Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Neuroscienze: Pionieri e Scoperte Fondamentali in Psychology e Neuropsicologia, Appunti di Neuroscienze

Questo documento ripercorre la storia dei principali pionieri della neuroscienza, dalla teoria del cervello tripartito di Maclean alle scoperte di Rita Levi Montalcini sul fattore di crescita neuronale NGF, passando per le teorie di Pavlov sui riflessi condizionati, Watson sulla chiave dell'apprendimento, Miller sulla psicologia cognitivista e molte altre. una panoramica interdisciplinare che comprende biologia, biochimica, anatomia, fisiologia, psichiatria, psicologia, filosofia e altri campi correlati.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 03/11/2022

vito-biscotti-2
vito-biscotti-2 🇮🇹

4.2

(5)

3 documenti

1 / 51

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Neuroscienze: Pionieri e Scoperte Fondamentali in Psychology e Neuropsicologia e più Appunti in PDF di Neuroscienze solo su Docsity! NEUROSCIENZE PERSONOLOGIA ANATOMICA: cercare di capire le caratteristiche della personalità in base alla forma del cranio.  Lombroso: è il fondatore della frenologia forense, basata sulla misurazione della forma e dimensione del cranio di molti criminali, concludendone che i tratti atavici presenti riportavano indietro all’uomo primitivo. Analizzando il cervello riusciamo a capire come funziona.  John Jackson: ipotesi della mappa cerebrale del corpo sulla base degli attacchi epilettici. Analizzando questi attacchi è riuscito a ricostruire una mappa cerebrale che usiamo tutt’oggi.  Broca e Wernicke: attraverso l’analisi di soggetti con comportamenti patologici hanno identificato le diverse aree del linguaggio.  Fritsh e Hizig: attraverso l’applicazione della stimolazione elettrica riuscirono a identificare diverse aree specifiche del cervello.  Goltz: la rimozione di parte della corteccia può non provocare disfunzioni per l’azione compensatoria delle restanti aree. Anche se si asporta tutto un emisfero il soggetto può vivere lo stesso perché la parte di emisfero rimasta riesce a compensare ciò che è stato tolto. Qualsiasi manifestazione psichica o comportamento è il prodotto di molte aree, localizzate in varie parti del cervello. Ogni capacità complessa non è quindi il prodotto di una singola parte del cervello.  Thorndike: una risposta seguita …  Pavlov: scopre i riflessi condizionati  Watson: dice che l’apprendimento è la chiave di tutto (psicologia comportamentista)  Miller: psicologia cognitivista: la mente non è un recettore passivo delle informazioni, ma un elaboratore attivo: a seguito di uno stimolo c’è un’elaborazione cognitiva  Rita Levi Montalcini: scopre il fattore di crescita neuronale NGF: il sistema nervoso è in continuo sviluppo  Moruzzi: scopre la sostanza reticolare e i meccanismi del sonno  Maclean: teoria del cervello tripartito: ipotizza l’esistenza di 3 cervelli: uno antico che è alla base, al di sopra si sviluppa un cervello emozionale e sopra ancora un cervello corticale (razionale) dall’interazione di questi 3 si sviluppa il comportamento  Kandel: studi sui meccanismi biologici della memoria  Ekman: studia il sistema di decodifica delle espressioni facciali  Gazzaniga: la nascita delle neuroscienze cognitive: si occupano dello studio dei meccanismi biologici che sottostanno alla cognizione, all’utilizzo e all’immagazzinamento delle informazioni ponendo attenzione ai substrati neurali dei processi mentali e alle loro manifestazioni comportamentali  Rizzolatti: neuroni a specchio: sono quelli che si attivano quando l’individuo osserva il comportamento di un’altra persona: la base dell’empatia  Damasio: ruolo delle emozioni nei processi decisionali  LeDoux: ruolo centrale dell’amigdala NEUROSCIENZE Campo di studio interdisciplinare che comprende biologia, biochimica, anatomia, fisiologia, psichiatria, psicologia, filosofia e altri campi ad essi correlati  Monismo: mente e corpo (cervello biologico) sono costituiti dallo stesso elemento 1. Monismo idealista: tutto è mente immateriale 2. Monismo materialista: il corpo, la mente e qualsiasi altra cosa hanno una natura fisica  Dualismo: ritiene che mente e cervello siano 2 cose distinte  Riduzionismo: processo tramite il quale una teoria è ridotta ad un’altra più basilare. Il riduzionismo causale considera i processi mentali come prodotti di eventi neurobiologici. Questo implica una sola direzione: dal basso all’alto.  Epifenomenalismo: i fenomeni psichici sono secondari rispetto a quelli biologici: la mente è l’insieme delle cose che fa il cervello. Cosa caratterizza l’essere umano dagli altri esseri viventi?  Organizzazione logico-razionale del pensiero: formulare pensieri pratici e finalizzati  Prevalenza delle funzioni volitive rispetto a quelle istintive: gli istinti sono sotto il controllo della volontà  Capacità di concettualizzazione  Combinazione promiscua delle conoscenze  Simboli mentali  Pensiero astratto La nostra corteccia cerebrale è organizzata in zone a cui attribuisce delle caratteristiche: tra queste aree si creano delle connessioni. Non è tanto la grandezza delle aree o la concentrazione di neuroni, ma sono i collegamenti tra le aree cerebrali e tra i neuroni l’elemento fondamentale. Ognuno di noi ha una mappa di reti diversi. Il corpo calloso connette i 2 emisferi. L'uomo ha una conformazione cerebrale diversa da quella degli altri animali: le circonvoluzioni cerebrali dell’uomo sono determinate dalle fibre di collegamento tra le aree cerebrali: più queste fibre devono collaborare tra loro più tendono a tirare le 2 aree di collegamento e quindi si formano queste circonvoluzioni nel cervello. COME INDAGARE LA PSICHE: come conoscere la nostra mente:  Tecniche di neuroimaging: ci danno un’immagine statica o dinamica delle aree del nostro cervello che si attivano (Elettroencefalogramma, risonanza magnetica, …)  Osservazione: mimica facciale, pronuncia labiale, tono e volume vocale, contatto visivo, movimenti etc  Ascolto: test, linguaggio  Introspezione: unico canale diretto che abbiamo per osservare in modo immediato una mente e la nostra mente, ma come fa una mente a studiare sé stessa? Il presupposto fondamentale del concetto di inconscio sta nel riconoscimento che ogni individuo vive esperienze che sfuggono alla sua volontà e comprensione. Ciò rende plausibile l’esistenza di forze che risiedono all’interno della personalità e che costituiscono l’inconscio. La coscienza rappresenta solo una parte della psiche dell’individuo accessibile attraverso l’introspezione volontaria. Ci sono 2 tipi di inconscio: 1. Psicodinamico: sede delle dinamiche psichiche 2. Strutturale: base neurologica del funzionamento psichico, che quindi è come è strutturata la nostra mente da un punto di vista biologico: reti di connessione tra i neuroni che consentono che la nostra mente abbia questo determinato funzionamento.  Superconscio: detto anche coscienza trascendentale: può essere concepita come una coscienza della coscienza, quindi consapevolezza delle modificazioni psichiche di stato, pur senza farne parte. Esso non può mai divenire oggetto di sé stesso, non può osservarsi o descriversi in modo riflessivo. È difficilmente descrivibile in quanto la sua esistenza è unicamente una esperienza. Non ha quindi bisogno di parole ed è fuori dalla nostra abituale dimensione del tempo: atemporale e alinguistica. Osserva i vari livelli di coscienza. STATI DELLA COSCIENZA PATOLOGICI: 1. Depersonalizzazione: angosciante vissuto che gli eventi psichici non appartengono più all’Io, ma gli siano estranei e indotti dall’esterno. Esperienza di estraniamento, con perdita del carattere, dei propri atti e stati psichici. Diversi tipi:  Autopsichica: estraneità per la propria vita psichica, non appartenenza all’Io.  Somatopsichica: estraneità del proprio corpo o di parti di esso  Allopsichica o derealizzazione: estraneità dell’ambiente esterno, irreale e non più familiare. ELEMENTI DI NEUROFISIOLOGIA DELLA COSCIENZA Neurotrasmettitori implicati nelle variazioni degli stati della coscienza: aumentano il livello di coscienza o lo diminuiscono: 1. Dopamina: vie neuronali del sistema nigro-striatale. È un attivatore: aumenta l’attenzione. 2. Adrenalina o noradrenalina: locus coeruleus e neuroni del mesencefalo. Anche l’adrenalina è un attivatore. 3. Acetilcolina: sistema colinergico. È un attivatore. 4. Serotonina: vie serotoninergiche. Ha un’azione di inibizione su vari sistemi: inibizione della veglia, dei comportamenti, delle pulsioni alimentari, sessuali. 5. Istamina: vie istaminergiche 6. Oressina: neurotrasmettitore prodotto nell’ipotalamo che stimola la veglia. 7. GABA: ha un’azione inibitoria: inibisce le regioni cerebrali che tengono svegli: aumentando l’entrata di ioni cloro nella cellula, la membrana si iperpolarizza, quindi rende la membrana meno reattiva. 8. Melatonina: si dice che sia un induttore del sonno, in realtà regola il sonno in collegamento con la luce esterna, è prodotta dall’Epifisi. LIVELLO NEUROFISIOLOGICO I vari stati di coscienza sono regolati da un comune meccanismo neurofisiologico che ha base anatomica nella sostanza reticolare (sistema attivatore reticolare ascendente: ARAS). Questa è una formazione neuronale diffusa al ponte, al mesencefalo, fino al talamo. Il sistema a proiezione diffusa talamo-corticale (DTPS) è collegato al funzionamento con il sistema reticolare ascendente. Sostanza reticolare: complesso di cellule nervose disposte in modo da costituire tramite i loro prolungamenti una rete nel romboencefalo e nel mesencefalo, con proiezioni ascendenti e discendenti, rispettivamente deputate ad influenzare l’attività della corteccia cerebrale e del diencefalo l’uno, e a sovraintendere al tono posturale e ai movimenti muscolari l’altro. Funzioni fondamentali: 1. Regolazione del livello di vigilanza 2. Attivazione corticale 3. Regolazione del tono muscolare 4. Regolazione di funzioni vegetative 5. Regolazione di afferenze sensitive  Concetto di Nucleo Dinamico (Edelman): sistema di azione e reazione che coinvolge diverse strutture. Per spiegare la coscienza è indispensabile una comprensione globale e complessiva del cervello, che vada al di là del funzionamento dell’una o dell’altra regione cerebrale. Una delle strutture neuroanatomiche più importanti per capire le origini della coscienza è il talamo, situato al centro del cervello. La rete Talamo-corticale forma il nucleo dinamico: un sistema rientrante che comunica con sé stesso. Il nucleo dinamico è il responsabile dell’integrazione e dell’unità della coscienza.  Teoria della coscienza secondo Damasio: il centro della teoria della coscienza secondo lui è il core Self, il nucleo centrale della coscienza di sé. Esso è descritto come un livello di consapevolezza generato da strutture neurali presenti nella maggior parte degli animali. La Core Consiousness consente di essere consapevoli e reagire all’ambiente e si realizza quando il cervello genera una rappresentazione globale di sé, del proprio organismo e degli stimoli ambientali. Più andiamo verso lo stato di veglia più aumenta la coscienza e viceversa. 1. Coma: stato di incoscienza, totale o parziale, in cui il paziente mostra occhi sempre chiuso e non reagisce agli stimoli. Il soggetto è nutrito e idratato artificialmente e può non aver bisogno di ventilazione artificiale o di altri supporti. Il coma può essere reversibile, con il risveglio, oppure condurre ad uno stato vegetativo, oppure alla morte. 2. Locked-in Syndrome: condizione di coma apparente dovuta a lesioni del ponte che interrompono le vie motorie discendenti ma risparmiano la sostanza reticolare per cui la coscienza è indenne. Il soggetto è quindi cosciente e sveglio, ma non si può muovere o comunicare verbalmente. 3. Stato vegetativo: stato di incoscienza in cui il soggetto ha un normale ciclo sonno-veglia, apre gli occhi, deglutisce, respira autonomamente. Le possibilità di ripresa dello stato vegetativo sono rare ma presenti. 4. Morte cerebrale: il soggetto non dà segni di consapevolezza, non reagisce agli stimoli, è completamente immobile e presenta solo il movimento respiratorio del torace, poiché sostenuto dalla ventilazione artificiale. È quindi del tutto equiparabile ad un cadavere. Non ci sono possibilità di ripresa. SONNO Ha dei cicli, noi non possiamo fare a meno di dormire, è un’esigenza indispensabile. Sembra che il sonno sia una funzione passiva, ma in realtà non è così: sono 4 i meccanismi che determinano il sonno e alcuni sono attivi, quindi il sonno è una funzione attiva. Il sonno non avviene se non ci si lascia andare, non è un meccanismo volontario. DEFINIZIONE: Il sonno è uno stato della coscienza caratterizzato da una chiusura dell’attenzione verso il mondo esterni ed un rivolgimento alla vita psichica profonda. Esso si associa a modificazioni fisiologiche a carico dei vari apparati dell’organismo. FUNZIONI DEL SONNO: 1. Recupero energie: in una prima fase non c’è così tanto riposo e il corpo non è completamente immobilizzato 2. Conservazione energie: compromesso tra quantità di energia accumulabile e quella spendibile nelle 24 ore 3. Evitamento del rischio di predazione 4. Facilitazione dei processi di memorizzazione: questo avviene nella fase REM, nel sonno è come se ci fosse una selezione del materiale registrato e una fissazione dei ricordi 5. Riorganizzazione del materiale psichico diurno: durante la giornata sperimentiamo un sacco di situazioni che devono essere riorganizzate nella mente, questo avviene tramite il sonno 6. Compensazione di elementi pulsionali inconsci: durante il giorno normalmente conteniamo e reprimiamo il materiale inconscio, nella notte invece si allenta il controllo cognitivo e quindi 3. Sistema generatore del sonno REM: all’inizio del sonno molti gruppi neuronali che costituiscono il RAS vengono inibiti attivamente da gruppi nervosi antagonisti del sistema ipotalamico del sonno (HSS) 4. Orologio circadiano del nucleo soprachiasmatico (SCN): l’orologio circadiano soprachiasmatico coordina e sincronizza molti aspetti comportamentali, tra cui il ciclo sogno-veglia. Il SCN attiva il RAS e inibisce il HSS durante la fase di luce, mentre inibisce il RAS e attiva HSS durante la notte IL SOGNO L'attività onirica è intensa in fase REM, è caratterizzata da una forte componente emotiva (con attivazione dell’amigdala e aree connesse) e da una riduzione del pensiero razionale e del controllo esecutivo (disattivazione della corteccia prefrontale dorsolaterale).  Freud: il sogno è un tentativo di appagamento di un desiderio istintuale, il cui accesso alla coscienza è impedito dalla censura (forza che si oppone ai contenuti inaccettabili da parte del soggetto)  Jung: il sogno è un’autorappresentazione spontanea della situazione dell’inconscio espressa in forma simbolica Nel sogno emergono desideri, istinti, frustrazioni, traumi, etc; questi vengono trasformati simbolicamente e spinti verso il conscio (anche se alterati, non in modo puro).  Contenuto manifesto: appare alla coscienza e viene ricordato al risveglio, è una trascrizione in forma simbolica dei contenuti inconsci rimossi  Contenuto latente: ciò che è presente a livello inconscio e che può essere scoperto tramite determinati processi interpretativi Lavoro onirico: 1. Condensazione 2. Spostamento 3. Trascrizione simbolica 4. Drammatizzazione 5. Elaborazione secondaria PSICOSOMATICA: tratta dei rapporti tra psiche e soma: le ripercussioni di quello che avviene nella nostra mente sul corpo. SOMATOPSICHICA: come gli aspetti fisici condizionano la mente. Ci sono altre aree: 1. Area dello stress 2. Area della psiconeuroendocrinologia: rapporti tra mente e ormoni 3. Psiconeuroimmunologia: rapporti tra mente e sistema immunitario 4. Psicocronobiologia 5. Psicosessuologia MALATTIE PSICOSOMATICHE: 1. Asma bronchiale 2. Cardiopatia ischemica 3. Ipertensione arteriosa 4. Cefalea 5. Sindromi dolorose 6. Ulcera peptica 7. Morbo di Crohn (il corpo produce anticorpi contro sé stesso) e colite ulcerosa 8. Colon irritabile 9. Dermatosi Modello bio-psico-sociale: qualsiasi tipi di disturbo può avere origine da tre fattori:  Fattori intrapsichici: pensieri, traumi, conflitti  Fattori biologici: genetici, endocrini, immunitari, infettivi, tossici  Fattori socio-relazionali: come l’ambiente contribuisce a generare una malattia (esempio: stress lavorativo), fattori sociali anche intesi come isolamento. Dalla confluenza di questi 3 fattori nasce il disturbo, questi possono avere peso diverso, e può darsi anche che non siano presenti tutti e 3. Cervello esteso: dire psicosomatica implica che ci sia una divisione tra psiche e soma e che uno influenzi l’altro. Il SN ha la sua parte centrale (all’interno della scatola cranica) e il midollo. Dal midollo si estendono i nervi che arrivano a tutto il corpo, quindi ogni regione del corpo è connessa al sistema nervoso. LO STRESS: rappresenta una risposta organizzata e complessa dell’organismo ad ogni richiesta effettuata da esso. Si esprime al livello dell’interfaccia somatica ed emotiva del soggetto, manifestandosi sul piano cognitivo, comportamentale e fisiologico. Di base esso è una reazione difensiva, adattativa e quindi utile all’organismo. Il concetto è stato coniato da Hans Selye: ha definito lo stress come tensione avvertita dalla persona come risposta agli stimoli, aspecifica ed indipendente dalle caratteristiche dello stesso. Stressogeno: stimolo provocatore dello stress. “Sindrome Generale di Adattamento”: diverse fasi: 1. Fase di allarme: l’organismo risponde agli stressor mettendo in atto meccanismi di fronteggiamento sia mentali che fisici (esempio: aumento del battito cardiaco) 2. Fase di resistenza: il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi dell’affaticamento prolungato, producendo risposte ormonali specifiche da varie ghiandole 3. Fase di esaurimento: se gli stressor continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto e possono prodursi effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica  EUSTRESS: stress positivo, adeguato livello di stress che risulta benefico e stimolante, favorito dal senso della sfida, aiuta ad aumentare la prestazione  DISTRESS: stress negativo, stress eccessivo, prolungato e mal gestito che arriva ad essere nocivo e distruttivo, provocando problemi somatici, emotivi, cognitivi e comportamentali SCHEMA: 1. Agli stimoli stressogeni c’è una valutazione cognitiva (il valore che diamo alla situazione) 2. Poi si passa all’attivazione emozionale (che può essere alta o bassa) 3. Reazioni aspecifiche (correlati biologici e comportamentali che valgono per tutti) 4. Reazioni specifiche (riguardano il singolo individuo) ognuno ha un organo preferenziale attraverso cui manifesta il suo stress e anche la sua modalità comportamentale (correlati biologici e comportamentali) Ipotalamo e ipofisi sono collegate tra loro da un peduncolo. IPOTALAMO:  Gli stimoli vengono registrati dalla corteccia e dal sistema limbico e produciamo neurotrasmettitori  I neurotrasmettitori agiscono sull’ipotalamo IPOFISI:  L'ipofisi produce ormoni ipofisari che stimolano le ghiandole endocrine  Le ghiandole endocrine producono altri ormoni che vanno negli organi bersaglio e quindi determinano il metabolismo del corpo. IL COLLEGAMENTO TRA IPOTALAMO E IPOFISI E’ DUPLICE: 1. Collegamento nervoso tramite fascio ipotalamo-ipofisario: i neuroni da una parte agiscono in un modo dall’altra in un altro. I neuroni immettono delle sostanze nelle vene dell’adenoipofisi, qui ci sono cellule endocrine che producono degli ormoni, nella neuroipofisi ci sono neuroni specializzati che producono già delle sostanze ormonali. Quindi le sostanze prodotte dalle cellule endocrine arrivano alla neuroipofisi che le mette in circolo. 2. Collegamento vascolare tramite il sistema portale NEUROIPOFISI ADENOIPORSI Nena efferente ADI, ossitocina, neurofisine GHeprolattina-TSH ACTH-LI-FSH Arteria ipofisari inferiore PSICOCRONOBIOLOGIA L’approccio cronobiologico pone l’accento sulla dimensione temporale, introducendo parametri di normalità e di patologia basati sulle alterazioni della ritmicità o periodicità della funzione piuttosto che sulle alterazioni della sua grandezza. Quindi studia i cicli, i ritmi dell’organismo. Ci sono diversi cicli: un sensore per dettare questi ritmi è l’occhio. Il chiasma ottico è proprio davanti all’ipotalamo proprio per questo motivo. Un'altra ghiandola importante è la ghiandola pineale che produce melatonina (ormone ciclico). 1. Ritmi circadiani: del giorno (esempio: melatonina) 2. Ritmi annuali PSICONEUROIMMUNOLOGIA Indaga la correlazione tra comportamento, fattori psicosociali, sistema nervoso, sistema immunitario e malattia. In parte è conseguenza dell’innervazione vegetativa (noradrenergica) del midollo osseo, del timo, della milza, dei follicoli linfocitari, eccetera. Inoltre, le cellule del sistema immunitario possiedono recettori per i neurotrasmettitori. Ci sono delle cellule che agiscono per difendere l’organismo (anticorpi):  Cellule B: producono anticorpi che distruggono i microrganismi estranei  Cellule T: attaccano i microrganismi estranei  Macrofagi: facilitano l’azione delle cellule B e T  Natural killer: cellule di difesa generiche, senza memoria, ci difendono dalle cellule tumorali che ogni giorno produciamo 1. Immunità innata: ci difende in ogni caso 2. Adattativa: si presenta quado sono presenti virus e batteri che inducono la produzione di anticorpi e delle cellule a T Eventi emozionali stressanti riducono le reazioni immunitarie del nostro organismo: sotto stress ci sono più possibilità di ammalarsi. Timo, Milza e midollo osseo producono le cellule dell’immunità e questo crea uno stimolo a feedback sul sistema nervoso. PSICONCOLOGIA È una scienza che studia:  Le relazioni esistenti tra aspetti psichici ed insorgenza di neoplasie  La reazione psicologica alla malattia (somato-psichica)  I vissuti e gli aspetti psicologici conseguenti alle terapie antitumorali e chirurgiche  I vissuti e gli aspetti psicologici conseguenti alle terapie antitumorali e chirurgici  Le terapie psicologiche e psicoterapeutiche attuabili nelle patologie neoplastiche Personalità di tipo C:  Tendenza a negare, rimuovere e a minimizzare i propri conflitti, le esperienze spiacevoli, gli avvenimenti dolorosi  Incapacità di esprimere apertamente i propri sentimenti  Mancanza di spirito di lotta, incapacità di reagire, incapacità di sperare  Nella sua storia è spesso rintracciabile una perdita, un lutto - una maggiore densità di neuroni in aree della corteccia temporale femminile (capacità linguistiche ed emozionali) - L'amigdala ha dimensioni maggiori negli uomini che nelle donne. FAI FSH E LH. FSH e LH sono prodotte dall’ipofisi anteriore ma sono controllate dall’ipotalamo. FISIOLOGIA DEL RAPPORTO SESSUALE: queste 5 fasi sono presenti sia nel maschio che nella femmina 1. Fase 0: del desiderio 2. Fase di eccitamento: erezione nell’uomo 3. Fase di plateau: mantenimento dell’erezione nell’uomo, se manca questa fase c’è l’eiaculazione precoce, se invece è troppo lunga c’è l’eiaculazione ritardata, può succedere che le donne raggiungano una fase di plateau che viene mantenuta senza mai arrivare al picco orgasmico 4. Fase di orgasmo: picco orgasmico che nell’uomo coincide con l’eiaculazione (emissione del liquido spermatico), la donna è multiorgasmica: può avere tanti orgasmi 5. Fase di risoluzione: nell’uomo si perde l’erezione e questo corrisponde al periodo refrattario, periodo in cui non si può ottenere una nuova erezione, nella donna manca la fase refrattaria La reazione sessuale nell’ uomo La reazione sessuale nella donna PAUL MACLEAN: teoria del cervello tripartito: ci sono 3 livelli del funzionamento cerebrale 1. Cervello rettiliano: sopravvivenza, fuga, temporalità, sessualità 2. Cervello limbico: memoria ed emozioni, primo apprendimento, istinto 3. Cervello corticale: intelligenza, creatività, solidarietà, ideali Questi 3 cervelli interagiscono tra loro e determinano i nostri comportamenti, specialmente quello sessuale. RUOLO DEL TESTOSTERONE: È un ormone indispensabile affinché il comportamento possa prodursi, aumenta in risposta all’attività sessuale. Facilita l’attività sessuale nell’uomo e nella donna. Il testosterone mascolinizza (stimola l’aggressività) determinate aree del cervello, che in sua assenza vengono femminilizzate. ORIENTAMENTI SESSUALI:  Omosessualità: attrazione sessuale verso persone dello stesso sesso 3. Memoria permanente: dura nel tempo, ci sono dei meccanismi che facilitano questa fissazione nel tempo: la forza inizialmente è scarsa, man mano con le operazioni di fissazione e consolidamento il ricordo viene fissato per sempre. Come si passa dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine? Modello della memoria di Atkinston-Shiffrin 1. Memoria sensoriale: COMPARTO INIZIALE DELLA MEMORIA IN CUI UN NUMERO ELEVATO DI DATI PUÒ ESSERE CONSERVATO PER UN PERIODO DI TEMPO MOLTO BREVE. 2. Memoria a breve termine: COMPARTO INTERMEDIO DELLA MEMORIA IN CUI UNA QUANTITÀ LIMITATA DI DATI PUÒ ESSERE MANTENUTA PER UN PERIODO DI TEMPO LIMITATO. 3. A lungo termine: COMPARTO DELLA MEMORIA IN CUI UNA QUANTITÀ APPARENTEMENTE ILLIMITATA DI DATI PUÒ ESSERE CONSERVATA PER UN PERIODO DI TEMPO Altri tipi di memoria: 1. Memoria semantica 2. Memoria episodica 3. Memoria procedurale 4. Memoria dichiarativa 5. Memoria esplicita 6. Memoria implicita MEMORIA A LUNGO TERMINE: Può essere:  Esplicita: può essere verbalizzata: semantica o episodica  Implicita: non necessariamente richiede una verbalizzazione: procedurale, apprendimento associativo, apprendimento non-associativo Stadi di elaborazione della memoria: 1. Codifica: elabora le informazioni in modo da essere adeguatamente memorizzata 2. Immagazzinamento: consente un’iniziale conservazione dell’informazione 3. Consolidamento: processo attraverso cui il cervello forma una rappresentazione fisica permanente delle informazioni acquisite 4. Organizzazione: consente il più adeguato assestamento dei fatti in connessione con informazioni preesistenti 5. Recupero: processo che consente di accedere alle informazioni depositate STRUTTURE NERVOSE IMPLICATE NEI MECCANISMI DELLA MEMORIA: 1. Ippocampo: vicino all’estremità anteriore dell’ippocampo c’è l’amigdala Funzioni:  La regione ippocampale svolge un ruolo fondamentale nel processo di consolidamento e di recupero delle informazioni (insieme all’ area prefrontale)  L’ ippocampo coordina le interazioni tra le aree corticali  Esso sembra avere la capacità di acquisire le informazioni “al volo”, mentre l’evento è ancora in atto, che poi saranno depositate nella corteccia 2. Amigdala: collabora con l’ippocampo, lo sensibilizza, e rafforza la memoria dichiarativa, riguardante eventi emotivi, aumentando il livello di attività dell’ippocampo MODIFICAZIONI NERVOSE NELL’APPRENDIMENTO: Apprendimento: è una forma di plasticità neuronale* che produce un cambiamento più o meno duraturo del rapporto sinaptico tra i neuroni, sia attraverso una modificazione strutturale che mediante modificazioni biochimiche degli stessi. *Plasticità neuronale: è la capacità delle sinapsi di rafforzarsi o indebolirsi in base alla precedente attività, o addirittura di essere eliminate o di formarsi ex novo. Una base chimica di questo è il potenziamento a lungo termine (LPT): è l’aumento di forza sinaptica indotto da stimolazioni ripetute. È considerato il correlato cellulare della memoria, consistente nella facilitazione duratura della comunicazione tra neuroni. MODIFICAZIONI SINAPTICHE: Erich R. Kandel ha dimostrato che le connessioni sinaptiche possono essere permanentemente modificate e rafforzate attraverso la regolazione dell’espressione genica. I suoi studi sono stati fatti sulla Aplysia: gasteropode di mare della classe dei molluschi con un sistema nervoso costituito da circa 20.000 neuroni.  Assuefazione: riduzione della risposta ad uno stimolo che si ripete, è come se la sinapsi si abituasse e arrivasse ad annullare la terminazione sinaptica  Sensibilizzazione: tipo di apprendimento in cui l’esperienza di uno stimolo intensifica la risposta a stimoli successivi, qui aumenta la possibilità di avere un collegamento tra un neurone ed un altro Durante l’LPT le modificazioni sinaptiche comprendono l’aumento del rilascio del neurotrasmettitore, l’aumento della sensibilità dei recettori e modificazioni strutturali della sinapsi. I neurotrasmettitori principalmente coinvolti comprendono il monossido d’ azoto (facilitatore del rilascio) e il glutammato. GLUTAMMATO: neurotrasmettitore implicato nei meccanismi di memoria, 2 tipi di recettori su cui agisce il Glutammato: 1. Recettore NMDA 2. Recettore AMPA (non-NMDA) Kandel ipotizza che la psicoterapia, intesa come forma di apprendimento, possa determinare cambiamenti morfologici e funzionali a livello cerebrale. La psicoterapia potrebbe influenzare l’espressione genica e quindi modificare le connessioni sinaptiche. Quindi secondo Kandel:  Tutti i processi mentali derivano da operazioni del cervello: la mente è l’espressione del cervello  I geni e i loro prodotti proteici sono determinanti importanti nella gestione delle interconnessioni tra neuroni  La componente genetica non può da sola spiegare tutta la variabilità di una data malattia mentale (fattori genetici ←→ fattori sociali e comportamentali): c’è sempre un’interazione tra fattori genetici e fattori sociali e comportamentali  Le alterazioni dell’espressione genica indotte dall’apprendimento danno luogo a cambiamenti nelle connessioni cellulari: gli eventi ambientali (apprendimento) possono provocare una modificazione dell’espressione genica  La psicoterapia e il counseling inducono presumibilmente tali cambiamenti attraverso un processo di apprendimento che provoca modificazioni nell’espressione genica che quindi altera la forza delle connessioni sinaptiche Le esperienze ambientali non sono in grado di modificare la sequenza genica, bensì di agire sulla funzione di trascrizione genica, sull’ espressione proteica dei geni, con modifiche stabili della trasmissione sinaptica. “Il processo analitico corre lungo la memoria ed ha come fine la percezione più ordinata e precisa degli oggetti interni e della loro reciproca posizione”: c’è una riorganizzazione della memoria, la memoria è la nostra identità, personalità. “Attraverso la memoria l’uomo è in grado di ricostruire la propria storia, di auto organizzarsi e di proiettarsi nel futuro”.  MEMORIA INCONSCIA: L’ inconscio è essenzialmente memoria che non può essere ricordata, tuttavia memoria non silente ma disturbante, che si fa sentire nelle varie formazioni sintomatiche, psicologiche e somatiche. Ogni sintomo nevrotico per quanto possa apparire estraneo al soggetto non è sconosciuto nella mente inconscia ma è correlato a processi mentali precedenti.  MEMORIA ASSOCIATIVA: Con il tempo e con l’esperienza, si costituiscono associazioni inconsce fra processi psicologici cognitivi, affettivi e di altro genere, che prendono il nome di reti associative. Le reti associative inconsce sarebbero il bersaglio della trasformazione terapeutica, in quanto sono queste che guidano la maggior parte dei pensieri, degli affetti e dei comportamenti.  MEMORIA IMPLICITA E TARSNFERT PREVERBALE: Fino a 2-3 anni il bambino non è sufficientemente maturo per organizzare una memoria esplicita, mentre è in grado di immagazzinare una grande quantità di ricordi psico-fisici, emozionali ed affettivi in modo implicito. Durante una psicoanalisi si tenta di entrare in contatto con vissuti e memorie che non sono mai state “esplicite” cercando di mettere in parole ciò che non ha mai potuto essere simboleggiato e verbalizzato. Il Transfert è il trasporre dei contenuti del passato all’interno del setting terapeutico, così diventa uno strumento di studio. PSICOPATOLOGIA DELLA MEMORIA: 1. Disturbi quantitativi: ipermnesie (permanenti e transitorie), ipomnesie (difficoltà nella memorizzazione), e amnesie (anterograda, retrograda e generalizzata o sistematizzata). Amnesia: a. Anterograda: incapacità di stabilire nuovi ricordi b. Retrograda: incapacità di ricordare fatti e informazioni del passato  Le sindromi amnestiche sono provocate da processi patologici che colpiscono la parte mediale del lobo temporale o le porzioni mediali del diencefalo, appartenenti al lobo limbico  Le lesioni bilaterali provocano amnesia globale  Lesioni dell’emisfero sinistro causano deficit della memoria di materiale verbale  Lesioni dell’emisfero destro causano lesioni della memoria di materiale visuo-spaziale non verbale 2. Disturbi qualitativi (paramnesie): allomnesie (illusioni della memoria), pseudomnesie (falsi ricordi), criptomnesie (ricordi come fatti attuali). CERVELLO ED EMOZIONI EMOZIONE: Per le neuroscienze: “attivazione del sistema nervoso autonomo e dei centri nervosi”. Per la psicologia: “reazione affettiva intensa determinata da uno stimolo ambientale o interno”. Per la filosofia: “ogni stato, movimento o condizione per il quale l’animale o l’uomo avverte il valore che una situazione determinata ha per la sua vita, i suoi bisogni, i suoi interessi. In assenza di emozioni ogni cosa del mondo appare equipollente e non è possibile fare alcun movimento, alcuna scelta. Solo se l'ambiente in cui viviamo viene circoscritto dalle emozioni, l'azione diviene possibile. Senza coinvolgimento emotivo, quindi solo con una conoscenza puramente teorica, non si può avere una vera e completa conoscenza. Non si dà un rapporto vitale con il mondo in assenza di emozioni. In uno stato emozionale si distinguono quindi due fondamentali elementi: 1. Una componente fisica (tachicardia, sudorazione, tremore…) – emozione 2. Una componente psichica (paura, rabbia…) - sentimento MODELLO DEI SISTEMI NEURALI DI BASE CHE CONTROLLANO LE EMOZIONI 1. Le emozioni vengono prodotte da stimoli specifici. Questi stimoli attivano sia strutture corticali, che sottocorticali (come l’amigdala). 2. A loro volta strutture corticali, amigdala e altre strutture sottocorticali regolano i sistemi che mediano le manifestazioni periferiche dei comportamenti emozionali. 3. La specificità delle emozioni che si vivono dipende dallo scambio reciproco di segnali fra strutture neocorticali e sottocorticali, nonché da segnali a feedback provenienti dai recettori periferici. Le componenti periferiche delle emozioni preparano il corpo all’azione e comunicano i nostri stati emozionali alle altre persone  La funzione preparatoria comprende uno stato di vigilanza generale e uno stato di vigilanza specifico.  Questi stati di vigilanza agiscono in modo sinergico preparando i tessuti periferici e la corteccia cerebrale.  Nell’uomo la comunicazione sociale delle emozioni è mediata principalmente dal sistema muscoloscheletrico, in particolare dai muscoli mimici e posturali. TEORIA DI JAMES-LANGE Il danno bilaterale dell’amigdala riduce l’emotività e l’aggressività (sindrome di Klűver-Bucy). L'elaborazione emotiva effettuata dall’amigdala si proietta alla corteccia prefrontale ventro- mediale e alla corteccia cingolata anteriore. 1. Quando l’escursionista si imbatte in un serpente a sonagli, le informazioni visive attivano memorie affettive attraverso le proiezioni all’amigdala 2. Queste memorie non solo innescano modificazioni del sistema autonomo, come l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, ma possono anche influenzare le azioni successive attraverso le proiezioni alla corteccia frontale 3. L'escursionista si servirà di questa informazione carica emotivamente per decidere la sua prossima azione: girarsi indietro e correre via, o passare oltre il serpente muovendosi lentamente. ISTINTI Di fronte a diverse tendenze tra loro contrapposte (istinti, desideri, impulsi, ...) capaci di entrare in azione, l’uomo (e solo lui) ha la possibilità di decidere quali ostacolare e quali lasciare che si realizzino, basandosi su valutazioni di ordine affettivo e cognitivo: questo atto decisionale prende il nome di volontà. Una spinta somatica che abbia superato la soglia della coscienza facendosi desiderio trova davanti a sé 2 strade: 1. Passare immediatamente all’azione 2. Essere momentaneamente inibita A questa sorta di dogana delle spinte e dei desideri noi diamo il nome di volontà. Da ciò il rapporto conflittuale con la pulsione, o istinto, che è il nome che la spinta somatica assume quando non è riconosciuta dalla coscienza.  Istinto: guida naturale stabile, cioè non acquisita né scelta e quindi poco modificabile, della condotta diretta alla conservazione dell’individuo e della specie legata ad una struttura organica determinata. Carattere degli istinti:  Specificità (identici in tutti gli individui di una stessa specie)  Valore di sopravvivenza  L'entrata in azione in rapporto alle condizioni e ai bisogni di un individuo  Complessità del processo ed impegno di tutto l’organismo  Mancanza di esperienze precedenti Tipi di istinti fondamentali:  Istinto di conservazione dell’individuo  Istinto di conservazione della specie  Istinto di integrità corporale  Istinto della nettezza corporale  Istinto di alimentazione  Istinto sessuale  Pulsione: costituente psichico geneticamente determinato, il quale opera uno stato di eccitazione psichica o di tensione che spinge l’individuo all’attività OMEOSTASI L'omeostasi è la tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità, sia delle proprietà chimico-fisiche interne che comportamentali, che accomuna tutti gli organismi viventi, per i quali tale regime dinamico deve mantenersi nel tempo, anche al variare delle condizioni esterne, attraverso precisi meccanismi autoregolatori. L'omeostasi designa la variabilità autocontrollata delle funzioni, all'interno di un intervallo di valori predeterminato; le condizioni omeostatiche rappresentano gli elementi della continuità, mentre le reazioni omeostatiche indicano i mezzi per mantenere tale condizione di continuità. È quindi una delle caratteristiche peculiari degli organismi viventi. Tutti gli apparati del corpo di un organismo vi partecipano, in quanto condizione fondamentale per la sopravvivenza. Quindi l’omeostasi è una forza naturale che tende a mantenere una sorta di equilibrio che ha però un limite, ad esempio quando la temperatura va oltre il limite ci sono delle forze omeostatiche che la regolano.  Equilibrio dinamico: L’equilibrio dinamico è la tendenza nell’organismo (e nella psiche) a mantenere un equilibrio, una certa composizione di sostanze o una dinamica di forze; queste pur mutando nel tempo, e tendendo a variare i loro rapporti, ricostituiscono continuamente un nuovo equilibrio  Equilibrio statico: tende a mantenersi uguale e fisso nel del tempo ma muta in rapporto a cambiamenti ambientali o interni. FUNZIONI OMEOSTATICHE SEMPLICI:  Regolazione della temperatura: noi abbiamo una tendenza a regolare in modo stabile la nostra temperatura corporea per garantire il funzionamento adeguato dei nostri meccanismi chimici e biologici. Gli animali possono utilizzare varie strategie per mantenere costante la loro temperatura corporea: 1. Sudorazione o brividi 2. Riduzione o aumento del metabolismo 3. Dilatazione o restringimento vasi sanguigni CENTRI DI REGOLAZIONE DELLA TEMPERATURA: Nei mammiferi il “termostato” è localizzato nell’ area preottica dell’ipotalamo e nell’ ipotalamo posteriore che contengono cellule sensibili al caldo e cellule sensibili al freddo. Alcuni di questi neuroni rispondono direttamente alla temperatura del sangue, altri ricevono segnali dai recettori per la temperatura situati sulla pelle.  Sete: 2 tipi di sete: 1. Sete osmotica: che sopraggiunge quando diminuisce il contenuto di acqua all’ interno delle cellule 2. Sete ipovolemica: sopraggiunge quando il volume del sangue diminuisce in seguito a una perdita di acqua extracellulare - Il corpo è composto per il 70% da acqua - Circa i 2/3 dei liquidi corporei sono immagazzinati sotto forma di liquido intracellulare - Il terzo rimanente è in forma di liquido extracellulare (sangue, LI, e LCS)  Mangiare in un determinato periodo di tempo una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili  Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio 2. Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva 3. Le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi. IL PENSIERO Il pensiero è un’attività mentale complessa che si manifesta attraverso numerosi fenomeni quali il ragionamento, la riflessione, l’immaginazione, il fantasticare, l'organizzazione dei ricordi che permettono di comunicare con sé stessi, con il mondo esterno e con gli altri, nonché di costruire ipotesi sul mondo e sul nostro modo di pensarlo. Le leggi del pensiero: 1. Legge di causalità (A -> B): Il principio di causalità nasce dall'idea che i fenomeni si susseguano unicamente in un processo di causa-effetto, e tutto ciò che non risponde a questa legge è dovuto al caso. La maggior parte delle teorie scientifiche si basa su questo principio. 2. Legge di successione e connessione (A-B-C …) 3. Legge dei contrari Ludwig Wittgenstein (1889- 1951)  Il pensiero è essenzialmente "l'immagine logica dei fatti"  Il pensiero è linguaggio organizzato secondo una determinata forma  Il linguaggio è la raffigurazione logica del mondo Rete neurale: è una serie di connessioni tra neuroni, o gruppi di neuroni collegati tra loro, che collaborano ad una determinata funzione fisiologica. Le reti neurali si formano nel corso dell’evoluzione cerebrale e a seguito di eventi significativi. Le reti formano mappe cerebrali che definiscono il funzionamento mentale e quindi le modalità di pensiero. Psicopatologia del pensiero  Fuga e confusione delle idee (mancanza di selezione delle idee in rapporto alla situazione)  Limitazione del campo delle idee (eccesso di selezione nei confronti della situazione)  Idee ossessive  Disorganizzazione del pensiero  Deliri Linguaggio: Insieme di codici che permettono di trasmettere, conservare ed elaborare informazioni tramite segni intersoggettivi significativi. Il termine linguaggio non è limitato alla capacità di parlare, ma comprende la produzione e la comprensione della comunicazione scritta, orale e gestuale.  Afasia: perdita parziale o totale della capacità di esprimere o comprendere le parole  Agnosia: perdita della capacità di riconoscere oggetti percepiti con la vista, l’udito, il tatto  Alessia: incapacità di leggere  Dislessia: deficit della lettura visivo-percettivo o fonologica  Agrafia: deficit della scrittura Commessure cerebrali:  Corpo calloso  Commessura anteriore (connette i due lobi temporali)  Commessura ippocampale  Massa intermedia (connette i talami dx e sx) Lateralità manuale e localizzazione del linguaggio Principali strutture nervose coinvolte nel linguaggio:  Area di Broca (lobo frontale sx)  Area di Wernicke (lobo temporale sx)  Giro angolare  Fascicolo arcuato Tipi di afasie:  Afasia motoria di Broca o afasia non fluente: Paul Pierre Broca (1824-1880): afasia motoria di Broca: è un disturbo del linguaggio causato da una lesione dell’area di Broca e delle aree corticali e subcorticali adiacenti. È detta afasia espressiva perché compromette la capacità di articolare le parole. Si manifesta attraverso l’incapacità di esprimere con parole il proprio pensiero. È quasi sempre accompagnata da lieve disturbo della comprensione del linguaggio, dell’espressione scritta del pensiero (agrafia) e della comprensione della scrittura (alessia).  Afasia sensoriale di Wernicke o afasia fluente: Karl Wernicke (1848-1905): Afasia sensoriale di Wernicke: in questa forma sono compromesse sia le capacità espressive sia quelle recettive, con perdita della funzione del linguaggio. Manca in genere la coscienza del proprio deficit e la capacità di critica (differenza con la forma di Broca). Il soggetto parla molto (afasia fluente) ma sempre scorrettamente. L'afasico di Wernicke capisce, parla e ripete male.  Afasia globale: è la forma più severa con compromissione di tutte le funzioni del linguaggio (fluenza, denominazione, ripetizione, comprensione, lettura e scrittura).  Afasie di conduzione: Condizione caratterizzata da eloquio fluente e buona comprensione, ma da scarse capacità di ripetizione e di denominazione degli oggetti. Deriva da lesione del fascicolo arcuato e strutture sottostanti.  Afasie transcorticali (motoria e sensoriale): Le afasie transcorticali derivano da lesioni alle connessioni e alle aree corticali associate ai centri del linguaggio (isolamento delle aree del linguaggio da altre regioni cerebrali). 1. Transcorticale motoria: deriva da un danno alla corteccia frontale dorsolaterale. La comprensione è buona con scarsa capacità di ripetere le parole udite e di nominare gli oggetti. 2. Transcorticale sensoriale: deriva dalla lesione alla corteccia situata all’intersezione tra i lobi temporale, parietale e occipitale. La comprensione è scarsa, ma la capacità di ripetizione è conservata. Il modello di Wernicke-Geschwind: In una conversazione orale, la produzione della risposta ad una domanda implica una progressione di attività dalla corteccia uditiva all’ area di Wernicke e da questa all’ area di Broca. Eziologia delle afasie:  Vasculopatie dell’emisfero dominante  Tumori dell’emisfero dominante  Demenze senili Giro angolare: in esso viene generata la rappresentazione visiva degli stimoli acustici provenienti dall’area uditiva e il riconoscimento delle parole scritte. È un’area corticale situata tra i lobi temporale ed occipitale. Fascicolo arcuato: Attraverso il fascicolo arcuato, le informazioni passano dall’ area di Wernicke (sensoriale) all’ area di Broca (motoria). L'utilizzo di questa forma di intelligenza si fonda sulla capacità di intuire i sentimenti e le aspirazioni delle persone da cui si è circondati, ed al contempo avere una piena cognizione del proprio stato d'animo. Efficienza di elaborazione: Una maggiore efficienza di elaborazione nervosa può essere ottenuta aumentando la mielinizzazione delle fibre neuronali. Nell’uomo il rapporto tra materia bianca e materia grigia è più elevato che in qualsiasi altro animale. Il QI è correlato al grado di mielinizzazione. Le persone con QI più elevato utilizzano meno energia nel cervello. Eredità e ambiente:  Numerosi geni sono coinvolti nel determinismo dell’intelligenza (cromosoma 6)  Evidenze confermano l’importanza genetica nel livello di QI (studi sui gemelli)  Man mano che l'esperienza individuale aumenta, le influenze ambientali superano progressivamente quelle genetiche  I geni non fissano il comportamento ma stabiliscono un intervallo entro cui la persona può variare  Sindrome di Down: trisomia del cromosoma 21. Q.I. 40-45.  Autismo: Disturbo caratterizzato da: 1. Comportamenti impulsivi e ritualistici 2. Alterazione della socialità 3. Difficoltà di comunicazione 4. Assenza o ritardo nel linguaggio 5. Ritardo mentale (80%) 6. Idioti sapienti Anomalie nervose nell’autismo: Difetto nella maturazione dei neuroni a livello del sistema limbico e del cervelletto. Anomalie biochimiche (elevati livelli di serotonina e bassi livelli di ossitocina). Predisposizione genetica.  Demenze: insufficienze mentali degenerative: 1. Demenze primarie: Alzheimer 2. Demenze secondarie: vascolari, tossiche, … INTELLIGENZA E INVECCHIAMENTO  Diminuzione delle cellule cerebrali e riduzione dei contatti sinaptici  Ottimizzazione delle risorse  Aumento della capacità sintetica  Esperienza
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved