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il Deutscher Werkbund e Peter Behrens, Appunti di Storia Dell'architettura

appunti per la materia Storia dell'architettura 2

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 25/12/2019

pietro-di-campo
pietro-di-campo 🇮🇹

4.5

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86 documenti

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Scarica il Deutscher Werkbund e Peter Behrens e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura solo su Docsity! 06/12 Werkbund - Behrens Dall’inizio dei primi anni del 900 fino agli anni 20 interessano alcune figure chiave; la prima che verrà analizzata è quella di Peter Behrens (1868-1940). Negli stessi anni dell’ attività legata al Werkbund fino a quella di Gropius e del Bahaus, abbiamo visto come si intersecano anche le avanguardie artistiche nelle stesse vicende. Per iniziare studiamo l’opera di Muthesius, diplomatico tedesco, che si reca in Inghilterra per studiare l’avanguardia dell’architettura domestica. Una volta rientrato in Germania, oltre a riprodurre queste opere cerca di diffondere fortemente gli argomenti e l’Art and Crafts in Germania. Muthesius sarà una figura ponte perchè approccia in maniera differente il pensiero relativo all’arredamento favoreggiando la produzione industriale a differenza di William Morris. Perciò da una parte considera un deciso avanzamento della cultura progettuale architettonica sulla funzionalità e la praticità di Morris, dall’altra però ritiene indispensabile la produzione con un processo industriale. Muthesius fa questo perché è intriso nell’ambiente tedesco, il quale è fortemente industrializzato. La pubblicazione dell’opera “Das englische Haus” di Herman Muthesius nel 1904-1905 costituisce il punto di partenza di un dibattito che porterà, nel 1907 alla fondazione del Deutscher Werkbund. Centro focale del libro è la casa intesa non tanto in senso costruttivo o tipologico quanto piuttosto come luogo di concentrazione di oggetti: dagli elementi di cui la casa stessa è composta (tetti, porte, finestre, soffitti, pavimenti ecc) agli oggetti d’uso che in essa sono contenuti (tappezzerie, lampade, mobili ecc). A tali oggetti la cultura delle Arts and Crafts inglesi aveva dedicato una particolare attenzione progettuale, sottoponendoli a un’operazione di semplificazione e di razionalizzazione, e a un aggiornamento del gusto in senso moderno. Agli occhi tedeschi, il “sistema degli oggetti” anglosassone s’impone come modello a cui adeguare la propria produzione industriale, rilevante da un punto di vista quantitativo ma ancora scadente dal punto di vista estetico. La convergenza in un’unica associazione di industriali, politici, funzionari, artisti e architetti (tra cui oltre a Herman Muthesius, Peter Behrens, Theodor Fisher, Jisef Hoffmann, Hans Poelzig, Menry Van De Velde, Walter Gropius, Bruno Taut, Heinrich Tessenow, Ludwig Mies Van Der Rohe) evidenzia lo sforzo di porre a contatto e far dialogare fra loro la sfera della produzione e la sfera ideativa-progettuale, rendendo partecipi entrambe dei problemi che sorgono nel passaggio da un lavoro di tipo artigianale a uno di tipo industriale. In realtà gli obiettivi del Werkbund sono di portata molto più ampia, avendo l’ambizione di rifondare la cultura dell’abitare sulla base di uno “stile tedesco”. In questo contesto operano in stretto contatto il mondo dell’architettura, il mondo dell’imprenditoria e infine il mondo politico. Nella parte dell’imprenditoria tedesca vediamo la figura Karl Schimidt che fonda un laboratorio artigianale. Queste figure sono assai interessate a spingere sul fronte industriale perché la serialità riduce i costi e la possibilità di esportazione delle merci fuori dalla Germania. Anche la politica è interessata per la medesima ragione legata all’esportazione; In questo modo la nazione si può mostrare come un’ industria moderna. La questione degli architetti per arrivare al terzo podio, racchiude un obiettivo più ampio. Infatti in questo connubio di interessi viene inaugurata una mostra nel 1906 a Dresden dei prodotti artigianali che iniziano a guardare lo spirito artigianale inglese. La mostra è importante perché anticipa di un anno l’associazione del Deutscher Werkbund (1907, I Laboratori Tedeschi); Istituzionalizza in qualche modo e raccoglie in una complessa organizzazione tutte queste figure. Tra gli architetti sono presenti: Josef Hoffmann, Peter Behrens, Joseph Maria Olbrich e Theodot Fischer, che sarà il primo presidente. Nella nuova generazione parteciperanno anche Mies Van de Rohe e Walter Gropius. Segno del tentativo di far convivere il processo artistico con quello industriale. L’apice del Deutscher Werbund sarà una mostra che si tiene a Colonia nel 1914; Le opere esposte saranno molto interessanti ma eterogenee, vetrine della capacità singole. Nel periodo precedente alla prima guerra mondiale è ancora tutta incentrata in una diatriba che riguarda le arti figurative e le arti applicate. I due campioni di questo dibattito sono Henri Van de Velde e Hermann Muthesius. C’è una contrapposizione tra le due figure: Muthesius ritiene che la realizzazione dei prodotti d’uso debba seguire una forte standardizzazione, processi industriali (Typisierung). Mentre Henri Van de Velde sostiene che la produzione in serie reprima l’individualità artistica. L’esito di questo scontro rimane incerto, assai di più di quanto non risultino chiare le differenze tra le architetture realizzate alla mostra di Colonia dagli autori coinvolti nel dibattito: tra il Teatro di Van De Velde e il Padiglione della Farbenschau di Muthesius non vi sono affinità, ma neppure programmatiche distinzioni: piuttosto profonde e autentiche differenze qualitative, ma anche differenze concrete che assegnano a ciascun edificio un ruolo diverso, al Teatro di Van de Velde quello di “volto del tempo” e al Padiglione di Muthesius quello di rappresentante di una convenzionalità storicista il cui destino è di essere consegnato all’oblio. L’architettura arriverà nel 1927, quando per iniziativa del Werbund sotto il coordinamento di Mies Van de Rohe, viene organizzata una mostra a Stoccarda del Weissenhofsiedlung. Qui i migliori architetti tedeschi sono incaricati di costruire dei modelli abitativi in scala 1:1 dando vita a un quartiere moderno. Dal 1918 al 27 ci sarà un particolare interesse verso l’architettura moderna. In questo periodo gli architetti mostrano cosa può produrre l’industria in campo abitativo, oltre ai prodotti d’uso. Ciò rende internazionale un linguaggio moderno. Nascerà così un movimento internazionale con la maturazione delle figure che andremo ad analizzare. La mostra del Weissenhofsiedlung di Stoccarda, sancirà il Werkbund tedesco dopo aver portato i maggiori frutti dell’architettura moderna. Pur avvalorando con argomentazioni scientifiche i propri presupposti di economicità, praticità ed efficienza, il Weissenhof non manca di ambiguità e contraddizioni: ritardi, aggravi nei costi e malfunzionamenti lasciano spazio alle accuse di radicalismo e di formalismo. Dopo Stoccarda, l’esperimento è ripetuto a Breslau (1929) e a Vienna (1932)  sotto la direzione di Josef Frank una trentina di rappresentati dell’architettura austriaca, pochi architetti europei e l’austro-americano Richard Neutra, allineando su un lotto all’incirca triangolare 70 esemplari di Existenzminimun con giardino. La Siedlung di Vienna è nata esclusivamente all’insegna del massimo sfruttamento spaziale, del massimo comfort dell’abitazione in una stretta osservanza del principio del minimo spreco di spazio. La Siedlung è un unico coerente tentativo compiuto per dimostrare come fosse possibile offrire una grande varietà di tipi di case. L’incorporazione del Werkbund negli apparati statali nazional-socialisti, nel 1934, oltrechè la riprova del tragico evolversi della situazione politica tedesca, costituisce la prevedibile conclusione di un processo di cui le crescenti difficoltà che l’associazione registra tra la fine degli anni venti e i primi anni trenta sono il riflesso. La depressione economica che colpisce la Germania fin dal 1929 fa esplodere le sue contraddizioni ben più di quanto non sia in grado di fare il nuovo potere nazista. E sono proprio i confusi obiettivi che guidano il Werkbund a destinare alla sconfitta la causa della qualità per la quale si era sempre battuto. Tutto questo per stabilire il contesto dove Peter Behrens opererà. Quest’ultimo nella sua vita non affronterà da subito i temi della modernità, ma nei primi anni si avvicina ai principi dell’Art Nouveo. Tra gli artisti chiamati dal principe per la costruzione di una colonia vicino a Francoforte ci sarà, infatti, questo architetto. Durante la permanenza realizzerà la sua abitazione.  P.Behrens, Casa privata alla Kunstercolnie, Darmstadt, 1900-1901. Behrens a Torino nel 1902 presenta il padiglione della Germania; non è tanto interessante cosa realizza in questo progetto, quanto il fatto che comincia a diventare una personalità di riferimento per il governo. Mondo chiuso in se stesso. Così intorno al 1904 grazie all’interessamento di Muthesius viene incaricato di tenere dei corsi nella scuola delle arti applicate. Tra i suoi studenti ci sarà A.Meyer, socio futuro di Walter Gropius.  A.Meyer, Esercitazione didattica alla Scuola di arti applicate di Dusseldorf, 1907 Ci interessa notare in questo disegno come le forme artistiche dell’Art Nouveau, iniziano ad avere una progressiva geometrizzazione. Influenza che proviene dall’Olanda precisamente dalla scuola di Berlage (prospetto per la borsa di Amsterdam, regolato da uno stringente sistema proporzionale geometrico, molto razionale, rigidamente geometrico). P.Behrens abbandona sotto queste influenze la linea curva per razionalizzarsi. Questa astrazione a distanza di pochissimi anni porta alla realizzazione del:  P.Behrens, Esposizione d’arte della Germania nord-occidentale. Padiglione e kunsthalle, Oldenburg, 1904-05 Padiglione di pura geometria, forme semplici, razionali.
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