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Teorie del Razzismo: Identità, Differenza e Gerarchie, Appunti di Leadership e comunicazione

Discriminazione socialeComunicazione interculturaleEducazioneCultura e societàAntirazzismo e Discriminazione

Del concetto di razzismo e neorazzismo, sottolineando come l'identità e la differenza possono diventare gerarchiche e razziste se associate a relazioni di dominanza e esclusione. Le logiche dell'inferiorizzazione-gerarchizzazione e della differenziazione, e le applicazioni di queste ideologie alla comunicazione interculturale e all'educazione.

Cosa imparerai

  • Come l'ideologia razzista e neorazzista influiscono sulla comunicazione interculturale e sull'educazione?
  • Come l'identità e la differenza possono diventare razziste?
  • Che due assiomi stanno al centro dell'ideologia razzista e neorazzista?
  • Come il concetto di identità e differenza può diventare razzista?
  • Come l'immigrazione è vista da un punto di vista neorazzista?
  • Che due logiche sono alla base dell'ideologia razzista e neorazzista?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 28/10/2021

Mirginia
Mirginia 🇮🇹

3.9

(16)

14 documenti

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Scarica Teorie del Razzismo: Identità, Differenza e Gerarchie e più Appunti in PDF di Leadership e comunicazione solo su Docsity! martedì 27 ottobre 2020 Teorie (ultima lezione) Il razzismo (uno testi a scelta) slide - Discriminazioni e pregiudizi. Rifiutare la visione dell’altro come nemico: -antisemitismo, islamofobia, antiziganismo Alcuni studiosi hanno sostenuto che il razzismo dei giorni nostri, o ‘neorazzismo’, ha sostituito nella sua articolazione ideologica la coppia identità-differenza a quella superiorità-inferiorità. D'altra parte il binomio identità-differenza non ha sfumature razziste se non assume una interpretazione gerarchica, definibile quindi in un rapporto di superiorità-inferiorità. Allo stesso tempo, questo stesso binomio diventa razzismo quando si associa alla relazione fra un gruppo che impone la dominanza di una certa identità e gli “altri”, ad ogni momento escludibili, marginalizzabili, epurabili in quanto non appartenenti al gruppo dominante. Il neorazzismo viene qualificato come “culturale”, per sottolineare che al tema della “razza” e andato sostituendosi quello della “cultura”. La “purezza della razza” ha ceduto il passo alla “autenticità delle culture” In altri termini, la cultura intesa come “origine”, quindi come un evento iniziale, fondante, che ha valore ontologico, e prima della quale esisteva solo l’indistinto, il nulla, il caos. La differenza culturale viene dunque marcata per disporla lungo l’asse di una gerarchia, per radicalizzarla, assolutizzarla o naturalizzarla. Le altre culture rappresenterebbero livelli inferiori degli stadi evolutivi che attraversa l’umanità, il cui livello di massima evoluzione è rappresentato dalla civiltà occidentale. martedì 27 ottobre 2020 Il principio soggiacente tale posizione è che l'umanità non ha valore in quanto tale, ma che ad avere valore sono le razze, le etnie, le culture, e identità specifiche, le appartenenze. A questo riguardo, Michel Wieviorka (2000) precisa che sarebbe improprio affermare l’esistenza di due tipi di razzismo o di neorazzismo. Siamo in presenza, invece, di due logiche: - la logica dell’inferiorizzazione-gerarchizzazione - La logica della differenziazione Che pur essendo contraddittori sono compresenti e complementari. Taguieff (1998) ha chiarito che al centro dell'ideologia razzista e neorazzista vi sono due assiomi: - da una parte si imputa agli altri non tanto la differenza in quanto tale, che è data appunto come premessa, quanto il fatto che “differiscono male”, cioè non sono come noi; - Dall’altra la convinzione che questi esseri umani che “differiscono male” sono pericolosi, inutili, incompatibili con la nostra civiltà e che dunque è preferibile marginalizzarli o addirittura eliminarli. Categorizzare e gerarchizzare i gruppi sociali apre la strada all'esclusione dalla cittadinanza, dai diritti che spettano a coloro che fanno parte del gruppo dominante. Il neorazzismo culturale opera una sorta di etologizzazione delle culture cui appartengono gli immigrati, le naturalizza trasformandole in attributi biologici: un’operazione possibile solo attraverso un processo di de-realizzazione di quelle culture cui si aggiunge la parallela costruzione di stereotipi attribuiti al gruppo sociale di diversa appartenenza.
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