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Appunti parziale sociologia processi culturali, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Appunti presi nella prima fase del Corso con parziale. Consiglio di studiare solo i suoi appunti.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 30/10/2022

Ierdnas82
Ierdnas82 🇮🇹

4.4

(5)

9 documenti

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Scarica Appunti parziale sociologia processi culturali e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! CAPITOLO 1: LA NASCITA DEL CONCETTO SCIENTIFICO DI “CULTURA” 1 Un termine familiare Il termine cultura significa letteralmente un insieme di significati socialmente condivisi. Associamo il concetto di cultura all’idea di perfezione (arte, librerie, università, musei ecc). Quando invece parliamo di programmi culturali intendiamo quei programmi che istruiscono, che quindi comunicano informazioni e danno conoscenza. Per capire meglio il concetto di cultura possiamo fare alcuni esempi: • la cultura può essere considerata un aggettivo che definisce una persona colta • gli abbigliamenti possono appartenere a una cultura, Per esempio l’abito tradizionale dei danzatori • la cucina tipica può essere considerata elemento di una cultura • il dialetto delle regioni che rientrano in quella che possiamo definire cultura regionale. (possiamo anche parlare di cultura operaia, cultura giovanile o cultura afroamericana) Il termine cultura in realtà assume significati diversi in diverse parti del mondo. In alcune società quegli aspetti che noi identifichiamo come parti di una cultura, potrebbero non essere tali in altre società. La cultura potrebbe quindi incontrare difficoltà di traduzione perché le forme linguistiche, il modo di pensare variano a seconda del popolo a cui ci riferiamo. Possiamo quindi dire che il concetto di cultura nasce in relazione con l’esperienza e con il linguaggio entro un dato contesto storico sociale. Esso ha il compito di riuscire a farci comprendere qualcosa di noi e qualcosa di diverso da ciò che conosciamo. È una sorta di “casetta degli attrezzi” costruita nel tempo, con cui si cerca di comprendere il comportamento degli individui all’interno della società. •La cultura è il modo in cui gli uomini si esprimono, comunicano e fondano la società. Essa serve a capire il mondo, comprende il senso comune e va oltre(comprende dunque tutto ciò che si può imparare) • la cultura è l’insieme di modi di essere e di fare che creano una comunità. Essa può variare nello spazio(cultura diatopica), o può variare nel tempo (cultura diacronica). La cultura è però universale perché è di tutti gli uomini. 2 L’origine storica e sociale dell’ idea di cultura Noi siamo immersi in una società dominata dal senso comune, che ci porta a pensare secondo alcune tipizzazioni (idee generali, schemi di classificazione che consentono agli uomini di comunicare) Il senso comune è ciò che tutti sanno e non c’è bisogno di specificare. Consiste nel dare per scontato alcune cose per potersi focalizzare su altre cose più importanti (Esempio: guidare). Sono praticamente delle cose che diamo per scontato che avvengono in quel determinato modo. Possiamo affrontare il termine di cultura approcciandoci anche alla sociologia. La sociologia è lo studio scientifico della società che ha il compito di capire il modo in cui la società viene costruita è il modo in cui essa funziona. La sociologia rileva il condizionamento sociale dell’agire umano. Le scienze sociali derivano dalla filosofia e dalla storia. È nell’ottocento che la sociologia si sviluppa grazie al mutamento sociale che è stato provocato dall’industrializzazione capitalistica. Durante questo periodo gli uomini hanno cominciato a cambiare il loro modo di vivere e il loro modo di comunicare. Possiamo dunque dire che gli uomini creano la società e la influenzano. Karl Max diceva che la realtà sociale è il prodotto della trasformazione della natura, quindi sono gli uomini che trasformano la natura e producono la società. Altri studiosi invece sostengono che il mondo è costruito dall’uomo, e ciò che l’uomo costruisce diventa abitudine. (Per esempio quando i primi uomini hanno visto pescare con la canoa, hanno associato alla canoa l’azione di pescare quindi pensano che la canoa serva solo ed esclusivamente per andare a pescare) Naturalezza ed epochè: il senso comune ci porta ad accettare il mondo per quello che è, senza essere troppo riflessivi. Ad esempio diamo per scontato avere una famiglia, oppure che gli uomini indossano i pantaloni ecc… Possiamo quindi dire che il senso comune ci fa sospendere il dubbio ( esempio dubbio: che io sono un uomo e tu sei donna). Ma cosa succederebbe se “sospendiamo la sospensione del dubbio”? (quindi mettere da parte i giudizi) Dal greco infatti epochè significa sospensione. Capiamo quindi che la società e le istituzioni sono frutto del lavoro sociale di costruzione della realtà basato su una routine, e sulle tipizzazioni. Le tipizzaizoni sono schemi di classificazione fatti di interazioni e problemi da risolvere. Questi schemi producono delle aspettative. Ad esempio quando quel determinato uomo che identifico come postino ,bussa alla porta, io so già come comportarmi e quindi sicuramente non andrò a chiedergli un tramezzino. Possiamo quindi dire che le relazioni sociali sono dunque tipizzate. In questo modo scopriamo che ciò che è considerato ovvio è un prodotto sociale. Per scoprire ciò dobbiamo guardare la nostra vita quotidiana con lo sguardo dello straniero o del bambino, dobbiamo quindi porci domande sul senso del mondo attraverso i suoi significati, ossia la cultura L’ immaginazione sociologica è la capacità di riflettere su noi stessi e di scoprire il condizionamento sociale delle nostre azioni e del nostro modo di pensare. È praticamente l’atteggiamento mentale che permette allo studioso di vedere oltre il proprio ambiente e la propria personalità, al fine di comprendere la società. Che cos e la cultura? Tutti i giorni sentiamo parlare spesso di cultura: (musei, università, programma culturale, arte) quando pensiamo al termine cultura ci riferiamo all’ idea di perfezione. Per quanto riguarda l’etimologia del termine cultura, dobbiamo dire che è un termine francese che si è diffuso con l’Illuminismo. Ricordiamo infatti: • cultura come azione: educare, istruire • cultura come condizione: essere colto, essere educato, maleducazione, impreparazione. Jhonatan SWIFT intendeva la cultura come bellezza intelligenza, dolcezza e luce. Mattew Arnold invece la definisce come “ quanto di meglio è stato pensato e conosciuto“ Tylor, antropologo inglese definisce la cultura come “ Quell’insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’ arte, la morale acquisite dall’uomo in quanto membro della società Riassumendo le varie definizioni degli studiosi sopra elencati, possiamo dire che la cultura è quindi l’insieme di modi di fare e di essere che creano la comunità. La cultura si esprime anche nei sogni e nella produzione artistica, e può variare nello spazio e nel tempo ma è considerata universale, cioè che appartiene a tutti gli uomini anche se a varie particolarità e anche se all’interno di uno stesso paese può cambiare. Ad esempio un italiano del 1860 non aveva la stessa cultura che abbiamo noi oggi. 3 tre tradizioni sociologiche La scuola di Chicago È la prima scuola sociologica che, ad inizio novecento, si interroga esplicitamente sulla cultura. Questa scuola si occupa di un’indagine empirica della vita di Chicago, una metropoli americana emergente. Coloro che appartengono a questa scuola studiano il passaggio da una società semplice ad una società in continua evoluzione, che quindi è più sviluppata e industrializzata. Alcuni studiosi sostengono che la città ha una struttura sociale ed è divisa in strati: • zona degli affari • zona degli operai • zona residenziale delle classi medie • sobborghi con residenze ricche Gli appartenenti a questa scuola si interrogano sulla stratificazione della società’ e lo fanno anche in maniera diacronica, ovvero indagano sugli spostamenti di gruppi all’interno della stessa città. Risultati di questa analisi sono stati che all’interno di una stessa città ci sono differenti culture, ed è per questo che parliamo di differenziazione culturale. Nella città si sviluppa anche l’individualismo, cioè si formano dei gruppi di individui che sono isolati tra loro. La cultura è un insieme di significati che forma l’identità degli individui. Dall’analisi si scopre anche che nelle città prevalgono le relazioni secondarie(quelle a distanza), rispetto alle relazioni primarie(quelle faccia a faccia) George Herbert Mead, Uno psicologo sociale, indaga sull’Interazionismo simbolico, ovvero sul fatto che gli individui costruiscono la loro identità relazionandosi con gli altri. (SE=IO+ ME) • la scuola americana e la tradizione tedesca hanno messo in luce la capacità creativa e innovativa della cultura: Weber utilizza il termine carisma per spiegare l’origine di nuove idee creative. Alcuni movimenti religiosi nascono dalla rottura di una tradizione già preesistente e fanno riferimento all’autorità carismatica basata su doti personali del profeta che annuncia la sua missione. Ad esempio come avvenne da parte di Gesù, Maometto e Buddha nei confronti delle rispettive religioni. • L’importanza dell’interazione sociale: L’interazione sociale si analizza mettendo a fuoco la dialettica (l’ argomento) che si instaura tra gli individui. Parliamo in particolar modo dei più giovani e delle cosiddette agenzie di socializzazione (cioè la famiglia, gli insegnanti e gli amici) Da Parson alla nascita della “sociologia dei processi culturali” come disciplina L’interesse per analizzare la cultura a partire dagli anni 30 a subito un declino. Negli anni 50 negli Stati Uniti, la scuola di Chicago, elabora una teoria dello struttural funzionalismo elaborata da Parson. Questa teoria ha lo scopo di costruire un quadro, che sia in grado di dare alla sociologia il riconoscimento di una scienza autentica. Successivamnte Parson da un nuovo significato al concetto di cultura. Egli la considera come un insieme di costumi e abitudini dell’uomo. Egli riconosce al concetto di cultura un carattere astratto, che è utile ai fini dell’indagine. È importante individuare i due aspetti dell’interpretazione che Parson dà alla cultura: • il concetto di cultura passa dall’essere intesa come un insieme di costumi che definiscono un gruppo sociale, al carattere normativo della cultura, Poiché ora essa è definita come l’insieme di modelli di comportamento che la comunità sociale ritiene validi e che deve rispettare e trasmettere alla generazione successiva. • Parson ritiene ancora necessario mantenere la distinzione tra cultura e società. Egli distingue quattro sottosistemi: -la personalità, utile per raggiungere gli scopi definiti -la latenza, che è una funzione della cultura e fornisce all’individuo la motivazione per agire attraverso i valori, le norme e le idee. Possiamo capire la funzione della latenza facendo riferimento alla nozione di gerarchia cibernetica. La teoria cibernetica stabilisce che le parti che possiedono meno energia sono più ricche di informazioni e viceversa. Ad esempio il sistema culturale è il più ricco di informazioni ma il più povero di energia, oppure l’organismo biologico è il più ricco di energia e più povero di informazioni. • il sistema sociale: Che rappresenta la funzione dell’integrazione • la funzione di adattamento: Che è svolta dall’organismo biologico. Essa trasforma l’ambiente in base ai bisogni dell’azione A partire dagli anni 70 si sviluppa la sociologia dei processi culturali. La cultura rappresenta una casetta degli attrezzi. La cultura diventa essenziale: • per comprendere i meccanismi cognitivi che consentono a idee • per rendere conto delle capacità degli individui a partecipare contemporaneamente a più tradizioni culturali. La teoria di Parson chiamava in causa la psicologia per riferirsi alla personalità degli individui. Adesso invece si tratta di riconoscere i dispositivi pratici che sono alla base dei processi cognitivi. Il termine cognitivo indica i fondamenti del ragionamento e del pensiero. Il rapporto tra psicologia e sociologia è importante per capire come viene utilizzata dalle persone. La sociologia è stata influenzata dalla nuova definizione di cultura dell’antropologo Clifford Geertz, che definisce la cultura come un insieme di significati condivisi, trasmessi di generazione in generazione attraverso la comunicazione in simboli. Tale concezione ha portato all’interessarsi prevalentemente ai valori, alle norme e ai simboli. Ciò porta a considerare la cultura come un testo da decifrare e da studiare. Geertz aggiunge che questi simboli sono i prerequisiti: ad esempio senza uomini certamente non c’è cultura, e allo stesso modo senza cultura non ci sarebbero uomini. Geertz sostiene anche che l’essere umano è un animale simbolico. L’ uomo ad esempio prega, ride, costruisce i mezzi per raggiungere i suoi fini. Invece l’ animale è capace di pensare ma si allontana dalla situazione immediata: questo lo notiamo anche dall’uso del linguaggio più ridotto rispetto all’uomo che è più immediato. Dobbiamo però evitare di sottovalutare le capacità di pensiero e di linguaggio degli animali. Un animale, ad esempio un cane, ha paura di morire davanti ad un pericolo perché non sa che prima o poi deve morire. L’uomo invece sa di morire e quindi si interroga su se stesso, è quindi più autoriflessivo. L’istinto degli animali però è più forte rispetto a quello degli uomini: ad esempio andare ad allattarsi dalla madre, mentre i bambini senza la madre che li va ad allattare morirebbero. 2 Componenti della cultura Secondo Peterson la cultura è costituita da quattro elementi: • I VALORI : il termine valore è usato in due sensi diversi. Il primo uso è qualunque cosa sia ritenuto importante, che si desidera ottenere. Quindi qualsiasi oggetto può essere un valore: un brano musicale, un regalo o una bandiera. Nel secondo caso i valori indicano gli ideali a cui gli esseri umani aspirano, la pace, L’onestà e l’onore. I valori sono asserti prescrittivi e ci dicono cosa deve essere, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Noi gli assimiliamo fin da piccoli, ci influenzano e non possiamo non seguirli, proviamo addirittura vergogna nei confronti di chi non le rispetta. I valori sono inoltre anche mutevoli perché cambiano nel corso del tempo e non sono sempre gli stessi. Non dobbiamo confondere il valore con la preferenza. La preferenza indica ciò che è desiderato mentre il valore indica ciò che è desiderabile. La preferenza dice ciò che vogliamo mente il valore ciò che dovremmo volere. Distinguiamo diverse dimensioni: -la dimensione affettiva, I valori coinvolgono gli affetti sentimenti delle persone -la dimensione cognitiva, cioè il poter dire: x È buono, x È giusto, x È bello -la dimensione selettiva Parson nel 1951 identifica quattro dilemmi fondamentali chiamati variabili strutturali: 1 universalismo e particolarismo: se decidiamo di giudicare un oggetto partendo da criteri generali allora optiamo per l’universalismo. Esempio: prof che valuta i propri allievi indipendentemente dalla simpatia Se decidiamo invece di considerare l’oggetto secondo criteri che si applicano solo a quel determinato oggetto allora optiamo per il particolarismo. Esempio: il padre che giudica il proprio figlio. 2 prestazione e qualità: L’attore sociale deve scegliere se trattare l’oggetto secondo le sue prestazioni fosse dare importanza alle sue qualità. 3 neutralità affettiva e affettività: L’attore sociale sceglie la neutralità affettiva quando si mettono da parte i propri sentimenti per raggiungere uno scopo come ad esempio il lavoro. L’attore sociale sceglie l’affettività quando decide di intervenire in contesti familiari. 4 Specificità e diffusione: L’attore sociale può rapportarsi agli altri considerandoli solo aspetti specifici oppure in maniera specifica. Ad esempio il commesso si riferisce in maniera specifica nei confronti dei clienti mentre i genitori in maniera diffusa nei confronti dei figli. •LE NORME: le norme regolano il comportamento di chi ha responsabilità economiche finanziarie. Essi sono formulati in maniera socialmente imperativa, cioè che rappresentano un obbligo e se non rispettato si avrà la conseguenza di una sanzione. La sanzione può essere negativa o positiva(Premio). Le norme sono diverse dai valori perché, se un soggetto si comporta in un certo modo per abitudine si tratterà di un comportamento regolare, se invece un soggetto segue un modello di comportamento che ritiene obbligatorio allora si tratterà di una norma. Le norme sono asserti prescrittivi e ci dicono come comportarci. Si apprendono con il tempo e possono esserci sanzioni manchi premi. Abbiamo due tipologie di norme: -norme costitutive: come le regole dei giochi -norme regolative: come le regole della moda, della religione del diritto In base al grado di formalizzazione distinguiamo: -norme statuite: formulate da un’autorità a cui è riconosciuto il potere di emanare norme, e sono di solito in forma scritta -norme consuetudinarie: che si sviluppano spontaneamente non in forma scritta -norme giuridiche: emanate dal potere legislativo in forma scritta, sì se non vengono rispettate si avrà una sanzione penale -norme micro rituali: come le regole della conversazione •LE CREDENZE: indicano delle convinzioni espresse da individui basate su dati di fatto. Stabiliscono la realtà intorno all’uomo, quello che la realtà è. Le credenze sono asserti descrittivi attraverso cui definiamo e classifichiamo il mondo. Distinguiamo diversi tipi di credenze: -credenze fattuali, sono quelle credenze che possono verificarsi o meno -credenze rappresentazionale, legate all’accettazione di qualcosa e possono essere definite anche proporzionali in quanto bastano a identificare una proporzione(esempio:credo che piova, credo che non piova) • I SIMBOLI: il simbolo È un segno capace di evocare una relazione tra un oggetto concreto e un’idea astratta. I simboli sono segni stabiliti da alfabeto o note musicali o da elementi come la croce cristiana. Possono avere un doppio significato o un significato latente(nascosto). I simboli non devono essere confusi con i marchi, che hanno una funzione informativa. -hanno un carattere Intersoggettivo, ossia condivisi da un gruppo sociale -fanno parte della dimensione implicita della cultura, cioè rappresentano un sapere che gli individui sono in grado di esprimere ma non di argomentare(ad esempio la croce cristiana) La dimensione della cultura Le quattro componenti della cultura descritte nelle pagine precedenti sono analizzabile a livello oggettivo o soggettivo oppure in modo implicito ed esplicito: • dimensione oggettiva e soggettiva: La cultura è definita come oggettiva nel senso che è accessibile anche a chi non appartiene alla collettività. Essa è invece definita soggettiva quando si fa riferimento alle interpretazioni personali che ognuno di noi in grado di fornire. In realtà non tutti i sociologi sono d’accordo con questo. Durkheim ad esempio dice che, la cultura non può essere studiata in ambito soggettivo. Altri autori invece sostengono che la cultura si possa analizzare sia in maniera soggettiva che oggettiva. Il significato di una proposizione culturale è collocato nei segni stessi. Quando però le proposizioni culturali sono appresi dai soggetti, il loro significato è collocato nelle loro menti La differenza tra imparare una cultura ed esservi stato socializzato: questo implica che i valori, le norme e le credenze di una cultura, entrano a far parte dell’esperienza personale del soggetto e vengano ritenute appropriate. Una cultura può diventare soggettivamente plausibile. Infatti i sociologi hanno parlato di processi di trasmissione della cultura da una generazione all’altra e hanno indagato le forme i fondamenti della legittimazione, ovvero come possono essere considerati validi. • dimensione esplicita e implicita: Ad esempio alcuni gruppi giovanili inventano particolari gerghi che svolgono una funzione di identificazione collettiva (bella brosky) • il linguaggio parla, nel senso che la struttura di una lingua condiziona il modo in cui l’individuo comprende percepisce la realtà Tra linguaggio e cultura esiste un rapporto nel senso che la storia della lingua e la storia della cultura scorre parallelamente. La storia dell’Italia contemporanea è un esempio. infatti lo sviluppo di una pratica italofona comincia con l’unità politica del paese. Nel 1950 a seguito dell’educazione generalizzata e della diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, in particolar modo quella dell’ascolto televisivo, in Italia si costruisce una lingua standard, ossia l’italiano. La comunicazione interpersonale Molto importante nel rapporto tra linguaggio e cultura è il processo comunicativo interpersonale che avviene quotidianamente quando due o più persone interagiscono in situazioni di compresenza o faccia a faccia. Nella comunicazione si distinguono i diversielementi della comunicazione: • emittente: chi produce il messaggio •ricevente: chi riceve il messaggio •codice: il modo in cui il messaggio è prodotto •canale: il mezzo che permette la trasmissione del messaggio •contesto: in cui il messaggio è inserito e a cui si riferisce. La ricezione e la decodifica del messaggio da parte ricevente è un processo complesso che non si può ridurre al semplice riconoscimento dei segni. Sì il codice un linguaggio verbale, il ricevente, Per comprendere il messaggio trasmesso, non deve solo conoscere la lingua ma deve anche attribuire di un significato. La ricezione e la decodifica del messaggio implica dunque un’operazione di interpretazione, in cui il ruolo degli elementi culturali è molto importante. All’interno della comunicazione la cultura occupa due posizioni diverse: • come contenuto del codice, cioè come messaggio • come contesto della ricezione, cioè l’insieme di rappresentazioni comuni a coloro che ascoltano. Con il secondo. Capiamo che è una comunità sociale per comunicare ha bisogno di un certo grado di conformismo morale. Ogni Nuova rappresentazione culturale per diffondersi e quindi per diventare comune, deve passare attraverso molteplici processi comunicativi, formulatati in discorsi o argomentazioni. La comunicazione di massa I processi comunicativi che raggiungono allo stesso tempo un grande numero di individui vengono chiamati processi di comunicazione di massa. Essi si sviluppa in seguito alla stampa, poi in ordine cronologico a seguito del cinema della radio e della televisione e dei media telematici. Alcuni di questi, come la stampa, già esistevano ma erano limitati. Si cominciarono a stampare i primi libri intorno alla metà del XV secolo quando le tecniche di stampa si diffusero rapidamente ! Nei principali centri urbani europei. Tuttavia coloro che sapevano leggere erano una minoranza, mentre quelli che non sapevano leggere occupava una gran parte della popolazione come le donne i bambini. Furono il cinema, la radio e la televisione alla fine del XIX secolo a caratterizzare un intrattenimento per la popolazione. il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa è divenuto ormai talmente importante nella vita quotidiana delle società moderne che sarebbe difficile immaginare che cosa sarebbe vivere in un mondo senza quotidiani o libri, senza radio o senza televisione, O senza il gli altri media. È stata realizzata un’analisi al fine di distinguere fra tre diversi aspetti dei processi di trasmissione culturale legati alla presenza dei media di massa: • il mezzo tecnico della comunicazione • L’apparato istituzionale della trasmissione • il distanziamento spazio-temporale che la trasmissione comporta Il mezzo tecnico della trasmissione Una caratteristica del mezzo tecnico della trasmissione è quello di contribuire alla fissazione delle forme simboliche e ad introdurre nuovi e più efficaci meccanismi di archiviazione della conoscenza. Basti pensare alle moderne biblioteche, con sistemi computerizzati di catalogazione o all’archiviazione direttamente sul computer in banche dati. Questo permette non solo di conservare meglio il patrimonio culturale di una società, ma anche una maggiore accessibilità alle fonti culturali e di informazione, e quindi un’ampia diffusione circolazione della cultura. Le diverse tecnologie permettono anche la riproducibilità delle forme simboliche. In questo caso è stata di fondamentale importanza la stampa. Bisogna poi specificare che i media richiedono capacità, abilità e risorse diverse per codificare e decodificare i messaggi trasmessi L’apparato istituzionale della trasmissione I mass-media costituiscono un vero e proprio apparato istituzionale, Che comporta una struttura gerarchica: regole, risorse e organizzazione. Se consideriamo ad esempio la trasmissione di un testo letterario, ci sono diversi istituzioni coinvolte nel processo: La casa editrice, la rete di distribuzione ecc. Il distanziamento spazio-temporale Il distanziamento spazio-temporale è un aspetto della trasmissione culturale collegata ai media. La forma più comune di comunicazione è quella interpersonale, che si verifica in un contesto di compresenza, In cui si condivide lo stesso ambiente spazio-temporale. Thompson conduce un’analisi soffermandosi proprio Sulla comunicazione interpersonale. Secondo Thompson ci sono stati diversi cambiamenti. L’interazione si estende nello spazio e nel tempo e coloro che vi partecipano non condividono più lo stesso sistema di riferimento spazio-temporale. Con i mezzi di comunicazione di massa viene introdotto un tipo di Interazione quasi mediata che si allontana sia dall’interazione faccia a faccia che da quella mediata. 2 LA SOCIALIZZAZIONE Comunicazione e socializzazione sono processi che si uniscono: entrambi servono a trasmettere e diffondere rappresentazioni culturali. Questi due processi di trasmissione culturale però non si sovrappongono. Con la socializzazione e la cultura viene trasmessa da una generazione all’altra, non solo attraverso processi comunicativi ma anche in modo non intenzionale attraverso la vita comune. È attraverso la socializzazione che si costruisce l’identità del singolo e i diversi aspetti della cultura diventano per lui significativi. Con il termine socializzazione si indica un processo complesso attraverso il quale l’individuo diventa un essere pienamente sociale e si integra in un gruppo di una comunità. Abbiamo due tipologie di socializzazione: • socializzazione primaria quando ci riferiamo all’adattamento in cui i giovani si trovano durante la propria infanzia, ma che prosegue anche oltre l’adolescenza. • socializzazione secondaria, il periodo in cui si apprendono ruoli specializzati, legati per esempio al mondo del lavoro. In molte società la socializzazione è considerato un aspetto molto importante, il suo compimento, cioè l’ingresso del ragazzo nel mondo adulto, viene celebrata unicamente con dei riti di passaggio. Pensiamo per esempio che in alcune società questi riti di passaggio riguardano prevalentemente i giovani maschi che comportano delle prove molto dolorose come ad esempio la circoncisione I conflitti della socializzazione La socializzazione solleva una serie di problemi proprio sull’efficacia della trasmissione culturale: Per esempio la presenza di troppe agenzie di socializzazione, senza che ci sia una che predominano su tutte le altre. Tutto ciò porta al sorgere di conflitti. Stiamo parlando dell’ erosione strutture gerarchiche: si ha una confusione di ruoli della famiglia nucleare moderna, E l’indebolimento del sistema dei ruoli nella scuola a seguito dell’allargamento dei diritti degli studenti. Paradigma del condizionamento La socializzazione coinvolge il sottosistema della personalità, ossia si sviluppa secondo esigenze proprie durante la vita dell’individuo e si modifica entrando in contatto con la società e con la cultura. Parson Per quanto riguarda la socializzazione penso allo stesso modo di Durkheim ma approfondisce la dinamica psichica ricollegandosi alla psicoanalisi di Freud. La socializzazione Secondo Parson, è un processo che si sviluppa attraverso quattro tappe: • dipendenza orale: cioè il rapporto di identificazione primaria del bambino con la madre. L’attributo fondamentale è la permissività della madre. • Differenzazione tra madre e bambino: il bambino comincia a percepire che la madre si aspetta qualcosa da lui. Da qui scaturiscono alcune crisi: -crisi anale: il rapporto tra bambino e madre non è più dominato dalle cure ma dall’attaccamento amoroso -crisi epdica: secondo Parson la famiglia è suddivisa in quattro ruoli sociali, attraverso questi il bambino comincia ad apprendere norme grazie al ruolo del padre. -periodo di latenza: cioè l’uscita della famiglia, L’ingresso nell’ambiente scolare e nei gruppi sociali. -L’adolescenza: ossia il momento di rottura nello sviluppo della personalità che apre una nuova fase di maturazione completa della personalità. È caratterizzata da tensioni tra i legami affettivi fra i giovani dello stesso sesso con un ritorno dell’erotismo. Il ragazzo comincia ad assumere valori legati alla vita adulta. 3 L’ ISTITUZIONALIZZAZIONE E LA LEGGITTIMAZIONE La socializzazione non va confusa con l’istituzionalizzazione che indica quel processo attraverso il quale alcune relazioni azioni sociali vengono oggettivate e date per scontate dai membri di un gruppo sociale. Esso è un processo che garantisce la conservazione culturale. In molti casi l’auto evidenza non basta e si rende necessaria un’opera di giustificazione di validazione delle forme culturali. La legittimazione designa questo processo di giustificazione di spiegazione. la legittimazione a un aspetto cognitive e uno valutativo: spiega l’ordine istituzionale e quindi da validità cognitiva ai significati aggettivati. Essa è quindi un processo di giustificazione che si raggiunge con gli universi simbolici che creano un ordine significativo in cui ogni fenomeno trova una sua collocazione. Ciò riguarda anche la vita individuale come ad esempio eventi traumatici. Ad esempio la morte può essere legittimata facendo ricorso alla mitologia o alla religione. 4 I PROCESSI DI GLOBALIZZAZIONE CULTURALE Tra i fattori di cambiamento culturale si sente sempre più spesso menzionare la globalizzazione. Per globalizzazione intendiamo tutti quei processi che hanno origine con il progresso tecnologico nel campo delle comunicazioni dei trasporti. la globalizzazione segna un mondo più interdipendente interconnesso. la globalizzazione ha prodotto cambiamenti nell’ambito economico, dove sia i mercati dei beni di servizi, sia quelli finanziari assumono dimensioni sempre più estese e crescono rapidamente grazie anche alle imprese multinazionali. La globalizzazione ha effetto anche sull’ambiente. Sono nati infatti dei movimenti ecologisti di difesa dell’ambiente. Attraverso i mass- media le forme culturali sono trasmesse a grande distanza in modo molto veloce. Grazie alla globalizzazione è stata accelerato il contatto tra culture. Questo è stato possibile grazie le tecnologie avanzate e agli efficaci mezzi di trasporto creando così un vero e proprio villaggio globale. La globalizzazione ha come conseguenza L’omologazione: perché tendiamo tutti ad agire allo stesso modo e utilizzare gli stessi strumenti. L’imprese così devono differenziarsi e diversificare i loro prodotti tenendo conto delle norme presenti in altre culture. Le culture ibride : La globalizzazione mette in relazione, attraverso i mezzi di comunicazione di trasporto, culture tra loro diverse. L’immigrazione è uno dei principali fattori che porta a mettere in relazione culture differenti. Gli studi delle relazioni tra culture risalgono a molto prima che la globalizzazione facesse sentire i suoi effetti dirompenti. Nel passato alcuni studiosi hanno adottato il termine acculturazione per descrivere una situazione in cui una società coinvolta nel contatto è più potente di un’altra. Anche i sociologi si sono occupati dei processi di acculturazione. Secondo alcuni sociologi l’acculturazione deve essere studiata tenendo conto dei contesti sociali in cui essa avviene. Recentemente tra gli antropologi si è fatta strada un nuovo modo di guardare le relazioni tra culture nel mondo contemporaneo. Si parla di ibridazione. Con Ibridazione si intende sottolineare che a livello globale si sta affermando un fenomeno di contaminazione culturale.
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