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Piero della Francesca: Biografia, Opere e Contesto Storico, Schemi e mappe concettuali di Storia Dell'arte

Storia dell'arte rinascimentaleStoria dell'Arte MedievaleStoria dell'arte italiana

Biografia di Piero della Francesca, pittore e trattatista rinascimentale originario di Borgo San Sepolcro. Conosciuto per i suoi scritti su geometria e prospettiva, studiò sotto Domenico Veneziano a Firenze. Realizzò opere importanti come il battesimo di Cristo per l'abbazia camaldolese e il polittico di Sant'Antonio per la chiesa di Sant'Antonio a Perugia. Scrisse il trattato De prospectiva pingendi sulle tecniche di prospettiva e il colore. Le opere di Piero influenzarono artisti come Luca Pacioli e Jacopo de' Barbari.

Cosa imparerai

  • Che studiò Piero della Francesca sotto?
  • Che opere realizzò Piero della Francesca?
  • Che influenza ebbe Piero della Francesca sulla pittura rinascimentale?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 14/11/2022

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cris_0001 🇮🇹

2 documenti

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Scarica Piero della Francesca: Biografia, Opere e Contesto Storico e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! Piero della Francesca 1415/1420-1492 Originario di Borgo San Sepolcro. E’ ricordato da Vasari come trattatista e per i suoi scritti di geometria e prospettiva, conservati ad Urbino. Uno dei maestri principali fu Domenico Veneziano, del quale abbiamo pochissime opere, giunge a Firenze alla fine degli anni 30 del ‘400. Conosce la pittura di Masaccio, Beato Angelico e Paolo Uccello, imparando l’uso della prospettiva e realismo figurativo. Lavora ad una serie di affreschi andati perduti. Uno degli esordi di Piero avviene nella città di Rimini: chiesa di san Francesco, signoria di Sigismondo Malatesta, committente del rifacimento della chiesa medievale, che vuole trasformare in un tempio rinascimentale. Piero della cappella realizza un ritratto del committente, Sigismondo, inginocchiato ai piedi del santo. Opere teoriche: De prospectiva pingendi (trattato sulla prospettiva). È il primo trattato che precede il 1500, dedicato alla prospettiva. Scritto in volgare, trae ispirazione dal de pictura di Alberti e le ricerche su Euclide. Diviso in tre parti: la prima descrive le varie tecniche in prospettiva dei volti, la secondo parte descrive le prospettive e la terza parte il colore per creare la prospettiva. Semplifica il procedimento utilizzato da Brunelleschi. Non solo studi del corpo umano ma anche architettonici, studi di un capitello: visto in pianta e poi in sezioni per essere reso prospetticamente. Trattato sui poliedri: Libellus de quinque corporibus regularibus; È il primo che studia la relazione tra i 5 poliedri regolari. Un altro trattato sul cilindro e sulla sfera(datata metà del ‘400): esercitazione sulla costruzione geometrica della spirale ed usa il compasso per i diagrammi. Vari trattati per il procedimento geometrico costruttivo e si occupa di geometria solida. I suoi temi verranno ripresi da Luca Pacioli (matematico). de divina proportione: sulla destra tavole che Da Vinci realizzò per illustrare la sua opera (60 tavole). Intarsio ligneo: rappresentati altri solidi complessi in prospettiva, esercitazioni su questo tema sulle ricerche di della Francesca. Durer, Melanconia, 1514: sullo sfondo un romboedrico tronco, capacità geometrica matematica. Battesimo di Cristo, 1440, National Gallery: realizzata per l’abbazia camaldolese, commissionata dai monaci camaldolesi di San Sepolcro per onorare l’abate del loro ordine, Ambrogio Traversari, per omaggiarlo, poiché aveva tutelato gli interessi dei monaci e contro le pretese del vescovo di città di Castello. Il tema principale è il rapporto della trinità e la conciliazione tra chiesa d’occidente e oriente. La composizione dell’opera allude al tema della trinità. La base del rettangolo e del semicerchio costituiscono un triangolo, il cui vertice coincide con i piedi di Cristo. il centro coincide con le mani giunte di Cristo. Non possiamo giungere a ciò senza conoscere la committenza. Cristo immobile al centro, come se fosse una colonna, scena del battesimo compiuta da San Giovanni Battista. Ambientato in un contesto contemporaneo, non vediamo il fiume palestinese ma il Tevere. Sulla destra tre angeli che alludono alla trinità, l’angelo a sinistra porta i colori della trinità (ordine trinitario), due angeli ai lati di questo si tengono la mano, allusione di riconciliare chiesa d’oriente e occidente (contesto storico=avvenuto durante un concilio), guardano verso il terzo angelo e fa il gesto della concordia con la mano. I bizantini sullo sfondo si riflettono nel fiume. La luce dà un senso di realtà del battesimo. CONTESTO STORICO RELIGIOSO PER COMPRENDERE L’OPERA. Storie della Croce, coro della Chiesa di San Francesco, 152-1466, Arezzo: commissionata dalla famiglia Bacci, per rappresentare le storie della vera Croce. Ciclo già cominciato da Bicci di Lorenzo ma realizzato per la gran parte da della Francesca. Storia derivava dalla Bibbia e dalla legenda Aurea di Jacopo da Varagine, storia in forma favolosa che si intreccia alla storia vera. Il ciclo avviene nel ’52, nel ’53 avviene la presa di Costantinopoli. La leggenda ha inizio quando Adamo, prossimo a morire, manda il figlio Set in paradiso per ottenere l’olio della misericordia per una morte serena, ma l’arcangelo Gabriele gli dà un ramoscello dell’albero della vita per collocarlo in bocca ad Adamo nel momento della sepoltura. L’albero visse ai tempi del re Salomone, il quale cerca di utilizzare per la costruzione del tempio di Gerusalemme, ma il legno non va bene e lo butta nel fiume, viene trovato dalla regina di Saba che predice il suo utilizzo, ovvero la crocifissione. A questo punto il re Salomone lo fece sotterrare, verrà ritrovato dagli israeliti al momento della crocifissione di Cristo. Ma questo sfondo favoloso si interseca con la storia, poiché Costantino avrebbe avuto una profezia prima di vincere la battaglia sul ponte Milvio nel 300, manda la madre in Palestina per ritrovare la croce e riporta i vari pezzi a Roma. Il tema della vera Croce fu caro all’ordine francescano, i quali nel medioevo avevano fatto affrescare le loro chiese episodi di questa leggenda. Fa dieci scene tratte dalla leggenda della vera croce, 8 riquadri dipinti da Piero, 2 lunette. Nella parte superiore abbiamo figure di profeti. Piero sperimenta una tecnica mista, non solo pittura a fresco ma unì porzioni di pittura a secco e a tempera, altri pigmenti legati con albume d’uovo, facendo deteriorare precocemente l’opera. Lunetta in alto a destra= rappresenta la morte di Adamo. Adamo, prossimo a morire, manda il figlio Set in paradiso per ottenere l’olio della misericordia per una morte serena, ma l’arcangelo Gabriele gli dà un ramoscello dell’albero della vita per collocarlo in bocca ad Adamo nel momento della sepoltura. All’interno della lunetta, nel gruppo di destra Eva che sorregge la testa di Adamo, il quale narra la promessa che gli era stata fatta dall’arcangelo Gabriele. Set è canuto, anziano e semicoperto da una veste che ha un drappeggio elaborato e parla con l’arcangelo Gabriele. Colloca, poi, il ramoscello nella bocca del padre. Una donna eretta con un vestito nero e un fanciullo visto di spalle, con le gambe incrociate, appoggiato ad una sorte di lancia (allegoria della morte). Abbiamo 3 diversi momenti della storia riuniti in un’unica rappresentazione prospettica. Nella parte centrale vi è il sogno di Costantino: prima della battaglia sul ponte Milvio, che segna la vittoria nel 312 dell’imperatore Costantino su Massenzio. La scena rappresenta: Costantino che sogna all’indomani la vittoria della guerra se esporrà il segno della croce di Cristo. Questa scena fu lodata da Vasari per la capacità di imitare la realtà. Grazie ad un restauro del 2001 sappiamo che non ci ritroviamo ad un momento della notte ma bensì momento dell’alba. La sconfitta e decapitazione di Cosroe: 300 anni dopo, lotta tra le truppe dell’imperatore d’oriente, Eraclio, che si oppongono a quelle dell’imperatore persiano, Cosroe. Sfondo impero bizantino che subiva attacchi dall’impero persiano, Cosroe era riuscito ad espugnare Gerusalemme e trafugare varie reliquie. Eraclio decise di affrontare Cosroe e recuperare la vera croce. Momento della decapitazione di Cosroe. Sulla destra il trono di Cosroe, mentre lui ai piedi del trono, inginocchiato pronto per essere decapitato. (parte di sinistra inferiore dell’opera) Flagellazione di Cristo, 1459, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche è una tavola di dimensioni ridotte, circa 50x80. Mostra degli spazi molto grandi grazie all’uso della prospettiva. Lo sfondo è un contesto storico preciso: conquista di Costantinopoli avvenuta pochissimi anni prima (1453). Minaccia turca sull’Europa, gli stati volevano far fronte al nemico. La tavoletta è un dono concepito da Bacci al duca di Urbino, per invitare
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