Avviamento al metodo e pensiero filosofico 2018/2019 - Approfondimento su Cartesio, Appunti di Filosofia

Scarica Avviamento al metodo e pensiero filosofico 2018/2019 - Approfondimento su Cartesio e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! CARTESIO DISCORSO SUL METODO Il Discorso sul metodo per ben dirigere la propria ragione e per cercare la verità nelle scienze (1637) si presenta come una narrazione in prima persona del percorso e delle riflessioni effettuate al fine di risolvere una questione fondamentale: come si possa arrivare alla certezza e alla verità. Cartesio è interessato a trovare la via per una scienza certa, vera e sostanziale. Quelli adoperati, non sono aggettivi casuali: la scienza deve essere certa e vera, e non probabile o verosimile, come invece appariva tutta la precedente filosofia a Cartesio. Certezza e verità, secondo Cartesio, appartengono alla matematica, limitata però dal carattere esclusivamente formale, data l'assenza di contenuto empirico. L’ideale è allora quello di una scienza disciplinata dal rigore matematico. Non a caso Cartesio è colui che rielaborando concetti di algebra e geometria, fino ad allora separate, avrebbe formulato un sistema coerente, oggi noto come geometria analitica. Ed è proprio sull’esempio di questo rigore, dunque, che Cartesio elabora il suo metodo. I Discorsi lo riassumono in quattro fondamentali precetti: a) Accettare come vere solo le idee conosciute con evidenza, ovvero le idee concepite senza dubbio, chiaramente e distintamente. Si tratta dell’indicazione per cui, al fine di dimostrare qualsivoglia cosa, è necessario partire da principii semplici o elementari ed evidenti, dal contenuto chiaro e distinto. b) Decomporre mediante un processo analitico il problema o il fenomeno complesso nelle sue parti, nei suoi elementi semplici ed evidenti. Si tratta di passare dal complesso al semplice mediante un rigoroso processo di analisi. c) Al fine di controllare il risultato dell’analisi, risalire con ordine dai concetti più semplici al fenomeno complesso, attraverso un processo di sintesi. In questo modo è possibile mostrare la necessità degli elementi semplici, inizialmente indivuati attraverso l’analisi, per la descrizione e la spiegazione della complessità. d) Operare delle analisi complete, senza omettere alcun passaggio. Procedere con precisione, dunque. L’ideale di scienza tratteggiato per mezzo del metodo cartesiano è dunque quello di un sapere che, partendo da premesse semplici e intuitivamente vere, poiché presenti in modo chiaro e distinto, per rigorosa deduzione arrivi alle più distanti e complesse conclusioni. Per Cartesio tutte le nozioni scientifiche pregresse andrebbero riviste con metodo, secondo ragione. Il primo passaggio di revisione è dunque il dubbio metodico, ovvero la messa in dubbio di tutte le nozioni pregresse al fine di ricostruire con metodo il sapere scientifico. MEDITAZIONI METAFISICHE Cartesio, nelle Meditazioni metafisiche tenta, da un lato, di individuare un criterio di verità indubitabile, che garantisca l'universale applicabilità delle regole del metodo, sottraendole a possibili obiezioni scettiche; dall'altro lato, di risolvere alcune grandi questioni di metafisica generale (quali il problema dell'esistenza di Dio e dell'immortalità dell'anima), al fine di mostrare la perfetta compatibilità della scienza moderna con la fede cristiana, dopo il crollo delle vecchie fondamenta offerte dalla metafisica peripatetica. Le Meditazioni Cartesiane sono sei. PRIMA MEDITAZIONE: Cartesio afferma di voler applicare il dubbio generale a tutte le conoscenze comunemente date. Il dubbio cartesiano è generalmente inteso come metodico (ossia, come processo mediante il quale eliminare tutte le opinioni non sufficientemente salde al fine di dare un fondamento razionale al sapere incontrovertibile) e iperbolico. Del dubbio si possono distinguere due stadi: a. Il primo stadio si rivolge agli oggetti dei sensi, generalmente intesi come sorgente comune e certa del nostro sapere quando, essi in realtà tavolta, quindi sempre, ci traggono in inganno. b. Il secondo stadio si rivolge agli oggetti dell'intelletto, come ad esempio le cognizioni matematiche, che sembrano conservare il proprio valore "sia che io sogni o che si desto. Al fine di poter dubitare anche di tali conoscenze eterne ed immutabili, egli introduce la figura di un genio ingannatore che non si identifica assolutamente col nostro Dio, infinitamente buono; la sua forza è tale, infatti, da far sì che ogni qualvolta si sia convinti di qualcosa ci si stia ingannando. Dopo aver condotto all'estremo l'esercizio del dubbio, Cartesio giunge ad un primo fondamento, sicuro nella seconda meditazione. SECONDA MEDITAZIONE: tale fondamento è il principio del "cogito" secondo il quale, posso dubitare di tutto tranne del fatto che io stesso stia dubitando dunque, pensando dunque, esistendo. La formulazione completa del principio è : "cogito ergo sum" ("penso dunque sono"). Secondo Cartesio, i corpi non possideono tutte le qualità che noi percepiamo ad essi inerenti. Questo perchè il filosofo francese fa sua la distinzione tra proprietà oggettive e prorpietà soggettive. Tutte le determinazioni quantitative sono qualità "reali" (oggettive) della sostanza estesa; ma le determinazioni soggettive, dipendendo dalla percezione del soggetto, non esistono come tali nella realtà corporea.