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Max Weber e la sociologia dell'azione sociale, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

L'opera di Max Weber, sociologo tedesco del XIX secolo, che ha rivoluzionato la sociologia passando da una sociologia del fatto sociale ad una sociologia dell'azione sociale. Weber ha elaborato una teoria delle azioni sociali, distinguendole in quattro tipi, e ha attribuito un'importanza assoluta ai valori che l'attore sociale attua nella sua azione sociale. anche la teoria della scienza di Weber, che si basa sull'oggettività e sull'incompiutezza della verità scientifica. Inoltre, viene descritto il concetto di disincantamento del mondo e la gabbia d'acciaio, che rappresentano il destino tragico dell'umanità nella società moderna.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 09/11/2023

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Scarica Max Weber e la sociologia dell'azione sociale e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Max Weber !! pagliuzza nell’occhio→ colgo il dolore presente nella realtà soltanto affrontando la realtà in termini dialettici, soltanto se colgo la realtà come positiva o come negativa, cosa che non fa la sociologia classica; non coglie le contraddizioni presenti nella realtà–< reificazione della realtà !! il pensatore a noi più vicino, nella sociologia compie una vera e propria rivoluzione: da una sociologia del fatto sociale ad una sociologia dell’azione sociale. 1864-1920 Poco prima di morire aveva fatto parte della commissione che ha lavorato alla commissione della prima costituzione democratica di Weimar, questo è testimonianza della fama che il sociologo ebbe. le due conferenze “il lavoro intellettuale come professione” → “la scienza come professione” e “politica come professione" - "Indagine sull’etica protestante e l'inizio del capitalismo" ipotesi sulla nascita della nascita dello spirito capitalistico in occidente, questo ha origine nella religione, nell'etica calvinista. Appena dopo la rivoluzione vi sarà un radicale cambiamento. Weber attribuisce una importanza assoluta ai valori che l’attore sociale attua nella sua azione sociale. mette in scarto tutto il positivismo sociologico, per comprendere a fondo l’agire sociale bisogna comprendere i significati, la morale e la scienza non è la scienza deterministica di marx o comte, la differenza è ● “Le relazioni dei lavoratori della terra nella germania orientale” 1892 ● “Roscher e Knies e il problema Logo dell'economia politica-storica ” ● “L’oggettività conosciuta della scienza sociale e della politica sociale” 1904 ● “L’etica prptestante e lo spirito del capitalismo" 1904-5 ● “Studi critici sulla logica delle scienze e della cultura” 1906 ● “Su alcune categorie della sociologia comprendente” 1913 ● “Il significato della avalutatività delle scienze sociologiche" 1917 ● “La scienza come professione" 1919 ● “La politica come professione" 1919 Secondo Aron possiamo distinguere 4 aree di studio di Weber: ● Opere di storia ● Studi di metodologia e filosofia ● Sociologia della religione ● Sociologia generale, il tutto raccolto nell’opera “Economia e società” 4 grandi aree di studio: ● interpretazione sulle forme delle azioni sociali, che possono essere ridotte a 4 tipi: - l’azione razionale rispetto a fine (e scopo), il soggetto concepisce un fine e predispone i mezzi per arrivare, che collega al meglio i mezzi ideali per raggiungere un certo scopo. - azione razionale in rapporto a un valore, ha a che fare con una razionalità che ha come mira la realizzazione di un grande valore, il soggetto agisce razionalmente assumendosi ogni rischio al solo scopo di non deviare i valori. - azione affettiva, il soggetto obbedisce a una logica dei sentimenti, dipende dalla reazione emotiva dello stesso alla situazione - azione tradizionale, dettata dalle abitudini e credenze, che diventano per l’uomo una seconda natura. La teoria della scienza per weber è legata alla ricerca dello scienziato che agisce razionalmente rispetto ad una fine. I tratti peculiari della verità scientifica per Weber sono: - oggettività, in quanto la scienza deve dirsi vera per tutti e non transige giudizi di valore - incompiutezza, in quanto la scienza è in perenne divenire con questa critica Marx, egli infatti tendeva alla credenza che ogni processo storico fosse irreversibile e considerato vero. Weber elabora un’interpretazione sulle forme di azione sociale; secondo lui le azioni sociali possono essere ridotte a 4 tipi: ● l’azione razionale rispetto a un fine/scopo, il soggetto riflette accuratamente sui mezzi che usa per raggiungere quel fine. È la razionalità che domina il mondo economico, calcolando gli strumenti ideali per raggiungere un certo scopo ( il concetto di scopo non va frainteso con il “fine ultimo”, tipo Antigone che sostiene di ubbidire alla legge divina inscritta nel cuore di ciascun uomo; lo scopo è più limitato ). È l’efficienza, la capacità di produrre al minor costo il maggior risultato—> razionalità economica ● l’azione razionale in rapporto a un valore, questa razionalità mira alla realizzazione di un valore, es. il missionario che vuole diffondere il vangelo. È una fedeltà assoluta a determinati valori. È il valore che muove la persona a compiere determinate azioni—> “principi non negoziabili” ● L’azione affettiva, mossa dalla dimensione affettiva; non è irrazionale, obbedisce alla logica dei sentimenti, una logica diversa dalle forme di razionalità elencate sopra la filosofia di Weber si fonda sulla convinzione che i valori non esistano, ma sono creati dalle condizioni umane, i valori non sono tali → i valori non sono presenti nel mondo trascendente ne esistono nel mondo sensibile ← e sono riconosciuti solo dall’uomo. questi sono frutto da un relativismo che individua un politeismo dei valori nelle varie società Disincantamento del mondo o demagizzazione Secondo Weber la storia dell'umanità è nata da un processo di razionalizzazione (disincantamento del mondo), che creerà nel mondo occidentale una mentalità del tutto nuova lontana dalla concezione metafisica della religiosità; un esempio riguarda lo sfruttamento della natura che compie l’uomo; la natura non ha più nulla di magico, non è popolata da dei anzi la posso s-naturalizzare. In questa logica è inscritto un destino tragico. Le religioni per Weber hanno esercitato una forte influenza sulle azioni dell’uomo. La razionalizzazione del mondo per Weber sfocia in una riorganizzazione interna alla società, quindi ad una divisione del lavoro (impresa economica razionale) e nella burocratizzazione dello stato, ossia nella organizzazione tipica delle società moderne e una quintessenza del dominio dei mezzi sui fini. Nella società razionale l’uomo vive in uno stato chiamato “gabbia d’acciaio” snaturalizzando il mondo, arrivando ad avere specialisti senz’anima, ossia pensatori che sviluppano pensiero attraverso dialettica mezzi - fini. Il tema della gabbia d’acciaio—> l’economicismo occidentale crea le condizioni per una società disumana ( Weber è un PESSIMISTA, guarda al destino della ragione umana in termini sofferti ). Nella società moderna l’uomo utilizza solo la razionalità rispetto allo scopo, una razionalità strumentale. L’uomo si concentra solo sul rapporto mezzi-fini ( tale razionalità non coglie i principi ultimo ) Può una società sopravvivere? Per Weber no, un processo tale produrrà un mondo di specialisti senza anima, un mondo che si frammenta, che perde la capacità di coalizzarsi e di condividere. Ma perché questo è avvenuto in occidente? Perché è lì che c’è stato un processo di razionalizzazione che non si è verificato in altre culture / civiltà. Si pone come primo a superare il positivismo—> studioso che riconosce alla religione un’autonomia propria . Influenzato dallo storicismo tedesco: corrente di pensiero che introduce una netta separazione con il positivismo, per questo non esistono differenze tra scendente della natura e scienze della logica, poiché entrambe devono obbedire a una sola regola. Con weber non si può più parlare di unica regola. ● in quale misura le varie religioni hanno modificato l’economia nelle varie società? Nascita di un ethos economico, comportamento economico che giunge alla conclusione che le civiltà agiscono in modo diverso. Weber evita il riduzionismo, per lui ha infatti una sua sussistenza e capacità specifica. Punto di partenza di tutti gli studi di sociologia di Weber —> per quale concatenazione di circostanze proprio qui, in occidente, e soltanto qui si sono prodotti dei fenomeni culturali (capitalismo) i quali si sono trovati una direttrice di sviluppo di significato e validità universale? Il tipo di sviluppo economico occidentale ha il primato assoluto sulle altre civiltà, ha tracciato la strada per il raggiungimento dell’efficienza per tutti gli altri. Questo porterà però ad un estimo d’azione molto complicato “gabbia d’acciaio”. —> si parla di pessimismo weberiano, che constata Il capitalismo moderno con organizzazione razionale del lavoro formalmente libero si ha avuto solo in occidente. L’etica protestante nasce dalle domande di Weber, come una ricerca di studio statistico professionale, studiando si rende conto che vi sono aree della Germania ed Inghilterra in cui l’imprenditorialità si è sviluppata più che in altre → in queste zone vi sono persone protestanti o di fede calvinista. Dati statistici raccolti da suoi studenti che evidenziano una correlazione tra diverse aree della Germania, diventa quindi ovvio che il calvinismo ( che elabora una sua teologia specifica) abbia creato le condizioni per la nascita dello spirito del capitalismo —> atteggiamento economico Correlazione tra capitalismo ed ethos calvinistico. Lo spirito del capitalismo ha una specifica funzione, il guadagno diventa una finalità morale. “Ascetismo mondano” (ascesi= esercitarsi-> esercizio/elevazione, mondano = ascesi smaliziata nel mondo) la ricerca di una funzione morale avviene nel mondo stesso correlata all’attività economica. Il capitalista si eleva all’attività economica per una ragione religiosa—> eudemonismo (ricerca della felicità) “il fine dell’etica è la felicità”. Il capitalista ricerca nell’attività economica il comprendere se egli è un eletto o un retrodio. Doppia predestinazione—> dio ha sancito che vi è qualcuno predestinato alla salvezza e alti destinati alla dannazione, l’uomo per questo non può tentare la grazia di dio attraverso le opere. Il calvinista ricerca quindi nell’attività economica la sua elevazione o meno all’elevazione divina. Etica calvinista: “confessioni di Westminster” 1647 ● Assoluta trascendenza da Dio: dio non è raggiungibile per l’uomo, nel cristianesimo si pone la figura di un intermediario (sacerdote) attraverso il quale può giungere alla conoscenza di dio. Nel calvinismo però, non esistono figure di mediazione, per la religione calvinista attraverso il successo o l'insuccesso economico si arriva alla risposta di elezione o dannazione. ● Dottrina della doppia predestinazione→ ogni uomo è destinato alla dannazione/ salvezza ● Inutilità delle opere: attraverso le sole opere non raggiunge la salvezza, ma solamente il suo destino, giunge alla conoscenza della sua predestinazione. Le opere non contano, se non per comprendere una volontà che è già compiuta in se stessa. ● L’uomo ha per il fine ultimo della gloria di dio: non vi è una ragione oltre la gloria di dio che giustifichi l’esistenza dell’uomo ● Vocazione dell’uomo a realizzare il regno di dio ● Atteggiamento di rifiuto dei beni terreni Questo atteggiamento ha come conseguenza un significato metodico alla vita, che l’uomo medievale non aveva, che da vita al capitalismo nasce da questa razionalizzazione di ogni minuto della vita dell’uomo. Il tempo è di dio—> il tempo è denaro I calvinista diventano capitalisti per vocazione, e i non calvinista sono costretti a diventare capitalisti poiché questo diventa un fatto sociale che obbliga tutti al capitalismo. In questo modo vi sarà un grande accumulo di ricchezza che però non viene goduta. Scansamento rigoroso di ogni piacere spensierato. Il nuovo imprenditore capitalistico non ha alcun guadagno tranne il sentimento di compimento del suo dovere professionale, beruf → vocazione religiosa che muove gli uomini -La tesi fondamentale di Weber si basa sull’idea che lo stesso capitalismo è un ideale religioso- Secondo lui vi è un pluralismo metodologico che fornisce diverse spiegazioni ragionevoli di un unico fenomeno sociale. Processo di razionalizzazione che ha origine più antica del capitalismo stesso. È concento vi gli a partire dall’antico Israele questi germi di razionalizzazione si fossero estesi ad ogni ultima e società. Ascesi intramondana—> che porta alla concezione ascetica del lavoro, secolarizzazione del mondo Unico vero mezzo dell’uomo religioso= lavoro Un altro tema è quello del politeismo dei valori: Weber pensa che la storia dell’uomo e le società contemporanea, siano il teatro di un conflitto fra valore differenti, anche di tipo religioso. ( in questo forse si sbaglia, ispirandosi a Nietzsche [ Weber è un po’ figlio di Nietzsche ] pensa che non si possa risolvere la situazione, cioè che non esista una verità unica, ognuno ha propri valori che spesso non sono conciliabili con altri. Soprattutto non esiste un’istanza superiore ) Non c’è niente di universalizzabile→ Weber, per disperazione filosofica, scivola nel relativismo assiologico. Ma weber è “uomo contemporaneo” anche per questo, perché l’uomo contemporaneo pensa così, pensa di avere propri valori che cozzano con quelli altrui e che non si possa fare nulla. Le conseguenze di questo modo di pensare sono drammatiche. Se non sono convinto che l’uomo, attraverso l’argomentazione razionale, possa arrivare ad un punto d’accordo riguardo a valori universali, significa che siamo alla deriva. Significa che non trovo via d’uscita al conflitto mediorientale, al conflitto russo • Un’altra idea primaria è l’idea di una guerra di tutti contro tutti, è la guerra che domina la realtà —> relazioni conflittuali tra gli uomini che hanno tendenza ad usare la malignità del loro animo ogni qualvolta ne hanno occasione •È un’antropologa naturalistica, uomo concepito come fascio di impulsi. •l’uomo è un essere portato alla malignità. • disprezzo per la moltitudine, la massa vista come qualcosa di incostante, dominato da un'elite (una minoranza che sovrasta la maggioranza in ogni era della storia umana è esistita una classe dominante sulle altre che ne costituisce la storia e evoluzione). •per dedicarsi alla politica bisogna essere “non buono”, bisogna saper essere sia bestia che uomo. L’uomo politico ha sia le qualità del leone che della volpe: forza e astuzia. → Machiavelli pensa che attraverso questo modo di agire si possa proteggere veramente la repubblica fiorentina Lo definiamo scienziato della politica perché per la 1° volta si rinuncia ad una visione normativa, non ci si chiede che cosa la politica debba essere. Lui cerca di fotografare la realtà così come essa è. Secondo alcuni suoi critici, come Scheler, è uno “strabico” storico—> per un osservatore era difficile uscire dalla prospettiva naturalistica, l’uomo era davvero cattivo ai tempi di Machiavelli. Ma dobbiamo chiederci se l’uomo agisca sempre così, e non è così. Quindi l’errore di Machiavelli sta nella generalizzazione, lui rende la sua società paradigmatica ( stesso errore che fa Comte, con la società industriale→migliore forma di governo, egli la individuò in una repubblica fondata sulla libertà, su leggi condivise, sulla virtù civica e sui buoni costumi ). Si sopravvaluta uno dei 3 tipi di sapere di cui parla Scheler. La tesi di fonde dei 3 suoi seguaci è questa: →Marx ha in testa una società utopica di uomini uguali, in cui non vi sia più una minoranza che domina sulla maggioranza; ≈ elitisti italiani che vedono una realtà totalmente diversa: di fatto è un “cimitero d’élite”, c’è davvero la minoranza che domina la maggioranza. Secondo questi 3 autori questa dialettica minoranza-maggioranza, si ripeterà sempre. Quindi questi 3 autori polemizzano con Marx • Tutti i processi sociali sono soggetti ad un sovvertimento interno. È quello che vediamo con le rivoluzioni: si combatte in buona fede con l’idea che sarà l’ultima, anche se sappiamo che non è mai così. Ci dicono che la storia è fatta dalle elite, ma non è vero, la storia è fatta dal popolo ● Gaetano Mosca: Distingue la classe governante ( classe dirigente/politica, minoranza ) rispetto la classe governata ( maggioranza ). La minoranza domina perché è organizzata, domina la teoria della burocratizzazione di Weber. La classe governante monopolizza il potere, gode di vantaggi che altri non hanno. Il potere si fonda sul privilegio—> visione disincantata della politica, quasi cinica, ossia distante ( è il cinismo di Machiavelli ). È inutile pensare di poter modificare questa cosa, la politica avrà sempre questa struttura di privilegio. Per Mosca la dialettica democratica (parlamento) è un gioco di forze, esiste una sola forma di governo e di classe politica, cioè, l'oligarchia dove esistono solo due classi sociali: i governanti e i governati. Scandalizzarsi di questa cosa è ridicolo —> credono che le anime belle ( gli ingenui, gli idealisti→ Mosca nega qualsiasi forma di desiderio o creatività all’interno della classe politica che necessita realismo ) debbano stare lontano dalla politica. Le minoranze usano la legge, la adattano alle proprie esigenze, in modo arbitrario e violento. Che cosa fa la classe governante? Cerca di assicurare alla classe governata il benessere, un avanzamento materiale e se ciò viene assicurato tutto va bene, mentre la maggioranza si trova a vivere nell’anomia . Le sue opere principali sono “ storia delle dottrine politiche”; “ elementi di scienza politica” ● Vilfredo Pareto: La sua opera più importante è il “trattato di sociologia generale” 1916. Lo scopo della sociologia è togliere i veli dalla realtà → la realtà così come si presenta è illusoria, nella realtà più profonda invece troviamo le vere dinamiche, la sociologia deve attenersi ai soli fatti e basarsi sull’indagine empirica osservando la realtà cogliendone gli aspetti più salienti per averne uìimmagine oggettiva. Sociologia come scienza empirica. Lui distingue azioni logiche e non logiche, in quanto gli individui non compiano solamente azioni prevedibili, ma su base anche dei propri stimoli per raggiungere determinati fini ponderando la scelta dei mezzi usati (razionalità o irrazionalità). Distingue quindi le azioni umani in : - azioni logiche→ sono quelle che gli individui compiono dopo aver studiato i mezzi necessari per raggiungere un determinato fin, connessione diretta tra mezzi e fini data da ragionamenti rigorosi. (es. Economia, azioni razionali e prevedibili) - azioni non logiche→ sono quelle a cui manca la corrispondenza tra mezzi e fini, l’individuo compie azioni adeguati al suo istinto per il raggiungimento di un fine. Utilizza mezzi che crede siano adatti, ma in realtà non sono attendibili (es. Sociologia, nel vivere l’uomo compie azioni che non sono irrazionali, ma che sembrano a lui adeguate, che non usano però mezzi adatti) →il numero di azioni non logiche che possiamo constatare nella realtà è nettamente superiore. I mezzi e i fini non riescono ad essere posti nell’azione adeguata. Un’altra distinzione si ha tra i residui, oggetto delle azioni non logiche ( istinti, come quello della fame, sessuale, di dominio ) e derivazioni, oggetto delle azioni logiche ( che seguono alle azioni non logiche, razionalizzazioni a posteriori. Giustificazioni date alle azioni dopo le az. non logiche, ideologie, intesa come “maschera”; le ideologie mascherano gli istinti, gli interessi. Quindi ingannano la maggioranza, ma tutte le forze politiche le utilizzano ). Le azioni umane secondo Pareto sono quindi frutto di unione di azioni logiche e non. Secondo Pareto il potere passa sempre da un’élite all’altra, ed ognuna di esse vuole raggiungere il potere e mantenerlo. Lo vorrà conservare anche quando verrà sostituito dalla nuova élite→ contrasto costante. Si userà o la forza o l’astuzia (leone-volpe), ma l’astuzia altro non è che la manipolazione, sono le derivazioni di cui lui ci parla. !!critica il marxismo → non può esistere una società dove non vi sono distinzione di classe, la realizzazione di questa è per lui un’utopia. ● Robert Michels: L’opera principale “sociologia del partito politico” 1912 →rivela un paradosso della democrazia: la democrazia funziona con il partito politico, ossia un’organizzazione che adotta la democrazia come fondamento del programma di essa che agisce secondo principi oligarchici. Ma se lo indaghiamo vediamo che di democratico ha ben poco→il paradosso sta nel fatto che la democrazia usi uno strumento non democratico, ossia il partito. Per Michels il “partito democratico” è un non senso, un partito è una formazione più o meno burocratizzata che al proprio interno rivela una forte tensione fra minoranze, leader e gruppi di potere. Si parla di “legge ferrea dell’oligarchia” La partitocrazia è il potere detenuto dai partiti, che è il grande vizio della 1° repubblica italiana. È la partitocrazia che ha portato all’autodistruzione della repubblica italiana. Fondamentale è l’organizzazione, che si fonda su un principio gerarchico non democratico → ci sono dei capi. Quindi democrazia è organizzazione, ma organizzazione è inevitabilmente oligarchia, e allora se le due premesse sono valide per sillogismo → democrazia = oligarchia. Tutte queste teorie possono essere usate per correggere le degenerazioni della democrazia, che sembrano inevitabili ma che inevitabili non possono essere. Una funzione di demistificazione dell’utopia → le logiche di sopraffazione ci saranno sempre, ma se ho la corretta logica posso presentare dei rimedi. In quanto “maestri del sospetto” ( Ricoeur ) ci possono aiutare a comprendere i limiti e le patologie a cui sono sempre esposti i sistemi democratici, fungendo da critica positiva fungendo da demistificatori dell’utopia di una società del tutto priva di logiche di potere e sopraffazione. Burnham parla di Mosca, Pareto e Michels come “ I difensori della libertà” nell’omonimo libro del 1942, in quanto essi si pongono come correttori dell’utopia deve “”cosificare la realtà”” l’unico obiettivo è superare la contrapposizione tra olismo e individualismo, giungendo alla conclusione della creazione di un sapere falso, che dividerà società e individuo come due entità autonome. I fatti sociali del positivismo sono esterni, generali e coercitivi così facendo dimentica dell’individualità del soggetto. L’esteriorità è quasi una finzione, per Adorno non esiste questa contrapposizione poiché si pone di dover comprendere la realtà così com’è creando le condizioni perché nasca una certa metodologia di unione delle due realtà: evita l’errore cruciale si reifica la realtà. Il vero sociologo coglie l’aspetto esteriore ma anche i processi individuali che permettono lo sviluppo dell’uomo. (errore dell’individualismo borghese di Weber che non considera la realtà). se la società si modificasse solo in base a ciò che è al di sopra dell’individuo allora sarebbe impalpabile un progresso. Solo se si riflette sull’oggetto e il soggetto esiste una reale dialettica che libera l’uomo dalla falsità del mito, con la quale nasce l’illuminismo. È necessario pensare a una dialettica illuminista che va rivista e criticata, che però rappresenta la storia dell’occidente. DOMANDA-> la dialettica dell’illuminismo contiene la possibilità di un illuminismo della dialettica? SI! La dialettica illuminista rappresenta la storia dell’occidente in quanto crea nuove forme di dominio incarnate dalle società di massa. La società di massa nel mondo borghese-capitalista occidentale è l’immagine stessa del tradimento della ragione che diventa tecnica; portando l’illuminismo al venire meno del suo scopo di liberazione del soggetto. Gli individui sono quindi annullati all'interno del sistema economico, l'illuminismo porta quindi ad una estraniazione in cui l’uomo è oggetto economico (merce). Se l'illuminismo criticando il mito diventa esso stesso un mito della ragione, è implicito che esso riconosca la falsità alla quale incorre. Piano sociale e politico della società moderna→“industria culturale” Critica alla società moderna, dicono infatti che le relazioni di dominio non sono solo quelle della fabbrica (rapp. di produzione di Marx) ma anche della vita umana, TUTTO DIVENTA MERCE, tutto diventa valore intrinseco scambiabile. - Totalitarismo: gli uomini sono ridotti a oggetti poiché ingabbiati dentro concetti che non ammettono repliche, che viene mantenuto dalla tecnica (propaganda) che permette un minuziosi controllo dell’individuo. - Società americanizzata: la ragione illuminista crea forme di dominio tramite la tecnica nella società di massa. Ogni cosa è trasformabile in merce, portando alla supremazia dell'oggetto sul soggetto. - “Industria culturale” : cultura di massa in cui ogni cosa ha un prezzo ed è quindi consumabile, senza avere un valore in sé . Il sistema epistemologico in cui ci troviamo oggi è totalmente opposta alla scuola di francoforte. Neofunzionalismo: Talcott Parsons Il neofunzionalismo, o teoria dei sistemi, è la prima scuola di sociologia che nasce in modo autonomo negli Stati Uniti. Nasce nel secondo dopoguerra che nasce con Talcott Parson, che analizza la società capitalista in continua evoluzione. Si rifà all'organismo di Durkheim, di tipo olistico, la società è innanzitutto un sistema sociale, che funziona come un vero e proprio sistema. Anche Weber influenza indubbiamente P., staccandosi però e abbracciando una sociologia funzionalista. La società funziona come un sistema, un organismo, tante istituzioni che trovano nella totalità una loro logica sistemica. Ogni agente, individuo della società, entra a far parte di un meccanismo sistemico che gli da un ruolo sociale. → quando l’uomo agisce nella società è costretto a riconoscersi ad un ruolo sociale. Tutti i movimenti di contestazione avranno come obiettivo polemico lo Parsons ≠ Luhmann→sono le società che si adattano ai mutamenti della stessa. ● La struttura dell’azione sociale 1937 ● Il sistema sociale 1951 ● Working paper in the theory of action 1953 ● funzionalismo in Durkheim, non pensa ai rapporti tra variabili ● Funzionalismo in Parsons, è convinto sia necessario andare oltre l’organicismo di Durkheim. La funzione per lui è la relazione che si sviluppa tra variabili che si influenzano reciprocamente. Interessato ad approfondire l'Interdipendenza, reciprocità delle variabili. Secondo P. Si risente troppo delle scienze naturali e l’organicismo dell’800, per creare una modalità autonoma, la società va pensata come sistema sociale armonico. Durkheim è precursore di questo funzionalismo organico, in quanto parla di una solidarietà organica→ parsons ci parla di funzioni in senso biologico e in senso matematico, ossia, le parti si attivano per mantenere in vita l’organismo dipendendo le une dalle altre (biologico) e la funzione è la relazione stessa tra le parti (matematica). Il compito della sociologia è costruire una grande teoria dei sistemi sociali → modello teorico astratto di tipo a-storico, la sociologia deve emanciparsi dalle altre discipline e costruire una prima grande teoria.la scoieta non deve essere pensata come grande corpo unico ma bensì come un “sistema sociale” in cui tante parti si armonizzano. Questa ambizione al raggiungimento di un modello teorico concettuale che permette di capire l’evoluzione di qualsiasi tipo di società. Concetti fondamentali della teoria dei sistemi di Parsons, detta “Grande Teoria” sono: ● Sistema→ insieme strutturato non contingente di relazioni tra ruolo istituzionalizzati, che permangono ● Struttura→ forma stabile che le relazioni tra le parti del sistema, i ruoli sociali assunti. ● Funzione ● Processo→ ottiene questo da Freud, sin da piccoli gli individui assorbono attraverso un processo di interiorizzazione. Vi sono dei processi di assimilazione di certi modelli normativi a livello inconscio Punti salienti: 1. Ricerca di una teoria generale della società “Grande Teoria” 2. L’individuo si integra nella società mediante l’interiorizzazione di valori sociali→ concetto di integrazione considerato positivo, motivo di critica (chi ha detto che l’uomo debba integrarsi?) 3. Il modello di evoluzione sociale si basa sul concetto di differenziazione funzionale Il metodo utilizzato è quello di creare una sociologia intesa come teoria dei sistemi sociali, l’aspetto specifico di questa teoria è fondamentalmente astratta, cioè che intende individuare ciò che accomuna nonostante le enormi differenze e strutture sociali. Ogni sistema sociale per sopravvivere deve soddisfare differenti funzioni→struttural-funzionalista, poiché le funzioni sono messe in atto da strutture e processi concreti, ossia strutture sociali come famiglia, stato, scuola, ecc che svolgono una funzione di stabilizzazione all'interno della società. Il sistema sociale è un insieme di ruoli che funziona poiché gli individui hanno interiorizzato le credenze alla base delle aspettative sociali tipiche dei ruoli che ricoprono. Il ruolo è qualcosa indipendente dalla persona, il ruolo ha una sua oggettività che prescinde dalla persona. Il ruolo è fondamentale, consente la vita sociale, in quanto una vita sociale non potrebbe avere aspettative senza un ruolo, in quanto le stesse aspettative gravano sul ruolo. Parsons sviluppa un relativo sistema di interiorizzazione dei valori, che denota come stabile quella società dove i ruoli che la costituiscono permettono il mantenimento nel tempo di una struttura integrata. In caso di conflitto? tra i ruoli non vi è mai una perfetta coincidenza del ruolo e lo svolgimento del ruolo stesso, in questa zona grigia vi è lo spazio per una rivoluzione. I modelli normativi di riferimento potrebbero prefigurare un salto rivoluzionario. SCHEMA AGIL ( o quadrifunzionale ) ● A→ Adattamento; ha a che fare con l’individuazione dell’uso dei mezzi poiché esista un efficacia, sistema funzionale economico. ulteriore, di tipo individuale- scientifico. Il politico ce l’ha l’etica delle convinzioni, ma più forte è quella della responsabilità. L’etica della responsabilità è l’etica del realismo e del compromesso: “ cosa devo fare in una determinata situazione?” Filosoficamente parlando sono su due piani diversi questi tipi d’etica, invece la politica è in mezzo→ sa coniugare questi due bisogni. Nessuno è privo di convinzione men che meno un realista completamente cinico. Comunitarismo e liberalismo: Nella storia delle scienze sociali si sono sviluppati grandi dibattiti, uno sul metodo che ha contrapposto Weber e i positivisti, e uno sul dibattito moderno-postmoderno. I principali esponenti di questo dibattito sono Macintyre, Sandel, Taylor, Bellah. Comunitarismo→ concezione secondo cui l’individuo esiste come parte della societa. Nozione che sottolinea l'importanza del concetto di comunità, intesa come complesso di vincoli sostanziali che legano gli individui eticamente e storicamente. - Alessandro Ferrara, osserva che il comunitarismo accetta alcuni presupposti liberali; le posizioni dei comunitaristi e dei liberali un tempo erano molto contrapposte, mentre oggi si avvicinano e si riconoscono reciprocamente. Teoria comunitarista: teoria filosofica, politica che attribuisce alla comunità un ruolo essenziale nella costruzione delle identità individuali. Appartenere ad una comunità significa essere fortemente influenzati da essa, quindi si condividono le stesse idee, presupposti ecc. L’appartenenza è il punto di partenza , la mia individualità non si potrebbe nemmeno formare senza appartenenza. “Il noi precede l’Io” →costruzione dell’IO condizionata dall’esistenza del gruppo Estremizzando questa posizione arriveremo a Marx: sono il risultato dei miei rapporti sociali. Ma non c’è questa estremizzazione→ l’IO può mettere in discussione la comunità, l’appartenenza. L’individualismo di oggi non consente all’individuo di strutturare una propria identità, anche per negarla successivamente Il comunitarismo attraversa tutte le correnti politiche, ed è interessante anche per questo. Il bene della comunità va protetto, es. lingua italiana che va difesa Il liberalismo ribalta la posizione: esistono singole identità ma devono essere inglobate in gruppi generali, non c’è l’islamico, il turco, il francese, solo l’individuo globale. L’uomo esiste nella pura razionalità. - Luciano Gallina, parla del concetto di “comunità” . Comunitarismo significa “coscienza di interessi comuni” anche se indeterminati ( questo senso di appartenenza lo avvertiamo ma non è determinato 100% ) - Tonnies è famoso per l’opera “Comunità e società” in cui analizza queste 2 entità sociologiche. Parla della volontà essenziale, che antepone il bene comune. Comunità come organismo naturale dove prevale una comunità comune (regolata da usi e costumi). Società vista come ambito di tutto ciò che è utilitaristico, funzionale, individualistico → non vige l’elemento della solidarietà ma la volontà dello scambio. Secondo lui più si procede in una fase della modernizzazione della società, più prevarranno aspetti anti comunitaristi, aspetti contrattualistici rispetto al passato. Per certi versi le cose sono andate così, dall’altra il bisogno d’appartenenza è qualcosa di intrinseco all’uomo, difficilmente sradicabile → è qualcosa con cui la sociologa deve fare i conti, temperando gli aspetti negativi - Macintyre parla di uomo come animale razionale dipendente; anche Aristotele parla dell’uomo come essere razionale. Però Macintyre sottolinea che sia dipendente: l’uomo dipende da una comunità, essendo un essere vulnerabile, esposto alla sofferenza, al dolore. Proprio per la sua vulnerabilità l’uomo ha bisogno di altri, con cui creare legami affettivi. È eliminabile questo bisogno dell’essere umano, di vivere legami e contesti di tipo comunitario ? No, la sociologia ce lo dimostra.
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