali o pittoriche devono essere associate ad un contenuto. - Le rappresentazioni esterne sono aspetti descrittivi (parole, testo) o immaginifici (pittoriche, immaginifiche) - La rappresentazione interna, il modello mentale che costruisco è un modello che mette insieme sia la parte visiva e verbale e ci si puo fare un'idea nel mio modello mentale di quel contenuto sia con l'aspetto verbale che visivo. - L'apprendimento multimediale è generato s _ dall'insieme di queste rappresentazioni. Ovvero l’apprendimento multimediale esiste quando si è sottoposti ad un connubio a una duplice IE azione di aspetti verbali e _ = | visivi. MODELLO MENTALE Elaborazione sema! Comprensione della figura: Comprensione del testo: 1. Percezione 2. Rappresentazione mentale visiva 3. Elaborazione semantica 4. Modello mentale 1. Rappresentazione mentale della struttura superficiale del testo 2. Rappresentazione proposizionale del contenuto semantico 3. Modello mentale dell'argomento descritto Si viene stimolati dal testo o da una figura, gli stimoli vengono elaborati e percepiti, si costruisce una rappresentazione mentale: nel testo e nell'immagine si elaborano e rappresenta il testo e si percepiscono le immagini. La rappresentazione superficiale è quella che si percepisce degli stimoli verbali, quando si interpreta si sta elaborando e diventa una nostra interpretazione questa elaborazione è la mia idea o proposizione. Lo stesso vale per l’aspetto visivo, invece dell’elaborazione si parla di percezione cio che si comprende da un’immagine, cio che si capisce diventa una nuova elaborazione “selezione tematica” capire e collocare l’immagine in un archivio di saperi che ho, queste immagine formano un modello mentale. Il percorso visivo da un modello mentre quello verbale da una rappresentazione, perchè la percezione visiva si ricorda meglio anche se insieme verbale e visivo generano un concetto, idea di sapere. Differenza tra Schnoz e Paivio: paivio dice che il nostro cervello e apprendimento si basa su due codifiche differenti, a fronte degli imput si daranno output verbali o non verbale, Schnooz dice la stessa cosa ma dice che il modello mentale che deriva dalle immagini è più forte e l'unione del modello verbale e pittorico insieme danno una conoscenza o rappresentazione concettuale. 8) Chandler e Sweller - 1991 : Parlano delle risorse che vanno messe in campo in una situazione di apprendimento. Definiscono il carico cognitivo. Ognuno ha nel momento dell’apprendimento una serie di risorse che mette a disposizione del suo cervello ed intelligenza che gli permettono di fare un'attività, queste sono le risorse cognitive. Chandler e Sweller dicono che lo studente che deve capire un'informazione devono costruire la stessa tramite una serie di rappresentazioni integrate (insieme) di testo e figure. La teoria del carico cognitivo sostiene che se si apprende solo tramite un testo con nessuna immagine aumento il carico cognitivo che devo mettere a disposizione perchè associo testo ed immagini perchè si vuole trasformare in immagini il testo descrittivo. Se invece un’informazione è accompagnata da un'immagine il carico cognitivo è ridotto perchè viene semplificato. Se mancano le immagini o il testo vuol dire che le risorse cognitive messe a disposizione per comprendere quel concetto aumentano. Le immagini hanno un peso maggiore rispetto al testo. Se quindi si riesce a ridurre il carico cognitivo trasferendo le informazioni nel modo migliore possibile tramite un'integrazione di testo ed immagini si ridurrà il carico cognitivo per comprendere tale informazione. Se però si esagera con le rappresentazioni visive o testuali e quindi carico troppo l'informazione che si vuole trasferire, si avrà un sovraccarico cognitivo. Quindi testo ed immagine devono essere bilanciati in modo da alleggerire il carico cognitivo richiesto. Se si è più scarichi si è più in grado di comprendere il concetto. Questo esempio mostra che se si mette la descrizione al di sotto si genera confusione perchè l’aspetto visivo e testuale è staccato mentre nell'immagine sotto c'è un minore carico cognitivo perchè il testo si associa all'immagine esplicativa (legge della prossimità della gestalt). Chandler e Sweller dicono: - Immagini superiore al testo - Superiorità delle rappresentazioni integrate che diminuiscono il carico cognitivo si interpreta più 7 E) facilmente. Lezione 6: Recap Paivio —> dice che l'essere umano ha due sensi essenziali per l'apprendimento “aspetto uditivo e visivo” si apprende per testo parole e rappresentazioni pittoriche (immagini). Doppia codifica, si apprende se si hanno queste due tipologie di stimoli che il cervello traduce in logogeni ed immageni, che sono l’idea rispetto a cio che si vede o sente. Schnoz —> la doppia codifica esiste sempre come l'aspetto testuale e visivo. Il passo avanti consiste nell'affermare che questi due stimoli si uniscono e donano un’organizzazione concettuale (il sapere relativo ad una determinata cosa). Evidenzia inoltre che le codifiche si uniscono e restituiscono l’organizzazione concettuale. La fase visiva/pittorica è più importante nella costruzione dell’organizzazione concettuale. Il pensiero si puo condizionare, si condiziona il modello mentale. Chandler e Sweller —> la conoscenza è data dal mix di immagini e testo, ma è vero se sono bilanciate, che un eccesso di una o dell’altro puo influenzare l'apprendimento rendendolo più complesso. Ovvero ognuno ha una capacità di risorse per apprendere, che si mettono in campo per risolvere un problema, possono essere troppo utilizzate se si viene sottoposti ad una quantità di informazioni, pittoriche verbali sonore etc, che chiedono un eccessivo sforzo e di risorse per capire il concetto. Introducono il concetto di carico cognitivo, il livello quantitativo di immagini suoni testo etc deve essere adeguato. Inoltre dicono che l'elaborazione è basata sulla rappresentazione integrata di testo e figure, si mettono sempre insieme parole e immagini. Se si è sottoposti solo a testo l’immagine la si crea da soli ma questo significa che lo sforzo cognitivo sarà eccessivo. Mayer: Egli parte dal fatto che la psicologia cognitiva e il modello cognitivo dell’apprendimento si basa molto sull'esperienza dell’intelligenza artificiale. Mayer usa come riflessione il fatto che il cervello funzioni come un computer e quindi elabora e processa e analizza delle informazioni che lui chiama “human information processing” ovvero il cervello umano processa le informazioni (come le processa la memoria CPU di un computer). Inoltre dice che chi deve imparare mette in moto dei processi cognitivi: - Selezione del materiale - Organizzazione del materiale selezionato - Integrazione del materiale con le conoscenze pregresse. Vedere se la rappresentazione mentale si collega con qualcosa che gia si conosce. Mayer definisce il concetto di MULTIMEDIA sENSORY Woriaiie Lon-TERM elaborazione attiva , PRESENTATION MEMORY MEMORY MeMARY partecipazione dello studente, Y ovvero di stimolo dell’apprendimento dello Words »[ Ears studente. Per far si che lo Pictures tre Sounds Verbal Prior studente sia partecipativo Knowtedee nell’apprendimento Mayer riprende le teorie precedenti ovvero che testo e figure sono gli elementi di base e che sono l’approccio multimediale all’apprendimento. Ovvero gli stimoli visivi e testuali vengono recepiti dalla memoria sensoriale, poi passano (se non passa si scorda non si elabora) cio permette di ragionare ed elaborare il materiale (Memoria di lavoro) e quindi si collegano a conoscenze pregresse e fanno il sapere nella memoria a lungo termine. Mayer dice che la memoria sensoriale è avviata con la presentazione multimediale (parole testo figure) si interpretano e si fanno dei modelli visivo o verbale. Siccome parte tutto dalla memoria sensoriale, egli cerca di capire come servono testo ed immagini. Egli dice che l'apprendimento multimediale ha due obiettivi essenziali: - Tramite gli stimoli chi apprende deve ricordare cio che gli è stato rappresentato, parte fondamentale è il ricordo (che deve far venire in mente cio che si è appena guardato sentito). - La comprensione è la capacità di assimilazione di un concetto e di poterlo usare in diversi contesti (adattamento - piaget). Mayer dice quindi che l’apprendiemento multimediale è utile ma bisogna saperlo usare. Si puo fare cio tramite sei punti essenziali: 1. Multimediale: gli studenti apprendono meglio da una presentazione che associa parole a figure. IMmagini e testo integrati. Nel cervello si ha una memoria visiva (più grande) e una memoria testuale (più piccola), Mayer dice che se si mandano input che devono essere integrati di aspetti pittorici e parole, e si mandano insieme questi stimoli ed arriva nella memoria a breve termine, se l'informazione viene ricca di testo ed immagini, se fosse solo testo si andrebbe a cercare nella memoria tesuale mentre se sono solo immagini si vede la memoria visiva ma se sono testo ed immagini si va a cercare l’info in tutto il database e quindi tutta la memoria. Quindi è importante che si recuperino le informazioni pregresse quanto più si trasmettono testo ed immagini insieme. Perchè mandando stimoli che integrano testo ed immagini si ha più possibilità di ricordare più informazioni pregresse e far e piu collegamenti. 2. Vicinanza spaziale e temporale: parole e figure corrispondenti vicine sulla pagina o sullo schermo, presentate simultaneamente. Permettono una integrazione immediate delle info. Testi e figure vicine e sincroniche perchè quando si vede un’immagine e il testo esplicativo si associano immediatamente e si rafforza la conoscenza e perchè | stimolo è simultaneo. Per risolvere problemi ed apprendere cose nuove si ha bisogno di entrambe le modalità. Il lato dell’insegnamento deve quindi stimolare entrambe le modalità. Quando si dorme il cervello mette insieme e sistematizza e cataloga tutte le info che ha. In fase di sonno il cervello rimette in ordine le informazioni e quando ci si sveglia si ha un cervello diverso. Tutto cio che si ha nel cervello sono | cose che si sono assimilate. Dali aveva come caratteristica il dipingere appena sveglio. Con la tecnica delle chiavi, appena si svegliava dipingeva cio che aveva sognato, si addormentava con le chiavi in mani seduto e quando cadevano si svegliava e dipingeva, in quei pochi minuti di sonno aveva trovato nuove idee e ispirazioni. La modalità diffusa come i dormire è un modo per trovare nuove idee, proposizioni, soluzioni. Procrastinazione —> quando si studia, o si fanno cose che non piacciono, il cervello prende coscienza di fare una cosa che non gli piace, manda degli input di dolore, azioni che portano ed evitano la sensazione di fastidio che si avrebbe tramite lo studio. La procrastinazione è il rinviare una cosa dolorosa, concentrarci su qualcosa che no piace porta dolore al cervello e quindi il cervello si difende cercando di attenuare il dolore. Non è un dolore fisico ma non percepibile di fastidio che fa si che il cervello pensi o voglia fare un’altra cosa. Quindi sposta l’attenzione dallo studio ad altro (una cosa che non procura dolore). Quando ci si distrae dallo studio si produce una felicità momentanea, procura benessere. Però è momentanea perchè il problema comunque si ripresenta. Le neuro-scienze affermano che: il cervello in maniera concentrata (momento in cui si fa ricorso a tutti i saper e informazioni) non riesce a resistere più di 20 minuti. Quindi lo sforzo se troppo prolungato genera quel fastidio per cui poi si procrastina. Se invece lo sforzo è adeguato alle capacità del cervello allora si puo provare a mantenere alta la concentrazione. Si dovrebbe studiare 20 minuti e poi staccare il cervello mettendolo in modalità diffusa perchè: - Più si sta concentrati più non si riesce a rimanere concentrati. - Perchè lo sforzo che si fa ha bisogno di un premio che è la pausa. - Quando si stacca e si entra in modalità diffusa è probabile che alcune cose fatte in modalità concentrata si perfezionino. Quando si parla di comunicazione alla didattica e stimolo all’apprendimento ci si deve rendere conto che se alla persona che apprende, ha queste due modalità del cervello, bisogna far si che quando si somministrano informazioni e prove in modalità concentrate queste prove devono poter essere affrontate o bisogna essere in grado in modalità diffusa di pensarci. Cervello: concentrato o diffuso. Servono entrambe per generare apprendimento, quando si studia nasce un terzo fenomeno che è la procrastinazione ovvero quando si studia cio stimola nel cervello dolore e quindi si cerca di evitarla, se si evita si ha una momentanea felicità che pero non risolve il problema. Neuroni celebrali: particelle del cervello che collegano le informazioni utili tra loro. Capacità di ricordare: quando qualcosa è irrilevante per chi apprende, specialmente per quanto riguarda i concetti astratti (Es matematica, filosofia),quando più il cervello ha bisogno di un fenomeno che è la ripetizione. Si ha bisogno della ripetizione perchè rende più forti i chini deboli e cementifici le informazioni. Quando si ripete più volte un’informazione essa rimane di più nella memoria sensoriale cosi che possa passare a quella di lavoro e poi in quella a lungo termine. Memoria: Quando si cerca di riportare alla memoria un'informazione, il cervello cerca fra tutti i suoi chunk e se trova la risposta la eleva alla memoria di lavoro o a breve termine cosi da poter dare una risposta. Quindi si va nella memoria a lungo termine e si riportano nella memoria di lavoro le informazioni assimilate da elaborare per risolvere il problema. Come avviene: Il problema viene posto —> entra nella memoria sensoriale e poi di lavoro —> si cercano gli elementi a disposizione che possono risolvere il problema, le porto su, questo insieme di elementi fa un ragionamento nella memoria di lavoro e poi si fa un'uguaglianza: il ragionamento risolve il problema? Quando si richiamano le informazioni che generano la soluzione al problema quando si confrontano con esso non funzionano, esso esce e quindi si ripensa e si rifà il processo etc. Le soluzioni elaborate (o insieme di chunk) si prova a costruire quando si capisce il problema, quando si è capito si cercano le informazioni che risolvono il problema e si risolve. Se non si capisce la domanda le soluzioni posso anche averle ma non riuscirò mai a risolverlo. Se si capisce la domanda ma non si hanno le conoscenze per risolvere allora non potrò risolverlo e dovrò acquisirle per risolverlo. Quindi chi pone il problema deve essere certo che chi deve risolverlo abbia capito. Quando si affronta lo studio bisogna capire a cosa serve e dove si arriva (capire il senso del problema). E bossa capire l'obbiettivo dell’apprendimento. Nell’azione di apprendimento (quando si apprende) è fondamentale capire il perché e a cosa serve. Chunking: costruzione (mettere insieme) le informazioni in modo tale che tali informazioni provino a risolvere il problema. Se non si capisce il problema si sbaglia a creare il chunk. Il chunking o collegamenti tra informazioni, è generato dall’obbiettivo (soluzione del problema), se l'obbiettivo non è chiaro non si potra fare chunking nella maniera corretta. Essere in grado di apprendere significa esere in grado di averne capito l’obiettivo, solo se si capisce a cosa serve mettere insieme delle informazioni si potranno mettere insieme le info che aiuteranno a raggiungere l’obiettivo stesso. Capire il perche si fa qualcosa. Risolvere i problemi significa una volta capito il problema, essere in grado di metter insieme le informazioni per risolverlo. Il chunking è frutto della comprensione e motivazione del perchè si fa cio. Chunking frutto della comprensione del problema o obbiettivo. In tutto cio incide l'angolo di distorsione, poichè se non si comunica bene il problema o non si comprende non si potra fare chunking nella maniera corretta. In generale non tutti gli obiettivi | cantei prebiena Capitol problema Freblema non capita possono essere chiari pero in ambito didattico informazioni gusta Riomzioni naicenio __.Ifomazoni iste non puo non essere chiaro. Il modo n cui viene = proposto il problema incide sulle selezioni di informazioni da elaborare conservare e collegare ad altri chunk. Quando si da un'informazione (insegnando etc) essa arriverò a chi deve recepirla, cio che la fa collegare ad altre informazioni cosi che formi un chunk, puo essere il modo in cui viene proposta l'informazione (modalità formato etc). La persona tratterà le cose che crede utili o le informazioni comunicate in una modalità. Soluzione del problema Men seluzione Non saliziora Deduzione: il processo di chunking è di deduzione, ovvero la soluzione dei problemi non si ha direttamente, ma si deduce la soluzione, perchè si mettono insieme delle informazioni che portano o avvicinano alla soluzione. L'apprendimento nasce anche da deduzioni sbagliate perchè quando si sbaglia si eliminano dei collegamenti di informazioni sbagliati per risolverli, e si cerchera di capire meglio la domanda, il contesto e si cercherà la soluzione in altro. L'operazione di chunking è un'operazione che il cervello fa quasi in maniera autonoma, ma per poter essere fatta bene, l'autonomia che si da al cervello, nel metter e insieme le info dipende da cio che si è assimilato e dipende dall’interpretazione del perché si devono mettere insieme delle informazioni e non altre. Per comprendere una domanda si deve capire: chi la pone, il contesto, l'argomento, perchè mi sta venendo posta. Lezione 8: Comprensione della domanda è fondamentale per fare chunking (cercare nella memoria tutte le info che correlate fra loro potranno aiutarmi a risolvere il problema). Se non si capisce il problema o si capisce male il problema quando il processo di chunking porta su delle info, e il problema rimane, allora ci si rende conto di aver sbagliato ad interpretare la domanda. Il processo di chunking in questo caso mi fa rende conto che possono mancarmi delle informazioni per la risoluzione di un problema. I neuroni sono delle sinapsi, collegamenti celebrali che mettono insieme le informazioni (chunk) o cassetti della memoria per fare in modo che queste informazioni messe insieme risolvano il problema. Il chunking sono quindi queste sinapsi, collegamenti neurali, che generano quel chunk che prova a risolvere il problema. Come si risolvono i problemi? tramite due processi: Processo di chunking (bottom up) e Top down. Si parte dal concetto di avere delle informazioni, nostre conoscenze. O si cercano livelli informativi conoscenze che si hanno che risolvono i problemi (chunking), se invece le conoscenze non le ho e quindi l’azione di chunking non può avvenire perché non riesco a collegare un’informazione con altre perché mi mancano, conoscenza limitata, non si può risolvere il problema con la modalità bottom up. Quindi devo utilizzare modalità Top Down, ovvero dopo aver preso coscienza (nella modalità bottom up) che devo allargare le mie conoscenze, allargo il problema. Una volta che si allarga il problema allora saprò cosa devo fare per riuscire ad aumentare i livelli di conoscenza per poter risolvere il problema in un momento successivo. Esempio: Devo fare un discorso di inglese, non ho pero le informazioni necessarie per poter fare, me ne rendo conto facendo bottom up poiché le informazioni che ho non bastano a farmi formulare un discorso, quindi allargo il problema e tramite la modalità top Down acquisisco le ‘conoscenze mancanti tramite lezioni di inglese viaggi a Londra e libri di testo. Una volta che ho immagazzinato e assimilato le informazioni necessarie, e mi si presenterà nuovamente il problema del dover fare un discorso in inglese, riuscirò questa volta a farlo tramite la modalità bottom up (chunking). La costruzione del sapere e risoluzione del problema può partire dall’alto con la ricerca di nuova conoscenza o dal basso perché ho già le conoscenze necessarie. Parlando del bottom up, se si hanno tanti potenziali chunking, si costruiranno solo se si capiranno le informazioni da utilizzare. Sapere quale chunk inserire nel processo di chunking dipende dall’aver capito di cosa si sta parlando quindi la parte centrale di contestualizzazione e comprensione della domanda è fondamentale. Illusione di conoscenza: Recall: capacità di stimolare la memoria, visiva ma anche non visiva, tramite il processo di racconto e richiamo. Per esempio quando si legge un paragrafo, si chiude il libro e si prova a ripetere ciò che si è letto. Più volte si fa questo recall non guardando il testo è più efficace ed efficiente come quello delle mappe concettuali, ha la stessa valenza di acquisizione delle informazioni. Quando si ripete dopo aver letto ma si riapre il libro nel mentre della ripetizione e si va avanti, si invalida l'operazione di recall e si ha un'illusione di conoscenza. Questa è un'operazione che aiuta a ricordare. Il ricordo serve perché quando arrivano degli stimoli al cervello, sta per pochi secondi nella memoria sensoriale e quindi non viene trattenuta ed elaborata e poi assimilata; l'operazione di recall fa in modo che l’informazione o stimolo venga trattenuta nella memoria sensoriale affinché venga elaborata e poi assimilata. È quindi uno strumento di trattenimento delle informazioni in modo tale da poterle collegare ad altre nozioni assimilate. L'operazione di recall permette di trattenere un’informazione finche non viene elaborata e processata affinché diventi conoscenza. Il recall è un'operazione di studio mnemonica, è ripetizione. Il recall non è una semplice logica di ripetizione, è la ripetizione finalizzata all’assimilazione del sapere. Il recall va fatto con il cervello in modalità diffusa, si richiama cio che si è ripetuto, se si riesce a ricordare cio che si è ripetuto quando si sta in modalità diffusa (es passeggiata con un amico) allora ci si rende conto che l'informazione sta venendo assimilata e capita. Nell’apprendimento quindi chi trasmette informazione deve fare recall ovvero si dice più volte la stessa cosa cosi che si da lo spazio a quella informazione di essere assimilata. Che però non deve essere ridondante. modalità diffusa, risolve un altro problema ancora. Il transfer è il trasferimento di una stessa informazione in scenari diversi in grado di risolvere problemi diversi. Esempio se si ha una logica sequenziale per cui 1 -> 2 -> 3 ma so anche che 4 -> 5 ->6 altri saperi. So che il primo insieme liberare risolve problema A il secondo gruppo risolve il problema B ma se prendo le informazioni 2 ->5-> 1 risolvo problema C. Questo è un ragionamento Olistico, ovvero cio che si apprende serve per essere usate in modi diversi per risolvere problemi diversi. Il cervello non è dominato totalmente ma può essere influenzato (comportamenti, motivazioni ect). Atteggiamenti del cervello: 1. Overlearning —> “eccesso di apprendimento”. Quando si ripete più volte cio modifica l'atteggiamento del cervello, ovvero quando si continua a ripetere un qualcosa che gia si è introitato. L'overlearning pero puo essere giusto quando si tratta di contesti tecnico-fisici (es sport, suonare etc), ma è sbagliato quando si ripetono più volte nozioni gia assimilate. L’overleaming nel secondo caso infatti porta a bruciare energie e porta ad un'illusione di competenza. Si porta dietro un problema di rigidità ovvero si imparano cose in modo mnemonico e cio non significa che vengono assimilate, si pensa solo alla ripetizione. Non ci si sforza a capirla. Quando si ripete bisogna preoccuparsi di averla capita e non di ricordarsi le parole. 2. Interleaving —> “tra saperi”. Atteggiamento del cervello che cerca di capire se ci sono altre informazioni necessarie a risolvere il problema. È una formamentis che fa passare da strategie risolutive ad altre in modo da trovare informazioni per risolvere il problema finale. L’interleaving è il riuscire a risolvere problemi non avendo le conoscenze o informazioni utili ma elaborando strategie di risoluzione tramite uno stimolo sequenziale di risoluzione di altri problemi. Stimolo creatività e flessibilità “capacità di spaziare”. Spesso si cerca di risolvere problemi cercando un problema simile cosi da usare le informazioni che potrebbero aiutarmi a risolvere il problema attuale. Il concetto di interleaving è importante perchè è una predisposizione del cervello che permette di passare da un’argomento ad un altro in modo da trovare nei saperi le info necessarie per risolvere problemi finali. È avere la visione di tutto cio che si sa e prendere gli elementi per risolvere i problemi. Approccio olistico che riprende il concetto di transfer. 3. Einstellung —> processo mentale bloccato dalla convinzione di qualcosa che poi si rivela sbagliata. Quando si è troppo convinti di qualcosa e cio non permette di risolvere il problema e di fare chunking in modo corretto perchè un’informazione è sbagliata. 4. Serendipità —> se si studia qualcosa difficile da apprende se si procrastina non si fara mai mentre se si segue la legge della serendipita che dice “provaci” introita e assimila il primo concetto e gli altri poi saranno più semplici da apprendere. Se ti impegni e non procrastini, superi il primo scoglio che è sempre quello più difficile riesci e studiare l’intera materia. È uno stato mentale per cui ci si sforza a non procrastinare. Quindi la serendipità si oppone al concetto di procrastinazione perchè è lo stato mentale che cerca di contrastarlo. 5. Abitudine —> il cervello impara un qualcosa che diventa automatico (guidare). Quando si apprende qualcosa, tanto da diventare automatica, questa non riflessione genera abitudine. Gli elementi da stimolare per acquisire un’abitudine (autoinduzione del comportamento) sono: b. Stimolo (qualcosa che fa automatizzare, es aprire la portiera della macchina) lo stimolo fa generare una routine. c. Routine ( prassi, inconscia) se la routine ti porta a raggiungere l’obiettivo (ottenere una ricompensa) d. Ricompensa (serve a far si che il comportamento venga confermato, perchè si è raggiunto l’obiettivo prefissato). e. Credenza (le abitudini hanno delle credenze ovvero pensare che ormai ho imparano e non si possa migliorare e quindi non si farà nulla per migliorare) quindi frena il cambiamento (apprendimento) L’abitudine è positiva per i primi 3 elementi ma per il quarto no perchè non si vorrà migliorare ancora. L’adulto ha una serie di routine per cui è coniato che cio che fa sia la cosa più giusta ed ha la credenza di pensare che sia la cosa migliore. La sua attività abitudinaria se fino ad oggi ha portato risultato gli impedisce la possiilità di migliorare. Oggi non c’è nulla di più fisso del fatto che tutto è variabile. E quindi se non si cambia la routine (modo di fare le cose e di pesare) si sbaglia e non si risolvono i problemi. La relazione tra insegnamento apprendimento, evidenzia un problema, ciò che si trasmette in questo percorso (conoscenza che si devono trasmettere in questo sistema | —> A. Questo percorso si PUÒ |... tas dividere in due fasi: a 1. Spiegazione della teoria 2 2. Tramite la teoria riesci a risolvere i problemi A L'elemento importante in questo percorso è un freno, dal lato di chi apprende, legato al concetto di rifiuto dell’assimilazione e dello studio: procrastinazione. Nei modelli di apprendimento ci sono due fenomeni: - Processo (prima fase) - Prodotto (seconda fase) Sono due attività che possono essere sequenziali oppure si può sviluppare il processo affrontando prima il prodotto (provo a risolvere un problema e dal farlo capisco la regola). Questo dipende dagli stili di apprendimento. Quando si procrastina, bisogna capire la motivazione alla procrastinazione (rifiuto). Quando si studia qualcosa l’obiettivo è quello di usare le conoscenze per risolvere problemi quindi la parte finale del sistema insegnamento apprendimento è che l'insegnante deve dare gli strumenti e i mezzi per affrontare i problemi (parte finale dell’apprendimento). La fase del prodotto è quella più difficile. Quindi se ci si concentrano gli sforzi allo studio sulla parte del prodotto è più facile che si generi procrastinazione perché ci si concentra sulla fase più difficile facendo un insegnamento deduttivo (dedurre la teoria dalla pratica). Quindi le neuroscienze dicono che è nettamente meglio nell’approccio allo studio e all’apprendimento, concentrarsi sul processo e perdere di vista il prodotto perché in questa sequenza “processo —> prodotto” (prodotto inteso come risoluzione dei problemi) il prodotto è frutto sequenziale del processo. Si insegna per trasferire gradualmente i saperi in modo tale che alla fine possano essere messi insieme per far risolvere i problemi. Quindi per evitare la procrastinazione è meglio concentrare il percorso insegnamento - apprendimento, sul processo perché la graduale assimilazione del processo porta automaticamente al prodotto. Lezione 10: Affordance —> proprietà reali e percepite che un oggetto ha , tali proprietà indicano come si potrebbe usare quell'oggetto: utilità che tutti riconoscono ad un oggetto o a qualcosa (es buongiomo= un saluto). Ci sono però delle interpretazioni sui messaggi o oggetti che non dipendono solo dalla affordance ma da come si approccia in quel preciso momento quell’oggetto o parole. Quando si dice o mostra qualcosa va presa coscienza (ricollegandosi all’angolo di distorsione) che quell'oggetto o cose che si dicono non dipendono solo dalla loro affordance ma anche da come in quel momento noi li percepiamo (es quando si è arrabbiati la sedia non serve per sedersi ma per scagliarla). Qualsiasi cosa si utilizzi per comunicare (parole, oggetti, entrambi) per noi hanno una affordance ma per chi le legge in determinati momenti ne hanno un'altra, quindi bisogna trasferire i contenuti sapendo però che l’interpretazione di tali messaggi (verbali, non verbali) puo modificarsi e cambiare. C'è una affordance di base per ogni cosa ma non è detto che sia sempre cosi. A livelli di analisi e memoria (apprendimento multimediale: visto come sistema di comunicazione in cui più media e mezzi di comunicazione, interazione aiutano a spiegare concetti) va tenuto in considerazione che quando si costruiscono messaggi bisogna tenere in considerazione il fatto che essi possano essere interpretati diversamente. Altro elemento collegato all'angolo di distorsione. L'insegnante, ruolo che trasferisce i contenuti, è essenziale, ma il successo della comunicazione non dipende solo dalla sua comunicazione ma anche dallo stato d'animo con cui il ricevente recepisce quel tipo di messaggio. La relazione insegnamento-apprendimento quindi è più complesso nella logica in cui si cerca di creare le condizioni migliori affinché il soggetto apprendano e assimilino i concetti trasferiti. Importanza della memoria, il cervello ha la memoria visiva più sviluppata e quindi se si trasferiscono in temi visivi le informazioni quanto più si incide la parte di memoria più forte. Quindi quanto più si mostrano delle cose quanto più possono essere ricordate ed assimilate. Che cosa va fatto vedere per spiegare determinate informazioni? Problema dell’affordance perchè a seconda di ciò che si mostra si possono avere percezioni diverse. Chi trasferisce il messaggio non solo deve capire quale elemento visivo utilizzare per far percepire l’informazioni per come la intende dai discenti ma deve anche sapere che a seconda della situazione o stato d’animo del discente puo cambiare la percezione da parte dei discenti dell’informazione. Quando si media qualcosa cio che si recepisce, lo si assimila non solo per cio che si percepisce ma anche dallo stato d'animo con cui in quel momento si sta recependo (es da arrabbiati, tristi etc). Quindi la tecnica dei 20 deve fare in modo che tutte le possibili distrazioni (stato d'animo elementi distraenti, peniseri, contesto etc) portino ad una cattiva interpretazione del messaggio che si sta recependo (affordance collegata ad angolo di distorsione e tecnica di concentrazione). Non sempre una comunicazione arriva sempre dove vuole, a volte sbagli chi comunica, a volte è lo stato d'animo del ricevente, il contesto che lo porta a dare interpretazioni diverse). Lo stesso oggetto in contesti diversi da percezioni diverse. Questo significa che la stessa cosa vista o vissuta in situazioni diverse crea uno stato d’animo diverso. Stretto collegamento affordace-memoria: si parla di aspetti visivi, quanto più si è in grado di collegare oggetti a cose che si devono ricordare, quanto più gli oggetti che si memorizzano sono oggetti paradossali, quanto più l’immagine è un'immagine incredibile (non naturale ma capace da ricordare). Quando i neuroscienziati parlano di memoria visiva, parlano per logiche di immagini paradossali che sono immagini che più colpiscono l’attenzione e la parte visiva e visuale della memoria, questo è legato ad un aspetto: “se devo ricordare qualcosa, devo ricordarla perché la associo a qualcosa (immagini)”. La memoria funziona non solo nella logica in cui si assimilano le conoscenze e i saperi che ormai fan parte dei neuroni ma la memoria puo essere stimolata a funzionare se si associano cose ad eventi o immagini di carattere paradossale. Le cose si ricordano o tramite immagini paradossali o per acquisizione delle conoscenze, assimilazione che poi diventa abitudine. Abitudine —> è fatta di 4 momenti (stimolo, routine, ricompensa e credenza). Lo stimolo genera la routine, si raggiunge l’obiettivo (ricompensa verifica che l'abitudine ha funzionato portando al successo) e poi se si è abituati in un certo modo che fa raggiungere sempre la ricompensa, allora si attiva la credenza del saper fare bene qualcosa. In questo percorso dell'abitudine: assimilare fare proprie e usare in modo abitudinario qualcosa, le credenze che sono collegate all’abitudine sono difficili da sradicare. La credenza fa si che il proprio sapere si consolidi anche quando si generano situazioni di cambiamento per cui tale pensiero debba cambiare o evolversi. Cio accade con l'avanzare dell’età (collegamento andragogia). Esiste un sistema di resistenza al cambiamento (abitudine). Tutte le volte che si acquisisce un’abitudine (si impara in maniera routinaria un’azione o la risoluzione ad un problema), è possibile che si acquisisce oltre alla competenza routinaria anche un freno a sviluppare e migliorarci e a cambiare le competenze e quindi ad adattarci (intelligenza). La didattica cerca di portare i discenti, e l'acquisizione del sapere all’assimilazione. È una cosa giusta fino ad un certo punto perchè in quel percorso ad un certo punto il soggetto deve avere una visione aperta per cui i suoi saperi possano essere messi in discussioni. Bisogna insegnare ad imparare ad imparare e a capire che le cose cambiano e che i propri saperi devono essere cambiati quando cambiano le cose. Specialmente oggigiorno in cui non si richiedono intelligenze specifiche bensì l'intelligenza al cambiamento, es intelligenza creativa. L'importanza di cio che si impara non è cio che si impara in se ma come tali cose possono aiutarlo a risolvere problemi di qualsiasi altra natura. L'apprendimento non è italiano fisica inglese etc ma il vero apprendimento è l’uso di tali informazioni per risolvere problemi di tutt'altra natura. Quando si assimila qualcosa, la memoria non si perde (come nella epilessia - riduzione dell’ippocampo —> senza la memoria non funziona). Rapporto memoria breve termine e quella a Con la concentrazione si avvia la fase di studio e con la collaborazione si sviluppa, elemento essenziale della collaborazione è la partecipazione attiva sia nei gruppo costituito da colleghi sia ponendo domande al docente. Durante lo studio è fondamentale integrare alla parte descrittiva una parte grafica (Mayer). È importante riconsolidare e ripetere un'informazione assimilata per la risoluzione di problemi cosi che venga perfezionata sempre di più. Queste sono una serie di operazioni che creano la condizione tale per cui tutto l’iter della didattica, (scienza tra insegnamento e apprendimento) generi apprendimento. Chi apprende deve fare uno sforzo. Elementi che permettono di assimilare il contenuto. Studio —> fase in cui si creano le condizioni per assimilare. Se non si studia e non si attivano il setting di operazioni che permettono di acquisire informazioni, non si assimila. La responsabilità del non studio ricade su chi apprende. Se si studia si raggiunge un obiettivo se non si studia si passa l'esame, l’obiettivo a breve termine si raggiunge ma non si tiene conto del reale obiettivo ovvero quello di acquisire conoscenze. Scala di priorità: Se corrispondono le scale di priorità non si trova intesa, mentre se non corrispondono si puo trovare un punto di incrocio. La distonia tra interpretazioni puo permettere una mediazione. Quanto più è alta la dissonanza fra due idee di pensiero, quanto più è possibile trovare una mediazione, quando più la dissonanza è bassa, più si abbassa la possibilità di mediazione. Nel momento in cui ci si relazione con un altro soggetto si deve pensare che quella persona probabilmente non ha una visione come la mia e non ha la stessa scala di valori quindi piuttosto che arrabbiarsi e provare a convincerlo, non ci si riuscirà. Questo elemento è importante quando si parla di scala di valori all’intemo dell'ambiente universitario. Lo scenario di ciò che uno assimila è fatto da 3 livelli: conoscenze, abilità e competenze. Le conoscenze sono le informazioni teoriche operative, le abilità è la capacità di aver compreso quelle conoscenze, le competenze è l'abilità essa in pratica. A livello universitario, non si parla di competenze ma di conoscenze, che sono la fase 1 e rispetto alla fase 3. La scala di valori dipende anche dal contesto storico e culturale. Se si raggiunge l’obiettivo esame (perché senza laurea non si viene presi in considerazione in Italia, è più uno status, è più importante apparire), poi se si supera in modo tale da acquisire conoscenze allora meglio, se si riuscisse a trovare qualcuno che insegna con un alto livello di pathos ed interesse e mi motiva ad apprendere cio non mi dispiace. L'obiettivo primario del docente invece è quello di trasmettere conoscenze. la prima priorità del docente soddisfa la seconda dello studente a cui non dispiace ottenere delle conoscenze venendo motivato a farlo. La seconda priorità dl docente soddisfa la terza priorità del docente che cerca di far comprendere l'applicabilità delle cose teoriche. Separare le conoscenze teoriche e trasformarle in elementi esperienziali. Trasformare le teorie in pratiche migliora l’effetto del docente del trasferire una conoscenza che incontra la motivazione di apprendimento che genera il superamento dell'esame. Un altro obiettivo importante è Priorità dello studente: Priorità del professore: quello di trovare lavoro che 1.Esami/Laurea 1. Insegnare, infondere conoscenza, si collega alla seconda 2.Stmolo nd apprendere n 2. Diterenza ra conoscenze pratiche e priorità del docente perché C atavoro TT Pn come trasformare la teoria in lo studente cerca di acquisire conoscenze pratiche, resa possibile grazie ad un apprendimento motivato che a sua volta permette di superare l'esame. Guarda lezione 11 sul quaderno: Chi insegna e chi apprende sono differenti. * Lo studente ha come elemento centrale e primo punto nella sua scala di valori nell'affrontare lo studio: il passare l'esame. e Il primo punto del docente (chi insegna) è quello di trasferire conoscenze. Il docente puo trasferire conoscenze in tanti modi (il peggiore trasferire leggendo 50 slide oppure il migliore che valuta il modello di trasferimento delle conoscenze utilizzando modelli tecniche metodi in modo tale che realmente alcune conoscenze passino e vengano assimilate dallo studente). * Lo studio è l'elemento essenziale dell’apprendimento (decide e vuole assimilare entra nella fase scientifica di studio). Per studiare bisogna creame le condizioni, lo studente crei le condizioni per studiare, tra le condizioni essenziali ci deve essere la motivazione allo studio o motivo valido che mi metta in condizione di assimilare le conoscenze. La motivazione (costruisce la scala di obiettivi desiderati cio che realmente si vuole in ordine di importanza) allo studio (1 esame, 2 imparare, 3 non annoiarmi, 4 fare cose pratiche). Chi insegna, deve avere delle motivazioni per insegnare, scala del valori. Chi insegna vuole trasferire le conoscenze (trasferirle tramite x slide o trasferire perché vengano assimilate). Gli obiettivi, si possono raggiungere ma spesso si raggiungono in un modo parziale, ovvero non è un obiettivo raggiunto. Per esempio se si da più valore a qualcosa che aiuta a raggiungere il secondo con più valore che mi aiuta a raggiungere il terzo obiettivo ha più senso, invece lo studente da più valore al superare l'esame piuttosto che ad apprendere assimilando che potrebbe aiutarlo a raggiungere altri valori importanti della scala. Il compito di chi insegna è quello di far capire l’importanza di ciò che si vuole trasferire e trasferirla in modo tale (tecniche metodi e modelli didattici) che chi apprende non le usi per passare l'esame ma per poterle assimilare. Chi fa vedere 50 slide trasferisce informazioni ma non in modo che venga assimilata. * La comunicazione didattica | —> A il percorso tra insegnamento e apprendimento sono relazionatili tra loro. Il modello con cui si fa comunicazione didattica influenza l'apprendimento. Il sistema sono tra loro legati, correlati: l'insegnamento inteso come modello di comunicazione didattica influenza la fase di apprendimento cioè lo studio. Lo studio è il momento in cui si cerca di assimilare le conoscenze. La disponibilità più o meno ampia dipende dall’insegnamento. Studio (S) funzione dell’insegnamento S=f(1) * Lo studio cambia in funzione di come si insegna. Quanto più l'insegnamento si avvicina al migliore metodo di trasferimento di conoscenze quanto più chi apprende assimilerà. Le scale valoriali tra studente e docente sono correlate. Chi insegna influenza lo studio e l'assimilazione dello studente. Quanto più chi insegna utilizza modalità di coinvolgimento e partecipazione quanto più è possibile che chi apprende assimili. L’assimilazione dei contenuti (libro, film, docente, persona etc) passa attraverso una strategia chiamata Leading Edge ovvero che chi comanda diventa elemento fondante dell’apprendimento. Quando si trasferiscono delle conoscenze si fa in modo gerarchico ovvero le prime informazioni che passano sono quelle che hanno maggiori probabilità di essere meglio assimilate. Quindi quando per esempio si legge un testo gli elementi ed i concetti o le idee espresse nella prima parte si assimilano meglio. È cio che comanda e che influenza andando avanti il livello di comprensione di tutto cio che trasferisce. Se si devono trasferire contenuti e competenze, e ci sono delle cose fondamentali devo pormi il problema di quale ordine bisogna dare a quelle informazioni da trasferire. Se si che le prime informazioni sono assimilate meglio allora devo gerarchizzarle e capire quale esporre prima. Se tutte sono fondamentali bisogna organizzare la comunicazione didattica in modo che tutte le info fondamentali siano nel primo livello (es se si fa una lezione di 3 ore cio che si dice ni primi 20 min rimane negli ultimi 20 probabilmente verra perso). Chi fa comunicazione didattica deve sapere che c’è una gerarchia delle informazioni e deve conoscere la gerarchia e quali sono le info da trasferire e dee ordinarle costruendo dei livelli di conoscenza. Quanto più i livelli di conoscenza stanno nei livelli finali dell'esposizione meno hanno la probabilità di essere assimilati. a > > > > \ > Il qualsiasi tipo di trasferimento delle conoscenze si avranno un primo livello , secondo livello, il terzo etc. Le prime hanno maggiore facilità di essere assimilate. Per esaurire un argomento si ha bisogno di dire tutto cio che stai ogni livello. È possibile che si debbano trattare informazioni in fase successiva, ma la capacità è che il punto 1 sono le più importanti il punto sei sono meno importanti ma funzionali a capire l'argomento. La capacità deve essere quella di collegare sempre tutti gli argomenti e trovare un nesso logico, e una relazione e le concordanze tra punto 6 e punto 2 etc. Per trasferire conoscenze si deve essere ingordo di fare i livelli di priorità e maggiore importanza ma anche di trovare dei nessi e concordanze tra un livello gerarchico e quelli sottostanti, più si trovano le i nessi più è facile che si rinforzi il punto uno e il punto sei si ricordi proprio perché si rafforza il punto uno. Quando si deve trasferire un’informazione deve essere trasferita in modo coerente e coeso. Si devono creare le condizioni in modo tale che le ultime si colleghino alle prime. I più grandi esperti di comunicazione puntano sulle condizioni in cui si fa formazione (aula, ora, qualità del trasferimento tecnologico). Il contesto le condizioni ed il momento sono fondamentali. Coerente e coeso: la coesione è che tutto cio che si trasferisce deve essere funzionale all’apprendimento globale e non solo gli elementi coerenti. Non devono mancare degli elementi tra gli argomenti. Mayer e il carico cognitivo: quanto più si associano delle informazioni a delle immagini quanto più si riduce il carico cognitivo perché c’è meno bisogno di sforzarsi per fare l'associazione (testo immagine, logogeno immageno). Il carico cognitivo quando c’è un rapporto immagine testo che mi è stato mostrato da chi trasferiva i contenuti, quando vado a studiare lo sforzo è minore. Il concetto di coerenza e coesione è legato al carico cognitivo sono legati. Perché se si elabora un contenuto che sia coerente e coeso, si riduce il carico cognitivo in chi deve apprendere e studia. Si riduce il lavoro interpretativo. Facilita la comprensione e ne facilita l'assimilazione. Nel trasferimento dell’informazione c’entra l'efficacia comunicativa (azioni che siano in grado di facilitare l'assimilazione della conoscenza). Nella didattica l'efficacia comunicativa è tutto cioc he è volto a migliorare l'assimilazione del contenuto. Il leading edge (gerarchia delle informazioni) fanno parte dell'efficacia comunicativa. L'efficacia comunicativa è tutto anche quella del carico cognitivo, coerenza e comunicativa, domande, Grice e massime, tutto cio che facilita l'assimilazione. Le domande: Sono lo strumento principe dell’efficacia comunicativa (da parte dello studente si collega all'angolo di distorsione). Strumento della comunicazione didattica che consente di attivare a livello celebrale le conoscenze sia se è l'insegnante che fa la domanda sia che sia la parte apprendiemnto a farle. * Le domande, in entrambi i casi genera il richiamo delle conoscenze (conoscenze pregresse). La domanda in generale serve a collegare. La domanda che entra nella memori di lavoro è quella che cerca di trovare fra le conoscenze pregresse quelle informazioni che servono a per capire un concetto o informazione nuova. La domanda è l’attivazione delle conoscenze è fondamentale sia auto posta che posta dall’insegnamento perché è questa domanda di attivazione delle conoscenze che fa capire se ci sono le basi affinché quella cosa sia in grado di capirla o manchino le basi per poterla capire. Questa domanda serve a prendere consapevolezza del se si hanno o meno le conoscenze pregresse per poter comprendere le nuove informazioni. Le domande come autovalutazione è la presa di coscienza individuale per valutare il livello di procedurale è il sapere che va applicata una conoscenza per risolvere il problema ance se in quel momento non si ricorda la formula si sa che va applicata. Un autore Francese fa questa ulteriorre distinsione: (Conoscenza condizionale —> a differenza di quelle sopra elencate, specialmente con quella procedurale. La consocenza condizionale provvede alla risoluzione di un problema dicendo dove quando e perché si deve usare una procedura o informazione. Quella procedurale invece dice come si deve applicare.) Proprio perché la classe è composta da persone che hanno conoscenze pregresse diverse. È difficile insegnare perché si ha una platea di chi riceve il messaggio completamente diversa. L'angolo di distorsione si riduce tramite i feedback. Se si ha una conoscenza pregressa spagliata e anche se quando si capisce di cosa si sta parlando si continua a pensare alle proprie conoscenze. Dicono che l'insegnante deve fare una verifica sulle conoscenze pregresse sull'argomento perché, pur essendoci diversità, ci si rende conto se sono enormi o ridotte. La conoscenza pregressa se si continua a portare avanti anche se sbagliata è distruttiva dell’apprendimento. Ci può essere un “miss match” ovvero si tirano fuori informazioni che non servono a capire cosa si sta apprendendo. Chi insegna dovrebbefare un'analisi delle conoscenze pregresse per capire se si ha un gruppo omogeneo in cui si hanno pochi angoli di distorsione. Cio serve perché nel momento in cui si devono comunicare delle informazioni, tali info, si attaccano meglio sulle conoscenze giuste. Quanto più si hanno conoscenze esatte, quanto più l'insegnante puo immaginare che cio che si vuole trasferire sia più facile da collegare. Differenza tra chi va alle medie e chi va all'università è che chi va alle media è costretto a studiare determinate cose (motivazione più o meno alta) mentre chi va all'università è lo studente che scegliere cosa fare e tendenzialmente si sceglie ciò che motiva ed interessa di più e quindi si è disposti a studiare e di acquisire informazioni. Nel modello di comunicazione didattica, una delle cose fondamentali è quella di stimolare le conoscenze pregresse, che ci siano e che emergano. Il ruolo delle domande diventa essenziale perché stimola i ricordi. | ricordi sono legati ai cassetti della memoria (CP). Le domande come conoscenza interrogativa: grazie alle interrogazioni del docente o degli studenti si crea conoscenza facendo degli obiettivi. Le domande non servono solo a guardare indietro e al ricordo. Ma la domanda è anche quella che ci si pone per il futuro “dove voglio arrivare”, la domanda come conoscenza interrogativa sono sistemi per richiamare le conoscenze pregresse ma è l’obiettivo futuro a cui si vuole dare delle risposte. Cio significa che le domande si devono saper porre affinché diventino uno strumento di conoscenza interrogativa. Domande strutturate che servono a mettere insieme tutte le informazioni e dare una risposta alla domanda. Domande che guardano avanti e che raggruppano tutte le cose che si stanno apprendendo finalizzate a risolvere un problema. Grazie alle conoscenze pregresse e le informazioni che stanno passando ora si riescono a risolvere dei problemi. Una domanda posta all’inizio del corso cerca di portare tutto cio che uno dice durante a risolvere il problema che ci si pone inizialmete. Tipi di domanda e a cosa servono: Domanda fondamentale nell’angolo di distorsione. Domanda del docente —> servono per stimolare soprattutto i ricordi e chiamare a memoria gli elementi che servono per apprendere un contenuto. Domanda docente —-> capire qual’è il grado di consocenze pregresse Domande per stimolare le conoscenze pregresse, ricordi Domande strutturate che servono a mettere insieme tutte le informazioni e dare una risposta alla domanda. Domande che guardano avanti e che raggruppano tutte le cose che si stanno apprendendo finalizzate a risolvere un problema. Domande per ridurre l'angolo di distorsione Domanda dello studente —> serve per far capire la differenza tra ciò che sa e ciò che vuole imparare a sapere. La domanda è essenziale all’apprendimento. Scuola di pedagogia in Canada: “Interrogatorio elaborativo”: Domanda che obbliga la persona a trovare le risposte. La domanda è lo strumento essenziale che spinge il soggetto a concentrarsi per trovare le risposte, la cosa fondamentale è: la domanda o elemento interrogato obbligatorio, porta costringe il soggetto a trovare delle soluzioni. Il problema della domanda è saper fare la domanda, la risposta è il processo ciò che si mette in campo per trovare la soluzione; per trovare la soluzione giusta e fare il processo giusto, deve essere fatta bene la domanda. La domanda che ingenera un processo si vuole indurre a generare il processo mentale che fa andare alla ricerca delle informazioni. La domanda di processo permette di assimilare e avere una conoscenza procedurale e non dichiarativa. Informazione strutturata (radicata): Cosa condiziona lo studio di una lingua? Perché si è condizionati da informazioni molto radicate che sono quelle della grammatica italiana. Per questo si dice che l'acquisizione di informazioni si relaziona con dei saperi (che non sono sbagliati) che condizionano l'apprendimento di un’altra lingua. Si pensa e parla nella propria lingua. L'informazione strutturata può condizionare l'apprendimento di un’altra cosa. Quindi una cosa che è radicata può andare in conflitto con qualcosa che si sta imparando. L'esempio eclatante è la lingua in italiano si mette soggetto verbo e complemento nella costruzione della frase, bisogna imparare che in inglese non è cosi. Questo radicamento può generare difficoltà. | soggetti che imparano meglio le lingue sono i bambini perché hanno meno strutturata le informazioni grammaticali della propria lingua. Quindi più si va avanti più è difficile apprendere la lingua. Lezione 13: Recap finale 1. Comunicazione: angolo di distorsione (Bennet) e della circolarità della comunicazione (Shannon e weaver). Questi due parametri che fanno parte di qualsiasi genere di comunicazione, sono alla base del modello di comunicazione per la didattica. 2. L'argomento trattato a lezione è una relazione tra insegnamento apprendimento, tutto ciò che avviene all’interno di questa relazione è comunicazione didattica. Essendo comunicazione si basa sui due principi del punto1. 3. L'apprendimento è comunque un processo dove l’elemento partecipativo, collaborazione tra tutti i oggetti all’interno di questo percorso è essenziale. COLLABORATIVE LEARNING. Modelli comportamentisti, cognitivisti e comportamentisti (che terminano con il collaborative learning). 4. Piaget “non si puo non associare la logica dell’apprendimento, della cognizione o acquisizione di conoscenze alla teoria di Piaget sull’intelligenza (assimilazione e accomodamento)”. L'intelligenza è l'assimilazione di conoscenze e la capacità di saperle adattare. Intelligenza in generale 5. L'elemento fattoriale dell’intelligenza è la base che oggi non è più riconosciuta come valida ovvero l’intelligenza non è un test intellettivo che misura l’intelligenza. Spearman dice che l'intelligenza è una cosa innata, fisiologica, esiste un fattore G (appena si nasce si ha una quota di intelligenza, e questa quota si applicherà a tutte le cose che si faranno), a seconda di quanto è sviluppato tale fattore si è più o meno intelligente e si riuscirà a fare determinate cose meglio o peggio e la quota di queste cose è la curva dell’intelligenza (man mano che si cresce si sviluppa il quoziente intellettivo che è comunque è prederminato) Spearman diceva che o sei intelligente a gradi diversi o non si è intelligenti (stupidi) . Questa è la concezione vecchia di intelligenza.Con Gardner si dice che non si ha un certo livello di intelligenza ma diverse intelligenze sempre fisiologiche ma che comunque si possono sviluppare nel corso della vita. Gardner: le intelligenze “non c'è un tipo di intelligenza ci sono tanti tipi di intelligenza diversi”. Il docente deve declinare i suoi saperi sulla base di n intelligenze diverse. Ogni persona puo avere un livello di intelligenza diversa e bisogna trasferire le conoscenze in modo che più intelligenze devono essere in grado di capirle. Gardner dice che le intelligenze si possono anche sviluppare nel corso della vita mentre spearman dice che o si è stupidi o intelligenti. Il fattore G non è questione di intelligenza ma di memoria ovvero di quante conoscenze ricordi. Non è intelligente chi sa le cose ma chi le sa applicare in diverse situazioni. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. Teoria sull’apprendimento multimediale: Paivio, chandler, sweller, Mayer. Si focalizzano su due conetti essenziali: aspetti visivuali e verbali. Carico cognitivo. Come apprende il cervello: procrstinazione, modalità diffusa e concentrata, overlearning, einstellung, illusione della conoscenza (RECALL), abitudini, STUDIO. Come funziona l'apprendimento lato studente. Come funziona il cervello dal punto di vista dei neurotrasmettitori ovvero come degli stimoli esterni generino delle scariche di eleemnti chimici (acetilcolina, dopamina, serotonina etc) che fanno si che il cervello risponda in un determinato modo; se si sa come funziona una cosa si sa come gestirla ed ottenerne il meglio. Valido per tutti coloro che ricevono delle informazioni o conoscenze, processo di vita che accade in qualsiasi momento in cui c'è qualcuno che trasferisce. equalcuno che recepisce. Memoria (MB ML) come a volte è utile e a volte puo memorizzare infomazioni (conoscenze pregresse) che possono essere distruttive del processo di apprendimento, se is ricordano cose sbagliate non si hanno informazioni necessarie per assimilare delle conoscenze. Discorso di consolidamento e riconsolidamento, uno degli elementi fondanti le procedure di apprendiemento. Fase di studio Motivazione (allo studio: appartiene a chi apprende, ma deve essere conosciuta anche da chi insegna). Formula della motivazione (M= I x O x V x S x PV) Apprendiemtno processo per cui quanto più si genera interazione tra chi partecipa, quanto più le cose possono funzionare e c'è motivazione (collaborative leaming). Chunking Ruolo delle domande che stimolano i ricordi e la memoria ma anche il ruolo delle domande come obiettivo da raggiungere ed elementi aggiuntivi per risolvere i problemi (top down e bottom up). Conocenze pregresse (conoscenza dichiarativa e procedurale) Le domande diventino l'elemento della conoscenza interrogativa “stimolo ad aprirsi all’assimilazione”; non bisogna vedere la domanda come elemento valutativo perché più il docente usa le domande per valutare tanto meno lo studente concepira la comanda come tale e la usi piuttosto come strumento per comprendere meglio ed assimilare. Esecuzione linguistica ovvero come le parole impostate in un determinato modo, e messe in una determinata sequenza riesce a far capire meglio le cose. La parola viene analizzata e anche la cadenza vocale e la tonalità di come far memorizzare una cosa a chi apprende. Interrogatorio obbligatorio—> domanda che obbliga la persona a trovare le risposte. La domanda è lo strumento essenziale che spinge il soggetto a concentrarsi per trovare le risposte, la cosa fondamentale è: la domanda o elemento interrogato obbligatorio, porta costringe il soggetto a trovare delle soluzioni. Il problema della domanda è saper fare la domanda, la risposta è il processo cio che si mette in campo per trovare la soluzione; per trovare la soluzione giusta e fare il processo giusto, deve essere fatta bene la domanda. La domanda che ingenera un processo si vuole indurre a generare il processo mentale che fa andare alla ricerca delle informazioni. La domanda di processo permette di assimilare e avere una conoscenza procedurale e non dichiarativa.
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