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Appunti, sbobinature e slide del corso "METODI E DIDATTICHE DELLE ATTIVITA' SPORTIVE", Sbobinature di Scienze Motorie

Appunti, sbobinature e slide del corso "METODI E DIDATTICHE DELLE ATTIVITA' SPORTIVE" tenuto dal professore Gabriele Mascherini a Scienze della Formazione Primaria di Firenze. Ottimo per sostenere l'orale.

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

In vendita dal 04/06/2024

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Scarica Appunti, sbobinature e slide del corso "METODI E DIDATTICHE DELLE ATTIVITA' SPORTIVE" e più Sbobinature in PDF di Scienze Motorie solo su Docsity! Definizioni: vi è un’eterogeneità di definizioni, nomenclature e concetti che hanno reso più tortuoso lo sviluppo della disciplina.  Chinesiologia = (la scienza che studia il movimento)-> la parola più completa ad oggi vi è stata difficoltà con questi nomi per definire la disciplina perché argomenti complessi e ambito ampio Movimento= spostamento nello spazio del corpo o di un segmento di esso a prescindere dalla intenzionalità del soggetto che lo compie. Attività fisica= definizione del 1985: movimento del corpo determinato dalla contrazione che determina un aumento del dispendio energetico durante il sonno, il lavoro ed il tempo libero definizione del 2020: “persone che si muovono, agiscono e si esibiscono all’interno di spazi e contesti culturalmente specifici e sono influenzate da un’insieme unico di interessi, emozioni, idee, istruzioni e relazioni” in + c’è il contesto socio-culturale e relazionale Ginnastica= attività orientata allo sviluppo dell’apparato locomotore tramite una serie ordinata di esercizi fisici es. la ginnastica medica correttiva (per scoliosi) (quindi ci spostiamo da quello che è l’attività fisica non è codificata a livello di organizzazione, l’organizzazione qui viene data da questa serie ordinata di esercizi fisici. Quindi attenzione: l’apparato locomotore per voi è che è costituito da ossa, muscoli, tendini ecc) Es. ginnastica correttiva, ginnastica medica. Attività motoria: insieme di movimenti caratterizzati da intenzionalità e da uno scopo, seguendo una precisa pianificazione da parte del sistema nervoso. (quindi, l’attività motoria che viene proposta a scuola deve sempre prevedere una struttura in modo tale che sia previsto un obiettivo e un’intenzione. Non è MAI relativa al mero incremento della muscolatura scheletrica) Educazione fisica: educazione che sintetizza l’unione della componente esecutiva con quella cognitiva al fine di raggiungere maggiori conoscenze, competenze e autonomia. (non è solo quindi un’attività orientata ad un obiettivo ma c’è anche il termine EDUCAZIONE, quindi sono previsti tutti quegli aspetti pedagogici.) Esercizio fisico: attività fisica finalizzata, pianificata, strutturata e ripetitiva regolare che deve essere organizzata in modo tale da durare nel tempo con criteri e l’obbiettivo è migliorare la FITNESS FISICA. quindi l’esercizio fisico deve essere orientato in maniera organizzata e ripetuta nel tempo, e questa strutturazione prevede che ci siano vari parametri da considerare per poter definire l’esercizio fisico : Parametri per organizzare un’attività fisica, un’allenamento=FITT: F= frequenza settimanale di esercizio fisico I= intensità per la forza, resistenza T= tempo, durata T= tipologia-> come fare FITNESS FISICA o “FORMA FISICA”= essere fisicamente in forma è stato definito come “la capacità di svolgere attività quotidiane con vigore, prontezza, senza sforzi eccessivi e con ampie energie. Sia per godersi il tempo libero che per far fronte a emergenze impreviste” È un’insieme di attributi che le persone possiedono o sviluppano. È composta sia da abilità motorie sia da componenti legate alla salute: -resistenza cardiorespiratoria -resistenza muscolare -forza muscolare -composizione corporea -equilibrio e coordinazione -flessibilità Allenamento: processo organizzato e pianificato volto al miglioramento nella realizzazione della prestazione. (è un concetto generico e non prevede solamente l’aspetto delle capacità motorie, ci sono anche tutti gli aspetti sociali, culturali e psicologici) Prestazione motoria: esecuzione osservabile di un compito motorio tenendo in considerazione le abilità motorie, le capacità motorie, sociali, cognitive psicologiche e l'ambiente (è l’atto in cui il bambino esegue il compito motorio assegnato. Nella sua valutazione deve tenere in considerazione non solo le abilità e le capacità, ma anche tutti gli aspetti che possono influenzarla tipo quelle sociali, psicologiche ecc) Sport: qualsiasi forma di attività fisica che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obiettivo l'espressione o il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli. (l’obiettivo finale dello sport è mettere insieme molti aspetti di cui abbiamo parlato, senza tralasciare gli aspetti sociali e culturali, arrivando a vincere) 3 COMPONENTI DELLE SCIENZE MOTORIE biologica, psico-pedagogica e socio-culturale Autori che hanno affrontato per primi questi tre contesti: Scienze biologiche Bernstein per l’aspetto delle neuroscienze (dopo guerra 1947 e 1960) (è quello che si è orientato prevalentemente allo studio dell’apprendimento e del controllo del movimento sotto un punto di vista neuro-motorio quindi: le neuroscienze si sono unite al movimento andando ad aprire tutto un filone che attualmente oggi è ancora aperto e pieno di cose da indagare che è quello del comportamento neuromotorio.) Scienze psico-pedagogiche Meinel il primo a teorizzare l'utilizzo del movimento come strumento per l'insegnamento (1962) (lui iniziò a studiare quelli che erano i movimenti sportivi cercando di capire e di esportare delle valenze che potessero avere una valenza pedagogica all'interno e questa area di ricerca ) Scienze socio-culturali Ronald Renson che ha coniato il termine: chinaltrologia= chin(movimento), antro(uomo),logia(scienza,studio), inoltre ha approfondito il concetto di LUDODIVERSITA’, quindi se è vero che ogni essere umano è diverso da un altro, allora anche ogni bambino può giocare in maniera diversa rispetto ad un altro, quindi alla valorizzazione dell’individualità. Homo moves: I movimenti volontari vengono controllati dalla sostanza grigia dei neuroni della corteccia motoria primaria a livello del cervello. questi neuroni effettuano un controllo diretto sui fasci piramidali del SNP e innervano direttamente il muscolo scheletrico Al pari, la corteccia sensitiva primaria riceve ed elabora coscientemente le sensazioni provenienti dai recettori periferici. Queste aree primarie sono collegate ad aree associative, utilizzano informazioni pregresse per applicarle nelle attività non conosciute. Ne consegue di pensare un movimento come il risultato dell'attivazione di numerosi circuiti cerebrali sia sensitivi che motori. L'atto motorio e allo stesso tempo il risultato ma è anche colui che dà informazioni per l'atto motorio successivo, è un continuo circolo: - L'atto motorio viene programmato sulla base delle informazioni che il corpo riceve dall'esterno - tuttavia è il movimento stesso ad apportare ulteriori informazioni sul proprio corpo - instaurando un circolo virtuoso in cui il corpo diviene mezzo di esecuzione ed apprendimento allo stesso tempo Sono proprio gli atleti più esperti che avranno sì ho una maggiore capacità di eseguire perfettamente un determinato momento, ma saranno anche coloro che otterranno maggiori informazioni dei movimenti stessi in un continuum interazionale che sia cresce reciprocamente. Muoversi diventa quindi un fattore di apprendimento: cercare, scoprire, giocare, correre sono fonti di benessere. SENSAZIONE: I sistemi sensoriali quali gli organi di senso, registrano gli stimoli ambientali (o interni) e li trasmettono al cervello tramite segnali elettrici sia durante la statica sia durante il movimento. PERCEZIONE: elaborazione, codificazione (in base alla memoria) ed organizzazione delle sensazioni convogliate dagli organi di senso RAPPRESENTAZIONE: successivamente la percezione sarà immagazzinata nella memoria che avrà il compito sia di immagazzinare le informazioni sa di renderle disponibili all'occorrenza nei var ambiti motori Le 4 fasi di costruzione della rappresentazione del proprio corpo per Le Boulch sono: - Corpo subito (0-3 mesi), motricità riflessa, il bambino esprime solo bisogni e dipende in tutto dall'adulto - Corpo vissuto (3 mesi – 3 anni), motricità intenzionale ma poco precisa. Graduale separazione tra sé e il resto. - Corpo percepito (3 - 7 anni), si passa da un approccio globale ad uno analítico, aumenta la maturazione psicomotoria, la postura, la lateralizzazione, l'orientamento - Corpo rappresentato (7-12 anni), coscienza del corpo anche come mezzo comunicativo A Parma negli anni ’90 è avvenuta la scoperta dei NEURONI SPECCHIO secondo i quali l'apprendimento motorio avviene sia facendo un movimento sia osservando il movimento di altrialla base dell'apprendimento per imitazione Questo aspetto diventa di rilievo essenziale quando si viene a creare un rapporto docente-discente, dove I comportamenti del docente hanno una influenza sull'alunno nel rapporto insegnamento / apprendimento: questa influenza sarà ancora maggiore se il processo di imitazione avviene nel contesto di educazione fisica in quanto sarà propriamente l'atto motorio oggetto sia di imitazione che di apprendimento. INTELLIGENZA MOTORIA Inizialmente si è partiti dai concetti di capacità di apprendere compiti motori nuovi a quello di saperlo adattare a contesti nuovi.. - Piaget ha messo l'accento sulla capacità di sviluppo dell'intelligenza attraverso il movimento dei primi anni di vita nel periodi fino al 12 anni, dove intervengono altri fattori quali la memoria, attenzione, l'arousal. - Gardener (1985) propone le intelligenze multiple, quella corporeo cinestetica viene definita come abilità di utilizzare il proprio corpo o parti di esso per risolvere i problemi attraverso il coordinamento del movimenti del corpo. Viene suddivisa in quella del mimo, del ballerino e dell'atleta Continuando quindi la separazione tra la visione espressiva, quella comunicativa e quella sportiva. - Recentemente viene inserita nel contesto dello sviluppo delle capacità motorie che contribuiscono allo sviluppo delle abilità motorie che potranno essere pol utilizzate in tutti i contesti della vita quotidiana L'intelligenza motoria sarà la possibilità di adeguare i comportamenti scegliendo l'abilità appropriata in base agli stimoli ambientali che si presentano. - Hots (1996) “la gira intelligente e la disponibilità totale ed immediata alla variazione dell'abilità in funzione alle richieste ambientali dell'azione stessa”-> quindi scegliere come devo comportarmi e adattarla alle variabili ambientali per arrivare al risultato prefissato. APPRENDIMENTO IN MOVIMENTO La volontà di superare il concetto dualistico, in una visione verticale, dove la mente pensante è collocata superiormente al corpo esecutore inferiore in una visione gerarchica. dobbiamo inserire una visione orizzontale, dobbiamo pensare che le influenze fisiche e cognitive sono sempre presenti e strettamente correlate tra loro. tuttavia alcune azioni hanno necessità di intuito, complessità e adattabilità, mentre altre sono più semplici e rigide da eseguire. Il senso motorio alcune avranno una grande richiesta muscolare e di movimento, mentre altre più sedentarie. La didattica quindi non dovrebbe essere ancora rientrata in senso verticale, ma funzione del compito e dell'obiettivo che si vuol raggiungere: possiamo quindi descrivere un connubio tra il cognitivo e il fisico in cui le due componenti si intersecano descrivendo quattro quadranti a seconda di attività ed alto o basso insignt da attività sedentarie o ad alto impegno muscolare. Il corpo, il movimento e i simboli non verbali sono allo stesso piano dell'educazione intellettuale.  Gli scopi che la tecnica si prefigge sono: - favorire la capacità mnemonica - aumentare il livello di attenzione - stimolare le abilità cognitive - assecondare il naturale bisogno di movimento dei bambini  Principi che sfrutta: - Principi antropologici: movimento come costante basilare del comportamento umano. - Principi fisiologici: movimento come mezzo per ottimizzare processi psichici e sociali. Ad esempio nel cosiddetto ‘Dual-Taskinge’ si collegano sforzi mentali a consegne motorie, come imparare parole di una lingua straniera facendo esercizi di abilità. - Principi didattici: ad esempio il movimento come mezzo per arrivare alla ritmizzazione; dare uno schema al tempo dedicato all'apprendimento tramite brevi consegne motorie. insegnamento interdisciplinare. Movimento e sport sono temi particolarmente indicati per un insegnamento trasversale, oltre a costituire uno strumento utile per collegare fra loro i diversi temi trattati. Esempi: • Fisica/educazione fisica; collegare il tema della velocità con l'atletica leggera e misurare la velocità raggiunta nella corsa. • Biologia/educazione fisica: consentire all'alunno di prendere meglio coscienza del propri organi di sensi riducendo a turno uno di essi. portata di • Matematica/educazione fisica: collegare l'attività fisica a semplici operazioni matematiche. Rola rola «Input per imparare» Imparare un testo da soli n k04 = i i i ’ i i ' x Dettato in passeggio Giechi al chiuso» Durata: 20 minuti Liveko: prma-terza elementae Matenale: testo per dettato 91 un logbo, quademo è peane Obiettivo: memorizzare un testo letto e scriverla ti «Giochi al chiusa» Durata: 10-20 minuti Livello: prima elementare: Materiale: carte con immagini per ciascun alunno, came con tutte le letere, corda, appendisbito o righelo, mollette Oblettivo: mparare a scrivere i nomi Gioco con le dita ta Opzioni (standa in equilibrio) * Leggere un » Sciivere iri aria delle parole scritte to su cartà (6 lontano) finché il testo è c dettato itinerante; » Leggere un testo si )) Organizzazione: par ciascun allievo attaccate alle pareti de lo Classe un testa coperto par dettato. Kdea di movimento: andate dal vostro posto versa uno del testi por dettato atteccato alle pareti. Leggetelo con attenzione ‘e tornate zi vostro posto. Scrivete sui quazermo quello che vi ricordate. Tornate ogni volta al testo “ino a quando non avete scrinto sul quademo tutto quanto, Preparazione: cinscum barbaro riceve una carla con ull'imima- gine (©. è6. l'immagine ci un artimale). Organizzazione: le lettere dei nomi di tutti gli allievi vengone ap- rese con delle mollette a una corda posta unpo' inalto nell'auia. dea di movimento: ogni alleva riceve una carta con un'im- magine e un appendiabito, Scrvee i nome dall'allero al quale è stata data la carta con l'immagine stazcando le lettere cala corda e fissandole all'appendiabita Ala fine agganciate l'anpendiabita e controllate i nomi in classe. ra un testo, ritornare al proprio posto e so derno. Ritornare sul rullo per leggere ul lavagna Modulo «Muoversi e imparares n Modulo in movimento» Livello inferiore ana sevpininmonme nti Prescuola Livello inferiore SVILUPPO COGNITIVO-MOTORIO I riflessi naturali presenti alla nascita verranno gradualmente abbandonati fino al 3° mese per progredire nella direzione di una motricità più finalizzata alla manipolazione, alla verticalità (dapprima seduto), arrivando verso i 6 mesi a forme di controllo del movimento volontario. Es. riflesso del cammino, riflesso tonico del collo, riflesso di prensione con la mano ecc Si sviluppano le capacità percettive, dell'attenzione e della memoria e dal 7-8 mese inizia una del movimento. Dopo l'acquisizione della stazione eretta e della deambulazione avviene una ulteriore fase di esplorazione dell'ambiente con incremento dell'equilibrio.  Già dal 12° mese è possibile osservare una preferenza nella lateralizzazione, nell'utilizzo di un arto piuttosto che l'altro, questo deve essere incoraggiato.  Dal 14-15° mese sono presenti i primi giochi sensoriali, dove le capacità motorie servono per stimolare sensazioni e percezioni legate al movimento di oggetti colorati, quindi vista, udito tatto, olfatto.  Da 18 mesi a 3 anni si sviluppano che sensoriali sempre più complessi, prevalentemente individuali ma di fantasia, imitazione. A livello locomotorio si affina il cammino ed inizia la corsa anche se grezza e dispendiosa. Iniziano il linguaggio, gli atteggiamenti posturali e i disegni come comunicazione sociale  Dai 3 ai 5 anni la motricità si consolida con esperienze nuove grazie alla maturazione neurologica, si ha il primo turgor che consente il consolidamento delle capacità coordinative precedentemente grezze e il rapporto tra peso/altezza favorisce l’acquisizione delle nuove abilità. È consigliato assecondare la spontaneità ( GIOCO SPONTANEO) evitando una impostazione direttiva. È consigliato intervenire precedentemente sull’ambiente educativo al fine di proporre la corretta stimolazione a priori senza impostare l’intervento dopo l’arrivo del bb (GIOCO DELIBERATO) Anche giochi di imitazione sono consigliati per l’aumento delle capacità di rappresentazione mentale.  Dal 6-7 anni avviene una nuova fase di crescita staturale che fa perdere quelle caratteristiche somatiche da infante (arti corti, addome globoso) per assumere un aspetto più longilineo e dimagrito con costole più evidenti e le scapole alate. Questo comporta una riduzione delle capacità coordinative e movimenti poco armonici ed economici: sono quindi da stimolare maggiori esperienze senso-percettive possibili, in particolare il ritma. A livello cardio-respiratorio, l'adattamento allo sforzo avviene prevalentemente dall'incremento della frequenza cardiaca con atti respiratori ancora di scarsa profondità per la piccola cassa toracica: la capacità di resistenza sarà ridotta e saranno necessari pause frequenti (che il bambino riesce a gestire in autonomia). Migliorano le capacità oculo-manuale e la lateralità. I giochi sociali sono generalmente promossi dall'educatore ma i rapporti con i coetanel sono unidirezionali. Nel giochi con la palla l'attenzione è sulla palla stessa e compagni o avversari sona poca considerati.  Dagli 8 agli 11 anni avviene il recupero ponderale del secondo turgor che permette di padroneggiare nuovamente il proprio corpo. Viene consigliato lo sviluppo di un bagaglio motorio generale, in particolare l'affinamento degli schemi motori e nuove abilità motorie, con un iniziale avvio all'attività sportiva educativa polivalente. Aumenta la capacità aerobica e la coordinazione neuro-motoria dovuta ad un maggiore rilassamento globale e segmentario che permette l'evolversi dello schema corporeo. Dal punto di vista cognitivo aumenta il ragionamento astratto. INDICAZIONI NAZIONALI 2012 "Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l'originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione." SCUOLA DELL’INFANZIA si parla di: corpo in movimento Finalità di promuovere lo sviluppo dell’identità, autonomia, competenza e li avvia alla cittadinanza  IDENTITA': vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, stare bene, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire, sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato, imparare a conoscersi e ad essere riconosciuti come persona unica e irripetibile.  AUTONOMIA: avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; provare soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto, imparare ad operare scelte e ad assumere comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli.  COMPETENZE: giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull'esperienza attraverso l'esplorazione.  CITTADINANZA: scoprire l'altro da sé e attribuire progressiva importanza agli altri e ai loro bisogni; rendersi sempre meglio conto della necessità di stabilire regole condivise; implica il primo esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell'ascolto. L'apprendimento avviene attraverso l'azione, l'esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura, l'art territorio, in una dimensione ludica, da intendersi con forma tipica di relazione e di conoscenza. quindi è importante: L'organizzazione degli spazi e del tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell'ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica. Lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato, orientato dal gusto estetico, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola. Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, del loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l'ambientazione fisica, a scelta di arredamenti e oggetti volti a creare un luogo: funzionale e invitante. 2 traguardi della scuola dell’infanzia:  Traguardi di percezione il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo (riesce a comunicare attraverso il proprio corpo), matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola. Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in movimento. Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione.  Traguardi di movimento Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l'uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all'interno della scuola e all'aperto. Controlla l'esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva. SCUOLA PRIMARIA si parla di: educazione fisica - Promuove la conoscenza di sé, delle proprie potenzialità e della propria identità corporea nella costante relazione con l'ambiente, gli altri, gli oggetti. - La conquista di abilità motorie e la possibilità di sperimentare il successo delle proprie azioni sono fonte di gratificazione che incentivano l'autostima dell'alunno. - Consolidare stili di vita corretti e salutari, come presupposto di una cultura personale che valorizzi le esperienze motorie e sportive, anche extrascolastiche, come prevenzione di ipocinesia, sovrappeso e cattive abitudini alimentari, precoce abbandono della pratica sportiva e utilizzo di sostanze che inducono dipendenza - Fare sperimentare la vittoria o la sconfitta contribuisce all'apprendimento della capacità di modulare e controllare le proprie emozioni - Nel lavoro di squadra viene esaltato il valore della cooperazione facilitando relazioni e incontri Traguardi della classe prima: Traguardi di percezione e movimento ripresi e incrementati: 1. Riconoscere e denominare le varie parti del corpo. 2. Rappresentare graficamente il corpo, fermo e in movimento. 3. Riconoscere, differenziare, ricordare, verbalizzare differenti percezioni sensoriali (sensazioni visive, uditive, tattili, cinestetiche). Aspetti orientati alle abilità e capacità motorie: 4. Coordinate e collegare in modo fluido il maggior numero possibile di movimenti naturali (camminare, saltare, correre, lanciare, afferrare, strisciare, rotolare, arrampicarsi..) 5. Collacarsi, in posizioni diverse, in rapporto ad altri e/o ad oggetti 6. Muoversi secondo una direzione controllando la laterasta eladando schumi motor in funzione di parametri spaziali e temporali. Linguaggio corporeo: 7. Utilizzare il corpo e il movimento per rappresentare situazioni comunicative reali e fantastiche. 8. Comprendere il linguaggio del gesti Ed alla cittadinanza: 9. Partecipare al picco collettivo, rispettando indicazioni in centr Traguardi della classe seconda e terza 1. Muoversi con destrezza, e ritmo (palleggiare, lanciare, ricevere da fermo e in movimento) 2. Utilizzare la gestualità fine con piccoli attrezzi codificati e nelle attività manipolative. 3. Varlare gli schemi motori in funzione di spazio e tempo, equilibri (marcia, danza). 4. Apprezzamento delle traiettorie, delle distanze, dei ritmi esecutivi delle azioni motorie. 5. Utilizzare abilità motorie in forma singola, a coppie, in gruppo. 6. Utilizzare le proprie capacità motorie in base all'intensità dei carichi. 7. Utilizzare in modo corretto e sicuro per sé e per i compagni spazi e attrezzature. 8. Rispettare le regole del giochi organizzati, anche in forma di gara. 9. Cooperare all'interno di un gruppo. 10. Interagire positivamente con gli altri valorizzando le diversità. 11. Utilizzare il linguaggio gestuale e motorio per comunicare, individualmente e collettivamente, stati d'animo, idee, situazioni. Traguardi della classe quinta 1. Utilizzare schemi motori e posturali, le loro interazioni in situazione combinata e simultanea 2. Eseguire movimenti precisati e adattarli a situazioni esecutive sempre più complesse. 3. Controllare la respirazione, la frequenza cardiaca, il tono muscolare 4. Modulare i carichi sulla base delle variazioni fisiologiche dovute all'esercizio 5. Eseguire le attività proposte per sperimentare e migliorare le proprie capacità 6. Utilizzare tecniche di sperimentazione e miglioramento delle proprie capacità 7. Eseguire semplici composizioni e/o progressioni motorie, utilizzando un'ampia gamma di codici espressivi 8. Rispettare le regole dei giochi sportivi praticati. 9. Svolgere un ruolo attivo e significativo nelle attività di gioco-sport individuale e di squadra. 10. Cooperare nel gruppo, confrontarsi lealmente, anche in una competizione, con i compagni. 11. Riconoscere il rapporto tra alimentazione e benessere fisico. 12. Assumere comportamenti igienici e salunistici 13. Rispettare regole esecutive funzionali alla sicurezza nel vari ambienti di vita, anche in quello stradale LO STILE DI VITA Nelle Indicazioni Nazionali è presente un chiaro riferimento alla promozione come promozione di uno stile di vita attivo della salute. L'incremento delle malattie cronico degenerative che comportano un incremento della mortalità e della disabilità hanno incrementato l'attenzione alla prevenzione, che nel caso dell'ente formativo scuola diviene la prevenzione primaria. Quando si pensa ad una persona in salute spesso viene utilizzata l'immagine dell'atleta, quindi lo sport diventa come spesso accade in questa disciplina la bandiera, l'emblema del concetto che si vuol trasmettere. In combinazione viene associato sempre anche la parte alimentare, alcol e fumo. Di seguito vengono riportati i dati dell'indagine istat che mostra i bambini in eccesso di peso: Lefficacia dell'esercizio fisico è dimostrato su numerose patologie, cardiocircolatorie, diabete, ca Nonostante queste evidente, la popolazione sta aumentando i livelli di sedentarietà piuttosto che attività fisica: i dati riferiti al 2017-2018: - 25,2% La quota di bambini e ragazzi in eccesso di peso -> prevalenza sovrappeso dei bambini rispetto alle femmine - 28,3% Consuma quotidianamente dolci - 22,7% Non pratica sport né attività fisica L'eccesso di peso aumenta significatamente passando da nord a sud, per una questione anche socio-democratica questo si sa infatti i genitori influenzano i bimbi il titolo di studio le risorse economiche e anche il loro peso infatti chi ha il titolo di studio più basso, coloro con le risorse economiche più limitate e se loro sono in eccesso di peso tendono ad avere i bambini più in sovrappeso si può suggerire di fare sport, di andare a scuola a piedi, Parlando di motivazione e attività sociali è possibile individuare anche i comportamenti prosociali e antisociali: Prosociale: azione mirata ad aiutare o supportare un'altra persona Antisociale: azione rivolta a danneggiare o arrecare salvataggio ad un'altra dell'ambiente appaga bisogni di competenza, autonomia virgola e relazione i bambini sono generalmente prosociali. Quando questi bisogni non vengono appagati, ne vengono ricercati altri personali per soddisfare il proprio ego antisociali. La motivazione: autonoma promuove la prosocialità in quanto i bambini cercano di soddisfare i propri bisogni(anche in relazione) con i propri mezzi controllata spesso promuove comportamenti antisociali in quanto il risultato è più importante del percorso per ottenerlo che devono raggiungere la vittoria ad ogni costo per l'autostima Anche l’insegnante e i genitori hanno un'influenza sulla pro o anti socialità del giovane sportivo: alcuni comportamenti potrebbero essere giustificati dal fatto di raggiungere il risultato a tutti i costi, aggirando il regolamento o trascurando il fair play. Le Indicazioni nazionali 2012 hanno l'obiettivo di promuovere bambini fisicamente educati: E fisicamente educato colui che: - è fisicamente in forma - ha appeso le abilità necessarie per partecipare ad un'ampia varietà di attività fisiche - partecipa regolarmente ad attività fisiche - conosce le implicazioni e i benefici legati all'impegno dell'attività fisiche - valorizza l'attività fisica ed il suo contributo ad uno stile di vita attivo IL GIOCO Giocare è un’attività che accomuna tutto il genere umano: pur con forme e modalità diverse, la componente ludica è presente in tutte le culture e la trasmissione tra generazioni può avvenire se gli adulti possiedono la capacità culturale di educazione tramite gioco. I giochi sono nati con lo scopo di fornire intrattenimento e divertimento, ma nel corso degli ultimi 100 anni hanno acquisito una notevole valenza educativa. La fiaba ed il gioco erano la trasposizione del mondo degli adulti nel mondo infantile, un culto immaginario raccontato tramite l’illusione. Le tendenze ludiche degli ultimi anni nei bambini dai 5 anni sono nell’ottica di giochi sempre più sedentari in casa piuttosto che giochi di movimento all’aperto. La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia parla di diritto di giocare ne riconoscere questo diritto ma anche promuovere la partecipazione e organizzazione di queste attività.--> diritto di avere del tempo libero che il bambino può dedicare al gioco in maniera divertente SVILUPPO NEUROMOTORIO DEL BAMBINO: le prime forme di gioco nei primi mesi hanno un senso sensopercettivo mettendo il bimbo in relazione con il mondo esterno in modo individuale e solitari cercando di sviluppare tutti i suoi sensi e li usa per conoscere i mondo (giochi primordiali guidati dal piacere). Il primo gioco che emerge è il gioco ESPLORATORIO guidato dalla volontà e curiosità di ricevere nuove esperienze percettive che lo guidano a nuove conoscenze. Qui tutto è probabile e possibile, fine a se stesso. La curiosità del bambino nei primi 3/4 mesi di vita deve essere incoraggiata poichè é fonte educativa di crescita ( sia il processo che il risultato). Poi ci sará il gioco ESPLORATIVO, basato sulle precedenti esperienze (bagaglio di memoria sensoriale) che vuole rivivere e consolidare. Si é creata una rappresentazione mentale dell’esperienza precedente, voglia di rivivere l’esperienza di piacere. Infine avremo il gioco ESERCITATIVO, in cui le idee orientano le azioni che saranno sempre più funzionali e i movimenti sono ripetuti e finalizzati ad uno scopo preciso. L’esercizio si ripete per scoprire nuove possibilità sia nel gioco che su se stesso. Reazioni circolari di Piaget inserite in questi giochi: PRIMARIA ( 1-4 MESI): azioni centrate sul funzionamento del corpo e guidate dalla casualità. SECONDARIA( 4-12 MESI) : azioni centrate sul risultato eterno e guidate dalla magia. TERZIARIA: il corpo guida l’azione che si differenzia dall’oggetto e guidata da causalità per migliorare. SUDDIVISIONE DEI GIOCHI: - AGON ( competizione, gara, lotta) - ALEA (azzardo, testa e croce, scommesse) - MIMICRY (imitazione, travestimenti e teatro) - ILINX ( vertigine, altalena) Il gioco di movimento è usato in età evolutiva come attività educativa da privilegiare per avvicinare il bambino al movimento stesso. Il gioco ha 5 funzioni: 1. MOTORIA: suddivisa in coordinazione motoria e efficienza fisica. Miglioramento di organi e apparati e sviluppo schemi motori di base. Sollecitate capacità e abilità motorie. Almeno 1 ora di gioco vigoroso(intenso) al giorno. 2. COGNITIVA: stimola la memoria, attenzione, concentrazione, creatività ecc. poiché vengono stimolate le strutture nervose e gli aspetti neurocognitivi. Importante per lo sviluppo delle: Funzioni cognitive Flessibilità cognitiva Aggiornamento della memoria Inibizione Permette di spostare l’attenzione tenere a mente delle permette di sopprimere risposte su un nuovo criterio per risolvere informazioni ed aggiornarle fortemente abituali un compito attenzione esecutiva 3. EMOTIVE-AFFETTIVE: il gioco mette alla prova i propri sentimenti, ansie e paure, scaricare aggressività e tensioni accumulate agevolando il processo di apprendimento. In alcuni casi riduce lo stato di attivivazione AROUSAL(stato di attivazione psicofisico) che consente al bambino di esprimere le proprie potenzialità ad un livello psicofisico ottimale senza compromettere prestazioni: Legge di Yerkes Dodson: se l’attivazione é bassa, ovvero c’è poco interesse e attenzione, anche i risultati della performance saranno bassi, invece avere troppa ansia e paura di non riuscire potrebbero compromettere la performance. Bisogna quindi che il livello di ansia sia mantenuto entro un certo livello per non andare ad intaccare la prestazione,dobbiamo stare “nel mezzo”,né troppa ansia nè poco interesse. Il gioco fa aumentare l’attenzione e riduce l’ansia. La buona prestazione é quella che il bambino sa svolgere. Se il compito motorio motorio assegnato al bambino è troppo semplice il bb lo può ritenere poco interessante ma il gioco può incrementare lo stato di attivazione rendendo il compito motorio più gradito al bambino che poi avrà una partecipazione maggiore all'attività stessa Domande da porsi: 4. SOCIALIZZANTI: funzione sociale, nel gioco c’è una interazione piacevole che favorisce una rete di regole implicite che aiutano il decentramento e la comprensione del punto di vista altrui, soprattutto nel gioco collettivo. Quando l'esperienza motoria assume una forma pubblica virgola in relazione ad altre persone ci sarà il gioco sociale: 1. IL GIOCO SOLITARIO : manipolazione e oggetti altrui non sono interessanti. 2. IL GIOCO PARALLELO : presenza di un altro bambino non é interessante, c’è interesse verso l’uso di un giocattolo e ci può essere anche la lotta per l’oggetto. 3. IL GIOCO SOCIALE : interazione ma non cooperazione verso obiettivo comune. 4. IL GIOCO INTERATTIVO NON STRUTTURATO : prime prove di cooperazione senza risposta adeguata. 5. IL GIOCO COOPERATIVO SENZA SUDDIVISIONE DI COMPITI : scopo comune e le attività si sincronizzano ma la presenza di più bambini non é essenziale per la riuscita. 6. IL GIOCO COOPERATIVO CON SUDDIVISIONE SEMPLICE DI COMPITI : ogni bambino ha la sua parte per la riuscita ma i compiti sono spesso simili. 7. IL GIOCO COOPERATIVO CON SUDDIVISIONE COMPLESSA DI COMPITI : i compiti sono diversificati. SETTE LIVELLI DELLE DINAMICHE SOCIALI ATTIVATE: 1- INDIVIDUALE: esperienza personale senza dinamiche con altre persone. 2- IN COPPIA: no dinamica strutturata ma ci sono progetti comuni. Possibile lo scambio di risultati o processi ma senza influenzarsi. 3- DI COPPIA: obiettivi comuni, scambio progetti e verifica dei risultati parziali e l’azione di uno condiziona l’altro. 4- IN GRUPPO: tre o più bambini, non dinamica sociale strutturata, no progetti comuni. Possibile lo scambio di risultati o processi senza influenzarsi. 5- DI GRUPPO: ci sono obiettivi condivisi e azione di ognuno condiziona il risultato. 6- IN SQUADRA: competizione tra gruppi per il risultato. Dentro da quadra non c’è dinamica strutturata. Le azione individuale possono provocare reazioni individuali nell’altra squadra. 7- DI SQUADRA: dinamica strutturata all’interno e azione collettiva di una squadra provoca reazione nell’altra squadra. 5. MORALE: formazione senso responsabilità, onestà e socialità. Concetto di libertà, per giocare è necessario che il bambino sia libero ( rispettare libertà individuali, le regole servono per garantire la libertà e per la convivenza democratica, le regole possono essere fornite dall'esterno o decise dai bambini stessi: devono essere vissute e non subite). (Nello sport educativo le regole sono proprio create per quello sport che possono non corrispondere allo sport competitivo da qui prendiamo spunto) PROVARE non é FARE esperienza, non é il fare meccanico, prevede comprensione, dare valore al mondo delle cose e delle persone. Ciò é fondamentale in un’ottica di sviluppo personale e sociale. Educazione fisica ( gioco come contenuto e come metodo) il contenuto sono le azioni motorie e gli obiettivi didattici, come abilità, capacità, conoscenze, atteggiamenti e relazioni, che possono essere strutturati in ordine crescente nelle varie categorie. Questo ci aiuta nella proposta della lezione, poiché possiamo dividere il gioco in sotto-compiti. Si possono anche usare schede predisposte per la valutazione. il metodo è uno strumento per raggiungere obiettivi personali e sociali. Il “metodo gioco” comprende i modi di giocare, ovvero gli aspetti non materiali, le regole, l’ambiente. Si inizia a giocare per piacere, per continuare a giocare serve un significato, reale o illusorio. Non é gioco se non porta piacere e lo sport é un modo possibile di giocare, non l’unico. Il gioco rinuncia al razionale e quindi termina quando diventa scontato, prevedibile e non più gratuito (freesi gioca per giocare, deve avere finalità interne non esterne, é autotelico = non si preoccupa del risultato al di fuori di esso, risponde solo a se stesso). Il gioco interessa fin tanto che l’azione che si compie lascia spazio all’errore (diventa scontato e prevedibile quando non c'è più l'errore), accettato come percorso di miglioramento graduale, sia personale che collettivo. I giochi scolastici possono evolvere nel tempo, e possono essere rimodulati. Il gioco è efficace per apportare apprendimenti motori. Non esiste una formula sempre corretta per i giochi di movimento, il docente dovrebbe adattare principi educativi e culturali per scegliere le strategie più idonee in base alla realtà concreta che è sempre originale e non ripetibile dipende da: docente, bambini, ambiente, obiettivo. Durante le lezioni in ambito scolastico dovranno essere prese in considerazione non solo il confronto con se stesso, ma anche con l’altro, con il gruppo e con l’ambiente in cui viene svolta l’attività. Per far questo sono necessari: 1. Una predisposizione ottimale del gruppo con collaborazione alla finalità educativa; 2. Acquisire uno stato di rilassamento e concentrazione; 3. Aumentare l’attenzione ai canali sensoriali sia durante il movimento (ritmo e cinestesia) sia durante la statica (tatto e propriocezione); 4. Utilizzare tutti i canali di comunicazione con gli altri (sguardo, gesti, mimica, postura) 5. Imparare ad osservare l’altro, percepire il corpo degli altri; 6. Capire come percepiscono il nostro corpo gli altri. Gli aspetti corporei che entrano in tutta la questione dell’espressività corporea sono: 1. Del volto- MIMICA 2. Del corpo- PANTOMIMICA 3. Della mani- GESTUALITA’ 4. Atteggiamenti- POSTURE Durante la proposta didattica, sarà possibile presentare dei temi:  TEMI TECNICI opposti quali: 1. Vicino-lontano 2. Aperto-chiuso 3. Contrazione-rilassamento 4. Dentro-fuori  TEMI ASTRATTI come fingere di volare  TEMI CONCRETI della vita quotidiana, conosciuti con precisione al fine di farli rivivere e raccontare attraverso una descrizione da effettuare attraverso il movimento. SUGGERIMENTO DIDATTICO -> FIABA MOTORIA, leggere una fiaba a chiedere al bambino di riprodurre ciò che fa il protagonista. Una proposta didattica sulla espressione corporea potrebbe essere: • Attività sulla percezione di sé nello spazio; diverse posture, spostamento, trasporto e relazione con oggetti immaginari, imitazione di posture del compagno. • Abilità pantomimiche, quindi la riproduzione a specchio delle azioni di un compagno, compiti motori e utilizzo di attrezzi non convenzionali, compiti immaginativi, seguire le ombre delle posture del compagno; • Integrazione delle attività pantomimiche con il mimo, esecuzione di posture ed espressioni in base al tema musicale, attività sui ritmi imposti dall’esterno o dall’interno, posture associate dagli opposti stati d’animo. • Produzione di scene di una storia attraverso il linguaggio del corpo ed il movimento. LA DANZA → Un’azione educativa che integra la dimensione corporea con quella cognitiva, è emozionale e prevede esperienze legate alle funzioni espressive per apportare una graduale presa di coscienza della propria identità. In questa prospettiva il corpo ed il movimento sono un tramite di linguaggi di espressione attraverso la danza e/o il teatro attraverso l’utilizzo della creatività. Queste metodologie diventano un mezzo tra il soggetto e l’oggetto della comunicazione della conoscenza. Il balletto classico è nato dai bisogni dell’aristocrazia, per alleviare il tempo. La danza moderna invece vuole ricreare movimenti del corpo a partire da aspetti pulsionali interiori: viene esaltato tutto il corpo (in particolare il core, come zona di produzione delle pulsioni interiore dal quale nasce tutto il movimento, la comunicazione) piuttosto che solamente gli arti inferiori. Il ritmo della danza non deve essere dettato esteriormente ma dalle necessità interiori, non è quindi una composizione di movimenti codificati ma i movimenti si generano dalla vita quotidiana ed eventualmente la musica dovrebbe seguire questi movimenti autoprodotti. In questo contesto, la danza gioca un ruolo di primo piano in quanto media la dimensione fisica con quella emotiva, cognitiva e relazionale per uno sviluppo armonico della persona. Attraverso la danza il bambino non solo può apprendere il movimento ma anche mostrare quanto appreso, proprio attraverso il movimento. Quindi, la danza permette una crescita corporea ed emotiva grazie: - all’esperienza che il proprio corpo esercita per imparare il movimento; - all’espressività corporea che diviene un mezzo di comunicazione con gli altri. Il primo a studiare questi aspetti fu Rudolf von Laban (1879-1958) che parte dall’assunto che il movimento sia necessario per un apprendimento del proprio essere al mondo. Inoltre, affermò che attraverso i gesti di un individuo è possibile rintracciare sia il messaggio che trasporta il movimento sia la personalità del soggetto. Nel testo “La danza moderna educativa” del 1948 riporta come la danza sia un mezzo per esprimere e comprendere la persona attraverso il movimento che avviene per un impulso interno. Il gesto che emerge descrive il flusso interno attraverso: - La parte del corpo che si muove - La direzione del movimento - La forma del movimento - L’intensità del movimento. APPRENDERE A MUOVERSI La promozione degli apprendimenti di abilità e capacità tramite Educazione fisica. L’altro lato della medaglia è “Muoversi per apprendere”, promuovere gli apprendimenti non solo motori ma anche di tipo cognitivo, emotivo e sociale attraverso il movimento. Una delle finalità dell’educazione fisica è quella di aumentare il bagaglio di abilità motorie partendo dagli schemi motori di base, per evolvere in abilità sportive e espressive che possono poi ritrovarsi in età adulta come competenze per la vita di tutti i giorni. PERSONA FISICAMENTE EDUCATA: “Colui che ha appreso le abilità necessarie per partecipare ad un’ampia varietà di attività fisiche, è fisicamente in forma, partecipa regolarmente ad attività fisiche, conosce i benefici dell’attività fisica e ne valorizza il suo contributo in uno stile di vita attivo.” Per definire l’apprendimento delle abilità bisogna soffermarsi a pensare che la proposta educativa sia appropriata a livello iniziale di ciascun studente. Se facciamo una proposta didattica su un livello che non è ancora pronto a recepire la risposta, sarà un’attività poco utile. Tale livello andrà valutato in termini di: - Capacità motorie (senso-percettive, coordinative, condizionali) - Livelli iniziali di abilità motorie (livelli attuali sugli schemi motori di base) - Possibilità di sviluppo (livelli di sviluppo auxologico) - Livelli cognitivi per comprendere il compito motorio da eseguire - Adeguati livelli di attenzione e motivazione per lo sviluppo di nuove abilità CAPACITA’ MOTORIE (ABILITIES) (questa traduzione in inglese ha spesso portato confusione con quelle che noi chiamiamo abilità (in inglese skills)). Le capacità motorie sono tratti ereditari di base, risorse dell’organismo disponibili per l’esecuzione della PRESTAZIONE MOTORIA. Da un lato sono necessarie per lo sviluppo e l’esecuzione delle abilità motorie ma, allo stesso tempo, lo sviluppo delle abilità motorie promuove lo sviluppo delle capacità stesse. Sono quindi sia un presupposto sia un fine dello sviluppo delle abilità motorie. Sono collegate ad aspetti organici e modificabili con l’allenamento (come entità della singola ma non come numerosità del gruppo). Le CAPACITA’ MOTORIE sono suddivise in: 1. Capacità senso-percettive 2. Capacità coordinative 3. Capacità condizionali → Allora l’allenamento incrementa la qualità di ciascuna di queste ma non ne aumenta il numero. Infatti, si dice che le abilità del movimento siano infinite come anche la qualità di apprendimento della stessa abilità motoria. Ma le capacità sono solo queste tre. LE CAPACITA’ SENSO-PERCETTIVE Sono le capacità di acquisire informazioni sia dall’ambiente esterno che dal nostro corpo, attraverso: - Gli esterocettori: l’occhio, l’orecchio, recettori tattili. - I propriocettori, Organo Muscolo Tendineo del Golgi = all’interno del tendine, Fuso Neuromuscolare =all’interno del muscolo (formano il sistema nervoso centrale sull’allungamento di contrazione della mosculatura scheletrica), Vestibolare =recettore nell’orecchio che da info sull’equilibrio - Enterocettori, recettori viscerali (es avvertono se abbiamo mal di pancia) Le capacità senso-percettive relative all’attività motoria saranno quindi: 1. La vista, fornisce informazioni sull’ambiente (oggetti, azioni proprie e dell’avversario nelle open and close skill) 2. L’udito, informa sulla comunicazione dell’insegnante, dei compagni, degli avversari e su rumori ambientali (sci, acqua). 3. Il tatto, ci dice la stabilità delle superfici, il calore, la pressione. 4. La cinestesi, è relativa alle tensioni muscolari, articolare e la posizione nello spazio. 5. Il vestibolare, informa su equilibrio, accelerazioni-decelerazioni e movimenti della testa. Hanno uno sviluppo soprattutto nei primi anni di vita, ma possono essere sempre migliorate attraverso la pratica motoria, infatti i soggetti più allenati mostrano capacità senso-percettive più sviluppate, sia:  In termini fisiologici come la maggiore regolazione intrinseca del fuso neuromuscolare,  Come migliore capacità di dirigere l’attenzione verso le probabili fonti di informazioni visive e uditive,  Come capacità di anticipare gli eventi e quindi di potere acquisire tali informazioni con un grado di vantaggio rispetto ad altri meno allenati. LE CAPACITÀ COORDINATIVE Le capacità coordinative sono le capacità di integrare il sistema sensoriale, il sistema nervoso e il sistema muscolo-scheletrico al fine dell’esecuzione del compito motorio. Queste sono le principali capacità da sviluppare durante la scuola dell’infanzia e primaria e comunque non finisce mai il loro grado di apprendimento: la loro sollecitazione può avvenire variando il movimento, i recettori attivi, l’ambiente, gli strumenti utilizzati, la combinazione di abilità insieme e la lateralità. La classificazione di Blume del 1984 appare ancora oggi la più chiara. Sono presenti 3 capacità coordinative generali che sono alla base di altre 7 speciali:  Apprendimento motorio → consiste nell’acquisizione, il perfezionamento, la stabilizzazione e l’utilizzazione di nuove abilità motorie. In seguito, tali nuove abilità potranno affinarsi ed adattarsi a nuovi contesti.  Controllo motorio → la capacità di compiere i pattern ovvero i programmi di contrazione e rilassamento muscolare, agonisti antagonisti per la migliore riuscita del compito motorio. Tale modulazione e allenamento avviene regolando il tempo, lo spazio e la velocità del compito mettendo alla prova sempre più i recettori cinestetici ed aggiornando via via il programma motorio.  Adattamento motorio → le abilità apprese dovranno essere poi adattate ai diversi contesti ambientali nei quali ci troviamo ad eseguirle. È la capacità di modificare in base ai cambiamenti che le situazioni richiedono. Il nuovo programma motorio elaborato per adattarsi ad una nuova situazione non si discosta sostanzialmente dal programma originale. Più variabili si riesce a proporre dal bambino, maggiore flessibilità avrà il programma motorio generale. Le 7 capacità coordinative speciali, invece, sono specifiche in funzione di un determinato compito: 1. COMBINAZIONE E ACCOPPIAMENTO dei movimenti, capacità di collegare più azioni motorie diverse tra loro. La combinazione si verifica quando le azioni vengono collegate in maniera seriale senza soluzione di continuità. L’accoppiamento si riferisce alla capacità di eseguire un’attività in contemporanea in più distretti corporei o in maniera dissociata tra gli arti controlaterali. 2. DIFFERENZIAZIONE, modulare una stessa azione motoria variando direzione, velocità e forza lasciando immutato il programma motorio al fine di rendere maggiormente efficace e economico ciascun movimento. È importante una buona capacità senso-percettiva, elaborare le informazioni per avere varie sfumature dello stesso compito motorio. 3. ORIENTAMENTO, modificare e adattare la posizione del corpo o un movimento nello spazio all’interno di un campo di azione. Necessaria la costante percezione: a. Dello spazio occupato (pattinaggio sul ghiaccio ad esempio) b. Degli strumenti nello spazio c. Delle possibili variazioni in base agli spazi occupabili d. Del momento in cui effettuare tale variazione. 4. TRASFORMAZIONE e FANTASIA, modificare un’azione durante il suo svolgimento oppure sostituirla con un’altra sulla base di improvvise variazioni ambientali o per l’azione del feedback. Diventa fantasia quando la soluzione trovata è nuova, originale (soluzione divergente). 5. REAZIONE e ANTICIPAZIONE, rispondere ad uno stimolo nel minor tempo possibile e nel modo più opportuno. Le reazioni possono essere: - semplici se ad un solo stimolo è possibile una sola risposta, - complesse se gli stimoli e le risposte sono più di uno o se lo stimolo non è noto e la reazione deve essere scelta per adattarsi allo stimolo a cui rispondere. La capacità di anticipazione è quella che ci permette di anticipare, di vedere durante un'azione motoria. 6. RITMO, consente di programmare gli impegni muscolarii secondo un ritmo indotto dall’esterno o dall’interno. Sono presenti accenti deboli e forti che sottolineano l’intensità della dinamica muscolare (nella corsa fase di spinta durante l’appoggio e fase di recupero dell’arto nella fase di volo). 7. EQUILIBRIO, mantenere la proiezione a terra del baricentro all’interno della base d’appoggio in condizioni statiche o di riportarlo in caso di perturbazioni o movimenti in condizioni dinamiche o di volo. Un discorso a parte è l’equilibrio in acqua, perché per la legge di Archimede dovremmo considerare il centro di gravitò della quantità di acqua spostata. LE CAPACITÀ CONDIZIONALI Le capacità condizionali sono legate prevalentemente ai grandi organi ed apparati del corpo, si basano su caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali che consentono ad ogni individuo di affrontare l’attività motoria. Il loro sviluppo nella scuola primaria non è un obiettivo principale, tuttavia sono sempre presenti e il loro coinvolgimento anche a questa età predispone il bambino alla possibilità di un loro sviluppo ottimale in età successiva. Quali sono? 1. FORZA, la capacità di opporsi ad una resistenza esterna attraverso una contrazione muscolare. Tre tipi di forza:  Se la resistenza esterna è minore della forza ci sarà un avvicinamento dei capi articolari del corpo, una condizione superante e la contrazione è denominata CONCENTRICA nel muscolo agonista.  Se la resistenza esterna è uguale alla forza non ci sarà movimento del corpo, una condizione statica e la contrazione è denominata ISOMETRICA.  Se la resistenza esterna è maggiore alla forza ci sarà un allontanamento dei capi articolari, una condizione cedente e la contrazione è denominata ECCENTRICA, il muscolo agonista si contrae ma si allunga. La forza si suddivide ulteriormente in:  Forma massimale , è quella possibile tramite una sola contrazione ed è allenabile dopo la pubertà quando si sviluppa la massa muscolare.  Forza veloce , consente di esprimere azioni ad alta velocità contro resistenze molto basse e si sviluppa insieme alla velocità. Questa immagine rappresenta i livelli esecutivi della prestazione motoria. Alla base ci sono le capacità motorie in connessione con le abilità motorie che possono diventare abitudini all’interno della quotidianità. L’obiettivo da raggiungere è la competenza motoria e il raggiungimento in futuro della adronanza motoria. APPRENDIMENTO MOTORIO è una delle capacità coordinative più importanti, generale COMPITO MOTORIO: è la specifica esperienza di movimento proposta dall’insegnante che costituisce l’apprendimento in educazione fisica. I compiti motori sono composti da: Contenuto-> è il movimento richiesto allo studente Orientamento-> è l'obiettivo del movimento anche in termini di qualità esecutive Organizzazione-> è in riferimento al tempo, allo spazio, alle altre persone e/o gruppi La variazione di questi parametri consente la modulazione Il compito motorio richiesto allo studente e sollecita percezioni e aggiustamenti diversi ed evita così di essere inteso come un mero movimento fino a se stesso e permette una progressione didattica (o regressione). L’apprendimento motorio non può essere pensato come io stimolo e attendo una risposta. Non si può dunque considerare il movimento come successione di contrazioni muscolari ma come risultato di attivazione di programmi motori indotti da stimoli ambientali percepiti, interpretati. Per spiegare le attività che sottostanno alla produzione dell'attivazione motoria, sono state definite due teorie del comportamento motorio:  TEORIE DIRETTE, STRUTTURALI E NEUROPSICOLOGICHE (capostipite: Jeannerod) Leggi e meccanismi dedicati al controllo motorio con separazione tra schemi percettivi, motori e cognitivi secondo una organizzazione gerarchica e sequenziale. Si concentrano su quali sono le leggi che regolano il processo ed i rapporti durante l'apprendimento.  TEORIE INDIRETTE, ECOLOGICHE E AMBIENTALI (capostipite: Edelman) Ignorano le strutture, i meccanismi sono sviluppati partendo da schemi generali che si evolvono e si adattano alle diverse condizioni dell'ambiente. I gruppi neuronali del SNC non sono regolati da specifiche leggi, ma si specializzano sulle richieste poste dall'ambiente. In questo contesto il docente dovrebbe essere in sottofondo, attraverso la predisposizione del contesto didattico ottimale per il discente. Le prime si concentrano sui meccanismi neuro cognitivi, le seconde fanno riferimento ai meccanismi ambientali, agli stimoli e alle richieste dell’ambiente stesso. L’insegnante modula l’ambiente per far svolgere l’attività al bambino. Sarà dunque importante un’integrazione delle due teorie: Dunque gli aspetti da prendere in considerazione per elaborazione della lezione: APPRENDIMENTO MOTORIO: È un processo di acquisizione, perfezionamento, stabilizzazione per l'utilizzo di nuove abilità motorie allo scopo di adattarsi all'ambiente. Non è la prestazione occasionale sporadica. La valutazione dell'apprendimento motorio di un bambino deve avvenire in base a una prestazione motoria osservabile. Nel processo di apprendimento devono essere considerati: - i limiti individuali di chi apprende - i fattori riconducibili all'ambiente - gli elementi propri del compito motorio da apprendere - le caratteristiche del docente Come funziona l’apprendimento motorio: Acquisizione delle informazioni, raccolte dai recettori e inviate al SNC, poi elaborate con quelle già presenti in memoria, utili per poi selezionare il programma motorio necessario per eseguire il compito motorio assegnato. Generalmente il programma motorio scelto a cui si attinge è nella memoria a lungo termine, se è nuovo va creata una rappresentazione mentale con la spiegazione e dimostrazione che gli dia una sequenza nella testa da seguire quindi viene creata una rappresentazione mentale di una serie di azioni che caratterizzano il compito che dovrà essere eseguito, in termini di: sequenza di contrazioni muscolari, quantità di forza e struttura temporale. per stabilire la corretta esecuzione della prestazione motoria il SNC riceve una informazione di ritorno, feedback, apportando nozioni utili al miglioramento dell'azione. Quindi il processo di apprendimento prevede un'evoluzione prestativa in tappe successive: la prima fase è rappresentata dalla comprensione verbale cognitiva del compito, evolve in una comprensione motoria approfondita ed una buona esecuzione per terminare nella fase degli automatismi. Stati di apprendimento motorio: ( fasi variabili tra bb a bb) 1. fase: comprensione verbale cognitiva (comprendere il compito che viene richiesto)  coordinazione grezza 2. fase: comprensione motoria  coordinazione fine 3. fase: degli automatismi  disponibilità variabile STADIO DELLA COORDINAZIONE GREZZA È la fase della comprensione verbale e cognitiva quindi il bambino deve comprendere e nuovo compito motorio da eseguire, sarà quindi importante semplificare il più possibile le informazioni nella spiegazione magari apportando similitudini con azioni già note e orientando l'azione ad un obiettivo chiaro. il bambino svolgerà l'azione con l'attenzione focalizzata a quello che sta facendo, aiutandosi a ricordare ogni passaggio tramite verbalizzazioni sub vocali durante l'esecuzione passo passo (comandi verbali ripetuti a bassa voce). L'analizzatore maggiormente attivo e quello visivo, con uno scazzo apporto di quello cinestesico. Questo comporta un notevole dispendio di energie e L’attenzione del bambino è concentrata sull’esecuzione del gesto. Non recepisce ulteriori stimoli dall’ambiente poiché è concentrato sull’esecuzione del compito. Le prestazioni sono: - scadenti - con molti errori - le percezioni motorie sono confuse - lo stato di tensione muscolare alto - sono ridotti gradi di libertà delle articolazioni nei movimenti tuttavia, la permanenza in questo stadio è quella di minore durata e i miglioramenti sono quelli più facilmente osservabili. STADIO DELLA COORDINAZIONE FINE Il compito è compreso più a fondo, la prestazione motoria è migliorata e l'utilizzo del feedback avviene con successo. Viene abbandonata in larga parte la verbalizzazione. La qualità dell'azione migliora, aumentano i gradi di libertà articolare con migliore fluidità anche grazie ad un'evoluzione dell’analizzatre cinestesico. Questo apporterà miglioramenti sia alla rappresentazione mentale del compito motorio sia alla capacità di percepire dall'ambiente ulteriori stimoli tramite la vista o l'udito che in precedenza non era possibile a causa dell'utilizzo dell'attenzione sulla esecuzione. Inizia a presentarsi la capacità di anticipazione: grazie all’esperienza consente di prevedere cosa potrebbe accadere in modo tale da correggere in anticipo alcuni aspetti del compito motorio. Siamo in una fase di esecuzione corretta ma ci possono essere errori (minori della prima fase) dettati da una variazione delle condizioni ambientali. I cambiamenti avvengono più lentamente rispetto al precedente stadio, a volte sono necessari mesi. È utile chiedere ai bambini il loro parere, come si sono sentiti ecc.. per favorire la comprensione del movimento e lo sviluppo di un feedback interno. STADIO DELLA DISPONIBILITÀ VARIABILE Questo stadio viene raggiunto dopo una notevole quantità di pratica e nella scuola primaria potrà avvenire solamente per determinate semplici abilità motorie. È lo stadio che caratterizza la pratica sportiva. Questo stadio non si esaurisce mai virgola in quanto il perfezionamento dei gesti motori avviene costantemente durante la vita in base all'esperienze, alle conoscenze che possono verificarsi nel tempo. L'azione risulta fluida, controllata ed eseguita correttamente anche in ambienti difficiliin caso di improvvise variazioni. Le sensazioni sono precise ed il canale cinestesico è ben attivo e fornisce informazioni utili ad effettuare un confronto con la prestazione mentale del movimento in maniera continuativa. Il gesto svolto in maniera automatica svincola la mente per tenere l'attenzione sull'ambiente. la spiegazione del compito dovrà essere sintetica e potranno essere utilizzate parole chiavi. dovranno essere proposte più variabili esecutive possibili per apportare difficoltà esecutive che consentano una progressione. Abbiamo un canale cinestesico attivo e prevalente rispetto a quello visivo. Si può riassumere con la frase: “riesco ad eseguirlo anche ad occhi chiusi”. In A) è previsto un graduale passaggio verso gli automatismi, e consentono una riduzione dell'impegno mentale attraverso la ripetizione in B) è descritta la prosecuzione, per mantenere alto il carico cognitivo, la prestazione peggiora, ti può: 1. Introdurre nuove richieste coordinative per lo stesso compito 2. eseguire lo stesso compito in contesti ambientali variabili L’impegno mentale diminuisce, può portare ad avere una buona autostima (si fa un gioco che il bambino conosce) che potrebbe rallentare la quantità di abilità motorie che potrebbe raggiungere. È opportuno introdurre nuove richieste per variare il compito. Nasce la variabilità della pratica Ricapitolando: msk=muscolo scheletrico Con l'apprendimento questo programma verrà perfezionato in base al confronto tra l'eseguito e la rappresentazione mentale anche considerando il risultato ottenuto. Più aumenta il livello esecutivo maggiore diventerà la generalizzabilità del programma al fine di renderlo più adattabile possibile ai diversi contesti ambientali che potrebbero presentarsi in futuro. e condizioni ambientali variate i risultati conseguiti il confronto con il riferimento individuale flessibilità motoria intesa come la capacità di generalizzare. tale strategia viene in anticipo rispetto all'esecuzione e consente di raffigurare il compito come dovrà essere fatto ed eventualmente le difficoltà che potrebbero riscontrarsi. più tali rappresentazioni sono simili alla realtà, maggiormente saranno efficaci nell'apprendimento. esistono due tipologie: - interne caratterizzate dalla percezione come se fosse il soggetto in prima persona ad eseguire il compito - esterne è come te vedersi effettuare il compito dall'esterno inizialmente si sviluppano più facilmente quelle esterne anche dovute alla presentazione del compito effettuata dal docente, ma in seguito grazie allo sviluppo delle percezioni cinestetiche si svilupperà la prestazione interna che avrà un'efficacia nell'apprendimento maggiore Fare rappresentare graficamente ai bambini dopo un’esecuzione potrebbe consentire al docente di capire la sua rappresentazione mentale e apportare correzioni e rinforzi a quello svolto, è una sorta di autovalutazione. l’autovalutazione L'autovalutazione dovrà essere sviluppata nel processo di apprendimento, ma consente poi di gestire in maniera sempre più autonoma il training. per una corretta autovalutazione è necessario il confronto con dati il più oggettivi possibile per evitare la distorsione di valutazione dovuta al fatto che l'osservatore e allo stesso tempo anche l'osservato. come detto tale metastrategia può essere stimolata precocemente nel processo didattico. Questi meta strategie possono essere utilizzate prima della prestazione motoria sia un'abilità chiuse che aperte. Abilità chiuse: 1. a bruciarsi alla prestazione con un atteggiamento ottimale sotto il profilo emozionale e motivazionale 2. immaginare l'esecuzione completa con esito positivo 3. porre l'attenzione agli aspetti cruciali del compito 4. eseguire in modalità automatica senza pensare al risultato 5. valutare la prestazione Un ciclo che si autoalimenta. Abilità aperte: 1. aumentare la ricerca visiva, l'attenzione all'ambiente 2. capacità di anticipazione, coordinativa (in base alla probabilità dei compagni o avversari) 3. Presa di decisone su cosa dobbiamo fare (ambiente e cosa può succedere) 4. Eseguire la risposta (metto in atto quello che ho deciso di fare) La capacità di anticipazione consente di eseguire il compito motorio che è stato scelto con anticipo rispetto all’avversario in termini di cosa effettuare ma anche dove e quando. LA PRATICA La pratica il cuore dell'esecuzione della didattica. Le due ore settimanali non possono essere considerate come esecutive per un organismo “affamato” di movimento come quello dei bb dai 3 agli 11 anni, ma anche per la vastità dei contenuti che dovranno affrontare. Come ottimizzare i tempi a disposizione: - riduzione dei tempi di spiegazione - creazione del lavoro di gruppo o sottogruppi al fine di aumentare il tempo di esecuzione della pratica dell'attività - nei momenti di inattività impegnare i bambini nell'osservazione dei compagni e nell'autovalutazione - proporre attività individualizzate per riuscire sia a promuovere il lavoro autonomo ma anche una progressione didattica in base ai tempi di ciascun bb - cercare di mantenere alta l'attenzione Si definiscono due tipologie di pratica: pratica AMMASSATA e pratica DISTRIBUITA -In quella ammassata le pause saranno poche e brevi e saranno inserite dove sono già previste per la tipologia di abilità esempio lanci, salti (abilità discrete) -Nella pratica distribuita invece, sono previste pause frequenti o più lunghe e sarà consigliata nelle abilità continue (hanno una richiesta energetica maggiore) e hanno bisogno di maggior riposo e recupero tra una proposta e l’altra. Come vengono analizzate e proposte le singole attività: esecuzione del gesto motorio - Maniera completa dall’inizio alla fine, PRATICA GLOBALE - Maniera segmentata e riuniti al termine, PRATICA PER PARTI La decisione di utilizzare la pratica per parti o globale dipende: dalla tipologia del compito motorio, sì è un compito di visibile oppure no dalla difficoltà del compito da eseguire dallo stadio di apprendimento motorio relativamente al compito da eseguire quando possibile è preferibile una pratica globale per comprendere ed eseguire il compito nell'interezza, mantenendo intatta sia la sequenza esecutiva che l'obiettivo finale: -rimettere insieme le varie parti e dispendioso e la somma delle parti può non essere uguale al gesto per intero -mantenere l'obiettivo finale consente di mantenere elevati anche i livelli di motivazione Nei primi stadi dell’apprendimento saranno consigliate abilità semplici da effettuare in modalità globale per orientare il compito verso un obiettivo mantenendo elevata la motivazione. Quando invece saremo di fronte a un'esecuzione negli stadi autonomi dell'esecuzione potrà essere somministrata la pratica per parti, andando a migliorare in maniera analitica i dettagli e/o gli errori del movimento per poi ricostruire in maniera globale il compito. Per mantenere globale un’attività che potrebbe essere troppo difficile all’inizio dell’apprendimento è la semplificazione: implica la riduzione della difficoltà per mantenere integro il compito (per esempio, uso palle più grandi, strumenti più maneggevoli, dimensioni del campo ridotte). VARIABILITÀ DELLA PRATICA si intende l'alternanza/variabilità di esperienze che apportano un maggiore bagaglio motorio al bb La proposta sulla variabilità dovrà essere contestualizzata all'età:  dai 3 ai 6 anni dovranno essere sviluppati gli schemi motori di base  dai 7 agli 11 dovranno essere promosse le capacità coordinative aumentando così il bagaglio motorio. anche adattare il bagaglio motorio esistente alle situazioni contingenti. Come organizzare questa variabilità per promuovere l’apprendimento a lungo termine di numerose abilità in diversi contesti? Si può variare la pratica di diverse abilità al fine di un apprendimento ad ampio spettro che consenta una trasversalità d’azione. In questo contesto si distingue la pratica per BLOCCHI, PER BLOCCHI SERIALE o RANDOMIZZATA - Per blocchi  prevede di esercitare una abilità prima di passare a un’altra ( nella stessa lezione: svolgere 3 lezioni su 3 abilità ) - Per blocchi seriale all’interno della stessa lezione siano presenti tutte e tre le abilità scelte (3 abilità all’interno della stessa lezione es 20min, 20 min, 20 minuti per tre lezioni)  se le proponiamo all'interno della stessa lezione la durata di ciascuna abilità avrà un'azione più o meno incisiva su quell'abilità nell'immediato. - Randomizzata mi sposto da un’attività all’altra in maniera casuale, questo può causare confusione nel bambino e un minor sviluppo nell’apprendimento proprio dovuto alla difficoltà di cambiare da un’attività all’altra (dando meno tempo di esercizio). La ripetizione di un compito apporta miglioramenti e promuove l’incremento successivo della difficoltà questa strategia ha una maggiore efficacia solo sul breve termine Procedendo invece con insegnamenti brevi e randomizzati si viene a creare l'effetto conosciuto come "INTERFERENZA CONTESTUALE". Questi continui cambi di attività sviluppano funzioni cognitive di una continua rielaborazione delle informazioni afferenti che promuovono apprendimenti a lungo termine con maggiore efficacia del transfer di apprendimento. Per spiegare l'efficacia dell'interferenza sono state elaborate due ipotesi: 1. ricostruzione dei piani di azione, il bambino passa continuamente da un attività ad un altra esercitando una elevata attività cognitiva inibitoria sulla precedente e di organizzazione sul compito successivo: saranno necessari alti livelli di ATTENZIONE ESECUTIVA. Questi continui cambi di compito e ricostruzioni, seppur dispendiosi approfondiscono la conoscenza del problema a differenza della pratica per blocchi dove il problema è posto solamente all'inizio; 2. della elaborazione, svolgere a breve termine due azioni porta ad un confronto tra le memorie di lavoro delle due attività trovando differenze e similitudini. Nella ripetizioni per blocchi questo confronto non avviene in quanto esercitate separatamente. Gli elementi che contraddistinguono l’interferenza e che apportano un carattere di sfida che promuove la motivazione sono: - memoria - analisi delle somiglianze e/o differenze - il recupero e l’inibizione delle informazioni Ci sono due tipologie di interferenza:  tra abilità simili (pallegio alto, basso e lungo)  tra abiltà diverse (palleggio, gagher, schiacciata) Tuttavia la pratica randomizzata in un primo stadio dell'apprendimento potrebbe generare confusione e rallentare i primi apprendimenti grezzi, successivamente però è possibile mantenere alta la motivazione dei bb con tale proposta. Ci sono due tipologie di interferenza: tra abilità simili (palleggio alto, basso e lungo) tra abilità diverse (palleggio, b agher, schiacciata) Per inserire nuove abilità si uniscono più abilità conosciute tra loro in maniera casuale, anche attraverso passaggi da un’attività all’altra improvvise  saranno attivati i processi di interferenza che consentono di attivare una flessibilità cognitiva utile nelle proposte più induttive di stampo ecologico Imparare facendo (learning by doing) Ehi con il presupposto di un apprendimento esperienziale (learning experience). il bambino riesce a “convertire” quanto ha preso il nuove azioni. Un'ulteriore evoluzione a questa proposta di cambio di attività è quella di richiedere la soluzione di un problema ambientale improvviso scegliendo sai programmi motori posseduti o generarne di nuovi da stabilizzare: Bernstein Ehi definì questa capacità di risolvere i problemi improvvisidestrezza. L'azione DESTRA e caratterizzata da due livelli: - livello base e supporta la nuova abilità, dovrà essere stabile e preciso - livello di attività specifica destra, flessibile, ingegnoso è eseguita rapidamente dovrà essere fornita la possibilità di esplorare nuove soluzioni pertinenti a situazione contingenti, cercando di ampliare così la quantità di abilità motorie specifiche. era dunque opportuno nella scuola primaria promuovere un'educazione euristica, induttiva di stampo ecologico che promuova flessibilità cognitiva con variabilità delle proposte per ampliare la base di programmi motoria disposizione del bambino in un'ottica di ripetere delle proposte didattiche senza la certezza di ripetere la soluzione motoria: RIPETERE SENZA RIPETERE STILI DI INSEGNAMENTO Ovvero le modalità con cui il docente decide di svolgere le lezioni. Il criterio che guida la scelta è quello della gestione della responsabilità didattica: massima direttività del docente e nessuna direttività (gestita dal discente) Non esiste uno stile migliore di un altro ma dipende dagli obiettivi che vi siete prefissati, dagli alunni che sono presenti, al contesto ambientale in cui ci si trova. (Lo stile che ci viene più in mente è quello direttivo es. militari) Il docente deve scegliere lo stile allontanandosi da idee preconcette e basarsi su: - esperienze che ha vissuto - competenze - proprie caratteristiche - conoscenze - predisposizione In quest'ottica, l'insegnante non deve essere il freno dell'apprendimento ma il MOTORE, quindi è corretto possedere delle proprie caratteristiche, ma non dovrà possedere un unico stile, ma avere un ventaglio da cui scegliere quello più pertinente: una sorta di FLESSIBILITÀ DELIBERATA dell'insegnante. Soprattutto per sviluppare un bagaglio ampio di abilità motorie, promuovere degli stili di tipo MENO direttivi nella scuola primaria consente ai bambini di non sentirsi frustrati nel caso di non riuscita del compito e di valorizzare la CREATIVITÀ tramite soluzioni diverse come pertinenti. Non solo nell'ottica motoria, utilizzare più stili consente un maggior FREATIVITA MOTORIA sviluppo cognitivo- emotivo. il docente che deve decidere e garantire prima, durante e dopo la lezione la sua riuscita in termini di apprendimento. Utilizzare uno stile RIPRODUTTIVO consente di sviluppare programmi motori per determinate attività ed il loro recupero quando devono essere nuovamente eseguiti. Gli stili PRODUTTIVI consentono la valutazione dello spazio/tempo a disposizione, degli strumenta disposizione, quale programma scegliere, come eseguire, come andata ed eventualmente coprite nuove soluzioni. COMANDO: tutte le decisioni sono a carico dell'insegnante, anche il ritmo esecutivo. PRATICA: dopo avere dato tutte le indicazioni, l'insegnante da il tempo di esercitarsi in autonomia al bambino. L'insegnante controlla, è presente a richiesta e fornisce feedback. Questo stile può essere fatto anche in forma a STAZIONI dove il cambio tra un compito ed un altro può essere deciso dall'insegnante o dall'allievo. AUTOVALUTAZIONE: è lo stile della pratica dove viene richiesto al bambino di svolgere anche la valutazione su se stesso seguendo le indicazioni del docente. RECIPROCO: viene svolta l'attività a coppie. Si promuove la capacità di valutazione dell'altro. I bambini tendono a fornire feedback più specifici nel caso in cui la coppia sia formata con un amico ed allo stesso tempo accettano maggiormente un feedback fornito da un amico. Inoltre non è stato dimostrato che chi si esercita con bambini abili ottenga risultati migliori: si consiglia di far scegliere in autonomia le coppie mantenendo un certo grado di rotazione per aumentare la socialità. il discorso si amplia nel caso di gestione degruppi di bambini soprattutto se viene promossa sempre una maggiore impostazione di produzione, in ottica di promozione della socialità ma anche di numerose interazioni utili a valutare soluzioni poste da altri e capire se intervenire o meno. Tali attività di gruppo possono anche diventare squadre se inseriamo la competizione. PER LIVELLI - INDIVIDUALIZZAZIONE: è possibile organizzare una attività con diversi livelli di difficoltà in modo da fare esercitare il bambino in base alle proprie capacità. Un aspetto di passaggio verso zone di produttività è quella di lasciare al bambino la libertà di scegliere sia il livello su cui esercitarsi sia il momento in cui passare al livello successivo.
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