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APPUNTI STORIA - Carlo V e la riforma protestante, Appunti di Storia

Appunti su Carlo V e la riforma protestante, la vita, l'impero, i nemici e le rivolte, Martin Lutero, la vita, la riforma protestante, conseguenze religiose e sociali, la diffusione della riforma e la controriforma cattolica, riforma di calvino, concilio di trento, le guerre di religione in Spagna, Paesi Bassi, filippine, Francia e Inghilterra.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 10/11/2022

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Scarica APPUNTI STORIA - Carlo V e la riforma protestante e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! CARLO V E LA RIFORMA PROTESTANTE LA FAMIGLIA E L’ENORME EREDITA’ Il nonno paterno di Carlo era Massimiliano I d’Asburgo, ossia l’arciduca (=re) d’Austria e imperatore del Sacro Romano Impero, fondato da Carlo Magno. Egli sposò Maria di Borgogna, l’erede di un regno che comprendeva Fiandre (Belgio), Paesi Bassi e Franca Contea ( una parte della Francia). Dalla loro unione nacque Filippo “il bello”, che si sposò con Giovanna “la pazza”. Lei era l’unica figlia di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia ( Spagna, Italia meridionale con le isole e colonie americane). Da loro nacque Carlo d’Asburgo nel 1500. Nel 1506 morì Filippo “il bello” e Carlo eredita i possedimenti della nonna paterna (Fiandre,Paesi Bassi e Franca Contea).Nel 1516 morì il nonno di Carlo, Ferdinando d’Aragona e i suoi possedimenti passano a Carlo. La mamma, Giovanna “la pazza” mostrò segni di infermità mentale e per questo non ereditò nulla. Nel 1519 morì il nonno paterno e Carlo divenne arciduca d’Austria e Boemia e potè partecipare all’elezione per diventare imperatore (era una carica elettiva, non ereditaria, e a votare erano 7 principi, 4 laici e 3 ecclesiastici).L’ acquisizione di questa carica gli costò d’oro. Il suo rivale era Francesco I re di Francia. Vinse Carlo poiché comprò la sua elezione chiedendo un prestito ai banchieri tedeschi.Così nel 1519 Carlo era re di Spagna, arciduca d’Austria e imperatore del Sacro Romano Impero. Il suo regno era talmente vasto che gli studiosi attribuirono al giovane questa frase: “sul mio impero non tramonta mai il sole”. Carlo restò in carica per circa 40 anni, poi, nel 1556 abdicò. IL SUO IMPERO “IDEALIZZATO” L’intento di Carlo era di ricostruire l’impero romano, ma cattolico (RESTAURATIO IMPERII). Egli considerava la religione cattolica come una dottrina basata sulla giustizia e sulla compassione per le sofferenze altrui. Inoltre Carlo era un fan dei valori aristocratici: arte della guerra, cultura cortese, cavallerie e gloria militare. Carlo voleva fondare un impero comprendente quasi tutta la terra, fondato su questo ideale. Le cose però non andarono come previsto. I MAGGIORI NEMICI L’imperatore regnò per 40 anni e fu impegnato su tre fonti di scontro,politico, militare e religioso: • contro il RE DI FRANCIA FRANCESCO I • contro il SULTANO DELL’IMPERO OTTOMANO • contro i PRINCIPI TEDESCHI LA RIVOLTA DEI COMUNEROS Carlo quando salì sul trono spagnolo non era visto di buon occhio dai suoi sudditi, poiché distante dalle loro consuetudini e molto assente. Nel 1520 Carlo partì per la Germania per l’incoronazione imperiale e Castiglia e Aragona colsero l’occasione per insorgere. I comuneros volevano il ripristino delle loro tradizioni e un sistema più equo di imposizione fiscale. La rivolta fu sedata nonostante l’assenza di Carlo, che però non sottovalutò il loro incontento e si trasferì in Spagna, prendendo in moglie la principessa del Portogallo, Isabella. LO SCONTRO CON FRANCESCO I I territori di Francesco I erano accerchiati da quelli di Carlo IV e quindi il re francese temeva un eccessivo controllo e potere da parte dell’imperatore. Carlo, dal canto suo, voleva il ducato di Milano (appartenente a Francesco) per costruire la via asburgica, ossia un collegamento marittimo e terrestre tra Spagna e Austria. Lo scontro decisivo si tenne nel 1525 a Pavia con la vittoria dell’esercito imperiale e Francesco fu fatto prigioniero in una sala del palazzo reale a Madrid. Qui disse la celebre frase: “tutto è perduto tranne l’amore”. Francesco fu liberato solo dopo aver rinunciato al ducato di Milano e dopo aver pagato un ingente somma di denaro. Egli però una volta libero, non rispettò i patti poiché non voleva indebolire il regno e ce l’aveva con Carlo V. Francesco creò quindi un’alleanza contro l’imperatore, nota come Lega di Cognac, che comprendeva Francia, Stato Pontificio, Inghilterra, Venezia e Firenze poiché tutte temevano un eccessivo potenziamento di Carlo.Questa lega fallì per la divisione tra gli stati che ne facevano parte e Carlo si infuriò con lo Stato pontificio poiché prima era un suo alleato e poiché Carlo stesso era cattolico, e scatenò contro questo tutte le forze militari tra cui i lanzichenecchi. Essi erano soldati mercenari protestanti molto feroci e nel 1527 entrarono a Roma (SACCO DI ROMA 6 maggio 1527). I monumenti furono distrutti, le chiese profanate e il papa (Clemente VII) si rifugiò a Castel Sant’Angelo. I lanzichenecchi se ne andarono solo dopo mesi. Nel 1529 furono stipulati due trattati di pace: • PACE DI BARCELLONA (tra Carlo, che si impegnava a far tornare i Medici a Firenze, e la Chiesa, con Clemente VII) • PACE DI CAMBRAI ( tra Carlo, che cede la Borgogna e Francesco I, che rinuncia al Ducato di Milano). Nel 1530 Carlo fu incoronato re d’Italia e Bologna dal papa Clemente VII.Età delle guerre d’Italia (1494-1559). Si combatterono in Italia per detenere i territori italiani per avere ritirare in modo pubblico ciò che aveva detto. Lutero non lo fece e continuò a pubblicare i suoi libri sulla sua dottrina. Così nel 1520 Leone, tramite una bolla papale, decise di scomunicare Lutero. La bolla iniziava con “esurge domiae” ossia “sorgi o mio signore”. Lutero bocciò questa bolla pubblicamente in piazza. In tutto questo marasma nel 1519 Carlo divenne imperatore. In quanto cattolico, non poteva tollerare questa dottrina convocò Lutero alla dieta di Worms nel 1521. Carlo voleva che Lutero si ritirasse davanti ai principi tedeschi, ma ciò non accadde e Lutero disse “non posso ne voglio”. Così l’imperatore bandì Lutero come nemico pubblico e come fuorilegge. Chiunque nell’impero avrebbe potuto uccidere Lutero. (Il papa aveva poi voltato le spalle a Carlo che aveva quindi mandato i lanzichenecchi a Roma). La condanna di Carlo non ebbe conseguenze in quanto il Duca di Sassonia Federico il Saggio (uno dei principi elettori) salvò Lutero, facendolo rapire e nascondendolo in uno dei suoi castelli. Qui Lutero si dedicò alla traduzione in tedesco della Bibbia. La riforma si diffuse sempre di più e si creò così una spaccatura tra cattolici e protestanti. CONSEGUENZA RELIGIOSA MA ANCHE SOCIALE Il messaggio di Lutero finì per avere conseguenze che non si limitavano alla sfera religiosa , ma anche a quella sociale in quanto la riforma fu interpretata come miglioramento delle condizioni sociali. In Germania c’erano moltissimi contadini in posizioni di schiavitù e questi ceti deboli chiedevano un cambiamento che videro nella riforma di Lutero. Lutero parlava infatti di costruire una società più equa, equilibrata e giusta (RIVENDICAZIONI SOCIALI). LA RIVOLTA DEI CONTADINI Ceti deboli e contadini si riunirono in gruppi armati e misero a ferro e fuoco la Germania. La loro protesta assunse caratteri violenti ed estremisti. Preti cattolici furono uccisi, le chiese cattoliche vennero distrutte e molti contadini si ribellarono ai loro padroni. Fra queste rivolte ricordiamo quella condotta da Franz Von Sickingen nel 1522 e quelle nel 1524 tra contadini e minatori operai. THOMAS MUNTZER E GLI ANABATTISTI La rivolta fu guidata da un seguace di Lutero, Thomas Muntzer che aveva fondato un movimento religioso ancora più estremista di quello di Lutero, chiamato movimento degli anabattisti. Anabattisti vuol dire “ribattezzatori” poiché ritenevano che il battesimo dato in età infantile non fosse valido e quindi si ribattezzavano da adulti. Thomas voleva una società nuova, rigenerata, in cui ci fossero meno differenze e i contadini videro in lui un riferimento . LA REAZIONE DI LUTERO Lutero prese le distanze, dichiarandosi contrario ad ogni forma di violenza. Inoltre egli temeva che la sua riforma potesse essere accostata a queste violenze. Scrisse anche un opuscolo contro le bande brigantesche e assassine dei contadini, in cui Lutero invitava i principi a prendere le armi contro i contadini, visti da Lutero come nemici della sua dottrina. LA GUERRA DEI PRINCIPI I principi tedeschi, sia luterani che cattolici, nel 1525 sconfissero definitivamente i contadini a Franken Hausen, in Turingia. Thomas fu qui catturato ed ucciso. Rimase però una frattura tra i principi cattolici e luterani. Nel 1529 Carlo V convocò la dieta di Spira con tutti i principi tedeschi. Carlo cercò di riportare tutta la Germania alla chiesa cattolica e chiese ai luterani di: • restituire alla chiesa cattolica i territori sottratti • interrompere le persecuzioni contro i cattolici • non seguire più Lutero I principi luterani manifestarono il loro dissenso leggendo una lettera e da qui presero il nome di “protestanti”. L’anno dopo nella dieta di Augusto i luterani esposero una proposta di convivenza tra cattolici e luterani, ma non si raggiunse nessun accordo (CONFESSIO AUGUSTANA 1530). Nel 1531 i principi luterani formarono la lega di Samalcalda, ossia un legame militare che si oppose alla lega di Norimberga, formata invece dau principi cattolici. Carlo combattè contro la lega di Samalcalda e nel 1547 l’esercito dell’imperatore sconfisse la lega a Muhlberg. La situazione divene difficile per Carlo, he fece un patto con i luterani sancito dalla pace di augusto nel 1555. Con questa pace si stabilì che ogni principe era libero di scegliere se essere protestante o cattolico, e che tutti i sudditi dovevano seguire la religione scelta dal principe. Questo principio è sintetizzato dalla frase “CUIUS REGIO, EIUS RELIGIO” ossia “di chi è la regione, di lui la religione”. La Germania settentrionale era protestante, quella meridionale era cattolica. Nel 1556 Carlo abdicò e andò a vivere in un monastero in Spagna. Divise il suo impero tra il figlio Filippo (spagna, fiandre,paesi bassi, franca contea, le colonie americane ed i possedimenti italiani) e il fratello minore Ferdinando I (domini asburgici e la corona di imperatore). Carlo V morì nel 1558. LA DIFFUSIONE DELLA RIFORMA E LA CONTRORIFORMA CATTOLICA LA DIFFUSIONE La storia della riforma protestante non terminò qui e si diffuse al di fuori della Germania. Fu abbracciata nei paesi scandinavi (Norvegia, Danimarca, Svezia) e ciò ebbe un risvolto anche sul piano economico: i beni della chiesa cattolica furono riconfiscati e rivenduti dai sovrani. LA RIFORMA DI CALVINO In Svizzera la riforma fu portata da un giovane francese predicatore chiamato Giovanni Calvino che si era rifugiato a Ginevra. Calvino fondò una forma di luteranesimo estremista. Egli sosteneva la teoria della predestinazione assoluta: secondo Calvino Dio ha gia stabilito chi salverà e chi no; gli uomini non possono sapere il loro destino ma devono agire con onestà. Dedicarsi al lavoro è considerato un mezzo per capire il proprio destro e per mostrare benevolenza nei confronti di Dio. Max Weber è stato il primo a capire lo stretto rapporto tra religione e società e sviluppo economico. Egli nell’opera “l’etica protestante e lo spirito capitalistico” si chiese come mai nelle regioni protestanti sia questo spirito capitalistico tanto forte. Questo poiché il lavoro è visto in queste religioni come una missione religiosa. La teoria di Weber si oppose a quella di Marx, che invece crede che alla base di tutto c’è l’economia e che la chiesa sia solo una sovrastruttura dell’economia. Il calvinismo impose una disciplina severa ed austera ai suoi seguaci: furono distrutte le opere d’arte nelle chiese in quanto considerate forme di lusso. Il calvinismo si diffuse nei Paesi Bassi, in Francia (con gli Uganotti), in Inghilterra (con i presbiteriani) e in Italia, dove i Valdosi furono influenzati da questa riforma. IN INGHILTERRA: ENRICO VIII In Inghilterra ci fu uno scisma, detto anglicano, realizzato dal re Enrico VIII Tudor. Enrico aveva sposato Caterina di Aragona, zia di Carlo V. Dal loro matrimonio era nata Maria, ma il re voleva un figlio maschio e per farlo doveva separarsi da Caterina. Enrico chiese al Papa l’annullamento del matrimonio, che però non gli fu concesso in quanto il papa non voleva farsi nemico Carlo V. Enrico non badò al papa e si sposò con Anna Bolena e dalla loro unione nacque Elisabetta I. Il papa scomunicò Enrico. Enrico rispose con un documento (approvato dai parlamentari) chiamato ATTO DI SUPREMAZIA (1534) nel quale annunciava la separazione della chiesa anglicana da quella di Roma. Enrico potè così incamerare tutti i beni della chiesa cattolica in Inghilterra. LE GUERRE DI RELIGIONE E I NUOVI EQUILIBRI TRA LE POTENZE FILIPPO II: LA SPAGNA Filippo II di Spagna ereditò da Carlo Spagna, Ducato di Milano, regno di Napoli, Sicilia e Sardegna, Fiandre, Paesi Bassi e le colonie americane. Il suo regno durò dal 1556 al 1598. Filippo era noto in Spagna in Valla Dolia nel 1527. Nacque e crebbe in Spagna, ricevendo così un’educazione spagnola. A 19 anni salì al trono e stabilì la capitale del suo regno a madrid, dove fece costruire la reggia di Escorial. Da qui amministrava il suo impero con grande impegno (profonda cultura del lavoro). La spagna era uno stato unitario, non una vera e propria monarchia, c’erano delle province, ognuna della quale aveva un’assemblea con potere amministrativo e finanziario. Queste assemblee riconoscevano la figura del re e potevano approvare o no le decisioni del re. Per gestire il tutto Filippo creò 6 consigli territoriali, cercando di dare una struttura a piramide. Al vertice c’era Filippo e dopo tutti i consigli. A metà del ‘500 la spagna era la nazione più potente d’europa, in quanto più ricca e estesa. Il paese dovette affrontare una crisi economica finanziaria poiché le entrate provenienti dalle americhe erano utilizzate per mantenere gli eserciti e la corte: il denaro veniva sprecato e non investito nei settori produttivi. Lo stato aveva il problema delle tasse: ne otteneva poche dai sudditi e Filippo doveva chiedere prestiti a banche tedesche italiane, avendo così grossi debiti nonostante la sua ricchezza. LA PERSECUZIONE CONTRO I MARRANOS E I MORISCOS Filippo difese il cattolicesimo e fu alfiere della controriforma. Per questo motivo perseguitò i marranos e i moriscos. I primi erano ebrei costretti dai re precedenti a convertirsi al cristianesimo, accusati di professare la loro religione in segreto. I moriscos erano i musulmani spagnoli costretti a convertirsi al cristianesimo. Nel 1567 il decreto impone l’uso dello spagnolo. Questo era un grave e duro colpo per i moriscos, che non poterono più parlare in arabo. Filippo temeva che i turchi si potessero alleare con i moriscos e le persecuzione acquisirono uno stampo, oltre che religioso, politico e militare. Ci fu una rivolta che durò 3 anni (1568-1571) e l’effetto fu che ebrei e musulmani abbandonarono la Spagna, diffondendosi un po’ ovunque e nelle corti italiane. Ciò portò due conseguenze: • impoverimento culturale • danno economico, in quanto ebrei e musulmani lavoravano nel settore del commercio, dell’agricoltura e del manifatturiero ed erano quindi un importante componente dell’economia spagnola. LA POLITICA ESTERA Anche in politica estera Filippo difese il cristianesimo, andando contro i turchi ottomani e contro i protestanti. Pio V decise di metter su un’alleanza, detta LEGA SANTA, antiturca. Era composta da Spagna, Venezia, Genova e Stato della Chiesa e il comando della flotta fu affidato a Don Giovanni d’Austria, figlio di Carlo V. Il 7 ottobre 1571 al largo di Lepanto la flotta cristiana sconfisse quella turca nella battaglia di Lepanto (golfo di Patrasso), poiché la LEGA SANTA aveva cannoni e armi più potenti. Questa vittoria ebbe un forte impatto emotivo e fu celebrata come una moderna crociata: fu celebrata con libri, arazzi, dipinti, chiese… Gli ottomani però si ripresero e conquistarono Tunisi nel 1574. Questa viene definita “battaglia dei 3 imperi”, in quanto vede come protagonisti l’impero ottomano, quello di Filippo II e la repubblica di Venezia, che recuperò Cipro subito dopo la battglia di Lepanto. LA RIVOLTA DEI PAESI BASSI Nel 1568 Filippo dovette affrontare una crisi nei Paesi Bassi, dove si erano diffusi protestantesimo e calvinismo, che il re cercò di estirpare con la forza mediante il tribunale dell’Inquisizione. In questo Paese furono aumentate le tasse, in quanto Filippo aveva bisogno di denaro e questo era un territorio molto ricco. Ciò portò a numerose rivolte e Filippo inviò un esercito di diecimila uomini guidati dal duca d’Alba. Tra le varie vicende ricordiamo nel 1576 il saccheggio di Anversa, in cui i soldati riversarono la loro ira in quanto rimasti senza stipendio. Nel 1579 le province meridionali (belgio) furono ripportate sotto il dominio spagnolo, mentre quelle settentrionali (olanda) proclamarono nel 1581 la loro indipendenza dalla Spagna, che fu accettata solo nel 1648 con la pace di Westfalia a seguito della guerra dei 30 anni. Quest’evento storico fu ricordato come la guerra degli 80 anni (1568-1648). LE FILIPPINE Filippo II ingrandì i domini del padre Carlo V: nel 1565 gli spagnoli colonizzarono le Filippine nell’oceano Pacifico. Furono chiamate “Filippine” proprio in onore di Filippo II, che fondò la futura capitale Manila. FRANCIA CONTRO SPAGNA Le guerre contro la Francia continuarono tra i rispettivi figli di Carlo e Francesco, ossia Filippo II ed Enrico II. Nel 1557 Filippo sconfisse l’esercito francese nella battaglia di San Quintino (nord Francia). L’esercito spagnolo fu guidato da Emanuele Filiberto – duca di Savoia – e fu premiato con la restituzione del ducato di Savoia e la sua capitale divenne Torino. (LA DINASTIA CHE SEGUIRA’ GUIDERA’ IL PROCESSO DI UNIFICAZIONE DELL’ITALIA). Nel 1559 fu firmato il trattato di Cateau-Cambresis con cui l’Italia passava sotto il dominio spagnolo durato fino al 1714. FRANCIA CONTRO INGHILTERRA L’altro nemico di Filippo du l’Inghilterra, nazione in forte crescita. Filippo aveva tentato di portare l’Inghilterra sotto il suo dominio sposando Maria la Sanguinaria, ma i due non ebbero figli e Maria morì nel 1558. Salì così al trono Elisabetta (anglicana) e Filippo le fece la corte. Elisabetta non cedette e i rapporti tra le due nazioni si rovinarono: • gli inglesi aiutarono i Paesi Bassi in rivolta contro Filippo • nel 1587 Elisabetta condannò a morte Maria Stuart, che era cattolica proprio come Filippo • Elisabetta autorizzò i pirati ad attaccare le navi spagnole cariche d’oro provenienti dalle americhe, danneggiando le finanze di filippo Filippo decise di attaccare l’Inghilterra con una flotta detta “Invincibile armata” di 130 velieri armati di cannoni con cui filippo tentò di invadere l’Inghilterra nel 1558. L’impresa fallì poiché le navi spagnole furono attaccate nel canale della Manica dai cannoni inglesi. Le navi spagnole continuarono il loro viaggio ma furono colpite da tempeste. La Spagna imboccò la strada del declino.
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