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Appunti psicologia delle attivita sportive 2012, Appunti di Psicologia Generale

appunti psicologia

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 09/12/2015

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Scarica Appunti psicologia delle attivita sportive 2012 e più Appunti in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! APPUNTI PSICOLOGIA DELLE ATTIVITA SPORTIVE 2012/2013 Lezione 1 (11.10.2012): Gli obiettivi di questo corso sono capire la connessione tra la mente e lo sport e comprendere quali termini sono importanti. Tennis: sport di situazione ad alta complessità tecnico-tattica, forte open- skill (ansia e concentrazione). Open skill tradotto in italiano significa “abilità aperta”, ed è presente in sport come il calcio ed il tennis. L’avversario infatti ostacola e complica il percorso, presentando magari nuovi elementi nel suo gioco provocando imprevisti ed ansie nello sportivo. Ciò che compie l’avversario è di fondamentale importanza in quanto varia elementi come la preparazione mentale e la preparazione fisica. Negli sport aperti lo sportivo deve allenare la capacità di reagire a situazioni diverse, cercando quindi di essere molto flessibile. La pausa è quindi un momento molto importante per la variabile psicologica e per la concentrazione “entrata o uscita” di mente dal match. In molti sport ad open- skill come ad esempio il tennis l’ansia è evidenziata dall’impossibilità del pareggio. Tali sport (tennis) numerose partite creano un dispendio energetico fisico e psico-fisico molto elevato. Solitamente negli sport individuali risalta una bassa protezione psicologica. Al contrario, in uno sport chiuso l’ambiente esterno allo sportivo è stabile e prevedibile (esempio: vedi molti sport olimpici dove compaiono pedane, corsie ed attrezzi). Le variabilità esterne incidono poco e lo sportivo è portato al confronto con se stesso. In uno sport chiuso posso migliorare i movimenti nel corso di anni per essere più performante con l’attrezzo o con la pedana (esempi) e posso quindi programmare un determinato percorso. Calcio: sport in cui è presente un forte open-skill, forte carico di ansia e concentrazione, alta coordinazione mentale di più variabili individuali di squadra (arbitro, pubblico e media) che vanno a creare un ambiente d’ansia (anche per un allenatore). Lungo intervallo (pause, episodi) molto importante per la concentrazione. Il professionismo, attraverso un’alta frequenza di allenamenti richiede una forte psicologia dello sportivo in quanto potrebbe inciampare in infortuni e nel fenomeno “burnout” ( bruciarsi psicologicamente debolezza psiche smarrimento sportivo). Il calcio è uno sport di squadra che richiede in alcuni giocatori tanta responsabilità diffusione responsabilità. Precoce alta frequenza di allenamenti insicurezza. MOTIVAZIONE variabile psicologica molto importante!!!!!! Diapositiva slide proiettata in classe: Arrigo Sacchi e il suo metodo di allenamento molto atletico senza pallone. Slide Mourinho: variava sempre gli allenamenti che venivano eseguiti dai calciatori sempre con la palla per dar loro motivazione e non la sensazione di correre inutilmente. Mourinho voleva preparare a pensare la soluzione migliore per i giocatori e sosteneva che la routine, l’abitudine uccidevano il pensare, poiché i giocatori si erano abituati e compievano gesti tecnici senza appunto pensare. La psicologia dello sport è quella disciplina psicologica che studia il comportamento umano nel contesto della reciproca influenza tra sport e sviluppo psicofisico. E inoltre una scienza dello sport che si definisce in rapporto alle altre, nate tra dipartimento di psicologia e di educazione fisica. Ha 1 come obiettivi la promozione del benessere psicofisico e l’ottimizzazione delle risorse psicologiche associate alla performance. Abilità psicologiche importanti nello sport: 1) Controllo attenzione 2) Gestione dell’ansia 3) Regolazioni immagini mentali 4) Modulazioni pensieri 5) Motivazione goal setting (un percorso per pianificare e sviluppare degli obiettivi personalizzati) 6) Modulazione Arousal (livello attivazione psico-fisiologica dell’organismo. Esempio: la frequenza cardiaca è un indicatore dell’arousal; persona rilassata basso livello arousal persona tesa livello alto di arousal). Possedendo queste sei abilità per lo sportivo è più facile possedere comunicazione e leadership. Queste sei caratteristiche sono fortemente correlate in quanto dipendono le une dalle altre. Esistono tre importanti dimensioni: 1) Interno- esterno (rumore) 2) ampio- ristretto 3) positive- negative. Lezione 2 (12.10.2012): 2 Le relazioni all’interno delle quali l’atleta cresce sono fondamentali. La solitudine è considerata invece la peggiore delle “punizioni”. L’affettività che circola attraverso un contesto è molto importante per la mente dello sportivo. L’approccio allo Sport: Uno psicologo francese che si chiamava Callois propone una sorta di “classificazione” degli sport (giochi). Secondo lui ne possiamo individuare 4 tipi: 1) Agon 2) Alea 3) Mimicry 4) Illinx Agon: Sono i cosiddetti giochi di competizione, in cui la componente agonistica è fondamentale. Il tema che esprime l’agon è il confronto con se stessi e/o con il rivale. Il grado di preparazione, di abilità e di sforzo impiegati per superare gli ostacoli o situazioni problematiche contraddistinguono un significato meritocratico (come mi impegno e quali meriti ho). Lo sport agonistico mette al centro la questione del merito, infatti non si può barare e alla lunga prevale sempre il migliore. Esempio l’attività sportiva. Alea: Sono i giochi in cui la componente meritocratica viene ridotta poiché lo svolgimento e l’esito del gioco dipendono in buona parte da un fattore esterno ed imprevedibile, come accade per esempio nei giochi d’azzardo. Nei tipi misti agon-alea il giocatore può essere più o meno abile nel mettersi nelle migliori condizioni di aumentare le proprie probabilità di successo malgrado l’ultima (o la prima) parola viene decisa da un fattore esterno. Esempioalcuni giochi di carte Mimicry: Il tema principale di questo gioco è l’imitazione o la rappresentazione di un qualcosa di diverso da quello che si è o si ha. La capacità di cambiamento di ruolo, il confondersi con un personaggio, il “come se” del simbolo, acquisiscono il massimo valore nei tipi misti agon-mimicry. La gara assume una serie di significati extra sportivi. Esempio Palio di Siena. Trascendono lo sport (esempio: Palio di Siena) oppure quando le tifoserie si travestono da personaggi storici legati alle gesta dei relativi club. Esempi i giochi di ruolo nell’infanzia, il ballo in maschera, le rappresentazioni grafiche di certi gruppi di fans. Emerge una simbologia (il simbolo è considerato un oggetto o una parola che rappresenta qualcos’altro) che racconta una storia che si tramanda da anni, avente le fondamenta nella tradizione. Illinx: In latino significa vortice. Comprende tutti i giochi in cui si produce un’alterazione della percezione/ sensazione normale del soggetto tramite la perturbazione del suo orientamento nello spazio e nel tempo. Esempi montagne russe, acrobazie aeree, paracadutismo e bump jumping. Connessioni: 5 Ci sono giochi che possono essere considerati dagli sportivi invece che agon alea. Esempi arbitro che fischia male, nella corsa mi sono impegnato ma ho avuto sfortuna. Ci sono giochi che invece possono essere considerati più illinx che agon in quanto sto rappresentando un simbolo indossando per esempio la maglia di una nazionale (simbolo). Esempio partita di calcio tra due nazionali. Molto importante è capire come il giocatore o l’atleta si colloca nello sport che pratica e come pensa sia la componente predominante (agon, alea, mimicry o illinx) all’interno di quest’ultimo. Arriviamo quindi dritti al concetto di motivazione e quanta l’atleta ne prova per lo sport che pratica. Motivazione: La motivazione è quel fattore psicologico che determina la scelta, l’intensità e la persistenza nel tempo nell’attività sportiva. È ciò che ci spinge ad impegnarci e non abbandonare l’attività (fenomeno del tap-out). La motivazione si può dividere in 2 fasi: 1) Motivi primari 2) Motivi secondari. Motivi primari: Sono i motivi che si costruiscono nei primi anni di vita, dalla nascita fino a 8/9/10 anni. A loro volta si separano in 2 filoni. Filone 1) Competenza / autodeterminazione. Attraverso la competenza il bambino è capace e raggiunge le cose, automaticamente si interessa ed è quindi coinvolto e si ingegna ad utilizzare sempre mezzi diversi. Attraverso l’autodeterminazione il bambino può scegliere cosa fare e diventa perciò egocentrico. L’agonismo si basa e si sviluppa proprio su questi concetti di competenza e autodeterminazione. Filone 2) Gioco /piacere /divertimento. La motivazione nasce dal gioco, dal piacere ma soprattutto dal divertimento spazio che alimenta competenze ad agonismo. Motivi secondari: I motivi secondari si aggiungono ai primari e hanno una funzione complementare della motivazione. Essi sono Affiliazione (far parte di un gruppo)/ potere/ conoscenza. Riconosciamo 2 tipi di motivazione: 1) Motivazione intrinseca 2) Motivazione estrinseca Motivazione intrinseca: La motivazione intrinseca si basa sui motivi primari. L’atleta è strettamente legato all’attività sportiva praticata. Motivazione estrinseca: La motivazione estrinseca si basa invece sui motivi secondari. Lo sport è visto come un mezzo per ottenere un’altra cosa. Esempio Vado a giocare a basket con una squadra perché so che dopo 6 l’allenamento vanno a bere nel mio bar preferito. In realtà il basket non mi piace ma vado a fare l’allenamento solo e soltanto per il presupposto di andare nel mio bar preferito. Teoria delle attribuzioni principio addittivo/rilasso: Funziona dall’adolescenza. Alimento troppo la motivazione estrinseca e così si abbassa quella intrinseca. Il bambino tende in ogni caso ad attribuirsi le cause di ciò che egli fa, nel bene e nel male. Non ha queste dimensioni ben differenziate. Lezione 4 (19.10.2012): Molto importante è stimolare la dimensione della motivazione, alimentata in particolare dai miei sogni i miei obiettivi (ed altro) a breve, a medio e a lungo termine. Si fanno dei test psicologici nei 7 Lezione 8 (09.11.2012): Il goal setting è quel determinato programma che permette di lavorare ed analizzare la motivazione di un atleta. Esso mette in evidenza gli obiettivi dello sportivo, il feedback (ciò che l’allenatore pensa) e le aspettative dei genitori. Tra gli obiettivi dello sportivo ed il feedback deve sussistere una relazione in quanto sportivo ed allenatore devono concordare. Il goal setting è uno strumento che permette di analizzare la situazione in cui lo sportivo si trova. Molto importante per un allenatore ma soprattutto per un atleta è stabilire un contratto di tipo educativo con i genitori. In questo contratta bisogna stabilire il ruolo dell’allenatore e quello dei genitori. Ciò implica un’intesa tra i due e definisce in modo preciso le competenze che ognuno possiede. Se non sussiste tale contratto (accordo) la relazione tra allenatore e genitori inizia a complicarsi poiché i genitori iniziano ad opporsi allo staff tecnico, rompendo anche la relazione allenatore-atleta. (vedi schema dello sportivo nelle sue relazioni). Lezione 9 (15.11.2012): Lezione tenuta da Lucia Bocchi che è l’assistente (la sciatrice). Ha proiettato un powerpoint e ha detto che ci deve dare le slide. Ansia ed attenzione nello sport: Lo stile attentivo indica le modalità preferenziali di espressione e gestione delle capacità attentive di tipo selettivo. Il focus attentivo è caratterizzato da: 1) dimensione ampia o ristretta 2) direzione interna o esterna all’individuo i relazione a 1) richieste di compiti o 2) situazioni di contingente. Il tratto fa parte dello stile attentivo ed è una caratteristica stabile della propria personalità. L’essere concentrato significa controllare positivamente l’attentività e l’ansia che possiedi in un determinato momento o episodio. Ciò che determina la bravura di un atleta è la flessibilità nel passare da molti stili attentivi. Lo stile attentivo e l’ansia da prestazione: Lo sforzo che un atleta impiega per evitare il fallimento della prestazione aumenta l’ansia e ciò favorisce una diminuzione dell’attenzione durante il gesto atletico. Tipi di ansia: paura specifica ansia aspecifica (non sai bene il motivo perché sei in ansia) Ansia: di stato/ di tratto cognitiva/ somatica agonistica di stato e di tratto 10 Influenza di due fattori sull’ansia agnistica: 1) importanza del risultato gare importanti 2) incertezza del risultato non conosco gli avversari Esempi di PAD (pensieri automatici disfunzionali) 1) Inferenze arbitrarie se porto il braccialetto la gara va bene 2) Pensiero dicotomico non ho fatto gol e sono un fallito 3) Mistificazione Roger Federer è di un altro pianeta. Indicatori dell’ansia: Si hanno 3 livelli di indicatori dell’ansia che sono i seguenti: 1) Sistema somato motorio muscoli della mano, bocca, area preorbitale, avambraccio, braccio, spalle, collo, muscoli facciali e corde vocali 2) Sistema nervoso autonomo ed endocrino 3) Sistema cognitivo-percettivo Disturbi nel contenuto del pensiero, disturbi nella percezione (alterazioni della percezione visiva ed auditiva) ed elaborazione del pensiero incoerente. Lezione 10 (16.11.2012): Schema di Marsel: si tratta di uno schema delle abilità psicologiche importanti nello sport. Basta pensare una cosa e il corpo, tramite il sistema nervoso centrale (SNC), si prepara a farla. ATTENZIONE: STUDIARE INTRODUZIONE E I CAPITOLI 1,2,3,6,7,8,9,13,14 (CIRCA 250 PAGINE) E LEGGERE ATTENTAMENTE I CAPITOLI 4,5,10,11,12 (CIRCA 75 PAGINE) Eric Liddell: Contesto: sorella (chiesa) Approccio: alea-mimicry-agon Strumenti: goal setting “artigianali” Ipertesto (motivazioni): intrinseca (senso di appartenenza) 11 Andrew Linsday: Contesto: solitudine Approccio: mimicry-agon-alea Strumenti: autodidattica Ipertesto (motivazioni): prevalenze estrinseche è sempre pronto a festeggiare e pratica sport per stare con gli altri. Dal suo personaggio emerge una componente di piacere. Lezione 11 (22.11.2012): Il goal-setting di squadra: 1) Definizione dei problemi da affrontare 2) Descrizione situazione attuale del problema 3) Descrizione degli obiettivi 4) Capire le potenziali risorse disponibili ed ostacoli 5) Capire quali “forze aiutanti” sono utilizzabili e quali “forze frenanti” sono modificabili 6) Dare priorità alle iniziative possibili di sviluppo delle “forze aiutanti” e di intervento sulle “forze frenanti” 7) Selezionare le iniziative concrete: dare compiti, risorse materiali, di tempo ed impegno 8) Definire il goal-setting (costruzione degli obiettivi) con tempi e verifiche. Spiegazione di questi 8 punti: 2) Devo ragionare sul tipo di tattica da attuare per la mia squadra. Devo riuscire ad amalgamare i giocatori in modo da ottenere una composizione che possa esprimere il meglio delle sue qualità (pensare ad un’idea di gioco globale e vedere come ogni giocatore, secondo le sue caratteristiche individuali può contribuire alla causa). 3) Quali sono le tecniche ed atletiche che devo insegnare? Dipende un po’ dai reparti di cui mi devo occupare. Esempio Nel calcio le tecniche di portiere, difensori, centrocampisti ed attaccanti sono diverse, quindi occorre un allenamento variato dagli altri ruoli, quindi specifico. 4) Bisogna capire le risorse disponibili. Esempio con quanti giocatori posso fare allenamento, quali sono gli infortunati. Questo è necessario al fine di poter impostare tecniche e moduli necessari per la partita. 12 Nella struttura a ruota e nella struttura a cerchio la motivazione primaria viene mozzata. La rete di comunicazione di una squadra è coerente al livello di leadership presente nella stessa. Una squadra che funziona bene non è strutturata né a ruota né a cerchio. Il modello ideale per un ottima comunicazione all’interno della squadra è la fusione della struttura a cerchio con quella a ruota. Si crea così la struttura “perfetta” rappresentata da una ruota dentro un cerchio. Struttura ruota dentro il cerchio: In questa struttura la leadership è basata sull’autorevolezza (competenza e capacità che ogni atleta possiede, cioè sull’essere bravi). L’allenatore non ha bisogno di minacciare perché tutto si basa sulle capacità dell’atleta. Ci sono legami tra i membri della squadra. Il leader sa che in campo scende la squadra con un ottimo legame tra tutti i giocatori. Tuttavia anche una squadra che funziona bene ha dei momenti dove sarebbe meglio avere una struttura a cerchio (uno di questi momenti è il dopopartita per esempio quando assieme i giocatori vanno a mangiare una pizza, i momenti informali in generale). Durante la gara, nelle situazioni di emergenza, la struttura migliore per la squadra è quella a ruota poiché la figura dell’allenatore deve essere autoritaria per prendere velocemente una decisione, senza farsi influenzare dai suoi giocatori o da esterni. Non può quindi consultarsi con i suoi giocatori. In generale, all’interno della squadra deve prevalere la cooperazione non la competizione. In un clima di squadra in cui l’allenatore incute paura egli trasmette insicurezza ai suoi giocatori, genera errori e litigi nel gruppo. In Italia si ha una scuola di allenatori che applicano le loro conoscenze su di una base che ha una struttura a ruota. Questo causa però il più alto tasso precoce degli abbandoni dell’attività sportiva. Ciò significa che si punta troppo sull’agonismo. Lezione 13 (29.11.2012): Lezione tenuta da Lucia Bocchi. Ci ha dato le slide. La motivazione: Il principio di addizione si verifica solo nel bambino e costituisce la somma della motivazione intrinseca con quella estrinseca. Esempio L’allenatore ti fa un complimento. Il principio di riflesso si verifica solo nell’adulto e determina un’alternanza, uno squilibrio (“effetto bilancia”) tra la motivazione intrinseca e quella estrinseca. Esempio Un giocatore strapagato non ha voglia di allenarsi. 15 Lo sportivo deve riconoscere in sé la sua motivazione, e capire ciò che lo spinge a fare un determinato percorso con determinate scelte. Attraverso la programmazione degli obiettivi viene alimentata la motivazione. Di conseguenza la motivazione aumenta l’impegno per raggiungere l’obiettivo finale. L’impegno a sua volta fa aumentare la prestazione. Tutto questo percorso aumenta la fiducia e la personale autostima. L’atleta nella sua mente deve però avere oltre che un obiettivo personale anche un obiettivo di gruppo. L’allenatore non deve proiettare nell’atleta gli obiettivi personali (falliti), e non deve mantenere una leadership rigida. Non deve inoltre fare leva sulle motivazioni in modo proiettivo. Esempio Il caso in cui l’allenatore vuole una forte disciplina ma l’allievo prende l’attività come un gioco. Trappole per genitori vedi slide della presentazione powerpoint. Lezione 14 (30.11.2012): Comperare anche il 2° libro: Prospettive in psicologia dello sport Gli assiomi (verità che non hanno bisogno di essere dimostrate) della comunicazione umana: 1) Non è possibile non comunicare: ogni comportamento comunica. 2) In ogni comunicazione convivono 2 linguaggi: digitale ed analogico. 3) Ogni comunicazione ha 2 aspetti: contenuto e relazione. La relazione in linguaggio analogico, il contenuto in linguaggio digitale. La metacomunicazione. 4) Ogni comunicazione ha una punteggiatura di scambi. 5) Ogni comunicazione ha 2 modelli: simmetria e complementari. Spiegazione dei 5 punti: 1) Di fronte ad una persona comunichiamo sempre, anche se non lo vogliamo fare in maniera volontaria. È il nostro corpo ed il nostro comportamento che comunicano. 2) Il linguaggio digitale sono le parole, il linguaggio verbale, le parole con il loro significato. La parola designa un oggetto. Non c’è un legame naturale tra la parola ed un oggetto. Si tratta di un legame arbitrario, una convenzione. Per esempio in un paese ci si mette d’accordo come chiamarle, cioè ad una parola attribuire un oggetto. Il linguaggio analogico è tutto il linguaggio non verbale e viene diviso in 3 aree. 1) Prosemica rapporto di vicinanza / lontananza tra le persone 2) Cinetica movimento del corpo nello spazio 3) Metalinguaggio sono tutti gli elementi del discorso che non sono digitali (es. mimica facciale). Nella sua vita l’essere umano comunica con il 20% usando il linguaggio digitale e per l’80% dei casi usa invece il linguaggio analogico. 16 Con le parole possiamo fingere e mascheriamo ciò che pensiamo, perciò i 2 linguaggi non sono coerenti. Non perché lo vogliamo, ma semplicemente perché non ne siamo consapevoli. 3) Il contenuto delle parole che pronunciamo non cambia mai, cambia la relazione, ovvero il contesto in cui queste parole vengono pronunciate. La relazione contestualizza il contenuto e dà significato alle parole. Attraverso l’intonazione cambiamo il significato che vogliamo esprimere. Lezione 15 (6.12.2012): 2) Quello che dico ha importanza, ma più importanza ha come lo dico. L’oggetto della comunicazione è la parte volontaria, mentre il contenuto viene trasmesso attraverso il linguaggio digitale. Il linguaggio analogico analizza la relazione che intercorre tra 2 persone. 5) Abbiamo 2 piani diversi nella relazione umana: a) Complementare in questo caso abbiamo una posizione inferiore ed una posizione inferiore, di conseguenza compare la figura del capo. Al superiore mi rivolgo con un linguaggio analogico, proprio perché esso determina il tipo di relazione che compare tra 2 persone. b) Simmetrico le 2 persone vengono poste sullo stesso piano, tendendo ad eguagliare i comportamenti e le reazioni durante una medesima situazione. 3) La relazione è il contesto attraverso il quale si trasmette un contenuto, attraverso il linguaggio digitale. La metacomunicazione è il comunicare nel comunicare. Nel mondo umano ci sono diversi livelli di comunicazione. Con il linguaggio analogico diciamo alla persona con cui interagiamo come interpretare le parole dette. In questo caso stiamo metacomunicando, quindi possiamo definire metacomunicazione la maniera in cui un’altra persona deve interpretare ciò che gli stiamo comunicando. Quando traduciamo dal linguaggio analogico al digitale lo facciamo per stimolare ed incoraggiare una persona. In questo caso 2 persone stanno metacomunicando. Esempio L’allenatore alza la voce perché vede un giocatore a testa bassa e lo vuole stimolare per far si che egli possa esprimersi al meglio. Tante volte non ci accorgiamo della postura e della mimica facciale che assumiamo. La comunicazione analogica è fondamentale perché i bambini osservano come le cose vengono dette. 4) Il prof. ha detto che non è un punto importante. Ciascuno dei comunicanti vede la comunicazione dal suo punto di vista. compare quindi molta soggettività all’interno della comunicazione. Il lavoro del formatore sulla psicologia dello sportivo si focalizza sull’asse motivazione, concentrazione ed arousal. L’arousal: è il livello di attivazione fisiologica e psicologica di un soggetto. Esso varia tra 2 poli. 1) il minimo arousal che è il sonno profondo e 2) il massimo arousal che è la massima agitazione riscontrabile negli attacchi d’ansia e negli attacchi di panico. In quest’ultimo caso le frequenze sono molto alte ed si manifestano fenomeni come palpitazione e sudorazione copiosa. 17 Critica la visione unilaterale della relazione arousal- prestazione è riduttiva. L’arousal può avere funzioni opposte in funzione della relazione con altre variabili come gli stati emotivi. Tra l’indicatore dell’arousal e quello della prestazione bisogna considerare le emozioni. Infatti il rendimento individuaale dipende dai livelli di ansia di tratto (predisposizione di ansia alle situazioni nuove) e di ansia di stato (ansia legata alla situazione reale del momento) durante le fasi antecedenti al movimento e durante a prestazione. Gli studi mostrano che elevati livelli di arousal associati ad un alta ansia cognitiva portano ad un deterioramento acuto della prestazione sportiva. 3) Teoria della reversibilità Il rapporto tra arousal e prestazione dipende dal significato (lettura cognitiva) che si dà all’attivazione. Non basta l’arousal per spiegare come reagisco ad unna prestazione, ma bisogna vedere come l’atleta reagisce alla particolare situazione. Un arousal elevato può indicare ansia e rabbia ma anche esprimere adrenalina, quindi indicare felicità e carica positiva. Lo stesso vale per un arousal basso che può indicare in un caso negativo noia, ed in un caso positivo sonno. 4) Zona individuali di funzionamento ottimale: Il rendimento ottimale non è conseguenza di un livello ideale di arousal, generalizzabile a tutti, ma di un modello idealizzato. Per rendere al massimo delle proprie possibilità bisogna trovare la propria zona di energia ottimale. Ognuno ha una sua zona emotiva e fisiologica che ci predispone al meglio. Più conoscenza ho sul modo in cui ci si trova in quella zona emotiva, più ho possibilità di fornire strumenti per raggiungere questo livello energetico e per identificare ostacoli e facilitazioni personali relazionali. Il culmine di queste sensazioni e questo stato d’animo è quando si accede allo stato di flow. Lo stato di flow è quella zona caratterizzata da un funzionamento mentale ottimale, zona di funzionamento fisico ottimale, self—confidence, concentrazione su obiettivi di rendimento, alto livello di energia psicofisifa positiva che permette al giocatore di esprimersi al meglio. Lo stato di flow: 1) Coinvolgimento totale nel compito 2) Controllo consapevole e sospeso 3) Senso di isolamento 4) Integrazione tra emisferi cerebrali Nello stato di flow la logica e l’emotività si alternano molto velocemente. Per esempio in un giocatore in un’azione emerge la logica, poi l’emotività ed infine ancora la logica. Si tratta di cicli molto veloci. Lezione 17 (14.12.2012): Fatti mandare gli appunti da qualcuno. 20 Lezione 18 (20.12.2012): Lezione che serve per capire bene il capitolo 9 e la preparazione mentale ad alto livello. La preparazione mentale ad alto livello è possibile ottenerla attraverso dei test psicologici, come per esempio: 1)Assessment attraverso dei test si “fotografa” l’atleta 2) Piano d’intervento 3) Verifica risultato si fa un riepilogo dei 10 mesi, ovvero della durata del test. Duo psico-sportivo 2 psicologi intervengono su un atleta sottoponendogli dei test psicologici, come la batteria testistica psicosportiva, e lo sottopongono ad una valutazione psicoclinica. Batteria dei test: Stai x1 e x2, locus of control (l’atleta si dà la colpa a sé o a fattori esterni), scala del flow (misura l’attivazione ideale, ovvero le dimensioni che danno all’atleta lo stato di flow), intelligenza emotiva, pianificazione obiettivi, performance profile, durezza emotiva, poms. Test chimici: BSE, Phillipson, Ravenna, Bender. Come allenare la mente Attivazione / rilassamento: Modulare l’attivazione psicofisica è fonadamentale per le prestazioni. Tecniche per farlo tecniche di rilassamento, training propriocettivo. Effetto Carpenter quando attivo dei pattern nella mia mente e quindi costituisco uno schema ideo- motorio, c’è più probabilità di eseguire quel gesto nella realtà. L'"Effetto Carpenter" (1873) fa parte dei processi neurofisiologici alla base del processo di generalizzazione ed afferma che la percezione o la rappresentazione mentale di un movimento provocano degli impulsi motori che sono riscontrabili a livello elettromiografico (attivita' dei muscoli). Metodi: Allenamento ideomotorio + imagery. Si aggiunge un movimento ad uno schema motorio. Attenzione e concentrazione: 21 L’attivazione ottimale è la capacità di alternare i 4 tipi di attenzione. Concentrarsi sullo schema motorio aiuta a controllare l’ansia. Effetto tunnel dispercezioni visive. Nel caso del calciatore la porta inizia a restringersi. Pensiero positivo e dialogo interno: Obiettivi incremento autoefficacia e potenziamento dell’autostima Indicazioni sull’esame date dalla prof. Bocchi: Capitolo “l’altra sfida della campionessa” capire come agisce il duo psicofisico + il caso di Paola + il dual setting tridimensionale + la preparazione di un atleta ad alto livello. Giro e sport Lo schema motorio (capitolo 3) Sport e famiglia Personalità dello sportivo Squadra e sport (capitolo 6) Motivazione allo sport Sport e concentrazione Arousal ansia e stress$ 22
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