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Transizione democratica: da regimi autoritari a democrazia - Scienza Politica Prof. Grassi, Appunti di Scienza Politica

Il processo di democratizzazione in Portogallo, descrivendo la transizione da un regime autoritario a una democrazia liberale. la rivoluzione dei garofani e il ruolo dei militari, partiti politici, sindacati, movimenti sociali e gruppi all'interno delle forze armate. Il documento mette in evidenza come un colpo di stato militare, pur avendo iniziato in modo improbabile, abbia in realtà aiutato la democrazia a fiorire. Vengono discusse le diverse concezioni di democrazia e il loro ruolo pratico nella vita quotidiana delle persone.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 29/12/2022

___Anna___
___Anna___ 🇮🇹

4.8

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28 documenti

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Scarica Transizione democratica: da regimi autoritari a democrazia - Scienza Politica Prof. Grassi e più Appunti in PDF di Scienza Politica solo su Docsity! Scienza politica prof. Grassi I processi di democratizzazione = trasformazione da regimi autoritari in democrazia. Processi che hanno interessato recentemente ogni parte del mondo. Questi processi iniziano nella città di Lisbona. La canzone che abbiamo ascoltato si chiama Grandola Vila Morena = Grandola città dei mori, Grandola è una cittadina nel sud del Portogallo, la canzone venne scritta da José Zeco Afonso in omaggio ad una associazione operaia di questa località, che l’autore prende ad esempio simbolico della fratellanza sociale dei più umili, questa canzone è proibita dal regime militare al potere in Portogallo che l’associa al comunismo. Propio questa canzone viene scelta come segnale di inizio di una ribellione armate contro il regime, ribello che sarà ricordata come la rivoluzione dei garofani. Sono passati pochi minuti dalla mezzanotte del 25 aprile 1974, la radio cattolica di Lisbona, radio Renascenza trasmette la canzone Grandola Vila Morena è il segnale convenuto da un gruppo di giovani ufficiali, si tratta di capitani, organizzati in un movimento militare clandestino chiamato movimento delle forze armate che ha deciso di ribellarsi contro il governo del dittatore portoghese Marcelo Caetano. Quest’ultimo è erede di Antonio Salazar, professore universitario era un avvocato ed economista chiamato dalle forze armate a dirigere il governo militare nel 1932. Nel 1926 una nuova dittatura militare aveva messo fine alla repubblica in Portogallo, Caetano professore di diritto succede al Salazar nel 1968, anche se, retto da civili, il regime autoritario in Portogallo è di tipo militare e molto conservatore. La rivolta ha successo immediato, nel pomeriggio del 25 aprile Caetano è costretto a lasciare il paese in aeroplano, la gente si riversa nelle piazze per celebrare l’avvenimento. Si festeggia la fine di quesi 50 anni di dittatura militare. L’immagine che rimarrà nella storia è quella delle ragazze portoghesi che metto i garofani rossi nelle canne dei fucili degli insorti, di qui l’appellativo di rivoluzione dei garofani, che verra dato a questo evento. La rivoluzione dei garofani è un primo atto di una vicenda politica lunga e complessa, caratterizzata dallo scontro tra forze progressiste conservatrici a cui partecipano partiti politici, sindacati, movimenti sociali e gruppi all’interno delle forze armate. In questa fase ci saranno manifestazioni e scontri nelle piazze, occupazioni di fabbriche e terreni, scioperi, violenze e tentati golpe e contro golpe militari. Questi avvenimenti si concluderanno il 25 novembre 1975, 19 mesi dopo l’atto iniziale della rivoluzione. Quando il capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Antonio Ramalho Eanes impone dall’alto 1 modello politico di tipo democratico liberale. La rivoluzione dei garofani è un inizio poco plausibile del processo di democratizzazione di portata globale. Il Portogallo sarà il primo di una serie di paesi che si democratizzeranno in ogni parte del mondo a partire dal 1974. Un inizio poco plausibile di questo processo, perché il primo esempio cronologico di transizione democratica si attua attraverso un golpe, ovvero un colpo di stato militare, di solito i golpe uccidono la democrazia, invece, in questo caso, un colpo di stato, alla fine aiuterà la democrazia. È importante sottolineare che nelle intenzioni dei militari golpisti non c’era l’instaurazione di un regime democratico di tipo liberale, il loro modo politico era l’unione sovietica, un modello di cosiddetta democrazia popolare. In breve gli stesi protagonisti di questi hanno in mente due concezioni molto diverse di democrazia: i capitani guardano all’unione sovietica, mentre Ramalho e Eanes, gli ufficiali di alto grado delle forze armate, buona parte della società portoghese vogliono un democrazia di tipo liberale ed occidentale. Gli eventi del Portogallo ci insegna che la democrazia e la sua definizione non sono solo una questione accademica, intellettuale, ma che ha una grande rilevanza nella vita pratica, quotidiana delle persone per il tipo di regime politico nel quale si vive. Schumpeter economista austriaco che fugge dal paese per l’arrivo dei nazisti e si rifugia negli USA. Nel suo libro del 1942, egli fa coincidere la concezione di democrazia sostanziale con l’esperienza politica dell’unione sovietica dei paesi comunisti, la concezione procedurale di democrazia con l’esperienza delle democrazia liberali occidentali. Se adottiamo la prospettiva della democrazia sostanziale diremo dunque che un governo è democratico quando individua e realizza il bene comune, es. di bene comune, uguaglianza sociale ed economica di tutti i cittadini, in questo senso l’unione sovietica sarebbe 1 democrazia, poiché individua questo bene comune e lo applica, cera di realizzarlo. Secondo questa interpretazione la definizione del bene comune emerge in modo quasi naturale, spontaneo nella società. Schumpeter critica questa concezione del bene comune, secondo lui il bene è diverso, per persone diverse, perché dipende da valori ultimi non negoziabili, come fattori ideologici, religiosi; ad esempio l’affermazione che la diseguaglianza sociale è sempre dannosa, può essere 1 contestata. Tale disuguaglianza può essere il prodotto della voglia, o meno, di impegnarsi di ciascuno. Un certo grado di disuguaglianza si può tollerare e può essere positivo, se l’eguaglianza assoluta implica l’impossibilita per chi vuole lavorare di avere successo, se impone un livellamento verso il basso che è dannoso per tutti, per chi viene bloccato verso il basso, anche per tutta la società che perde in innovazione e progresso, per cui è più povera e meno intelligente. inoltre, anche quando si riconosce un bene comune restano divergenze spesso insuperabili sui mezzi utilizzati per realizzarlo. La salute viene identificata da molti come un bene comune indiscutibile, ma quando pensiamo a strumenti specifici per realizzare questo bene i dubbi ritornano. Per risolvere ciò Schumpeter propone una definizione alternativa della democrazia di tipo procedurale, secondo questa nuova definizione è democratico il governo che viene scelto seguendo certe procedure, indipendentemente dai contenuti della decisone, dal fatto ciò che la decisone cerchi di realizzare il bene comune, oppure no. Le procedure democratiche sono il suffragio universale, lezioni libere, trasparenti e corrette, la partecipazione alle elezioni di più di 1 partito politico ed un informazione libera e plurale. In questo modo Schumpeter cerca di risolvere l’aporia del bene comune, se il bene comune non esiste, come possiamo vivere pacificamente in un unico sistema politico che rispetti le idee di tutti? Schumpeter applicando la concezione procedurale della democrazia ci ricorda che non è necessario che esista un bene comune, riconosciuto da tutti per poter creare un governo democratico, è sufficiente ammettere che attraverso elezioni democratiche siamo in grado di identificare un bene comune, perlomeno per un periodo limitato di tempo e per una maggioranza di cittadini, in questo senso il bene comune coincide, semplicemente, con i programma di governo del partito vincitore delle elezioni democratiche. insomma, il bene comune non esiste, ma può essere relativo ad un certo periodo storico, o ad un certo paese. Nessuno può imporre la sua visione di bene comune sugli altri, per sempre, o con la forza, cosa che succede nei regimi autoritari. Un regime democratico fondato sulla mediazione degli interessi può dunque permettere la convivenza pacifica di beni comuni relativi, contrastanti e diversi tra loro. Recentemente sono emersi regimi autoritari che combinano elementi autoritari e tratti democratici, i cosiddetti regimi ibridi. Questi regimi sono ibridi, non nel sensi che sono un via di mezzo tra democrazia e sistema autoritario, ma nel senso che sono regimi autoritari in cui appaiano tratti democratici. Stanno scomparendo quelli senza elezioni e con un partito unico. I regimi autoritari di tipo elettorale, oggi sono i regimi più comuni nel mondo, un esempio è la Russia di Putin. I suoi elementi distintivi: vittorie continue del partito al potere, in questo caso Russia unita; questo elemento è comune ai sistemi democratici, ovvero ci sono elezioni periodiche alle quali partecipa almeno un vero partito di opposizione, che non sia insomma un partito fantoccio; violazione sistemati diritti civili e umani, anzitutto la stampa non è libera, le tv e i giornali che criticano il regime vengono chiusi dalle autorità, o comprati da imprenditori affini al regime, i giornalisti vengono uccisi, o minacciati. Gli oppositori vengono costretti all’esilio, o imprigionati. I politici dell’opposizione vengono minacciati, o costretti, o convinti a confluire nel partito Russia unita. La prima democrazia nasce nel 1828, anche se non esistevano democrazie con suffragio universale. Democrazia iniziale = in una democrazia iniziale è sufficiente che almeno il 50% della popolazione adulta maschile, di razza bianca goda del suffragio elettorale attivo. Invece del contraddittorio pieno sarà sufficiente che un esecutivo goda della fiducia delle maggioranza in un parlamento eletto, se il sistema è parlamentare, o che si svolgano elezione presidenziali periodiche in un sistema presidenziale. Se applichiamo questi requisiti di democrazia iniziale, allora il primo paese inizialmente democratico nel mondo sono gli USA nel 1828. Altri paesi che partecipano alla prima ondata di democratizzazione abbiamo: Francia, svizzera e UK. l’Italia si democratizza parzialmente prima della guerra mondiale, in totale alla fine della prima ondata di democratizzazione si democratizzano 33 paesi. Alla prima ondata di democratizzazione, segue un’ondata di reflusso tra il 1922 e il 1942, periodo nel quale un numero di paesi che transitano all’autoritarismo è superiore a quelli che si democratizzano. I paesi protagonisti di quest’ondata di reflusso democratico sono: Italia nel 1922 con l’ascesa del potere di Mussolini, i nazisti al potere in Germania nel 1933, in Giappone i militari conquistano definitamente il potere nei primi anni 30, nel caso del Portogallo nel 1926 ed in Grecia nel 1936, Brasile e Argentina 1930 e Uruguay 1933. Alla fine di questo periodo rimangono 2 La prima causa della terza ondata di democratizzazione è stata la crisi di legittimità dei regimi autoritari. Un secondo fattore che contribuisce a far iniziare la terza ondata è la crescita economia, senza precedenti degli anni 60 del secolo scorso, per capire l’impatto di questo fattote è necessario la relazione tra ricchezza, più in generale lo sviluppo socioeconomico e democrazia. Nella prima colonna della tabella vediamo i valori Human develpomement Index, formati da tre fattori: fattore economico= redito procapite, prodotto nazionale lordo, un fattore relativo all’istruzione= età media della scolarizzazione, fattore relativo alla sanità= aspettata di vita alla nascita. Sulla base di questi dati la correlazione tra sviluppo umano e democrazia è molto forte. Aumentano il livello di sviluppo umano, aumenta la percentuale dei regimi democratici, diminuisce quella dei regimi autoritari. Nella prima colonna sono ordinati i paesi in base al prodotto interno lordo procapite, in dollari. I paesi poveri con un PNL, inferiore ai 250$ sono 34 in totale. Nel 1974 il periodo iniziale dello studio un paese tra questi è già democratico, ne restano 33 nei quali c’è la possibilità di una transizione democratica nel periodo considerato tra il 1974 e il 1989. In questo periodo due si transitano alla democrazia. La percentuale più alta di democratizzazione riguarda la vasca di ricchezza medio-alta, quella con PNL tra 1000-3000$. Lo studio di Huntington reale al 1990. Ci sono alcune eccezioni tra il rapporto di ricchezza e democrazia. La principale riguarda il “paradosso del petrolio”, il petrolio fonte di ricchezza e prosperità è associato ai regimi autoritari. La correlazione empirica (v.grafico slide successiva), in nessuno dei paesi massimi produttori di petrolio, esiste una democrazia, ad eccezioni di alcuni paesi democratici, nei quali la scoperta del petrolio è successiva al consolidamento della democrazia e di una cultura politica democratica che hanno impedito gli effetti negativi. Storia plausibile che collega causa ed effetto: la ricchezza derivante dal petrolio si concentra nelle mani dello stato, questo genere dipendenza culturale ed economica, dei gestori del potere politico, in più mancano organizzazioni che rappresentino in modo autonomo i lavoratori e le diverse classi sociali. Dal punto di vista fiscale non essendoci doveri, anche i diritti sono meno chiari e diventano meno importanti, prevale un diffuso paternalismo, cioè una forma di governo, in cui i provvedimenti a favore della popolazione vengono affidati alla comprensione e alla buona volontà del sovrano. La capacità repressiva aumenta con i proventi de petrolio; l’Arabia esaudita, per esempio è il paese con le maggior spese al mondo per l’ingaggiano della polizia e per la sicurezza interna, il nemico che fa più paura alle autorità politiche del paese sono i propri cittadini. In breve questa è la storia, della teoria alternativa del rapporto tra ricchezza e democrazia, quella che lega la ricchezza dei paesi produttori di petrolio, all’autoritarismo. L’industrializzazione c’è in parte, ma il potere economico ed organizzativo della classe capitalista, media ed operaia è limitato, queste classi non si emancipano dal potere politico, la classe capitalista, in realtà è la stessa classe politica e molto vicina alla classe politica e opera secondo leggi di rapporto privilegiato con il poter politico di parassitismo, di rendite politiche, non certo di mercato. L’opzione della repressione, in questi casi di suddivisione diseguale del potere è ancora ragionevole e viene ancora di fatto praticata. Il punto di partenza del processo di democratizzazione è il regime autoritario. La democratizzazione è il passaggio da un regime autoritario, ad un regime democratico. I regimi autoritari sono regimi non democratici, cioè regimi nei quali mancano elementi necessari per poter parlare di una democrazia, in particolare mancano suffragio universale, elezione periodiche, competitive e corrette, diritti civili e politici che vanno, oltre il momento elettorale e pluralità dell’informazione. In realtà, i regimi autoritari assumono molte forme diverse tra loro nel tempo e nello spazio. I regimi autoritari della prima ondata erano monarchia assolute, colonie ed imperi continentali. I regimi autoritari della seconda ondata erano fascismi, dittature autoritarie e colonie. Nella slide vengono descritti i regimi autoritari della terza ondata, i primi due sono regimi a partiti unico e regimi militari. Istituzionalizzazione, nella misura in cui le decisioni si prendono seguendo regole formali. I regimi istituzionalizzati sono quelli in cui le regole contano più delle persone particolari, in caso contrario, quello dei regimi in cui le decisioni dipendono soprattutto dalle persone. Per cui per istituzionalizzazione alta si intende: i casi in cui la costituzione, le leggi e le decisioni del governo sono relativamente formali e prevedibili. L’istituzionalizzazione è media, dove la costituzione conta meno, lo strumento tipico del governo sono i decreti delle giunte al governo che hanno il potere di modificare, abrogare, sostituire la stessa costituzione, un esempio è l’argentina durante le ultime dittature militari. 5 Autogolpe è un golpe effettuato da un presidente capo dell’esecutivo in carica, eletto democraticamente che assume i pieni poteri. Tra gli esempi abbiamo: Irina Ghandi in india nel 1975, in Peru di Alberto fusimori nel 1992 e di fernados Marcos nel 1972, nelle filippine. Le dittature personali sono dittature identificate, immediatamente con il loro leader, ne è un esempio la dittatura militare spagnola è identificata con il suo leader, per questo è chiamata Franchismo, da Francisco franco. La dittatura cubana era identificata con Fidel castro. Esempi di dittatura personale sono: Portogallo con Antonio salassar, in Spagna Francisco Franco, in india Irina Ghandi, a cuba Fidel castro, in Iraq Sadamussesi, in Siria Basciar Alassad. Infine il sultanismo era una forma esteri di dittatura personale, il sultano è un sovrano assoluto nella cultura araba, ne sono un esempio: Iraq con samammussei e Siria con Basciar Alassad. Quello in piedi è il padre che restò al potere ad Haiti dal 1957 al 197, poi gli succedette il figlio che resto in carica dal 1971 al 1986. Padre e figlio sono stati tra i dittatori più spietati del continente americano, si stima che circa 60 mila persone siano state uccise da Papa doc su una popolazione di 4 milioni di abitanti. La polizia segreta dei Duvalier erano i Tonton Macoute, il loro nome deriva da quello dell’uomo nero del fluklore haitiano, secondo la leggenda un uomo nero percorreva le strade al calare delle tenebre rapendo i bambini che restavano fuori di casa troppo a lungo, ed infilandoli in un sacco di iuta, senza che di essi si sapesse più nulla. Allo stesso modo, quanti si ponevano contro i Duvalier sparivano di notte e non si trovano più. Alcune degli esponenti maggiori dei Tonton Macoute erano leader Wood, a partire dai loro metodi, fino alla scelta dei vestiti, il Wood ha svolto un ruolo importante nelle loro azioni. Questa filiazione religione conferito a loro una sorta di autorità soprannaturale e ispirato un vero e propio terrore nella popolazione del paese. Al vertice vi è la guida suprema, accanto a lui un presidente e una parlamento, quest’ultimi due vengono eletti. Il consiglio dei guardiani della rivoluzione interpreta la costituzione, può rigettare le leggi emessa dal parlamento, se le considera in contrasto con il testo costituzionale, o con il rito islamico, in questo caso la legge viene rinviata al parlamento. Inoltre, il consiglio dei guardiani valuta la base dei requisiti indicati dalla costituzione, se ogni singolo candidato sia idoneo a partecipare alle elezioni presidenziali e parlamentari. È formato da 12 membri, 6 nominati dalla guida suprema e 6 dal parlamento, tra candidati scelti dal potere giudiziario che dipende dalla guida suprema. Il consiglio dei guardiani della rivoluzione esercita un potere di controllo del sistema politico, sia in tra sui candidati a cariche elettive, ed in uscita sulla costituzionalità delle leggi. Il consiglio degli esperti nomina il leader supremo ed è eletto dal popolo, sulla base di una lista di candidati prepara dal consiglio dei guardiani della rivoluzione. I regimi autoritari di tipo elettorale sono quelli più diffusi nel mondo. Si tratta di un regime autoritario caratterizzato da elezioni periodiche, da un sistema multipartitico con aumento un partito genuino di opposizione, ma anche dalla mancanza delle libertà fondamentali, civili e politiche che ridono democratica una elezione, specie la libertà di informazione. In queste condizione le chance di vittoria elettorale per i partiti di opposizione sono quasi nulle. I regimi autoritari di tipo elettorale è egemonico, se il partito al potere vincere le elezioni in modo sistematico, con maggioranze schiaccianti, invece è competitivo, se l’opposizione parlamentare conserva un certo peso ed un partito non si assicura tutti, o quasi seggi disponibili. Oppure in un sistema presidenziale le elezioni non si risolvono in un plebiscito a favore di un candidato. Casi di regimi autoritari di tipo elettorale egemone sono: federazione russa dal 2004 al 2012 - 2018 al 2024; Singapore con il pepole action party; l’Egitto con il national democratic party; Tunisia con il decmocratic costituzional rebel. Liberalizzazione = apertura solo parziale del regime autoritario, con il fine di alleviare la repressione, ridurre la censura, riportare in vigore alcune libertà civili ed ampliare il dibattito pubblico. Crea un versione più “dolce”, ma anche più stabile del regime autoritario, senza alterarne la natura. Liberalizzatori e democratizzatori si possono definire genericamente come riformatori. I radicali vogliono sostituire il regime autoritario, con un regime autoritario di tipo diverso. I moderati democratici vogliono la democrazia, la zona del compromesso democratico è quella che corrisponde ad un accordo tra riformatori, nel campo autoritario e moderati democratici nel campo dell’opposizione. Gli attori sottolineati nella silde sono attori forti. Il punto centrale dell’interazione è il seguente: il potere relativo degli attori della democratizzazione determina l’esito del processo e le sue caratteristiche, indica nella prima colonna della tabella. Le parti più forti gestiscono l’iniziativa, dettano i tempi e portano a compimento nei sui aspetti 6 essenziali le fasi della democratizzazione. In breve, questi parti controllano il processo di transizione. La modalità più comune di democratizzazione tra il 1974 ed il 1990, secondo Hantintong sono le trasformazioni, cioè i cambiamenti imposti dall’alto, 16 su 35; seguite dalle transostituzioni i cambiamenti di regime concordati tra autorità del vecchio regime ed opposizione democratica, 11 su 35; sostituzione = rovesciamenti di regime dal basso sono solo 6 su 35. Cambiamenti di regime iniziati da esponenti del vecchio regime autoritario. In Spagna le riforme sono veloci, racchiuse tra il luglio 1976 ed il dicembre del 1978. Sono attivate poco a poco, per minimizzare il malcontento dell’opposizione militare. Il 20/011/75 muore franco il 3/07/76 il re nomina come primo ministro Suàrez, esponente del precedente governo franchista, nel dicembre del 76 Vine approvata la “Ley de refroma polìtica”, con referendum popolare, nell’aprile 1977 Vine legalizzato il partito comunista, a giugno dello stesso anno ci sono le prime elezione democratiche per il parlamento che è anche assemblea costituente, elezioni vinte dall’unione del centro democratico di Suàrez, nel dicembre 1978 la costituzione democratica viene approvata con referendum popolare, nel marzo 1979 ci sono nuove elezione politiche vinte dall’unione del centro democratico Il Brasile è un altro esempio di trasformazione, dal 1974 al 1985. Dopo il golpe del 1964 due fazioni contrapposte si spartiscono il potere, da una parte abbiamo la fazione della Sorbona, autori del golpe del 1964, guidati dal generale Geisel, ed i nazionalisti. I generali Geisel e Figueiredo liberalizzano il regime militare. Elezione politiche, solo parzialmente libere vengono indette nel novembre 1974, con solo due partiti l’arena, partito vicino ai militari al governo ed il movimento democratico Brasillero, partito di opposizione, quest’ultimo vince le elezioni raddoppiando i propri seggi nella camera e triplicandoli al senato, ed aumentando da 1 a 6 il numero di stati controllati. C’è una brusca frenata dei militari, le elezioni vengono sospese e vengon reintrodotte solo più tardi con regole favorevoli al partito di governo. Le prime elezioni libere si svolgeranno nel 1985, la nuova costituzione democratica sarà approvata nel 1988. Un altro esempio di trasformazione è l’Ungheria con un regime comunista a partito unico. Il partito guida il processo di transizione. Kàdàr vecchio leader stalinista conservatore viene sostituito da Grosz riformatore, questi a sua volta venne sostituito Nyers un democratizzatore. Le sorprese elettorali derivano dal fatto che i dittatori in crisi consentano elezioni politiche con la convinzione di poter vincere facilmente, ma spesso le perdono. Un espio è quello di Irina Ghandi che assume pieni poteri in india, nel 1975, poi 2 anni più tardi si presenta agli elettori chiedendo una conferma al potere, ma viene sconfitta, per la prima volta nella sua storia il partito del congresso indiano perde un elezione democratica. Un altro esempio è quello cileno nel 1988, pino chec chiede ai cileni un nuovo mandato presidenziale, ed indice un referendum a questo fine, i cileni dicono di no, per cui pino chec è costretto a trattare la reintroduzione della democrazia nel 1989. Infine vi è il caso delle elezioni brasiliane del novembre 1974. Zhao Ziyang fu un liberalizzatore al potere dal 1987-89. Negli anni ottanta, egli ha definito dei conservatori comunisti un revisionista del marxismo, egli era favorevole ad una maggior trasparenza del governo ed a un dialogo nazionale che includesse i cittadini comuni nel processo decisionale. In più credeva che le riforme fossero legate alla democratizzane. Il nuovo clima di altura politica rende possibile le proteste di piazza Tien an Men del giugno 1989, centinaia di migliaia di cittadini si riuniscono nella piazza e chiedono riforme politiche e maggiore libertà. Le poteste non piacciono ai conservatori che approfittano per estromettere Zhao Ziyang, rimosso qualsiasi carica politica, in seguito fu condannato agli arresti domiciliari a vita. Seguita il massacro di centinai, o migliaia di dimostranti in piazza Tien an Men. Deon xian ping nomina al posto di Zhao Ziyang il falco lipeng 7 immediatamente che i militari non tollereranno di essere condotti in giudicio. Il nuovo presidente democratico Patrico Aylwin appena eletto è costretto a rassicurare subito i militari chiarendo che non ha intenzione di promuovere dei processi contro Pinochet, o altri esponenti militari. Esempi di punizioni, legati a casi di sostituzione = transizioni controllate da membri dell’opposizione democratica. Qualche settimana prima del ritorno della democrazia in argentina del 1983, il leader della giunta militare il generale Bignone decreto una legge di pacificazione nazionale, che prevedeva l’immunità da inchieste e condanne per i militari e la polizia, per i reati commessi durante la lotta al terrorismo, cosi chiamata dai militari. In questo caso la legge venne abrogata dal parlamento democratico, due settimane dopo essere entrato in carica. Anche in greci la funzione è esemplare, tra il 1975 ed il 1976 vengono celebrati dai 100 a 400 processi ,18 alti-ufficiali sono giudicati e tutti sono condannati per alto tradimento. In due anni i processi si concludono. In argentina la punizione è più confusa ed incompleta. In Uruguay il nuovo governo democratico si impegna a non processare i militari, ma non impedirà a i privati cittadini che vogliono farlo di procedere. Vengono istituiti 38 processi per torture, assassini, strupi e rapimenti, i limitari, però si rifiutano di apparire davanti ad i giudici. Il 23/12/1985 è previsto il primo dibattimento al processo, il giorno prima il governo di opposizione raggiunge un accordo per approvare una legge di armistia che ferma i processi. L’opinione pubblica, però non ci sta, il 72% della popolazione è a favore dei processi. Il referendum abrogativo della legge richiede la raccolta di 1/4 delle firme di tutti gli elettori del paese e sono necessari due anni per la raccolta. La corte elettorale riconosce il superamento del quorum delle firme del 1988, nel 1989 si celebra il referendum. Un maggioranza di cittadini respinge l’ipotesi di annullare l’armistia. Nel 2009 si celebra un nuovo referendum per riaprire i processi contro i militari, ma anche questo non ha successo. Nel 2011, tuttavia, il parlamento decide l’abrogazione della legge di armistia dando la possibilità di istruire i processi contro i militari. Ad esempio, l’ex dittatore Burda Berri viene processato nel 2006, condannato nel 2010 e morirà in carcere nel 2011. Gregorio Alvarez presidente militare dell’Uruguay dal 1981 al 1985 è condannato nel 2007 e 2009 e muore in carcere nel 2016. I nuovi governi comunisti approvano leggi sulla lustrazione, misure di epurazione adottate a partire dagli anni 90 contro i funzionai pubblici che avevano collaborato con i precedenti regimi autoritari. Per alcuni si tratterebbe di uno strumento politico usato, attraverso l’uso di documenti falsificati dalla polizia segreta comunista per compromettere la recitazione di avversari politici. Oltre a punire, ci si è chiesti se si 10 dovesse dimenticare di quanto era successo, oppure continuare la memoria di quegli anni bui. A questo fine venne formata la commissione Nunca Màs, in Argentina nel 1983, presieduta da Ernesto Sabato, scrittore. Che comprende oltre 50000 pagine che mostrano che almeno 9000 persone sparirono in argentina durante la dittatura. La commissione Truth and Reconciliation in sud africa, presieduta dall’arcivescovo anglicano Desuntutu, premio nobel per la pace nel 1984. Ha poteri giurisdizionali e può concedere il perdono giudiziale, a chi riconosce i propri crimini e se ne pente pubblicamente. Pretoriani, cioè dei militari e il loro rapporto con la trasformazione democratica. Il problema dei pretoriani è stato diverso a seconda del tipo di regimi autoritario dal quale sorge la nuova democrazia. Nel regime a partito unico, ricordiamo che i militari sono iscritti al partito e cellule del partito sono presenti nella caserme di militari e polizia. Di qui il problema di separare i militari dal partito. Tre casi problematici: URSS, con il colpo di stato militare dell’agosto del 1991 che estromette dal potere Gorbaciof. Particolarmente importanti, inoltre sono le prerogative anomale che sorgono in alcuni casi. Si trattai di privilegi e poteri anomali delle forze armate che perdurano nel nuovo regime democratico. In sintesi, il problema dei pretoriani della terza ondata è stato risolto con un ceto successo, ci sono stai pochi golpe contro la democrazia e le prerogative anomale, laddove sono state introdotte tendono a sparire con il tempo. Gli autori dei golpe sono spesso militari di grado intermedio che non godo dell’appoggio dei loro superiori. Ad esempio in Spagna, il golpe del 23/02/1981, ad opera del tenente colonnello Antonio Thegehero viene condannato dalle gerarchie militari più alte che si schierano con il governo. I tradizionali ceti sociali che appoggiavano l’ingresso dei militari in politica ed oltre, cioè i proprietari terrieri e gli estrattori delle materi prime sono scioccamente e politicamente meno forti. In fine i golpe di questo periodo si usano come strumento di pressione politica, come esempio si può citare la ribellione del tenete colonnello Aldo Rico, durante la Pasqua del 1987, affinché venisse approvata la Ley de obediencia debida, in Argentina. Le prerogative anomale dei militari che sopravvivono ai nuovi regimi democratici, soprattutto quelli che derivano da regimi militari, o da dittature personali dissolte volontariamente, riducono gli incentivi dei golpe, dato che gli interessi dei militari vengono tutelati a sufficienza, anche nella democrazia. Esempi di prerogative militari sono: Cile, in cui le forze armate si proclamano garanti dell’ordine istituzionale, secondo la costituzione del 1980; e il Portogallo, in cui i militari si ergono difensori delle conquiste della rivoluzione del 1974. Tali clausole suppongono una velata minaccia di intervento militare, quanto la situazione politica divenisse instabile, o 11 non gradita alle forze armate. Le forze armate, in altre parole, vogliono garantirsi implicitamente la possibilità di intervenire nella politica, anche contro regimi eletti. Anche in Turchia, secondo la costituzione del 1982, le leggi approvate dai militari dll’80 all’83 non possono essere criticate, né cambiate. Tra le istituzioni di questo tipo create dai militari abbiamo il consiglio della rivoluzione in Portogallo, che funziona come organo di controllo della conformità delle leggi della costituzione rivoluzionaria del 1976, ed il consiglio nazionale per la sicurezza turco, formalmente un gabinetto consultivo della presidenza formato da militari in pensione, di fatto vero centro del potere del paese, per molti anni. 12
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