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Appunti Storia dell’arte, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Appunti storia dell’arte scuola superiore

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 17/10/2023

giorgia-carpinelli-2
giorgia-carpinelli-2 🇮🇹

6 documenti

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Scarica Appunti Storia dell’arte e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Vincent Van Gogh martedì 22 febbraio 2022 19:12   Vincent van Gogh nacque a Groot Zundert (Olanda) il 30 marzo 1853 da una famiglia benestante; suo padre era un pastore protestante molto severo perciò anche Vincent cercò di diventare un predicatore, ma senza successo. Nel 1876 si licenziò da una casa d’arte francese presso cui lavorava e nel 1878, da predicatore, condivise la vita misera dei minatori del Borinage; nel 1880 si recò a Bruxelles. Qui studiò anatomia e seguì corsi di disegno prospettico; a l’Aia invece prese lezioni di pittura. Si spostò in varie città europee, arrivando a Parigi nel marzo del 1886, dove studiò nell’atelier di Fernand Cormon, dove conobbe Henri de Toulouse- Lautrec, ed entrò in contatto anche con Monet, Degas, Renoir, Seurat e altri impressionisti e divisionisti. Nel 1887 conobbe Paul Gauguin, e gli chiederà di andare a vivere assieme a lui ad Arles nella sua “casa gialla”, ma l’amicizia tra i due si concluse tragicamente un anno dopo. Con la “casa gialla” Van Gogh voleva realizzare il suo progetto di creare una cooperativa, un luogo, dove potessero vivere  insieme tanti pittori e confrontare le proprie idee; ma proprio con Gauguin il suo progetto non andò a buon fine: i due litigavano sempre, sia per le differenti opinioni artistiche, sia perché (si dice) che entrambi fossero innamorati della stessa donna. Le continue discussioni colmarono con l’atto autopunitivo di Van Gogh che si tagliò parte di un orecchio (che regalò alla donna della quale entrambi erano infatuati). Fin da piccolo Vincent viveva una condizione di precaria salute mentale; dopo che sua madre aveva perso il primo figlio (chiamato anche lui Vincent) non riuscì mai ad accettarlo, e lo disprezzò sempre, perciò Van Gogh non ricevette mai l’amore materno che desiderava, crescendo in compagnia del suo fratello minore Theo, il quale fu l’unico che gli voleva bene veramente e che lo capiva. La consapevolezza di essere incompreso dal resto delle persone, l’ansia di capire se stesso e di trovare i modi attraverso cui esprimere la propria interiorità, la ricerca di un ben definito ruolo umano e professionale seguite dai numerosi insuccessi, dai rifiuti, dall’isolamento, lo fecero piombare dapprima in una profonda depressione e, in un secondo tempo, lo condussero a una forma di alienazione mentale che gli procurava tremende crisi durante le quali perdeva ogni contatto con la realtà. Vincent van Gogh si sentì sempre prigioniero (come l’uccellino in gabbia di cui parla nella lettera che scrisse a Theo), tuttavia ai momenti bui, di morte interiore, si alternavano momenti di felicità ed esaltazione, di spensieratezza, molto precari. Anche ai momenti di calma (spesso apparente), continuava a rimuginare sulla sua condizione, dalla quale cercava di liberarsi, ma nessuno poteva accorgersene. Dal 1889 l’artista fu più volte ricoverato in ospedale (al tempo considerato come un luogo per persone folli/manicomio) e nel maggio di quegli anni egli stesso volle farsi internare in una clinica per alienati mentali presso Saint-Rémy de Provence. Convinto che la sua malattia fosse dovuta al clima meridionale (parigino), nel 1890 decise di tornare al Nord; a maggio si stabilì ad Auvers-sur-Oise, sotto la protezione del dottor Paul Gachet. Il 27 luglio dello stesso anno, senza che nessuno si fosse accorto del peggioramento della sua salute mentale, egli si suicidò sparandosi al petto; morì due giorni dopo in compagnia di suo fratello Theo, venuto da Parigi per sostenerlo anche nei suoi ultimi attimi. APPUNTI • carattere di Van Gogh: solitario • non sempre aveva soldi per comprare i colori: Theo spesso e volentieri lo aiutava economicamente • autodidatta • elabora una tecnica propria, capace di dare forma alle sue immagini interiori: trasfigura la realtà in relazione al proprio “io” interiore   IL DISEGNO  I primi disegni di Van Gogh sono soprattutto delle sperimentazioni di varie tecniche grafiche, anche se la scelta dei soggetti rispecchia il suo stato d’animo. Un esempio è Studio di albero, un disegno del 1882: il soggetto è un albero nodoso, con le radici fuori dal terreno, dall’aspetto spettrale, inserito in un paesaggio nordico. Il gessetto bianco dà rilievo al disegno, eseguito a matita nera. La matita verde e l’inchiostro contornano i rami e il tronco, mentre per lo sfondo/il paesaggio retrostante viene utilizzato l'acquerello. L’albero rappresenta pienamente lo stato di abbandono e incomprensione dell’artista. Con il passare del tempo, Van Gogh affina le sue tecniche e produce dei disegni molto simili alla sua pittura. La Veduta con il convento di Montmajour di Arles, è un disegno realizzato nel 1888 ed eseguito a gessetto, matita e inchiostro, steso con stili giapponesi in canna di bambù; appartiene al periodo più felice dell’arte di Vincent. L’inchiostro bruno viene impiegato in forma di trattini quadrangolari, linguette, pallini, cerchietti o filamenti, ad esempio per rappresentare le siepi, l’erba, tratti di muri e campi coltivati in lontananza. L’inchiostro bruno è rinforzato da tratti fitti, paralleli o radiali, di inchiostro nero per sagomare tronchi di alberi e chiome delle piante basse. La pianura sassosa della Crau (vicino Arles) viene raffigurata in prospettiva dall’alto, in prossimità delle rovine dell’abbazia benedettina di Montmajour. Lo spazio in profondità è filtrato da una grande roccia in primo piano circondata da cespugli e fiori. Essa, congiungendosi con l’edificio conventuale in rovina e con altre rocce, definisce un “vicino” organizzato lungo una diagonale e che occupa i ¾ del foglio, e un “lontano” a cui è riservata una piccola superficie che la prospettiva dilata illusoriamente. I differenti tratti utilizzati quasi rimpiazzano il colore, imitandone ogni sfumatura. Anche il formato del foglio, simile a quello di una tela, aiuta Van Gogh nel suo intento, che nell’estate del 1888 doveva risparmiare sul colore e sulla tela, che avrebbe preferito utilizzare alla “casa gialla” con altri artisti. APPUNTI • dai disegni si percepisce il tratto nervoso, in generale nelle sue opere si percepiscono i suoi stati d’animo • disegna a carboncino, continua con olio e tempera • cloisonnisme: il cloisonnisme è una tecnica pittorica che consiste nel racchiudere i colori entro il limite di un contorno, venne utilizzata da Gauguin e anche da Van Gogh in alcune opere • trasforma gli elementi della realtà in “simboli” che rispecchiano i suoi stati d’animo e nei quali proietta se stesso e le proprie sofferenze.   AUTORITRATTI Quando si trasferì a Parigi, Vincent entrò a contatto con le novità artistiche del periodo, ossia l'Impressionismo e il Divisionismo, e ne restò affascinato, soprattutto dalla luce e dai colori. L’artista si orientò soprattutto verso la tecnica divisionista inventata da Seurat. Nel 1887 dipinse Autoritratto con cappello di feltro grigio, un olio su cartone che misura 42 x 34 cm e si trova attualmente ad Amsterdam; è il primo di una numerosa serie di autoritratti [vedi libro]. La giacca è composta da rapidi tocchi di colore accostati l’uno all’altro; lo stesso avviene per il volto, dove l’effetto modellato è ottenuto dall’inclinazione delle tante linguette di colore che seguono una generale disposizione raggiata e centrifuga (tendono ad allontanarsi dal centro). Anche lo sfondo basato sui toni dell’azzurro e del violetto (colori freddi) è composto da delle pennellate di media lunghezza che seguono una delle diagonali del cartone ,e vanno dall'alto a destra verso il basso a sinistra. Van Gogh qui accosta anche dei colori complementari, come ad esempio i tratti verdi e la linea rossa tra i risvolti della giacca, con lo scopo di vivacizzare l’opera e meglio definire i contorni. Gli occhi fissano il vuoto e sono inquieti, le labbra chiuse, nel volto spiccano
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