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Appunti relativi alla lezione 9 Terzaghi, Appunti di Storia dell'Arte Moderna

Appunti relativi al corso di storia dell'arte moderna di Roma 3 - Terzaghi

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 20/04/2023

luc-ta34
luc-ta34 🇮🇹

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Scarica Appunti relativi alla lezione 9 Terzaghi e più Appunti in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! Eredità di Masaccio Mette sullo stesso piano pittura con scultura che in questi anni era in anticipo - il contesto fiorentino come ha accolto la sua eredità? La Madonna in trono di Masaccio fa parte del polittico del Carmine 1426 a Pisa - 1425 Madonna di un polittico più ampio di Gentile e la National Gallery ha deciso di esporle una di fianco all'altra - scelta espositiva molto significativa perché ci fa guardare al confronto tra i due. Nella carpenteria di Gentile vi è un'eleganza del tardo gotico che non è presente in Masaccio dove troviamo invece una definizione dello spazio (brunelleschiana). Trono di Masaccio scorciato mentre nell'altro non c'è nemmeno il trono, abbiamo solo velo che copre la seduta, sembra ribaltata su un piano verticale, senza prospettiva. Lo sguardo della Madonna è diverso. La Madonna di Masaccio è più plastica, ha un proprio volume accentuato, è un corpo in uno spazio più reale: volume dato dalle luci. Ginocchia di Masaccio piantate e dilate nello spazio e che sorreggono il bambino mentre nell'altro sono più sfuggenti, il panneggio è ancora gotico, il corpo si percepisce attraverso il panneggio mentre in Masaccio è pieno. Gli angeli musicanti di Masaccio danno profondità attraverso gli strumenti musicali che sono scorciati - senso di prospettiva inserito da strumenti < modernità ancora con tendenza gotiche. Il dipinto di Gentile estremamente elegante: no confronto sulla bellezza ma documentano una concezione e una visione del reale completamente diverso - il dipinto di Gentile rappresenta questa realtà che è fiabesca, ancora inventata nonostante abbia una caratteristica gentile del mondo cortese ma no tentativo di realismo e ancoraggio al dato reale mentre questo sforzo presente in Masaccio - rappresentazione del dato reale. Gentile lungi dall'essere immune alle novità dell'ambito fiorentino: confronto con il primo Gentile di vent'anni prima e quello dopo Masaccio, anche lui ha preso Masaccio come modello. Gentile e Masolino, continuando a dipingere come preferivano hanno comunque respirato un'aria diversa dopo Masaccio: trono ribaltato, Maria chiusa nel manto, è completamente piatta mentre nel secondo dopo Masaccio sono ben definite - Gentile cambiamento in senso rinascimentale ma è rimasto in canoni tardo gotici. In Masaccio vi è un cambiamento di mentalità rispetto a Gentile che comunque è di un'altra epoca. Rimane profondamente se stesso pur adattandosi alle novità di Masaccio, non trasforma la propria pittura sulla base di questo nuovo modello. Sempre in riferimento al polittico di Masaccio, chi realmente aveva capito l'innovazione di Masaccio è Beato Angelico nel 1427 con la Madonna dell'Uva. Beato Angelico il più grande interprete del rinascimento in un modo totalmente personale. Nell'ottocento considerato come pittore dei santini e un artista attardato dato che usa fondo oro. Confronto con la Madonna dell'Uva, quella di Gentile e quella di Masaccio: Bambino gioca con l'uva che la madre tiene nella mano; quasi una trascrizione di quella di Masaccio e sicuramente ha visto il suo polittico. Palvistorio: sedia con teste di leone - arcaismo. Fisicità del bambino - più avanti di Masaccio, lui si protende per giocare, capacità di immedesimazione e anatomia più scaltrita di quella di Masaccio. Sguardo della Vergine più realistica di quella di Masaccio. Evidente che Beato Angelico abbia tratto una lezione da Masaccio - rimane se stesso. Bonsanti definisce quest'opera come massimo avvicinamento con Masaccio di tutti gli artisti del Quattrocento, Beato Angelico come punta (anzi successivamente lo supererà). Beato Angelico inizia la sua attività a Firenze stesso anno di Masaccio - proclamato realmente santo da Giovanni Paolo II - si chiamava Fra Giovanni da Fiesole, frate domenicano che inizia noviziato con nome di Giovanni. Lo studioso che si è occupato di sistematizzare il corpo della pittura fiorentina del trecento, è di origine ungherese poi è scappato a causa rivoluzione anni '50 e poi arriva a Firenze - origini apprendistato presso Gherardo Starnina - origine fiamminga con sensibilità sulla luce che a Firenze in questi anni solo pochi avevano. Beato Angelico divenuto monaco va a vivere a Fiesole: contatto con Firenze ma no immediatamente nel cuore della pittura fiorentina. Quando comincia a lavorare, Masaccio ancora non ha fatto opere pubbliche che potesse vedere poi contatti al Carmine. In anni contigui a Firenze si fronteggiano tre giganti che lavorano in maniera diversa: Beato Angelico più prossimo a Masaccio rispetto alla ricerca serie di Gentile. Passaggio dal polittico alla pala quadra: alla fine del terzo decennio del Quattrocento comincia a comparire sugli altari qualcosa di diverso. Questa novità (studio di Andrea de Marchi) si deve all'opera di Beato Angelico: Polittico di Gentile da Fabriano esempio più alto del polittico e ci troviamo nel 25, con quattro riquadri con un santo per ogni sportello e tutti questi santi hanno una particolarità, ovvero due santi esterni che guardano verso l'interno è moderno perché prima dovevano essere tutti frontali - sta cercando di dare un aspetto realistico, come fosse una processione, dare idea del centro di questo polittico, a sinistra Maddalena e a destra forse san Giorgio, al centro San Nicola e San Giovanni Battista. San Nicola ha pomi in mano perché con questi procurò dote a tre fanciulle povere, le quali altrimenti dovevano vivere in questa piaga sociale, sia per sposarsi sia per monacarsi queste avevano bisogna di una rendita, normalmente cadevi in mezzo alla strada - venne istituita istituzione per le zitelle povere e San Nicola diventa santo grazie a questa azione. Un esempio di pala quadra è quello di Beato Angelico: differenza è che non si tratta di scomparti (anche se ovviamente le assi sono giuntate dietro per fare una tavola grande), c'è una predella e cimasa ma cambia l'assetto centrale, no serie di pannelli cuspidati che chiudeva altare come un recinto - iconostasi. Si tratta di un rapporto tra i santi diverso: quello che unifica è l'idea dello spazio - tentare rappresentazione realistica dello spazio tridimensionale - unica finestra sopra all'altare, finestra sul mondo celeste. I santi sono: San Domenico estrema sinistra, Cosma e Damiano, ovvero i santi medici e in mano hanno delle pozioni, San Francesco ... santi diaconi, un altro evangelista perché ha in mano una penna (forse San Marco), ma non hanno i simboli che li identificano. Cosma e Damiano santi molto particolari che ci aiutano ad individuare storia della pala, conosciuta come pala di Annalena, località vicino Firenze dove c'era convento domenicano (compito educativo perché persone non sapevano leggere e quindi educati attraverso le immagini e le parole di questi predicatori - francescani sottolineano povertà e carità rispetto alla conoscenza tipica dei domenicani; intendere in modo diverso spiritualità - all'interno dello stesso ordine dopo concilio di Trento la spiritualità dell'ordine dei domenicani vira su problema della carità, dissidi nello stesso ordine da provocare spaccatura). In questo convento si scopre che la pala non era sempre stata li: la pala documentata solo a partire anni 60 del quattrocento, prima non si sa dove fosse. Andrea de Marchi pensa che i due santi dovevano avere relazione con la committenza del dipinto essendo che culto diffuso a Firenze ma no in altri contesti, perché sono legati ai medici - Cosma = Cosimo e poi perché erano medici. Questa pala doveva essere stata in una chiesa che aveva avuto a che fare con i Medici. Diagono ha in mano una pietra: uno è santo Stefano e l'altro secondo lui potrebbe essere san Lorenzo, sempre associati i due - tema della chiesa di San Lorenzo, dove ci sono le tombe medicee, la sacrestia vecchia di Brunelleschi e realizzata per volontà dei Medici. In questa chiesa Altare dedicata a Cosma e Damiano e quindi altare era di questa chiesa e poi traslata ad Annalena: convento Annalena fondata nel 53 e pala non poteva essere stata eseguita perché Beato sarebbe morto di li a poco mentre questa stile più giovanile dell'artista. William Hood ipotizza che dipinto arrivasse da San Lorenzo poi De Marchi ha portato avanti ricerca. Scoperto documento del 34 che sarebbe una delibera per la realizzazione nuove pale d'altare e qui si dice che altari non più decorati da cibori ma da tavole quadrate senza cibori in modo ornabiliter, ovvero non ha a che fare con maestria tecnica ma definizione estetica, esteticamente bello e ornato. Cappella una delle prime decorate perché Cosimo il Vecchio rientra dopo il 34 - svolta a Firenze dal punto di vista della committenza e anche per aspetto estetico della chiesa. Beato Angelico si occupa fare ciò. De marchi lega questa idea al lavoro di Brunelleschi, come a Beato Angelico viene in mente: già eseguita in questi anni sagrestia vecchia e quindi rivoluzione in senso architettonico e quindi questi cibori non c'entravano nulla e quindi Brunelleschi ha dettato lo stile ma poi chiamato Beato Angelico a leggere
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