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Appunti per l'esame di filosofia della prassi umana, Dispense di Filosofia

Appunti primo semestre filosofia della prassi umana completi

Tipologia: Dispense

2022/2023

Caricato il 29/06/2024

Aliseaforme
Aliseaforme 🇮🇹

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti per l'esame di filosofia della prassi umana e più Dispense in PDF di Filosofia solo su Docsity! Appunti filosofia della prassi umana 5/10 Alessandra Papa Il termine prassi deriva dalla parola greca praxis che vuole dire agire ma non solo nel senso letterario del termine perché vuole dire anche operare, mettersi in cammino, viaggiare e così via. Insieme a questo vedremo un altro elemento fondamentale che è quello di nascere, venire al mondo (natality) prima azione che l’uomo è in grado di compiere. Ed infine la meditatio mortis ovvero come l’uomo si rapporta alla morte. HANNAH ARENT Opere letterarie principali: - Tesi di laurea incentrata sull’amore Agostiniano - Le origini del totalitarismo (prequel banalità) - La condizione umana (the human condition) - La banalità del male (63 articoli dal processo di Adolf Eichmann) - Sulla rivoluzione (on revolution) trattato politologico - La vita della mente (rimasto incompleto) Per comprendere a pieno la filosofia di Hannah è importante conoscere l’inquadramento storico e il tracciato biografico nel particolare; iniziamo col dire che era una donna ebrea tedesca, in pieno regime fascista, riesce a rifugiarsi e a scappare negli Stati Uniti, dove in tarda età riesce a trovare popolarità solo a 40 anni. Era una donna e studiosa controcorrente per molti aspetti piuttosto ostica, e non molto simpatica; non si definiva una filosofa in rispetto della filosofia che al tempo l’aveva delusa. Era esperta della scienza politica, intesa come studio nelle modalità per vivere serenamente in comunità. il suo desiderio era quello di stare fuori dal coro e per questo la definiamo pioniera. Entrando più nel dettaglio subì la persecuzione nazista, e il regime stesso nel 1937 le ritirò la cittadinanza tedesca; dunque, troviamo un periodo dove lei si ritrova ad essere apolide momento cruciale per lei, che corrisponde al punto di frattura. Infatti, parte in esilio forzato in Francia insieme alla madre; non sperimentò i campi di concentramento, ma non riuscì a scampare al campo di lavoro, da cui riesce a scappare nel 1940 per rifugiarsi in America; individuiamo gli anni della salvezza ma allo stesso tempo anni di stallo in quanto continua a rimanere senza cittadinanza e quella americana tarderà ad arrivare. Fu apolide fino al 51 infatti, in questi anni lavora come insegnante e come traduttrice. La fama accademica come dicevamo tarda ad arrivare, si manifestò dopo la pubblicazione delle “origini del totalitarismo”, questo scritto rappresenta uno spartiacque tra i due periodi in quanto riesce a interessare la critica. La massima popolarità si ha con la pubblicazione della banalità del male; muore a 69 anni per via di un infarto nel suo appartamento a New York, Manhattan il 4 Novembre 1975. La sua filosofia non si può prescindere dalla sua vita, momenti cruciali causano in lei momenti di frattura dallo sradicamento familiare all’esilio in Francia, momenti che causano scompiglio e che ne riportano conseguenze. Come dicevamo lei insegnava, e un aspetto che lei metteva sempre in chiaro era quello di essere liberi di poter pensare dà è con la propria testa, questo aspetto è racchiuso nel zeibesvengen cioè pensare senza balaustre quindi senza preconcetti, stereotipi, influenze (che al tempo erano influenzati dalle ideologie del tempo quindi nazismo. *processo a comandanti tedeschi “io rispettavo gli ordini della dittatura” sì ma hai una testa per pensare e capire ciò che è giusto). “Da bambina mi sentivo diversa ma non inferiore, sapevo che le cose erano così devo tutelare la mia identità” sentirsi sempre degno è uno degli ideali e valori impartiti dalla famiglia, importante è infatti l’educazione che viene impartita ad Hannah; innanzi tutto proveniva da una famiglia piuttosto benestante, e ha sempre pensato quindi di poter vivere nell’agio (cosa strappata dal regime) qui abbiamo il tema del Aimant ovvero di sentirsi a casa, protetti, sentimento che lei non provo per diversi anni. Per quanto riguarda l’educazione invece, ha un ruolo fondamentale la madre Marta Conn che interessata degli studi di pedagogia del tempo si documenta e studia tutti i comportamenti della bambina annotando tutto su un quaderno, perfino i malanni della bambina. Crescendo, la famiglia sceglie come modello educativo la bildug tedesca che si avvicina alla paideia greca nata per educare il perfetto cittadino, concetto spirituale non fine a sé stesso. Questa educazione era impartita solo ai maschi, e quindi viene tirata su come un maschio ecco perché si occupa di filosofia, scienza prettamente maschile. Richiama anche il concetto di humanitas latina, il fine era la libertà e la madre aveva una profonda speranza dell’azione educativa per questo Hannah scriverà “la crisi dell’educazione” in quanto sensibile al tema dell’istruzione anche come problema politico, e ci riguarda tutti perché risponde a domande come perché siamo nati? “educazione è il momento in cui scegliamo di salvare il mondo e prendercene responsabilità” cit. insegnare a pensare e a staccarsi dalle ideologie e interrogarsi sempre su tutto. Haidegard fu suo insegnante, e amante nutriva rispetto e ammirazione per lui, ma cessò quando si dice che si avvicinò al pensiero nazista, non vi è una prova ma lei credeva questo. Nasce nel 1906 a Linden, Hannover appartiene a una ricca famiglia da parte di madre erano commercianti di tè e da parte di padre ingegnere e prende amore per i libri. Essendo persone di buona cultura si interessavano di temi politici ma non dei movimenti SIONISTI corrente politica nata per ricostruire Israele. Inizialmente lei aderisce ma si allontana e ne rimane molto critica. Abbiamo detto che nasce il 14 ottobre del 1906 a Linden, Hannover da una famiglia ricco-borghese e con una figura materna rilevate e decisiva. Per il suo genio dopo conseguito il diploma le fu concesso di frequentare due semestri all’università di Berlino per approfondire greco e latino trovava importanza e interesse delle poleis antiche. Segui anche dei corsi di teologia e studiò Tommaso d’Aquino, Paolo di Tarso e in particolare Agostino autore decisivo per la sua filosofia generazionale (padri della chiesa). Come docente di teologia ebbe Romano Guardini teologo di origini italiane ma trasferito in Germania da molto piccolo, era giovane e quello fu uno dei primi incarichi, veltan sciang = amore per la letteratura. Era un cristiano cattolico e vedeva nel cattolicesimo la chiave di comprensione della realtà e aveva molto a cuore l’educazione dei giovani. Dava molto fascino e creava molto interesse ai suoi studenti compresa Hannah e rimane affascinata da questo modo di fare filosofia ed essere intellettuale a tutto tondo; qui scopre autori che non aveva mai conosciuto quali Agostino a cui dedicherà la sua tesi di laurea (nato a Pogaste in Algeria collocato nel 394 d.C.) e Kierkegaard. Agostino nella sua filosofia abbiamo due concetti fondamentali l’atto di nascere e la comprensione del male. Agostino cerca di tenere insieme la vita attiva (agire) e la vita contemplativa (la riflessione) come punto di riferimento vi è il cristianesimo la religione è capace di innalzare l’uomo, importante per la sua antropologia filosofica. Initium e principium (primo teorema sulla nascita). La concezione del male viene poi ripresa nella banalità del male e per agostino viene vista come una causa deficiente ovvero una situazione in cui vi è assenza di bene. Da queste suggestioni Hannah elabora il suo pensiero, mantenendo un distacco in quanto atea, si avvale di molti spunti oltre il cristianesimo come anche la tradizione greca* e sconfina in ambiti teologici per suo gusto personale dettato da: essere ebrea, quindi interessata di scritture antiche e amore per autori italiani grazie agli insegnamenti di Guardini. Detto ciò, possiamo confermare che Hannah è una pensatrice spura in quanto sconfina in numerosi ambiti ecco perché non si può collocare in una fascia precisa. La vita della Arent è un’epitome del 900: una sorta di riassunto e riflesso di questo periodo storico. Il suo talento filosofico le permette di frequentare diverse università che determinano tappe fondamentali, il suo percorso parte con l’università di Marburg qui emerge la sua personalità filosofica, qui conosce H che al tempo era una stella della filosofia, era già sposato con figli e riusciva a catturare il fascino degli studenti. Inizia la loro liaison, la loro storia d’amore non solo ma anche intellettuale perché vedremo che si Controllo della sfera personale haimat= casa non vi è più protezione, violazione delle case e delle proprietà private.  Presenza di un capo carismatico  Propaganda mediatica Modernità Per essere totalitario il sistema deve possedere tutte queste caratteristiche. Definisce macchine totalitarie ovvero formate da pezzi che nella sua analisi lei smonta per studiarle e poi fornisci i mezzi e gli strumenti per difenderci da essi. Questo dà speranza per le generazioni future. 4) La vita attiva: la condizione umana (The human condition) Pubblicata nel 1958 opera antropologica 5° capitolo in nati per incominciare vi è una riflessione sull’uomo e sulla scienza e come essa prende il sopravvento sull’uomo, risposta alla domanda antropologica. 5) La banalità del male Testo particolare perché insieme di articoli raccolti dal processo di Gerusalemme di Adolf utilizza un registro più accessibile perché voleva che anche nelle case s i parlasse di Shoà gli articoli sono pubblicati sulla rivista New Yorker. Fu un processo molto discusso, attenzione mediatica altissima. Il male è radicale= fa un passo indietro causato dalla normalità/banalità. 6) On Revolution Pubblicato con Pinguin nel 1963 classico filosofico, movimenti rivoluzionari nel mondo russa, americana eccetera analizza quindi i grandi moti. *bambino alba come elemento di nascita e speranza, infatti, la filosofia sulla nascita ha dei lampeggiamenti in tutte le sue opere ma qui la evinciamo molto bene, *bucoliche di Virgilio. 7) La vita della mente Grazie all’amica Mary Mcartery recupera dall’appartamento i suoi appunti, è incompleto perché poi deceduta, come se fosse un testamento filosofico. Manca l’ultimo segmento il capitolo del giudizio. FINE PRIMO MODULO. GUARDA SLIDE DI RIEPILOGO E APPUNTI SUL QUADERNO. Nati per incominciare, aree tematiche: IL NATALITY Parola chiave. Antidoto al male, alla sua banalità, male totalitario e inaudito; introduce una nuova categoria filosofica (cos’è) come corpus filosofico. Le macchine totalitarie hanno distrutto tutte le categorie filosofiche, venire al mondo come categoria principale. Inconsapevolmente, non si rende conto di star fondando una nuova filosofia ecco perché non è sistematica, formata da immagini qua e là, non vi è una teoria organizzata Hans Jonas compagno di Arent, anche lui afferma che inconsapevolmente ha creato nella filosofia una nuova categoria considerata imbarazzante= dato sempre trascurato dalla filosofia Riferimenti e immagini discontinue e frammentate che richiamano immagini evangeliche: BAMBINO CHE NASCE si incastra nel vangelo e nei riferimenti alla poesia classica (Virgilio) immagine come apologo per sottolineare al lettor che è passaggio fondamentale. Ricostruzione genealogia del termine. Natalità: in italiano perde valore, e significato semantico. Come lingua utilizza sempre inglese, mai tedesco. Quando parla per la prima volta di generatività? Agostino, Heidegger, appunti.  ANFANG Secondo alcuni il termine le fu suggestionato da Haidegard con l’equivalente Anfang (inizio) che troviamo all’interno di “essere e tempo” 1927, effettivamente il concetto di inizio potrebbe starci anche perché Hannah in quegli anni era sua studentessa, lui però non è attratto del concetto infatti non lo sviluppa, perché sposta l’attenzione sul suo opposto la morte: anfang e tode, principio e morte, ogni uomo ha un inizio e soprattutto ha una fine. Quindi il principio è un elemento primitivo non sviluppato perché il telos valoriale è la morte: unico banco di prova. ZAIM ZUM TODE essere per la morte quindi anfang viene impoverito.  GEBURTIC Altro termine di Haidergard che vuol dire letteralmente nativamente es dove sei nato sono nato a Utilizzato in questo senso è inteso come impulso alla vita e descriver il DELZAIN ovvero l’esser-ci ma designato sempre in funzione della tode; alla fine è sempre la morte che definisce l’uomo. Con Agostino inizia a prendere forma, ma il termine vero e proprio nasce quando? In un diario, dove si era appuntata un pensiero dopo aver assistito a un concerto di musica sacra nell’Aprile del 1952 primo rientro in Germania di un famoso compositore tedesco del 700 Alleluia di Hendel naturalizzato inglese, riguarda la nascita di cristo, ne rimane folgorata e illuminata, e comincia a riflettere, si appunta la sua riflessione sulla nascita mondo affidato a chi non ha più tempo (vecchi) Maggio 1952 seconda volta che appare il termine, questa volta in una lettera scritta al marito che si trovava negli Stati Uniti e lei in Germania. E scrive “so cosa vuol dire, ho capito l’espressione ci è nato un bambino” Nel 1953 invece nell’articolo ideologia e terrore (pubblicata in review of politics) emerge una terza volta, ed è il primo riferimento esplicito alla sua teoria. Ci salva dalla desertificazione del mondo (totalitarismi) * dalla “città di Dio” di Agostino frase initium creatur est homo = affinché ci fu un inizio fu creato l’uomo.  La nascita non è intesa come un momento privato e personale, ma come atto pubblico, privato, perché con la nascita noi ci manifestiamo agli altri, uomini che sono generati da uomini si diventa protagonisti della propria storia, entriamo nel mondo nell’infra, nella contingenza.  Il bambino che viene al mondo non è prodotto né fabbricato, non è materiale, ma possiede la dignità in quanto essere umano.  Venire al mondo come prima forma di agire, vivere tra gli altri e abitare il mondo è l’atto fondante la morte invece è paralizzante non ci fa più agire  Si nasce come creatura unica, mette radice negli altri con la sua originalità, capacità di innovare.  Diversità come innovazione. Categoria politica che porta all’innovazione, frase arentiana agire di concetto con gli altri ci obbliga a restare unici, restare fedeli alle radici che non possono essere spezzate; siamo nati diversi unico modo di innovarci, la nascita ci rende inconfondibili fedeli alla nostra diversità anche se scomoda DETTO ANASSIMANDREO (DI ANASSIANDRO chiede la parafrasi) Anassimandro è un filosofo greco classico presocratico nell’antichità la nascita veniva un po’ disprezzata, considerato come giorno imperfetto perché uomo chiede alla divinità di nascere per poi compiere il peccato originale, nascita come peccato da espiare con la morte AIPERON la filosofia classica non ha mai investito teoreticamente sulla nascita, espulsa dalla filosofia. Questo risale fin dall’antichità, il filosofo greco vede con sospetto la nascita, pensa l’uomo in riferimento della morte oscura il fatto di vederci natali infatti è da qui che nasce il termine mortali. Perché la tradizione ha visto sempre con ostilità nel venire al mondo? 1. Ruolo della mitologia Narrazione mitologica di eventi, primo modo degli uomini di interrogarsi sul mondo, dare spiegazioni alle grandi domande primi tentativi di indagine. Poi prende il posto la filosofia che però si contrappone in quanto utilizza un ragionamento logico. Tutto potrebbe derivare da URANISMO CULTURALE urnos, urano era il primo dio del cielo, mise al mondo dei figli che però seppellì con la paura che questi potessero rubargli il potere, da questi figli nacque e si salvò Cronos dio del tempo e con la stessa paura divorava i figli che gli nascevano, sospetto per la nascita nasce fin dalla religione perché crea nuovi moti che destabilizzano la situazione; quindi, per la cultura greca nascita= lutto di potere, una minaccia. Da qui nasce il pregiudizio. 2. Ed è una diretta conseguenza il processo di DESENSIBILIZZAZIONE il filosofo deve prendere le distanze dai sensi e pensare a qualcosa di più alto. Il filosofo diffida dei sensi, perché ingannano e non possiamo conoscere il mondo attraverso di essi ciò porta a disprezzare il corpo interpretato come prigione e gabbia perché l’obiettivo è quello di arrivare al mondo dove l’anima regna, il corpo è mutevole cambia e invecchia e si rovina, imprigiona l’anima di conseguenza la conoscenza attraverso i sensi può cambiare così come cambia il corpo e perciò non è affidabile. In sintesi due concetti sono importanti: - Pregiudizi che partono dalla mitologia - Processo di desensibilizzazione Due mondi: 1. Mondo concreto= sensibile che ciò che appare ci inganna 2. Mondo superiore= invisibile al di là, è un mondo autentico dove l’anima è libera. (per Hannah l’essere non muta mai sostanza né muore) Il filosofo greco semplifica così l’ostilità per la nascita. DETTO ANASSIMANDREO è il testo filosofico più antico che abbiamo, si parla di nascita e morte, contesto storico: lo scritto è stato tramandato da Simplicio nel 530 d.C. era un filosofo greco di origine bizantina, vissuto ad Atene, noto per aver studiato e commentato gli scritti di Aristotele, noto commentatore aristotelico. Si occupa di questo detto e sottolinea che lo ha appreso indirettamente da un discepolo di Aristotele, Teofrasto. Il detto lo ritrova nel commento di Teofrasto alla fisica di Aristotele, la fisica di Aristotele è un’opera acromatica= dal greco ascoltate, opera solo ascoltata dagli allievi materiali non sistematici, non è scritta, di ciò abbiamo solo appunti di allievi. Quini Anassimandro Aristotele Teofrasto Simplicio Anassimandro secondo la tradizione dossografico (basata sulla raccolta di opinioni) è un filosofo ionico con forte interesse naturalistico, guardava e studiava molto la natura; prende le redini della scuola di Mileto insieme a Talete, si pensa che il primo a parlare di ARCHE (principio) sia stato Talete, al tempo riconducevano l’archè a uno dei quattro elementi es. Talete acqua. Eraclito fuoco. Mentre lui parla di APEIRON alpha privativo: senza peiras: limite = senza limite, inteso come principio di tutte le cose, sostanza primordiale che determina tutte le cose, qui le cose nasco e periscono. Lo descrive come elemento non definito, un vortice, viene intesa la nascita come caos. È il primo modus razionale di comprensione della realtà= primo sforzo razionale di spiegare l’origine delle cose dopo la mitologia. Per Hannah Arent il vero colpevole della mortalità dell’uomo è Parmenide il suo essere (si contrappone all’apeiron di Anassimandro che è solo infinito) è eterno, ingenerato e imperituro: peiros=fine limite; scrive “intorno alla natura” pone il problema della realtà di cosa è vero e cosa è falso, e suddivide i docxa (opinioni) = fornite dai sensi; e da aletheia (verità autentica) = solo attraverso il logos che è l’intelletto e il ragionamento. Cosa vuol dire fare del natality una CATEGORIA È intesa come unica categoria di comprensione dell’uomo, non è in linea con le categorie classiche, questa necessità di introdurre una categoria del tutto nuova nasce con l’avvento dei tempi bui ovvero i tempi in cui regnavano le macchine totalitarie, Hannah infatti parla del “filo della tradizione si è spezzato” perché con la caduta della filosofia e delle altre scienze, anche i categoriali vengono meno, l’uomo è stato animalizzato e perde la sua unicità, ridotto a un fascio di reazione*esperimenti cane Pavlov, “sinistra marionetta”. Dopo ciò bisogna domandarsi cos’è allora l’uomo? L’uomo non può più essere pensato con strumenti vecchi, sono caduti, la filosofia ha fallito in questo, non è ostile o critica l’antichità, ma semplicemente si mette in cerca di un nuovo categoriale e inizia a investire teoreticamente sul venire al mondo; quindi, domanda ontologica per Hannah l’uomo è NATALE. Cos’è una CATEGORIA in filosofia? Etimologia “categoreo” significa io mostro, io affermo, io accuso. Vuol dire anche mettere in chiaro Definizione è l’attribuzione di un predicato a un soggetto, quindi le categorie predicano, ci danno informazioni e definiscono, hanno più funzioni: - predicativa (ci spiegano) - ordinativa (mettono ordine nella realtà) per parlare di categoria dobbiamo però fare riferimento a due filosofi importanti Aristotele e Kant. Aristotele= è il primo che parla di categorie e le definisce come i modi di essere della realtà, perché la realtà è complessa e l’essere si dice in molti modi, può essere molteplice: così facendo pesta i piedi all’essere unico di Parmenide, entra in contrapposizione con la filosofia eleatica. Il mondo è vario e plurale quindi sono necessarie più categorie infatti ne introduce 10, la più importante è la sostanza, substanzia ovvero ciò che sta sotto, che sta a fondamento di tutto, l’uomo per Aristotele è un essere razionale (politico) e tutte le altre categorie sono secondarie. Kant= è un filosofo matematico illuminista, pone una contrapposizione ovvero che la mente umana ha però dei limiti, nel suo scritto “la critica alla ragion pura” e successivamente “la critica alla ragion pratica” lui espone che la mente umana non è in grado di conoscere tutto, alcune domande non avranno mai una risposta, deve esserne consapevole; la concezione dell’uomo è debole e potente insieme, per Kant le categorie sono diverse da Aristotele, infatti hanno lo scopo di unificare la molteplicità attraverso i sensi percepisco le cose e deve dare u nome a questo fenomeno, entra in gioco l’intelletto, maturazione e bisogno di categorie per Kant sono 11 c’è bisogno dell’io penso non sono più modi di essere, ma strumenti che utilizza l’intelletto per mettere insieme ciò che percepisce con i sensi; per fare ordine nella realtà. L’uomo kantiano non subisce la realtà ma dispone strumenti per comprenderla. In sintesi, per esame: cos’è categoria in filosofia, etimologia e definizione che risale ad Aristotele, e contrapposizione di Kant; Arent cosa fa? Fa saltare i categoriali di Kant e Aristotele, ripenserà all’intera filosofia classica. LA VITA ATTIVA- LA CONDIZIONE UMANA (the human condition) È un’opera ontologico che si pone una domanda centrale, chi è l’uomo? Fu pubblicato nel 1958 con un editore statunitense, infatti lei nel 1941 si rifugia in America a New York a seguito delle leggi raziali. La prima opera significativa pubblicata in America fu però “le origini del totalitarismo” che grazie a questa pubblicazione esce fuori dal dimenticatoio, sono anni cruciali perché la seconda edizione esce nel 58 in piena guerra fredda. Peculiarità dell’opera: - antimarxista, si oppone al materialismo storico. Presuppone uno studio di Marx molto complesso, ed è fondamentale per comprendere il suo pensiero antropologico, chi è l’uomo? Ha una caratteristica che lo contraddistingue dagli altri animali, agisce. Solo l’uomo è in grado di scegliere il bene, infatti il natality è la prima azione perché è significativa? Ha una conseguenza anche politica cioè quando un’azione è condotta coralmente con gli altri; infatti, Arent è attratta dal vivere insieme, l’individualità deve essere superata.  Il titolo: di base doveva essere “la vita activa” ma la University Press l’editore americano impone il titolo “the human condition” non viene accolta la sua proposta. Nella stampa italiana del 64 mantiene il titolo originale nella traduzione.  La forma del titolo è latina, e contiene un problema filosofico: i greci distinguevano la vita attiva in senso negativo, la vita legata al lavoro e alla fatica, e la vita contemplativa più importante e nobile, è la vita vera, autentica che determina la dimensione esistenziale. Invece per Hannah nella vita attiva, l’uomo crea e si fabbrica dei beni e di bisogni naturali, è una forma di agire che permetteva di plasmare cose non solo per la sua sopravvivenza.  Aristotele tentò di riprendere la vita attiva dal pensiero classico dandone una visione meno negativa: infatti collega tutte le azioni alla vita politica, praxis politicos. È un tentativo incerto perché prevale comunque la contemplazione. Quindi mentre i greci dividono le due dimensioni, facendo prevalerne una, Hannah cerca di ritornare a un equilibrio tra le dimensioni; l’uomo ha bisogno di agire in senso pratico praxis, ma anche di pensare. Dopo la caduta delle poleis c’è una frattura perché prima con le città-stato le due dimensioni erano equilibrate. Obiettivo recuperare in egual modo le due dimensioni. Lavorare solo necessario perché non rende liberi, infatti chi lavorava erano gli schiavi, l’uomo libero non poteva occuparsi di cose materiali. L’intenzione del TITOLO è di tipo politico, è un titolo ambizioso e complesso, pieno di chiavi di lettura; basa le radici sull’identità dell’uomo, e si coglie il suo anti-darwinismo nel corso del tempo il compito di definire l’uomo è delegato alla scienza= animale mammifero che impoverisce l’essere, non è la sua intera visione. Ma è la filosofia che deve rispondere, come? Partendo dall’agire umano, perché è un tratto peculiare. In sintesi, è un’opera politica, ontologia antropologica: se l’uomo è un animale allora è un animale politico. ARISTOTELE Intrigata dall’antropologia umana e dalle sue definizioni di uomo Animale politico= Zoon politicon: Aristotele essendo figlio di un medico, ha a che fare con la scienza e sezionava i corpi, legame con la corporeità. È al pari degli altri animali, perché è una creatura biologica. Ma a differenza della scienza (che si ferma a questa definizione) aggiunge una caratteristica che non impoverisce la sua essenza, cioè politico: una caratteristica che lo contraddistingue deve vivere in comunità con gli altri e agire attivamente, non può fare a meno che stare con gli altri; è superiore agli altri animali perché è un animale strutturato. (struttura di relazioni) Uomo dotato di parola: zoon logon: è dotato di ragione, della parola, del logos, quindi è animale razionale, in quanto parla, ha un corpo fisico che permette concretamente di esprimersi attraverso la bocca (recupero importanza del corpo) non sono versi quelli che emette, ma parole vere e proprie, riscatta la corporeità sono due definizioni che non possono separarsi, non può esistere la parte politica senza la parte razionale e il contrario, affinché l’uomo si realizzi devono coesistere insieme. “l’uomo è più di tutte le api”, logos come strumento. Arent è sedotta da queste immagini e immagini nella vita attiva, fino ad analizzare il concetto aristotelico di fare comunità, costruzione di comunità con relazioni dialogiche, questione antropologica, l’identità umana per Hannah è un tema urgente, perché era la scienza che si occupa di dare immagine all’uomo e quindi è immagine scientifica, inteso come organismo biologico. Lei è anti-evoluzionista, e cerca di portare fuori la definizione scientifica di uomo è natale. Riflessione dell’uomo come agente (che agisce) preferisce di parlare di condizione umana, non di natura umana (sottotitolo) bisogna rivalutare l’uomo e tornare a interrogarsi sull’essere umana, natura umana= definizione che appiattisce l’uomo alla scienza mera molteplicità, creatura unica arriva a una critica scientifica, questione della PLURALITA’ non l’uomo nella sua individualità, ma gli uomini nella loro pluralità, abitano la terra è la legge della terra, è la condizione che regola tutto, noi abbiamo bisogno della nostra umanità, agire umano che è complesso.  L’uomo agisce in modi diversi, è una concezione tripartita: labor, work, action= lavorare, fabbricare/operare, agire (tripode arentiano) Non sempre la relazione che si instaura è autentica, è l’agire autentico dato dalla pluralità per eccellenza, spiega cosa intende per vita activa, condizione di vita di base in cui la vita sulla terra è data dalla tripartizione, gli uomini cercano di creare un mondo che vada bene per loro, mondo artificiale non in senso negativo, superficiale, che manualmente fabbricano non è connotazione superficiale, consentono di soddisfare le proprie esigenze (*sta preparando la critica a Marx) Il problema la vera vita non è nel lavorare ma nello stare con gli altri in relazione (recupera Aristotele) ovvio che serve per fabbricare materiali. Con l’operare si circondano di cose per compensare alla carenza biologica (es vestito) in quanto siamo vulnerabili. Action= forma più importante formata dalla relazione con gli altri, l’umanità si realizza se sto con gli altri e sono cittadino (impegno politico) concetto di cittadinanza è greco: deriva dal latino civitas= colui che vive in comunità. Caratteristica del cittadino deve essere libero, possedere la fraithait, tema della preoccupazione di Arent, quando lavora non è libero se mi circonda con le cose non sono libero, solo se lo sono con la action: mi circondo con gli altri= è solo con questa che si possa dare vita biologica, autentica. Essere umano non è colui che lavora= Marx valore dell’essere umano per Hannah non è solo un lavoratore perché non è libero, ma solo è politico, quando è capace di agire con gli altri si realizza lo zoon politicon grazie all’utilizzo della parola logos. Divisione labor-work la lingua italiana perde la distinzione nel mondo classico= c’è distinzione tra lavoro manuale di artigianale dignitoso e quello corporeo più faticoso. Labor lavoro faticoso, corporeo Work lavoro in prospettiva artigianale più dignitoso procurarsi da mangiare, uomo come prodotto del suo lavoro; l’idea rimane stravolta e stravolge il mio pensiero, il mio stare con l’altro, il valore che assegno all’uomo, in base alla sua capacità. Per Marx il lavoro non è mai solo lavoro, perché tutto dipende da esso, uomo che si valorizza in esso, “noi siamo il lavoro”. Identificazione dell’umanità, dipende dalle capacità produttiva, colui che lavora. Perché in vita attiva si focalizza sul lavoro? Perché si interroga sulle varie forme d’agire, quindi deve passare anche per il lavoro; e arriva alla conclusione che noi siamo molto di più, siamo natali, per innovare il mondo, progettarlo, arriva quindi a Marx dicendo che il lavoro non può definirci, non posso appiattirmi sulla mera sopravvivenza. - Ci dice che: lavorare non è agire autentico, operare non è agire autentico, quindi critica Marx. Dimensione dialogica le relazioni tra persone di Arent sono diverse dalle relazioni di produzione di Marx. Venendo in contro con l’altro, l’uomo può fare a meno della sfera materiale. Marx commette l’errore, unisce e chiarifica con le tre dimensioni del lavoro. Marx recupera la praxis (agire pratico), glielo riconosce, ma poi commette l’errore di mischiare. Il progetto marxista prevede l’uso della violenza, praxis che sfocia nella violenza. Ma contestualizza il suo pensiero, affermando che il filosofo cerca di rispondere alle esigenze del suo periodo storico. L’infanzia: la filosofia ha sempre rimosso il desiderio della metafora dell’infanzia. L’infanzia deriva da un verbo latino arcaico infans che vuol dire parlare, sposta il significato, muta nel tempo; passaggio esistenziale, bambino che non padroneggia il linguaggio, bambino= bambalein, balbuzia, balbettante (graca) fanciullo deriva da fante, colui che serviva, soldato al servizio funzionale a qualcuno, servile e subordinante. Stigmatizzazione del bambino. Sono parole dispregiative anche a livello semantico, anche nel linguaggio così nella filosofia, erano creature imperfette, visti come piccoli esseri umani, incompleti. Questa fascia d’età è sempre vista con sospetto, adulti in potenza, Aristotele definì i vecchi bambini due volte, per cui si esponevano i difetti. Anche Locke e Hobbes li definiscono figli imperfetti. Il padre fondatore della pedagogia Rousseau guarda all’educazione con pregiudizio, dell’Emilio, modello teorico. -immagine del bambino visto in modo positivo: Nietzsche. Sempre visti come qualcosa da educare. La metafora dell’infanzia in Arent rivaluta l’infanzia, ha un rapporto ostico con la pedagogia, grazie alla sua sensibilità li definisce custodi della politica, sono le colonne, progettano sono la promessa di redenzione, per chi ormai non è più giovane. Nelle lettere in opere giovanili, bambino come opere di giardino e il bambino in vita attiva nasce nell’infra. In Agostino, nell’initium ci sono gli iniziatori. In On Revolution pagine con riflessioni dell’immagine del bambino che nasce, che sono ispiratori, come Virgilio li definisce bambino alba, è un bambino che porta un bene miracoloso, capace di costruire la storia. Affascinata dal bambino GESU’: non ha che fare con il messia o con quello della tradizione ebraica, non è untus nella tradizione, bambino non mandato da Dio ma un puramente umano; nasce da altri uomini. Virgilio studia molto le sue bucoliche e georgiche, parte da qui come riferimento, parte dalla quarta egloga (=componimento poetico) delle bucoliche chiamata egloga crucis. Bambino come prima alba del mondo nascente, si riferisce a una profetessa romana che aveva preannunciato la venuta del bambino miracoloso che avrebbe portato salvezza e annuncio dell’età dell’oro= tempo di prosperità, ricchezze. Età senza miseria e privazioni, eterna primavera con il bambino che albeggia sul ondo; tempo di pace vissuto in armonia (profezia). In On Revolution incastona l’analisi letteraria e politica in particolare su questa egloga. Non ha dubbi: il canto di Virgilio è un canto di nascita, celebrativo. Non solo ma è anche politico, perché è un bambino con il compito gravoso di ricominciare, innovazione del mondo. o Dialogo intergenerazionale vecchi e giovani non in conflitto, consegano un dono, i giovani ricevono il mondo dai più maturi, alle nuove generazioni i neoi (come li definivano i greci). Per Hannah i vecchi si devono far da parte, per lasciare spazio ai giovani. È necessario perché altrimenti non ci sarebbe rinnovo, è invece importante la curiosità che caratterizza i giovani che non hanno un’ossessione per la morte che li aspetta. I vecchi si accontentano di conservare le cose come stanno, non si può governare solo con la saggezza solo loro posso prendere in mano le redini, in quanto hanno visto recentemente con i loro occhi l’inizio Importante è la contrapposizione con Jean Paul-Satre filosofo politico di sinistra, laico e ateo. Descrive un bambino, Barionat opera teatrale politica e filosofica. È un grande filosofo francese, personalità artistica, riusciva a passare da diversi linguaggi: politico a filosofico ecc. era comunista, fiancheggiatore del momento filosofico dell’esistenzialismo francese, anche lui parla di infanzia in due dimensioni: 1. Negativo: Saint-Genes È più tormentato, chiama il bambino farfalla, era un pittore, artista noto e discusso al tempo e gli dedicherà una biografia, lo stimava. Tentò di riabilitarlo, accusato di furto di manoscritto, figura che divide. Parte dall’infanzia dell’uomo, era già un bambino accusato di furto, adulti lo avevano già stigmatizzato, tant’è che viene accusato anche da adulto. Lo sguardo dell’adulto è costituente di noi, “fissarci come farfalle su un tappe”, è un bambino vittima degli adulti, che deve sopportare il loro sguardo giudicante. 2. Positivo: Barionat È un bambino dolce, addolcito dai baci degli adulti, racconto con contenuto religioso, teologico. Pieno conflitto bellico, fatto prigioniero nello stalag campo di reclusione militare. Detenzione meno disumana, privilegio di poter scrivere in prossimità del Natale, anomalo perché non credente, che in un secondo momento rinnegherà, affermando che era un tentativo di coesione e di riunione con i compagni, ne vietò addirittura la pubblicazione, dicendo che era uno scritto rivolto unicamente ai compagni. Lo abbiamo ancora oggi grazie alla conservazione dei compagni. L’ambientazione è in Giudea, protagonista Barionat capo del villaggio oppresso dai romani, rappresentato in maniera dolorosa, addolorato dalle sorti del villaggio in miseria; decreta l’editto di non mettere più al mondo figli. Perché desidera che la vita in miseria si interrompa, tragedia (il coro dà voce alle difficoltà e il dolore dei soprusi) ci si pone la domanda si può vivere senza bambini? Suggerisce che il mondo senza bambini non sarebbe tale. Sara la moglie, rimane incinta e lui è in lutto, ma lei è determinata a partorire, il bambino non si sceglie ma si aspetta poi si convince della forza salvifica. È un’opera di grande umanità: miracoloso perché fa sì che gli uomini si incamminino per rinnovare. Compito confronto tra bambino di Arent e bambino di Satre. Dopo queste due modalità, l’autore non tornerà più sull’infanzia. Arent scritti giovanili meno frequentata soprattutto dedicati al femminile, più scarni dal punto di vista politico ma ugualmente interessanti perché bagliori della sua filosofia e sono scritti in maniera diversa la penna è ancora acerba ma c’è un gusto particolare nel raccontare la quotidianità interesse per la narrazione, si coglie lo sforzo di fare il femminile un soggetto politico (Rachel). Il femminile in chiave politica, nel periodo più maturo ci propone una ritrattistica femminile, ma rimane nel suo tempo: NON è femminista, è figlia del suo tempo ma a modo suo fa della donna un soggetto politico, sempre stato prettamente maschile. In vita attiva ragiona sul passaggio biblico, ragiona sull’articolo li creò= pluralità umana, la condizione massima in cui l’uomo agisce è nella pluralità. San Paolo si scolla dall’insegnamento di Gesù, scrive toni forti donna creata per l’uomo, elemento di sudditanza, visione secondaria della donna: “la donna impari in silenzio..” per scagionare san Paolo dalle critiche contestualizza al suo tempo, dove persisteva un primato maschile e sottolineata la fragilità della donna. Arent riprende la frase evangelica, recupera e celebra la differenza come valore aggiunto. Rivendicazione di genere afferma che essere donna è un fatto di natura, non si pone allora il problema dell’emancipazione, non è una problematica urgente: mi è sufficiente qualificarsi nella sua umanità. *intervista del 64=Guter Gans si descrive come individuo ebreo, definizione generica, l’intervistatore la sollecita riguardo l’emancipazione e chiede se ha importanza “si naturalmente..”. si pone come problema, ma le donne devono conservare le loro qualità femminili. Gauss fa notare che lei ricopre un ruolo maschile, lei risponde che studia filosofia per comprendere la realtà. Materno pensa alla lingua come grande madre (tedesco) concetto esclusivamente materno, non presta attenzione al bambino come grembo ma come nascente, il bambino diventa pretesto per fare filosofia, importanza dello spazio di nascita va a costruire la veiltan sciaung (visione del mondo). Multen sprache lingua tedesca materna, al tempo la domanda cosa rimane della Germania, rimane la questione della lingua come qualcosa che viene rinnegato in quanto lingua del nazismo, durezza dei suoni, in prestito agli orrori della Germania, nasce un dibattito se il tedesco debba essere purificato. “il materno è ciò che resta” pensiero conservativo nella memoria, valore da ricordare. Memoria funzione politica si muore davvero quando si smette di ricordare.  Rosa Luxemburg Fonda il partito nazionale, le dedica un ritratto importante, elogio a Rosa e critica al suo biografo Nattel dice che è pieno di pregiudizi maschili; la definisce mezzo maschio, in quanto donna non è in grado di muovere folle e secondo lui le donne non sanno farlo, infine la definisce timidamente donna per restituire dignità. Lei dice che era outsiders per due volte 1 ebrea 2 donna, concetto di estraneità, va contro corrente.  Karen Blixen (la mia amica Africa) Isac pseudonimo maschile, incuriosita dalla scelta maschile.  Rahel Fanarghen Nata nel 1771 in Prussia, a Berlino respira illuminismo e romanticismo, donna colta ebrea tedesca aveva ricevuto una buona educazione ma di fatto era autodidatta, divenne amica di molte figure di spicco e le fu permesso di scrivere libri, al tempo non era dato per scontato. L’unico mezzo erano lettere e diari. Trascorrerà tutta la vita a cercare un cognome tedesco, rinnegando sé stessa. Nascita sbagliata, schemil. Hannah è molto critica nei suoi confronti, perché contraria all’assimilazione; è inaccettabile non si possono rompere i legami con l’ebraismo, infatti, lei non ha mai negato se stessa, non si rompono i vincoli dati per nascita. FINE PRIMO SEMESTRE RICORDATI L’INTERVISTA DA STUDIARE.
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