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La Prima e la Seconda Guerra Mondiale: Origini, Caratteristiche e Conseguenze - Prof. Bert, Appunti di Storia Contemporanea

La prima e la seconda guerra mondiale, le promesse e le conseguenze dell'ingresso dell'italia in guerra, le dimensioni, le condizioni imposte alla germania e la crisi del 1929. Vengono trattati i tratti comuni dei regimi totalitari, la guerra annunciata e la guerra totale, il ruolo degli stati uniti e dell'urss, il numero di vittime civili e la continuità con gli obiettivi alla fine della prima guerra mondiale.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 30/01/2024

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Scarica La Prima e la Seconda Guerra Mondiale: Origini, Caratteristiche e Conseguenze - Prof. Bert e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO INTRODUZIONE Cosa è la storia? 1) Fatti e avvenimenti del passato dei quali restano tracce (di cui abbiamo modo di sapere) 2) Qualsiasi narrazione di questi fatti (di ordine politico, militare, economico, sociale) del passato. La narrazione può essere di due tipi: - qualsiasi testimone di un fatto lo può raccontare - partire dalle tracce e dalle fonti per andare oltre il piatto racconto, con l’obiettivo di accertarsi se i fatti siano realmente accaduti e di stabilire le possibili connessioni fra i fatti, individuando in essi una unità di senso. Perché studiare la storia? - Per gli antichi era maestra di vita “Historia magistra vitae”: il tempo era visto come circolare e quindi si aveva la necessità di imparare dal passato. - Questa idea viene meno nel Settecento, quando questa idea di storia si perde (maggiormente a causa delle rivoluzioni). La storia non si ripete, gli uomini sono destinati ad un progresso continuo e il futuro è diverso dal passato. - In tempi odierni, dopo guerre e cambiamenti, non si vede più nella storia la premessa del futuro, la relazione col passato dipende dalla nostra visione del futuro, si parla per ipotesi. Oggi il futuro è considerato imprevedibile, mentre prima si pensava non fosse così. - Il senso di studiare storia è quello di usarla per capire il nostro presente, guardando alle radici Perché è importante il concetto di mondo? In un mondo sempre più globalizzato, ha senso partire dalle problematiche del presente e guardare a queste nel passato. Già in passato veniva considerato importante studiare storia: nell’antica Grecia i due maggiori studiosi furono Erodoto (uomo, cultura e società) e Tucidide (politica e istituzioni). È senza dubbio importante comprendere non solo i fatti, ma le persone che li hanno vissuti. Il concetto di storia non può essere separato da quello di storiografia: il racconto di una parte della storia è propriamente detto storiografia (i fatti non esistono fino a quando qualcuno non li racconta?). Ognuno potrebbe fare uno di questi racconti, anche involontariamente solo prendendo informazioni e interpretandole e, anche chi non è storico per lavoro. Posso poter dire ciò che voglio sul passato, ma c’è anche la necessità di verificare ciò di cui sto parlando, creando anche delle connessioni plausibili. I fatti devono essere accertati, le relazioni rendono disponibili varie interpretazioni. La storia contemporanea ha inizio dalla Grande Guerra, nel 1914. Per questo periodo, le fonti sono molto abbondanti e ben conservate; inoltre fino a pochi anni fa e forse anche oggi, abbiamo la possibilità di intervistare persone che hanno vissuto questa epoca. di 1 60 Benedetto Croce disse “Tutta la storia è storia contemporanea”: partire da ieri per capire oggi. Sono le nostre domande sulle questioni di oggi a farci capire il passato, qualsiasi esso sia. Per esempio, nel 1918 ci fu una influenza spagnola: ai giorni nostri queste immagini, in cui tutti condividono paura e tutti indossano la mascherina, ci siamo interrogati sul cosa si fece, per capire cosa fare oggi. Si può davvero dire che fu la Prima Guerra Mondiale a far cominciare la storia contemporanea? Lo storico può sostenere e argomentare altre ipotesi (“Il secolo breve: la storia contemporanea inizia nel 1917, con la rivoluzione russa). Ci deve essere una rottura con ciò che prima accadeva, per poter sostenere che inizi un’altra epoca; la rivoluzione russa influenzerà tutto il mondo, nasceranno movimenti per organizzare rivoluzioni e, inoltre, ci sarà la Guerra Fredda. Anche le periodizzazioni sono punti di vista: di storici, o di stati interi. In generale, si può pensare che la storia contemporanea abbia inizio quando i comportamenti e le istituzioni in vigore si avvicinano a quelli presenti (es: dalla rivoluzione francese —> contemporaneità lunga). In noi vivono diverse contemporaneità: siamo uniformi sull’uso delle nuove tecnologie, ma in noi vivono costumi e credenze derivati dal passato (superstizione, religione, tradizione…). Secondo il sociologo Germani, ciò che caratterizza la contemporaneità è l’ampiezza dei processi di modernizzazione. Queste trasformazioni fanno anche cambiare il modo di cambiare delle persone: si perde l’importanza della tradizione, in quanto prevale la scelta libera degli individui, creando così una nuova società e nuove tradizioni, quella industriale. Non cambiano solo le tecniche, ma anche il modo di pensare delle persone. Per altri non è per forza cosi, e ciò si può dimostrare col fatto che, nonostante l’uguaglianza delle donne con gli uomini sia effettivamente sotto una legge, ancora oggi persiste una discriminazione su ogni campo (lavorativo, sociale, violenza…) e ciò mette in luce che la società ancora non “accetta” questa situazione, i comportamenti non per forza si adattano. Cosa è cambiato nel corso del Novecento? - Demografia: dal 1914, in cui la popolazione era di 1,8 miliardi ad oggi, quando la popolazione è di 7,4 miliardi - Urbanizzazione: vi erano pochissime città con più di 2 milioni di abitanti, mentre oggi ce ne sono 200 e tre su quattro non sono in Occidente - Migrazioni internazionali: aumentano sempre più e l’Europa, da punto di partenza, diventa principale punto di arrivo - Speranza di vita: aumenta di quasi 20 anni mediamente, nonostante vi siano enormi differenze tra i vari paesi e continenti - PIL: cambia, anche a causa del fatto che molti paesi sono in via di sviluppo - Disuguaglianze: molto ridotte a livello globale mentre cresciute all’interno dei singoli paesi - Clima: impatto ambientale e riscaldamento globale di 2 60 La società cambia drasticamente: le donne iniziano a lavorare in fabbrica per sostituire gli uomini arruolati. Alcune aziende si svilupparono molto: quella delle telecomunicazioni, grazie alla quale si comunicava in trincea, quella dei mezzi a motore (per portare moltissimi soldati più velocemente al fronte) e quella dell’aviazione (più lenta). Quando nel 1914 la guerra inizia, l’Italia decide di non intervenire. C’era però una parte della classe media o alta o studenti che era interventista, e che organizzava comizi in piazza. La maggior parte delle persone non voleva la guerra: il ministero degli interni chiedeva ai prefetti cosa la popolazione ne pensasse e da qui sappiamo che la maggior parte avrebbe evitato. Furono il re e pochi ministri a decidere, senza badare al parlamento che avrebbe dovuto votare, quasi con la modalità del colpo di stato. L’Italia non era ricca, non era pronta per quel tipo di conflitto e la guerra si rivelerà proprio costosa e sanguinosa. Nel 1917 entrano in guerra gli Stati Uniti e in Russia avviene la rivoluzione: la guerra tuttavia durerà ancora un anno e mezzo. Viene sì a mancare un fronte, ma anche entra una nuova potenza a bilanciare le cose. di 5 60 PRINCIPALI EVENTI E BATTAGLIE - 1914 - la Germania viola la neutralità del Belgio e, per questo motivo, la Gran Bretagna decide di intervenire. - 1915 - entrata in guerra dell’Italia - 1916 - il governo Salandra è costretto a dare le dimissioni e si forma una coalizione comprendente tutte le forme politiche, esclusi i socialisti - le maggiori perdite furono sul fronte francese di Verdun - Romania e Serbia furono sconfitte dall’Austria - 1917 - rivoluzione russa e entrata in guerra degli Stati Uniti: bilanciamento non favorevole all’alleanza - ottobre: l’Austria sfonda le linee italiane nei pressi di Caporetto, prendendosi una grande vittoria. Paradossalmente ciò portò un vantaggio all’esercito italiano, rinforzato anche dal cambio del capo dell’esercito, ora Armando Diaz - 1918 - ad Amiens i tedeschi prendono la loro prima grande sconfitta, e cominciarono ad arretrare; nello stesso periodo l’Italia attaccò l’Austria, vincendo nella battaglia di Vittorio Veneto, e firmando l’armistizio - la Germania, stremata e con un nuovo governo provvisorio, firma l’armistizio e si dichiara vinta. LA RIVOLUZIONE RUSSA I tedeschi non spostarono immediatamente il fronte russo nonostante la ritirata dell’impero, e per questo la Germania non ne ebbe vantaggio. L’impero russo fu la potenza che uscì al peggio dal conflitto. La sua estensione era enorme, ma regnato con arretratezza: l’economia era prevalentemente agricola, con oltre il 90% della popolazione impegnata come contadina. Questi lavoratori erano oltretutto sottoposti ai grandi latifondisti. Inoltre, vi erano molte minoranze non aventi diritti. La scelta di entrare in guerra a causa dell’alleanza, in questo caso con la Serbia, con cui condividevano la fede ortodossa, si rivelò disastrosa. L’esercito subì molte perdite umane, in quanto molto mal armato e gestito. Nel 1917 cominciano a nascere molti scioperi operai, fino ad arrivare alla vera e propria rivoluzione di febbraio-marzo 1917. Anche le donne, in queste situazioni, furono protagoniste. I soldati si rifiutarono di sparare sulla folla e ciò portò all’abdicazione dello zar; si forma quindi un governo provvisorio socialista. Le tre forze presenti in Russia sono: i bolscevichi, i menscevichi e i socialisti rivoluzionari. In questa fase saranno i menscevichi a dominare e a salire al governo. Nelle campagne e nelle città si formano i soviet, delle assemblee fatte da contadini e operai che chiedevano un profondo cambiamento sociale. Erano formati da i partiti sopracitati, principalmente dai menscevichi. Lenin era esiliato ma torna in Russia (appoggiato dalla Germania, che lo fece in modo che si creasse una rivoluzione, così da poter eliminare un fonte) nel 1917, in aprile. Egli era il capo dei bolscevichi e, col suo ritorno, si inasprisce l’opposizione bolscevica nei confronti del governo vigente. Inoltre egli scrisse le “tesi di aprile”, le cui maggiori richieste erano: - no alla guerra - terra ai contadini - tutto il potere ai soviet Il suo progetto era quello di attuare la NEP (nuova politica economica), ma la sua morte non lo rese possibile. In questa situazione molto complicata, con un governo provvisorio e un partito che vuole uscire dal confitto, con i soldati che si rifiutano di obbedire al governo, i bolscevichi presero potere con un colpo di stato, attaccando senza violenza il Palazzo d’Inverno, sede del governo, nel Novembre 1917. Le prime riforme di Lenin furono: - pace immediata - distribuzione delle terre ai contadini - nazionalizzazione di banche ed industrie —> egli applica lo schema marxista, che condanna la proprietà privata. Nelle elezioni successive il partito bolscevico ebbe una delusione, e fu il partito rivoluzionario socialista ad ottenere molti voti. L’Assemblea, però, venne sciolta dai bolscevichi, rompendo così la tradizione democratica, continuando a portare avanti il governo instaurato. di 6 60 La proposta iniziale di Lenin fu quella di dare potere ai soviet, ma in realtà questo potere non verrà mai dato, sarà il partito comunista a detenere tutto il potere. La pace di Brest-Litovsk, firmata nel 1918, sancì l’uscita della Russia dal conflitto mondiale e ciò darà gravi crisi nel fronte interno, fino allo scoppio della guerra civile. La guerra civile fece sì che il partito comunista instaurò una vera e propria dittatura, organizzando anche un esercito, guidato da Trockij. Cominciò un duro scontro fra i “rossi” e i “bianchi” (al fianco del quale si schierò anche l’Intesa). Vengono requisiti prodotti agricoli per sfamare la popolazione, ma ciò portò a milioni di morti per carestia. Il sogno di Lenin di esportare la rivoluzione in Europa si infrange (in Ungheria avverrà brevemente); i comunisti non riuscirono a prendere il potere, se non in Russia. IL DOPOGUERRA Lenin sosteneva che la causa della guerra fosse l’imperialismo, come ultima fase del capitalismo e colonialismo (a cui vorrà contrapporsi, col marxismo e il comunismo). L’impatto fu evidente in vari campi: - geopolitico: dissoluzione di 4 imperi; impero tedesco, impero russo, impero austroungarico e impero ottomano; - economico: tutti gli stati (anche i vincitori) si indebitano e aumenta anche l’inflazione; - sociale: reduci di guerra che devono riadattarsi alla vita, profughi e civili che erano stati deportati o traumatizzati; - politico: inizia un processo di democratizzazione, specialmente il suffragio universale femminile (in vari stati, europei e non). Concentriamoci sul livello geopolitico [*domanda d’esame]: La dissoluzione dell’impero ottomano: una delle aree più complesse a livello geopolitico. L’impero era già fortemente indebolito e la guerra fu devastante. La formula con cui si spartirono i territori fu quella del mandato (una potenza assume il controllo di un altro paese che viene considerato non in grado di gestirsi in autonomia). La società delle nazioni affida alle potenze europee vincitrici (Francia e Gran Bretagna) senza molto rispettare le divisioni etniche o religiose, ma in base agli interessi economici e politici delle potenze europee. [es.: Siria, mandato francese e Palestina, mandato inglese]. *Analizziamo in maniera particolare il caso della Siria: i suoi confini sono chiaramente stati decisi in modo arbitrario dalle potenze europee. Prima dell’unione in un unico stato, esisteva lo stato degli Alawiti (ulteriori minoranza della minoranza sciita, a cui appartiene l’attuale presidente siriano Assad). di 7 60 Trattato di pace: a Parigi, Versailles, 18 gennaio 1919. Vincitori: Stati Uniti (W. Wilson), Gran Bretagna (L. Lloyd), Francia (Clemenceau) e Italia (Orlando). Vinti: tutte le potenze dell’Alleanza, escluse dalla presenza alle trattative di Stato. Colpe: totalmente date alla Germania che, effettivamente, aveva attaccato. L’Italia fu una delle potenze che soffrì maggiormente del conflitto e, come non bastasse, cresceva il malcontento in molte classi. Come effetto di ciò: - gli iscritti al partito socialista e anche ai sindacati (sempre maggiormente gestiti da queste forze) erano molto aumentati che rivendicavano varie cose; - si verificano molti scioperi e episodi di insubordinazione; - gli ufficiali e i sottoufficiali reclamavano un proprio ruolo nella società, considerando colpevoli i politici delle morti e anche di ciò che non si era ottenuto a Versailles. Il sistema gestito da Giolitti andò in crisi, così come, in generale, assistiamo al passaggio dai partiti di notabili a quelli di massa, come quello socialista e quello popolare, gestito da gente cattolica. A Milano (1919) viene fondato da Benito Mussolini un piccolo movimento: i Fasci di combattimento. Mussolini venne espulso dal partito socialista italiano in quanto si era esposto come interventista nella prima guerra mondiale; prima era perfino direttore della rivista “Avanti!”. Le elezioni del Novembre 1919 Il suffragio universale maschile viene modificato: prima della guerra potevano votare tutti gli uomini sopra ai 30 anni mentre, nel 1918, potevano votare i maggiori di 21 anni o coloro che avevano fatto il servizio militare (i ragazzi del 1899). Ancora escluse sono le donne, nonostante vari partiti ne chiedessero il voto. Inoltre viene cambiato il sistema elettorale da maggioritario a proporzionale (ogni percentuale, seppur piccola, permette di eleggere alcuni membri in Parlamento). Il risultato è la grande frammentazione del Parlamento, mentre prima era maggiormente composto dalla parte giolittiana. - totale flop dei partiti liberali - grande successo del partito socialista—> 156 seggi - grande successo del partito popolare (cattolico)—> 100 seggi —> impossibilità di creare una coalizione fra quei due: grande instabilità. I liberali vengono fortemente indeboliti, principalmente per la crescita dei primi partiti di massa: viene richiamato un anziano Giolitti per provare a gestire la situazione (anche se la sua proposta non aggradava, si preferiva quello alla possibile ascesa del socialismo e ad una conseguente rivoluzione “come in Russia”). Il partito comunista, inoltre, si divide: nel 1921 viene fondato a Livorno il Partito comunista italiano. PARTITO SOCIALISTA (PSI) PARTITO POPOLARE (PPI) FASCI DI COMBATTIMENTO - Serrati (massimalisti) - Antonio Gramsci (rivoluzionari) Don Luigi Sturzo Benito Mussolini Mass.: aspirano ad una rivoluzione ma non agiscono; Riv.: sentivano l’impegno rivoluzionario e ammiravano l’esperienza dei soviet. —> nasce nel 1921 il partito comunista. Matrice democratica e dichiaratamente laico, anche se nella realtà non fu così. Si schiera a sinistra ma nel contempo non nasconde un acceso nazionalismo e grande astio verso i socialisti (di cui Mussolini aveva fatto parte). di 10 60 IL FASCISMO Il primo fascismo Il movimento fondato da Mussolini ebbe, inizialmente, un programma piuttosto confuso. di 11 60 PROGRAMMA FASCI DI COMBATTIMENTO Italiani! Ecco il programma nazionale di un movimento sanamente italiano.
 Rivoluzionario, perché antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore perché anti pregiudizievole.
 Noi poniamo la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di sopra di tutto e di tutti.
 Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici, scolastici, coloniali, ecc. li tracceremo quando avremo creata la classe dirigente. Per questo NOI VOGLIAMO: Per il problema politico a) — Suffragio universale a scrutinio di Lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne. b) — Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i Deputati abbassato ai 25 anni. c) — L’abolizione del Senato. d) — La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato. e) — La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell’industria, dei trasporti, dell’igiene sociale, delle comunicazioni ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e col diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro. Per il problema sociale: NOI VOGLIAMO: a) — La sollecita promulgazione di una Legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro. b) — I minimi di paga. c) — La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria. d) — L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici. e) — La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti. f) — Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sull’invalidità e sulla vecchiaia, abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni. Per il problema militare: NOI VOGLIAMO: a) — L’istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione e compito esclusivamente difensivo. b) — La nazionalizzazione di tutte le Fabbriche di Armi e di esplosivi. c) — Una politica estera nazionale intesa a valorizzare nelle competizioni pacifiche della civiltà, la nazione italiana nel mondo. Per il problema finanziario: NOI VOGLIAMO: a) — Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera ESPROPRIAZIONE PARZIALE di tutte le ricchezze. b) — Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense Vescovili, che costituiscono una enorme passività per la Nazione, e un privilegio di pochi. c) — La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra, ed il sequestro dell’85% dei profitti di guerra. Il nome “Fasci italiani di combattimento” fa riferimento sia ai combattenti, che ai fasci, simbolo non associato alla destra, ma al potere e all’unione. Oltre ad essere un normale partito (con un programma), si organizza in una forma paramilitare (ufficiali con le armi conservate) che organizza operazioni violente contro i socialisti (ricordiamo che Mussolini fu socialismo). Nel 1921 il movimento diventa ufficialmente partito: partito nazionale fascista (PNF), ottenendo un buon numero di iscritti (300.000) e mantenendo l’esercito. Il programma conteneva sia elementi di destra (istituzione milizia, valorizzazione della guerra) che di sinistra (rivoluzione russa, voto alle donne, riduzione ore di lavoro, norme simili a quelle proposte da un Welfare State); il risultato è alquanto confuso. Veniva chiesto un ruolo in pace delle ex milizie. In realtà le squadre fasciste si rendono protagoniste di atti di violenza contro gli oppositori del fascismo. Le vittime di questa fase potrebbero essere fra le 2000 e le 4000 persone. Questo periodo viene detto “biennio nero”: una sottospecie di guerra civile; quando lo stato sembra non riuscire più ad intervenire durante questi atti. Detto ciò non si può parlare di una vera e propria guerra, poiché i numeri sono bassi e anche perché non vi era una fazione contrapposta a “combattere”, quella che poteva essere socialista. Queste violenze venivano esercitate principalmente nelle campagne del centro Italia, dove era molto presente la componente socialiste; questa limitazione ad una sola parte del territorio italiano, fa esitare gli storici a definire il periodo come guerra civile. A questo si contrappose il “biennio rosso”, composto da scioperi, occupazione di fabbriche da parte di persone ispirate dalla rivoluzione russa. Nelle elezioni del 1921 vengono eletti dai “blocchi nazionali” 35 fascisti, fra cui il leader Benito Mussolini alla Camera (meno del 5% dei deputati presenti in parlamento). Il 28 ottobre 1922 avvenne un atto di forza, la Marcia su Roma: le squadre d’azione fasciste marciano in colonne verso la capitale (una piccola percentuale era armata). Lo scopo di Mussolini era quello di indurre il re a dargli il governo: qualche giorno prima il leader aveva dichiarato che o il re gli dava il potere, oppure loro se lo sarebbero preso. La possibilità di bloccare questa marcia c’era, ma il re non firma lo stato di assedio, che avrebbe consentito di mobilitare l’esercito e fermare i fascisti, per timore dello scoppio di una guerra civile al rifiuto di dare il potere ai fascisti. C’era, ad esempio, la possibilità che l’esercito si ribellasse, perché questi potevano aderire al movimento fascista (almeno nella parte in cui si chiedeva un riposizionamento degli ex soldati). 1922-1925: fase “legalitaria”. Il re incarica Mussolini di formare un governo: egli deve creare una coalizione, che farà con l’altro partito liberale con cui si era candidato. Egli introduce varie trasformazioni, creando istituti e cambiando la legge elettorale: - Gran Consiglio del Fascismo: una specie di consiglio dei ministri, potevano solo dare consigli ma non avevano effettivo potere, pur essendo istituzionalizzata - Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale: le squadre armate già esistenti vengono istituzionalizzate; le “camicie nere” - Legge Acerbo, 1923: legge elettorale con premio di maggioranza; alla lista più votata (almeno 25% dei voti) vanno 2/3 dei seggi. Con un quarto dei voti si ha una enorme maggioranza di 12 60 Con quali strumenti il fascismo si costruisce il consenso nella società italiana? George Mosse sostiene che i regimi come il fascismo e il nazismo fanno ricorso non solo alla politica ma anche a miti e simboli per costruire una “fede”, simile a una fede religiosa, attorno ai regimi stessi: fanno appello non alla razionalità ma all’irrazionalità. Emilio Gentile, ne “Il culto del littorio” studia a fondo estetica, simboli e liturgie usate per il consenso e per trasformare il fascismo in una religione civile. Il termine propaganda non è nuovo ma l’uso che gli Stati ne faranno, sì. Libri, radio, opuscoli, ma anche cinema e “cinegiornali” (proiettati prima dell’inizio di un film). Ci si rese conto che queste nuove metodologie, maggiormente visive o auditive (sentire la voce di Mussolini, vedere i cimeli di guerra…), avevano più presa di quelli di lettura: l’impatto fu molto forte. Il manifesto degli intellettuali fascisti: negli anni ’20, 25 membri guidati da Giovanni Gentile che aderiscono al partito e giurano su di questo. Il campo degli intellettuali si divide sin da subito, ma comunque si tentò moltissimo di portare dalla parte a favore del fascismo tutti gli “intellettuali”. Spiegazione Problema Effetto ISCRIZIONI al Partito Fascista I numeri degli iscritti al partito: - 1921: 300 mila - anni 30: 2,5 milioni - prima della seconda guerra mondiale: 6 milioni. Grande fetta della popolazione. Essere tesserati dava accesso a vantaggi: la tessera era infatti definita “del pane”. Solo con la tessera si poteva accedere a concorsi pubblici e non. Professori costretti a giurare sul fascismo per continuare a insegnare (solo 15 rifiutarono). ORGANIZZAZION I delle masse Gestione del tempo libero: - Figli della Lupa, Balilla e Avanguardisti (bambini e adolescenti) - Gruppi Universitari Fascisti (GUF) - Massaie rurali e gruppi femminili fascisti - Opera Nazionale Dopolavoro - Colonie estive per bambini (fungevano anche da addestramento). Si era sostanzialmente obbligati a parteciparvi. Membri delle organizzazioni schierati, ad esempio, in alcune rappresentazioni pubbliche. Non tutti quelli che andavano a vedere le manifestazioni erano fascisti forse… Controllo del poco tempo libero, anche venendo istruiti in disciplina e “addestramento per futuri soldati” PROPAGANDA Esistono architetture evidentemente di stampo fascista (stile razionalista, Piazza Vittoria). In generale esistono simboli e miti usati per costruire il consenso: - Culto del capo: saluto, canzoni - Culto dei morti fascisti - Simboli onnipresenti come il fascio o i motti (riferimenti romani come ritorno e continuità). Edifici costruiti anche all’estero. Fascismo come nuova fede della modernità. 4 milioni di visitatori alla Mostra della Rivoluzione Fascista, perché? Scolaresche, ad esempio. Identificazione quasi di tipo “religioso”: sacralizzazione della politica. Fascio come simbolo. La quotidianità riportava al regime. WELFARE Aiuti a disposizione dei cittadini: - Costruzione di ospedali, scuole, … - Disposizione di pensioni (anche per invalidi di guerra). Evidente necessità di ciò che venne fornito. Riconosciuto un buon aspetto del fascismo. di 15 60 Una iniziativa a questo scopo fu la creazione dell’Enciclopedia Treccani, a cura di Gentile, che chiamò non solo intellettuali fascisti, ma moltissimi altri, con l’idea di creare un’opera non fascista ma culturalmente universale (ovviamente voci prettamente politiche erano affidate a Mussolini stesso o pochi altri). —> a questo proposito vediamo come si definiva il fascismo nell’enciclopedia: “la dottrina del fascismo è anti individualistica, o meglio pone una libertà diversa, la libertà dello stato e dell’individuo al suo interno (rovesciamento sistema liberale). […] in questo senso il fascismo è totalitario e sviluppa e potenzia tutta la vita del popolo. (Non esistono) né gruppo né individui fuori dallo stato.” La fascistizzazione Progressivamente vedremo una fascistizzazione di tutti gli aspetti statali, al fine di identificare il fascismo con la nazione. Ciò porta all’individuazione del nemico interno: la comunità ebraica in Italia. La stessa comunità si divide fra chi aderisce al fascismo e a chi no: il fascismo però li classifica come non italiani, non appartenenti alla razza italiana. Il passo successivo fu quello delle Leggi Razziali del 1938. L’elemento antisemita non era costitutivo del partito, infatti emerge dopo 13 anni dall’essere il fascismo l’unico partito. Perché? - de Felice: probabilmente Mussolini volle appoggiare in tutto il nuovo alleato, Hitler che, invece vedeva l’antisemitismo come parte centrale del proprio programma; - altri studiosi: l’identità nazionale che sfocia in una ideologia razzista (già praticata nelle colonie in Libia e Etiopia). di 16 60 Totalitarismo? Il termine diventa di uso corrente e comune dopo la pubblicazione di “Le origini del totalitarismo” di Hannah Arendt. Ella scrive che questi nuovi regimi che definisce “totalitari” hanno come principale caratteristica l’assorbire la società civile in sé, cancellando tutto ciò che è fuori dal partito unico, che ha controllo. Arendt crede che i regimi totalitari siano stati solo nazismo e comunismo sovietico, escludendo il fascismo che aveva fatto un patto col re, che continua a essere capo delle forze armate. Inoltre non si instaura un sistema di terrore, ad esempio costruendo campi di concentramento (detenuti gli oppositori costretti a lavori forzati in condizioni terribili). A partire da questi studi, molti studiosi si concentrarono sulle caratteristiche nuove di questi regimi; il regime secondo Bobbio: “totale assunzione della società civile nello stato”, tutto è controllato dallo Stato. Emilio Gentile crede invece che il fascismo fu un totalitarismo, diverso sì dagli altri due, ma comunque essendolo: gli elementi costitutivi per lui furono la creazione di un partito armato, e la forma essenzialmente piramidale della detenzione del potere (che finiva solo nelle mani di uno/pochi). CIVILTÀ EXTRAEUROPEE FRA LE DUE GUERRE Le civiltà extraeuropee entrano nei nostri studi a questo punto perché fanno parte di contesti influenzati dalle guerre e dagli avvenimenti di questi anni. Ancora oggi c’è meno familiarità con il mondo orientale. “The burden of the white man”, Rudyard Kipling (1899). Secondo l’autore, l’uomo europeo aveva il fardello di dover civilizzare le proprie colonie: l’idea della missione civilizzatrice entra però in crisi fra le guerre. Con la guerra è come finisse l’epoca della colonizzazione; ci volle molto tempo prima che questo succedesse veramente, ma fu veramente così. Il problema che si pongono le colonie nel Novecento è quello della modernizzazione, prendendo ad esempio le grandi potenze: industrializzazione, inclusione delle masse nella vita politica di un paese (allargamento del suffragio) e partecipazione della popolazione alla vita pubblica (comunicazioni, informazioni…). Questo tipo di società viene definita “di massa”. L’ASIA Alcuni modelli occidentali sono adatti alla situazione asiatica, che li riadatta e riutilizza per il proprio scopo: la lotta per l’indipendenza e la emancipazione. In questo caso specifico vediamo la comunione di: - Comunismo: ideologia marxista rielaborata da Lenin. Si basa sulla giustizia sociale in un contesto industriale che doveva per forza portare alla rivoluzione; - Nazionalismo: potere allo stato e non alla potenza che lo sfrutta come colonia. Queste due teorie sembrerebbero essere in disaccordo, ma è qui che trovano la loro comunione, anche grazie alla tesi di Lenin sull’autodeterminazione dei popoli. In Asia l’economia era maggiormente agricola (come in Russia): il comunismo vuole la lotta contro capitalismo sfruttatore e si unisce al nazionalismo nella lotta contro gli sfruttatori, che erano stranieri. Sollecitando la lotta contro l’imperialismo, nasce il neo marxismo che punta alla lotta per l’indipendenza. Ovviamente l’ideologia che si instaurerà non sarà come quella di Lenin, così come non lo sarà mai anche nella altre zone del mondo in cui il comunismo arriverà. [in questo senso era molto interessante l’ipotesi di far “partire” la storia contemporanea dalla rivoluzione russa, che abbraccerà diverse declinazioni nel mondo]. Il Giappone Si tratta di una potenza che si svilupperà abbastanza presto (pur mantenendo i capisaldi della propria cultura), grazie ad una grande apertura nei confronti della nostra cultura, sapientemente studiata ed imitata. Già negli anni finali dell’800 cominciano a produrre nell’industria siderurgica e meccanica; allo stesso modo venne data molta importanza all’esercito, grazie ad un rafforzamento. A questo punto si partì con una politica militare ed espansionistica piuttosto aggressiva, maggiormente nei confronti della Cina che subirà una aggressione militare nel 1937. La Cina Lo sviluppo avviene in tempi più avanzati; tarda ad arrivare l’industrializzazione e manca un potere in grado di gestire un territorio così vasto (9,5 milioni di chilometri quadrati), con una estrema frammentazione politica. di 17 60 Egli attuerà riforme agrarie e muoverà il suo governo verso l’antiimperialismo, con la nazionalizzazione delle risorse, che diventeranno fondamentali come prodotti di esportazione. Col suo governo possiamo parlare di populismo latino americano: - antiimperialismo; - nazionalizzazione dei diritti delle compagnie petrolifere straniere; - comunicazione diretta fra massa e leader; - propaganda; - contrapposizione fra élite e popolazione (nella loro relazione con le grandi potenze). Trasformazione della società che finalmente vede la popolazione come parte della vita politica del paese. America meridionale Brasile e Argentina La prima guerra mondiale rivela che la dipendenza economica da alcuni paesi avanzati non è per nulla vantaggiosa. Questi due paesi avevano avuto economie prospere di esportazione, ma col blocco del commercio mondiale si vede una grande crisi, anche negli anni successivi. La crisi del ’29 dimostra che questo metodo, che vedeva l’esportazione come mezzo di scambio per importare, non può più funzionare. Si avvia un processo di modernizzazione, principalmente puntato sulla industrializzazione, per poter produrre ciò che si importava. La crisi però qui si fa sentire in maniera molto pesante: si creano continuamente regimi militari, che cercano di gestire la crisi e, nel contempo di introdurre le masse nella società (visto che si partiva da regimi oligarchici). —> queste società stanno cambiando diventando società di massa (non senza problemi). di 20 60 Populismo Latino-Americano - Getulio Vargas in Brasile - Perón in Argentina - Cardenas in Messico Caratteristiche - Leadership forti e stretto rapporto diretto fra leader e popolo; - Mobilitazione e integrazione delle masse; - Nazionalismo difensivo (nessuno attua una guerra o una politica aggressiva nei paesi vicini); - Alleanza con potenze straniere; - Anti imperialismo; - Opposizione elite - oligarchia. Vediamo un intervento di Perón: potrebbe ricordare quello di Mussolini, ma ci sono degli elementi di diversità. Si insedia dopo un golpe in Argentina, era ministro della guerra e ministro del lavoro: avvia politiche di mobilitazione dei lavoratori. Egli viene incarcerato, ma i lavoratori si mobilitano per chiederne la liberazione. Nel 1946, Perón viene eletto Presidente della Repubblica Argentina. Quello che Mussolini faceva, ovvero gestire dall’alto la mobilitazione, qui avviene in modo spontaneo. LA CRISI DEL 1929 L’AMERICA DEL NORD Gli Stati Uniti entrano nel nuovo secolo come prima potenza industriale mondiale; sono anche una società di massa: società in cui la maggioranza della popolazione partecipa attivamente alla produzione e al consumo di beni, alla vita politica e culturale del paese. In questo gli Stati Uniti sono molto avanti rispetto a moltissime potenze europee. Questo avvenne perché ci fu un aumento della produttività (rapporto fra tempo e risultato nella produzione di un bene) del lavoro nelle fabbriche. Si impiegava 8 volte meno per produrre una automobile. —> se aumenta la produttività, il prezzo di un bene diminuisce e ce ne sarà maggiore accesso. Henry Ford inventa il “modello T”, un’auto per gli operai: si poteva acquistare, negli anni 20, con soli 3 mesi di salario. La Ford T rimase per 20 anni la macchina più prodotta e venduta. Per realizzare l’aumento della produttività si utilizzò la catena di montaggio e, soprattutto, grazie alla teoria di Taylor e il suo “taylorismo”, l’organizzazione scientifica del lavoro. Prima erano gli operai a spostarsi, mentre ora l’operaio è fermo e il nastro trasportatore sposta la macchina verso l’operaio che ha una sola mansione. Il fordismo, assieme al taylorismo, viene attuato per esempio, anche in Italia. Nelle città nascono dei nuovi quartieri in cui i lavoratori (che maggiormente erano ex- soldati) vivevano. Si parla quindi di un cambiamento a tutto tondo, tanto da poter definire la società “fordista”. Cosa succede in sostanza? Si producono in grande quantità i cosiddetti beni di consumo: automobili, elettrodomestici (in Europa questi beni ancora non c’erano). Pian piano, con questo boom, tutti avevano già i beni, e quindi si arrivò ad un momento in cui non c’era più richiesta dei beni detti “durevoli”. Non potevano nemmeno esportare perché i prezzi di quei beni erano inarrivabili in tutti gli altri stati (salari più bassi). Quando il mercato è vicino a saturarsi, si rallenta la produzione e, nel contempo, si ebbe una febbre speculativa. In America vi era una grande fiducia: tutti compravano azioni per rivenderle poco dopo. di 21 60 Caratteristiche della società di massa: - Sviluppo di industria e servizi, a discapito del settore primario (di cui anche la classe sociale si trova esclusa); - Urbanizzazione; - Ampliamento delle funzioni dello stato, che si attiva per offrire vari servizi ai cittadini e migliorarne le condizioni (educazione, salute); - Sviluppo della classe media (insegnanti, infermieri, commercianti…); - Accesso ai mezzi di comunicazione (prima anche solo comprare un giornale era molto costoso, e anche l’alfabetizzazione non era sempre diffusa); - Miglioramento delle classi sociali e accesso ai beni durevoli (automobile…) In seguito a questo cambiamento iniziale, però, cominciano ad arrivare sfiducia e panico; questo perché progressivamente le imprese continuano ad avere valori in crescita, ma senza aumento della produzione. Quando ci si accorge che c’è una grande distanza fra il valore dei titoli e l’economia reale, tutti cominciano a volersi disfare delle azioni su cui hanno investito. Questo innesca un processo tramite il quale la borsa crolla (perché non ci sono più acquirenti) e tutto avviene a effetto domino. Quei titoli appartenevano a singoli investitori, ma moltissimi erano bancari: ciò porta alla crisi del sistema bancario. Le imprese erano indebitate con le banche e avevano dato in cambio delle azioni: venendo a crollare la borsa, progressivamente crolla anche il sistema bancario. Le banche avevano in mano titoli che non valevano più nulla: crediti che non si possono più riscuotere, inesigibili. Questo scatena il panico anche fra i singoli che avevano i loro soldi in banca e che accorrono per cercare di ritirarli al più presto possibile, visto che anche i loro risparmi erano investiti. A causa di ciò si stima che il 40% delle banche fallì e inoltre il numero di disoccupati sale a 15 milioni. Dal crollo di Wall Street in quel giovedì nero, si passa al periodo della Grande Depressione, la peggiore crisi nella storia degli Stati Uniti. Le politiche messe in campo per ovviare alla crisi. Il presidente in carica al momento della crisi era Hoover, un repubblicano che credeva nel libero mercato (la mano invisibile)—> LE COSE RECUPERANO DA SOLE. Egli pensava che, se le cose fossero andate male, i prezzi si sarebbero abbassati e la gente avrebbe ricominciato a comprare. Tuttavia ciò non avvenne e quando, nel 1933, viene eletto Franklin Delano Roosevelt, la situazione era ancora molto critica. Egli decide di cambiare sostanzialmente la politica con il “New Deal”: il mercato non recupera da solo e quindi va gestito. Questa svolta fu epocale per gli Stati Uniti e perdurò fino agli anni 80, con Reagan. Vediamone le caratteristiche: - bloccare operazioni sul mercato di borsa che hanno solamente un aspetto speculativo; - lo Stato deve intervenire nel momento di crisi; - spesa pubblica: sussidi ai disoccupati; - opere pubbliche finanziate dallo Stato; - aumento del deficit: esce + di quanto entra; - sistema di Welfare (totalmente inedito per gli USA). —> si ha, lentamente, una ripresa del lavoro. Le teorie di J. M. Keynes Roosevelt non usa queste teorie. 1935: “Teoria generale della moneta”. La sua tesi è che gli Stati devono avere una funzione anticiclica: lo Stato deve muoversi in controtendenza rispetto all’economia. Quando non ci sono più i capitali per creare lavoro, è lo stato a dover intervenire. Quando le cose vanno bene, lo stato deve raffreddare l’economia, rendendo più caro il costo della moneta per far si che non si creino quelle febbri e inflazione eccessiva. Keynes non sostiene la spesa pubblica come continua, generando deficit sempre e comunque; egli sostiene la spesa pubblica solo in determinate situazioni. di 22 60 Vide una crescita rapidissima negli iscritti di tutte le classi sociali, anche la classe popolare (fascismo: più classe media). Costruisce il suo consenso attraverso la creazione di una “fede” nel partito e nel Fuhrer, e in ciò che questo rappresenta: - Simboli - Canti - Svastiche - Divise Il leader e fondatore è Adolf Hitler, emblema del leader totalitario carismatico Il suo programma politico è scritto nel “Mein Kampf” (1925-1926): - Idea di razza ariana; - Antisemitismo (identificazione del nemico interno); - Nazionalismo e opposizione alla democrazia; - Anticomunismo (saldato all’antisemitismo). Nel 1933 erano state vendute 1 milione di copie Negli ultimi anni è stata pubblicata una edizione critica. Emerge un forte appello a una serie di sentimenti irrazionali o pensiero mitico: cioè che egli fa riferimento a paure o ossessioni irrazionali. Ad esempio vedere l’ebreo come minaccia, quando questa comunità componeva l’1% della popolazione. Hitler salì al potere per via elettorale (anche se va considerata la violenza che affiancava il partito e che certamente intimoriva). Nel 1933 diviene cancelliere e scioglie il Parlamento: inventa un incendio provocato dai comunisti, ma si crede che lo fecero i nazisti stessi, cancella i diritti civili stabiliti nella costituzione e vieta assemblee e giornale (libertà di pensiero, associazione e stampa). Tutto ciò avviene in maniera molto veloce, nel giro di 6 mesi il regime diventa totalitario (=/= dal fascismo che ha un processo di fascistizzazione piuttosto lungo). Alle nuove elezioni il partito nazista ottiene il 43% dei voti e Hitler detiene ogni potere, legiferando senza il consenso di Parlamento e presidente. Repressione e uso della violenza perdurano anche alla presa del potere. Sia verso gli oppositori che internamente: viene infatti assassinato anche Rohm, capo del SA, in quanto Hitler crede che voglia prendere il suo potere. Quando muore il presidente, prende anche quel titolo, facendosi da li in poi chiamare “Fuhrer”. Imposizione dell’ideologia, non bastando la repressione e l’eliminazione dell’opposizione. Creazione delle amministrazioni speciali: uffici paralleli che prendono ordini direttamente da Hitler (ministeri ombra che in realtà prendono le decisioni guidati dal volere di Hitler). Persecuzione degli ebrei Espulsione dalle amministrazioni dello stato (Università, professioni varie). Gli ebrei vengono quasi costretti ad andarsene, si calcola un esodo di 300.000 ebrei su 500.000. Confusione: chi è veramente ebreo? Ci sono matrimoni, persone che hanno solamente un parente ebreo e questo mette in luce la totale non fondatezza della teoria di Hitler. di 25 60 Leggi di Norimberga, 1935 - Privazione della cittadinanza tedesca; - Vietati i matrimoni “misti”. Notte dei cristalli, 1938 d - Distruzione di sinagoghe e negozi dei quartieri in cui cerano molti residenti ebrei da parte delle ss e della getsapo. Alcuni ebrei tornarono dopo essere andati via pensando che il peggio fosse passato, mentre la guerra fu la parte peggiore. NON C’È UNO STERMINIO PRIMA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. IL NEMICO “Igiene razziale”—> necessità di rimuovere ciò che “infetta” la razza ariana. Comprende non solo ebrei ma anche persone malate affette da malattie genetiche, psichiche uccise da medici nazisti. Allo stesso modo anche gli omosessuali venivano arrestati ed internati. Pratiche eugenetiche (anche in paesi retti da regimi democratici, come ad esempio la Svezia, dove però le persone non venivano uccise). Pratiche non assimilabili a quelle odierne di eutanasia (decisione della persona)—> è lo stato a dire che sono indegni di vivere perché costano e perché possono intaccare la razza ariana. Due professori di università e scienziati scrivono “Ciò che consente la distruzione di una vita indegna di vita” nel 1920, Hitler va al potere solamente nel 1933. Ciò mette in luce che le idee di Hitler non nascono dal nulla, ma da idee già evidenti nel Romanticismo. Ci sono antecedenti sulla concezione di razza e della sua conservazione (moltissimo in Germania). Poster di propaganda della rivista “Nuovo Popolo” a favore dell’igiene razziale: 60000 marchi è ciò che questa persona (disabile) costa alla nazione. Studi su “come si diventa nazisti” - W.S. Allen: studio su un piccolo paese della Germania che cominciano a credere nella propaganda e nella minaccia degli ebrei, ragionando negli stessi termini della propaganda razziale; - V. Klemperer: nel suo diario analizza il modo in cui la lingua tedesca venne modificata dalla propaganda, cominciando le persone ad usare i termini della politica razziale. IL CONSENSO - Propaganda; - Welfare state—> si ha un effettivo superamento della crisi e un recupero sulla disoccupazione; in più si ha una forte politica assistenziale; - Manifestazioni di massa; - Organizzazione del tempo libero; —> grande modernità: le persone devono credere nel nazismo (riti, fede, elementi irrazionali, canti, marce). D’altra parte però: Repressione CLIMA DI TERRORE: se protesti vieni internato. Subito dopo l’ascesa al potere vengono eliminati immediatamente altri partiti, opposizione, sindacati. di 26 60 Vengono immediatamente creati campi di concentramento per rinchiudere, inizialmente, oppositori politici, malati, omosessuali, ma poi anche ebrei e rom. Questi sono solo campi di concentramento, non di sterminio, ma solo di prigionia, per avere tutti i nemici in un solo luogo (anche per il numero, era molto difficile tenerli tutti in carcere). Uno dei primi campi fu quello di Dachau, costruito molto vicino alla grande città di Monaco di Baviera: non era nascosto, tutti lo potevano vedere e tutti sapevano cosa succedeva all’interno. - Terrore interno, anche solo chi parlava dell’esistenza nel campo veniva internato. - Polizia politica che agisce fuori dagli ordinamenti. Si sfrutta la comunicazione di massa: radio e allo stesso modo le adunanze con coreografie di massa. Le opposizioni venivano eliminate: non si può parlare né provare a organizzare qualcosa di diverso (moltissimi erano informatori, magari anche il proprio vicino di casa). Le alternative erano assenti: non restano altre organizzazioni, tutto ciò che non è nazismo è eliminato (in Italia c’è ancora la Chiesa). Joachim Fest scrisse “se, alla fine del 1938, Hitler fosse caduto vittima di un attentato, ben pochi esiterebbero oggi a definirlo uno dei massimi uomini di Stato tedeschi”. —> politiche di spesa pubblica come chiave per far ripartire la macchina di un paese. HANNAH ARENDT “Le origini del totalitarismo” Ella crede che ci sia un forte legame fra i processi di modernizzazione e le dittature sovietica e nazista. —>società contadine; —>poli industriali; —> cambiamento dello stile di vita; —> no relazioni sociali, ma società urbane dove si produce come macchine; —> no punti di riferimento; —> propaganda nazionale: massa esposta al dominio del leader carismatico. Come reazione si ebbe un grande caos e una conseguente trasformazione; lo stato entra in cose della vita delle persone, gestendo parti dell’economia, gestendo propaganda. Persone sole ed esposte alla nuova macchina statale sempre più invadente. No punti di riferimento che non siano quelli della propaganda statale. Tendenza a identificarsi con lo stato che, imponendo in una ideologia, fornisce i punti fermi che le persone credono necessari. Il regime franchista si ispira deliberatamente al fascismo, ma mancano degli elementi fondanti del fascismo italiano. Quindi l’uso del termine totalitarismo non è adeguato (mancano mobilitazione e imposizione, anche se comunque esiste propaganda). Tratti comuni dei regimi totalitari: - Dittatore-capo - Partito unico di massa - Ideologia assoluta - Polizia politica - Stato che controlla l’economia, in tutto o in parte (grande differenza fra comunismo: in tutto e nazismo/fascismo: in parte) —> il concetto dell’io, dell’individuo, non esiste più, se non inserito dentro al totalitarismo (ricordiamo la definizione di fascismo nell’enciclopedia). di 27 60 - Iniziale alleanza Trockij - Stalin contro l’ala destra di Bokarin. - Scontro: emerge Stalin. Dopo aver esiliato Trockij, Stalin costituisce un partito monocratico: vengono esclusi tutti gli altri, che poi andranno anche eliminati. Egli rimuove la NEP, e industrializza a tappe forzate il paese (era un paese totalmente arretrato e agricolo). Il nuovo modello economico prevede la centralizzazione dell’economia, vedendo cancellata la proprietà privata della terra. Pianificazioni: piani quinquennali che impongono ritmi frenetici per adempiere ciò che Stalin prefissa. L’URSS in seguito a questo raddoppia la sua produzione industriale fino a diventare la terza potenza mondiale per produzione. Si dedicava principalmente all’industria pesante: siderurgia, macchinari, elettricità, armamenti. —> trasformazione profonda del paese. Vengono costruite città ed enormi siti industriali. Le campagne vedono uno sconvolgimento sociale: questa politica prevedeva che i contadini (kulaki) entrassero a far parte di cooperative statali, dando tutto ciò che si possedeva forzatamente. Ciò ebbe un effetto disastroso: i kulaki vengono internati nei gulag, le nuove aziende agricole gestite dallo stato sono inefficienti e nei primi anni 30 si verifica una grande carestia con milioni di morti. Lo stato requisisce i prodotti per generare il valore aggiunto che userà per costruire i settori industriali —> prendere i prodotti dei contadini per venderli alle altre persone e trarre guadagno, al fine di costruire nuove industrie. Lo stato prende tutto il controllo della società: - stato di polizia che sopprime opposizione; - espulsioni interne al partito comunista—> “nemico del comunismo” e quindi del popolo “Fase del terrore” Le grandi purghe (pulire l’organismo del partito): esponenti del partito che vengono accusati di aver tradito gli ideali del partito. Egli fa fuori chiunque potrebbe essere una minaccia interna al partito, anche ufficiali dell’esercito, l’élite delle repubbliche che temeva minacciassero il suo potere. Trockij venne esiliato, costretto a trasferirsi in Messico come rifugiato in una abitazione fortificata. Nonostante questo, nel 1940, venne ucciso da un sicario. Dal Messico egli continuava a condannare l’operato di Stalin. Gulag Sono campi di lavoro forzato in cui la violenza è molto diffusa da parte delle guardie, che hanno un grande disprezzo dei detenuti. Varie persone vengono arrestate per opposizione politica, o anche solo banalmente perché considerate pericolose per la collettivizzazione forzata. Sono anche i kulaki ad essere deportati. Si calcola che siano 3 milioni i morti nei gulag. S i trovavano in zone molto isolate dove il clima era molto sfavorevole, e a ciò si aggiungeva la difficoltà dei lavori che venivano loro proposti. Il lavoro gratuito di milioni di persone favorì anche alla collettivizzazione. I detenuti resteranno nei gulag sia dopo la seconda guerra mondiale che dopo la morte di Stalin (1953). di 30 60 IL CONSENSO Propaganda Stalin si mostrava sempre in uniforme e nei cartelloni spesso era rappresentato in uniforme militare con un bambino, come il padre della patria. Modernizzazione A lui sicuramente si devono processi di modernizzazione come la costruzione della metropolitana a mosca (nei piani interrati degli edifici del centro). No creazione di sistema di beni comuni di massa =/= America. Perché si concentra sull’industria pesante —> sarà un problema dei sistemi comunisti (non si garantisce livelli di consumo comparabili a quelli delle altre potenze). Interpretazioni: Il comunismo non è Stalin —> i crimini sono sua responsabilità, è stata una sua degenerazione. Il regime stalinista viene ricondotto all’interno dei sistemi totalitari, per via del sistema del terrore. I numeri della repressione interna sono enormi, anche in confronto a quelli del nazismo —> 700000 condanne a morte eseguite, milioni di persone portate ed eliminate nei gulag (le peggiori atrocità di Hitler saranno commesse durante la seconda guerra mondiale, mentre Stalin si concentra molto sulla repressione interna, al partito e alla società). Ci risulta impossibile parlare del consenso per questo regime. Politica estera Inizialmente vuole proporre il partito come guida degli altri partiti comunisti (internazionale comunista che vuole coordinare gli altri partiti). Anni 20: i partiti socialdemocratici dei paesi occidentali sono considerati nemici della rivoluzione e della classe operaia —> si lascia libertà. Anni 30: di fronte alla aggressività della Germania e del Giappone, Stalin cambia linee e propone alleanze antifasciste: coalizioni comunisti socialisti. Anni 40: 1939, patto di non aggressione con la stessa Germania di Hitler che prevede la spartizione della Polonia. Nel 1941, però, la Germania invade l’URSS. —> ogni strategia di Stalin è sempre per gli interessi dell’unione sovietica, non dell’internazionale. di 31 60 COME L’EUROPA ARRIVA ALLA GUERRA - Guerra d’Etiopia - Guerra civile spagnola SPAGNA Guerra civile spagnola - 1931: il re lascia il paese e viene promulgata una costituzione repubblicana; - 1933: viene fondata la falange, un partito di estrema destra che si ispira al fascismo; - 1936: il Fronte popolare, composto da tutte le forze di sinistra vince le elezioni ma il paese è completamente diviso e i militari si sollevano contro il governo repubblicano = Golpe: guerra civile fra golpisti e forze della repubblica. Questa guerra si internazionalizza: Mussolini manda le forze armate, mentre la repubblica viene sostenuta da forze antifasciste da Europa e America latina. —> scontro fascismo - antifascismo Da quando si rompe la alleanza fra Stalin e Hitler si combatte per via ideologica, per affermare la propria visione o per contrastare quella di un altro. Da un certo punto in poi ci si allea per fermare Hitler e i suoi alleati. *Guernica, Pablo Picasso, 1937 Problema dei bombardamenti sui civili, sulle città (come nel caso della città di Guernica) —> peculiarità della seconda guerra mondiale. ITALIA È diffuso il mito della “vittoria mutilata”, che porta ad una politica estera aggressiva nelle regioni di tradizionale interesse strategico: area balcanico-danubiana (Corfù, 1923) e Africa del Nord (Libia, 1930). Durante le tensioni internazionali con la Germania nazista nel 1934 per l’Austria, Mussolini invia le truppe al Brennero. Nel 1935, alla conferenza delle nazioni vincitrici della Prima Guerra mondiale (Francia, Inghilterra, Italia), riafferma la volontà di respingere le violazioni dei trattati del 1919. Nel 1935: Mussolini attacca l’Etiopia e la conquista (1936) con una campagna militare spietata (bombardamenti di villaggi, uso di gas asfissianti sui civili) Arriva prontamente una reazione della Società delle Nazioni: sanzioni economiche all’Italia, che si avvicina alla Germania di Hitler. Alleanza con la Germania Fino ad allora la considerava troppo aggressiva. Hitler è l’unico che appoggia Mussolini ormai, e quindi: - 1936, asse Roma - Berlino: la Germania può espandersi ad est e l’Italia nel mediterraneo. - 1936: appoggio al colpo di stato di Francisco Franco in Spagna. Italia verso la guerra - 1937: Italia - Germania - Giappone firmano un patto anti sovietico; - 1937: Italia esce dalla società delle nazioni; - 1938: conferenza di monaco: Italia, Francia e Inghilterra permettono a Hitler di ammettere Boemia e Moravia; - 1939: l’Italia occupa l’Albania; - 1939: l’Italia firma il “Patto d’acciaio” con la Germania. di 32 60 La prima fase 1939-1941 Alleanza Germania-Russia strideva: Stalin lo fa solo per rinforzare nel frattempo il suo esercito. La Francia viene subito sconfitta per un cambio nella strategia di guerra, con attacchi molto veloci. Hitler attacca subito la Polonia per voler dare via alla guerra, con un piano preciso, quello di liquidare immediatamente Francia e Gran Bretagna. Non ce la farà con l’Inghilterra, che non si arrende pur le tantissime vittime dovute ai bombardamenti nazisti. L’Inghilterra quindi non si arrende. La seconda fase 1941-1943 Nel 1941 inizia la guerra ad Est con l’attacco della Germania alla Russia. Inoltre entrano nella guerra gli Stati Uniti perché attaccati a Pearl Harbour dal Giappone. Nel 1942 vediamo la massima espansione dell’Asse fino alle porte di Mosca che però non riesce a conquistare. 3/4 dell’Europa è sotto la Germania nazista. Moltissimi pensavano che la guerra fosse destinata ad essere vinta dalle forze fasciste. L’alleanza però comprendeva l’URSS e gli USA, con anche tutte le altre potenze, fra cui anche l’Inghilterra e le proprie colonie in un rapporto (3:1). È la battaglia di Stalingrado a cambiare le cose: si tratta della prima sconfitta nazista. L’esercito non riesce ad avanzare prima dell’inverno; a questo punto si crea una battaglia gigantesca con perdite enormi e altrettanti prigionieri, si calcolano 2 milioni di soldati morti. L’armata italiana in Russia comincia a retrocedere e anche l’esercito nazista. La terza fase 1943-1945 Gli alleati fanno piazza pulita. - 1943: sbarcano gli alleati in Sicilia in luglio - 1944: sbarcano gli alleati in Normandia - 1945: resa della Germania (maggio) e del Giappone (agosto); - Agosto 1945: bombe di Hiroshima e Nagasaki per obbligare il Giappone alla resa. di 35 60 L’ITALIA IN GUERRA Esce dalla Società delle Nazioni e viene sanzionata per aver attaccato l’Etiopia, cominciando la propria alleanza con l’asse. Tuttavia, allo scoppio delle guerra, l’Italia non entra in guerra in quanto non pronta (i nazisti pare avessero detto che ci sarebbe stato più tempo prima dello scoppio). Quando l’Italia nel 1940 entra in guerra, lo fa perché Mussolini credeva che la guerra fosse pressoché vinta e finita. Questa decisione segnò la disfatta e la fine del fascismo. Mussolini decise di muoversi in una guerra parallela: attacca la Francia, l’Egitto e la Grecia. Un corpo di spedizione viene mandato anche in unione sovietica. Questa strategia si rivela fallimentare. I capi fascisti andarono volontari credendo nella guerra di Mussolini, scoprendo però la grande impreparazione del nostro esercito. Questo porta a moltissime sconfitte tappate in vari modi dai nazisti. La svolta avviene nel 1943 con lo sbarco degli Alleati: ciò porta alla fine del fascismo, anche perché il fronte interno cominciava a cedere e indebolirsi (perché le città cominciavano ad essere stanche e ad essere oggetto di bombardamenti, oltre alla fine delle risorse di approvvigionamento con la mancanza di generi di base). Dopo la sfiducia del gran consiglio, Mussolini va dal re a parlare, ma questi lo fa arrestare. Il re nomina Badoglio, un generale, come nuovo capo del governo. I CIVILI Numero morti civili - 5% nella prima guerra mondiale; - 50% nella seconda guerra mondiale; - 80% fra 1945 e 1980; Fra questi civili la maggior parte erano donne e bambini, poiché gli uomini erano in guerra. Le donne furono vittime in diverse forme: col passaggio degli eserciti, sono vittime di stupri di massa in particolare nel Lazio durante l’inverno del 1943. Le donne furono vittime anche nei bombardamenti, ma anche protagoniste dei movimenti di Resistenza e dei gruppi armati (sia nei collaborazionisti che viceversa). —> mobilitazione totale di tutte le componenti e risorse di un paese. La Germania riuscì a sostenere fino all’ultimo buoni livelli di consumo poiché sfruttavano i paesi occupati in modo sistematico. C ivili deportati e messi a lavorare al posto dei tedeschi che erano al fronte, allo stesso modo di ebrei e zingari nei lager (chi considerato adatto al lavoro veniva messo a lavoro nelle fabbriche all’interno dei campi di concentramento). Coventry, in Inghilterra fu completamente distrutta da un bombardamento—> “coventrizzare”. Alla fine della guerra l’Europa vede moltissime delle proprie città distrutte “Nuovo ordine europeo” Costruzione di un sistema con al vertice la razza ariana con il resto dei popoli europei che avrebbero lavorato per la razza ariana. Agli ebrei toccò invece lo sterminio, come unica soluzione al problema ebraico, individuato come nemico dello stato e della popolazione. La guerra a est fu particolarmente violenta perché si credevano inferiori le popolazioni slave, destinate solo a lavorare per loro o deportata ad est verso i territori della siberia, via dai territori che dovevano essere liberati per i tedeschi stessi. di 36 60 Dalla persecuzione allo sterminio degli ebrei Unicità del genocidio: per dimensioni, per natura (riconfigurare dal pdv etnico la popolazione con l’eliminazione sistematica e completa di un gruppo) e per modalità (modo industriale). Sembra rimandare a stermini totalmente legati al passato, mentre le modalità sono moderne, legate alla produttività. Inizialmente i tedeschi avevano solo pensato di mandare via gli ebrei, senza sterminarli. Successivamente si cominciò a pensare di deportare gli ebrei verso territori molto lontani come la Siberia. Questa soluzione si lasciò da parte poiché era impossibile farlo durante la guerra. Si provò quindi ad imprigionarli in campi di lavoro, come quello di Varsavia. Dopo l’attacco ad Est cominciano uccisioni in moltissimi modi: allora si diede il compito ad una parte della polizia di uccidere tramite dei camion resi camere a gas in massa (alcuni tedeschi si rifiutavano di sparare sulla gente). Questo si rivelo nuovamente insufficiente per arrivare all’obiettivo, e per questo si reclusero in campi, che diventarono di sterminio. Si organizzano treni che portavano ebrei verso i campi di sterminio dove venivano immediatamente assassinati. Una parte degli ebrei veniva sfruttata per il lavoro. Sterminio nei campi di sterminio: 1941 Uccisioni di massa: ancor prima. Campi di concentramento =/= campi di sterminio I primi erano usati per far lavorare ebrei ma anche prigionieri politici o di guerra. I secondi invece venivano usati come luogo per concentrare tutte le persone da uccidere. Auschwitz si trovava in territorio polacco: si calcola siano stati uccisi un milione e mezzo di ebrei, diventato simbolo dello sterminio. Fu un genocidio senza precedenti, un crimine contro l’umanità. Non tutti i genocidi furono uguali, la Shoah e le sue caratteristiche fanno dei nazisti e dei loro complici qualcosa di unico nel contesto della seconda guerra mondiale, dove ci sono usi di violenza come mai visti prima. L’obiettivo dello sterminio diventa uno degli obiettivi della guerra. Perché non ci furono reazioni? Lo sterminio doveva essere svolto nella completa segretezza ma le sue dimensioni resero impossibile nasconderlo. 1 milione di individui (non solo tedeschi) collabora alla deportazione e allo sterminio —> l’antisemitismo era già molto diffuso, si erano notati episodi di pogrom e conseguenti emigrazioni verso la Palestina. Territori collaborano con la Germania per attuare questo progetto, ma in molti stati l’antisemitismo non era presente, e in questi territori lo sterminio non avvenne (Bulgaria, Scandinavia). COLLABORAZIONISMO E RESISTENZA Collaborazionisti: Francia, Norvegia, Olanda, Croazia, Slovacchia, Italia. Esempio: in Francia, guidato da Petain (rispondeva all’amministrazione tedesca). Molto attivo nella deportazione di ebrei francesi. Questo perché esistevano gruppi di estrema destra con ideologia antisemita. di 37 60 Il diritto internazionale però non poteva gestire ciò che veniva fatto all’interno del proprio stato e quindi non a livello internazionale. Vengono introdotte due nuove categorie: - Crimini contro la pace: pianificazione e conduzione di una guerra di aggressione; - Crimini contro l’umanità: “assassinio sterminio schiavizzazione e atti inumani commessi ai danni di ogni popolazione cecilie prima o durante una guerra, persecuzioni su base razziale o religiose, che siano o meno compiute in violazione di norme vigenti nel territorio in cui sono perpetrate”. —> strappo giuridico delle nuove norme che sono retroattive e contraddicono quindi un principio fondamentale del diritto. Fu pero necessario. 1946, La cortina di ferro L’Europa è divisa perché quella occidentale entra nella nato, dividendosi dall’Europa orientale (divisione della Germania). 1947: Dottrina Truman: atteggiamento interventista degli Stati Uniti sullo scenario internazionale. 1949: nascita della NATO che lega i paesi dell’Europa occidentale e la Turchia agli stati uniti a fini di difesa. 1955: i paesi del blocco comunista rispondono col patto di Varsavia. —> da qui in poi il mondo sarà sostanzialmente diviso in due blocchi, in due sfere di influenza in cui era difficile non schierarsi. Berlino divisa in due letteralmente da un muro costruito nel 1961 e caduto nel 1889. Questo avviene perché due milioni e mezzo di tedeschi orientali fuggivano da Est per andare ad ovest, dove sicuramente il clima era migliore. STATI UNITI La guerra in Corea con intervento statunitense venne attuata per delimitare la crescita del comunismo nel mondo —> strategia del “containment” che mira a contenere l’avanzata dell’Urss. Fattore deterrenza: equilibrio del terrore. Entrambi i blocchi hanno le armi nucleari e ciò porta a non far mai davvero scoppiate una guerra per il timore di una distruzione e catastrofe mondiale. Difficolta nel mantenere l’indipendenza intrecciato con la decolonizzazione e la guerra fredda: i paesi che non si schierano rischiano di rimanere isolate e potrebbero avere bisogno di aiuti che rischierebbero di non avere. Decentramento della guerra fredda. di 40 60 SOGGETTI E ORGANISMI SOVRANAZIONALI Ovviare al problema dei nazionalismi aggressivi (era avvenuto nel primo dopoguerra). L’unica novità nel secondo dopoguerra è la Germania divisa in due parte. Piuttosto di creano organizzazioni: - ONU, fondata nel 1946. Ha la stessa funzione della società delle nazioni, deve mantenere la pace e la sicurezza internazionale per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni alla pace stabilita. Anche il suo risultato non fu dei migliori, ma pian pino i suoi compiti di ampliano in vari ambiti; persistono pero i caschi blu, in grado di intervenite in caso di guerra. - Organizzazione dei paesi “non allineati”, 1955 conferenza di Bandung. Aderiscono paesi asiatici ed africani che desiderano indipendenza nella propria politica estera al di fuori dei due blocchi. - Comunità Europea Carbone e Acciaio; - Comunità Economica Europea; - Parlamento Europeo: funzione legislativa e di bilancio; - Commissione Europea; - Consiglio Europeo. L’UNIONE EUROPEA L’Europa era uscita devastata da ben due conflitti e anche divisa dai due conflitti. Si cominciava a pensare a qualcosa che potesse unificare i paesi europei (i primi furono degli antifascisti). Il problema più evidente fu quello del crearsi di nazionalismi aggressivi che volevano affermarsi in maniera imperialistica. Andavano gestite da due pdv: - economico; - delle istituzioni. Nel 1992 nasce l’Unione europea, che gestisce la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali all’interno del suo territorio attraverso un mercato europeo comune e la cittadinanza dell’Unione europea. Oggi vanta 27 membri (ultima uscita: Gran Bretagna con la Brexit). - 1998-1999—> unione monetaria, Banca centrale europea; - 2002—> viene introdotta la moneta unica, l’euro, attualmente adottata da 19 stati che formano l’“eurozona” e che hanno una politica monetaria regolata dalla banca centrale europea (BCE). Spazio Schengen: libera circolazione delle persone senza spazio di frontiera interna (che prima rendevano tutto molto difficile). L’immigrazione ha dato problematiche, come quello di gestire i flussi migratori. Sono stati quindi ritrattati i limiti e reintrodotti i controlli, ad esempio tra Serbia e Ungheria vi è un confine di 175 km completamente recintato. Migrazioni interne all’Europa stessa. Prima dello spazio Schengen individuiamo due principali fasi: - dopo il 1945 in Europa perdura fino agli anni 70 una emigrazione dai paesi del sud Europa verso i paesi dell’Europa Centrale per cause economiche dove cera comunque bisogno di manodopera (da Italia, Spagna e Portogallo a Germania, svizzera, Francia, Belgio). - dopo la fine della guerra fredda, negli anni 90, si inizia a migrare dall’Europa orientale verso ovest. l’Italia e la Spagna vedono flussi di immigrazione e non più di emigrazione di 41 60 Che cosa è l’Europa? È un ibrido, non è ne una federazione (stato con costituzione e governo centrale: usa) ne confederazione (lega di stati che mantengono i loro poteri: Svizzera). LA DECOLONIZZAZIONE Cosa è la decolonizzazione? Il raggiungimento dell’indipendenza da parte di paesi che erano colonie delle grandi potenze europee (prevalentemente Francia e Inghilterra, ma anche Olanda, Portogallo e Italia). In questo senso, il principio di nazionalità trionfa finalmente in tutto il mondo. Si intreccia con la guerra fredda, soprattutto in Asia orientale, dove questo processo si complica e diventa anche violento. In Cina, Mao instaura un nuovo regime comunista che si aggiunge a quello sovietico e al suo blocco contrapposto, gli Stati Uniti. Alcuni processi vedono l’inserirsi delle grandi potenze, per primo quello della Corea e poi quello del Vietnam, con la guerra e l’intervento americano. L’impatto della guerra fredda non si limita a questo, perché dopo l’indipendenza la maggiorate di questi paesi si trova in una fase di difficoltà economica, e ciò porta a entrare a far parte di uno dei due blocchi contrapposti, così da avere dei vantaggi (aiuti economici, aiuti militari, aiuti in termini di armamenti). Vediamo le MODALITÀ con cui questi processi avvennero (anche perché resta il fatto che ogni caso fu diverso): - guerra di liberazione (violenza) —> caso del Vietnam; - transizione pacifica —> caso dell’India (arriva pacificamente all’indipendenza, ma successiva guerra civile interna). Dopo l’indipendenza, si osservano nuovamente varie modalità: - conflitti o guerre civili —> caso dell’India fra la componente indù e la componente musulmana; - transizioni “dolci”—> stati del nord africa come Marocco o Tunisia. GEOGRAFIA della decolonizzazione Asia orientale: - nel sud-est asiatico vediamo l’impatto dell’impero giapponese con una occupazione violenta e razzista; di 42 60 GLI STRASCICHI DELLA GUERRA - Guerre civili: Grecia, Iugoslavia; - Epurazioni, vendette e punizioni contro singoli individui ritenuti compromessi con i regimi collaborazionisti sconfitti; - Violenza: «pulizia etnica», violenze sulle donne; - Profughi: oltre 10 milioni di profughi tedeschi fuggono dai territori dell’Europa orientale che erano stati occupati dalla Germania durante la guerra; - Ritorno di milioni di prigionieri di guerra nei rispettivi Paesi - •Gli ebrei sopravvissuti e liberati dai campi di sterminio sono vittime di violenze al rientro in patria in diversi Paesi dell’Europa orientale (Ungheria, Polonia). Si crea un clima di violenze indiscriminate, arrivando a parlare di una guerra civile denotata come “Partition”, fino ad arrivare all’omicidio di Gandhi da parte di un estremista indù convinto che egli avesse dato troppe concessioni ai musulmani. A Gandhi segue Nehru che porta il paese verso la modernizzazione, eliminando formalmente il sistema delle caste (che persisté informalmente). Questo vede, come già avevamo notato ad esempio in Turchia, un leader che vorrebbe modernizzare, ma la popolazione che stenta a lasciare le tradizioni. L’india diventa lentamente la leader del blocco dei paesi non allineati con nessuno dei due blocchi, nel 1955. —> vedendo l’India oggi, possiamo dire che questo processo fu un successo, perché l’India ora sta emergendo in maniera ottima in molti ambiti. La conferenza di Bandung (1955) 29 nazioni, soprattutto asiatiche e africane ma anche europee, come la Jugoslavia di Tito (che si differenzierà moltissimo in vari campi dalle altre potenze europee dell’Est). Parteciperà anche la Cina di Mao. Queste potenze si dichiarano “non allineati”: il leader indonesiano disse “siamo uniti da una comune avversione al colonialismo, in qualunque forma accada”. Durante questa conferenza si fece uso dell’espressione coniata da un economista francese: “Terzo mondo” (prima era terzo stato). Questa espressione assunse un doppio significato: - economico: guardando il PIL di un paese ed anche il PIL pro capite—> ciò mise in luce moltissime differenze interne e una lontananza molto grande dal sistema capitalistico di consumi di massa. - sociale e amministrativo: indicava i paesi non allineati con i due blocchi della guerra fredda. Erano evidenti moltissime differenze anche fra i paesi che ne parteciparono. Cominciava ad emergere il problema della guerriglia comunista che crea grande instabilità. Tutte queste casistiche si ispirano alla Cina di Mao. IL VIETNAM La Francia non voleva rinunciare alle colonie e le voleva collegare in una Federazione (Indocina, Cambogia, Laos e Annam). In questi territori erano anche presenti minoranze di popolazione francese (allo stesso modo in Algeria). In Vietnam si crea una situazione simile a quello della Corea: si ha una lotta per l’indipendenza condotta da Ho chi-min, con la sconfitta della Francia nel 1954. A questo punto si creano due zone: - Vietnam del Nord: gestito dai comunisti vincitori - Vietnam del Sud gestito dai francesi. Nel Vietnam del Sud, dove i Francesi miravano ancora a riprendere tutto il potere, però si creano dei movimenti di guerriglia filo comunisti aiutati dal Vietnam del Nord. Si arriva all’intervento militare degli Stati Uniti nel 1961: fu una guerra molto violenta dove la maggior parte dei morti fu civile (come in tutti i conflitti dopo la seconda guerra mondiale). Gli stati uniti sono costretti al ritiro nel 1975 quando la popolazione statunitense comincia a perdere fiducia nelle ragioni della guerra (atteggiamento molto violento sui civili trasmessi in tv). Morti vietnamiti: 2 milioni Morti statunitensi: 50 mila soldati di 45 60 IL MEDIO ORIENTE Maggior problema: quello religioso. La religione musulmana fu sì un elemento coesivo contro le potenze imperialiste, ma fu anche motivo di divisione all’interno del grande gruppo musulmano (sunniti e sciiti). Altro fattore importante fu la creazione dello stato ebraico, Israele, con il rifiuto da parte della lega araba di un territorio ebraico in quella zona. Il problema deriva dalla prima guerra mondiale, quando si volle creare un territorio in Palestina per gli ebrei. In medio oriente gli stati erano molti: Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi, Iran, Iraq, Israele, Kuwait, Libano, Oman, Siria, Qatar, I protagonisti della lotta per l’indipendenza sono i militari e gli studenti La lega araba: problema fondamentale è quello di evitare uno stato ebraico nella Palestina, già sfociato in rivolta negli anni 30. Dopo la fine della guerra mondiale gli ebrei necessitano di uno stato che va a formarsi: quello di Israele, voluto dagli occidentali. Facciamo delle distinzioni: Mondo arabo =/= Paesi arabi - Mondo arabo —> 22 paesi che fanno parte della lega araba; - Paesi arabi—> questione culturale; si tratta dei paesi in cui la lingua parlata dalla maggioranza è l’arabo. Paesi arabi =/= Paesi islamici - in molti Pesi arabi ci sono anche consistenti minoranze, come ad esempio quella cristiana in Libano; - in alcuni paesi islamici, l’etnia non è quella arava (Iran, Pakistan, Bangladesh, Indonesia e Turchia). È anche scorretto pensare che i musulmani siano divisi in zone, infatti il 25% vive nel sud- est asiatico. I confitti interni al mondo islamico In Siria il conflitto risale alla religione del leader, Assad, che è di credo Alawita, più vicino agli Sciiti, che costituiscono una minoranza. La lega araba non portò alla creazione di un grande stato arabo, ma la maggior parte della penisola araba a maggioranza sunnita, è alleata con gli Stati Uniti. ISRAELE E LA PALESTINA La nascita dello stato di Israele, nel 1948, viene vista come una imposizione occidentale e vede un grandissimo esodo di ebrei sefarditi del nord africa. Questo crea un conflitto tra: Sunniti Sciiti Credo Seguaci della “Sunna”, la consuetudine Discendenti di Maometto Numero 80% 15% Localizzazione Stati periferici: lontani dalla penisola araba e il resto del mondo islamico. Iran e Iraq, minoranza consistente in Siria di 46 60 - Ebrei e Palestinesi - Israele e Stati arabi Il principio nell’ONU vede la nascita di due stati divisi, ma sul piano pratico vi erano moltissime divisioni che si ponevano all’interno del territorio Israeliano. Il problema stava nel fatto che le popolazioni erano mescolate ed era troppo difficile dividere equamente. Agli ebrei era stato affidato il 55% del territorio, ma gli ebrei erano 1/3 degli arabi. Da qui nasce un conflitto da cui gli Israeliani escono vincitori. Fino ad oggi, la questione rimane sostanzialmente sospesa, con la progressiva perdita da parte dei palestinesi di territori a causa di una serie lunghissima di conflitti interni. Nel 2012 lo stato di Palestina viene dichiarato osservatore, non venendo di fatto riconosciuto da moltissimi altri stati, fra cui anche l’Italia. Dentro allo stato di Israele si trova una minoranza di religione islamica, palestinesi islamici. Molti invece hanno provato ad andarsene, rimanendo però nei campi profughi dei paesi limitrofi. Anche questo problema è irrisolto perché queste persone pensavano di tornare nello stato di Palestina che però, come sappiamo, non esiste. Questo conflitto è reso irrisolvibile perché si è visto sempre più l’insediamento ebraico in quasi tutto il territorio, rendendo davvero molto difficile la formazione di uno stato di Palestina. Nel conflitto del canale di Suez vedremo nuovamente l’intreccio fra guerra fredda e decolonizzazione. L’alleato principale di Israele diventano gli Stati Uniti e quello degli stati arabi diventa l’URSS. Le ex potenze coloniali che appoggiano la potenza israeliana, ma ciò si trasforma in un disastro perché Israele occupa il Sinai in Egitto e potenze coloniali e stati uniti si schierano con Israele, mentre l’URSS con l’Egitto. L’AFRICA IL NORD AFRICA Si tenta di riformare la società con l’allontanamento dal fattore religioso, che però è anche un grande fattore di identità in questa area. Negli anni 50 vediamo un tentativo di modernizzazione. Dagli anni 70 torna con prepotenza il fattore religioso a contrasto con le élite che vanno verso una modernizzazione laica. di 47 60 Questo avviene in Europa, dove però c’erano Stati già avanti anche senza questa età. Dopo la seconda guerra mondiale si vede un enorme cambiamento: la modernizzazione ha l’avvento. In precedenza non esisteva nemmeno lontanamente un mondo simile al nostro. Pochissime persone avevano la macchina (perlomeno in Europa, l’America è avanti 30 anni), i supermercati erano pochi. Nei primi anni 50 nasce la prima Esselunga, in paesi dove prima non si sapeva nemmeno cosa fossero: prima si comprava nei mercati o nei piccoli negozi alimentari. Questo perché c’era bisogno di un grande spazio, escludendo la città potevano essere costruiti in periferia, ma la gente non aveva la macchina, quindi come poteva arrivarci? Inoltre mancava il concetto di “packaging”, prima si andava a comprare con la propria bottiglia, i propri contenitori, ecc. Le banane, ad esempio, erano considerati beni di lusso perché frutto esotico, mentre oggi è forse uno dei frutti più diffusi e comprati. Questo metodo allontana sempre di più questi paesi da quelli che non riescono ad emergere e a svilupparsi (il Terzo Mondo). Sono questi gli anni dello sbarco del primo americano sulla Luna, nel 1969. Sempre in questi anni vediamo un grande sviluppo delle telecomunicazioni (nuovi mezzi telematici e digitali). Caratteristiche generiche del periodo: - Crescita economica; - Aumento dei tassi di produzione - Avvento della società di massa; - Modelli americani. GLI STATI UNITI Il primo paese che arriva ai consumi di massa sono gli Stati Uniti. Si tratta del paese più sviluppato del mondo, la disoccupazione è ai minimi e la scolarizzazione altissima. Tuttavia anche qui esistevano problemi, la maggior parte ancora oggi irrisolti, come ad esempio la percezione della popolazione nera (vediamo in questi giorni il processo al poliziotto che ha ucciso George Floyd). Lì la segregazione era estrema (abbiamo già visto il caso del Sud-Africa): non si potevano frequentare le stesse scuole, non si poteva sedersi sugli autobus, ecc. Altro aspetto è la guerra fredda: la strategia si fa aggressiva. Si passa dal “contenimento” al “ricacciare indietro i sovietici” e ciò si può notare nell’impegno americano nel Vietnam. Tuttavia nascono ribellioni della nuova generazione che rifiuta l’idea del consumo e della guerra come affermazione della patria e dello stato, e così anche quella segregazione razziale. L’ITALIA
 Cambiamenti rapidi e profondi. 1958-1963 —> boom economico italiano. Nel 1946 si realizza un referendum istituzionale, in cui gli italiani votano per la Repubblica. Il periodo fra 1946 a 1992 viene denominato “prima repubblica”, perché in seguito crollerà il ruolo dei partiti politici. di 50 60 Nel 1992 infatti ci fu una inchiesta sulle tangenti: coinvolse membri del partito socialista, ma travolse rapidamente la maggior parte dei partiti italiani, che inseguito cambiarono nome o scomparvero. Nel 1889 finisce la Guerra Fredda; durante quel periodo il governo aveva sempre lasciato fuori il Partito Comunista Italiano, perché aveva un grande successo di massa. Il leader del partito, Craxi, venne anch’egli condannato. All’interno delle regioni dichiaratamente rosse, si scoprì che il partito veniva finanziato non solo dai membri (quota per essere tesserati), ma anche dall’Unione Sovietica. Era assurdo, nel 1992, vedere di fronte ai giudici i leader dei grandi partiti. L’accusa era quella di aver intascato tangenti per praticamente qualsiasi cosa: emerse che i partiti di massa erano corrotti, a volte proprio dalla massa (il clientelismo). Da questo possiamo evincere ciò che iniziò dal periodo fascista: le masse sono entrate all’interno della politica. D’altro canto i partiti di massa hanno anche giocato un ruolo positivo: quello di democratizzare il paese grazie ai comizi di massa. La situazione economica dopo la seconda guerra mondiale era devastante: i tassi di emigrazione altissima e la disoccupazione galoppante (2 milioni di persone su 45 milioni). In questi anni la differenza fra il Nord Italia e il Sud Italia è molto grande. Nel Nord-Est vediamo una grandissima industrializzazione, mentre il Sud, che era in crescita verso gli anni 50, torna in una situazione negativa. Le persone che avevano a che fare con il fascismo subivano violenza: si stima furono 10 mila i fascisti uccisi. Tramite processi si condannò chi aveva avuto a che fare con il fascismo, ma un’amnistia libera tutte le 12 mila persone condannate. Non si può dire se ciò fu un errore, perché alcuni considerano che fosse troppo presto per liberare persone che si erano macchiate di enormi violenze e omicidi. Nel passaggio tra Monarchia e Repubblica vediamo anche la nascita della Costituzione (Assemblea Costituente), con la nascita di nuovi diritti, quelli sociali. Finalmente anche in Italia le donne avevano potuto votare, tuttavia le donne ebbero molta strada da fare per ottenere la vera parità (non ottenuta nemmeno oggi). Nel 1948 le elezioni permisero l’Ingresso in Parlamento a 49 donne (il 5% degli eletti). È sempre nel 1948 che entra in vigore la nuova Costituzione. di 51 60 I nuovi diritti reintrodotti dopo il fascismo: - Reintrodotti i partiti; - Libertà di parola, di espressione e associazione; - Possibilità di essere eletti e di eleggere; - Uguaglianza di fronte alla legge. I diritti innovativi: - Pari opportunità a prescindere da condizioni di nascita, censo, cultura…; - Diritto all’istruzione; - Diritto al lavoro; - Diritto alla salute (si pensi al sistema sanitario brasiliano, che sta collassando di fronte alla pandemia). Il partito che vince le elezioni è la DC, la Democrazia Cristiana guidata da Alcide de Gasperi, con il 48% dei voti. Il partito viene visto come un allontanamento dal fascismo e trionfa grazie alla sua vena moderata (rispetto al partito Comunista e quello Socialista). La sconfitta del partito comunista e di quello socialista si ebbe per il timore del cambio di blocca nella Guerra Fredda, col timore di perdere gli aiuti dall’America. In merito alla Guerra Fredda, a causa della mai avvenuta presa del potere del Comunismo, l’appartenenza dell’Italia fu sempre al blocco Americano. Dopo la caduta dell’URSS si perde anche in Italia il timore della minaccia comunista. Grazie all’industrializzazione del paese e del sistema di consumi di massa, si vede un progressivo boom economico. Si parlerà di “Miracolo economico” perché fra gli anno 50 e gli anni 60 l’Italia cambiò profondamente modo di vivere, con l’accesso ai beni di consumo e il progressivo abbandono del settore primario. Fino alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia era davvero un paese povero, con il 25% della popolazione che vive in miseria. Il paese fino a quel momento è ancora prevalentemente agricolo. Nel Sud Italia la situazione era veramente critica, la povertà era dilagante. In risposta si fece la riforma agraria che, insieme alla Cassa per il Mezzogiorno, è un tentativo di trasformazione della condizione meridionale. Tuttavia, questa situazione è ancora oggi in forte squilibrio. Dopo la seconda guerra mondiale solo il 3,4% della popolazione si iscriveva all’università e solo l’1% la finiva. Oggi sono il 50% le giovani iscritte e il 33% i giovani. In quegli anni non era tanto il merito, quanto più l’appartenenza ad una buona famiglia a permettere gli studi. Dal punto di vista dell’industria le più fruttuose sono quella automobilistica, prima infatti nessuno quasi aveva una macchina. Gli italiani cominciano ad avere un mezzo per muoversi, per andare al lavoro, per andare anche in vacanza. I simboli dell’industrializzazione sono il frigorifero e la televisione (ben notati e mostrati anche nei film). Il processo di industrializzazione vede una grande emigrazione interna: dalle regioni meridionali a Roma e da tutte le regioni verso il triangolo economico e industriale, Milano Genova Torino. A Roma, la capitale, raggiunge enormi livelli di popolazione, con la mancanza di abitazioni per questi. Gli alloggi spesso erano baracche nei sobborghi delle città, in attesa di guadagnare per affittare una vera stanza. Questi insediamenti precari di immigrati si chiamavano “coree” con riferimento alla grande popolazione di quello stato. Ma perché la questione meridionale non si è risolta? Le classi dirigenti meridionali non hanno gestito la trasformazione e non sono state in grado di emergere. All’inizio degli anni 60 ci fu effettivamente un periodo di grandi riforme, con l’indebolimento del centrismo ed il passaggio alle coalizioni di centro-sinistra. In questo periodo in partito socialista (scisso da quello comunista, suscitando il timore dei partiti di destra di una Italia troppo “a sinistra”) entra nei governi a guida DC con i suoi ministri. Le riforme: di 52 60 strascichi, specialmente nel rapporto che avrà con gli immigrati in Francia dalla ex colonia. INGHILTERRA Fine dell’impero coloniale, che fa perdere importanza nella sua egemonia. Dopo la stagione del partito laburista, cambia la faccia del paese verso il Welfare State migliore mai creato. Questo sistema ha un problema: è una forma di spesa dello stato basato su tasse alte che si basa anche sulla crescita dell’economia. Quando l’economia, negli anni 70, comincia a decrescere, il sistema va in crisi (o debito pubblico e inflazione o aumentare le tasse). I CAMBIAMENTI NEGLI ANNI 70 Dagli anni 70 ad oggi ci furono 3 grandi cesure: - ECONOMIA - Anni 70: crisi economica e fine del boom - Anni 80: nuovo sistema economico - POLITICA - Dissoluzione dell’URSS (1989-1991) - RELAZIONI INTERNAZIONALI - Attentato alle Torri Gemelle e inizio del terrorismo globale (2001) ECONOMIA - Crisi petrolifera del 1973; - Cambio processi di produzione industriale; - Fine del fordismo e nascita del Toyotismo (gruppi di lavoro nella catena di montaggio); - Diminuzione dei posti di lavoro; - Abbasso livello salariale; - Trasporti e telecomunicazioni; - Progressiva crisi dei sistemi di Welfare; - Inizio dell’ecologismo. 1. Il primo passaggio fu l’aumento portentoso del prezzo del petrolio: il problema si basò sul fatto che in precedenza davvero non costava nulla (23 € al barile), vedendo decuplicarsi il prezzo. Con questa crisi fu proibita la circolazione in macchine private, perché in Italia di petrolio non ce ne era per nulla. Allo stesso modo vennero chiusi bar e uffici per risparmiare energia. Le giovani generazioni rifiutano questo modello di vita (nasci, produci, muori) e si sviluppa una nuova sensibilità verso l’ambientalismo. 2. Progressivamente la disoccupazione aumenta: questo perché le macchine si modernizzano e il nuovo metodo, il Toyotismo, vede gruppi di lavoro, ma anche iniziale impatto dell’uso delle tecnologie e della robotica. Inoltre i lavoratori vengono sempre più delocalizzati. Un domani a che punto arriveremmo? Dove arriveranno le sostituzioni della forza lavoro? 3. L’economia globalizzata ha grande rilevanza grazie a tre nuove tecnologie vantaggiose per le imprese: - Cellulari; - Rete internet; - GPS; di 55 60 4. La “Globalizzazione”: (dagli anni 80) progressiva liberalizzazione degli scambi commerciali e dei movimenti internazionali di capitali. Fortissimi incremento di spostamento di capitali (economia), beni (commercio) e uomini (migrazioni). D’altro canto le imprese cominciano a spostarsi verso nuovi territori dove la manodopera costa meno e il mercato è nuovo e grande (es.: Volkswagen in Brasile). Nei paesi avanzati la globalizzazione ha significato delocalizzazione delle fabbriche e smaterializzazione delle fabbriche. Abbiamo i servizi ma non abbiamo le conseguenze, le ricadute che invece hanno i paesi non avanzati. Per i paesi non avanzati, significa cambiamenti nella vita delle persone. Ciò significa che progressivamente il settore secondario (e anche quello primario) scompaiono nei paesi moderni e del Primo Mondo, andando però comunque a crescere il PIL. Vedendo scomparire i due settori, nei suddetti paesi sarà il terziario, il settore dei servizi ad avere la percentuale più alta. Vediamo la situazione della divisione dei settori in Italia: Ma nell’economia dei servizi si generano tanti lavori (per ora): l’enorme problema è che questi lavori nel settore dei servizi (ad esempio l’enorme settore della logistica ma anche il turismo) sono meno pagati in generale rispetto ai lavori nel settore dell’industria: negli Stati Uniti, un operaio guadagna 23 dollari l’ora, chi fa consegne per Amazon ne guadagna 15. IL REGIME SOVIETICO E LA DISSOLUZIONE DELL’URSS Con la fine, la caduta del comunismo dopo il crollo del muro di Berlino e della Guerra Fredda, si dissolvono sia l’enorme territorio che il Patto di Varsavia, con la separazione dei regimi che facevano parte del blocco sovietico. Alcuni di questi paesi entreranno anche a far parte della NATO. di 56 60 1965 terziario 37% secondario 37% primario 26% 2011 terziario 68% secondario 28% primario 4% Ma facciamo qualche passo indietro. 1945-1989 La Russia esce vincitrice dalla Guerra, ma avendo avuto enormi perdite: più di 1/3 delle vittime era russa. Il regime resta Stalinista, ma alla morte di Stalin il partito comunista decide di prendere distanze da ciò che aveva esercitato Stalin, escludendo il comunismo dalle violenze e crimini. Ci sarà proprio una conferenza di denuncia nel 1956, per dividere ciò che il comunismo è davvero. Cosa è il comunismo? - partito unico è quello comunista, no dialettica tra partiti, questo aspetto rimane; - abolizione dell’economia e della proprietà privata con lo Stato che gestisce l’economia in modo totale, ciò deriva ancora da Stalin; - la società si basava sul principio Marxista della giustizia sociale e dell’uguaglianza, anche se questo non si dimostrò attuato; - ricostruzione delle città con sistemi di alloggio, anche condivisi (nessuno doveva avere più di un altro, ogni persona ha diritto a 9 mq); Nel dopoguerra vengono instaurati regimi comunisti (tranne nella Jugoslavia di Tito, che si era liberata da sola durante la guerra, e che si schiera fra i paesi neutrali durante la Guerra Fredda: ricordiamo la conferenza di Bandung.) Per il resto i paesi dell’Europa orientale (liberati durante la guerra dall’URSS) diventano subordinati all’Unione Sovietica: sarà l’URSS a decidere la produzione dei suddetti paesi (auto, primario, ecc) e con il potere di esportare solamente all’interno del mondo comunista. Si può parlare di un sistema paracoloniale —> economia rigidamente controllata. Questo provocò il fatto che, alla caduta dell’URSS, i paesi saranno poco differenziati, ma specializzati in un solo settore, senza l’indotto, cioè un circolo di produzioni legate l’una all’altra ma anche utili per altri cambi. La società era così formata, nonostante la dichiarata uguaglianza: - masse di contadini e operai (garantiti servizi essenziali); - burocrazia pubblica, tecnici e impiegati (migliori condizioni abitative, istruzione); - dirigenti del partito comunista (partito che riproduceva i suoi vertici, probabilmente figli dei membri del partito, possono viaggiare). Quando qualcuno provò a ribellarsi, sull’onda del Sessantotto, vennero repressi dal regime con i carro armati (Ungheria, 1956 e Cecoslovacchia, 1968). Non essendoci un pluralismo della società si può comunque parlare di dittatura (anche in Cina), anche perché lo stesso Marx parla della “dittatura del proletariato” (tuttavia non di sistema totalitario perché manca la parte repressiva). Nikita Kruscev sale al potere dopo la morte di Stalin (nel 1953 e fino al 1964), e cerca in ogni modo di togliere l’immagine del dittatore, eliminando gradualmente anche i Gulag e liberando le persone ancora incarcerate. Perché crollò il comunismo? - le condizioni di vita erano sempre più difficili, i salari erano bassi e il costo della vita in aumento, con anche una scarsità di beni; - le condizioni di lavoro non funzionavano e non venivano apprezzate, non vi erano incentivi a fare meglio (vetri rotti non riparati, nessuno faceva nulla per migliorare una condizione bassa di vita); di 57 60
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