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Appunti secondo parziale sociologia dei processi culturali SID (Terenzi), Appunti di Sociologia

Appunti secondo parziale sociologia dei processi culturali

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 16/12/2021

margheritasani
margheritasani 🇮🇹

4.6

(5)

18 documenti

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Scarica Appunti secondo parziale sociologia dei processi culturali SID (Terenzi) e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA dei PROCESSI CULTURALI - Secondo parziale 2020 La teoria critica della Scuola di Francoforte - Introduzione alla sociologia (A. Santambrogio) La scuola di Francoforte, nata nel 1923, che vede come maggiori esponenti Adorno e Horkheimer, è marxista: sottolinea, però, la dimensione critica del pensiero marxiano, secondo la quale, criticando, occorre spiegare i fenomeni della società, mettendo in luce il ruolo centrale che hanno i soggetti sociali (classe operaia) nella storia. E' una forma di pensiero negativo finalizzato allo smascheramento delle contraddizioni della modernità. | sociologi francofortesi vogliono applicale la critica marxiana alla società contemporanea, analizzando tramite essa quei fenomeni imprevedibili da Marx, quali fascismo, nazismo e totalitarismo democratico della società di consumo di massa. Si rifanno a: * MarxedHegel per la tendenza filosofica alla dialettica, volta ad evidenziare le contraddizioni intrinseche; * Freudperlo studio dell'individuo e dell’introiezione della autorità. La loro visione si pone a metà tra la tesi di Durkheim, secondo la quale i fatti sociali sono cose, e quella di Weber, secondo la quale il senso intenzionato dei soggetti va interpretato e non può essere ridotto a cosa: secondo Adorno entrambe le prospettive sono vere, perché la società è sia un prodotto dell'individuo, sia una realtà autonoma. Deve esserci una conciliazione tra totalità sociale e individualità particolare; pongono un'emancipazione della ragione umana per la redenzione del mondo, che, tuttavia, ritengono irraggiungibile. Lo scopo fondamentale del metodo è, infatti, mostrare come e perché i processi sociali diventino autonomi dai soggetti. Bisogna anche prendere le distanze dalle utopie: il comunismo di Marx è irraggiungibile, è un paradosso. Tuttavia, possiamo cercare di trovare una via di mezzo realizzabile in atto e non solo in potenza, parlando in termini aristotelici. L'Illuminismo tenta di fare ciò, liberando l’uomo dal mito della religione, della magia e della superstizione, ma allo stesso tempo corre il rischio di assolutizzarsi e costituirsi come nuovo mito, quello della ragione (parlano, infatti, di “prospettiva totalitaria dell'Illuminismo”). Tuttavia, senza illuminismo non c'è salvezza: il mondo contemporaneo è soggetto a nuove e spietate barbarie, quali consumismo, incessante desiderio di consumo, universale trasformazione in merce e produzione (Adorno apprende questo principalmente in seguito al suo soggiorno a Los Angeles, a causa dell’antisemitismo dilagato in Europa). Infondo, il destino dell'Occidente - sostiene M. Horkheimer nella “Dialettica dell'illuminismo” (1947) - è simbolicamente racchiuso nel racconto omerico dell'incontro di Ulisse con le sirene: l'Odissea costituisce uno dei primissimi documenti rappresentativi della civiltà borghese occidentale. Teorizza tre modi in cui il capitalismo incide nocivamente sulla popolazione: 1. Il tempo libero diventa tossico -> non ci si dovrebbe rilassare e spengere il cervello, ma sfruttarlo per espandere la mente e riflettere, capire e modificare la società (parla infatti di “Culture Industry”, la quale è finalizzata al tenerci distratti, confusi, spaventati, incapaci di conoscere noi stessi e di riflettere e agire politicamente. Il consumatore non è, come si vorrebbe far credere, il sovrano, ma è l'oggetto dell'industria. Adorno, sempre sul suddetto tòrtoc, sviluppa la teoria dell’arte, secondo cui questa ha una doppia faccia: da una parte è un documento di denuncia della disarmonia e frammentarietà del nostro mondo, dall'altra è immagine anticipatrice di riconciliazion jon sorprende, infatti, che il sociologo difenda Beckett, Kafka o le avanguardie.) 2. Consumoe acquisto di cose in realtà inutili -> l'industria capitalista ci fa appositamente dimenticare ciò che ci serve veramente; infatti, le pubblicità mostrano ciò che vorremmo (felicità, fama, ricchezza, bellezza), associandolo con il prodotto 3. Ci sono proto-fascisti ovunque Gli individui della società contemporanea hanno il potenziale per vivere vite dignitose e felici, ma il problema sta nella forma mentis, ormai inutilizzata e inutilizzabile. Globalizzazione e cultura: tre paradigmi - Mélange globale (J.N. Pieterse) Ci sono innumerevoli differenze culturali, che, generalmente, contrappongono l'Oriente all'Occidente. Pieterse ritiene che la globalizzazione generi molte ibridazioni. Ci sono - secondo alcuni studiosi - tre tipi di prospettive sulle differenze culturali, tre modi di intendere le differenze culturali della società contemporanea: * Differenzialismo culturale (duraturo e immutabile) -> le differenze culturali e le identità sono qualcosa di intrinseco, non modificate dalla relazione con gli altri ® Confluenza culturale (cancellabile e cancellata) -> le differenze culturali e le identità non sono qualcosa di scontato, ma l'interazione porta ad una convergenza che prevale sulle altre. La cultura è qualcosa di omogeneo ed unitario, che cerca di espandersi ed acquisire posizione nella sfera pubblica nazionale ed internazionale (sia nella prima, che nella seconda tesi). * Ibridizzazione culturale (generatrice di nuovi mélange) Cerca di leggere il mondo presente guardando il passato, perché ritiene che esistano differenze internazionali su base culturali, perciò la sua concezione di società è indissolubilmente legata alla cultura e alla religione. La cultura continua ad essere importante, in quanto fattore di identità individuale e collettiva. Pieterse vede un salto quantitativo, ma non qualitativo: mostra come la globalizzazione abbia degli importanti precedenti storici, anche perché non ci sono razze o popoli puri, ma tutte le culture e le identità sono mescolate da sempre. Samuel Huntington parla di “clash of civilizations”, riferendosi all'interazione tra la civilizzazione orientale ed occidentale. Si parla, appunto, di un nuovo nemico, l’Islam e il Yellow Peril: Huntington suggerisce l'alleanza di USA, America Latina ed Europa per combattere il comune nemico. Ciò ha senz'altro a che fare con la modernizzazione e l’occidentalizzazione, da cui deriva che la cultura è una nuova linea di confine per i conflitti. Hungtington dice che il culturali, ma è certamente mondo moderno ha qualcosa di nuovo e futuro, perché rimette al centro le identii scettico. Ha una visione speculare rispetto a Fukuyama, il quale sostiene che la fine della guerra fredda segni un depotenziamento della carica ideologica del dibattito, perché ormai c'è un unico modello politico istituzionale e sociale (modello liberal democratico americano), che avrebbe superato la precedente conflittualità ideologica (tesi opposta a quella di Hungtington). Mcdonaldizzazione (Ritzer): è la razionalizzazione estrema (Weber -> burocratizzazione, gabbia d'acciaio). C'è l’idea che nel mondo globalizzato non assistiamo né alla separazione precisa di confini (differenzialismo), né ad un mélange globale (ibridazione di Pieterse), ma ci troviamo di fronte all'idea che la globalizzazione porti ad un'omogeneizzazione del mondo, dove le culture si assomigliano sempre di più, assomigliando tutte sempre di più alla cultura dominante (USA). Ad esempio, il McDonald è un modello calcolabile (per rapidità, economicità) e, quindi, affidabile per il cliente, che, ovunque andrà, saprà quanto spenderà e quanto ci impiegherà. Ciò è quello che le odierne multinazionali comprano e vendono, ossia la prevedibilità. Così, nel docu-film “The social dilemma?” di Jeff Orlowski, Shoshana Zuboff, comprendendo a fondo le dinamiche delle multinazionali (in particolare nel caso dei social media), sostiene che il prodotto è la certezza e l’affidabilità che un altro prodotto venderà; per avere successo, devono avere ottime previsioni e per farle, hanno bisogno di innumerevoli data. Quest'ultimo punto richiama la Cultural Industry dei Francoforte: i, così le multinazionali e la globalizzazione mirano anche all'acquisizione del tempo libero degli individi da poterli condizionare e studiare. Ritzer non è scettico, ma è convinto che la globalizzazione porterà qualcosa di nuovo: vede nella McDonaldizzazione una fase di ulteriore sviluppo della modernità. Altri, parlano di LOCALIZZAZIONE GLOBALE. Politica, stato e globalizzazione - Sociologia della globalizzazione (L. Martell) Le motivazioni economiche sono determinanti primarie della globalizzazione, come sostenuto sia da Marx, il quale attribuisce centralità allo Stato secondo il rapporto tra Stato e bisogni del capitalismo, e da Weber. L'economia è un importante fattore di pressione sullo stato e sulle sue scelte, ma è un rapporto di reciproca influenza: lo Stato può Il 10% più ricco della popolazione mondiale possiede l'84% di tutta la ricchezza disponibile (l'1% più ricco della popolazione mondiale detiene il 44% di tutta la ricchezza disponibile). “La globalizzazione dell’indifferenza” - Hans Jonas ADORNO, WEBER e DURKHEIM: Adorno si pone criticamente nei confronti dei due autori, ai quali dà torto e ragione. Afferma l'autonomia della società rispetto all'individuo, perché è un qualcosa di oggettivo e autonomo. In effetti, però, la società da poco spazio all'autonomia, libertà e fantasia dell'individuo (come dice Durkheim), ma i Francofortesi aggiungono che questa caratteristica è solo frutto del periodo storico, non è una necessità (la società potrebbe non essere così). “L’ansia di consumo è un’ansia di obbedienza ad un ordine non pronunciato” - P.P. Pasolini PUNTI DI COLLEGAMENTO TRA TEORIA CRITICA E GLOBALIZZAZIONE 1. | francofortesi analizzano fenomeni tra cui il capitalismo secondo la dimensione critica di Marx e teorizzano tre modi in cui esso incide negativamente sull'individuo -> scettici o antiglobalizzazione ante litteram 2. Adorno e Horkheimer applicano la teoria critica alla società moderna, affermando che la logica del dominio non è più confinata nelle fabbriche, ma dilaga in ogni rapporto sociale. La ragione illuminista crea, mediante la tecnica, nuove forme di dominio, incarnate nella società di massa. L'alienazione di marxiana memoria entra nel tessuto sociale: ogni cosa è trasformata in merce, perché tutto è scambiabile. Nasce la supremazia dell'oggetto sul soggetto. 3. Incontro e mix tra civiltà - Globalizzazione e cultura (vedi Primo Parziale) 4. Globalizzazione e politica, Stati nazionali e stati competitivi P. Virilio sostiene che l'individuo moderno è intrappolato nel presente da flussi (finanziari, commerciali e comunicativi), che, accelerando, diventano sempre più incomprensibili e indomabili. Homo oceconomicus (J.S. Mill): individuo il cui interesse esclusivo è la cura degli interessi individuali, perseguendo la massimizazzione del suo benessere. IDOLATRIA del DENARO in LETTERATURA: Le basi di tale tematica affondano le radici nel mondo classico con commediografi come Plauto e con lirici greci; tuttavia, il guadagno diventa motore dell’azione a partire dal Settecento. Balzac, ad esempio, delinea personaggi molto simili tra loro, la cui monomania è il denaro. Ma ancora in autori come Zolà, Dickens e Verga tale topos è ricorrente. Il culmine di ciò è sicuramente il Faust di Goethe, allegoria del capitalismo tramite la ripresa di miti classici e leggende tardomedievali. Se ancora nella Comédie humaine vige ancora l'aspetto della solidità dell'oro e dell’accumulazione, con l'affermazione del modernismo la tematica viene meno; l'homo ceconomicus non ha più bisogno di legittimazioni narrative e la Grande Guerra e la psicoanalisi offrono altri innumerevoli spunti di riflessione. La tematica, però, torna a prendere piede negli ultimi anni del Novecento: gli autori si interrogano sulla diffusione del sistema finanziario che si autoalimenta, l’unica tensione dell’uomo verso l’accumulazione, la perdita di individualità (Filosofia del denaro - Simmel, Mosche del capitale - Volponi, Players e Cosmopolis - De Lillo, JR - Gaddis). La secolarizzazione e il reincantamento del mondo sono stati alcuni degli aspetti più analizzati della modernizzazione; Marx ed Engels lo avevano previsto: l'incertezza e il movimento eterni contraddistinguono l'epoca dei borghesi fra tutte le epoche precedenti. Si dissolvono tutti i rapporti stabili e irrigiditi, con il loro seguito di idee e di concetti antichi e venerandi, e tutte le idee e i concetti nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era di corporativo e di stabile, è profanata ogni cosa sacra, e gli uomini sono finalmente costretti a guardar e con occhio disincantato la propria posizione e i propri reciproci rapporti [Marx, Engels, Manifesto del Partito Comunista, 1848]. A fianco alla importante laicizzazione e disgregazione dei valori tradizionali, nascono fondamentalismi (cristiani, islamici, indù, buddisti), che rifiutano di accettare il declino secolare del loro rispettivo credo; si pensi all’integralismo della Repubblica Islamica dell'Iran dell’imam Khomeini o alla jihad dell’Isis e di AI Qaeda, i quali richiamano la lettura integrale della pagina coranica. Per religioni come quella musulmana risulta impossibile assumere una visione del mondo come quella dei paesi globalizzati; infatti, secondo la loro ideologia e la loro forma mentis, derivata dal sistema di , è necessario il connubio tra religione e mondo (din wa dunya), perché la fede permea in valori e tradizioni ogni aspetto della vita pubblica e privata. La realtà della vita quotidiana - La realtà come costruzione sociale (P.L. Berger) La vita quotidiana è una realtà interpretata dagli uomini e soggettivamente significativa per loro; è un mondo che si origina nel pensiero dell'uomo e nella sua azione. Tuttavia, non essendo l’unica realtà possibile, la mia coscienza si muove attraverso sfere della realtà e sono conscio del passaggio tra le diverse realtà: questo è uno shock, come il risveglio da un sogno [Il mito della caverna, Platone]. La realtà della vita quotidiana è organizzata intorno all’ hic et nunc, ma include fenomeni che vanno al di là delle prefissate zone spazio-temporali; ciò crea il mio mondo. Ma la vita quotidiana viene data per scontata come realtà [La vita quotidiana è la realtà vera? Oppure ci dobbiamo svegliare anche da quella?]. Ciò è paragonabile al teatro: quando si alza il sipario, lo spettatore viene trasportato în un altro mondo, quando si abbassa, lo spettatore torna alla realtà [o nel sogno?]. Infatti, arte e religione sono produttrici di sfere di significato circoscritte. Ci sono, tuttavia, elementi della vita quotidiana che permangono nell'individuo anche quando questo fa slanci tra realtà differenti: * ll linguaggio oggettiva le esperienze, perché è fondato sulla vita quotidiana e rinvia ad essa; * La temporalità è una proprietà intrinseca alla coscienza, infatti ogni individuo è conscio dello scorrere del tempo []. L'orologio e il calendario garantiscono all'individuo che è ‘l’uomo del suo tempo”. La realtà della vita quotidiana è condivisa con altri, quindi, l’hic et nunc dei due individui che si incontrano faccia a faccia si scontrano. Non potrò mai conoscere lui quanto conosco me, perché la sua soggettività mi è accessibile solo limitatamente. Sempre, però, le interazioni tra individui vanno incontro a tipizzazioni e le relazioni saranno sempre modellate su di esse (es. lui è “un europeo”, “un uomo”, “un acquirente”); tali schemi, però, possono essere modificati, man a mano che la conoscenza prosegue. La struttura sociale è la somma totale di tutte le tipizzazioni e dei modelli ricorrenti di interazioni. Inoltre, esistono segni e oggetti che sono parti del linguaggio; infatti, posso esprimere emozioni come l'ira tramite un gesto, che è comprensibile anche dagli altri, comprensibile anche se non mi vedono compiere l'atto, ma vedono solo l'esito (se conficco un coltello nel muro, certamente non sono felice; chi vede il coltello nel muro, capirà che è l'esito dell'ira di qualcuno).Gli oggetti, quindi, possono proclamare le intenzioni soggettive di individui. Le esperienze biografiche sono continuamente classificate secondo ordini generali di significato, reali soggettivamente e oggettivamente [come si può parlare di oggettività se ci sono innumerevoli culture? Un gesto potrebbe significare una cosa qui, ma l'opposto da un'altra parte]. La conoscenza, poi, domina la vita quotidiana: io ho determinate informazioni su un qualcosa, che mi sono utili e che derivano dalla mia esperienza e da ciò a cui do importanza, ma, ad esempio, se ho un problema nuovo col mio telefono, devo allargare la mia erudizione e il mio bagaglio sociale di conoscenze. La validità della mia conoscenza della vita quotidiana è data per scontata da me stesso e da altri fino a nuovo avviso, cioè fino a che non sorge un problema che non può essere risolto nei suoi termini.
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