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appunti storia dell'arte, Appunti di Arte e territorio

apputni arte imporessionismo e futurismo

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 06/06/2018

lubna-farhat
lubna-farhat 🇮🇹

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Scarica appunti storia dell'arte e più Appunti in PDF di Arte e territorio solo su Docsity! Lubna Farhat L’IMPRESSIONISMO L’Impressionismo è una corrente artistica nata a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento, precisamente tra il 1860 e il 1870 e durata fino ai primi anni del Novecento. La storia dell'impressionismo nasce ancora prima che si possa parlare di un vero e proprio movimento: nel 1863 Napoleone III inaugurò il Salon des Refusés, per ospitare quelle opere escluse dal Salon ufficiale. Vi partecipò, tra gli altri, Édouard Manet con “Colazione sull'erba”, che provocò un notevole scandalo e che venne definito immorale. Due anni più tardi, lo stesso Manet scandalizzò nuovamente l'opinione pubblica con “Olympia”. La prima manifestazione ufficiale della nuova pittura si tenne il 15 aprile 1874, presso lo studio del fotografo Felix Nadar, alla quale parteciparono Claude Monet, Edgar Degas, Alfred Sisley e Pierre-Auguste Renoir. La mostra del 1874 fu di per sé un'azione eversiva in quanto, al di là dell'estrema modernità delle singole opere che sconvolse la critica, venne compiuta in risposta e contro il Salon, che le aveva rifiutate, e gli studi accademici in generale. I Salon, esposizioni biennali nella Parigi ottocentesca, erano infatti i detentori di un'arte ufficiale in cui l'accento è posto sulla riflessione culturale, sulla perfezione tecnica, sull'imitazione delle opere degli antichi maestri: tutti coloro che aspiravano a vedere un loro quadro esposto al Salon dovevano aver studiato e copiato i classici, in particolar modo a Roma, capitale indiscussa dell'arte antica. Nell'Arte Accademica la scena è dominata da grandi opere di soggetto storico e mitologico, dove l'ambizione è legata all'ampiezza del formato e il talento all'abbondanza delle citazioni. Il nudo, in particolare quello femminile, è permesso soltanto in assenza a riferimenti a persone o eventi di vita reale, sono cioè permessi soltanto nudi di figure mitologiche o classiche che danno anche alle opere più audaci un tono di moralismo. L’impressionismo nasce in contrapposizione all’arte accademica dell’epoca sfidando la critica con opere apparentemente incomplete, spesso realizzate in poche ore. La rivoluzione impressionista produsse, come ogni rivoluzione, del resto, un cambiamento radicale nel modo di concepire il ruolo dell’artista e la funzione della sua opera. Se la tradizione accademica richiedeva al pittore di essere fedele alla realtà, e all’arte, dunque, di offrirne una rappresentazione quasi “fotografica”, ecco che a partire dall’impressionismo si riconobbe, con sempre maggiore intensità rispetto al passato, il potere interpretativo dell’artista, la preminenza della sua soggettività nel rapporto con i dati oggettivi, e la necessità di una ricerca intorno al mondo delle emozioni visive, cioè delle ‘impressioni’, e conseguentemente, la pittura venne finalizzata alla cattura di un istante, attraverso una tecnica meno liscia e minuziosa, più evocativa, vibrante Il nome di battesimo del nuovo movimento si deve ai critici d'arte dell'epoca, che definirono la mostra Exposition Impressioniste, prendendo spunto dal titolo di un quadro di Monet,” Impression, Soleil levant”. Inizialmente questa definizione aveva un'accezione negativa, che indicava l'apparente incompletezza delle opere, ma poi divenne una vera bandiera del movimento. Sul piano dei soggetti l’impressionismo si presenta con un’altra notevole caratteristica: quella di rappresentare principalmente gli spazi urbani. E lo fa con una evidente esaltazione della gradevolezza della vita in città. Questo atteggiamento è una novità decisa. Fino a questo momento la città era stata vista come qualcosa di malefico e di infernale. Soprattutto dopo lo sviluppo della Rivoluzione Industriale, i fenomeni di urbanesimo avevano deteriorato gli ambienti cittadini. La nascita delle industrie avevano congestionato le città. Erano sorti i primi effetti dell’inquinamento. I centri storici si erano affollati di immigrati dalle campagne, le periferie sorgevano come baraccopoli senza alcuna qualità estetica ed igienica. Le città erano dunque viste come entità malsane. L’impressionismo è il primo movimento pittorico che ha un atteggiamento positivo nei confronti della città. E di una città in particolare: Parigi. La capitale francese, sul finire dell’Ottocento è, sempre più, la città più importante e gaudente d’Europa. In essa si raccolgono i maggiori intellettuali ed artisti, ci sono i maggiori teatri e locali di spettacolo, si trovano le cose più eleganti e alla moda, si possono godere di tutti i maggiori divertimenti del tempo. Tutto questo fa da sfondo alla pittura degli impressionisti, e ne fornisce molto del suo fascino. I luoghi raffigurati, nei quadri impressionisti, diventano tutti seducenti: le strade, i viali, le piazze, i bar, gli stabilimenti balneari lungo la Senna, i teatri (da ricordare soprattutto le ballerine di Degas), persino le stazioni, come nel famoso quadro di Monet raffigurante “La Gare Saint-Lazare” Punto cardine dell’arte impressionista è la pittura “en plein air” (all’aria aperta). Gli artisti impressionisti abbandonano il chiuso degli atelier per dipingere la realtà “dal vivo” e cogliere così l’infinita varietà della sfumature che compongono i colori. Questo nuovo approccio alla pittura è reso possibile anche grazie all’invenzione del “cavalletto da campagna” (portatile) e dei colori in tubetto, più pratici da usare negli spostamenti e più immediati, visto che non costringono l’artista a mescolare i pigmenti per formare i colori. Le opere degli impressionisti non rappresentano la realtà così com’è ma in base a come viene percepita dall’occhio dell’artista nel momento in cui la dipinge. I colori non sono più mescolati sulla tela ma vengono semplicemente accostati, dando vita a spettacolari contrapposizioni cromatiche e a immagini non chiaramente definite, quasi sfocate. La tecnica inventata dall'impressionista Seurat, e poi applicata e sviluppata in diverse direzioni dagli altri Neoimpressionisti, si basava sulla capacità che ha l'occhio umano di percepire gli stimoli luminosi di colore diverso come un solo colore (mescolanza additiva). Ispirandosi alle sperimentazioni pittoriche realizzate da Delacroix e dagli Impressionisti, Seurat sostituì le mescolanze di pigmenti sulla tela con le mescolanze ottiche. Nella tradizione pittorica, per esempio, per ottenere il viola si mescolavano sulla tavolozza, prima di stenderli sulla tela, un pigmento blu ed uno rosso. Seurat, invece, per ottenere una colorazione viola sulla tela, accostava una miriade di punti blu e rossi che, visti a distanza, davano un'impressione di un viola molto più luminoso di quello ottenuto attraverso la mescolanze di rosso e di blu sulla tavolozza.
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