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La vita e le opere di Giovanni Boccaccio a Napoli, Appunti di Letteratura

Informazioni sulla vita e le opere di Giovanni Boccaccio durante il suo soggiorno a Napoli, tra cui la sua formazione disarmonica, le opere napoletane e i personaggi presenti in esse, e il contesto storico e culturale della città in quel periodo. Vengono anche menzionate le opere Teseida e Filostrato di Boccaccio.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 27/10/2021

giovanni-oleandri
giovanni-oleandri 🇮🇹

5

(2)

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La vita e le opere di Giovanni Boccaccio a Napoli e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! Letteratura italiana H := Location Aula Magna rettorato data settembre 29 14:00-17:00 © esami moodle numero STU0562 prof. Giacchino esame = tutto quello fatto a lezione + un manuale surdich+ parte del 300 manuale baldi o segre + opera minore di boccaccio e lettura che va tradotta + decameron+ monografia marco —sant''agata—> santagrafia. decameron edizione: bur fiorilla sant'agata strumenti: studi su boccaccio, griseldaonline, heliotropia.org seminario: dopo le 6 settimane di corso, non obbligatorio, Boccaccio e il cinema Boccaccio La vita di Napoli dal 1327-40 Letteratura italiana H Boccaccio Boccaccio ha un passato oscuro, tanto che ancora oggi non si sa il suo giorno di nascita, si sa per certo però che è nato tra Giugno e Luglio del 1313. Le motivazioni di questo passato coì oscuro sopratutto nella parte più infantile della sua vita è che un figlio illegittimo di Boccacino di Chiellino, ricco mercante che viveva tra Firenze e Certaldo. Giovanni non conobbe mai la madre e questro trauma venne ripreso molto dal giovane scrittore che spesso fantastico sulle origini nobile della genitrice, spesso la descrisse come una principessa. Boccaccio è uno scrittore che ama mettersi dentro i suoi scritti, è molto biografico, fantastica sulla madre, inventa caratteri di lui inesisteti, e per questo motico che spesso trae in inganno gli studiosi, perchè non si sa mai se quello che scrive su di se sia davvero accaduto. Questo tratto di ginta autobiografia è comune a molti scrittori preumanisti, basti pensare a Petrarca nel Secretum. | dati certi che abbia su Giovanni Boccaccio è che nonostante sia figlio illegittimo di Boccacino verrà comunque accolto nella casa e sara trattato come un figlio anche dalla matrigna, e da fratello dai 2 figli minori di Boccacino. Il padre di Giovanni è un abile mercante, riceve anche cariche politiche come quella del priore, lavora molto in banca, nella banca dei Bardi, una delle banche più potenti Letteratura italiana H nobile per essere nominata insieme alle altre (è la protagonista e anche l'amata da Boccaccio e per non metterla in inbarazzo non la nomina). In pratica tutte queste fanciulle si preparano a cacciare fianco a fianco con la dea della castita e della violenza, cacciano bestie in modo brutale, e Boccaccio descrive nei minimi dettagli il macabro spettacolo, e una volta arrivato il mezzo dì non è più possibile cacciare per la stanchezza e il caldo, allora Diana chede che tutte le bestie uccise vengano offerte in sacrificio a Giove, ed è qui che la fanciulla segreta si ribella alla dea e convince le sue compagne a sacrificare gli animali a Venere, antitesi di Diana. Questa offesa scappa via e Venere giunge da loro e fa trasformare le bestie in uomini; è in questo momento che scopriamo che il narratore è un cervo che viene trasformato. Una volta diventati uomini e che si sono puliti, giaciono tutti insieme. Questo brano ha dei chiarissimi riferimenti ad Ovidio, oltre al tema metamorfico anche i personaggi presenti hanno la loro importanza, per esempio il cervo, che sarebbe Boccaccio, è ripreso dal mito di Diana e Atteone di Ovidio. La fortuna di questo poema è tutta quattrocentesca è dovuta alla crudelta nella caccia la prima stampa (princeps) di questo poema è stata nel 1832. canto 1 Nel tempo adorno che l'erbette nove rivestono ogni prato e l'aere chiaro ride per la dolcezza che "| ciel move, sol pensando mi stava che riparo potessi fare ai colpi che forando mi gian d'amor il cuor con duolo amaro; quando mi parve udir venir chiamando un spirito gentil volando forte: «Donne leggiadre» in voce alta gridando, «venite omai, venite alla gran corte dell'alta iddea Diana, che elette v'ha in Partenopè per sue consorte». Letteratura italiana H Nella stagione in cui la terra si riadorna (primavera) e l'aria e chiara senza nebbia, luminosa, io stavo solo soletto pensando a come ripararmi dai colpi d'amore che andavano a forarmi il cuore, quando mi sembra di sentire una voce gentile e chiama le giovani donne, :-per la caccia venite alla corte di Diana, che vi ha elette in sua consorte in Partenopè-: C'è ne una che onora amore e che accresce le altre e le rinvigora fù l'ultima chiamata e quasi come una sorvegliante dalle altre e le guida per potarle in salvo, e il messo di Diana più ne nominò, e non nominò questa perchè nominarla con le E poi ch'egli ebbe tre fiate dette queste parole, sanza più voltare, [...] chiama 59 donne a una a una chiamandole ristette. Ma quella donna cui Amore onora più ch'altra per la sua somma virtute, che tutte l'altre accresce e rinvigora, fu l'ultima chiamata, e per salute dell'altre, quasi com'una guardiana, avanti gio per guidarle tute: e 'n compagnia del messo di Diana, che più non ne chiamò (né nomò lei, perché a suo nome laude più sovrana si converria, che dir qui non potrei) sen gì in parte ov'io le seguitai con l'altre insieme, infin ch'io discernei ciò ch'elle fer, come appresso udirai. canto 3 Aveva Diana nella man sinestra un arco forte, noderoso e grosso, Letteratura italiana H altre sarebbe stato un offesa, finchè io mi resi conto di cosa facevano... diana ha un arco nella sinistra noderoso 6 tal che daria fatica ad ogni destra, e nel cacume del monte rimosso gia con Cecca Bozzuta, che portava la sua faretra piena dietro al dosso. E dietro ad un macchion s'ascose, e stava, fin ch'ella vide un capriol venire, che un can, che lasciò Cecca, cacciava. L'aprir l'aspro arco e 'l cavriuol ferire in un momento fu, ond'e' si fisse, e quivi cadde e non poté fuggire. Diana volta a Cecca allora disse: «Quando discenderemo il prenderai, e siesi tuo»; e Cecca nol disdisse. Ma alla Pipina, disiosa assai con la Crespana: «A prender delle fiere», disse, «da questa parte te n'andrai», (e a sinistra le mostrò un sentiere) «ed io terrò di qua, e, quando sente fremir le frasche, lascia il tuo levriere». Così divise andavan pedetente, ogni cespuglio con l'occhio cercando, co' cani appresso, al loro officio attente. Ma guar non erano ancor ite, quando due lepri si levar correndo forte, non di lunge da loro, al monte andando. Di queste fur le giovinette accorte, Letteratura italiana H e grosso e ogni mano destra che prova a prenderlo sarebbe affaticato e si nascondono dietro un roccione e aspettano un capriolo che un cane stava cacciando, diana tende il suo arco in un attimo solo e lo fulminaM na tipa vede un cinghiale che i cani avevano stanato e gli tira uno spiedo e lo trapassa da parte a parte. la fregna va su una montagna che guarda a sud con le compagne cazzeggiano e le fa mettere da parte e ad un certo punto vede una bestia veloce, mette al sicuro le compagne e poi lancia l'aquila, e l'aquila va susu vicino al sole e poi ripiomba e ferisce questa bestia e poi ancora e le fa uno squarcio dalla testa alla coda, e poi si vede che la bestia è maculata, stramazza un poco e poi muore. N Sì come agli orecchi di coloro da lunga venne il chiamar di colei, tutte s'apparecchiar sanza dimoro di scender tostamente giuso a lei, e presi i cani ed archi e reti stese e ciò ch'ognuna vi portò con lei, e con le prede ch'elle avean prese: chi le portava in collo e chi tirando giuso al fiorito prato se ne scese. E già eran discese tutte, quando zizzola d'Anna venne, che soletta sanza richiesta era gita cacciando; molti animali avea con sua saetta feriti e presi, ma nessun tenere n'avea potuto né seguir con fretta. Con l'altre questa si pose a sedere, che della preda avean fatto un gran monte, come a Diana suto era 'n piacere. Levossi Diana poi con lieta fronte dicendo: «Donne gentili e donzelle, ch'ardite e vigorose, liete e pronte, avete prese queste bestie snelle sotto mia provvedenza e con mio ingegno, io vo' che voi sacrificio d'elle facciate a Giove, re dell'alto regno, Letteratura italiana H 10 ed a onor di me, che esser deggio reverita da voi in modo degno. Così vi priego e così vi richieggio quanto più posso, onde non siate lente, acciò che nel mio coro aggiate seggio». Udito questo, la donna piacente si dirizzò turbata nello aspetto, dicendo: «E' non sarà così niente! Infino a qui, sì come avete detto e comandato a noi qui adunate, così abbiam seguito con effetto. Or non vogliam più vostra deitate seguir, però ch'accese d'altro foco abbiamo i petti e l'anime infiammate». Come Diana questo udì, nel loco non stette guari più, ma sen salio, partendosi turbata, a poco a poco, fin che nel ciel tornò ond'ella uscio. canto 17 Letteratura italiana H 11 lezione 3 n cui è il re il filocolo e parla di troiolo durante la fests di pallade e non ha mai la mano leggera perche non so cosa sia successo ma dovrebbe essere la giornata dellgli amoriinfeloci è primavera, stagione in cui l'amore si risveglia equindi arriva il vagotempo, che significa vagans: cioè che vaga ed è il tempo piacievole e che riveste di verde i fiori le bestie animaa vegetativa e qualcuno diventa gaio e dimostra i sui amori.....ù lezione 5 teseida filostrato abientato a tembe prendendo ispirazione al tebaide, i protagonisti sono due principi in ogni poema epico c'è sempre un tema amoroso teseo eroe di atene, un personaggio molto positivo, saggio re, re civilizzatore, no tiranno il poema del teseida parte dove finisce il tebaide di stazio. stazio finisce il suo poema con le cose di edipo dopo che si acceca, e i sui figli si scannano per il trono, e i due fratelli alla fine si ammazzano a vicenda in duello. creso prende il controllo di tebe. teseo va a sottomettere le amazzoni e si sposa la regina delle amazzoni e se la porta via. e poi pacifica tebe e porta ad atene dei prigionieri, e porta due principi della casa di cadmo (casa di edipo) nella loro stanzetta in cui sono prigionieri i fratelli e vedono la sorella di ippolita (regina delle amazoni) e si innamorgno entrambi. Letteratura italiana H 12
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