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Hegel e l'idealismo tedesco, Guide, Progetti e Ricerche di Filosofia

La figura di Hegel, massimo filosofo dell'idealismo tedesco, e la sua filosofia romantica che vede la ragione come spirito creatore e assoluto. Si analizzano i suoi capisaldi, tra cui la risoluzione del finito nell'infinito, l'identità tra ragione e realtà e la funzione giustificatrice della filosofia. Si approfondisce la dialettica hegeliana, legge ontologica che regola il divenire della realtà, e il concetto di assoluto come spirito immanente alla realtà. Le opere principali di Hegel sono presentate e si descrive il suo percorso accademico.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2022/2023

In vendita dal 01/02/2024

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Scarica Hegel e l'idealismo tedesco e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Filosofia solo su Docsity! HEGEL Rappresenta il massimo filosofo dell’idealismo tedesco, che è l’equivalente filosofico del romanticismo. Gli esponenti principali sono Fichte, Schelling e Hegel. Fichte è il padre fondatore, anche se poi Hegel è il più famoso. Hegel abbraccerà inizialmente il pensiero di Schelling, anche se poi lo criticherà e la loro amicizia finisce. È romantico perché vede la ragione come spirito, come assoluto e come una forza creatrice, che si va a concretizzare nella realtà. Nasce nel 1770 a Stoccarda e muore nel 1831. Studia a Tubinga filosofia e teologia, dove strinse amicizia con Schelling e Holderlin. Vive durante la rivoluzione francese e inizialmente ne rimane affascinato. Vive quel momento storico consapevole che il mondo sta cambiando e quindi anche la storia. Quando Napoleone entra a Jena, Hegel vive lì. Hegel rimane affascinato dalla figura di Napoleone, vedendolo entrare nella città. È ancora giovane, ma nella lettera che scrive emergono dei termini importanti nella sua filosofia. Fa il precettore privato dopo essersi laureato, perché era un’abitudine per gli uomini colti dell’epoca. Ad un certo punto, quando muore il padre, eredita una parte del patrimonio ed intraprende la sua carriera universitaria. Nel 1818 viene chiamato all’Università di Berlino ed inizia il suo periodo d’oro. Era il filosofo più famoso del momento. Improvvisamente muore, probabilmente di colera. Le opere più importanti ● La fenomenologia dello spirito (1807), opera più importante. Qui dichiara il suo distacco da Schelling. ● Enciclopedia delle scienze filosofiche (1817) ● Lineamenti di filosofia del diritto (1821) Premesse: ha tre capisaldi, tesi di fondo, nuclei principali. ● Risoluzione del finito nell’infinito, significa che il finito si risolve nell’infinito e ha senso solo se è considerato parte dell’infinito. Il finito è ogni singolo elemento della realtà, quindi ogni singolo ente e ogni singolo uomo, ogni singolo aspetto della realtà. Essi trovano il loro senso solo se collegati con il tutto più grande che li ricomprende, ossia la realtà nella sua totalità, e quindi l’infinito. Una parte ha senso solo se considerata all’interno del tutto. Il vero è l’intero, conosco la verità solo se considero il tutto. Il vero è l’intero: la realtà è una totalità in cui ogni singola parte ha senso solo se considerata in funzione del tutto. Questa realtà è dotata di una funzione razionale, cioè è espressione di questo principio assoluto, spirito, idea. ● Identità tra ragione e realtà. Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale. La razionalità è la struttura formale della realtà, quindi può essere compresa dalla ragione, la ragione è anche ciò che crea la realtà. Il reale è frutto della ragione umana e può essere compreso da essa. Hegel dice che quando consideriamo ogni elemento finito a sé stante, sta ragionando l’intelletto astratto. Quando mettiamo in relazione le parti con tutta la realtà è la ragione che sta lavorano. L’intelletto considera solo le singole parti, la ragione invece considera le parti in relazione con il tutto. ● Funzione giustificatrice della filosofia. Secondo Hegel la filosofia è quella di chiarire, mettere in luce gli aspetti della realtà. NOTTOLA DI MINERVA. La realtà secondo Hegel non è statica, ma in divenire, in movimento. È in movimento anche a livello storico e allo stesso momento anche la realtà che ho di fronte è in divenire. C’è una regola che regola il divenire della realtà, e si chiama dialettica. Per Hegel ha un significato diverso rispetto ai filosofi precedenti. È la legge che regola, che governa il divenire. La dialettica si esplica in tre momenti, chiamati tesi, antitesi e sintesi. Questa dialettica è una legge ontologica (scienza dell’essere), cioè la legge di sviluppo della realtà, e sia il procedimento che il pensiero fa per comprendere la realtà. Per comprendere la realtà quindi anche io devo ragionare secondo la tesi, antitesi e sintesi. Quando consideriamo un elemento come staccato dagli altri non comprendiamo la realtà, ma il primo momento, ossia quello della tesi, considera ogni elemento staccato dagli altri, ogni elemento è considerato in sé. È ancora una realtà statica, lavora l’intelletto. Nel secondo momento, quello dell’antitesi, abbiamo la negazione del primo momento. Hegel dice che non si dà un elemento senza il suo contrario. La ragione sta iniziando ad entrare in gioco. Contrapporre due elementi è già un movimento, la realtà sta iniziando a non essere più statica. L’ultimo momento è quello della sintesi, in cui si ha una riaffermazione della tesi, c’è un superamento (Aufhebung) del conflitto tra antitesi e tesi, e un successivo arricchimento di essa (ES del bocciolo, fiore e frutto finale; albero che d’autunno perde le foglie, le recupera in primavera e in estate fa nascere i fiori; crimine, pena, riabilitazione). Nel corso della storia, l’uomo con le teorie, il pensiero, è diventato sempre più consapevole di essere esso stesso espressione di questa totalità, al contrario degli animali che non possono comprenderlo. Anche l’uomo è espressione del principio razionale. Quando Hegel parla di assoluto con riferimento alla consapevolezza che l’uomo acquisisce, parla di spirito. Ripercorrendo il cammino dell’umanità stessa, diventa consapevole del suo sviluppo. Ogni singolo uomo può compiere questo sviluppo diventando consapevole di essere non in essere a sé stante, ma di essere parte di quella totalità. Questo cammino viene descritto da Hegel nella fenomenologia dello spirito. La parola fenomeno l’abbiamo già vista con Kant, che era quello che appare al soggetto. Qui va inteso come ciò che si mostra al soggetto. Hegel dice che la realtà è espressione della razionalità (idea, ragione, assoluto) e l’uomo ha il privilegio di essere consapevole di farne parte. È un panteismo quello di Hegel. Non è il Dio cristiano, Dio è immanente alla realtà. Secondo Hegel, il divino non è al di là, è presente e immanente alla realtà. È qualcosa in divenire, non statico. Dio è ovunque, perché ogni parte della realtà è manifestazione di Dio. PRINCIPIO DI RAZIONALITA’: idea, ragione, razionalità, assoluto, infinito. Sono tutti sinonimi. Utilizza anche il termine spirito. Quando utilizziamo questo termine, facciamo riferimento alla dimensione umana, all’uomo, che con la sua coscienza comprende di essere parte della realtà. Troviamo questo cammino nella fenomenologia dello spirito. Ritroviamo l’andamento dialettico anche nella fenomenologia dello spirito. I momenti principali sono la coscienza, l’autocoscienza e la ragione. Divide l’opera in due parti. La prima parte si divide a sua volta in tre momenti del cammino: ● Coscienza-> certezza sensibile, percezione e intelletto. Hegel si occupa dello spirito dal punto di vista della teoria della conoscenza. Hegel dice che la coscienza all’inizio pensa che la realtà che la circonda sia qualcosa di completamente altro da sé stessa. Compiendo il cammino si arriva con l’intelletto alla posizione Kantiana. La coscienza diventa consapevole che la conoscenza dell’oggetto dipende da lei. È diventata consapevole di essere determinante per l’oggetto della realtà. Si passa all’autocoscienza. ● Autocoscienza (divisa in: Dialettica servo-padrone, Stoicismo e Scetticismo, Coscienza infelice) -> la coscienza diventa consapevole e si dice autocoscienza. Ogni singola autocoscienza pretende di essere essa stessa a plasmare tutta la realtà e quindi si mette in contrasto con le altre coscienze. Questo conflitto è espresso dalla dialettica servo-padrone. Questa guerra si risolve con la vincita di alcune autocoscienze, diventando padroni; altre invece davanti alla paura della morte si 1. Coscienza 2. Autocoscienza 3. Ragione Dalla ragione si apre un’altra triade che Hegel eliminerà. Si passa allo spirito dove capisce che il senso profondo si acquisisce solo a livello comunitario. ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE IN COMPENDIO Lo spirito si divide in 3 momenti in cui si sviluppa: 1. Soggettivo, Hegel analizza il funzionamento psicologico 2. Oggettivo, Hegel studia come l’attività dello spirito che agisce a livello comunitario va a realizzarsi nella storia e in particolare nelle istituzioni su cui si basa un popolo. Ogni nazione ha una sua storia e una sua espressione politica. Le nostre istituzioni sono spirito della democrazia. Il nostro sistema giuridico esprime lo spirito del nostro popolo->siamo in democrazia, il sistema giuridico è democratico. Per prima cosa una comunità cerca di esprimere il proprio diritto. Una persona giuridica è un soggetto in quanto titolare di diritti riconosciuti dal sistema giuridico in cui vive. Il primo diritto che si afferma è quello di proprietà. Hegel scrive all’inizio del 1800, in cui è ancora forte l’idea socialista. Perché ci sia un diritto che riguardi il rapporto tra individui tra loro deve esserci anche una norma che stabilisca un contratto, ossia un accordo tra due o più parti. Il riconoscimento dei diritti implica i contratti. Se c’è un ordinamento che regola i diritti abbiamo anche la possibilità del reato, può essere che la norma non sia rispettata. Lo spirito oggettivo è diviso a sua volta in 3: ● Diritto astratto, che si esprime in diritto di proprietà, contratto e diritto contro il torto. Si ha la conformazione esteriore nel seguire o meno una norma. Da qui si passa alla moralità ● Moralità, si entra nella sfera soggettiva. Si interiorizza il bene, ma rimane comunque una separazione tra quello che è il bene e quello che si realizza. ● Eticità, si ha il perseguimento del bene a livello collettivo. Si esce dalla sfera dell’individualità. Moralità ed eticità sono due termini che spesso sono usati come sinonimi, ma in certi casi si dividono. Anche etimologicamente sono diversi. Una parola è latina, l’altra greca. In Hegel questa diversità è netta. Uno concerne l’individuo, l’altro il collettivo. L’eticità si divide in famiglia, società civile e Stato. La prima comunità in cui ci si trova ad agire è la famiglia, che Hegel divide in matrimonio, patrimonio ed educazione dei figli. Hegel ritiene che il matrimonio nasca dall’amore tra due persone, al contrario della mentalità dell’epoca. Con patrimonio si intende l’amministrazione e la gestione dei beni. Si arriva poi all’educazione dei figli, che sono la sintesi della famiglia e allo stesso tempo portano alla scissione della famiglia, poiché vanno educati fino a che non creano la loro propria famiglia. Nel momento della società civile tante famiglie si ritrovano a vivere insieme, ma ognuna soddisfa i propri bisogni. Per soddisfarli ognuno si deve specializzare in qualcosa e nascono le classi sociali. Nascerà anche l’amministrazione di giustizia che tutela il diritto pubblico, poi gli organi di polizia e introduce anche le corporazioni, ossia le associazioni di mestiere che rappresentavano gli stessi interessi (tutti gli artigiani che lavoravano il ferro si organizzavano per concordare il prezzo dei prodotti, il salario…). Il singolo nelle corporazioni inizia un po’ ad uscire e da qui Hegel passa al momento culminante dell’eticità che è lo Stato. Viene riaffermata l’unità della famiglia al di là delle separazioni della società civile perché gli individui sono parti di una società più ampia che è lo stato. A dare senso all’individuo è l’appartenenza ad uno stato. Gli individui sono quindi consapevoli di fare parte di una comunità politica che da loro senso. L’individuo ha senso solo se considerato all’interno di uno stato. È una prospettiva organicistica. Lo stato è l’incarnazione suprema della moralità sociale e del bene comune->stato etico. È lo stato che fonda i cittadini, non il contrario. Hegel rifiuta il modello dello stato liberale, in ascesa al tempo, perché per i liberali lo stato nasce per tutelare i diritti degli individui. Contrasta però anche la concezione democratica e il contrattualismo. È lo Stato a fondare l’individuo. Lo Stato di Hegel oranicistico, però non è dispotico, poiché le leggi sono presenti e fondamentali e anche chi detiene il potere deve rispettare la legge massima, ossia la costituzione. Secondo Hegel lo stato migliore è quello in cui regna la monarchia costituzionale, sul modello della Gran Bretagna, che prevede una serie di poteri distinti ma non divisi tra loro: legislativo, governativo e principesco. È un’organizzazione in cui tutte le parti danno il proprio contributo. Ogni stato esprime lo spirito di un popolo, e ce n’è uno che prevale. Hegel ha in mente quello tedesco. A regolare il rapporto tra gli stati deve essere la guerra, che non va condannata: è necessaria e utile. Una pace durevole e perpetua porta i popoli alla fossilizzazione. Posizione opposta a quella kantiana. Ci sono dei popoli che prevarranno e ci sono degli individui eroi, individui cosmico-storici. L’astuzia della ragione si serve di essi per realizzare i propri individui. Per Hegel è Napoleone. Altri esempi sono Giulio Cesare, Einstein, Adriano, Kennedy, e sono tutti nomi di persone che hanno portato grandi cambiamenti. 3. Assoluto, è rappresentato dalla cultura in senso ampio. È l’insieme delle tradizioni culturali di un popolo. Lo spirito che ha raggiunto consapevolezza si esprime nelle varie forme di sapere. La più alta è la filosofia. Arte, religione, filosofia. La filosofia ha la funzione di giustificare la realtà. Si traduce in storia della filosofia. Quella più elevata è la sua, L’idealismo. Con l’arte rappresentiamo lo spirito di un’intuizione sensibile, la religione si ha la forma della rappresentazione, che sta a metà tra l’espressione artistica e la filosofia. La filosofia stessa ha senso come intero, e si conclude nell’idealismo.
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