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La Rivoluzione Economica: Dalla Rivoluzione Industriale alla Rivoluzione Informatica, Appunti di Storia Economica

Storia EconomicaStoria della tecnologiaEconomia modernaStoria dell'Industria

Questo libro di FrancoAngeli descrive la storia economica dalla Rivoluzione Industriale alla Rivoluzione Informatica. Esplora il trionfo della grande impresa, il sviluppo economico, le crisi economiche e i cicli economici. Il testo illustra come la popolazione e l'agricoltura hanno influenzato l'economia, e come la rivoluzione agraria ha portato all'introduzione di nuove tecniche e al mutamento del regime della proprietà fondiaria. Viene inoltre analizzato il ruolo dei trasporti, delle banche e della moneta nella seconda rivoluzione industriale.

Cosa imparerai

  • Come la rivoluzione agraria ha influenzato l'economia?
  • Come la popolazione e l'agricoltura hanno influenzato l'economia?
  • Come la seconda rivoluzione industriale ha influenzato l'economia contemporanea?
  • Che cosa significa la crisi di sovrapproduzione?
  • Che ruoli hanno giocato i trasporti, le banche e la moneta nella prima e nella seconda rivoluzione industriale?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 09/01/2022

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Scarica La Rivoluzione Economica: Dalla Rivoluzione Industriale alla Rivoluzione Informatica e più Appunti in PDF di Storia Economica solo su Docsity! E. De Simone, Storia economica. Dalla rivoluzione industriale alla rivoluzione informatica, FrancoAngeli, Milano, 2014. PRIMO CAPITOLO STORIA ECONOMICA La storia economica è la storia dei fatti e delle vicende economiche a livello individuale, aziendale e collettivo L'oggetto dello studio e dell'indagine della storia economica sono 3 fenomeni: — produzione : si ottiene combinando più fattori produttivi (es. risorse, capitali e capacità imprenditoriale) — distribuzione (distribuzione di questi beni e servizi della produzione) — consumo : utilizzo che si fa dei beni e servizi prodotti e distribuiti ( un consumo per soddisfacimento di bisogni o per la produzione di altri prodotti) Questi fattori non sono specifici della storia economica ma anche dell'economia politica o altri ambiti. Ciò che caratterizza la storia economica è che questi fattori vengono studiati con riferimento a certe epoche e in determinati luoghi. Se gli economisti hanno lo sguardo verso il futuro quindi verso alla formazione di leggi universalmente valide, al contrario la storia economica ha lo sguardo verso il passato. Come si sono sviluppati i fenomeni di sviluppo produttivo e industriale nell'epoca della rivoluzione industriale ? Prima dell'epoca industriale si svilupparono altri sistemi di produzione. Nell'età medievale si sviluppa il SISTEMA FEUDALE che si basava su una serie di rapporti personali e patrimoniali, intercorrenti fra il sovrano e i suoi vassalli e tra costoro e i loro contadini. Le terre del feudo, dato ai vassalli per gestirlo, era diviso in: — riserva dominica: parte che veniva coltivata dai servi — mansi: poteri dati ai contadini liberi per potersi mantenere — terre comuni: sono le terre non coltivate e sfruttate per lo sfruttamento comunitario Caratterizzante era anche il rapporto feudatario con i contadini: il feudatario garantiva la difesa contro i nemici, soccorreva i contadini e ciò permetteva di costruire e tenere in vita strutture quali i mulini. I contadini erano tenuti ad alcune prestazioni in cambio: prestazioni d'opera gratuite, pagavano il censo e in caso di necessità mettevano a disposizione uomini armati. Dal punto di vista sociale il mondo feudale era visto come un'organizzazione distinta in 3 ordini: — clero (oratores cioè coloro che pregavano) — nobiltà (vassalli, feudatari e sovrano) — contadini e artigiani (lavoratores) Il sistema feudale con il tempo si trasforma a seconda dei fattori sociali ed economici in Europa. Si sfalda a cominciare dall'Inghilterra. Tra il Medioevo e la seconda metà del 700 il sistema feudale porta all' ancien régime, termine che viene applicato in generale a società e istituzioni prima della Rivoluzione francese nei diversi paesi europei. Nel 1700 la società era ancora divisa in classi: 1. nobiltà 2. lavoratori (netta maggioranza della popolazione le cui condizioni variavano da luogo a luogo) 3. borghesia (classe media che andava consolidandosi e assumeva caratteristiche a seconda dei paesi in cui si era sviluppata) In Olanda e Inghilterra preponderante era la corrente mercantile della classe medio-borghese. Prussia e domini asburgici importante era la componente dei funzionari e burocratici. saldatori delle imposte e finanzieri erano preponderanti in Francia. LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE La rivoluzione industriale è un lungo processo scindibile in fasi. Si identifica una prima, una seconda e una terza rivoluzione industriale. La prima rivoluzione industriale si identifica tra il 1750-1850 in Inghilterra, Belgio, Francia e USA. È l'inizio di un lungo processo in tre fasi. È un fenomeno complesso come insieme di più rivoluzioni (settore agricolo, settore dei trasporti, democrazia, sistema produttivo ecc...). Il settore secondario si sviluppa grazie alle lenti trasformazioni delle comunicazioni, della democrazia, dei trasporti. Studiando le rivoluzione industriali avremo modo di 2. Con sviluppo economico intendiamo una crescita elevata e prolungata accompagnata da una serie di mutazioni a livello sociale, strutturale e culturale. 3. L'idea di progresso è legata alla moderna concezione del mondo che si afferma tra il 600 e 700 ad opera di scienziati come Newton, Cartesio che ponevano una grande fiducia all'uomo per migliorare il mondo. È legata anche al passaggio da forme primitive a forme più complesse. Tuttavia il concetto di progresso è legata all'uomo occidentale e contemporaneo. 1. LA MISURAZIONE DELLA CRESCITA La misurazione della crescita si effettua tramite il ricorso ad alcuni aggregati (grandezze economiche complesse, generalmente espresse in valori, che si ottengono sommando grandezze singole): a. PIL > prodotto interno lordo: valore monetario di beni e servizi prodotti in determinato periodo all'interno di un paese da residenti e da stranieri al lordo degli ammortamenti (=il valore dei beni consumati nei processi produttivi) b. PNL> prodotto nazionale lordo: valore monetario di beni e servizi prodotti in un determinato periodo da solo residenti all'interno di un paese all'estero al lordo degli ammortamenti c. PIL pro capite > PIL x n° di abitanti è difficile utilizzare il PIL come strumento efficace di comparazione. Comparare il PIL con nazioni di differenti dimensioni e con sistemi monetari diversi è poco efficace. 2.I MODELLI DI SVILUPPO Nel corso del tempo osservando l'attività economica in particolare guardandola nell'età industriale e mettendola in comparazione con l'età preindustriale, gli economisti, osservando la realtà in cui vivevano, hanno fatto spesso ricorso a schemi o modelli per spiegare lo sviluppo economico. Bucher, uno dei massimi esponenti della scuola storica tedesca, riteneva che lo sviluppo si realizzasse attraverso 4 tappe: 1. economia domestica chiusa: tutto si produce e si scambia in un ambito molto ristretto 2. economia cittadina : il raggio dell'attività economica si allarga fino a comprendere la città e il suo circondario 3. economia nazionale: avviene un ulteriore ampliamento del mercato che si basa su dinamiche che coinvolgono l'ambito nazionale 4. economia mondiale: vengono coinvolti tutti i Paesi e nel periodo in cui scriveva Bucher il secondo modello è quello realizzato da Rostow. Secondo lo studioso, lo sviluppo economico passa attraverso 5 fasi o stadi: 1. società tradizionale: società preindustriale - agricoltura predominante - produttività bassa in tutti i settoriali - popolazione stenta a crescere 2. società di transazione: fase di cambiamento - incremento produttività agricola (riesce a dare avvio ai processi si accumulazione) incremento istruzione formazione di una classe imprenditoriale dinamica - susseguirsi di innovazioni - crescente intervento dello Stato 3. società del decollo o take off: è lo stadio più importante. La società conosce una forte e irreversibile accelerazione - crescono produzione, produttività e investimenti - trasformazioni nel quadro politico e istituzionale - si impongono settori- guida 4. società matura - aumento continuo di produttività, innovazioni tecnologiche e investimenti - nuovi settori 5. società dei consumi di massa: economia e società sono ormai mature - forte aumento della domanda di beni di consumo e di servizi - possibile destinare risorse al miglioramento della qualità di vita CRISI E CICLI ECONOMICI Accanto ad una formulazione di modelli, schemi di sviluppo economico, gli studiosi guardando alle rivoluzioni industriali e il complesso di mutazioni rilevano anche alcuni nuovi fenomeni che corrispondono al concetto di crisi di sovrapproduzione. Con il delinearsi del mondo industrializzato compaiono nuove crisi economiche per cui nello studio dello sviluppo economico legato all'età industriale gli studiosi incominciano a notare la ricorrenza di alcuni fenomeni: primi fra tutti le crisi di sovrapproduzione che presentano la stessa successione di eventi. Si differenziano ovviante da quella industriale che erano crisi di sotto produzione. L crisi di sovrapproduzione vedono uno schema ricorrente caratterizzato da un aumento della domanda , i produttori accrescono l'offerta. Domanda e offerta crescono inizialmente e in un primo momento l'offerta viene completamente assorbita da questa domanda in espansione. Le merci iniziano a non essere più vendute e gli operai rimangono senza lavoro. Queste crisi di sovrapproduzione sono caratteristiche del sistema capitalistico. Lo studio delle crisi ha portato alla definizione dei cicli economici. Possiamo distinguere 3: e Juglar studiò il Ciclo “maggiore”: crisi come il punto di inversione di tendenza fra espansione e depressione secondo cicli della durata di 8-10 anni * Kitchin studiò il Ciclo “breve” o “minore”: cicli della durata di 3-4 anni durante il quale si susseguono, appunto, una fase di espansione e una di depressione e Kondratieff studiò il Ciclo “lungo” 1926: identifica onde lunghe (andamento dei prezzi scandibili in due fasi : espansione e depressione) nell’attività economica che durano intorno ai 50 anni TERZO CAPITOLO Le premesse della rivoluzione industriale inglese. POPOLAZIONE ED ECONOMIA Lo studio della popolazione è fondamentale per comprendere le problematiche economiche di un determinato territorio e di una certa epoca. L'aumento a livello demografico genera: a. aumento della domanda di beni (aumento di acquisto) b. aumento dell'offerta di prodotti (maggiore disponibilità di lavoro, capacità produttiva). Le mutazioni a livello demorafico influsiscono in maniera determinate alla produzione. LA RIVOLUZIONE AGRARIA: PROPRIETA' FONDIARIA * Inuovi metodi sperimentati richiedevano la piena ed esclusiva disponibilità delle terre da parte di chi doveva utilizzarle * Fu dato perciò un nuovo impulso al movimento delle enclosures (recinzioni) che doveva portare a una completa privatizzazione delle terre — A metà del Settecento almeno la metà della terra arabile in Inghilterra era già recintata, a metà Ottocento non vi erano più campi aperti — Attraverso accordi tra i singoli o l’intervento dello Stato — Coloro che ottennero un piccolo appezzamento di terra spesso lo vendettero ai proprietari più grandi e si trasformarono in fittavoli o in braccianti LA RIVOLUZIONE AGRARIA E LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE La rivoluzione agraria ha contribuito alla rivoluzione industriale inglese in almeno 4 modi: * Sostenne una popolazione in aumento * Creò il potere d’acquisto da destinare ai prodotti dell’industria britannica * Consentì lo spostamento di popolazione nelle zone industriali * Partecipò alla formazione del capitale necessario al finanziamento dell’industrializzazione Certamente i settore del trasporto diventerà sempre più importante nella seconda rivoluzione industriale. Già dalla prima rivoluzione industriale però era importante e allargare il Da questo punto di vista il punto di partenza dell'Inghilterra non era avanzato. Le erano considerate le . Erano in a causa del modo in cui venivano costruite che portava ad un rapido deterioramento delle strade. AI fine di risolvere questo problema l'Inghilterra interveniva direttamente cercando di favorire un miglioramento del sistema stradale puntando su un sistema di . Era quindi un sistema che a fronte del pagamento dell'utilizzo dell'infrastruttura permetteva il recupero di quelle risorse che venivano investite nella stessa infrastruttura. Queste risorse venivano utilizzate per costruire nuove strade o ricostruire quelle già esistenti con tecniche che gli ingegneri e i costruttori presero dal passato ovvero recuperarono i . Questo iniziò a svilupparsi all'inizio del XIX secolo. Accanto alle difficoltà del sistema aviario, gli spostamenti via terra, già nel corso della rivoluzione industriale inglese, andavano incontro ad un'altra grande innovazione: la . Le ferrovie si diffusero a partire dagli anni venti dell'800 e nacquero dall'abbinamento delle rotaie con la locomotiva a vapore. Nel 1825 il tecnico minerario costruì la prima abbinata alle rotaie che permetteva la nascita della ferrovia, uno straordinario mezzo di trasporto. Nel 1830 viene inaugurata la linea Ma se da un lato le strade presentavano numerose problematiche e dall'altro lato la ferrovia si affacciava sulla prima rivoluzione industriale, qual era l'elemento decisivo da un punto di vista logistico trasportativo ? L'elemento decisivo era la . Cruciali erano sia le acque interne sia la navigazione marittima. Dato che le strade non consentivano un trasporto sostenuto di merci pesanti sulle lunghe distanze, in Inghilterra si puntava con grande decisione sull'utilizzo di h Certamente anche qui vi erano delle problematiche poiché la risalita dei canali era difficile. Nella seconda metà del 700: in Inghilterra scoppia una vera e propria febbre dei canali. La crescita degli scambi commerciali spingeva alla stipula di polizze e numerose compagnie di assicurative che stavano sorgendo. La necessità delle città e attività manifatturiere che si stavano diffondendo sul territorio inglese volgeva verso un trasporto marittimo. Il era certamente la forma di trasporto più conveniente. Questi mezzi di trasporto ebbero notevoli successi con il battello a vapore. Nell'Ottocento ci furono i primi esperimenti nel campo della navigazione a vapore. Nel 1803: sperimentò il primo sulla Senna. Questo diede 1l via ad una serie di trasformazioni nella costruzione delle navi e ai modi di alimentazione dei marinai. Il trasporto è connesso al commercio. Il problema durante il corso dell'800 era che i Gli ostacoli al commercio erano di diversa natura: — barriere naturali barriere artificiali bassi redditi insicurezza dei viaggi terrestri insufficienza della moneta in circolazione — difficoltà di accesso al credito Tutti questi elementi che hanno il potere di influenzare il rapporto commerciale, con il 700 venivano gradualmente superati. Ovvero tutti gli elementi che avevano oltraggiato il commercio venivano superati con innovazioni logistiche e teoriche. Il contribuì allo sviluppo del commercio internazionale già tra XVI e XVII secolo. Secondo la dottrina economica del mercantilismo le esportazioni devono essere superiori alle importazioni nel rapporto di una bilancia commerciale. Esso era sia una dottrina economica che una politica economica. Nel secondo settecento progressivamente superato da teorie dagli economisti classici a favore del libero scambio dando un ulteriore impulso a quel complesso di relazioni commerciali che erano cresciute nel corso dei secoli precedenti. Sulla base di questi mutamenti nella politica e dottrina economica attuate e sulla base delle innovazioni che toccavano il sistema dei trasporti, l'Inghilterra dalla metà del 700 alla metà del' 800 era protagonista di un consistente sviluppo sia del proprio mercato intero che del Il mercato interno in particolare era spinto dall'incremento dei consumi alimentato dalla crescita del reddito pro capite che evidenziava il miglioramento del livello di vita. Il mercato internazionale funzionò da propulsore per lo sviluppo della rivoluzione industriale. L'Inghilterra riusciva ad esportare manufatti di di buona qualità e un capitale da parte di più persone che partecipavano ai rischi dell’impresa e ripartivano fra loro l’eventuale utile conseguito. Possiamo distinguere tra 3 tipi generici di società: * Società in nome collettivo * Società in accomandita * Società anonima o società per azioni: raccoglievano un certo numero di soci, i quali sottoscrivendo una frazione di capitale suddivisa in azioni, avevano diritto ad una quota dell'utile. Erano società che potevano emmettere obbligazioni, prendere o trasferire le proprie azioni. Si diffendevano soprattuto nell'ambito bancario, nel commercio marittimo e nell'edile. MACCHINA A VAPORE E INNOVAZIONI Gli imprenditori con le loro ditte si incimentavano in diversi settori. Ad essere veramente protagoniste, ovvero quelle più traenti, erano due industrie: quelle della lavorazione del cotone e del ferro. Le innovazioni tecniche di queste industrie e l'introduzione dell'utilizzo della forza del vapore rappresentano il nocciolo tecnologico della prima rivoluzione industriale inglese. Importante era il contributo dato da James Watt nel 1769, il quale brevetta la prima macchina a vapore applicandosi ad un modello di macchina a vapore antica già presente: la macchina di New comen portando una serie di modifiche. Nella prima rivoluzione industriale i settori toccati sono protagonisti di una serie di innovazioni tecniche e incrementali, con una serie di migliorie tecniche funzionali per un migliore svolgimento di una determinata attività o macchina, e rappresentano il motore della prima rivoluzione industriale. Non sono tanto invenzioni di nuovi prodotti o macchine sconosciute a generare la crescita della produttività coinvolti, ma sono piuttosto una serie di innovazioni di tecnici e scienziati che si applicavano a determinati settori e che erano incrementali per un determinato aspetto di una attività produttiva. Queste numerose invenzioni inglesi erano incentivate anche dal sistema di brevetti, che risaliva all'inizio del 600. L'INDUSTRIA DEL COTONE L'industria tessile si era sviluppata sopratutto nelle campagne grazie a quel sistema dell'industria a domicilio (putting out system) e riguardava principalmente la lavorazione di lana, lino e canapa. Molto sviluppata era l'industria della lana che alimentava una consistente corrente di esporazioni. L'industria del cotone nel 700 era ancora arretrata e modesta. Questo era dovuto a diversi motivi: dalla concorrenza delle stoffe colorate indiane alla produzione di manufatti di bassa qualità ovvero ruvidi e difficili da cucine e lavorare. Il cotone era molto complicato da lavorare. Le tre fasi principali dell'industria tessile sono: filatura, tessitura e tintura. La filatura del cotone richiedeva l'impegno di molta manodopera e spesso non riusciva a star dietro alla domanda dei tessitori. Nonostante questo problema relativo ai filatoi, la prima innovazione in campo tessile riguardò invece la tessitura grazie all'invenzione di John Cay della navetta volante, la quale permise di far svolgere a un singolo tessitore il lavoro che prima occupava due persone. Lo squilibrio tra filatura e tessitura venne progressivamente risolto grazie all'introduzione dello spinning jenny o giannetta (1764) messa a punto da James Hargreaves. La giannetta garantì una progressiva crescita nella filatura e questo generò la necessità di perfezionare e innovare il campo della tessitura. La soluzione arrivò nel 1785 grazie Edmund Cartwright che brevettò un telaio meccanico mosso dal vapore. Questo permise una maggiore continuità tra filatura e tessitura. Grazie a questo complesso di innovazioni, l'industria tessile in particolare quella cotoniera divenne uno dei settori protagonisti della prima rivoluzione industriale. I motivi di espansione erano: — era un'industria nuova quindi aveva già grandi mercati con cui poter approcciare (canapa, lino, ecc..) — era una produzione in cui le macchine si addatavano perfettamente al lavoro ad domicilio (eredità del periodo precedente) — era un'industria ad alta intensità di lavoro — poteva andare a sfruttare quelle correnti commerciali che erano già sviluppate grazie alle altre produzioni tessili o che in precedenza erano alimentate dal cotone indiano L'INDUSTRIA DEL FERRO Nel corso del 700 l'industria del ferro era diffusa in tutti i paesi europei e in particolar modo in Inghilterra, grazie ad una serie di progressi tecnici come l'introduzione dell'altoforno e l'uso di magli azionati dall'energia idraulica. In Gran Bretagna l'industria siderurgica aveva le seguenti caratteristiche: - era capital intensive, organizzzta in forme capitalistiche - utilizzava materie prime inglesi - non produceva beni di consumo ma beni strumentali Questa industria diventerà ancora più centrale a metà Ottocento con la costruzione di ferrovie e cantieri navali. Le principali problematiche dell'industria del ferro erano legate al ricorso al carbone di legna. Fino al 700 era fondata sull'utilizzo di carbone di legna e ciò rappresentava un problema non di poco conto per un paese poco boscoso come l'Inghilterra. A causa della poca disponibilità di legname, costrinse gli inglesi ad utilizzare il carbon fossile. Tuttavia questo rappresentava un altro problema ovvero legato all'impurità del carbone fossile poichè portava alla produzione di una ghisa molto fragile. La svolta avveniva grazie all'introduzione dell'altoforno che garantiva una cottura intorno ai 1000 gradi del carbone fossile liberandolo dalle impurità e quindi permettendo l'estrazione del coke dal carbon fossile. Un secondo elemento che rafforzava questa svolta era il brevetto del pudellaggio che era un processo di decarburazione della ghisa, durante la quale la ghisa veniva fusa all'interno di un forno ad alte temperature e continuamente agitata veniva liberata dal carbonio in eccesso al fine di ottenere ferro e acciaio. Grazie a queste migliorie, la Gran Bretagna arrivò ad ottenere più della metà della produzione mondiale di ghisa. Incominciò la costruzione dei ponti: John Wilkinson costruì il primo ponte in ghisa sul fiume Severn e varò la prima nave in lamiera bullonata. Il settore dell'industria del ferro quindi ebbe un notevole incremento nella produzione anche in altri settori. LA DIMENSIONE REGIONALE E DELL'INDUSTRIALIZZAZIONE Lo sviluppo economico dei singoli Paesi non significa ovviamente che nei medesimi vi sia una crescita omogenea in tutte le aree geografiche che ne fanno parte. Ad esempio la Gran Bretagna non conobbe lo sviluppo economico e per pagare i salari agli operai. Le banche di Londra e quelle di provincia li finanziavano, mediante lo che essendo solitamente rinnovate si trasformavano di fatto in finanziamenti di lunga durata. Il vero problema per gli imprenditori era la scarsità di mezzi di pagamento. Le monete d'oro del sistema aureo inglese avevano spesso un valore troppo elevato sia per i piccoli acquisti sia per pagare i salari degli operai. Vi erano una limitata diffusione degli assegni bancari e l'unico strumento che presentava una soluzione rapida e efficace erano le banconote. Già nel corso nelle guerre napoleoniche le banconote cominciavano a diffondersi a corso fiduciario e quindi non avevano per tanto un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato e quindi potevano anche essere rifiutate. Nel le furono dichiarate moneta a : da quel momento le banconote poterono essere utilizzate nei pagamenti senza che nessuno potesse rifiutarle. Un ulteriore passo in avanti veniva fatto nel 1844 con una nuova legge bancaria che regolamentava l'emissione di banconote: la banca d'Inghilterra poteva emettere biglietti fino a 14 milioni di sterline senza copertura metallica e inoltre tutti i biglietti oltre all'importo di 14 sterline, dovevano essere emessi con una copertura di metallo prezioso pari al 100% del valore dei biglietti emmessi. La legge poi definiva che la banca d'Inghilterra fosse l'unica banca di emissione di riferimento (vietava la nascita di nuove banche di emissione) e offriva quindi una nuova stabilità alla sterlina, che già per incremento di importanza in inghilterra per i commerci stava divenendo la moneta di riferimento per i pagamenti internazionali, rafforzando quindi anche sul piano monetario il leader economico commerciale del tempo. La era una società fondamentalmente perchè era regolamentata nei rapporti garantita dalle corporazioni. Le corporazioni già nel corso dell'età moderna proteggevano la propria categoria attraverso un complesso di norme che poi regolamentavano a loro volta la domanda e l'offerta. Con la la libera iniziativa e la ricerca del profitto, prendono sempre più piede riducendo e rodendo le protezioni a salvaguardia dei lavoratori all'interno del processo produttivo. I opposero a trasformarsi in operai, cercando di lasciare questa come la loro ultima opzione in caso di bancarotta della loro bottega. Cercarono di portare avanti la loro attività. Nonostante ciò l'industria cresceva e richiedeva un grosso numero di salariati. I costituirono il grosso della . Questi ultimi, nei primi tempi, reagirono al duro lavoro in fabbrica assentandosi frequentemente e creando problemi alla continuità dell'attività produttiva. Le prime fabbriche fecero un largo uso del lavoro di donne e bambini. Venivano spesso sottoposti in condizioni di lavoro massacranti. I non tardarono ad associarsi: nel secolo XVIII nacquero molti I lavoratori generici tardarono ad associarsi, spesso però si univano in proteste per difendere i loro interessi. In quegli anni erano in vigore i (1800) che vietavano qualsiasi forma di associazione sia dei lavoratori che dei datori di lavoro. La difesa dei diritti della difesa del datore e lavoratore era complicata e frastagliata. Nel -25 furono approvate delle leggi che revocarono i Combination Acts e le di lavoratori. Nascono così le > sindacati Il lungo periodo delle guerre napoleoniche durato vent'anni ( ) che vide fronteggiarsi la Francia rivoluzionaria e la Gran Bretagna, favorì la . Viene effettuato un blocco commerciale da parte dell'Inghilterra. Nonostante i rischi del conflitto e le conseguenze del blocco, le funsero da potente stimolo all'attività produttiva. AI termine del lungo conflitto nel 1815 si esaurì la fase positiva: — si assistette in tutta Europa ad un periodo caratterizzato da una riduzione dei prezzi e dei prodotti — Furono anni difficili per la Gran Bretagna: nonostante la sua economica continuasse a crescere per il commercio estero, la fine del periodo bellico pose il problema di assicurare uno sbocco alla sua produzione — sia agricoltura che industrie furono colpite In Inghilterra dalla seconda metà del Seicento erano in vigore le — regolamentavano le importazioni e le esportazioni di grano — obiettivo: gararntire l'approvvigionamento e il reddito ai prodotti agricoli Di fronte a riduzione degli sbocchi commerciali a conclusione della guerra, lo Stato incrementò dei dazi per le importazioni. Le Corn Laws erano questo sistema di regole per le importazioni e importazioni. La situazione muta con la metà dell'Ottocento > la carestia e la conseguente miseria del 1845-46 portarono all'abolizione delle Corn Laws nel 1846. Vengono revocati anche gli atti legislativi dell'Inghilterra emanati nel 1651 volti a limitare l'attracco di navi straniere presso tutti i porti britannici. Questa nuova fase si impronta quindi al libero scambio che è influenzato dal nuovo pensiero degli economistici classici: - (1723-90) "ricchezza delle nazioni (1776): esaltazione del libero mercato guidato da una "mano invisibile", il mercato si autoregolamentava quindi senza bisogno di interventi statali - (1772-1823) " teorema dei costi comparati": mostrare la convenienza nella divisione internazionale del lavoro e del commercio, sostenendo che le varie nazioni hanno convenienza a specializzarsi, perchè il vantaggio che ne deriva è maggiore di quello ottenuto da una situazione in cui ogni paese produce tutti i beni - (1767-1832) " legge degli sbocchi": ogni prodotto offre uno sbocco ad altri prodotti concludendo che in regime di libero scambio non vi possono essere crisi di sovrapproduzione Capitolo 11 Le condizioni della crescita La seconda rivoluzione industriale (1850-1950) trasporti, banche e moneta Questi tre elementi trasporti, banche e moneta sono stati importanti anche nella prima rivoluzione industriale ma certamente non lo furono come avvenne nella seconda rivoluzione industriale con nuove dinamiche L'aeroplano, nella seconda guerra mondiale, giocava nelle sorti nella guerra: bombardamenti e azioni di combattimento. Veniva a tutti gli effetti un mezzo di offesa per le dinamiche belliche. Spingeva sempre di più i tecnici a migliorare questo mezzo. Tutti questi miglioramenti e sviluppi ebbero un impatto significativo sulla crescita e lo sviluppo economico sulla seconda rivoluzione industriale. Lo sviluppo dei trasporti iniziarono nella seconda rivoluzione industriale: nella prima giocarono un ruolo meno importante nelle dinamiche produttive mentre nella seconda erano un elemento propulsore con ricadute su tutte le tipologie delle dinamiche economiche: Nel settore del commercio ci furono maggiori e immediati vantaggi con un ampliamento e un'integrazione dei mercati, i quali permisero in agricoltura una specializzazione facilitata delle colture e nell'industria un incremento nella domanda dei manufatti (metallurgia, meccanica, siderurgia) LE COMUNICAZIONI Il sistema di comunicazioni riguardavano sia il trasporto merci sia lo scambio di informazioni. Alla vigilia della Prima guerra mondiale le notizie viaggiavano con grande rapidità grazie a nuovi strumenti: * telegrafo elettrico (Samuel Morse 1840 * il telefono (Antonio Meucci 1871) * la radio (Guglielmo Marconi 1896) * il radar inventato negli stessi anni dagli americani SISTEMI BANCARI Lo sviluppo economico della seconda guerra non era solo spinto dalla rivoluzione dei trasporti ma vedeva un ruolo centrale anche nei sistemi bancari nel loro complesso con la progressiva adozione del Gold standard: sistema monetario basato sul valore della moneta e dell'oro. Per quanto riguarda le banche ci fu una crescita in queste categorie: - casse di risparmio: raccoglievano piccoli risparmi di persone in modeste condizioni e sui risparmi corrispondevano degli interessi. Il loro scopo era quello di consentire a queste persone una accumulazione di denaro investendo poi le somme in titoli di stato. Le casse di risparmio iniziarono a sorgere già nella seconda meta dell'800 ma nel 900 ebbero una grande diffusione - istituti di credito fondiario: si approvvigionavano di fondi attraverso cartelle fondiarie e emissione di proprie obbligazioni (ipoteche su immobili, rate). Reperivano capitali con le cartelle fondiarie. Nascevano con l'obiettivo di concedere mutui di lunga durata rimborsate a rate con la garanzie di ipoteca sugli immobili. - banche cooperative: erano forme di società cooperative che avevano il compito di accettare depositi e concedere prestiti ai soci che costituivano la stessa cooperativa. - Banche commerciali o di deposito: raccoglievano depositi dal grande pubblico che remuneravano con un interesse e investivano i fondi disponibili prestandoli in varie forme a operatori economici grandi e piccoli - banche di emissione: al vertice dei sistemi bancari, agivano come prestatori di ultima istanza o banche delle banche ( ad esse si rivolgevano le altre categorie di banche per anticipazioni in caso di necessità e sui prestiti venivano applicati degli interessi). Con il tempo questi istituti che di norma operavano per lo stato ottennero anche la funzione di controllare il sistema bancario e percio si dissero banche centrali. I biglietti emessi venivano riconosciuti dappertutto come moneta a corso legale. MODELLI BANCARI Sulla base di diffusione di queste tipologie di banche, sempre piu consistenti che potevano prestare somme sempre piu ingenti, erano necessarie, per finanziare lo sviluppo di imprese, le quali necessitavano di macchinari sempre piu costosi. In Europa è possibile osservare due modelli bancari: - modello anglosassone: in cui vi era una specializzazione bancaria per cui si diffondevano banche di deposito da un lato (concedevano impieghi a breve termine alle imprese) e dall'altro lato le merchant banks (operazioni finanziare di lungo periodo, si dedicavano ai titoli di società e di governi, si occupavano dell'ambito industriale, internazionale con vendita di titoli azionari e obbligazionali e di investimenti) - modello continentale o tedesco: banca mista che raccoglieva depositi a vista e li impiegava a breve, a medio e a lungo termine, soddisfacendo ogni richiesta delle imprese. Finanziavano le imprese acquistandone obbligazioni oppure sottoscrivendo parte del loro capitale sociale. Serviva anche come salvataggio per imprese e l'industria IL GOLD STANDARD I sistemi monetari piu diffusi furono quelli di metallismo quindi legati sia all'oro che l'argento. Con la seconda rivoluzione industriale questo bimetallismo comincio a funzionare male a causa della diminuzione del valore delle monete d'oro con la scoperta di nuove miniere e della diminuzione del valore delle monete d'argento per una grande produzione del medesimo. I paesi industrializzati preferirono, tra 1873-1900. aderire al gold standard che si fonda sull'utilizzo dell'oro e prevede la corrispondenza del valore dell'oro con quella della moneta. In questo sistema la sterlina diveniva una sorta di moneta internazionale. Le attività produttive La seconda rivoluzione industriale (1850-1950) LE INNOVAZIONI IN AGRICOLTURA Per quanto riguarda il settore dell'agricoltura le carestie scomparvero durante le seconda guerra mondiale, dall'Europa occidentale grazie ad un incremento della produttività agricola europea e alla messa a coltura di enormi estensioni di terra negli altri continenti. Questo era possibile grazie a tecniche di coltura intensiva (Europa) e estensiva (Americhe e Asia) che incrementava la produttività agricola, ma anche grazie alla meccanizzazione del settore primario. L'impiego delle prime macchine agricole fece avviare l'epoca della motorizzazione agricola. Cruciale fu l'utilizzo della diffusione del concimi naturali e chimici che incrementavano la produzione del settore. Lo sviluppo dell'agricoltura era favorito anche dall'estensione dello spazio agricolo. In Europa venivano intraprese bonifiche di terreni paludosi e acquitrini e abbattimento di boschi che servivano ad avere degli spazi di produzione del settore primario. AI di fuori dell'Europa possiamo distinguere: * le zone temperate (America, Canada) dove veniva utilizzata l'agricoltura estensiva (ampia distesa di terre vergine che non erano anche state antropizzate e venivano messe a coltivare e gestite da macchinari) L'elettricità trovò un gran numero di applicazioni: — illuminazione — industria — trasporti — vita domestica — — sistemi di comunicazione a distanza — industria cinematografica anno IL COMMERCIO INTERNO La crescita del settore primario e secondario era a sua volta influenzata dai traffici. Il commercio interno veniva rivoluzionato dalla figura del commesso viaggiatore che si svolgeva grazie al ruolo delle fiere. Questa figura si configurava come trade di union come consolidamento delle botteghe e negozio sul suolo nazionale. Per conto di case rinomate collocava le merci presso negozianti e poi queste merci venivano inviate ai negozi tramite la ferrovia. La rete di negozi si diffondeva : dapprima dalla presenza di bazar che vendevano ogni genere di articoli. Poi lasciarono spazio ai negozi specializzati. Negli Stati uniti a partire da meta ottocento apparvero nelle grandi città i primi grandi magazzini. Tutto ciò questa progressivo consolidamento della rete di commercio e distribuzione dei prodotti sopratutto negli stati Uniti era affiancata dalla diffusione della pubblicità e delle sue tecniche: nacquero le prime pubblicità commerciali, sistema dei saldi, vendita per corrispondenza e vendita a rate. IL COMMERCIO INTERNAZIONE E GLI INVESTIMENTI ESTERI Cruciale fu il commercio internazionale. Tra il 1830 e il 1870 aumentava di 6 volte mentre tra il 1870 e prima guerra mondiale triplicava. L'Europa era al centro dei commerci internazionali. Inviava negli altri continenti il carbone e i suoi manufatti e importava materie prime. Oltre agli scambi tra Europa e regioni extra europee si verificava una serie di scambi e influssi commerciali all'interno dello stesso mondo occidentale tra paesi industrializzati. Ciascun paese si specializzava in determinate produzioni. In questa fase certamente il commercio internazionale trovava vigore poichè era favorito dal libero scambio. Negli anni 80 molti paesi tornarono a varie forme di protezionismo che ripresero anche in seguito nel periodo fra le due guerre mondiali. Si può affermare che il protezionismo è stata la regola e il libero scambio d'eccezione. A complemento dello sviluppo degli scambi commerciali, vi era anche un crescente peso degli investimenti esteri da parte degli stati principali europei. Oltre ad una movimentazione delle merci tra paesi, in questo periodo assistiamo anche ad un spostamento dei capitali da un paese ad un altro al fine di realizzare degli investimenti al di fuori dei confini nazionali da parte sia di operatori privati sia di operatori pubblici. Erano sopratutto i risparmiatori, che grazie all'attività di intermediazione delle banche o direttamente operando in borsa, acquistavano o vendevano azioni e obbligazioni emesse da società e sottoscrivevano titoli pubblici. L'origine degli investimenti esteri trovavano alimentazione grazie alle riserve auree: all'oro, alle valute (accumulate dai paesi), dalle divise frutto dell'avanzo della bilancia commerciale (i guadagni provenienti dagli scambi commerciali che producevano un avanzo della bilancia commerciale e da un avanzo della bilancia dei pagamenti legata magari alle entrate di esportazione di servizi) quello che veniva ottenuto dallo scambio con l'estero veniva poi investito Dovendo mantenere un equilibrio tra gli scambi commerciali con l'estero (bilancia commerciale) : una quota veniva poi rinvestita per opportunità La grande impresa La seconda rivoluzione industriale (1850-1950) LA FORMAZIONE DELLA GRANDE IMPRESA Negli ultimi anni del XIX secolo: costituzione di grandi imprese anche nei settori di produzione dei beni di consumo. Caratteristiche grande impresa: Disponeva di un capitale elevato Concentrava nella fabbrica un gran numero di lavoratori Era centro di accumulazione di conoscenze scientifiche e tecniche Adottava la forma della società anonima o per azioni Essa si formò in seguito a un processo di concentrazione e integrazione: — Verticale : fusioni di imprese che partecipavano al processo di fabbricazione di uno stesso prodotto — Orizzontale : fusione di imprese che operavano in diversi settori Realizzato mediante fusioni di più imprese o incorporazioni di imprese più piccole in imprese più grandi USA furono pionieri (corporation). LA FORMAZIONE DELLA GRANDE IMPRESA Si cercavano economie di scala e diversificazione per spalmare i costi fissi su piu beni da proporre al mercato. Erano imprese che spesso pii cercavano nuove opportunità di espansione anche all'estero e infatti nacquero le multinazionali. Potevano configurarsi anche con una serie di accordi e non con una fusione di imprese. Questi accordi potevano essere sotto forma di: e cartelli : accordi in cui le imprese mantengono una certa indipendenza e trattano lo stesso prodotto in cui si fissa il prezzo di vendita e di produzione e le quote di mercato per ciascuna impresa e trust: accordi in cui una società capogruppo (holding) acquista azioni di altre società pur non avendo fatto il controllo e pone tutte queste imprese sotto un'unica direzione strategica. Erano accordi tra imprese di diversa natura che portava a monopoli fino a quanto furono contrastati in diversi paesi attraverso apposite leggi antitrust. Ci fu un progressivo orientamento verso separazione fra proprietà e controllo: i proprietari lasciavano la guida a dei professionisti (manager) e si limitavano ad esercitare il controllo tramite il cda (consiglio di amministrazione). TAYLORISMO E FORDISMO Le grandi imprese nel corso della seconda rivoluzione industriale hanno come riferimento l'organizzazione scientifica del lavoro di Frederick Taylor che mira all'aumento del rendimento dell'operaio e all'utilizzo della catena di montaggio (taylorismo). Catena di montaggio particolarmente utilizzata dall’industria automobilistica: - Applicazione su larga scala: Henri Ford (Fordismo) inglesi rimasero legate all'educazione classica) d. ruolo dello stato poco incisivo sulla politica economica: In gran Bretagna il ruolo dello stato ebbe una funzione meno propulsiva per lo sviluppo. Lo stato si ispirava al principio di laissez-faire alla base della dottrina economica liberista, contrario all'intervento dello Stato in economia e fiducioso nella sua autoregolamentazione. LA FRANCIA DEL SECONDO IMPERO La Francia seguitava di soffrire di un lento aumento demografico e di un eccessiva presenza del settore agricolo che tuttavia la rendeva autosufficiente dal punto di vista alimentare. L'industria registrava una lenta evoluzione perchè i centri industriali erano pochi ( solo Parigi e Lione) e vi erano un miriade di microimprese e moltissime piccole e medie imprese. Pur non riuscendo ad assicurare le varie economia di scala, presentavano il vantaggio di una struttura produttiva flessibile, capace di fronteggiare le crisi economiche. Durante il secondo impero, lo sviluppo economico francese conobbe un'accelerazione grazie soprattutto all'importante ruolo dello Stato: Napoleone III comprese le necessità di guardare all'economia del Paese. Decise di ampliare la rete ferroviaria nazionale da 3000 a 22000 chilometri di estensione. Avviò un vasto programma di lavori pubblici: costruzione e ammodernamento di alcuni porti e rinnovamento edilizio di Parigi. Napoleone III, imperatore, guardava con benevolenza anche alla nascita di un credito fondiario per cui un intervento nel settore bancario di credito. Nasceva in questa fase il credito fondiario di Francia e di fatto era l'unica società autorizzata a praticare questa forma di attività creditizia. Si fondava sulla concessione di prestiti fino a 50 anni garantiti da ipoteca e da estinguersi con rate semestrali. Grazie all'accelerazione registrata alcune banche si costituivano sotto forma di società anonime : il più importante fu il Crédit mobilier, che fece conoscere il credito mobiliare anche ad altri paesi europei. Era un nuovo tipo di banca che raccoglieva fondi con l'emissione di proprie obbligazioni e concedeva finanziamenti a lungo termine alle imprese. Fu costretto al fallimento dopo numerose difficoltà. Sempre in questa fase, come altri paesi industriali, la Francia abbandonava le politiche protezionistiche per guardare il libero scambio e incrementare la politica commerciale. DALLA GUERRA FRANCO-PRUSSIANA ALLA BELLE EPOQUE La sconfitta nella guerra franco-prussiana portò alla caduta del Secondo Impero e venne instaurata la Terza Repubblica (1870-1940). la crescita francese momentaneamente si arrestava e ostacolata dalla cessione di Alsazia e Lorena al nemico e di un versamento di una grossa indennità di guerra. Si riprese velocemente dalla disfatta, la Francia conobbe un nuovo periodo di espansione fino al 1881. In seguito risentì anch'essa della crisi agraria europea e tornò al protezionismo. Una nuova forte ripresa si ebbe a fine secolo con la Belle époque. L'agricoltura al riparo dalla protezione conobbe un ulteriore sviluppo. L'industria ebbe importanti risultati sia nei settori tradizionali che nelle industrie della seconda rivoluzione industriale: la Francia diventò il primo produttore di bauxite e quindi di alluminio. Anche il commercio estero ricominciò a crescere: tuttavia la bilancia commerciale rimase in disavanzo mentre la bilancia dei pagamenti continuò a far registrare un avanzo. I Paesi a forte crescita. La seconda rivoluzione industriale (1850-1950) Germania e Stati Uniti L'ECONOMIA DEGLI STATI TEDESCHI Approfondiamo la Germania preunitaria. Prima delle guerre napoleoniche (fine 700) la Germania era un paese molto frazionato, diviso in 360 stati. In questa grande frammentazione un punto di svolta parziale venne posto dal Congresso di Vienna che diede vita alla Confederazione germanica riducendo il numero degli stati a 39. Tuttavia l'economia tedesca risultava ancora poco sviluppata e l'agricoltura costituiva ancora l'attività prevalente. L'agricoltura presentava forti differenze in ambito tra parte occidentale e quella orientale del Paese. L'industria agli inizi del 800 era ancora più arretrata dell'agricoltura. Il sistema di fabbrica si affermò con molto ritardo. La produzione dei beni per diverso tempo era legata ad artigiani e botteghe unite in cooperazioni. L'industria siderurgica riusciva a produrre quantità ridotte. L'EMANCIPAZIONE DEI SERVI E L'UNIONE DOGANALE L'area tedesca permaneva il problema della servitù. Necessario era creare una nazione di uomini liberi, dopo la sconfitta contro la Francia di Napoleone. Si voleva fare leva su un esercito efficiente. La Prussia prese una serie di provvedimenti per giungere all'emancipazione dei servi che furono subito imitati dagli altri stati tedeschi. Abolita la servitù e la distinzione dei titoli nobiliari, venivano aboliti i titoli feudali. L'altro evidente problema era la mancanza di un mercato: mancava la creazione di un mercato integrato all'interno del quale le merci potevano circolare liberamente. Nonostante la riduzione del numero di Stati e del numero delle dogane, grazie al Congresso di Vienna, sussistevano dazi interni ai singoli stati. Vennero fatti numerosi tentativi per superare questo problema: — vennero costituite delle leghe entro le quali furono aboliti i dazi: al nord quella prussiana, al sud una lega fra Baviera e Wurttemberg, al centro una lega favorita dall'Austria. Quella centrale si disgregò e molti stati aderirono a quella prussiana. Nel 1833 prese corpo l'unione doganale (Zollverein). — Vennero create nuove banche di emissione (la più importante fu la Banca di Prussia). — Vennero migliorati i mezzi di trasporto che amplificarono gli effetti dell'unione doganale. Decisive furono le ferrovie e la costruzione di navi — l'intervento dello Stato ESPANSIONE TEDESCA Di fronte a questa situazione frammentata, il periodo di svolta fu il 1871 con l'unificazione tedesca conseguita dalla Prussia grazie all'azione del cancelliere Otto von Bismarck costituendo il primo Reich. La Germania registra un periodo di sviluppo travolgente diventano una grande potenza industriale (“la locomotiva d'Europa”). Nel settore industriale si formarono imponenti complessi e vennero GRANDI IMPRESE E MERCATO Le industrie più importanti, all'interno dello sviluppo americano, erano quelle che si dedicavano alla trasformazione dei prodotti dell'agricoltura delle foreste e dell'allevamento. Filatura e tessitura del cotone continuavano a svilupparsi spostandosi anche negli stati meridionali che veniva non solo coltivato ma anche elaborato. I progressi più consistenti venivano realizzati dall'industria siderurgica e meccanica: industrie stimolate dalla domanda di materiale ferroviario e dalla richiesta di ferro e acciaio per la produzione di navi, macchine utensili e automobili. All'intero di questo contesto si svilupparono industrie nuove: elettriche, telegrafi e dei telefoni oltre che del petrolio e dell'automobile. Le imprese, che si svilupparono, producevano una gran quantità di beni e si organizzarono sotto forma di grandi spa. Si costituirono numerosi trust che con la seconda metà dell'800 controllavano una vasta quantità di prodotti. Maa fine 800 a partire dallo Sherman Act furono introdotti una serie di provvedimenti antitrust. Venivano visti come un ostacolo alla libera concorrenza. In ambito industriale gli antitrust portarono a risultati deludenti (aziende americane si orientavano a delle fusioni creando colossi quindi di fatto escludendo dal mercato piccole medie realtà che dovevano essere favorite). Questo però portava anche alla large corporation > grande impresa. Nel settore bancario funzionarono. Riguardare UN PUNTO DEBOLE: IL SISTEMA BANCARIO Il sistema bancario non era adeguato allo sviluppo del Paese. Non capace di invogliare le risorse per gli imprenditori. Negli anni della guerra di secessione le banche erano state divise in: * banche statali: erano banche di deposito e costituite secondo le leggi degli stati e venivano scoraggiate dalle banche di emissione. Avevano un unica sede e non potevano costituire filiali. * banche nazionali: dovevano emettere biglietti, soldi come banche di emissione Il problema principale era l'assenza di un istituto centrale di emissione, che potesse fungere da prestatore di ultima istanza. Questo era un limite che divenne evidente durante la crisi finanziaria del 1907. Nel 1913 venne approvato il sistema della riserva federale: consiglio con sede a Washington proposto da 12 banche federali e una aveva il proprio distretto. Era un coordinamento di 12 banche di riferimento e acquisivano una centralità in determinate aree, distretti. Due casi particolari. La seconda rivoluzione industriale (1850-1950) Russia e Giappone Questi due stati fecero leva sul ruolo dello Stato. LA CONDIZIONE DEI SERVI IN RUSSIA Da un punto di vista demografico conobbe l'incremento più consistente fra i paesi europei ma che non costituì un elemento di forza poichè causato dalla necessità dei contadini di avere molti figli per ottenere una maggiore assegnazione di terra. Con la seconda metà del 800 e inizi del 900 uno dei principali problemi della Russia era la permanenza della servitù della gleba. C'erano diversi tipi di servi: — servi dei pomesciki (grandi proprietari terrieri) — servi che dipendevano dallo Stato — servi che dipendevano dalla famiglia imperiale EMANCIPAZIONE DEI SERVI Con la guerra di Crimea emerge in tutta evidenza l'arretratezza del Paese. Si comprese che per affrontare una guerra moderna era necessario il ricorso alla mobilitazione generale di uomini liberi. Nel 1861, lo zar Alessandro II, decreta l'emancipazione dei servi che era legata ad una politica di redistribuzione delle terre dei signori. I servi liberati dalla loro condizione ottenevano le terre e la casa, dove abitavano, in uso permanente in cambio di canone annuo da pagare ai grandi signori della terra. La ridistribuzione delle terre avveniva sulla consistenza anche del nucleo famigliare e per questo portava all'incremento demografico. Potevano di fatto riscattare le terre e divenire proprietari della terra e della casa pagando al signore una quota. La maggior parte dei contadini non riusciva a pagare questi canoni per questo lo Stato si proponeva come garante anticipando l'80% per il riscatto della terra con obbligazioni statali ad interesse annuo. I contadini dovevano pagare il 20% e pagare in 49 anni il restante allo stato. Le terre venivano affidate alle comunità di villaggio (mir) che avevano la responsabilità delle terre e riscuotere le annualità dei contadini dandole allo Stato. Tuttavia il forte incremento della popolazione rese necessaria la riduzione delle quote assegnate a ciascuna famiglia e determinò condizioni sempre più difficili della classe rurale aumentando il malcontento generale. Di fatto questo portò ad una impossibilità del miglioramento della produttività: accumulazione di molti arretrati di imposte e di quote di riscatto a carico della comunità. Nel 1905 avvenne una rivoluzione che indusse il primo ministro Stolypin a varare una riforma agraria con lo scopo di formare una classe di piccoli proprietari che avrebbero costituito la cellula fondamentale dello stato. La riforma si basava sulla possibilità dei contadini di uscire dai mir e di avere un pezzo di terra e una proprietà assieme al condono di arretrati di imposte e annualità di riscatto. Grazie a questa riforma emergono kulaki (contadini proprietari di terre). INDUSTRIALIZZAZIONE DELLA RUSSIA ZARISTA Per procurarsi i capitali necessari all'industrializzazione si fece ricorso differenza è che per l'Italia si registra qualche difficoltà in più rispetto alla Germania. L’Italia rimase ai margini dell’economia europea fino a dopo l’unificazione e perse ancora molto terreno nei confronti del Paese d’oltremanica (Gran Bretagna). Era molto frammentata e aveva difficoltà a raccogliere capitali e a costruire un mercato omogeneo. Il decollo si verificò solo all’inizio del XX secolo, perché le condizioni necessarie mancavano a causa di vari ostacoli: * Demografia : popolazione cresceva lentamente e non dava impulso all'attività economica * Dotazione fattoriale: il paese era poco fertile dal punto di vista agricolo e le risorse minerarie erano scarse. * Scarsa disponibilità di capitale: pochi capitali per mettere in moto il processo di industrializzazione * Assenza di un mercato nazionale: a causa della frammentazione della penisola L'attività economica che precedono la prima rivoluzione industriale, non era stata capace di produrre quella produzione di capitali sufficiente agli investimenti che si rendevano necessarie per avviare il processo di industrializzazione e non è stata capace di integrare i numerosi mercati nazionali. LE RIFORME SETTECENTESCHE E NAPOLEONICHE Ad ogni modo anche in Italia intervennero alcuni cambiamenti tra fine Settecento e inizio Ottocento: * Abolizione corporazioni nel Granducato di Toscana e in Lombardia * Soppressione delle dogane interne quasi dappertutto fra il 1781 e il 1794 * Abolizione del regime feudale nel Regno di Napoli nel 1806 Inoltre durante il periodo napoleonico furono attuate altre numerose riforme: introduzione del codice civile e del commercio (importanti tasselli che regolavano le interazioni tra imprenditori privati e cittadini) Dopo il Congresso di Vienna l’Italia era divisa in 7 stati: Regno delle due Sicilie, Regno di Sardegna, Granducato di Toscana, Stato Pontificio, ducati di Modena e di Parma, Lombardo-Veneto. Con la Restaurazione l'italia conosceva un riordine della sua frammentazione. AGRICOLTURA E INDUSTRIA PRIMA DELL'UNITA' Da un punto di vista economico, l'Italia era caratterizzata da una prevalenza dell'agricoltura: * 1750-1800: aumento della produzione, specialmente di quella cerealicola * La quantità di grano prodotto però, divenne insufficiente ai bisogni della popolazione e l’Italia, da allora, diventò un paese importatore Nella prima metà del secolo x IX aumentarono le attività rivolte alla produzione di beni destinati al mercato e in parte all’esportazione — allevamento di bovini, bachicoltura, produzione di canapa, vino, olio e agrumi > nuove produzioni possibili perchè trainati dal sorgere di nuove aziende agrarie di tipo capitalistico soprattutto in Pianura Padana e in Piemonte — Italia centrale e meridionale rimanevano impegnati sopratutto sulla mezzadria e lo sfruttamento di contadini [industria era ancora più arretrata dell'agricoltura. L’Italia assunse in Europa un ruolo marginale di Paese esportatore di prodotti alimentari e materie prime. L’industria cotoniera, esercitata a domicilio, fu la prima ad adottare sistemi di fabbrica, in particolare nel campo della filatura. La siderurgia era quasi inesistente per la mancanza di carbon fossile. TRASPORTI E BANCHE La necessità della formazione di un mercato nazionale portò al tentativo di dar vita a un unione doganale, sull'esempio dello Zollervein tedesco. Un primo accordo è quello che coinvolse il regno di Sardegna, il Gran Ducato di Toscana e lo stato pontificio. Trasporti: male ferrovie, bene trasporti marini Le linee quindi erano frammentate: restavano all’interno dei confini di ciascuno Stato La marina mercantile per tonnellaggio era superata solo dalla marina britannica Credito: limitato alle città dove esistevano alcune banche, spesso inadeguate a dare impulso all’attività economica Si formarono alcune «banche di sconto» La banca di emissione più grande era la Banca Nazionale Sarda A partire dal 1822 vennero fondate numerose Casse di risparmio VENTRITREISMO CAPITOLO L'economia contemporanea (1950-2017) UNA NUOVA RIVOLUZIONE I problemi demografici I CARATTERI DELL'ECONOMIA CONTEMPORANEA L'elemento più caratteristico di questo periodo è la terziarizzazione dell'economia. Tutti i paesi che toccano un forte crescente nel settore terziario sono legate anche all'avvento dell'informatica che rende il mondo una sorta di mondo virtuale collegato ad una rete. Guardando a questo periodo è possibile dividerlo in due fasi: 1. la prima è contraddistinta da una vigorosa espansione dopo il dopoguerra, la maggior parte dei paesi del mondo sia quelli già sviluppati ma anche quelli che erano in via di sviluppano, vanno incontro ad una lunga fase di sviluppo grazie ad una elevata crescita economica e allo stesso tempo una crescita demografica generalizzata. 2. A partire dagli anni 70 la crescita mondiale incomincia ad rallentare senza però esaurirsi. Rallenta la crescita soprattutto nelle aree più sviluppate. Vi sono comunque alcune aree, come Cina e India, che proseguono e accelerano la loro crescita economica e demografica. In questo contesto vediamo una contrapposizione netta che si protrae fino agli anni 90 fra due modelli economici: economia di mercato (USA) ed economia pianificata (URSS). Con il crollo del muro di Berlino il 9 novembre 1889 e la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel dicembre 1991 l'economia pianificata perde la sua rappresentazione più efficiente e forte mentre l'economia di mercato ha un predominio. L'ESPLOSIONE DEMOGRAFICA Negli ultimi 70 anni la popolazione mondiale registra tassi di crescita mai cresciuta come prima. Questo è più evidente con la terza rivoluzione industriale quando la popolazione mondiale passa da 3 miliardi a 7 miliardi. della seconda rivoluzione industriale. Grazie a questo consolidato legame, diversi settori si rinnovano sia vecchi che nuovi. La metallurgia si rinnova profondamente e punta in maniera decisa alla produzione di nuove leghe leggere. La chimica è un settore che conosce nuovi sviluppi grazie alla diffusione di fibre artificiali, sintetiche e numerose materie plastiche che pian piano sostituirono il metallo in molti settori. L'industria elettrica diventa indispensabile: conosce nuovi sviluppi grazie alla costruzione di nuove centrali (termiche, idroelettriche, nucleari), all'utilizzo intensivo del petrolio e delle sue trasformazioni, alla rilevanza del gas naturale. L'industria automobilistica trova ulteriore slancio in questo periodo e diventa l'industria simbolo di questo periodo. L'utilizzo dell'automobile diventa sempre più diffuso. Questo porta a nuove spinte nei settori collegati a questa industria: produzione acciaio, vetro, ecc... tutti settori che possano beneficiare a questo settore automobilistico. La diffusione delle macchine spinge alla costruzione di una efficiente rete stradale (impulso costruzione di grandi autostrade). Allo stesso modo l'industria aeronautica diventa protagonista: venne prodotta una grande quantità di aerei sia per scopi commerciali che turistici. Per accogliere questi velivoli erano necessarie nuove infrastrutture (aeroporti). Diventano vettori sempre più competitivo di competere con le navi soprattutto per lo spostamento delle persone e insidiano le navi in termini di logistica. Tra le nuove industrie di questa fase ci sono: — centrali nucleari che si accostano alle centrali idroelettriche e termiche, che producono energia con uranio arricchito — industrie aerospaziali che vede la competizione tra Stati uniti e Unione sovietica tra metà 900. LA RIVOLUZIONE INFORMATICA L'elettronica è un altro settore fortemente sviluppato soprattutto in questo periodo grazie alle scoperte del diodo e triodo, ai quali si affiancò nel 1948 alla tecnologia del transistor. L'elettronica ha la tendenza crescente alla miniaturizzazione e alla produzione di microelettronica. Queste sono le fondamenta per lo sviluppo del calcolatore (computer). Il primo calcolatore venne messo a punto negli anni 40. negli anni 70 si passa ai minielaboratori e negli anni ottanta si passa ai microelaboratori (personal computer). La rivoluzione informatica ha preso piede certamente con tutte le opportunità elencate prima ma portò anche alcuni problemi come la disoccupazione tecnologica a causa di nuove apparecchiature di labor saving in termini di manodopera che guardano il processo produttivo. VERSO UNA NUOVA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA L'uso dei combustibili fossili non poteva durare ancora per molto tempo dato che la loro quantità era limitata. Il loro consumo era più veloce rispetto alla rigenerazione naturale dei combustibili. Negli ultimi anni si è preso coscienza della necessità di ricorrere a fonti energetiche rinnovabili, che siano in grado si supplire ai combustibili fossili. Queste fonti energetiche sono alla base della Green Economy. È nata una nuova rivoluzione tecnologica che dovrebbe gradualmente portare all'impiego di fonti di energia rinnovabili. Infatti l'Unione Europea ha adottato la cosiddetta strategia 20-20-20 con la quale di impegna a: - ridurre almeno del 20% l’emissione di gas serra rispetto al livello del 1990 - ridurre del 20% il consumo di energia previsto, accrescendo l’efficienza energetica - Arrivare a una produzione di almeno il 20% dell’energia consumata con fonti rinnovabili LA TERZIARIZZAZIONE DELL'ECONOMIA Caratterizzante di questo periodo è stato lo sviluppo del settore terziario (predominante nell'economia) grazie all'aumento notevole di servizi pubblici e privati a disposizione della collettività. Questa terziarizzazione si concretizza: — nel commercio interno grazie ad una rapida diffusione di supermercati, centri commerciali, discount e commercio elettronico — nel commercio estero agevolato da politica di libero scambio, ripristino di un sistema di cambi fissi, costituzione di organizzazioni internazionali — nel sistema bancario grazie ad una maggiore gamma di servizi, alla formazione di grandi gruppi bancari, alla apertura di filiali all'estero, all'affermazione della banca universale, alla diffusione della carta di credito (moneta elettronica). — Nel turismo grazie allo sviluppo del turismo di massa che acquista notevole rilievo economico. VENTICINQUESIMO CAPITOLO l'economia contemporanea (1950-2017) LA RICOSTRUZIONE DELL'ECONOMIA MONDIALE La fase che stiamo osservando è la ricostruzione del secondo dopoguerra. La seconda guerra mondiale lasciava dietro di sé pesanti danni di diverso tipo: a causa del conflitto vi erano gravi danni alle infrastrutture e alle abitazioni, l'apparato industriale dei paesi coinvolti nel conflitto e pesanti danni alle relazioni tra i popoli. L'obiettivo era ricostruire un clima di pace tra popoli, stati e governi. Sappiamo quanto questo sia difficile anche in considerazione di quello che abbiamo osservato nel primo dopoguerra. Era necessario cambiare approccio rispetto a quanto era stato fatto dopo la prima guerra mondiale. Per questa ragione gli alleati già prima della fine del conflitto cominciarono a progettare una strategia in merito alla costruzione dell'economia mondiale del futuro per evitare gli errori del passato. L'obiettivo di questi incontri era quello di sviluppare la cooperazione internazionale mancata nel primo dopoguerra. In ambito economico era importante evitare la sovrapproduzione e la disoccupazione. Con l'intento di raggiungere questi obiettivi era anche necessario equilibrare la produzione e regolare gli scambi internazionali. In questa ottica si tennero alcuni incontri: nel 1944 Bretton Wood negli new Hampshire, nel 1945 Yalta (Crimea) e San Francisco e nel 1967 il Gatt a Ginevra. Due di questi incontri erano a sfondo politico altri più a sfondo economico. GLI ACCORDI POLITICI: YALTA E ONU * Conferenza di Yalta (1945): si incontrarono Stati Uniti con Roosevelt, Inghilterra con Winston Churchill e URSS con Stalin: AI fine di ricevere questi aiuti i paesi europei si organizzarono nell' OECE (organizzazione per la cooperazione economica europea) per controllare la distribuzione degli aiuti statunitensi del Piano Marshall per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale e favorire la cooperazione e la collaborazione fra i Paesi membri. Risultato concreto del Piano Marshall: l'Europa concluse il percorso di ricostruzione, si orientò verso il libero commercio e la stabilità monetaria, seguì il modello e la leadership USA, ma lo fece a modo suo: *. Finanziò ancora più generosamente le politiche di ricostruzione * Rallentò la fissazione di alcuni tassi di cambio in modo conforme a BW attraverso la creazione dell’Unione Europea dei Pagamenti * Rifiutò un’apertura indiscriminata sul piano commerciale L'ECONOMIA MISTA E IL WELFARE STATE Affermazione in molti paesi dell'Europa occidentale di un economia mista. Le Ragioni furono : — evitare la contrapposizione fra modello capitalista e socialista — necessità di evitare movimenti rivoluzionari — Importanti nazionalizzazioni di settori e industrie delle varie economie nazionali — Politica di pianificazione Le nazionalizzazioni non furono statizzazioni: — Italia: nazionalizzata la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica e costituito l’Enel Pianificazione adottata in forma molto diversa da quella sovietica: non era coercitiva ma indicativa e fondata su un accordo fra le parti sociali. Gli interventi portarono alla nascita del Welfare State o Stato sociale, fondato su tre pilastri: — sistema di previdenza sociale — sistema di assistenza sanitaria gratuita — la politica economica basata sulla lotta alla disoccupazione TRENTESIMO CAPITOLO L'economia contemporanea (1950-2017) LE ECONOMIE SVILUPPATE Stati Uniti e Giappone L'EGEMONIA DEGLI STATI UNITI In primo luogo prendiamo in esame il caso americano. Durante la seconda guerra mondiale gli USA avevano sfruttato a pieno la loro capacità produttiva e incrementarono la loro produttività. Pensando alla seconda guerra mondiale il territorio statunitense non ha subito veri e propri danni come era successo in Europa ad eccezione di Peral Harbour nelle Hawaai). La guerra aveva certamente portato ad una grande richiesta di beni per sostenere lo sforzo bellico. Questo portò ad un ulteriore slancio dell'economia americana. A partire dal 1945 l'economia americana si poneva come un vero e proprio punto di riferimento, come un modello da imitare grazie ad una serie di fattori: — assenza di competitors — tessuto di relazioni internazionali che gli USA andavano tessendo nel secondo dopoguerra consapevoli della necessità di non commettere gli errori del primo dopo guerra (debiti interalleati, evitare di riproppore uno schema unitivo nella ricostruzione dei paesi sconfitti). — Grande disponibilità di tecnologia che negli Stati Uniti era stata perfezionata : il governo investi denaro per mettere a punto una tecnologia avanzata per sostenere lo sforzo bellico — gold exchange standard Gli Stati Uniti erano definitivamente la maggior potenza, militare economia e politica del Pianeta. La crescita riguardò tutti i settori: agricoltura, commercio estero e interno, banche e turismo Le imprese continuarono ad ingrandirsi: le large corporations divennero piu numerose e si diffuse l'impresa multidivisionale. LA REAGANOMICS Negli Anni Settanta la fase di stagflazione portò alla vittoria del partito repubblicano di Ronald Reagan durante le elezioni del 1980. Adottò una serie di misure neoliberaliste che portò all'adozione della Reaganomics. Gli obiettivi di questa politica economica erano principalmente due. 1. incentivare la domanda con la diminuzione delle imposte specialmente sui redditi medio-alti 2. sostenere l'offerta mediante misure significative di deregolamentazione per dare maggiore slancio alle imprese. Questa deregolamentazione riguardò sopratutto il sistema bancario: le banche si avvicinavano al modello universale. Gli effetti di queste politiche adottate da Reagan: — le disuguaglianza sociali aumentarono grazie alla diminuzione delle imposte e grazie ai tagli e fondi dei disoccupati — le risorse venivano destinate ad elevate spese per il comparto militare e venivano viste come determinanti per contrastare la potenza sovietica. Ebbero allo stesso tempo una funzione propulsiva dell'economia e servirono anche a evitare la sovrapproduzione di beni di consumo. Tuttavia non consentirono di diminuire il deficit statale. A partire dagli anni Ottanta gli Stati Uniti divenivano debitori di altri Paesi/Stati ad esempio della Cina. Nonostante alcune difficoltà questo complesso di politiche permetteva all'economia americana continuò a crescere con un nuovo lungo ciclo espansivo che si apriva nella seconda metà degli anni Novanta, che portò alla riduzione del debito pubblico. IL MIRACOLO ECONOMICO GIAPPONESE Il Giappone è un altro paese leader sul piano economico. Il Giappone divenne nel corso degli anni 80 la seconda potenza economica mondiale per il Pil prodotto. Il Giappone usciva dalla seconda guerra mondiale come un paese distrutto e umiliato e come apparato industriale ridotto, bloccato e minato nei suoi elementi tradizionali trainanti. Tuttavia a partire dal 1950 fino al 1973 il Giappone conobbe il suo miracolo economico di cui è possibile identificare diversi fattori chiave: — in primo luogo è possibile citare la Guerra di Corea (1950-1952) che diede al Giappone il ruolo di nuovo alleato asiatico con gli USA. Il Giappone rifornì nel corso della guerra con materiale bellico le truppe statunitensi — gli aiuti americani permisero al Giappone di risollevarsi: il quell'incremento di produttività. Le principali industrie: automobili, elettrodomestici e fibre sintetiche. Si affermò la grande impresa sull'esempio americano (fordismo, fondava la propria organizzazione scientifica sul lavoro e contribuiva a rendere l'economia italiana un'economia orientata alle esportazioni affiancate alle rimesse degli emigrati e allo sviluppo del turismo. Bilancia dei pagamenti in attivo a partire dal 1957. Le ragioni del miracolo economico: — aiuti americani — scelta per un economia aperta orientata alle esportazioni — disponibilità di manodopera a basso costo — bassi prezzi internazionali: soprattutto in riferimento a materie prime e fonti energetiche permettevano all'Italia di alimentare i processi produttivi a bassi costi — ruolo dello stato: determinante nel Novecento in misura crescente attraverso l'incentivazione nell'agricoltura e nei trasporti. Diventa uno stato imprenditore poiché forniva alle imprese addetti pubblici di spicco (es Mattei) — solido sistema bancario: garantiva i finanziamenti di cui le industrie necessitavano a medio-lungo termine. L'ITALIA NELLA CRISI DEGLI ANNI SETTANTA L'economia italiana risentì della crisi petrolifera del 1973 e rallentò la sua crescita. In questo periodo si caratterizza per alcuni elementi: * inflazione a causa dell'elevato prezzo del petrolio *. circolazione di targhe alterne * scelta di orientarsi verso il gas naturale per sostituire il petrolio Lo stato per affrontare la crisi addottò due principali strategie: 1. sostegno delle imprese: con fiscalizzazione degli oneri sociali (fino al 1999); salvataggi tramite la Gepi (società per le gestioni e partecipazioni industriali: agenzia pubblica che concedeva prestiti alle aziende private); costituzione Cassa integrazione guadagni 2. sostegno redditi delle famiglie mediante allargamento del Welfare: - introdotte pensioni socialista - riformato il sistema pensionistico - istituito il Servizio sanitario nazionale gratuito Le conseguenze di tutto ciò: — aumento della spesa pubblica : debito pubblico alto — aumento del prelievo discale (riforma del sistema tributario) — svalutazioni della lira La lotta all'inflazione realizzata in vari modi: — politica restrittiva del credito — divorzio fra Banca d'Italia e Tesoro — riduzione della scala mobile: sistema di adeguamento automatico di salari e stipendi al costo della vita Riduzione dell’inflazione e risanamento dei conti pubblici : condizioni previste dal trattato di Maastricht per entrare nell’euro Inizio anni Novanta per raggiungere questi obiettivi furono attuate varie misure: * Aumento della pressione fiscale * Abolizione di privilegi pensionistici * Privatizzazioni * Privatizzazione sistema bancario (Testo Unico Bancario del 1993) IMPRESE E DISTRETTI INDUSTRIALIZZATI Dopo la crisi degli anni Settanta le grandi imprese procedettero a una ristrutturazione produttiva. Crisi del modello fordista: si ricorse sempre di più all’automazione dei processi produttivi, al decentramento e alla delocalizzazione. I rami produttivi erano il made in italy In questa fase aumenta il peso delle PMI (piccole medie imprese): * Emerge la Terza Italia * Perla loro struttura flessibile, in grado di resistere alla crisi * Capaci di competere sui mercati internazionali * Nascita distretti industriali Nel momento in cui le grandi imprese si trovarono in difficoltà e le piccole imprese non riuscivano a crescere, furono le medie imprese a far registrare i maggiori successi.
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