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Appunti secondo parziale sociologia dei processi culturali, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Argomenti: Weber, scuola di Francoforte e Adorno, Parsons, Sorokin, Bauman. (Dal libro di Aron e "introduzione alla sociologia" di Ambrogio Santambrogio)

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 17/01/2023

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Scarica Appunti secondo parziale sociologia dei processi culturali e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! SOCIOLOGIA – II PARZIALE (Weber, scuola di Francoforte, Adorno, Parsons, Sorokin, Bauman) MAX WEBER (1864-1920) - INDIVIDUALISMO Il suo pensiero abbraccia diversi ambiti: economia, storia, filosofia, diritto, metodologia della ricerca sociale, teoria sociologica e politica. Fra le principali opere della sua vasta produzione: ◦ “Sociologia della religione” ◦ “Il metodo delle scienze storico sociali”: esperto di storia romana ◦ “Economia e società”: sociologia generale ◦ “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”: indagini sulle origini dello spirito del capitalismo e analisi comparata della civiltà. La sua sociologia costituisce una rottura assiale nella sociologia. Lui proviene dalla filosofia e storicismo tedesco (ambiente neokantiano) perciò rompe radicalmente con il positivismo.  Comte e Durkheim: prevale una sociologia del fatto sociale, da Weber in poi diventa dell’azione sociale.  Kant: anche lui parla di una realtà complessa letta e sintetizzata dall'intelletto umano. Il classificare le varie forme di azioni è un tentativo di trovare una sintesi della realtà complessa (incompiutezza). Posso capire una porzione della realtà, ma non nella sua forma definitiva ultima. In Weber c’è un elemento costruttivistico (elemento di costruzione della realtà). La scienza e quindi la realtà stessa è in perenne divenire → l’uomo si deve adattare a questo. Weber non ha una posizione deterministica → non è convinto che ci sia un gruppo di fattori che determina sempre tutti gli altri della realtà sociale, rifiuta la tesi di struttura e sovrastruttura di M. Egli si distingue dall’olismo di Durkheim per quanto riguarda contenuti e metodo di studio. L’unità di analisi è l’individuo socializzato ossia l’individuo che interagisce con gli altri e produce fenomeni sociali. Le scienze naturali sono nomotetiche, mentre le scienze storico sociali sono ideografiche e hanno a che fare con la singolarità degli eventi. Distingue tra: - causalità storica: studia la concezione causale dei singoli eventi, circostanze che hanno prodotto un evento storico. - causalità sociologica: cerca di comprendere che relazione intercorre tra grandi eventi o processi. Metodo: 1. Superare l’idea del modello positivista di scienza: l’idea che sia possibile individuare anche nelle scienze sociali delle leggi generali che spieghino le infinite relazioni sociali. 2. Recuperare un approccio tipico dello storicismo tedesco: le azioni umane sono uniche ed irripetibili, pertanto devono essere interpretate nelle loro particolarità storica e non semplicemente generalizzate. Le scienze sociali quindi hanno bisogno di un metodo specifico diverso da quello che si applica alla natura. Infatti: 1. Le scienze naturali fanno uso del metodo della spiegazione (erklären) causale, ossia spiegano il dato particolare empirico riconducendolo alla legge scientifica. Le caratteristiche fondamentali sono oggettività e incompiutezza (≠ da positivismo) 2. Le scienze storiche devono comprendere (verstehen) l’azione storica nella sua particolarità, ossia interpretare il senso che essa ha per l’attore sociale che l’ha compiuta. La sociologia deve comprendere il significato dell’azione sociale. La sociologia interpreta l’agire (è scienza comprendente): non segue più il modello delle scienze naturali, poiché i fenomeni sono compiuti da soggetti. Si ricercano le ragioni/ il senso dell’agire individuale che emergono in un complesso sistema di relazioni. Le ragioni sono svincolate da leggi deterministiche: ogni manifestazione dell’agire ha un significato specifico che le viene dato dall’individuo che compie l’atto. Da queste interpretazioni deve ricavare modelli generali: affinché i risultati del procedimento interpretativo abbiano dignità scientifica, la comprensione deve sfociare in una concettualizzazione abbastanza generale da consentire spiegazioni e teorie. →→ TIPI IDEALI Metodologia che consiste in elaborare schemi per confrontarsi nella complessità della realtà. Costruiti dai sociologi per generalizzare l’interpretazione ottenuta, sono strumenti ma non fini della ricerca. La sociologia deve astrarre da azioni individuali caratteristiche comuni: individuare i tipi-ideali. Nella realtà non troviamo mai esattamente il tipo ideale poiché esso è una astrazione concettuale della realtà empirica. Valore euristico, con l’obiettivo di rendere intellegibili eventi storici, di leggere la storia individuandone le differenze e circoscrivere alcuni aspetti fondamentali. Esempi sono le entità più astratte (burocrazia), i tipi di azioni e i tipi di potere. Il tipo ideale mira a cogliere il ‘tipico’, l’essenziale di un fenomeno, generalizzare aspetti che lo descrivono e che persistono nella storia. Ogni volta che sviluppiamo i tipi ideale si ha il rischio di accentuarne uno al posto di un altro. Modelli che si devono confrontare con la realtà che cambia. ! DOMANDA! metodologia del tipo ideale a memoria. Il compito del sociologo non è identificare un sistema di leggi universali con cui spiegare gli eventi storici ma individuare i nessi adeguati tra eventi. Per produrre una conoscenza sociologica oggettiva: 1. Riferimento al valore: scienziato deve riferirsi a un valore, ossia deve compiere una scelta tra l’infinito campo dei nessi causali che compongono un fatto sociale, fatta sulla base di un suo specifico interesse. 2. Giudizio di valore: non deve esprimere il suo giudizio di valore sull’oggetto studiato e pertanto intervenire agli eventi storici. Il comportamento è un “agire automatico” di risposta agli stimoli: è un comportamento reattivo L’azione invece è dotata di un senso intenzionale. Il senso dell’agire è dato dal suo essere intenzionato. ↓ ANALISI DELL’AZIONE SOCIALE studio delle azioni individuali ma interconnesse. Il tutto (la società) nasce dall’agire interconnesso di tanti. La prospettiva è individualista. Possiamo distinguere 4 tipi ideali di azioni sociali: 1. Azione razionale rispetto a un fine: (poi razionalità di tipo strumentale) atteggiamento tipico dell’uomo di oggi, la cui attenzione è concentrata nel curare gli strumenti che consentono di perseguire quel fine o quello scopo. Tende a prevalere su ogni altro tipo di azione, facendo dell’uomo moderno un razionalista. 2. Azione razionale in rapporto a un valore: (ideale) il soggetto tende ad agire razionalmente e in riferimento a valori ultimi (politici, religiosi, morali o estetici). Gli strumenti che utilizza assumono un ruolo secondario, il focus è il valore finale da perseguire → assiologia = ciò che ha un valore dal punto di vista dei grandi ideali. 3. Azione affettiva: entrano in gioco degli automatismi di tipo affettivo ed emotivo legati a un certo contesto. Ci sono ambiti della società nei quali questo tipo di agire effettivo non è ammesso. Tanto più è efficiente un sistema sociale, quanto più riesce ad organizzarsi distinguendo ambiti in cui è un solo certo tipo di razionalità a funzionare. 4. Azione tradizionale: è dettata da una fedeltà a determinati costumi, abitudini e credenze (diventano nell’uomo una seconda natura). Nel mondo contemporaneo la dimensione tende ad essere scalzata dell'agire razionale. AGIRE SOCIALE il senso intenzionato che il soggetto dà all’azione, è rivolto agli altri.  NON RAZIONALE: azione non consapevolmente orientata a un senso soggettivamente intenzionato, azioni “passive”. Esse sono al limite tra l’agire razionale e il comportamento reattivo. (Affettivo/tradizionale)  RAZIONALE: azione consapevolmente orientata, agire in senso proprio. Il senso è chiaro e consapevole, razionale. L’attore agisce in modo autonomo (non meccanico). (Fine/valore) 1. Coerenza: l’azione è razionale poiché coerente ad un valore. Razionalità rispetto al valore Destino della ragione: Processo di razionalizzazione e secolarizzazione, razionalità burocratica producono alla lunga «grigiore, livellamento», avvento di una massa. Uomini costretti ad adattarsi, impotenti, una razionalità del tutto impersonale e strumentale. Una crisi della razionalità che minaccia iniziativa e libertà, stato di diritto e primato della persona. Sociologia della crisi. ESEMPI DEL PROCESSO DI RAZIONALIZZAZIONE  Impresa economica razionale (divisione del lavoro) e quindi nel capitalismo.  Processo di burocratizzazione dello Stato, funzionario dello stato che si occupa di un aspetto più stretto, di una materia che si restringe sempre di più. Es «banalità del male» dove funzionari quasi non si accorgevano di ciò che facevano.  Burocrazia, organizzazione permanente della cooperazione tra un gran numero di individui, ciascuno dei quali esercita una funzione specializzata. È però anche la quintessenza del «dominio dei mezzi sui fini». SOCIOLOGIA POLITICA Politica: l’insieme dei comportamenti umani che implicano il potere dell’uomo sull’uomo. Potere: la probabilità che gli ordini impartiti vengano eseguiti (qual è la motivazione che determina l’obbedienza?) Classificazione forme potere su base del criterio di legittimazione, cioè insieme di ragioni che mi spingono a obbedire 1. Potere razionale o legale-burocratico: impersonale, fondato sulla legge, sulla validità dello Stato di diritto. Legittimità dei titoli di coloro che lo esercitano; 2. Potere tradizionale: personale, legittimità deriva dalla tradizione. Fondato sulla credenza nel carattere sacro delle tradizioni antiche. 3. Potere carismatico: fondato sulle qualità straordinarie di un ‘capo’ e su una devozione fuori dal comune. Potere straordinario ma anche precario. Qualità non trasmissibili, la legittimazione è personale. Sua banalizzazione, nel momento in cui viene trasferito, ma anche nello stesso individuo. Weber cerca di elaborare una teoria molto distaccata fredda e scientifica della politica. Sarà accusato di avere favorito l’avvento del nazismo da Lucas, per avere previsto il potere carismatico. Ma la politica di oggi è in crisi per assenza di carisma FILOSOFIA DI WEBER ◦ L’esistenza storica è essenzialmente creazione e affermazione di valori creati da decisioni umane ◦ Matrice neokantiana: fondata sulla radicale distinzione tra fatti e valori; costruttivista ◦ Le visioni del mondo si sono create nella lotta con altri ideali ◦ Politeismo dei valori (relativismo, idea che non sia possibile l’esistenza di una tra scendenza) ◦ Etica della convinzione (conformità assoluta alla propria coscienza) ed etica della responsabilità (considero le conseguenze del mio agire; Machiavelli: il cittadino di Firenze che preferisce la grandezza della sua città alla salvezza della sua anima; i conflitti dell’uomo di Stato). Interrogativo: i valori sono creati o scoperti (in quanto esistono per se stessi)? Esite una natura umana di fronte alla quale non ci si può ribellare? Leo Strauss ha parlato di «nichilismo weberiano» Costantemente era proiettato sui problemi ultimi dell’uomo. I valori sono creazioni dell’uomo e delle civiltà, NICHILISMO ASSOLUTO Fino a cosa può spingersi uno stato per fare rispettare i valori? Questione aperta attuale ! Ultime pagine Aron! SCUOLA DI FRANCOFORTE Fondata a Francoforte nel 1923 grazie alla donazione di un imprenditore. Parte degli studiosi sono di origine ebraica, con l’avvento al potere di Hitler sono costretti ad abbandonare la Germania, molti vanno a Parigi, altri negli Stati uniti, altri come W. Benjamin si uccidono scappando dalle SS. Sociologi principali in tre generazioni: Prima generazione: Max Horkheimer (1895 – 1973), Theodor Adorno (1903 – 1969), Seconda generazione: Herbert Marcuse (1898 – 1979) e Walter Benjamin (1892 – 1940) Terza generazione: Jürgen Habermas (1929), Zygmunt Bauman (1925 – 2017) Prima generazione Pessimismo culturale che caratterizza Adorno e Horkheimer. TEMATICHE (influenzato da Marx e Weber)  Critica alienazione industriale borghese, ma rifiutano il primato che M. aveva affidato all’economia. Criticano il suo economicismo e materialismo.  Rifiutano il mito dell’utopia e della società perfetta che ipotizza Marx, perché con avvento del nazismo e bolscevismo non potevano immaginare una società libera. Devono recuperare la razionalità europea, tradizione che rimane coniugata all’idea di libertà. Nazismo, comunismo, capitalismo borghese, sono tutte tradizioni anti europee che negano la razionalità classica filosofica e metafisica. “dopo Auschwitz non si può più fare filosofa” In “Dialettica dell’illuminismo” (1946) sostengono la critica della razionalità moderna e illuminismo che finisce per cancellare l’idea stessa di ragione. Eclissi della ragione: prevale la razionalità strumentale di W., idea di Bacone del “sapere è potere”, idea di ragione strumentale che si concentra sui mezzi e non sui fini. Accusano l’illuminismo di un uso irrazionale del razionale. Fa scivolare l’uomo nella “gabbia d’acciaio”. Razionalità di dominio che inizia a prendere forma con Cartesio e filosofia moderna. Due esiti: 1. Sadismo , sesso diventa calcolo e pianificazione per il massimo dominio dell’altro 2. Industria culturale, ha realizzato l’uomo come essere generico, ognuno è solo ciò per cui può sostituire l’altro, ovvero una banalizzazione e barbarizzazione della cultura, priva della forza morale del pensiero. Arrivano considerare l’importanza del recupero sapere religioso, teologia come speranza di un miglioramento. Capitalismo è il male migliore, il male peggiore sono i totalitarismi, rigettano l’idea di un’utopia della rivoluzione chiamando “fascismo rosso”; infatti nel ’68 Adorno fu contestato, come “rassegnato al capitalismo”. CRITICA SOCIALE al positivismo (Comte, Durkheim e in parte Weber) Le scienze sociali devono descrivere oggettivamente la realtà, ma anche rifiutarla, criticarla e distaccarsi da essa. L’uomo è colui che sa ribellarsi. “la pagliuzza nel tuo occhio è la migliore lente di ingrandimento.” P. 175 ciò che ostacola la possibilità della vita migliore è esattamente l’oggetto della sociologia. Riflessione sulla presenza del dolore nel mondo, sociologia non deve rimuovere questa sofferenza, ma fare della sofferenza l’oggetto dell’analisi sociologica. Solo assumendo questo dolore posso immaginare di rimuoverlo. Musica dodecafonica, non basta Mozart, ma qualcosa che rompe l’armonia e mi aiuta a capire meglio le disarmonie della società, arte ha una funzione sociale. Reificazione: sociologia classica trasforma in res la realtà, ovvero la descrive come fatto e assegna ai fatti qualcosa di oggettivo e indissolubile, e così non può comprenderne le contraddizioni. In realtà si deve andare al di là dell’oggettività, non è un dato fine a se stesso ma racchiude dentro una contraddizione. Processo di razionalizzazione come alienante, rileggono Marx attraverso Weber. Fanno riferimento all’alienazione dell’operaio rispetto al proprio lavoro. ADORNO È uno dei migliori rappresentati della teoria critica  Conosce Horkheimer e Benjamin durante gli studi universitari  Si laurea in filosofia a Francoforte con una tesi su Husserl  Costretto all’esilio per motivi “razziali” si rifugiò negli Stati Uniti dove continuò la collaborazione con Horkheimer, strinse amicizia con Thomas Mann (esule tedesco).  1941 - 1944 “Dialettica dell’Illuminismo” che uscirà in tedesco per la prima volta nel 1969.  Torna a Francoforte nel 1949 e diviene professore di Sociologia e Filosofia. Gli anni successivi sono segnati dalle polemiche con il movimento studentesco.  1966 “Dialettica negativa” è il suo libro teorico più importante. Critica il metodo di Durkheim e Weber perché: 1. Considerano società e individuo come dimensioni autonome. 2. Forniscono della società un’immagine reificata. Teoria critica La società non è una realtà autonoma dagli individui: tale diventa se viene reificata, cioè vista come oggetto a sé stante e indipendente dagli individui che l’hanno prodotta. Il suo senso appare, così, estraneo e opposto agli individui medesimi. La società va colta come totalità, la teoria critica mostra come e perché i processi sociali siano diventati autonomi rispetto ai soggetti e appaiano. La società vera è quella in cui non c’è più scarto tra individuo e società. Illuminismo Per Kant è “l’uscita dallo stato di minorità” Per Adorno e Horkheimer resta la sola ancora di salvezza, ma l’errore sta nell’assolutizzare la ragione: attraverso la critica del concetto di ragione, è possibile ricavare un concetto positivo, una critica razionale della ragione. Ha voluto liberare l’uomo dal mito superstizioso finendo tuttavia per consacrare un nuovo mito, il mito della ragione. La dialettica dell’Illuminismo, che criticando il mito era diventata essa stessa un mito, contiene in sé le premesse critiche per riscoprirsi dialettica, ovvero “pensiero aperto” in continuo superamento di sé. Illuminismo della dialettica: la ragione dialetticamente deve criticare se stessa, e attraverso un confronto reale con la società è in grado di comprendere gli errori che essa stessa ha compiuto. Crea la società di massa: prevale sempre la ragione strumentale dell’illuminismo. Interviene un pensiero che dimentica le radici più profonde. Al posto della liberazione si produce una situazione di estraneazione. In realtà non c’è salvezza senza illuminismo, va criticato ma anche ripensato. Vi è una parte incompiuta, si deve fare una critica illuminista all’illuminismo. Consente di comprendere contraddizioni per poi emendarsi. ! DOMANDA! cosa si intende per illuminismo della dialettica. SOCIETA’ DI MASSA Secondo loro la società di massa è una società dove anche la cultura è reificata, può produrre alienazione e schiavitù nei rapporti sociali ed economici. La società moderna (cinema, radio, mass media) anche nelle forme democratiche ha qualcosa di totalitario, con manipolazione dell’uomo. Con lo sviluppo tecnico – scientifico esercita un controllo minuzioso dell’individuo. Intreccio tra potere politico economico e mass media pericoloso. SOTTOINSIEMI:  Economia : ogni sistema sociale ha bisogno di creare un sottosistema che ha il compito di provvedere energie esterne, di elaborarle e di metterle al servizio. L’adattamento si riferisce al problema di procurarsi risorse sufficienti dall’ambiente esterno al sistema e alla loro successiva distribuzione all’interno del sistema stesso.  Politica : ha il compito di elaborare gli scopi principali verso cui muovere un sistema.  Sociale : strumento per il corretto mantenimento della coerenza e della solidarietà e implica gli elementi che stabiliscono il controllo degli altri sottosistemi (influenza la politica) (Welfare State). → hanno funzioni fondamentali di conservazione, di mantenimento e di riproduzione del sistema stesso. Per questo motivo, il sistema AGIL, viene anche chiamato il sistema dei 4 prerequisiti fondamentali di ogni sistema sociale. Le quattro funzioni corrispondono a quattro sottosistemi funzionali (elementi, istituzioni) propri del sistema sociale Imperativi funzionali Sottosistemi istituzioni Adattamento (Adaptation) Economico Imprese Goal (Goal attainment) Politico Partiti/burocrazia Integrazione (Integration) Sociale Scuole/media Latenza (Latent pattern maintenance) Culturale Famiglia / patria Da una parte la società moderna deve consentire ad ogni sottosistema di agire, di muoversi, secondo un codice proprio, senza un distacco. La latenza ha un ruolo primario: i modelli normativi prevalenti assicurano a tutto il sistema la possibilità di integrarsi vicendevolmente. Da qui ha importanza la cultura, ma da un pov antropologico, perché elabora modelli. Se non avviene questo il sistema tende a implodere perché viene meno la coesione e ogni sottosistema smarrirà le ragioni più profonde per le quali è chiamato ad essere efficiente e collaborativo rispetto agli altri sottosistemi. Questa teoria generale dei sistemi è una descrizione o forma di analisi che propende verso la staticità (tende ad essere incapace di trattare il problema del cambiamento sociale).  Schema evolutivo della società - processo di differenziazione funzionale Tale processo spiega l’evoluzione storica delle società e quindi giustifica l’emergere della società moderna. In ogni sistema vi sono dei sottosistemi: il sottosistema è contenuto nel sistema ma a sua volta diventa sistema avente altri sottosistemi (effetto matriosca). Il motore del processo è il sistema delle credenze e dei valori. Sistema di credenze della società moderna = individualismo La natura dei valori sociali condivisi cambia radicalmente rispetto alle società pre-moderne dove i valori erano prescritti in modo rigido. Nella società moderna non si interiorizzano comportamenti dettagliati ma criteri generali d’azione proprio perché l’individuo è più libero di scegliere tra alternative funzionalmente differenziate. Critiche al funzionalismo 1. A storicismo : inclinazione a ragionare unicamente in termini sincronici. 2. Orientamento conservatore: primato attribuito all’equilibrio, all’omeostasi (tendenza al riequilibrio degli esseri viventi), allo status quo. 3. Prevalente interesse per il problema dell’ordine (Hobbes), dell’integrazione, e non del conflitto. 4. Peso eccessivo attribuito ai ruoli (istituzionali), ai sistemi chiusi, incapacità di comprendere i fattori interni, endogeni, del mutamento dei sistemi sociali. A cui risponde che il problema dell’ordine e dell’integrazione non è né conservatore, né progressista. Anche le società e i sistemi nati da rivoluzioni, hanno il problema di una stabilizzazione di un nuovo ordine sociale (vedi: Russia sovietica con Stalin; Cina popolare). SOROKIN (1889 – 1968)  Nasce a Turya, piccolo villaggio della Russia del nord, nella regione abitata dai Komi. Il padre è un artigiano.  1905 scoppio di moti rivoluzionari, aderisce al partito socialista rivoluzionario  1906 arrestato dalla polizia zarista per la sua attività politica, viene espulso dalla scuola.  1907 riprende gli studi, si reca a San Pietroburgo, si mantiene facendo l’istitutore privato.  1910 si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pietroburgo. Sfugge ad un secondo arresto.  Per sottrarsi alle ricerche va in Italia (Sanremo). Ritorna in Russia ed è arrestato nuovamente.  1914 si laurea e sceglie di addottorarsi in criminologia.  1917 è uno dei principali promotori del congresso dei soviet, nominato segretario di Kerensky, capo del governo provvisorio. Si rifugia nelle foreste del suo villaggio perché cercato dalla Ceka, arrestato poi rilasciato.  1922 attaccato da Lenin per un saggio. Fa parte dei 700 intellettuali espulsi e imbarcati a forza sulla cosiddetta “nave dei filosofi”. In realtà raggiunge la Cecoslovacchia in treno.  1923 tiene numerose conferenze a Praga.  Stati Uniti, invitato a tenere conferenze. L’Università del Minnesota gli offre un insegnamento stabile.  1930: chiamato ad insegnare ad Harvard. Gli viene affidata l’organizzazione di un dipartimento di sociologia. Incontra T. Parsons e inizia a lavorare alla sua opera più importante.  1949-1959 costituisce l’Harvard Research Center in Creative Altruism.  1963 interesse per il pensiero di Sorokin aumenta. Pubblicati due volumi in suo onore.  1965 eletto presidente dell’American Sociological Association. Trova un forte interesse nei giovani che nel ’60 cominciavano le rivoluzioni nelle università. Nel 1969 giovani studenti esibivano targhette con la sua dicitura. Tema creativo altruistico. Critica nei confronti delle sociologie precedenti. OPERE PRINCIPALI  La dinamica sociale e culturale  Il potere dell’amore  La crisi del nostro tempo  Le angosce dell’uomo contemporaneo  Homo homini Deus  Storia delle teorie sociologiche  La crisi dell’Occidente e la ricostruzione dell’umanità METODO LOGICO – SIGNIFICATIVO Il metodo adeguato allo studio delle relazioni logico-significative è l’appropriata unificazione dei frammenti in un tutto, secondo il significato logico e la reciproca pertinenza logica di essi. L’essenza conoscitiva sta nella scoperta di un principio centrale che permea tutti i componenti, dà senso e significato a ciascuno di essi, un principio unificante. Concezione di un tutto integrato, intorno a un principio generatore che la unifica. Bisogna cogliere l’aspetto interiore di un fenomeno. Lo sforzo che devo fare è di comprendere il senso che l’autore ha cercato di dare alla propria opera. Deve saper collocare una teoria scientifica in un contesto culturale. Sistemi di cultura - dimensione interna ed esterna Oggetti, eventi, processi che incarnano, incorporano, realizzano, ed esternano una certa esperienza interiore. Questi fenomeni esteriori appartengono ad un sistema culturale soltanto perchè essi rappresentano una manifestazione del suo aspetto interno, altrimenti cessano di far parte di una cultura integrata. Es. impoverita del suo significato interiore, la Venere di Milo diventa un puro e semplice pezzo di marmo.  È possibile afferrare in modo adeguato l’aspetto interno di una data cultura? Per lettura corretta dobbiamo intendere quella lettura che concepisce tale aspetto nello stesso modo in cui fu concepito dai suoi creatori o elaboratori. Tutti gli insiemi culturali sono suscettibili di una interpretazione logica, una tesi comune ad ogni analisi scientifica. La logicità deve essere valutata sempre in base alle sue premesse fondamentali. Il principio centrale per mezzo del quale può essere compreso il carattere di una cultura integrata va cercato nelle premesse di tale sistema culturale. TRE TIPI DI CONOSCENZA: sensoriale, razionale, superrazionale. Riprende Comte ma senza il suo esclusivismo, lo capovolge. Come per Scheler sono presenti in ogni epoca storica, perché sono caratteristiche della natura umana in quanto tale. Nessuna forma di conoscenza può eliminare le altre, anche se ciascuna può prevalere sulle altre. Individua due super sistemi, si tratta di due tipi ideali, nella loro forma pura non esistenti: 1. cultura ideazionale 2. cultura sensistica In genere si presentano all’osservazione del sociologo culturale delle forme miste Se invece rappresentano una sintesi equilibrata di entrambi i tipi puri allora siamo di fronte ai “sistemi idealistici” Lo studio delle premesse fondamentali della mentalità culturale di questi sistemi può avere come riferimento quattro elementi fondamentali: 1. La natura della realtà: molteplicità di modi di percepire lo stesso fenomeno da parte di persone diverse. Ad un estremo avremo la mentalità per cui la realtà è quale la percepiscono i nostri organi di senso e nulla scorge al di là della presenza sensibile dell’ambiente. All’altro estremo abbiamo persone che considerano i fenomeni come mera apparenza, sogno, illusione. La realtà vera è per loro al di là di queste apparenze. Per questa mentalità la realtà vera è sovrasensibile, immateriale, spirituale (Dio, Nirvana, Brahma, Om, Tao). 2. La natura dei bisogni: bisogni possono essere sensuali (fame, sete, sesso), spirituali (salvezza dell’anima, compimento del sacro dovere, servizio di Dio) o misti: insieme carnali e spirituali. 3. La misura in cui è ammessa la soddisfazione di tali bisogni e di tali fini: ciascun bisogno è suscettibile di soddisfazione in diversi gradi e misure. Da un massimo di abbondanza ad un minimo. 4. I metodi per la soddisfazione di essi: modificazione dell’ambiente, modificazione di se stessi. MENTALITA’ CULTURALE IDEAZIONALE La realtà è concepita come non sensibile e immateriale, come l’essere eterno. Bisogni hanno un carattere spirituale. Si ammette che essi vengano soddisfatti nella misura più ampia. Metodo: si minimizzano i bisogni fisici Sottosistemi:  ideazionalismo ascetico, controllo uomo su se stesso. (induismo, buddismo, taoismo, cristianesimo primitivo)  ideazionalismo attivo, controllo dell’uomo sul mondo esterno. (cristianesimo di S. Paolo) MENTALITA’ CULTURALE SENSISTICA Ritiene reale soltanto ciò che è presente agli organi di senso. Non ricerca e non crede in alcuna realtà sovrasensibile. La realtà è concepita come divenire, processo, mutamento, flusso, evoluzione, progresso, trasformazione. Bisogni e fini sono fondamentalmente fisici e se ne cerca la massima soddisfazione. Il metodo non consiste nella modificazione degli individui, bensì nella modificazione o sfruttamento del mondo esterno Tre sottotipi:  mentalità culturale sensistica attiva. (cultura contemporanea)  mentalità sensistica passiva, sfruttamento parassitario del mondo esterno. (oggi, Decameron, Rinascimento) ZYGMUNT BAUMAN (1925 – 2017) Riflette sulla tesi del tramonto dell’occidente, spaesamento e declino, che attraversa tutto il ‘900, ed è presente anche in Sorokin: raggiunto il grado più basso subentrerà un nuovo inizio di civiltà e un’epoca ideazionale. OPERE PRINCIPALI  Lineamenti di una sociologia marxista.  Critica del senso comune. Verso una nuova sociologia.  La modernità liquida.  La società individualizzata. Come cambia la nostra esperienza.  Il disagio della postmodernità.  Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi.  Vita liquida.  Paura liquida.  Fine del mondo liquido, superare la modernità e Stato di crisi (con Bordoni) TEMATICHE PRINCIPALI – eleva la fluidità a principale metafora dell’epoca moderna. Secondo lui stiamo assistendo a una liquefazione dei valori sociali, da una società solida. Modernità liquida: tutti i grandi valori, il soggetto, l’individualità, il progresso si sta indebolendo, a causa del dominio dell’economia e della razionalità di tipo strumentale. (appoggia tesi di Marx e Weber, come scuola di Francoforte) Analizza 5 grandi temi:  Emancipazione  Individualità  Tempo/spazio  Lavoro  Comunità Emancipazione raggiungere un equilibrio tra desideri, immaginazione e capacità di agire. L’immaginazione non deve superare i desideri reali e nessuno dei due deve oltrepassare la capacità di agire. Equilibrio raggiunto:  Ridimensionando i desideri e/o l’immaginazione  Ampliando la propria capacità di agire Per controllare ed organizzare l’erogazione e la garanzia della libertà de jure, il potere va ad agire all’interno di spazi chiusi, solidi, che finiscono per ingabbiare la libertà de facto degli individui (l’autocostituzione). Endemica tendenza al totalitarismo della modernità solida. Esito paradossale di questa ritrovata possibilità di liberazione dell’individuo: è una società nella quale un sogno diventa realizzabile e viene generata una grande frustrazione. → forma ipocrita della democrazia contemporanea: Obiettivo del pensiero critico alla modernità solida: frammentare e neutralizzare gli spazi chiusi costituiti dalla società moderna per “liberare l’uomo”, renderlo autonomo e libero di scegliere. Emancipazione come diritto ad essere e restare diversi, cioè come diritto alla resistenza all’omogeneizzazione. Svuota di significato lo spazio pubblico. Pone l’accento sulle peculiarità dell’individuo, che non può che ritrovarsi, come Adorno, in un “inviolabile isolamento” ! DOMANDA! collega Marx, Weber e Bauman Individualismo: la modernità liquida, riconoscendoti come individuo de jure (riconosce i diritti, ma non va oltre) ti pone nella situazione di non poter addossare a nessuno la colpa per la propria miseria (mancata emancipazione). La società attuale si basa sulla liberazione del desiderio in linea di principio, ma di fatto non consente la realizzazione di ciò che promette. La prima modernità «si opponeva» a queste richieste di emancipazione e liberazione. L’emancipazione diventa qualcosa di puramente individuale davanti a qualcosa che sfugge e si sottrae (la società liquida appunto) Società ed individuo sono legati da una relazione d’interdipendenza reciproca: la società plasma l’individualità dei suoi membri e gli individui danno forma alla società tramite le loro azioni vitali. Il processo di individualizzazione è un aspetto perpetuo e continuo di un’ossessiva e compulsiva opera di modernizzazione. Tempo e spazio: Gli spazi pubblici diventano vuoti da riempire i luoghi del consumo (Supermarket) → Non-luoghi, senza identità Il tempo oggi diventa mera istantaneità, non ha più storia, tutto vale per l’istante e si vive nell’istante La comunità: Ogni legame solido e duraturo ha perso consistenza. Si sbriciola l’idea di un ‘bene comune’, di un ‘interesse comune’. Non ci sono veri legami sociali. Pseudo-identità. Esiste una soluzione? Per Bauman soltanto superando una idea formale di democrazia (il cittadino de jure) si può superare questa situazione, recuperando la Teoria critica. Critica a Bauman: La forza di Bauman è una forza diagnostica, ma non c’è prognosi e non c’è terapia. L’unica via d’uscita che emerge dall’intervista è la constatazione che noi viviamo in un tempo di transizione nel quale non è possibile pensare ad una soluzione positiva. Dice che la nostra destinazione è sconosciuta e il futuro imprevedibile. → il rischio di questo pensiero è cadere in una forma di negativismo e pessimismo. L’unico aspetto positivo della terapia proposta da Bauman è l’elaborazione dell’arte del dialogo e l’arte del vivere sembra essere il nostro modo di costruire imbarcazioni che permettono all’umanità di sopravvivere dopo la scomparsa dell’Occidente in tempi liquidi moderni.
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