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La Legame Sociale del Dono: Prestigio, Gerarchie e Controllo in Antichità, Appunti di Storia Economica

Storia grecaStoria antica classicaStoria romanaStoria Sociale

Il concetto di 'dono' nella società antica, dalla roma classica alla tarda antichità. Il dono non era una forma di generosità, ma un modo per determinare le gerarchie sociali. Gli intellettuali affermavano che le ricchezze del popolo derivassero dalle aristocrazie. Esistevano forme di controllo su questi doni, come la proibizione di alcune donazioni. In epoca tarda-antica, i privati potevano finanziare opere pubbliche solo con l'autorizzazione imperiale per evitare la dissipazione. Il dono era un legame sociale che articola le gerarchie. Anche del rapporto tra romani, greci e barbari, la rivolta di boudicca e la figura di altri eroi barbari.

Cosa imparerai

  • Perché i privati necessitavano dell'autorizzazione imperiale per finanziare opere pubbliche in epoca tarda-antica?
  • Come i Romani, Greci e Barbari si relazionavano tra di loro?
  • Come il dono serviva per determinare le gerarchie sociali in società antiche?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 29/08/2021

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Scarica La Legame Sociale del Dono: Prestigio, Gerarchie e Controllo in Antichità e più Appunti in PDF di Storia Economica solo su Docsity! LA LEGGE DEL SISTEMA: DONO - CONTRO-DONO La dialettica del dono si esprime in fre momenti: - Accumulare; - Donare; - Redistribuire; il dono è una forma sociale che caratterizza il mondo antico almeno fino al tardo-antico: donare serviva per ACQUISIRE PRESTIGIO SOCIALE, PER SPIANARE CARRIERE POLITICHE. IL DONO NON ERA UNA FORMA DI GENEROSITA’, QUANTO UN MODO PER DETERMINARE LE GERARCHIE SOCIALI. Gli intellettuali diffondevano l’idea per cui ogni bene di cui il popolo godeva veniva dalle aristocrazie:l’aristocrazia, dunque inizia ad apparire come vera sostentatrice della plebe. Le ricchezze accentrate vengono redistribuire a volte anche in forma di spreco: giochi, spettacoli, gare diventavano forme di controllo. Su questi doni esistevano infatti delle forme di controllo: un benefattore poteva oscurare altri aristocratici, motivo per cui spesso venivano proibite alcune donazioni. Per esempio, ad Efeso la città rifiuta la beneficenza di un ricco donatore, forse perché i notabili della città non volevano sfigurare; dovrà intervenire Antonino Pio nel 145 per far accettare la donazione. In epoca tardo-antica, dunque i privati per poter finanziare opere pubbliche e spettacoli dovevano avere l’autorizzazione imperiale , per evitare la dissipazione e per garantire all'imperatore il ruolo di garante della pace pubblica. Intere fortune erano state scialacquate per questo AGONISMO DI BENEFICIENZA anche perché l’unica cosa che guadagnava chi donava era il PRESTIGIO. Insomma, il dono è un LEGAME SOCIALE CHE ARTICOLA LE GERARCHIE. BARBARI/RICCHI/POVERI A: Barbari=con il termine barbaro si indicavano tutte quelle persone che abitavano al di fuori di un dato territorio (es. l’impero romano, impero ellenistico) e parlavano perciò in modo diverso (Barbaro voce onomatopeica). Di per sé il termine barbaro dunque non sarebbe negativo, ma ben presto riceve questa accezione. Il rapporto tra romani greci e barbari fu da sempre molto controverso. La REGINA BOUDICCA nacque in una famiglia nobile nel territorio controllato dalla tribù degli Iceni, situato nell’odierna Norfolk, poco a nord di Londra, e apprese cultura e tradizioni celtiche da una seconda famiglia adottiva presso la quale visse sino all’età di 17 anni. Poco dopo l’adolescenza sposò il RE DELLA TRIBÙ PRASUTAGO, con cui ebbe due figlie. Quest’ultimo fu forse messo sul trono degli Iceni dai Romani stessi, in qualità di Re-Cliente di Roma, dopo una prima ribellione della tribù del 47. Secondo la tradizione dei territori occupati Romani, Prasutago avrebbe dovuto nominare erede dei suoi possedimenti l’imperatore romano stesso, in quell’anno Nerone, completando la pacifica transizione della tribù sotto il dominio di Roma. Prasutago però non volle lasciare il dominio a Nerone, e decise di nominare erede sia Nerone sia Boudicca e le due figlie. - nel 61 ci fu una grande rivolta di barbari a Roma guidata da Bouddica. BOUDDICA, FIGLIA DEL RE DEGLI ICENI, popolazione che viveva nell'Inghilterra orientale, si ribella ai romani che non rispettano il testamento del padre , questi infatti avevano frustato Bouddica e violentato le sue sorelle. La vendetta dei barbari è spietata: essi appesero le donne romane a dei pali uccidendole brutalmente. In questa rivolta i barbari rivendicano con orgoglio la propria inciviltà: i britanni, infatti si accontentano di ciò che la natura offre, resistono ad ogni clima, non sono rammolliti ed effemminati, non si fanno comandare da un imperatore debole come Nerone. Questi barbari terrificanti divennero così un MITO PERI ROMANI, diventano oggetto di terrore, ammirazione o commiserazione. - Altri eroi barbari guidarono rivolte come VERCINGETORIGE, ARMINIO HERMANN. - In generale un autore che descrisse bene i germani fu TACITO, che li descrive con ammirazione per i loro costumi sobri e non rammolliti, teorizzando il fatto che è proprio il luogo dove una popolazione nasce a determinare l’indole e l'aspetto. Tacito infatti predice che proprio i barbari saranno la principale fonte di preoccupazione per i romani. B. RICCHI E POVERI Il tema della ricchezza soprattutto nella tarda antichità interrogò molto i componenti della chiesa, che iniziava ad essere attraversata dai movimenti PAUPERISTICI. Diversi esponenti esposero le proprie idee a riguardo:
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