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Appunti sintetici su Liberalismo Politico di Rawls, utilizzati per l'esame, Dispense di Filosofia Politica

appunti composti da: libro Liberalismo politico (edizione tascabile), Politica di Maffettone e spiegazioni della docente. racchiudono in maniera sintetica le cose più importanti da sapere per svolgere l'esame, un saggio scritto.

Tipologia: Dispense

2020/2021

In vendita dal 15/01/2022

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Scarica Appunti sintetici su Liberalismo Politico di Rawls, utilizzati per l'esame e più Dispense in PDF di Filosofia Politica solo su Docsity! Liberalismo politico 1993 Rawls scrive questo libro, nonostante la maggior parte degli studiosi fosse convinto che tale opera non sarebbe mai stata del calibro di TJ; in liberalismo politico rawls si impegna a rispondere ad alcune delle critiche ricevute oltre che a chiarire dei punti articolati, a suo parere, in maniera poco chiara in TJ, primo fra tutti il paradosso nel quale cade sostenendo che la giustizia corrispondeva unicamente al concetto di equità. Rawls, infatti, realizza che la teoria della giustizia contrapposta al monismo proposta in TJ, presenta una problematica che ha proprio a che fare con il pluralismo, obiettivo iniziale della sua prima opera. PL è un libro molto più complesso per un aspetto fondamentale: l’incapacità di delineare esplicitamente il problema filosofico affrontato, contrariamente a quanto accade in TJ dove venivano prese di mira 2 strategie filosofiche dominanti avendo un chiaro obiettivo, quello di formulare una teoria della giustizia che si contrapponesse allo schema prevalente. Maffettone sostiene che in PL viene difesa una METATEORIA liberale che è potenzialmente in grado di contenerne delle altre; troviamo qui un liberalismo “cornice” che permane mentre il liberalismo “quadro” può ispirarsi a diverse dottrine comprensive ragionevoli. In LP egli mette in risalto la visione sbagliata di giustizia che è emersa da TJ e come in realtà si possa giungere ad una concezione comune di giustizia solamente grazie ad un consenso per intersezione tra le varie dottrine comprensive. Introduce qui due concetti fondamentali: consenso per intersezione e ragione pubblica; solo un consenso di differenti dottrine comprensive ragionevoli e, soprattutto, dei cittadini che in esse credono, renderà possibile l'affermarsi di una giustificazione pubblica garantita dalla legittimazione liberale. Come obiettivo principale PL sostiene che una società ben ordinata, basata sulla giustizia come equità, può esser tale solo se si adatta a un ragionevole pluralismo e se è regolata da un’idea politica della giustizia. PL ha una portata filosofica importante perché mette in discussione alcuni assunti di TJ riguardanti, in particolare, la questione della Stabilità vatteta nella terza parte di TJ. La stabilità propone una convergenza tra gli interessi morali delle persone (capacità di avere una concezione del bene e del senso di giustizia) e la teoria della giustizia che si ritiene migliore. Questi elementi, in TJ, costituiscono la stabilità della società, tesi che viene presentata attraverso 2 argomenti di cui il secondo è quello che Rawls intende rivedere maggiormente. Un buon cittadino di una liberal-democrazia deve essere ragionevole, quindi capace di instaurare relazioni sociali rispettose con gli altri individui e deve essere anche razionale, ponendosi degli scopi/obiettivi. Non si può essere unicamente ragionevoli o razionali poiché in un caso (nel primo) saremmo vuoti mentre nel secondo saremmo simili a degli psicopatici. Uno dei suoi punti è dimostrate che la razionalità non è sempre collegata ad un’auto interesse egoistico; è una cosa problematica perché ci sarebbe almeno un altro modo di interpretare la razionalità che arriva ad un esito completamente opposto. La conclusione dell’argomento della stabilità è quindi che è razionale per i cittadini favorire il modello delle istituzioni perché è da queste che si riesce a rinforzare quel senso di giustizia congruente con la razionalità dei cittadini. Il problema è rappresentato proprio dal pluralismo che contraddistingue una società ben ordinata. Rawls, infatti, si rende conto che la formulazione di TJ è instabile perché non distingue il piano filosofico da quello morale, non tenendo conto del pluralismo ragionevole, perché nella nostra società esistono diverse visioni conflittuali del mondo, anche se sono tutte ragionevoli. Problema centrale che Ralws individua è come sia possibile che persone aderenti a visioni del mondo diverse (spesso religiose) in conflitto non solo sul piano metafisico, possano sostenere una concezione liberale dell’autorità politica che sia liberal democratica e, come sia possibile che continui a esistere nel tempo una società giusta e stabile di cittadini liberi e uguali che rimanga divisa da dottrine ragionevoli di tipo religioso e morale? Neutralità: promuove da un lato il valore della tolleranza e dall’altro la difesa delle minoranze; questo porta ad un paradosso, cioè che i cittadini liberali non hanno bisogno di tollerarsi tra di loro dato che tutti accettano una visione politica condivisa della giustizia. Il problema della tolleranza liberale è quindi connesso a quello della sua estensione a cittadini che non sono strettamente liberali ma comunque ragionevoli. I principi di giustizia che i cittadini devono sostenere sono dei principi che dei soggetti razionali affermerebbero nel tempo e per essere certi che questo modello funzioni, occorre ripensare alla visione di razionalità in termini strettamente politici: la teoria deve rinunciare ad alcuni presupposti idealizzati in TJ e dire che il modello di razionalità sia adottato da cittadini ragionevoli e non egoisti che, ragionevolmente, altri cittadini possano accettare (criterio di reciprocità Il nasce da una cooperazione ragionevole ed è fondamentale in una società poiché senza di esso non potrebbe esserci dialogo tra le varie dottrine comprensive, portando anche alla scomparsa dei presupposti per la formazione di un consenso per intersezione, il quale porta ad una concezione pubblica della giustizia che si manifesta attraverso la ragione pubblica. La ragione pubblica, ragione della politica e non del sociale, deve essere utilizzata il minimo possibile e solo in ambito politico per poter favorire lo sviluppo delle ragioni sociali e quindi della cultura di sfondo che è fondamentale per il progresso di una società. Molte furono le critiche mosse a Rawls circa il tema della ragion pubblica a causa della sua limitatezza; Rawls non aveva intenzione di imporre un’unica ragione da seguire poiché voleva semplicemente dare una garanzia a tutti i cittadini di una società stabile e ben organizzata, partendo dal presupposto che da una società non si può mai decidere di uscirne, a differenza di quanto accade in altri tipi di associazioni che seguono dottrine comprensive come un sindacato o una religione. La ragion pubblica si occupa principalmente degli elementi essenziali dei principi fondamentali di un individuo: è la ragione che applica uno stato nel momento in cui deve prendere delle decisioni che devono essere accettate da tutti. Uno stato liberal-democratico che segue la ragion pubblica deve essere neutrale e non deve favorire un’unica dottrina comprensiva a scapito di altre poiché questo farebbe si che si arrivi a dei regimi politici che seguono un’unica visione del bene come quelli guidati da fondamentalisti, cioè persone che seguono un’unica visione del bene, spesso collegata ad elementi come la religione, imponendola a tutti gli individui facenti parte di uno stato, o più in generale di un’organizzazione, limitando la libertà altrui. La Griffin, in un articolo, evidenziò quanto i fondamentalismi politici potessero essere pericolosi, trattandosi spesso di regimi patriarcali o violenti. Liberalismo politico e fondamentalismo sono incompatibili. Il liberalismo non può tollerare che ci siano differenze, discriminazioni. Anche il movimento populista critica Rawls poiché questo è alla ricerca di una volontà comune che dia al popolo ciò che più desidera anche se, questo tipo di volontà alla quale aspira, è un’utopia nell’ottica di Weale. Rawls, attraverso la sua teoria, RAEGVAtOMINNN9 0 perporerrarconvivereiepIurali VisionitdGi che caratterizzano una democrazia, facendo si che ogni cittadino di una liberal-democrazia possa sentirsi tutelato, libero ed eguale a tutti gli altri individui. In PL la persona è vista come un cittadino libero e uguale, con dei diritti e doveri politici, coinvolta in un rapporto politico con altri cittadini. Il modello proposto non deve essere basato sulla forma ma deve essere stabile e che tutti possano riconoscere come giusto; la concezione proposta non può essere una dottrina comprensiva liberale o secolare ma deve essere in grado di rappresentare le diverse dottrine comprensive ragionevoli: obiettivo è non escludere le diverse dottrine ma contenerle. In a Theory of Justice Rawls ha in mente un’idea di stabilità interna ai cittadini, ogni cittadino ha un percorso morale che porta ad avvicinarlo all’idea di giustizia e può stabilire una congruenza tra la propria visione del bene e la giustizia; in realtà la stabilità morale dal punto di vista politico è un’idea di stabilità più intersoggettiva, ha ancora in mente l’idea del senso di giustizia però l’aspetto importante è quello relazionale: la stabilità non si fonda più sul fatto che ciascun cittadino sia
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