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Appunti primo parziale sociologia dei processi culturali, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Argomenti: Luca Ricolfi, olismo e individualismo metodologico, bpresentazione di Aron (libro di testo), positivismo, Comte e la critica di Sheler, Marx, Tocqueville, Durkheim, comunitarismo e liberalismo, elitisti italiani.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 17/01/2023

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Scarica Appunti primo parziale sociologia dei processi culturali e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! SOCIOLOGIA LUCA RICOLFI Che cos’è la società signorile di massa? È l’Italia di oggi, un posto dove si produce poco ma si consuma moltissimo. Un posto dove i cittadini che non lavorano hanno superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano, dove larga parte della popolazione ha accesso a consumi opulenti e dove allo stesso tempo la produttività è ferma da vent’anni. PERCHE’? 1. Disponibilità della popolazione a fare sacrifici in vista di benefici futuri, un fattore che è venuto meno già verso la fine degli anni ’70. 2. Contenuta pressione fiscale, di cui abbiamo smesso definitivamente di beneficiare dalla metà degli anni ’80 in poi 3. Svalutazioni competitive e indebitamento pubblico. DISTRUZIONE DELLA SCUOLA L’errore più recente è la scelta di tutti – politici, insegnanti, genitori – di abbassare gli standard dell’istruzione, sia nel senso di diluire i programmi (più nell’università che nella scuola) sia, soprattutto, di abbassare l’asticella della sufficienza. 1. Svalutare e disincentivare la formazione professionale. 2. Favorire gli studi più facili o ritenuti tale, a scapito delle materie scientifiche e delle materie umanistiche più impegnative come latino e greco. 3. Rilasciare titoli di studio fasulli, illudendo i giovani di essere pronti per mestieri che la maggior parte di loro non era preparato a svolgere. IMMIGRAZIONE I ceti popolari non amano gli immigrati perché li vedono come concorrenti nell’accesso ai servizi pubblici, come rivali nella conquista dei pochi posti di lavoro disponibili con conseguente dumping salariale, come minacce alla sicurezza nelle periferie e nei quartieri degradati. I ricchi e i ceti medi, invece, li vedono un po’ cinicamente come candidati ideali ad occupare le posizioni più umili nella scala sociale. OLISMO E INDIVIDUALISMO METODOLOGICO – due fondamentali paradigmi sociologici Secondo T. Kuhn (1922-1996, fisico, storico e filosofo statunitense) il progresso scientifico (soprattutto nell’ambito delle scienze storico-sociali e filosofiche) non avviene per «accumulazione» di conoscenze ma in virtù di una alternanza di PARADIGMI. Un paradigma è un insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono una certa tradizione di ricerca. Si impone su altri per la sua forza persuasiva e per il grado di consenso che raccoglie all’interno della comunità scientifica. Che cos’è la società? Una totalità in sé chiusa o un insieme complesso di interazioni di azioni individuali?  Olismo: studio della totalità sociale, delle strutture, istituzioni, sistemi sociali. La società viene concepita come totalità, che possiede caratteristiche proprie spesso assimilate a quelle degli organismi.  Individualismo: studio di comportamenti individuali, di azioni sociali. L’attenzione è rivolta prevalentemente alle singole parti costitutive della società. I fenomeni sociali hanno una autonomia intrinseca (e leggi proprie) o, al contrario, sono prodotti dall’agire sociale?  ANOMIA, Durkheim: mancanza di regolamentazione sociale e morale, in grado di mantenere entro certi limiti il comportamento degli individui.  SPIRITO CAPITALISTICO, Weber: disposizione socio-culturale che, correggendo la spontanea sete di guadagno, induce il calvinista a reinvestire i frutti della propria attività per generare nuove iniziative economiche. OLISMO (Olon, tutto) Esprime la tesi dell’esistenza di un «tutto» indipendente dalle sue parti componenti e irriducibile alla somma di tali parti (usato anche in biologia). Per Durkheim la società possiede proprietà eleggi proprie che non possono essere ricavate per induzione o per generalizzazione dalle proprietà e dalle leggi riguardanti i singoli individui. In questo senso, esiste una «specificità del sociale». Per Marx: la dialettica fra struttura e sovrastruttura. Criticato in particolare dalla cosiddetta «scuola austriaca» (K. Popper) INDIVIDUALISMO la società non è affatto un «tutto», ma addirittura un «ens fictum», una sorta di finzione, una espressione a cui non corrisponde una realtà concreta, dal momento che la società non è altro che la somma degli individui che la compongono, una somma di relazioni, di interazioni le cui componenti essenziali restano unicamente gli individui. COME SUPERARE LA DICOTOMIA La teoria sociale ha la necessità di concettualizzare l’agente umano come qualcuno che da una parte è plasmato dalla dimensione sociale (dalla cultura, dal linguaggio, etc.), ma dall’altro come qualcuno che possiede la capacità di incidere e trasformare la dimensione sociale in cui egli è chiamato a vivere. Per certi versi la storia della sociologia e delle teorie che si sono succedute nel tempo, fino ad oggi, è la storia di una continua oscillazione fra questi due estremi.  Uomo ipo-socializzato: concetto illuminista, uomo razionale, per nulla debitore alla società, auto-sufficiente.  Uomo iper-socializzato: concetto successivo, che in tutte le sue caratteristiche viene formato e plasmato dal contesto sociale in cui avviene la sua socializzazione primaria e secondaria. In questo secondo caso egli è del tutto dipendente dalla società e non possiede alcuna capacità di trasformare l’ambiente sociale. È possibile ristabilire un equilibrio fra queste due opposte visioni della società? (sociocentrico e antropocentrico) L’uomo è dotato di una socialità che tuttavia gli consente di portare un contributo vitale alla realizzazione del suo potenziale in quanto essere umano. R. Aron: “La sociologia si è posta come scopo quello di risolvere la crisi del mondo moderno, ossia di fornire il sistema di idee scientifiche che presiederà alla riorganizzazione sociale” ARON (Parigi 1905-1983) TEMATICHE PRINCIPALI  La società industriale, la società dell’Europa occidentale, risulta il modello e paradigma di quella che sarà la società di tutta l’umanità  Duplice universalità del pensiero scientifico: la scienza occidentale è diventata universale a disposizione di tutti; Validità del metodo positivo per ogni disciplina  Rapporto tra natura umana, che rimane nel tempo fondamentalmente la stessa, e diversità: la storia dell’umanità è anche storia del cammino compiuto verso il positivismo. SOCIETA’ INDUSTRIALE – basata su organizzazione scientifica del lavoro, nascita masse operaie. Nascita di attriti tra padroni e lavoratori, tra capitalisti e forza lavoro (aspetto secondario per Comte, lo si può correggere con riforme). L’aumento incontrollato della ricchezza si accompagna a crisi periodiche di sovrapproduzione (sono episodi di scarso rilievo). PROPRIETA’ PRIVATA Un mercato che sviluppi da sé le dinamiche di concorrenza rimane efficiente e competitivo. Comte riteneva il liberismo patologico per la sua intrinseca instabilità. Sosteneva una teoria dell’organizzazione a prescindere dalla “metafisica” delle teorie economiche astratte ma anche da quelli che egli chiamava “comunisti”, ostili alla proprietà privata. La proprietà è parte integrante e strutturale dell’organizzazione, nonché sua funzione. Esiste un ordine spirituale basato sul merito morale, scopo supremo di tutti dev’essere il perfezionamento morale, non l’esercizio sempre più indiscriminato del potere. RELIGIONE La religione serve a temperare il potere temporale, soddisfa i bisogni umani di amore e unità. Gli uomini devono amare il Grande essere, ovvero ciò che i loro predecessori hanno prodotto di buono ed eccellente. È l’insieme degli esseri passati, futuri e presenti, che liberamente concorrono a perfezionare l’ordine universale. MAX SCHELER (1874-1928)  Filosofo e sociologo, professore nelle università di Jena, di Monaco, di Colonia e di Francoforte. Divenne ben presto uno dei più indipendenti e produttivi collaboratori del gruppo fenomenologico guidato da E. Husserl. È il fondatore della Wissenssoziologie (sociologia della conoscenza).  Nel 1924, cura un volume di più autori dal titolo: “Saggi per una sociologia del sapere”. Il primo saggio di questa raccolta è suo, e porta il seguente titolo: “Problemi di una sociologia del sapere”.  “L’idea di pace e pacifismo” - È realizzabile una pace perpetua? tema attuale  “Politica e morale” - cita Macchiavelli CRITICA DI SCHELER ALLA LEGGE DEI TRE STADI DI COMTE Nel 1921, Max Scheler aveva pubblicato il saggio, dedicato ad A. Comte, dal titolo: “Filosofia della storia e filosofia del sapere nel positivismo (Legge dei tre stadi)», nel volume: “Lo spirito del capitalismo”. Per il positivismo “sapere è potere” (F. Bacone), non è più disinteressata ricerca di una verità metafisica, l’unico «fine» diventa ora il dominio sulla natura e sulle cose. Scheler: esiste una precisa correlazione fra concezione meccanicistica e positivistica del mondo e affermarsi di una economia monetaria e acquisitiva; ribalta la concezione precedente della metafisica classica, homo faber. Lo spirito della moderna indagine naturale (Galilei, Newton, etc.) è nato dalla incipiente rivoluzione borghese, industriale, capitalistica. Forme del sapere e società sono fortemente correlate tra loro. La critica di Scheler a Comte:  l’ideale positivistico del sapere consiste nella enorme limitazione del fine della conoscenza». Cioè restringe enormemente questo fine. Viene trascurata la vera essenza filosofica dei fenomeni e ci si concentra sulla scoperta di leggi (di relazioni quantitative determinabili) che consentono il dominio della natura.  La teoria positivistica dei tre stadi del sapere è, in ogni sua forma (Comte, Mill, Spencer, Mach, Avenarius) completamente erronea. La conoscenza e il pensiero religioso-teologici, metafisici e positivi non sono fasi storiche dello sviluppo del sapere, bensì atteggiamenti dello spirito e ‘forme della conoscenza’ essenziali, durevoli, dati insieme con l’essenza dello spirito umano. Nessuna può mai ‘sostituire’ o ‘rappresentare’ l’altra. 1. La teologia: si interroga sul ‘fondamento del mondo’. 2. La metafisica: ha il compito di rendere visibili per la ragione che osserva le connessioni d’essenza e le eterne connessioni di idee. 3. La scienza moderna: ha il compito di ordinare i fenomeni in un simbolismo matematico. Errore di Comte è avere messo questi in reciproca esclusione, invece sono tre saperi diversi con fini diversi e nessuno può sostituire l’altro. L’errore dell’occidente è avere valorizzato solo la scienza a discapito degli altri. SAPERE RELIGIOSO “La religione si fonda sull’impulso della personalità ad una autoaffermazione spirituale attraverso il recupero del nucleo della persona in un potere anch’esso personale, santo, che dirige il mondo”. Si basa su atti elevati dello spirito (sperare, amare, temere, volere, conoscere…) per cui una esperienza finita del mondo non può offrire ad essi – come oggetto e come fine – nessuna soddisfazione ultima. Sociologicamente: Chiese, sette, comunità religiose.  Fine : la salvezza della persona e del gruppo.  Modello: l’homo religiosus, il santo, un tipo umano che trova ‘fede’, ‘seguito’, fiducia, esclusivamente per la sua qualità carismatica, per il suo particolare rapporto con Dio. SAPERE METAFISICO La metafisica nasce dallo stupore di qualcosa che esiste. Sociologicamente: scuole di pensiero, accademie.  Fine : la conoscenza dell’essenza, per mezzo di una visione razionale dell’essenza, quindi non nell’osservazione e nella deduzione mediata. È la più elevata formazione della persona attraverso la saggezza  Modello : l’uomo saggio, una figura spirituale diversa dall’homo religiosus. Persegue un sapere della struttura dell’essenza. SAPERE SCIENTIFICO La scienza positiva si fonda sul bisogno di dirigere e dominare la natura, la società e l’anima. Sociologicamente: la comunità scientifica che tende sempre a darsi forma internazionale. Scuole specialistiche, Università, associazioni culturali.  Fine : l’osservazione, l’esperimento, l’induzione e la deduzione. È un’immagine del mondo in simboli matematici, che, tralasciando consapevolmente tutto ciò che è essenziale nel mondo, assuma soltanto le relazioni dei fenomeni per dirigere e governare in base a ciò la natura.  Modello: il ricercatore, che non vuole mai offrire un sistema compiuto. DINAMICHE DIVERSE  Religione: sguardo retrospettivo «un ritorno alle origini». L’uomo religioso non vuole mai insegnare qualcosa di consapevolmente nuovo, bensì sempre qualcosa di antico.  Scienza: errore dell’eurocentrismo. Ha assunto la forma di movimento del sapere europeo-occidentale degli ultimi tre secoli come se fosse “una legge di sviluppo dell’umanità intera”. Ha assunto la decadenza religiosa e metafisica di una piccola parte dell’umanità, cioè la decadenza dell’epoca borghese capitalistica. L’ha assunta come processo normale di deperimento dello spirito religioso e metafisico in generale. KARL MARX (Treviri, 5 maggio 1818 – Londra, 14 marzo 1883)  Laurea all’università di filosofia di Jena  Gazzetta renana  Parigi, conosce Engels  Bruxelles, “La sacra famiglia” e “Tesi su Feuerbach”  Londra, “Manifesto del partito comunista” (1848)  Studi economici, primo volume del “Capitale” (1866) M. è uno scienziato critico, economista con una critica sociale, ha un metodo nuovo e definizione nuova della sociologia. La società è opera degli uomini, visione utopica e critica scientifica del capitalismo, elabora concetto di alienazione. Analisi globale della società e della storia  Periodo della giovinezza: scritti tra il 1841 e il 1847-48  Periodo successivo al ‘48: fine (apparente) della fase filosofica e inizio della fase sociologica. Marx è particolarmente interessato all’economia. È il periodo di “Per la critica dell’economia politica” e de “Il Capitale” Analisi socio-economica del capitalismo o I conflitti tra proletariato e capitalismo, due forze antagoniste, rivelano l’essenza delle società moderne e consentono di prevederne l’evoluzione. Il capitalismo, in particolare, è intrinsecamente contraddittorio. o La storia umana come lotta tra classi sociali. Nella società borghese, all’incremento del regime produttivo non corrisponde la distribuzione della ricchezza. Un giorno il proletariato rivoluzionerà collettivamente i rapporti sociali. Visione utopistica. o Il contrasto tra borghesia e proletariato è inevitabile: la politica è espressione dei conflitti sociali o ERRORE: rivoluzione negli stati più avanzati, in realtà scoppia in Russia, molto arretrata. Forse rivoluzione che nasce dai suoi ideali ma “uccide la madre”, ovvero cade nel totalitarismo. MATERIALISMO STORICO Forze produttive (forza-lavoro, mezzi di produzione, conoscenze tecniche) Struttura, base economica Rapporti di produzione (rapporti di proprietà) Sovrastruttura, istituzioni giuridiche, politiche, ideologie e perfino la filosofia. Marx scandisce la storia dell’umanità in quattro regimi economici:  antico (schiavitù);  feudale (servitù della gleba);  asiatico (sottomissione dei lavoratori allo Stato);  borghese (salario) ! DOMANDA! quali sono i rapporti sociali? Quale interpretazione dà al tempo? Qual è la teoria della società? C. teoria dell’ordine sociale M. del conflitto sociale, entrambi olisti. Quale relazione stabilisce tra sociologia, filosofia della storia e politica? Allievo di Hegel e Feuerbach, colpa di avere svuotato l’uomo storico di tutti i rapporti sociali, secondo lui non è la coscienza che determina la vita, ma sono i rapporti sociali che plasmano la vita dell’uomo. M. intende le forze produttive e rapporti di produzione, base reale della società. Filosofia della prassi. Il progresso nasce dal contrasto tra forze produttive e mezzi di produzione, la lotta di classe. Rivoluzioni necessarie DEMOCRAZIA è la forma politica e sociale della società moderna. L’America costituisce l’esempio concreto in cui tale forma è realizzata. T. la guarda con grande interesse, ma mantiene sempre un occhio attento e critico: anche questa forma sociale non è immune da rischi e pericoli. Eguaglianza: è la caratteristica basilare della democrazia “L’eguaglianza è eguaglianza delle opportunità” Ossia una società dove non esistono strutture gerarchiche ereditarie. Ogni posizione sociale sarà potenzialmente accessibile a tutti. Tra individui: eguaglianza sociale prima che politica Da aristocrazia a democrazia: Si tratta di stravolgere la struttura gerarchica delle società aristocratiche del passato: rompere la rete di gerarchie. Solo così la società sarà democratica ossia caratterizzata da individui che godono di pari opportunità La prima fase del cambiamento sociale sta nella rottura delle gerarchie. Qui emerge la differenza tra: MANTENIMENTO DEMOCRAZIA Il sistema sociale democratico non è immune da pericoli. I rischi nascono dalla tensione tra uguaglianza e libertà. La democrazia implica uguaglianza ma non per forza libertà. Democrazie possono essere liberali o dispotiche. Lui è a favore della Riv francese ma non capisce tutto il dispotismo che ha condotto al suo fallimento. PERICOLI DEMOCRAZIA 1. Indifferenza verso la cosa pubblica. Viene meno il senso di appartenenza a una realtà superiore che non sia quella meramente individuale. Società basata sull’individuo (atomizzato). 2. Contrazione della diversità, l’uguaglianza comporta conformismo. Si forma un ceto medio indifferenziato (opinione pubblica). 3. Possibilità di un potere senza controllo. L’esercizio del potere non è più vincolato. DISPOTISMO DEMOCRATICO: Rinuncia alla libertà per l’eguaglianza. Gli uomini, non più uniti da vincoli di casta, di classe, di corporazione, di famiglia, sono troppo inclini a preoccuparsi solo degli interessi particolari, portati sempre a considerare se stessi e a chiudersi in un angusto individualismo. Il dispotismo toglie ai cittadini ogni passione comune, ogni mutuo bisogno, ogni necessità di capirsi, ogni occasione di agire insieme; li mura, per così dire, nella vita privata. È la fine di libertà e diritti ed è il prodotto dei tre rischi della democrazia. Nella democrazia ci sono sempre due tendenze, che creano condizione per avvenimento dispotismo 1. Realizzare un’uguaglianza sempre più diffusa ma che tende a produrre una uniformità tra le persone, amministrazione centralizzata dello stato (es Francia) 2. Indebolimento tradizioni LIBERTÀ DEMOCRATICA: Coordina libertà e eguaglianza. Solo la libertà, non certo il dispotismo, può combattere nella società i vizi naturali degli uomini e trattenerli sul pendio per cui scivolano. Essa sola, infatti, può trarre i cittadini dall’isolamento nel quale la stessa indipendenza della loro situazione li fa vivere, per costringerli a riaccostarsi fra loro, e li scalda e li unisce ogni giorno con la necessità di capirsi, di persuadersi e di favorirsi scambievolmente nella pratica degli affari comuni. Oggi uomo è diverso economicamente e intellettualmente, il concetto del merito risalta per la prima volta, Uguaglianza di partenza non arrivo, quindi meritocrazia e mobilità sociale. Come America salvaguardia la libertà nella democrazia:  Presenza della religione.  Partecipazione ed associazionismo presente nella società civile.  Ruolo dei giornali (mass media) come voce delle associazioni. La democrazia ha bisogno della religione (≠ illuminismo): • Fornisce un insieme di valori alla collettività • È un limite al potere sovrano poiché esso non va contro le credenze condivise Gli americani sono liberi perché credono “In God we trust”. Libertà ↔ religione. Non vi è dispotismo dove vi è religione. È un fattore determinante, a volte instrumentum regni. CORPI ISTITUZIONALI INTERMEDI Associazioni civili che nascono come corpo sociale di mediazione tra individuo e potere dello Stato. L’individuo evita di essere isolato e facile oggetto delle lusinghe del potere. L’associazionismo consente di regolare l’unità individuale a quella collettiva. Si articola un sistema di diversità (economica/culturale/religiosa...) che rende l’eguaglianza compatibile con la libertà. I sistemi democratici devono essere indipendenti e neutrali nei confronti di altre istituzioni, tipo sociali, di usi e costumi. In contrario si ha lo STATO ETICO, quando si ha una distorsione di sistemi democratici. La qualità della democrazia si misura sulla qualità della partecipazione. Alla base della democrazia vi è sempre un’esperienza condivisa (sia essa una piccola associazione o una grande religione). Costruire una società civile intermedia ricca e articolata che trasformi gli individui in cittadini. Il cittadino deve creare un’autodisciplina morale, quando manca le democrazie corrono rischi, i cittadini seguono il primo demagogo. ! Domanda!  A quali condizioni una società nella quale la sorte degli individui tende a uniformarsi tende a degenerare nel dispotismo, ovvero come si rendono compatibili uguaglianza e libertà?  Perché in USA spirito religioso e liberale si combinano fra loro?  Confronta i tre autori. Prima parte dell’Aron: Comte, Marx, Tocqueville: si formano nella prima parte del XIX secolo. Il tema: la situazione della società europea dopo il dramma della Rivoluzione francese. Quale significato dare alla crisi? Una nuova società sta nascendo. Con quali caratteristiche? ÈMILE DURKHEIM (Épinal, 15 aprile 1858 – Parigi, 15 novembre 1917) - 1858 Nasce da una famiglia di rabbini - 1879 Si iscrive alla École Normale Supérieure - 1885-6 Studia scienze sociali a Parigi e poi in Germania con Wundt - 1887 Ottiene la nomina di professore di pedagogia e scienze sociali all'Università di Bordeaux - 1893 Discute la sua tesi di dottorato La divisione del lavoro sociale - 1895 Pubblica Le regole del metodo sociologico - 1896 Fonda la rivista "L'Année Sociologique" - 1897 Appare Il Suicidio - 1912 Viene pubblicato Le forme elementari di vita religiosa - 1917 Muore il 15 novembre Sociologo, filosofo e storico delle religioni francese. Fa parte della seconda generazione. Con Weber, il suo pensiero si forma alla fine del XIX sec. Tutte le loro opere sono uscite PRIMA dello scoppio della Guerra mondiale del 15-18. Ciononostante la loro non è una visione ottimistica. Tutti intuiscono la crisi incipiente dell’Europa. RELIGIONE Il tema fondamentale: il rapporto tra religione e scienza, tra ragione e sentimento. Tuttavia ritrovano l’idea di Comte: le società non possono conservare la loro coerenza se non con credenze comuni  Durkheim: religione tradizionale in via di estinzione. Ma, come Comte, riconosce la necessità di una morale (e di una religione) fondate sulla mentalità scientifica.  Weber: l’organizzazione razionale come «fatalità» della società moderna. Teme che questa società «soffochi ciò che rende l’esistenza degna di essere vissuta, la scelta personale, la coscienza della responsabilità, l’azione, la fede». Un esistenzialismo filosofico. Disilluso. Politeismo dei valori.  Marx: la religione come illusione, come alienazione, come prodotto, come compenso illusorio dello sfruttamento di classe. “Creando Dio l’uomo si aliena, si fa ‘altro da sé”  Tocqueville: Ruolo positivo della religione: «I cittadini devono, nel loro intimo, sottomettersi ad una disciplina che non sia imposta dal timore del castigo. Ed è la fede che più di tutto riesce a creare questa disciplina morale».  Pareto è più disilluso, appartiene alla scuola elitistica italiana, che deriva da politica di Macchiavelli. (insieme a Mosca e Michels) > visione disincantata della democrazia ATTUALISMO Soltanto in una società nella quale la coscienza collettiva ha perso una parte della sua invadente rigidità l’individuo può fruire di una certa autonomia di valutazione e di azione. In una simile società individualistica, il problema capitale sta nel conservare quel minimo di coscienza collettiva senza la quale la solidarietà organica comporterebbe la disgregazione della società. Senza divieti e imperativi, senza valori collettivi e sacri, che tengono le persone legate al tutto sociale, può una società sopravvivere a se stessa? La sociologia diviene realmente scientifica con E. Durkheim. Essa si rende autonoma, quanto ad oggetto e a metodo, dalla filosofia. Ha l’obiettivo di individuare l’oggetto della sociologia e il metodo per studiare quell’oggetto. L’oggetto è il fatto sociale, ossia ogni modo di fare indipendente dalle sue manifestazioni individuali che esercita sugli individui una costrizione esterna (coercitivo), dunque «esteriore». La società costituisce dunque una «coscienza collettiva» e diviene l’origine di ogni fenomeno spirituale: se non ci fossero gli individui resterebbe la società. Le cause dei fatti sociali sono sempre altri fatti sociali. Stato normale: dove i problemi non emergono fino in fondo, situazione di normalità Stato d’eccezione: situazione particolare dove i cittadini devono compiere delle scelte per la comunità, come si fa se non c’è una coscienza morale comune E. Gilson le metamorfosi della città di dio dice: “quando la scienza cerca di farsi legame sociale è costretta a riscoprire la religione”! DOMANDA! commenta la citazione in relazione a comte a durkeim, Toqueville (si era reso conto di questo) Weber riconosce l’autonomia alla religione, che non può essere spiegata come altri fenomeni ma incide profondamente nella storia. Tre punti di vista:  totemismo , teoria della essenza della religione, sociologia della conoscenza  L’essenza della religione: divisione del mondo in fenomeni sacri e profani. D. esclude la trascendenza, il mistero, il soprannaturale  Il sacro: cose, credenze, riti Religione è un sistema di credenze e di pratiche relative a cose sacre, cioè separate, proibite; credenze e pratiche riuniscono in una stessa comunità morale, chiamata chiesa, tutti coloro che vi aderiscono  Confutazione di animismo (credenza in spiriti) e naturismo (credenza in forze naturali divinizzate). Interpretazioni sbagliate perché «dissolvono l’oggetto» della religione. Critica di Aron: è possibile ritrovare la realtà della religione dopo averne eliminato il trascendente? TOTEMISMO Religione di una specie di forza anonima e impersonale, che si trova in esseri, oggetti, cose, piante, animali. La forza anonima, diffusa, impersonale, superiore agli individui e del tutto vicina ad essi, è il reale oggetto del culto  Una concezione evoluzionistica Clan: gruppo di parentela non costituito da legami di consanguineità È la società stessa ad avere, di per sé, qualcosa di sacro. La società «suscita rispetto, devozione, adorazione» L’esaltazione della festa. “Attitudine della società ad erigersi in divinità o a creare degli dei non fu mai tanto visibile come durante i primi anni della Rivoluzione (francese)…”. Sacralizzazione della patria, della libertà, della ragione. o Una elaborata teoria del rito: riti negativi, positivi, riti espiatori. o I riti mantengono la comunità, ravvivano il sentimento di appartenenza, al gruppo, aiutano a conservare la fede e la credenza Dietro alla religione si colloca la società: ogni credenza è un prodotto collettivo e condiviso Gli individui producono le divinità quando si crea la società, dimenticandone poi l’origine puramente umana e credendo in qualcosa che è, a tutti gli effetti, nient’altro che una creazione sociale L’uomo crea i suoi dei in forza di relazioni sociali che, quanto più saranno anomiche, tanto più genereranno divinità deboli • L’aspetto essenziale di ogni religione è la presenza di oggetti sacri, socialmente riconosciuti come distinti dagli oggetti profani • Nel rituale l’individuo fonde se stesso con la comunità di appartenenza • Ogni religione raccoglie credenze e pratiche rituali che stabilizzano e rafforzano la quotidianità sociale • La religione non è una mera illusione, è un fatto sociale. Riti servono a consolidare la fede. Teoria sociologica della scienza  La religione è il modo originario da cui è nata la scienza.  Ogni forma di classificazione nasce dalla gerarchia sociale; l’idea stessa di causalità deriva dalla vita collettiva, dall’idea di una forza superiore forza che troviamo in essa; crede in tal modo di superare la contrapposizione filosofica fra empirismo (derivazione sensibile dei concetti) e apriorismo (dai concetti alle sensazioni).  I concetti, le rappresentazioni come creazioni collettive. Se avesse ragione D. allora la religione si risolve all’adorazione della società stessa. Sarebbe l’essenza di empietà. (es Antigone fa il contrario, predilige il divino e degrada quella dello stato) Rivelata l’essenza sociale della religione e messo in luce l’aspetto anomico delle società moderne, rimane solo l’individuo come sistema di credenze tale da garantire l’unità morale. Viene così inaugurato, in ultima analisi, un culto del valore dell’individuo. Non individualismo, individuo è il creatore. COMUNITARISMO E LIBERALISMO Un dibattito che si è sviluppato tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso, all’interno delle scienze sociali e della filosofia politica. Il comunitarismo intende criticare il liberalismo inteso come teoria filosofico-politica della democrazia, della giustizia, della persona, della società I suoi esponenti principali sono Alasdair MacIntyre, Michael Sandel, Charles Taylor, Robert Bellah. COMUNITARISMO – aspetti principali 1. critica alla nozione di sé presupposta dal liberalismo: non può essere pensato in modo astratto, ma come essere radicato in una tradizione o contesto storico o culturale (appartenente ad una realtà culturale nazionale o regionale). L’identità dell’uomo è anche culturale e linguistica, determinata dall’appartenenza di certi costumi o modi di essere. Attraverso l’appartenenza ad una comunità l’uomo assorbe aspetti anche molto positivi che meritano di essere difesi e protetti. 2. la critica alla nozione di neutralità della giustizia e della priorità del giusto sul bene: la giustizia deve fondarsi sulla neutralità assiologica: una democrazia è tanto più tale e vera quanto più costruisce un terreno di puro. 3. la critica alla centralità dei diritti in alcune concezioni liberali: assegnano ai diritti la centralità del potere politico, mentre i doveri sono quelli che fanno riferimento al rispetto dei diritti. Tre disagi:  perdita di senso, venir meno di orizzonti morali  eclisse dei fini di fronte al dilagare della ragione strumentale  perdita di libertà Il rimedio che i comunitaristi prospettano è una rivitalizzazione della dimensione comunitaria: valorizzazione dell’appartenenza, senso del dovere morale, recupero di un orientamento verso il bene comune. Una collettività è definita una comunità quando i suoi membri agiscono reciprocamente e nei confronti di altri, non appartenenti alla collettività stessa, anteponendo i valori, le norme, i costumi, gli interessi della collettività, a quelli personali o del proprio sotto-gruppo; ovvero la coscienza di interessi comuni, il senso di appartenere ad una entità socioculturale positivamente valutata e a cui si aderisce affettivamente. → sacrificio dei propri diritti a favore dell’identità della comunità stessa. Trova le origini nel pensiero romantico tedesco (Fichte, Muller, Hegel), vi confluiscono elementi del pensiero platonico, della filosofia politica medievale, della teologia e della morale cristiana. Weber: si ha comunità quando l’agire sociale si fonda sulla appartenenza reciproca soggettivamente sentita dai suoi membri, mentre si ha società quando l’agire sociale riposa unicamente su interessi razionalmente motivati. F. Tonnies: comunità e società sono le due categorie fondamentali di una sociologia pura. A partire dalla dicotomia comunità/società, si sviluppa una critica della civiltà moderna che aprirà la strada alla rivoluzione conservatrice degli anni venti della repubblica di Weimar. Ha influenzato notevolmente vari sociologi come Durkheim (solidarietà meccanica e organica), Weber (potere carismatico e potere razionale); Spengler. CRITICHE Secondo alcune recenti interpretazioni la comunità resta uno dei concetti più vaghi ed elusivi delle scienze sociali e tale concetto «continua a sfidare ogni precisa definizione» Seguendo Weber e Tonnies, i sociologi americani fra cui Parsons, Park e Wirth, hanno continuato ad intendere la comunità come un tipo ideale di un continuum compreso fra due poli opposti, quali tradizione-modernità, rurale- urbano, sacro-profano. Condizione umana Vulnerabilità, sofferenza, dipendenza: non è possibile dare una spiegazione credibile della condizione umana senza riconoscere la centralità del ruolo di questi tre aspetti. La filosofia morale moderna pone l’accento sull’autonomia individuale. Ma proprio le virtù che garantiscono un agire razionale indipendente hanno bisogno di essere accompagnate da quelle che sono le virtù della dipendenza riconosciuta. La vita buona di un uomo ha come sua condizione preliminare l’appartenenza ad una comunità? SCUOLA ELITISTA ITALIANA – dal ‘900 in Italia – Pareto, Mosca Michels Realismo ripreso da Macchiavelli → secondo molti studiosi è con lui che nasce la scienza politica. Egli sviluppa una concezione molto disincantata e pessimistica della politica e della società. Machiavelli definisce l’uomo come “homo-lupus” = l’uomo è un essere che in determinate circostanze agisce come agiscono gli animali nella natura e quindi attinge alla malignità e alle anti virtù. Si riprende da Machiavelli la concezione elitista della società e della storia, il popolo può essere orientato nel modo più diverso dai capi della storia (per M. il principe dell’epoca moderna è il partito politico). Cavalli: “una minoranza sovrasta la maggioranza e la domina, pertanto sono soltanto promesse quelle delle divisioni egualitarie del potere” (posizione polemica verso il marxismo). In ogni società chi comanda è la minoranza: una formazione politica che non trovi una guida carismatica è una formazione politica che non riesce ad imporsi ed affermarsi perché contravviene ad una legge ferrea dell’oligarchia. La minoranza che governa deve essere organizzata e al suo interno agisce una minoranza creativa. GAETANO MOSCA (1858-1941) “elementi di scienza della politica” “storia delle dottrine politiche” in “scritti plitici”. Mosca definisce questa minoranza come classe governante, dirigente o classe politica. La tesi sociologica è che sempre soltanto pochi sono in grado di organizzarsi, non una grande maggioranza che si trovano nel disordine e nell'anomia. La minoranza fa di tutto per mantenere il potere. → teoria della classe politica. La critica che muove al parlamento è fatta per mettere in luce il fatto che anche in un sistema democratico tendono a ricrearsi processi di questo tipo. → critica fatta in funzione di un miglioramento del sistema democratico stesso. PARETO (1848-1923) - “trattato di sociologia generale”. Compito sociologia: togliere i veli dalla realtà. Dietro alla realtà per come ci viene mostrata, mostra una dinamica che molto spesso sfugge: la logica delle minoranze è nascosta all'interno della vita democratica stessa. 1. Distinzione tra azioni logiche e non logiche: l’uomo è un essere che in molti attimi della sua vita agisce in modo non logico, inoltre l’azione sociale degli uomini non è quasi mai di ordine razionale.  Nell’uomo agiscono i residui (gli istinti: sopravvivenza, sopraffazione, dominio o sessuale).  L’uomo e la politica per nascondere questi istinti, ricorrono alle derivazioni (ideologie). Le ideologie servono ai partiti per mascherare degli interessi (riavvicinamento a Marx). 2. Tesi della circolazione delle élite = critica alcune teorie marxiste. Il realismo di Pareto è quello per cui l’uomo non cambia mai, la storia sarà sempre un cimitero di aristocrazie e il potere nella società passa da una élite ad un’altra. Pensiero completamente anti utopistico: ogni élite al potere cerca di conservarlo con gli strumenti che erano stati individuati da machiavelli (forza e astuzia). MICHELS (1876-1936) - “sociologia del partito politico.” → figura più controversa perché è stato accusato di aver fiancheggiato l’avvento del fascismo. La definizione di un partito democratico è un non senso, perché la logica interna a qualsiasi partito non è mai democratica. Democratico è ogni partito in cui viene assunta la democrazia come elemento del suo programma: ma ogni partito agisce e si organizza secondo principi oligarchici. La partitocrazia (definita da Maranini come occupazione di tutti i posti chiave del potere politico da un partito) è la regola di ogni partito politico. La democrazia ha un vantaggio fondamentale, ossia che non può annientare l’opposizione. Definisce la sua teoria come legge ferrea dell’oligarchia.
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