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Il Medioevo: Miti, Società e Cultura in Europa, Appunti di Storia Medievale

La rilevanza del mito antico romano nella fondazione dell'Impero carolingio e l'espansione della cristianità latina. Il concetto di Medioevo, il suo inizio e fine, e la società altomedievale europea sono analizzati, con particolare attenzione alla diffusione del monachesimo e alla fondazione di monasteri. Le crociate, le dispute teologiche e le nuove reti commerciali completano la panoramica.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 13/05/2022

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laura-lanini 🇮🇹

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Scarica Il Medioevo: Miti, Società e Cultura in Europa e più Appunti in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! Storia del medioevo Dalla caduta dell'Impero Romano (476 d.C.) alla scoperta dell'America (1492) Il Medioevo è una delle quattro età storiche in cui viene convenzionalmente suddivisa la storia dell'Europa nella storiografia moderna. Il Medioevo è costituito da un periodo di circa mille anni, approssimativamente dal V secolo al tardo XV secolo. Tradizionalmente, il Medioevo inizia con la caduta dell'Impero romano d'Occidente si conclude con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo oppure la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani , evento che sancisce l’inizio dell'Età moderna. Il Medioevo è poi solitamente suddiviso in Alto e Basso Medioevo . Alcuni fenomeni tipici dei primi secoli, come il crollo demografico, la deurbanizzazione, il declino del potere centralizzato, le invasioni e le migrazioni di massa delle tribù, erano già iniziati nella tarda antichità. Il mito dell'antica Roma rimase sempre vivo, come mostra la fondazione nel IX secolo dell'Impero carolingio da parte dei Franchi, che comprendeva gran parte dell'Europa occidentale e che, anche nel nome, si richiamava agli ideali di universalità tipici dell'Impero Romano. Dal punto di vista dell'organizzazione sociale, politica ed economica, fenomeni tipici del Medioevo furono il feudalesimo , il sistema curtense, la diffusione ovunque dei castelli e la nascita della classe dei cavalieri. Le Crociate, che iniziarono nel 1095, furono tentativi militari da parte dei cristiani dell'Europa occidentale di riprendere il controllo della Terra Santa dai Musulmani e contribuirono anche all'espansione della cristianità latina nella regione baltica e nella penisola iberica. Tra i fenomeni più significativi della cultura medievale, si ricordano la teologia di Tommaso d'Aquino, i dipinti di Giotto, la poesia di Dante e Chaucer, i viaggi di Marco Polo, le grandi cattedrali, l'arte romanica, l'arte gotica. Le eresie e lo scisma d'Occidente all'interno della Chiesa cattolica furono paralleli al conflitto interstatale, al conflitto civile e alle rivolte contadine che si verificavano nei regni. Terminologia e periodizzazione Il concetto di Medioevo compare per la prima volta nel XV secolo, con i termini latini media aetas o media tempestas , con il significato di «età di mezzo», in ciò riflettendo l'opinione dei contemporanei, per cui tale periodo avrebbe rappresentato una deviazione dalla cultura classica, in opposizione al successivo Umanesimo e Rinascimento. Questo termine fu usato in senso di periodo storico per la prima volta nell'opera Historiarum ab inclinatione romanorum imperii decades, dell'umanista Flavio Biondo, scritta verso il 1450 e pubblicata nel 1483. Secondo Flavio Biondo, in polemica con la cultura del XIV secolo , l'epoca è come una lunga parentesi storica, caratterizzata da una stasi culturale che si colloca tra la grandezza dell'età classica e la rinascita umanistico-rinascimentale della civiltà che a essa si ispira. Questa visione completamente negativa del Medioevo è stata successivamente superata . Il passaggio al Medioevo è un processo storico-sociale, e in quanto tale continuo e con caratteristiche non sempre individuabili in dettaglio, pertanto i pareri sull'inizio e sulla fine del Medioevo sono discordanti. La conclusione dell'età medievale ha date diverse da paese a paese, corrispondenti alla nascita delle rispettive monarchie nazionali e al periodo rinascimentale. Secondo l'impostazione della storiografia marxista , il Medioevo si concluderebbe con la fine del feudalesimo e l'avvento dell'industrializzazione nel XVIII secolo. Jacques Le Goff ha proposto di sostituire l'idea del Medioevo «corto» con un «Medioevo lungo» , arguendo che l'elemento centrale dell'età di mezzo fu il feudalesimo e che questo scomparve solo con la società industriale . Tra questi due periodi la storiografia anglosassone e, di recente anche alcuni testi italiani, ha inserito il periodo del Pieno Medioevo o secoli centrali del Medioevo . Il Pieno Medioevo comprende il periodo che va dall'XI al XIII secolo. Tarda antichità Magnifying glass icon mgx2. Si registrò in quest'epoca il definitivo tramonto del sistema romano, con rivoluzioni sociali, economiche, culturali e religiose in larga scala. Dopo aver raggiunto la sua massima estensione territoriale nel II secolo, il controllo di Roma sui propri territori si fece sempre più labile. Alla dinastia dei Severi successe un periodo durato cinquant'anni di anarchia militare, denominato crisi del III secolo dove si assistette a una sempre più chiara tendenza di dominio dell'esercito nel processo di scelta e acclamazione dell'imperatore. Con l'Editto di Milano del 313, Costantino proclamò il Cristianesimo religio licita, cosa che ne favorì la diffusione. Il mantenimento dell'esercito, necessario per le continue pressioni di tribù che in precedenza avevano avuto contatti pacifici con i Romani, richiedeva inoltre molte spese. Le invasioni barbariche del II-V secolo. L'impero fu costretto ad accogliere un grande numero di tribù germaniche come foederati e ammetterli come mercenari nell'esercito romano . Alcune di queste tribù «barbare» rifiutavano la cultura romana, mentre altri la ammiravano e aspiravano a emularla. In cambio di terra da coltivare e, in alcune regioni, del diritto di raccogliere il gettito fiscale per lo stato, le tribù federate fornirono sostegno militare all'impero. Altre incursioni rappresentarono invece invasioni militari su piccola scala di gruppi tribali riuniti per raccogliere bottino, come nel caso degli Unni, che facevano irruzione nei territori dell'Impero terrorizzando gli abitanti. Il periodo successivo alla deposizione dell'ultimo imperatore non si risolse nella fine della civiltà romana, ma nella sua fusione con quella di altre popolazioni, che determinò il sorgere di una nuova civiltà latino-germanica. I Regni romano-barbarici I regni romano-barbarici nel 493. L'artigianato degli invasori era spesso simile a quello romano, con manufatti barbarici spesso modellati sui manufatti romani. Allo stesso modo, la cultura intellettuale dei nuovi regni era direttamente basata sulle tradizioni intellettuali romane. Le maggiori manifatture che dipendevano sul commercio a lunga distanza, come la produzione di vasi di ceramica su larga scala, quasi scomparvero in alcuni punti d'occidente. Una moneta raffigurante il condottiero ostrogoto Teodorico il Grande, coniata a Milano tra il 491 e il 501. Fra il V e il VIII secolo nuovi popoli riempirono il vuoto politico lasciato dal governo centralizzato romano. Le tribù germaniche stabilirono egemonie secoli dopo, con i turchi Ottomani. Gli Abbasidi, parte importante del movimento alide, sconfissero l'ultimo califfo omayyade nel 750 . Uno dei primi emirati a nascere fu quello di al-Andalus nella Penisola iberica, con capitale Cordova, fondato da un membro della casa omayyade sfuggito alle stragi perpetrate dagli Abbasidi contro la famiglia califfale sconfitta. L'emirato riuscì a imporre la propria egemonia su buona parte della Penisola, tanto che nel 929 ʿAbd al- Raḥmān III assunse il titolo di califfo . Qui si affermò nel 909 la dinastia dei Fatimidi, che occuparono nel 969 l'Egitto e assunsero il titolo di Imam, confermando la crisi del potere abbaside e quindi l'ormai avvenuta frammentazione della Umma islamica . Il commercio nell'Alto Medioevo Le migrazioni e le invasioni del IV e V secolo sconvolsero le reti commerciali intorno al Mediterraneo. Le merci africane cessarono di essere importate in Europa, scomparendo prima dall'interno e nel VII secolo si trovavano solo in poche città come Roma o Napoli. Entro la fine del VII secolo, sotto l'impatto dell'espansione islamica, i prodotti africani non si trovavano più nell'Europa occidentale. Nel VII e VIII secolo nel nord Europa si stavano sviluppando nuove reti commerciali. Merci come pellicce, avorio di tricheco e ambra venivano scambiate dalla regione baltica all'Europa occidentale, contribuendo allo sviluppo di nuovi centri commerciali nell'Anglia orientale, nella Francia settentrionale e in Scandinavia. Divennero comuni i conflitti per il controllo delle rotte commerciali. La domanda costante di forza lavoro fresca e materie prime da parte delle fiorenti economie islamiche aprì un nuovo mercato per l'Europa intorno al 750. L'Europa emerse come uno dei principali fornitori di schiavi domestici e soldati schiavi per Al-Andalus, l'Africa settentrionale e il Levante. L'oro continuò ad essere coniato fino alla fine del VII secolo, quando fu sostituito dall'argento nel regno merovingio. Non furono coniate monete di rame o di bronzo, né furono coniate monete d'oro tranne che nell'Europa meridionale. La chiesa e il monachesimo Il Cristianesimo rappresentò il principale fattore di unificazione fra l'Europa occidentale e orientale nell'Alto Medioevo, ma i rapporti fra Roma e Bisanzio s'incrinarono progressivamente. Dall'VIII secolo le dispute teologiche sull'iconoclastia e il filioque e quelle politiche riguardo al controllo dell'Impero sul Patrimonio di san Pietro acuirono le differenze fra Chiesa romana e greca, che sfoceranno poi nello Scisma d'Oriente. Un'illustrazione dell'XI secolo che raffigura Gregorio Magno che detta a un segretario Monaci iro-scozzesi, come Colombano, operarono nel VI e VII secolo in Europa centrale per fondare monasteri e convertire le tribù germaniche ancora pagane. Nel VI secolo in Europa occidentale si diffuse il monachesimo, un'istituzione dai tratti originali, che si presentò come una novità rispetto alla tradizionale società cristiana fondata sul dualismo tra il clero e i fedeli. Il monachesimo cristiano si sviluppò sin dal IV secolo quando i cosiddetti Padri del deserto abbandonarono le città per vivere in solitudine nei deserti d'Egitto, di Palestina e di Siria. Gli ideali monastici si diffusero dall'Egitto all'Europa occidentale fra V e VI secolo grazie alla letteratura agiografica, come la Vita di Antonio scritta dal vescovo Atanasio di Alessandria. Fondamentale fu l'attività di Benedetto da Norcia, che nel 529 si stabilì a Montecassino e istituì una Regola comune di vita cenobitica che nel corso dei secoli venne impiegata in tutto l'Occidente . A est, le regole monastiche compilate da Teodoro Studita guadagnarono popolarità dopo essere state adottate nel monastero della Grande Lavra, un monastero imperiale di nuova costituzione sul Monte Athos negli anni '60 del X secolo. Monaci e monasteri hanno avuto un profondo effetto sulla vita religiosa e politica dell'Alto Medioevo, agendo in vari casi come centri di propaganda e sostegno del regno nelle regioni appena conquistate e basi per missioni e proselitismo. I monasteri si diffusero in Europa e divennero non solo centri religiosi, ma anche economici e di diffusione e conservazione della cultura. Infatti, nelle biblioteche dei monasteri furono raccolti, conservati e copiati moltissimi testi classici che, in tal modo, si salvarono dalla distruzione. Il regno dei Franchi e l'impero carolingio Magnifying glass icon mgx2. Incoronazione di Carlo Magno a Roma la notte di Natale dell'800. Il regno dei Franchi, sotto Clodoveo, della dinastia dei Merovingi, si espanse, sconfiggendo Alamanni e Visigoti. Verso la fine del V secolo Clodoveo si convertì al cristianesimo romano, riconoscendo l'autorità del papato. In tal modo i Franchi evitarono contrasti con la locale aristocrazia gallo-romana e ottennero l'appoggio dei vescovi. Già alla morte di Clodoveo il regno dei Franchi si spaccò. Le varie branche della famiglia merovingia si resero spesso protagoniste di conflitti interni, mentre il potere dei Merovingi si affievoliva a favore dei cosiddetti maestri di palazzo, che presero il potere de facto durante il VII secolo. Il potere della dinastia si rinsaldò con la leggendaria vittoria di Carlo Martello alla battaglia di Poitiers del 732 sui musulmani di al-Andalus, evento considerato dalla storiografia tradizionale come il freno all'avanzata musulmana in Europa. Per le ambizioni di Carlo Martello, però, lo scontro dimostrava la sua capacità di ergersi a «difensore della Cristianità». La dinastia carolingia, nome con cui sono conosciuti i successori di Carlo Martello, prese ufficialmente il potere sui regni di Austrasia e Neustria nel 751 con Pipino il Breve. La propaganda pipinide coniò in questo periodo la definizione di «re fannulloni» per i Merovingi, esaltando al contempo la vittoria di Carlo Martello sui musulmani . La dinastia pipinide costruì la propria egemonia grazie al ricorso sistematico a raccordi personali. Alla morte di Pipino il Breve nel 768, i suoi due figli Carlo Magno e Carlomanno si spartirono l'eredità. Quando Carlomanno morì per cause naturali, Carlo Magno si ritrovò a essere l'unico re dei Franchi. Carlo Magno intraprese dal 774 un'espansione sistematica che avrebbe unificato buona parte dell'Europa occidentale nell'Impero carolingio, controllando l'attuale Francia, l'Italia settentrionale e la Germania occidentale. L'incoronazione imperiale di Carlo Magno nella notte di Natale dell'800 segnò un punto di svolta nella storia medievale. L'assunzione del titolo imperiale da parte di Carlo Magno peggiorò inoltre le relazioni con l'Impero bizantino, che non riconobbe l'avvenimento. Il controllo sul territorio fu rafforzato con un sistema di emissari, i missi dominici, che si occupavano del controllo dei funzionari pubblici e della diffusione dei capitolari. Pur senza abbandonare l'uso barbarico di una corte itinerante, Carlo scelse dal 794 una residenza privilegiata, Aquisgrana, sede del palazzo reale. La rinascita carolingia Istituì la schola palatina presso il palazzo reale di Aquisgrana, diretta da Alcuino di York, e favorì l'insegnamento delle arti secondo la divisione nel trivium, e nel quadrivium, in un rinnovato interesse per gli studi classici. Il crollo dell'Impero carolingio Già con il figlio di Carlo Magno, Ludovico il Pio, la debolezza del potere centrale aveva innescato una deriva dell'Impero carolingio della quale approfittarono le aristocrazie per esercitare il potere in maniera sempre più libera e arbitraria. Alla morte di Ludovico il Pio Lotario I assunse la corona imperiale, come previsto dal padre, mentre i due fratelli superstiti Ludovico e Carlo si allearono per obbligarlo a cedere una parte del potere. Carlo il Calvo prese la Francia occidentalis e Ludovico il Germanico la Francia orientalis. Con la morte di Lotario, Ludovico prese la corona imperiale, quindi nell'875 gli successe Carlo il Calvo. Carlo il Calvo morì nell'877 con l'impero carolingio ormai in dissoluzione. Gli successe Carlo il Grosso, figlio di Ludovico il Germanico, che fu deposto da una dieta di Grandi dell'Impero nell'887. Le dinastie carolinge si estinsero nei diversi reami, sebbene il titolo imperiale sopravvisse, diventando simbolo di un'autorità sempre più teorica, fino a rimanere vacante a partire dal 924. Ottone I nella battaglia di Lechfeld. Il collasso dell'impero carolingio fu accompagnato dalle cosiddette «seconde invasioni», con gruppi non numerosi ma molto agguerriti e affamati di preda, provenienti sia da est ma anche, e questa fu una novità nel panorama europeo, da sud e da nord. Vari aggregati tribali scandinavi, definiti Vichinghi o Normanni, si resero protagonisti di saccheggi sulle coste atlantiche e settentrionali fra la fine dell'VIII e l'XI secolo, stabilendosi poi nelle Isole britanniche, Islanda e nell'Italia meridionale. Nel 911 con Rollone fu stabilito un ulteriore insediamento normanno in quella che sarebbe stata poi chiamata «Normandia». Germania e Italia furono invece sotto il costante attacco degli Ungari, fino alla sconfitta degli invasori nella la battaglia di Lechfeld nel 955 ad opera di Ottone I di Sassonia. L'Europa post-carolingia Nell'Inghilterra anglosassone, il re Alfredo il Grande raggiunse un accordo con gli invasori vichinghi alla fine del IX secolo, che si tradusse in insediamenti danesi in Northumbria, Mercia e parti dell'Anglia orientale. Entro la metà del X secolo, i successori di Alfredo avevano conquistato la Northumbria e ripristinato il controllo inglese sulla maggior parte della parte meridionale della Gran Bretagna. Agli inizi del X secolo, si stabilì nel Regnum Teutonicorum, nuova denominazione del regno dei Franchi orientali, la dinastia ottoniana con Ottone I. Gli storici considerano questo evento come la fondazione del Sacro Romano Impero, sebbene il termine fu adottato successivamente . L'Italia, e in seguito la Borgogna, entrarono nella sfera d'influenza I crociati assediarono la città e la conquistarono, rovesciando così l'Impero d'Oriente, ed elessero Baldovino conte di Fiandra, eletto dai crociati «imperatore latino di Costantinopoli». L'Impero latino ebbe termine il 25 luglio 1261, quando Michele VIII Paleologo riuscì a riconquistare Costantinopoli nel 1261 e sconfisse l'Epiro, rivitalizzando l'Impero ma dando troppa attenzione all'Europa quando le province asiatiche erano la preoccupazione principale. Cronologia 1147 - Bandita da papa Eugenio III non porta risultati. 1189 - La terza crociata viene bandita da Gregorio VIII ma anche questa porta a risultati irrilevanti. I crociati conquistano e saccheggiano Costantinopoli. 1217 - Condotta da re di Gerusalemme Giovanni di Brienne. Tra XI e XIII secolo l'azione del papato si basò sull'idea che il potere del pontefice fosse superiore a quello di ogni altro e questo generò duri contrasti con l'Imperatore che aveva la stessa pretesa del papa, durante la lotta per le investiture tra 1077 e 1122. L'Europa delle Monarchie nazionali: Diversa la situazione in Italia dove erano presenti lo Stato della Chiesa e il Regno di Sicilia fondato dal normanno Ruggero II nel 1130. Tra il XIII secolo e la prima metà del XIV secolo le città europee raggiunsero il loro massimo splendore. In Italia città come Venezia, Milano e Firenze si aggiudicarono il primato economico grazie ai ceti emergenti che si riunirono in corporazioni di arti e mestieri. A livello politico fazioni come i Guelfi, che appoggiavano il papato, e i Ghibellini, che sostenevano l'Impero, affiancarono contendenti come i Magnati e il Popolo all'interno dei Comuni. Dal 1240 le città mantennero solo a livello di facciata le istituzioni comunali mentre diventavano Signorie cittadine guidate da famiglie importanti come i Visconti a Milano ed i Medici a Firenze. Crisi del Trecento: cause e conseguenze Il Trecento fu un secolo di grandi crisi. La cattività avignonese del 1305-1378, che sancì lo spostamento del papa da Roma ad Avignone, e lo Scisma d'Occidente del 1378-1418, durante il quale furono contemporaneamente eletti anche tre papi, misero in difficoltà il prestigio del papato. 5Medioevo: la fine Le cose cambiarono nel XV secolo grazie alla ripresa economica e alla stabilità politica, garantita in Italia da Lorenzo il Magnifico. Cristoforo Colombo ritratto da Ridolfo del Ghirlandaio Pace e stabilità favorirono anche lo sviluppo dell'Umanesimo, il fenomeno culturale di riscoperta dell'antichità classica e del valore dell'uomo, e d'invenzioni che cambieranno il mondo come quella della stampa a caratteri mobili . La vita cittadina e la rinascita economica In molte zone fu raggiunto il livello di massima saturazione in età preindustriale, e fu grazie a questa espansione che si delineò l’Europa che si è contraddistinta come civiltà urbana. Non vi furono «motori» né spiegazioni causali straordinarie, né improvvise svolte epocali, ma una lenta e costante crescita della popolazione e del prodotto globale. È possibile perciò ricostruire la dinamica economica del basso Medioevo assumendo come principale fattore di cambiamento e sviluppo il regolare incremento demografico. Le repubbliche marinare dell'Italia medievale ristabilirono i contatti tra Europa, Asia e Africa con estese reti commerciali e colonie attraverso il Mediterraneo e ebbero un ruolo essenziale nelle Crociate. Nell'Italia centro-settentrionale e nelle Fiandre, l'ascesa di comuni in parte autonomi stimolò la crescita economica e creò l'ambiente per nuove tipologie di associazioni di categoria. Si svilupparono in questo periodo le cosiddette repubbliche marinare. Amalfi, Gaeta e, in seguito, anche Venezia, godevano di una fiorente economia e di un'autonomia politica considerevole già dall'Alto Medioevo. La navigazione sull'Adriatico fu sicura fin dal IX secolo e permise lo sfruttamento di rotte che andavano da Costantinopoli, alla Siria e la Palestina, al Nordafrica e alla Sicilia. I veneziani, nonostante i reiterati divieti, commerciavano con gli Arabi, comprese quelle merci proibite quali armi, legname, ferro e schiavi. Oltre all'Italia, l'altra grande zona commerciale europea era l'area del Mar Baltico e il Mare del Nord, con le attivissime città portuali anseatiche. Il punto di incontro tra le merci italiane e nordiche era soprattutto il porto di Bruges. La Pax mongolica facilitò lo sviluppo di contatti commerciali diretti tra Europa e Cina attraverso colonie genovesi di nuova costituzione nella regione del Mar Nero. Alla fine del XIII secolo furono sperimentate nuove rotte terrestri e marittime verso l'Estremo Oriente, notoriamente descritte ne Il Milione scritto da Marco Polo . Fino al XIII secolo l'Asia «profonda», ovvero tutto ciò che stava al di là del Vicino e di gran parte del Medio Oriente, era stata per l'Europa un oggetto sconosciuto, trattato solo nelle leggende geografiche, nonostante i numerosi e secolari traffici di lungo raggio che da India, Cina e persino Giappone facevano giungere in Europa merci preziose e ricercatissime. Questa nuova economia vide l’uso del denaro, ma esso non fu, come di solito si tende a credere, un risultato, bensì un requisito iniziale del tipo di sviluppo economico che si era manifestato in questo periodo. Già prima dei carolingi era stato coniato denaro in argento, ma dalla metà dell’XI secolo alla metà del XII aumentò la domanda di denaro e diminuì l’offerta di argento. Dal XII secolo alcune città italiane avevano ricevuto l'autorizzazione imperiale di battere il «denaro», la moneta argentea carolingia, che però tendeva a svalutarsi col tempo. La moneta aurea fece la sua ricomparsa stabile in Europa occidentale nella seconda metà del Duecento a Firenze e Venezia, che coniarono, rispettivamente, il fiorino e il ducato o zecchino, che divennero i mezzi principali dei grandi scambi internazionali. La pressione demografica, la commercializzazione e l’uso delle monete favorirono anche il processo di frazionamento dei mansi e la ristrutturazione delle grandi tenute fondiarie, anche se si smembrarono solo i patrimoni che coprivano spazi molto estesi, sovraregionali, e le grandi proprietà si orientarono verso i centri urbani dominanti sul territorio, poiché in essi si concentrava la domanda dei surplus agrari. Intanto la presenza del denaro modificava anche la mobilità sociale, allargando ad esempio il divario tra contadini agiati e meno agiati, anche se va sottolineato che tale presenza interessò solo le realtà contadine a contatto con il mondo urbano, dove in effetti la moneta e gli scambi erano determinanti per la qualità della vita. Dal Duecento la bilancia commerciale tra Oriente o Occidente divenne positiva per il secondo dopo secoli di assoluto predominio commerciale dell'Europa sud-orientale. La larga circolazione di merci anche non preziose permise un vorticoso impennarsi degli scambi economici e l'aumento di ricchezza. Merci orientali e occidentali, nordiche e mediterranee circolavano velocemente via mare e via terre, e assieme a esse si spostavano gli uomini e i capitali. Per evitare di trasportare fisicamente il denaro nacquero strumenti creditizi che permettevano la riscossione di somme precedentemente versate in altre città mostrando lettere bollate della banca. Un'altra novità del Medioevo fu la nascita delle «compagnie», società mercantili- imprenditoriali che sostituirono il commercio un tempo basato sui mercanti itineranti. Le compagnie avevano succursali nelle più importanti piazzeforti ed erano organizzate in maniera tale da poter far muovere merci e capitali senza bisogno di far muovere i suoi dirigenti né il denaro, che grazie alle lettere di cambio si poteva riscuotere in qualsiasi filiale della compagnia. Sin dall'alto Medioevo la chiesa esercitava un controllo non solo religioso, ma anche politico ed economico sul territorio. Nacquero allora le prime perplessità circa le ingerenze laiche nella Chiesa, la cosiddetta questione della libertas Ecclesiae. La Chiesa Cattolica romana ruppe ogni rapporto con la chiesa greco-bizantina, che si autodefinì Chiesa ortodossa. Lo scisma non fu mai più ricomposto e la frattura fra Occidente e Oriente divenne insanabile . Enrico IV di Franconia innanzi Gregorio VII a Canossa. Nel sinodo di Worms l'imperatore Enrico IV dichiarò il papa deposto, mentre Gregorio VII scomunicò e depose l'Imperatore sciogliendo i suoi sudditi dall'obbedirgli. A causa della ribellione dei grandi feudatari tedeschi, Enrico IV si recò nel 1077 davanti al castello di Canossa per ottenere il perdono del Papa con la mediazione della contessa Matilde . Ottenuto il perdono, Enrico IV nominò un antipapa e occupò Roma nel 1084. I problemi rimasero irrisolti fino al 1122, quando papa Callisto II e il nuovo imperatore Enrico V firmarono il concordato di Worms, che regolamentò le nomine dei vescovi e degli abati nei territori imperiali . Il Basso Medioevo fu un periodo di grandi movimenti religiosi. La nascita di nuovi ordini monastici e di ordini religiosi cavallereschi nell'XI secolo avevano già manifestato l'esigenza di ritornare alla povertà della Chiesa primitiva. Si diffusero fra il XII e il XIII secolo movimenti pauperistici fondati sull'ideale della vita apostolica e sulla volontà dei laici di predicare il Vangelo. I Catari nel sud della Francia fecero presa su gran parte della popolazione, e contro di essi fu avviata una vera e propria crociata nel 1209. Nel novembre del 1215 Innocenzo III convocò il IV concilio lateranense, in cui venne definitivamente dichiarata la superiorità della Chiesa rispetto a qualunque altro potere secolare, quale unica depositaria della Grazia e esclusiva mediatrice tra Dio e gli uomini. L'Europa e il Mar Mediterraneo nel 1190 I re di Francia, Inghilterra e Spagna consolidarono il loro potere e stabilirono istituzioni Asia centrale. Le innovazioni tecnologiche Nuovi aratri furono fondamentali per l'incremento della produttività. L'innovazione tecnologica non interessò solo le coltivazioni, ma anche i manufatti, gli edifici, la produzione tessile, l’estrazione e lavorazione dei metalli. Il settore produttivo venne rivoluzionato con un passaggio da un sistema artigianale a un sistema manifatturiero che ebbe luogo tra l'XI e il XIII secolo, con variazioni da luogo a luogo e da merce a merce. Spesso nelle città si creò un sistema di manifattura diffusa, con le varie fasi della lavorazione delle stoffe affidate a vari lavoratori specializzati. Tra questi i tintori emersero perché lavoravano strumenti complessi e materie prime costose. Notevoli furono le innovazioni tecnologiche, tra le quali il filatoio a mano, il telaio orizzontale e la gualchiera, ma anche la riscoperta del vetro e la rinnovata produzione ceramica grazie alla ruota a pedale. La lavorazione dei metalli fece grandi progressi, con forni più efficienti che permisero la lavorazione dell'acciaio e le opere di grandi dimensioni quali le campane o le canne d'organo. «Allora il mondo si scosse la polvere dalle sue vecchie vesti e la terra si ricoprì di un candido manto di chiese» La Chiesa romanica di Maria Laach in Germania. Tra XI e XII secolo si diffuse lo stile "romanico" , caratterizzato da una ritrovata monumentalità e da una maggiore complessità negli edifici. L'edificio simbolo di questa epoca fu la cattedrale, che iniziò a simboleggiare la ricchezza e il prestigio dell'intera comunità cittadina, con gare tra città vicine per avere l'edificio più grande, bello e maestoso. L'interno gotico della Cattedrale di Laon, in Francia Già dalla metà del XII secolo si diffuse in Francia un nuovo stile, detto poi gotico , che gradualmente conquistò tutta l'Europa. Durante il XIII secolo gli ordini mendicanti furono responsabili del rinnovamento artistico. Entro il XIV secolo molte città avevano provveduto a cingersi di almeno una nuova cerchia di mura che inglobasse le zone esterne ormai densamente popolate per l'arrivo ingente di immigrati dalle campagne. Da un punto di vista urbanistico gli ampliamenti delle città e le nuove fondazioni seguivano un andamento casuale , ben riconoscibile tutt'oggi nelle piante di molte città, anche perché opposto al reticolo regolare di quei nuclei più antichi di epoca romana. Una delle eccezioni fu Firenze, dove ad Arnolfo di Cambio è tradizionalmente attribuito un progetto urbanistico con la riorganizzazione delle piazze e il tracciato di nuove strade rettilinee che vennero inglobate nella nuova cinta muraria, triplicata rispetto alla precedente in area racchiusa. In Italia le innovazioni di Cimabue e Duccio di Buoninsegna, seguite dal maestro trecentesco Giotto , accrebbero notevolmente la raffinatezza e lo status della pittura su tavola e dell'affresco. Tardo Medioevo Magnifying glass icon mgx2. Crisi del Trecento Oggi si inizia a considerare che il regresso possa essere stato causato innanzitutto da una variazione del clima , con la fine del cosiddetto periodo caldo medievale, che aveva permesso lo scioglimento dei ghiacci , la coltivazione della vite fin sopra Londra, abbondanti raccolti facilitati dalla piogge scarse e regolari e le tiepide primavere. L’Europa subì alcuni cambiamenti di segno opposto a quelli che l’avevano caratterizzata tra X e XIII secolo, quando la popolazione era cresciuta, erano nati villaggi e città, si coltivavano nuove terre. Grandi porzioni di terra furono abbandonate e lasciate incolte, mentre, a causa del declino del numero di lavoratori, i salari aumentavano progressivamente. Tutto questo non fece altro che aumentare il risentimento dei ceti subalterni verso i più ricchi, che sfociò in una serie di rivolte. Nel 1358 in Francia ebbe luogo le rivolte della jacquerie, dove i contadini inferociti misero al rogo parecchi castelli e aggravarono la situazione già difficile durante la guerra dei cent'anni. Le nuove arti "del Popolo di Dio" vissero fino al 1382, quando l'alleanza tra i ceti dominanti e intermedi isolò i Ciompi e i loro alleati, togliendo loro tutte le rivendicazioni che avevano ottenuto. In Inghilterra si ebbe una dura rivolta cristiano-popolare nel 1381, capeggiata da Wat Tyler e John Ball, che si ribellarono al duro regime fiscale imposto dal re a causa della lunga guerra contro la Francia. Mappa dell'Europa nel 1360 I lunghi conflitti del periodo rafforzarono il controllo delle dinastie reali sui loro regni e furono estremamente duri per i contadini. I re trassero profitto dalla guerra che aumentò le terre che controllavano direttamente. L'obbligo di ottenere il consenso dei contribuenti ha consentito a organi rappresentativi come il Parlamento d'Inghilterra e gli Stati generali francesi di acquisire potere e autorità. Giovanna d'Arco in una rappresentazione del XV secolo Per tutto il XIV secolo, i re francesi cercarono di espandere la loro influenza a spese dei possedimenti territoriali della nobiltà. I re francesi incontrarono difficoltà quando tentarono di confiscare i possedimenti dei re inglesi nel sud della Francia, portando alla Guerra dei Cent'anni. Il conlitto tra il Regno d'Inghilterra e il Regno di Francia durò, non continuativamente, 116 anni - dal 1337 al 1453 - e che si concluse con l'espulsione degli inglesi da tutti i territori continentali, fatta eccezione per la cittadina di Calais . Il conflitto fu costellato da tregue molto brevi e interrotto da due veri e propri periodi di pace della durata rispettivamente di 9 e 26 anni, che lo dividono in tre fasi principali, la guerra edoardiana , la guerra carolina e la guerra dei Lancaster , alle quali deve essere aggiunta la fase conclusiva della guerra . Inghilterra e Francia alla fine del conflitto apparivano molto differenti rispetto a prima. Tra il 1455 e il 1485 l'Inghilterra fu lo scenario della guerra delle due rose, una sanguinosa lotta dinastica combattuta tra il Casato dei Lancaster e il Casato di York, chiamata così dagli emblemi dei due casati. La guerra finì nel 1485 quando Enrico Tudor, discendente dei Lancaster ma maritato a una York, vinse la battaglia di Bosworth e si fece incoronare come Enrico VII. Carlo fu ucciso nel 1477, e nel 1482 il ducato di Borgogna passò al regno di Francia. Sotto Enrico l'Infermo riprese la guerra con i musulmani battendoli a Collejares nel 1406. Il primo Quattrocento castigliano da questo punto di vista non segnò grandi novità, anzi per la debolezza politica dei re si assistette a frequenti atti d'insubordinazione dei nobili Castigliani. Per una decisa ripresa della secolare guerra all'occupazione islamica si dovette attendere la salita al trono d'Isabella la Cattolica. Nell'Europa orientale, i regni di Polonia, Ungheria e Boemia crebbero potenti. L'Italia bassomedievale Nel XIV secolo, l'Italia settentrionale e centro-settentrionale era divisa in un certo numero comuni in guerra, i più potenti dei quali erano Milano, Firenze, Pisa, Siena, Genova, Ferrara, Mantova, Verona e Venezia. Il Nord Italia bassomedievale era ulteriormente diviso dalla lunga battaglia per la supremazia tra le forze del Papato e del Sacro Romano Impero. Sin dal tempo di Federico I e soprattutto di Federico II ogni comune si schierò con l'una o l'altra fazione ed era a sua volta diviso internamente tra le due parti in guerra, guelfi e ghibellini, due fazioni nelle quali confluivano tutta una serie di scelte politiche locali che solo a livello teorico venivano ricollegati alle lotte sovranazionali tra papato e impero. Una scure, simbolo dell'Arte dei Maestri di Pietra e Legname a Firenze. La "gente nova" era costituita dai signori del contado inurbati in città, arricchiti dalla richiesta di derrate alimentari causata dalla crescita demografica, dai banchieri, dai mercanti, dai professionisti di arti liberali , dagli artigiani e, nelle città di mare, dagli armatori che si erano arricchiti con i commerci con gli stati crociati. Queste "Arti" già a partire dalla prima metà del XIII secolo iniziarono ad avere un potere politico sempre più rilevante, con la costituzione dei cosiddetti "Popoli" , con a capo il capitano del popolo. A partire dal Trecento infatti la distinzione tra Popolo e nobili divenne sempre meno rintracciabile, per la fusione dei due ceti, nascendo così un "Popolo Grasso", di cittadini abbienti e potenti, contrapposto al "Popolo Magro", un ceto medio di attività soprattutto artigianali. Esisteva poi il ceto più basso il "Popolo minuto", dei salariati e dei piccolissimi commercianti che non aveva nessuna rappresentanza politica e che iniziò a farsi sentire solo dopo il brusco peggioramento delle condizioni di vita dopo la crisi del XIV secolo. Durante i periodi di crisi si iniziò ad appoggiarsi su un unico personaggio, magari esterno alla città, che tenesse la "balìa", ovvero il potere assoluto, in un momento di difficoltà. La guerra tra gli stati era comune, mentre le invasioni dall'esterno dell'Italia si limitavano a sortite intermittenti degli imperatori del Sacro Romano Impero. Dal XIV secolo, quando gli eserciti divennero composti principalmente da mercenari, gli stati signorili più prosperi potevano schierare forze considerevoli, nonostante la loro bassa popolazione. Stati comunali minori sparivano aggregandosi ad altri più grandi, per conquiste o per trattative diplomatiche. Nel XIV secolo i signori ottennero il titolo di vicario imperiale e tra il XIV e il XV secolo i titoli di duca e marchese. Questo cambiamento fu reso possibile grazie all'incapacità dei sovrani tedeschi di mantenere l'ordine nell'Italia del nord e grazie alla poca difficoltà che i Signori incontravano per essere riconosciuti come autorità legittima. Questo accadde con tempi molto più lunghi o non accadde mai nelle città marinare o in Toscana, dove i ceti imprenditoriali erano più attivi e forti e riuscirono a impedire che un gruppo primeggiasse. Colombo che il 12 ottobre 1492 raggiunse il continente americano. Dopo essersi rivolto inutilmente al re portoghese, che era interessato alla navigazione orientale, Colombo si trasferì in Spagna cercando l'appoggio dei re cattolici, predicando la necessità di raggiungere l'Asia e il Gran Khan mongolo per allearsi con lui contro i Turchi. Dopo la conquista del Sultanato di Granada da parte degli spagnoli, che pose fine al dominio arabo su territori europei, Colombo ottenne l'appoggio alla spedizione dai sovrani che gli concessero i titoli di ammiraglio, di viceré e di governatore delle terre che avesse scoperto. Il 12 ottobre Colombo avvistò un'isola che lui credeva del Cipango, ma che si trovava invece nelle Bahamas. In altre spedizioni successive Colombo arrivò a Cuba e su Hispaniola , anch'egli pensava fosse il Catai, la Cina descritta da Marco Polo. La bolla Inter Caetera di Papa Alessandro VI e poi il trattato di Tordesillas divisero le terre del Nuovo Mondo tra l'Impero spagnolo e l'Impero portoghese. La corona inglese sotto Enrico VII promosse il viaggio di Giovanni Caboto nel 1497, che sbarcò sull'isola di Capo Bretone. La rivoluzione della fanteria e il declino della cavalleria Militarmente, la Guerra dei cent'anni vide la nascita di nuove armi e nuove tattiche, le quali segnarono l'abbandono degli eserciti organizzati su base feudale e incentrati sulla forza d'urto della cavalleria pesante. Sui campi dell'Europa Occidentale videro la luce eserciti professionali, per la prima volta dai tempi dell'Impero romano. Uno dei maggiori sviluppi nella sfera militare durante il Basso Medioevo fu l'aumento dell'uso della fanteria e della cavalleria leggera. L'armatura continuò a subire nuovi sviluppi, spronati dalla crescente potenza delle balestre, e fu sviluppata un'armatura a piastre per proteggere i soldati dalle balestre e dai fucili a mano che comparvero in quel periodo. Arte e architettura tra XIV e XV secolo Con le speculazioni degli umanisti, si iniziò ad avere una nuova sensibilità anche sul piano filosofico-scientifico, che, sviluppando istanze già in atto dal XIII secolo, metteva in discussione le antiche certezze aristotelico-tomistiche basate sull'auctoritas, per iniziare a guardare la natura con un occhio più spregiudicato. In tutta Europa l'arte profana continuò ad aumentare in quantità e qualità, e nel XV secolo le classi mercantili d'Italia e delle Fiandre divennero importanti mecenati, commissionando loro piccoli ritratti a olio e una gamma crescente di oggetti di lusso come gioielli, cofanetti in avorio, cassoni e maioliche. Percezioni moderne: i "secoli bui" Il periodo medievale è spesso descritto come un periodo di ignoranza e superstizione. Gli studiosi del Rinascimento vedevano il Medioevo come un periodo di declino dalla cultura e dalla civiltà del mondo classico. Gli studiosi dell'Illuminismo consideravano la ragione superiore alla fede e quindi consideravano il Medioevo un periodo di ignoranza e superstizione. Gli storici di oggi sostengono che la ragione fosse generalmente tenuta in grande considerazione durante il Medioevo. Un malinteso, ancora molto comune, è che tutte le persone nel Medioevo credessero che la Terra fosse piatta. Non c'era quasi uno studioso cristiano del Medioevo che non riconoscesse la sfericità della Terra e ne conoscesse anche la circonferenza approssimativa. L'interpretazione negativa del Medioevo risulta tuttora dominante, con il Medioevo associato a un'era di decadenza e assenza di libertà.
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