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Appunti storia dell’arte contemporanea, Dispense di Storia dell'arte contemporanea

Appunti sui vari movimenti artistici del Novecento dal cubismo fino agli anni 80, integrati col libro ma senza spiegazioni delle opere.

Tipologia: Dispense

2022/2023

Caricato il 24/03/2023

Valiruiz
Valiruiz 🇮🇹

5

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Scarica Appunti storia dell’arte contemporanea e più Dispense in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! - Il cubismo: cubismo analitico 1911; cubismo sintetico 1912 PICASSO BRAQUE - Fauvismo MATISSE - Il futurismo: manifesto tecnico della pittura futurista 1910; della scultura futurista 1912; ‘Les Peintres Futuristes Italiens’ 1912 a Parigi; - Duchamp 1912; anni dal 1915 al 1920 proposte del READYMADE - Il dadaismo: Zurigo 1916; Cabaret Voltaire; con la guerra gli artisti se ne andranno da Zurigo per tornare nei propri paesi; manifesto del Dadaismo 1918 Tzara; riviste dadaiste: Dada 1916, Dedaco 1917, 391 Picabia; Dada berlinesi 1920 prima Fiera Internazionale Dada; Dadaismo parigino 1920, prima presentazione Salon des Independants 1921; - Merz: Schwitters 1919 - Espressionismo: gruppo espressionista Die Brucke (il Ponte) a Dresda 1905; Il Cavalliere Azzurro a Monaco 1911; - La scuola Bauhaus 1919, in Germania tra le due guerre - La grande mostra d’arte tedesca 18 Luglio 1937; La mostra dell’arte degenerata 1937, Monaco; Esposizione Universale di Parigi 1937 - Il Surrealismo: studi di Freud di inizio 900; il Ramo d’Oro 1890 James Frazer; Totem e Tabù di Freud 1913; L’arte dei folli 1922 Prinzhorn; La rivolution surrealiste BRETON 1924 (automatismo psichico e puro); gli oggetti surrealisti (feticcio); mostra di oggetti Surrealisti 1931 Galleria Charles Ratton di Parigi; - L’arte metafisica in Italia, movimento dichiarato nel 1917 (De Chirico e Carrà) - Espressionismo Astratto; prima avanguardia in USA, anni 1940- 1950; Action painting; Color field painting; - Gutai 1954- anni 60; movimento giapponese del dopoguerra - Arte informale: anni 40-50; in Italia e in Francia - Internazionale situazionista: anni 60; movimento artistico più politicamente impegnato - Assemblage in USA anni 40- 50 - Happening anni 60 - British POP ART: independent group; anni 1952- 1955 - POP ART IN USA (Lichtenstein e Warhol) - Pop art in Italia, Francia e Germania: Nouveau Realisme, Pop art italiana, Realismo Capitalista - Minimalismo anni 60; - Process Art anni 60; - Arte concettuale anni 60, 70; - Arte Povera anni 60;70; Celant; arte povera, azioni povere: mostra più importante Amalfi 1968 - Istitutionale Critique anni 60-70; - Fluxus anni 60- 70 - Land Art - Tropicalia: avanguardia brasiliana; neoconcretismo - Performance Art - Joseph Beuys - Azionismo Viennese 1962 - Arte femminista: tre fasi in base agli obbiettivi del movimento femminista; - Arte video - POSTMODERNISMO anni 80: picture generation; concetto di postmodernismo Fredric Jameson: due modi diversi di concepire il postomodernismo.; pastiche; Neo-espressionismo (posto modernismo neoconservatore) vs postmodernismo critico - Neo Geo Recupera scultura dell’800 e Munch IL CUBISMO Siamo in un periodo storico in cui c’è un SUPERAMENTO DELLA MIMESI, perché la pittura in senso tradizionale non è piu in grado di esprimere le necessità del tempo. Per questo motivo ‘nascono’ le avanguardie, prime fra tutte il cubismo e Picasso che è stato in grado di andare aldilà di quello che vedono gli altri, dimostrando di avere ampie vedute a differenza di tutti gli altri. Il cubismo punta molto sulla sintesi e sulla rielaborazione, sulla riduzione al massimo degli elementi pittorici. Vediamo due fasi del cubismo: 1. Cubismo analitico: è la prima fase e deve molto alla pittura di Cézanne, siamo nel 1911 e coinvolge Picasso e Braque. Si chiama analitico perché la parola ANALISI fu applicata alla frantumazione della superficie degli oggetti e alla loro fusione con lo spazio. Daniel Henry Kahnweiler utilizza questo termine nel suo saggio ‘L’ascesa del cubismo’ del 1920.  abbandono della prospettiva tradizione (unificata)  riduzione allo stremo dei colori;  Appiattimento estremo dell’immagine (come un rullo che comprime i volumi)  Si crea una griglia che divide la superficie del dipinto  Ci si allontana sempre di piu dalla rappresentazione Si opta per una scomposizione dell’oggetto perche permette una maggiore conoscenza di esso, la versione naturale e veritiera risulta limitata e quella offerta dal cubismo è invece completa. Possiamo vedere l’oggetto da più punti di vista contemporaneamente, proprio come avremmo le vedute se ci muovessimo intorno all’oggetto. Con la pittura tradizionale questo non è possibile. Il cubismo presenta uno stile assolutamente preciso, cosa che non sarà vera per altre avanguardie. Si inizia a delineare il concetto di modernismo elaborato da Mondrian (capacità di capire la logica interna al proprio ambito artistico e renderla visibile nelle proprie opere) che verrà poi portato avanti da Greenberg. Picasso inizia a ripensare il concetto stesso di figura e anche di paesaggi, interessandosi ai volumi e alle figure geometriche di base, puntando sulla ESSENZIALIZZAZIONE, la TRIDIMENSIONALITÀ COME EFFETTO MENTALE, si dipinge il concetto della cosa e non la cosa come la si vede da un punto di vista preciso. 2. Cubismo sintetico: nel 1912 Picasso tenta di tradurre il cubismo analitico in veri e propri collage, conferendo per la prima volta una tridimensionalità alle opere. La stagione dei collage inizia nel 1912 con Natura morta con sedia impagliata, di Picasso ma in poco lo seguirà in questa sperimentazione anche Braque. Vediamo un vero e proprio incollaggio di materiali extrapittorici come fogli di giornale, carta da parati, etichette, disegni riciclati etc che vanno a sostituire le classiche pennellate tradizionali. (PAPIERS COLLAGE). Oltre a ciò dal 1912 vengono realizzate delle vere e proprie sculture in carta e cartone, tridimensionali, sporgenti e sviluppate in uno spazio concreto, nate per essere temporanee e cessare di esistere dopo poco (non ci rimane nulla), Chitarra (1914) ne è un esempio. Picasso Cubismo analitico:  Uomo seduto, 1914  House on the Hill, Horta de Ebro, 1909  Brick Factory at Tortosa, 1909  Still life with Liqueur Bottle, 1909  Carafe, jug and fruit bowl, 1909  Daniel Henry Kahnweiler, 1910 Cubismo sintetico:  Violìni, 1912-13  Natura morta con sedia impagliata, 1912  Botte of Suze, 1912  Chitarra, 1914  The glass of Absinth, 1914  Guitar, sheet and glass, 1912 Braque  Maison à l’estaque  La route de l’Estaque  Violino e brocca,1910  Le portugais, 1911  La Musica, 1910 IL FUTURISMO 1909 MANIFESTO FUTURISMO DI MARINETTI Marinetti scrive nel 1909 il Manifesto dei Futuristi pubblicato anche sul Le Figaro, già pubblicato in giornali locali italiani. La cultura di massa nasce insieme alla Avanguardie e i metodi di diffusioni usati sono quelli. Lo scambio fra le varie arti è ormai non più una novità, si tratta di arte transdisciplinare, non esiste più un movimento che sia solamente pittorico artistico. Sono stati gli artisti a conformarsi al manifesto dei futuristi per portare l’idea di Marinetti anche in campo artistico. 1910 MANIFESTO TECNICO DELLA PITTURA FUTURISTA I principi del futurismo portarono ad annullare la pittura tradizionale, e a rivedere il concetto stesso di forma che non andava più rappresentato in modo fisso ma nel suo dinamismo, nel movimento. Vediamo anche un’abolizione della prospettiva tradizionale per un moltiplicarsi dei punti di vista che siano in grado di esprimere il suo dinamico interagire con lo spazio circostante. L’ideologia futurista era rivolta non al passato e al suo recupero ma al futuro, alla velocità e alla realtà meccanica. ‘Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido’. Nasce da ciò l’esigenza di rappresentare anche nella pittura dell’oggetto in movimento, scomponendolo come una serie di fotografie scattate in rapida successione. Lo scopo era quello di porre al centro lo spettatore, di non farlo escludere ma di renderlo partecipe. Il futurismo propone il culto del nuovo e dell’innovazione, un antiromanticismo e un antilirismo, contrari a tutte quelle forme d’arte che imponessero la stasi, le pause e le riflessioni. Gli artisti che verranno poi definiti futuristi iniziano la loro carriera nel segno de divisionismo italiano, vediamo tra loro Balla, Boccioni, Carrà e Severini. Saranno proprio loro infatti che nell’Aprile 1910 elaborano il manifesto della pittura futurista, cosi che l’arte italiana possa farsi spazio nell’aria internazionale. Nel manifesto vediamo che movimento e velocità diventano parole d’ordine, anche gli artisti più recenti e innovativi vengono definiti datati. L’unico che si salva è Medardo Rosso, che ha, secondo loro, intrapreso la strada giusta per la scultura. Il lancio internazionale dei futuristi avvenne ufficialmente il 5 Febbraio 1912 con la mostra Les Peintres Futuristes Italiens, che sconvolse la loro vita artistica. 1912 MANIFESTO TECNICO DELLA SCULTURA FUTURISTA Probabilmente l’apporto maggiore in ambito artistico- futurista lo ha dato attraverso il mezzo scultoreo. Come anche negli altri ambiti, Boccioni nelle sue sculture cerca di portare dinamismo, abbandonando l’idea tradizionale di arte come qualcosa di carino e ben fatto. Prova a mettere in movimento le figure, a dare l’illusione della molteplicità dei punti di vista, proprio per introdurre la quarta dimensione. Sperimenterà molti nuovi materiali portando avanti una scultura non figurativa, cosa che per molti era ancora inconcepibile.  Fusione di testa e finestra, 1911  Sviluppo di una bottiglia nello spazio, 1912  Antigrazioso, 1913  Forme uniche nella continuità nello spazio,1913  Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1914-5 Oltre ad essere un movimento, il futurismo risultò essere un vero e proprio stile di vita. Un modo di vivere sempre con dinamicità, azione e perfino ricerca dello scontro tanto da arrivare a ricerche di violenza per cui sono nate apposta le loro serate ‘teatrali’: le serate futuristiche. Le serate futuriste sono serate in cui si andava a cercare il caos, la protesa, lo scandalo. L’obiettivo era quello di risvegliare le coscienze del pubblico attraverso la strada scomoda e la provocazione arrivando ad usare la forza sugli stessi spettatori. Per loro cercare lo scontro significava smuovere le coscienze aldilà delle convinzioni e convenzioni secolari che sono in esse sedimentare, cosi da allargare il concetto di arte, musica e teatro. Balla  La pazza, 1905  Fallimento, 1905  Lampada ad arco, 1909  Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1912  Rhythm of the violinist, 1912  Bambina che corre sul balcone, 1912  Sequences, 1913  Automobile in corsa, 1912  Compenetrazioni iridescenti, 1914 Boccioni  Autoritratto, 1908  Rissa in galleria, 1910: usa il colore per esprimere dinamicità.  La città che sale, 1910  Il trittico degli stati d’animo, 1911: Gli addii, Quelli che vanno, Quelli che restano  Materia, 1912  Dinamismo di un giocatore di calcio, 1913 Carrà  Lasciando il teatro,1910  Piazza Duomo a Milano, 1909  I funerali dell’ anarchico Galli, 1910  Ritratto di Marinetti, 1910 I collage di Carrà sottolineano la vicinanza del futurismo con la società di massa e i mezzi di comunicazione, abbiamo un uso dei materiali recuperati. In questi collage vediamo riassunti i principi centrali: la frammentazione cubista, ritagli di giornale, materiali pubblicitari, cinestesia.  Manifestazione interventista, 1914  Composizione con figura femminile, 1915  Inseguimento, 1915 Severini  Danzatrice blu, 1912  Geroglifico dinamico del Bal Tabarin, 1912  Treno blindato in azione, 1915  Il treno dei feriti, 1915  Maternità, 1916: vediamo l’abbandono degli ideali futuristi proprio perché sono stati distrutti dalla guerra. Russolo  Autoritratto con teschi, 1909-10  Dinamismo di un’automobile, 1912-13 Ciò che caratterizza in particolar modo Russolo è l’aspetto figurativo, crea aggeggi molto strani, installazioni di difficile comprensione, inventa strumenti sostituendo gli originali con gli intonaruori: strumento formato da un parallelepipedo di legno con un altoparlante di cartone o metallo nella parte anteriore. L’altezza delle note era modificata dal suonatore azionando una leva posta nella parte superiore dello strumento che variava la lunghezza delle corde. Sono vere e proprio composizioni con i rumori della città, il futurismo vuole raccontare in modo adatto la modernità. Il movimento dadaista nasce ufficialmente a Zurigo nel 1916 come risposta alla Prima Guerra Mondiale. Nel corso del tempo vedremo come si disloca in diverse città (Zurigo, Berlino, Parigi, New York, Colonia e Hannover), avrà riviste differenti e seguirà personalità diverse. Comprende manifestazioni e arti anche molo distanti tra loro ma i dadaisti stessi non desideravano ordine e coerenza. ‘Dada’ è un’espressione senza senso, pescata a caso da un dizionario tedesco-francese ed è un combattere contro qualsiasi norma comprese quelle del dada stesso (dada è antidada). La parola chiave è ‘decostruzione’, un vero assalto anarchico all’arte. 1. ZURIGO E HUGO BALL Fu la prima scelta come città- rifiugio, la Svizzera neutra era un perfetto luogo per gli artisti in fuga dai propri paesi durante il conflitto mondiale. Il Cabaret Voltaire diventa la sede principale dove oltre che a riunirsi, davano vita a spettacoli e performance di ogni tipo. Uno degli aspetti centrali è il caso andando contro all visione positivistica ed razionale del resto del mondo che però li ha portati alla guerra. Il mondo per loro è nient’altro che un meccanismo aleatorio. Non fu facile definire cosa fosse il dada, neppure loro volevano definirsi ma i principi che portavano avanti erano il caso, il grottesco, l’incoerenza, la vita che non può essere ridotta a mere definizioni. Cè la volontà di andare contro ogni norma. Loro stessi si definivano dei ‘nichilisti’: dei distruttori di tutto, di qualsiasi convenzione, dell’ordine. Lo dimostravano all’interno delle performance all’interno del Cabaret Voltaire dove venivano allestiti i loro spettacoli nichilisti, dove più che creare si distruggeva, si andava contro la società contemporanea rifiutando qualsiasi tentativo di razionalizzazione o ordine come le gerarchie. I nomi più importanti in questa fase sono TRISTAN TZARA, RICHARD HUELENSBECK, MARCEL JANKO, HANS ARP, SOPHIE TAEUBER, HUGO BALL. Hugo Ball è una della personalità che meglio rappresenta le intenzioni del dadaismo. È un poeta, declamatore e attore ed oltre ad uno aspetto nichilistico ne sussiste uno mistico anche se in modo del tuto ironico. Vien visto come una figura sacerdotale, con tanto di abbigliamento. Si serve del linguaggio straniandolo dalla sua funzione sociale tradizionale, la declamazione quasi gridata di alcune poesie sonore. Vuole svuotare il linguaggio del suo significato convenzionale, trasmettendo sensazioni solo per il modo in cui viene pronunciato.  Karawane  La fuga del tempo, 1913-1921 (il suo diario rappresenta una testimonianza di quegli anni) La stagione zurighese avrà vita breve si chiuderà con l’ultima performance nel Cabaret Voltaire il 23 Giugno 1916, di fatto con la guerra finita gli artisti troneranno nel loro paese d’origine e sarà la fine del dadaismo a Zurigo. Dopo la partenza di Ball il posto verrà preso da Tzara con un atteggiamento molto diverso rispetto al precedessore. Tzara si presentava come un dandy, disgustato dalla situazione a lui contemporanea. Aveva un approccio molto più simile a Marinetti tanto da scrivere nel 1918 il Manifesto del Dadaismo e fondando una rivista (Dada 1917) che pubblicherà periodicamente.  Manifesto sull’amore debole e l’amore amaro, 1920: per fare una poesia dadaista HANS ARP: interessato da subito al dadaismo, sarà anche uno dei padri dell’estrazione. Sperimenterà molto le tecniche aleatorie che gli consentivano di liberarsi dall’ espressività, la sua persone non deve più trapelare dalle su opere e per questo è necessario il caso. Ci lavorerà con sua moglie Sophie Taeuber.  Abstract composition, 1915  Automatic drawings, 1917-18  Selon les lois du hasard, 1916  Flower hammer, 1917  Duo collage, 1918 w/ S. Taeuber  Collage with squares arranged according to the laws of chance,1916-17 La loro astrazione (arte del silenzio) non è solo anti individualista m anche anti semantica ovvero decostruttrice di quelle che sono le opposizioni tipiche del sistema linguistico. È un’arte non progettata, non casuale nella sua progettazione ma neanche organizzata, sospesa tra il figurativo e L’astratto. Si può definire neutra, in questo senso è antisemantica, il suo non essere né l’una né l’altra cosa, fa di essa un tutto. Questo svuotare di senso è tipico del dadaismo ed è una riposta alla guerra, al no sense della società dell’epoca. JUNKO È il principale realizzatore di maschere dadaiste, venivano realizzate con la funzione di essere usate durante le esibizioni dei performer al Cabaret Voltaire. Straniavano fortemente il volt e rendevano il tutto grottesco e farsesco.  Mask (portrait of Tzara), 1919  Baal in Zurich,1915 2. BERLINO A Berlino nel 1920 si tiene la prima Fiera Internazionale Dada (DADA-MESSE). L’allestimento era molto insolito e particolare rispetto al classico Salon, abbiamo una mostra ambientale in cui ogni spazio è sfruttato, in una totale antigerarchia. La Germania si ritrova giusto finita la guerra in una situazione delicata con la Repubblica di Weimer. Se a Zurigo trovavamo artisti anarchici, qui a Berlino sono tutti estremamente politicizzati, in particolare di orientamento socialista. La fase berlinese si caratterizza soprattutto per la sua opposizione all’espressionismo tedesco di quel periodo (no all’ethos e alla spiritualità dell’arte) e per il legame che crea tra l’avanguardia e la cultura di massa ed anche la tecnologia.  Contro l’espressionismo: vanno contro la volontà di fondere estetica e spiritualità, il sentimentalismo e l’esasperazione dell’ interiorità. Portato avanti un tipo d’arte ANTIESTETICA E ANTISENTIMENTALISTA.  Corrente politicizzata: artisti di partito di sinistra, in un intento di porsi contro il gusto borghese di derivazione rinascimentale che divide basso e alto in arte.  Fotomontaggio sarà una delle tecniche principali utilizzate dai dadaisti berlinesi a scopi fortemente critici nei confronti della società della loro epoca, in particolare contro il potere crescente della cultura di massa. L’origine del fotomontaggio va ricercata negli anni 80 del 1800, in particolare nei cartelloni pubblicitari. Gli artisti che più utilizzeranno questa tecnica sono Haussman e Hoch.  Taglio con il coltello da cucina attraverso il ventre gonfio della Repubblica di Weimer, 1919 Opera portata da Hannah Hoch alla Dada Messe, risulta caotica e dispersiva con una sovrabbondanza di elementi posizionati in molto aleatorio. HAUSMANN  Der Kunstkritiker, 1919-20  Tatlin at home, 1920  ABCD, 1920  Mechanical head, 1920 HANNAH HOCH  I miei motti domestici, 1922  Roma, 1925 HEARTHFIELD Inizierà facendo parte dell’avanguardia berlinese ma ben presto si distaccò per provare un nuovo tipo di lavoro. Si concentrerà su un tipo di fotomontaggio ben diverso dai suoi colleghi, che fosse in grado di comunicare un messaggio alle classi subordinate. Spicca l’elemento narrativo che negli altri fotomontaggi mancava. Pubblicherà i suoi lavori su l’AIZ finchè non sarà costretto a lasciare la Germania nel 1933.  The face of Fascism, 1928  The meaning of the Hitler Salute, little Man asks for big gifts, 1932 3. PARIGI Rappresenta il terzo nucleo dadaista europeo. Il dadaismo raggiunge Parigi grazie alle corrispondenze di Tzara da Zurigo con Apollinare, Breton e Max Jacob. Sorse quando nel 1920 molti dei suoi fondatori vi si trasferirono in massa. La prima rappresentazione al publico delle opere dadaiste fu al Salon des Independents nel 1921. È lo stesso gruppo di artisti che darà vita ad surrealismo. PICABIA Dipinge in stile meccanico quadri che hanno per soggetto ingranaggi, e macchinari che ricompongono personaggi immaginari. Nel 1917 pubblica la rivista dadaista 391, comporrà composizioni musicali con altri artisti dada (interesse dadaista era la fusione delle arti).  Relache, 1924  La sainte Vierge, 1920  Il dono, MAN RAY 1921 In questi anni Man Ray metterà a punto la sua tecnica del ‘radiograph’ KURT SCHWITTERS E IL SUO ‘MERZ’ Merz è il nome di tutto il suo progetto artistico, il suo scopo è la realizzazione di una nuova pittura usando materiali ed oggetti da discarica, trovati per strada (arte del riuso). Nonostante inizialmente sembrasse affine al dadaismo berlinese presto diventerà una figura piuttosto singolare. Il suo sperimentalismo con i rifiuti, la sua volontà di mantenere comunque una logica estetica priva di significati politici lo porterà ad essere isolato dai berlinesi. In lui prevale un interesse per la continuazione della pittura come spazio di esperienza contemplativa. Il suo modo era un modo alternativo di fare pittura, una ‘pittura dell’esperienza contemporanea’. Sperimentava soprattutto sulla frammentazione linguistica, ‘Merz’ ne è una prova: deriva kommerz, parola tagliata da una ubbidita della Kommerzbank. Nei suoi collage vediamo un collegamento con lo stile meccanomorfo di Picabia e quello costruttivista russo. Ciò che maggiormente lo escluso però fu la sua indifferenza politica. L’unica strada che gli rimase fu quella di creare una corrente alternativa al Dada: MERZ.  Merzbild Rossfett, 1919  Merzbild 5B, 1919  A postcard to Hannah Hoch, 1919 Un incontro fondamentale nella sua carriera è la collaborazione con il costruttivista russo El Lisickij nel 1922, insieme iniziano ad indagare gli spazi architettonici. Nel 1926 nasce il MERZBAU (grotta), si tratta semplicemente del suo studio che pero lui trasforma in un ambiente artistico, in una struttura spaziale multiprospettica e distorta. È uno spazio riempito e costruito con materiali riciclati (rifiuti), con una certa aurea mistica e sacrale che rese visibile solo a pochi eletti perché troppo intimo per essere pubblico. Letteralmente si tratta della tana dell’animale o un suo autoritratto. Nonostante influenzato da El Lisickij presenta delle differenze ideologiche col russo, i due condividono soltanto l’idea secondo cui lo spazio espositivo debba offrire un’esperienza maggiormente tattile, olfattiva e non soltanto visiva. Si trattava infatti di un luogo particolarmente fetente per via dei rifiuti ma anche delle secrezioni corporee, mettendo da parte qualsiasi tentativo di razionalizzazione per entrare nella parte più intima dell’artista. Assolutamente inefficiente e disfunzionale il suo obiettivo era semplicemente quello di evocare un’esperienza con tutti i sensi.  MERZBAU,1926 MONDRIAN Nei suoi primi lavori vediamo influenza di impressionismo e postimpressionismo (Seurat e VanGogh) utilizzando dei colori accessi e antinaturalistici (Matisse)  Veduta dalle dune con spiaggia e moli, Domburg, 1909  Lighthouse in Westkapelle, 1909  Evoluzione, 1909-10 Nel 1912 si trasferisce a Parigi e subisce soprattutto l’influenza cubista di Picasso e Braque che si fa subito notare nei suoi lavori dominati da figure geometriche e scomposizioni di piani. Intraprenderà proprio la strada del cubismo ma portandolo verso una nuova direzione verso l’astrazione che Picasso e Braque avevano ‘temuto’. È andato oltre il livello di astrazione cubista rendendo i suoi soggetti meno riconoscibili. Li riduce a linee verticali e orizzontali che formano angoli retti, dal cubismo mantiene la griglia ma riduce tuto ad una assoluta essenzializzazione delle forme. La funzione dell’immagine era quello di rivelare la struttura più intima e profonda del mondo. Tornato in Olanda si troverà a capo di un avanguardia che segue le sue orme, approfondirà gli studi su Hegel sull’opposizioni binarie. Dagli anni 1916-17 non tenterà più di trasporre il mondo in uno schema geometrico ma cercherà di mettere su tela le contrapposizioni dialettiche che governano il mondo visibile o meno.  Tableau 2/ Composition No. VII, 1913  Composition No. 10 in bianco e nero,1915 Le sue riflessioni porteranno nel 1920 a definire i tratti fondamentali del Neoplasticismo. Inizia ad utilizzare i colori primari associati a bianco, nero, blu e grigio per le sue tele. Elimina la distinzione tra figura e sfondo per giungere alla pura astrazione, col tempo la griglia modulare verrà eliminata senza però reintrodurre lo sfondo. L’obiettivo ultimo di Mondrian era quello di far in modo che ogni quadro avesse un proprio equilibrio interno, un equilibrio perfetto nato da controbilanciassi di tendenze opposte. Ogni sua tela può essere definita come un microcosmo perché si differenzia sempre dalle altre.  Composizione in giallo, rosso, nero, blu e grigio, 1920  Grande composizione A, 1919-20 MALEVICH E IL SUPREMATISMO Figura fondamentale per la creazione dell’arte astratta nel 1900. Con il suo Quadrato Nero 1915 ha raggiunto il cosiddetto grado zero della pittura, la pura astrazione, una tabula rasa completa che definì ‘la supremazia della sensibilità pura’ eliminando qualunque rapporto con la realtà fatta di referenti esterni. Artista russo si forma nella poesia zaum, una liberazione della parola dalle leggi comuni del linguaggio. Come la poesia anche la pittura deve abbandonare la referenzialità. È anche il periodo della formazione del formalismo russo che proponeva la possibilità di annullare la tradizionale opposizione tra il contenuto e la forma. Abbiamo anche il concetto di’straniamento’ portato avanti da Sklovsky che sosteneva il compito della pittura e della poesia di prendere le distanze dal linguaggio che risulta non aver più obblighi di referenza verso la realtà. Non devono avere un referente nell’esterno perché creatori di un universo a sé. Ha un’esistenza propria. Sulla base che non ci debba essere una relazione tra la pittura e la realtà inizia a sviluppare ‘il pittorico in quanto tale’, sulla possibilità della pittura di essere autonoma ed autoreferente. Fino ad arrivare appunto al grado zero della pittura. L’ultima mostra futurista a Pietrogrado del 1910 sarà il contesto in cui presenterà le sue prima opere ‘suprematiste’: opere astratte in cui il colore è l’elemento dominante. Per arrivare al grado zero bisogna enfatizzare i due aspetti della pittura: l’essere bidimensionale e delimitata. Lo si fa optando per una forma quadrata (delimitazione più antica e semplice) e per un monocolore che rende l’aspetto bidimensionale totale.  Il quadrato nero, 1915  Solar eclisse with Mona Lisa, 1914  Il quadrato bianco,1918 LA SCUOLA BAUHAUS Il nome deriva da Bahutte= loggia di costruttori sancendo l’inizio intenzione di accostarsi alle gilde medievali di costruttori di cattedrali. Ci troviamo in Germania tra le due guerre (Repubblica di Weimer) nel 1919 quando si voleva fondere la scuola di Arti e Mestieri con l’Accademia delle belle arti per ottenere un sistema in cui sussistesse sia la pratica che la teoria. Walter Gropius decide di fondare il Bauhaus dove fondere artigianato e arte più raffinata e farle convivere. Gropius è anche l’architetto che progetterà gli edifici che ospiteranno la scuola, in particolare nella città di Dessau. Bauhaus era intenzionata a collaborare anche con l’industria perché credevano non fosse necessario distruggere ma piuttosto costruire e comunicare per rispondere alle esigenze anche a livello produttivo. La prima sede fu Weimer ma col cambio di governo nel 1925 si trasferisce a Dessau dove aumenta il coinvolgimento in attività industriali. Nel 1930 poi passerà nella mani di Van de Rohe che trasferisce la scuola a Berlino dove verrà chiusa dopo poco tempo con la salita al potere di Hitler. Con la seconda guerra mondiali molt figure importanti si trasferiscono negli Stati Uniti, tra cui anche Gropius che rifonda la scuola ad Harvard nel suo dipartimento di architettura. Il corso si divideva in due parti principali: l’istruzione in laboratori artigianali tenuti da artigiani esperti, e l’istruzione formale tenuta invece da insegnanti che erano piu che altro artisti e personalità emergenti. Tra loro Kandinsky, Moholy- Nagy, Schlemmer e Klee. I loro insegnamenti ruotavano attorno agli aspetti principali del disegno. Uno dei corsi più importanti era il Vorkurs, un corso introduttivo della durata di 6 mesi. Il primo a tenerlo fu Itten fino al 1923 in cui verrà sostituito da Nagy. Col tempo una verità propria evoluzione della scuola che passa da artisti-artigiani ad artisti-designer. L’artigianato viene accontentato per un avvicinamento al design industriale. La differenza di prospettive è evidente dal confronto dei due manifesti della scuola:  Programma del 1919 di Lyonel Feininger  Manifesto della mostra del 1923 di Joost Schmidt Con il trasferimento a Dessau gli insegnamenti cambieranno diventando lavoro sulle tecniche di costruzione e lavoro sui prototipi industriali. Si adatta alle necessità industriali del periodo nonostante la prospettiva iniziale con cui si era formata. L’artista diventa sempre di più un conoscitore dei materiali compresi quelli industriali. L’arte va incontro alla tecnologia avvicinando all’ambito industriale.  Il bersaglio degli insegnamenti,1923 NAGY È un artista a tutto tondo che si interesso a diverse pratiche artistiche oltre la pittura. Scultura, fotografia, pittura, collage, fotomontaggi, e fotogrammi. Tra i suoi lavori spiccano le sue costruzioni in metallo e i suoi modulatori spazio- luce. Lavora con la luce e il movimento creando oggetti particolari, industriali. Creerà sculture cinetiche alimentate elettricamente in cui viene incorporato il suo interesse per la tecnologia, i nuovi materiali e soprattutto la luce che si divertirà a far interagire. Alcune hanno perfino un aspetto acustico perché gli interessava anche l’interazione della scultura con le persone, le loro voci e le loro ombre. Quasi a voler costruire una wagneriana opera d’arte con intendi fortemente sinestetici.  Nichel construction, 1921  Yellow Circle, 1921  Untitled (positive), 1922-24  Telephone picture EM2, 1922  Construction, Kestner portfolio 6, 1923  Light-space Modulator, 1930 GROPIUS È un architetto, figura centrale del movimento europeo di rinnovamento dell’architettura. La costruzione stessa della scuola nel 1925 rappresenta il suo capolavoro per la perfetta corrispondenza delle forme al tema pedagogico da lui perseguo. Vediamo nella scuola i principi di abitabilità, funzionalità, confortevolezza, utilità ma anche estetica. Si serve di ampie vetrate cosi che si potesse sempre guardare all’esterna in modo diretto verso la realtà esterna. 1937 a MONACO 1) GRANDE MOSTRA D’ARTE TEDESCA tenuta il 18 Luglio 1937, Hitler forni un resoconto sull’arte tedesca che dovesse essere tramandata. Chiarisce quale fosse la vera arte (quella monumentale di stampo neoclassico) screditando qualunque altra forma d’arte tra cui ovviamente l’arte moderna in tutte le sue manifestazioni. 2) MOSTRA DELL’ARTE DEGENERATA, aperta contemporaneamente insieme all’altra per mettere in luce quale fosse l’idea giusta di arte e quale fosse quella ‘degenerata’. Con degenerata si intendeva l’arte degli ebrei, afroamericana, primitiva e moderna. La cosa curiosa è che fu molto più visitata rispetto a qualunque altra mostra per la semplice natura umana e il suo interesse morboso per ciò che viene definito morboso, orrido e depravato. 3) ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI PARIGI, nasce con uno scopo pacifico in contrasto col clima del tempo ma ebbe un effetto opposto. I padiglioni dell’esposizione divennero un mezzo di competizione tra le fazioni nemiche. Ovviamente i padiglioni che crearono più scandalo furono quello sovietico e quello tedesco. Il PADIGLIONE SOVIETICO presento all’entrata una statua che avanzava che incarnava il nuovo eroe della storia con falce e martello. Nello stesso modo il PADIGLIONE TEDESCO rispondeva con una massa cubica che respingesse l’attacco ed un’aquila che guarda con superiorità esaltando la potenza dell’impero nazista. Si nota invece una nota modernista nel PADIGLIONE SPAGNOLO con la Guernica di Picasso che denunciava la brutalità delle barberie dei nazi fascista. ERNST Inizialmente dadaista, fonda insieme ad Harp il gruppo dada a Colonia finchè poi non approderà al surrealismo. Nella sua carriera uso molti mezzi come la pittura, incisione, scultura e vari metodi di disegno non convenzionali. Ha partecipato personalmente alla prima guerra mondiale e con la sua arte è riuscito bene ad esprimere le disfunzioni della mente e shock della società. Mette in discussione il concetto di identità frammentandola, in un atteggiamento tipicamente schizofrenico. Inizia con l’esplorazione dell’ inconscio addirittura precedendo il manifesto di Breton. L’inconscio è un tema principale essendo lui specializzato in psicologia degli ‘alienati’. Tra il 1919 e il 1920 si interessa anche ai disegni meccanici usando strumenti di stampa commerciale creando le sue immagini di ‘macchine antropomorfe’.  Aquis Submersus, 1919  Farewell ma beautiful land of Marie Laurencin, 1919  Trofeo iperrofico, 1919  Au rendez-vous des amis, 1922 Per permetter all’arte di manifestare le pulsione i moti psicosessuali Ernst utilizza due tecniche, quella del frottage e del grottage. Il compito dell’artista è proiettare ciò che si vede in lui diventando sia creatore che fruitore della sua opera.  La camera da letto del signore, 1920  Physiomythologisches diluvabild, 1920  The hai makes The Man, 1920  Edipo Re, 1922  Due bambini sono minacciati da un usignolo, 1924  Una settimana di bontà, 1934 MASSON Si affermerà come uno tra i primi veri surrealisti. Il suo surrealismo ci parla di una realtà primitiva, mitica che riscopre le pulsione e le passioni umane più profonde attraverso un interesse per la mitologia e i riti delle popolazione fuori dall’Europa. Un interesse che va a oltre a quella per l’inconscio, per il mondo dell’irrazionale. Sperimentò diverse tecniche di produzione artistica automatica, legata a fattori causali. Lui stesso infatti lavorava sotto effetti di droghe o digiuno o deprivazione del sonno per lavorare in uno stato di coscienza che gli permettesse di entrare in contatto con la realtà più intima dell’ inconscio.  La leggenda del granoturco, 1943  Sulle rive della noia, 1946  La terra, 1939  Alba a Montserrat, 1935  Il paesaggio delle meraviglie, 1935 MIRO’ Tra tutti è quello che si avvicinerà maggiormente all’ideologia di surrealismo come informe di Bataille. Con lui abbiamo l’automatismo sotto forma di pennellata che portano ai suoi ‘quadri di sogno’. I quadri di sogno sono oper che realizza fino ale 1925 circa e prendono questo nome da una delle sue opere più note, un tela con solo una macchia ciano: ‘questo è il colore dei mie sogni’. Fino al 27 si occuperà d lavori tra l’onirico e l’automatismo, quadri che sono finestre per l’inconscio. Con i suoi quadri di sono si parla di pittura calligrafica, le figure sono ridotte a stilizzazione perdendo completamente la loro pienezza diventando linee.  The Farm, 1921-22  Le Baiser, 1923  The Harlquin’s carnival, 1924-25 Dal 1927 Mirò parlerà di assassinare la pittura da parte sia, in una aggressione che nei confronti dello spettatore stesso. ‘Dipingevo con un assoluto disprezzo per la pittura, mi sentivo aggressivo, superiore’.  Corda, 1935  Personaggio I, 1935 DALI’ Un altro membro cardine del surrealismo, più giovane di Ernst. Vede il tempo nella maniera di Bergson, un tempo che non è quell oggettivo ma è un tempo interiore e soggettivo. Gli orologi dei suoi quadri si rifiutano di registrare il tempo ‘scientifico’ perché non è vero che ogni istante è uguale a quello precedente uguale per tutti.  La persistenza della memoria, 1931 MAGRITTE A differenza degli altri si pone in un atteggiamento molto più concettuale con le sue riflessioni linguistiche sul tema della rappresentazione. Il suo stile è altamente figurativo, per molti eccessivamente vicino all’arte commerciale (farà per molto tempo il grafico pubblicitario). In Magritte abbiamo una figura di arista che plagia se stesso, perfettamente in linea con la necessità di riproducibilità della società di massa, realizza anche cinque o sei copie dello stesso dipinto. I suoi dipinti sono realtà oniriche, spesso troviamo riflessioni sulla natura e sul rapporto del segno. Questo mercificare la propria arte (soprattutto in Dalì ) sarà molto criticato in quanto non in linea con l’ideologia di base del Surrealismo.  The treachery of images, 1929  La condition humane, 1933  The double secret, 1927  Golconda, 1953 GLI OGGETTI SURREALISTI Abbiamo visto due tipi di oggetti, il readymade e l’oggetto tribale. Entrambi possono essere concepiti in senso feticista venendo poi definiti come oggetti surrealisti. L’oggetto tribale viene investito di una forte carica pulsionale. Il fascino di questi oggetti sta nell’essere distanti dall’economia capitalista in quanto incapace di generare profitto di nessun tipo e vuotati di qualsiasi valore di scambio. Con il surrealismo vediamo la nascita anche del feticcio sessuale. L’oggetto surrealista concentra in sé una carica emotiva spaventosa, su di esso vengono investite energie psichiche e scaricate delle tensioni sessuali. Per Freud il feticcio è quell’oggetto che diventa surrogato del pene della madre, la cui mancanza una volta scoperta, è un evento traumatico per il figlio che inizia a soffrire l’angoscia della castrazione. Inizia quindi a cercare un surrogato fallico in altri oggetti. Il feticismo è però fortemente ambiguo perché porta con sé sentimenti sia rassicuranti che minacciosi.  L’enigma di Isidore Ducasse, 1920 Man Ray  Dono, 1921  Erotique voilee, 1933  Meret Oppenheim, 1933  Object for lunch, 1936 Meret Oppenheim  Ma gouvernante, ma nurse, mein kindermadchen, 1936 Il surrealismo si esprimerà ampiamente attraverso le mostre. La prima MOSTRA DEGLI OGGETTI SURREALISTI ALLA GALLERIA CHARLES RATTON DI PARIGI nel 1938 vede l’esposizione di opere di Giacometti, Picasso e della Oppenheim. Fu organizzata da Breton e Eluard. Il palazzo settecentesco verrà completamente riadattato per diventare un ambiente consono alla mostra surrealista. Duchamp sarà il curatore (generateur arbitre). È un tipo di esposizione che richiedeva allo spettatore di interagire attivamente per questo la mostra è del tutto originale. Anche la gerarchia e la realtà al suo interno è capovolta. All’entrata il Taxi piovoso di Dali, entrando ogni arista aveva un manichino che poteva personalizzare come preferiva. Una mostra che diventa un’esperienza attiva che capovolge completamente la vecchia tradizione di mostra. ESPRESSIONISMO ASTRATTO IN USA ANNI 1940- 1950 Con l’instaurarsi del regime nazista nel 1933 ci fu un’ondata migratoria di artisti surrealisti negli Stati Uniti. Il centro culturale artistico si sposto dall’Europa. Questi arrivi furono fondamentali anche se molti giovani artisti americani si erano già affermati. In quegli anni erano proprio le mostre a tenere vivo l’interesse per l’arte europea e saranno i molti a trarne ispirazione. Il surrealismo comunque stava giungendo alla fine perché mancava di novità, perfino Breton se ne rese conto e pensava che Matta fosse l’unico col potenziale. Da Matta l’Armenia Gorky prendrà gli spunti maggiori. GORKY Si forma sul lavoro del cubismo e Picasso spostando poi la sua attenzione su surrealismo e Mirò e poi Matta. Nel suo stile si riconosce subito l’automatismo pittorico, la gestualità automatica e un primo utilizzo di sgocciolatura. La sua arte muterà fino a quella che lì a poco sarebbe stato lo stile principale del periodo, l’espressionismo pittorico. Con la sua morte il surrealismo si può dire concluso.  Portrait of the artist and his mother, 1926-36  Garden in sochi, 1941 La natura dell’ espressionismo astratto è difficile da delineare in quanto i suoi artisti avevano percorsi molto individualisti. Sono convinti che l’arte sia qualcosa di soggettivo, che deve contraddistinguere la persona che la realizza e portarne la firma chiara ed inequivocabile, essi stessi facevano fatica a vedersi inserite in un gruppo. I maggiori esponenti furono Gottlieb, Baziotes, Motherwell, de Kooning, Rothko, Pollock e Still. La loro era un’arte molto personale, legata al loro vissuto e alla loro psiche emotiva. Una cosa che li avvicina molto era il nemico comune: le istituzioni artistiche americane che continuavano a dare attenzione solo al panorama europeo ignorando loro. È il primo fenomeno artistico tipicamente americano ad influenzare il resto del mondo che contribuì a spostare la capitale artistica da Parigi a New York. Il termine espressionismo astratto fu coniato per la prima volta per commentare un quadro di Kandinsky ma fu ripreso nel 1946 da Robert Coates per applicare all’arte americana di quel periodo. Il termine mette in evidenza due aspetti di tuta la corrente, il ruolo centrale dell’individualità dell’artista espressa tramite il gesto automatico e lo sviluppo di un linguaggio non figurativo. Fu usato in riferimento a quegli artisti della scuola di NewYork che avevano esposto nella mostra 9th Street Art Exhibition organizzata dal gallerista Leo Castelli nel 1951. Il movimento deve quindi il nome alla combinazione dell’intensità emotiva espressa tipica degli espressionisti tedeschi con l’estetica anti figurativa delle scuole di astrazione europee. Sono molti gli aspetti che hanno influenzato la nascita di questa corrente pittorica, l’arrivo dei maggiori esponenti del surrealismo, la psicoanalisi di Jung, l’interesse per la cultura e i miti degli indiani d’America, le memorabili mostre al MoMa del 36 ecc. Gli artisti puntarono sul gesto autobiografico, una sorta di firma che traduce la loro sensibilità. Verso il 1945 iniziano a formarsi due correnti distinte: l’action painting e la color field painting. 1. ACTION PAINTING La ‘corrente gestuale’ è la manifestazione tipica dell’ espressionismo astratto, interpreta l’ansia dell’artista di esistere e di esprimere il lato più spontaneo e istintivo della sua personalità. L’azione del dipingere corrisponde all’immedesimazione dell’artista con il dipinto. L’artista crea un dipinto senza basarsi ma un progetto ma lasciandosi trasportare dal formarsi del dipinto sulla tela. La tela è il campo da lotta per l’esistenza all’interno del quale l’artista si esprime mediante il proprio istinto e la propria energia motoria. La pittura diventa importante in quanto atto del dipingere più che per il risultato. Il rappresentante più importante di questo tipo di pittura è stato Jackson Pollock. POLLOCK Fondamentale per il suo lavoro il concetto psicoanalitico di inconscio e di automatismo che tradurrà in senso pittorico. Lui stesso afferma che nel realizzare i suoi dipinti non decidesse nulla anticamente ma entra in una sorta di trance dove si lascia guidare, come trasportare. È l’artista americano per eccellenza di questo periodo tanto che la rivista Life nel 49 chiese ai suoi lettori se fosse il miglior pittore vivente. I commenti ironici non mancarono ma la situazione cambiò con la mostra individuare alla galleria Betty Parsons di New York. I suoi quadri iniziarono a circolare in tutto il mondo e la sua figura d’artista emergente si affermò a livello internazionale. Con la diffusione dei suoi lavori, e anche dei filmati/foto in cui dipingeva (Namuth passerà molto tempo in sua compagnia), Pollock entra nell’immaginario collettivo come quello che danza sulle tele calpestandole e sgocciolando coi pennelli. Tendenzialmente per tutta la sua vita vivrà la battaglia tra astrattismo e figurazione, oscillando un po’ tra l due. 1. Anni 40, inizio anni 50 pittura con tratti figurativi anche se già tendenti all’astrattismo perche segnata dall’automatismo; ARTE INFORMALE In Europa tra gli anni 40 e 50 c’è confusione tra astrazione e figurazione, si sviluppa soprattutto l’arte informale. È l’equivalente europea dell’espressionismo astratto. Alberto Burri, medico di guerra, si troverà a realizzare la sua arte con i materiali con cui si trova a contatto tutti i giorni. La pittura non si deve limitare a colori ad olio su tela ma può essere pensata fatta con materiali veri e propri. Sarà una tendenza che interesserà soprattutto l’Italia con Burri e Fontana, la Francia con Debuffet e la Germania. BURRI L’arte di Burri è essenzialmente pauperizzazioni, basata su materiali recuperati e la suo originalità sta proprio nel trasformarli in opere artistiche.  Sacco, 1953  Rosso plastica, 1954  Ferro sp, 1961 FONTANA Con Fontana usiamo il termine informale perché non si vuole in alcun modo ricercare una forma, nelle sue tele più celebri il suo interesse va nella direzione del supporto pittorico e delle possibilità ulteriori dello stesso. Se Burri cercava l’isolamento Fontana è l’opposto. La sua fase più conosciuta è quella dello spazialismo, tornato dall’Argentina a Milano nel 1947 lancia il suo Manifesto dello Spazialismo. Dal 194 inizia coi lavori plastici sulla tela in cui usa forbici, taglierini punteruoli per bucare la tela con cui egli funge da connettore con lo Spazio Puro. Lo spazio di cui parla non è uno spazio neutro o astratto ma è lo spazio condiviso dall’opera e dal pubblico, uno spazio storico e sociale che deve essere attivato dallo spettatore. Vuole coinvolgere lo spettatore che non deve limitarsi ad una contemplazione passiva. Nel bucare la tela evoca la totalità dello spazio ambientale e ambisce ad abbattere le linee di demarcazione tradizionalmente attive nell’arte. Permise allo spazio tridimensionale di intromettersi in una superficie altrimenti bidimensionale.  Concetto spaziale, 1951  Attesa, 1960 L’ARTE INFORMALE DI DEBUFFET IN FRANCIA In un momento di tensione ed orrore con l’apertura dei campi di sterminio, artisti come Debuffet non affrontarono direttamente il problema. Apre una nuova strada per l’arte verso L’informale, l’antiistituzionale e antiaccademico per definizione, un’arte pura e spontanea, slegata da quella che prevede talento e abilità, un’arte che sia lo specchio della sensibilità più profonda di chi la realizza. L’ART BRUT è un tipo di espressione artistica che ispira alla produzione fuori dalla tradizione, alla outsider art, l’arte dei malati di mente, bambini, primitivi o carcerati. Brut perché appunto è grezza, materica e pastosa, realizzata con le mani. Ciò che voleva era non rientrare in alcuna convenzione proprio come i malati di mente (come Klee) con una creazione di disegni che negasse qualsiasi forma particolare. In un contesto postbellico in cui era necessaria una rinascita Debuffet non si affida a soluzioni metafisiche o trascendentali ma piuttosto propone una riabilitazione del basso di tutto ciò che per secoli era stato considerato negativamente. Per questo motivo le sue opere sembrano quasi create col fango e la terra. Ebbe molte critiche negative per questo suo approccio all’arte e per questo tentativo di abbassarla. Le intenzioni di Debuffet però erano quelle di riabilitazione non di distruzione.  Lever de lune aux fantomes, 1951  View of Paris, Life of pleasure, 1944  Archetypes, 1945  Body of a lady landscaped Ruddy and Garnet red, 1950  Stone of life, 1952  The Magician, 1954 MANZONI In quel periodo emergono i due maggiori teorici dell’estetica europea del dopoguerra: uno è Adorno e l’altro Debord. Essi rappresentano i poli attraverso cui vengono articolate l’estetica del trauma e l'impossibilità di rinnovare la continuità modernista. Questa polarità riflette sull’eredità dell'Olocausto da un lato e, dall’altro, sull'apparato dello spettacolo che inevitabilmente spazzerà via anche gli ultimi rimasugli di opposizione e di esenzione, di resistenza e di sovversione che l'avanguardia aveva rivendicato per sé. Adorno: obbligo gravoso di doversi confrontare con la vergogna, con un lacerante senso di colpa che porta molti artisti all’attrazione come sottrazione del sé dall’opera VS Debord: reazione al consumismo, partecipazione attiva, libertà dal lavoro. L’avanguardia si poteva solo arrende ASSEMBLAGE IN USA ANNI 1940- 1950 Mentre l’espressionismo astratto prende sempre più vita negli Stati Uniti, altri artisti iniziano a sperimentare nuovi modi di far arte facendo integrare elementi di realtà quotidiana nelle loro opere. Vediamo combinazioni di oggetti trovati, materiali industriali di scarto, da discarica ma anche di uso quotidiano, l’importante è che fossero tridimensionali. Vediamo anche un’evoluzione dei collage come li propose Picasso e del costruttivismo di Tatlin con le sue protoinstallazioni, per non parlare delle influenze dei readymade di Duchamp. La tecnica dell’ Assemblage diventa un modo per incarnare lo spirito del proprio tempo, quello degli oggetti di consumo di massa e dei mass media. RAUSCHENBERG Tra gli artisti più conosciuti per queste tecnica vediamo Rauschenberg che ha inventato il termine combines. I combines sono una sere di opere che combinano aspetti della pittura e della scultura, eliminando tutte le distinzioni tra queste categorie artistiche. Possono essere appese al muro ma anche essere indipendenti. Con l sua serie di combines Rauschenberg ha conferito un nuovo significato agli oggetti ordinari collocandoli nel contesto dell’arte. Alla base delle sue creazioni bisogna specificare che non ci fossero teorie specifiche ma piuttosto il bisogno di lavorare con materiali nuovi, tipici del suo periodo.  Combines, 1954- 62  Bed, 1955  Monogram, 1955- 59  Retroactive, 1963  Coca Cola plan, 1958  Target with plaster casts, 1955 JOHNS Il suo debutto fu unici, presentato alla galleria Leo Castelli quasi tutte le sue opere venner vendute mostrando come i gusti dei compratori d’arte stessero cambiando e si stessero adattando alla nuova società.  Flag, 1954- 1955  This is not a flag  Target with four faces, 1955 Steinberg è un teorico dell’arte fondamentale insieme a Greenberg e Rosemberg è tra i critici più in voga del periodo. Crede che non si possano più mantenere i criteri adoperati dagli altri due, l’arte e la pittura non può essere autoreferenziale ma deve dialogare con la vita e la quotidianità. Registra un fondamentale passaggio dalla natura alla cultura. L’arte deve far i conti della realtà in cui si trova. HAPPENING 1950- 1960 Sono una pratica nata negli Stati Uniti tra gli anni 50-60. Il termine è connesso alle idee musicali di JOHN CAGE, in quanto implica l’accettazione di quanto accade all’interno di un luogo e tempo prefissato. Si parla di eventi in cui una parte era stata decisa dall’artista ma lascando il libero arbitrio sul da farsi al pubblico (Kaprow). L’azione viene data dagli artisti ma prevede un coinvolgimento dello spettatore tanto da rendere difficile la distinzione tra gli uni e gli latri. KAPROW Arista e teorico fondamentale per questo movimento. Concepisce l'happening come la disponibilità del mondo in generale, e non solo con tutti i suoi oggetti ma come eventi che hanno un’estensione temporale, senza alcuna gerarchia e finalmente coinvolgendo tutti i sensi che l'uomo possiede. Di fatto i suoi primi dipinti sono creazioni di ambienti che lui ritiene estensioni nello spazio dell'arte di Pollock. L'apporto di John Cage è stato fondamenta, Kaprow si accorge che nei suoi action collage, dunque nelle prime costruzioni di ambienti, manca l'aspetto sonoro e si chiede in che modalità potesse introdurlo. Uno dei principi dell'arte compositiva di Cage e lasciare che i suoni siano, non intenderli, non provocarli, porsi come ascoltatore più che come produttore di suono. Questo fu fondamentale per Kaprow che in effetti fece lo stesso con i suoi happening lasciando che le cose accadessero senza programmarle conferendo una libertà, uno spazio d'azione notevoli agli spettatori. Il primo Happening completo fu 18 happenings in six parts alla Reuben Gallery nel 1959. La galleria era divisa in tre ambienti tramite dei pezzi di plastica, carta o in legno che ad inizio serata erano ancora puliti ma venivano poi utilizzati nel corso della stessa. Vi erano illuminazioni particolari, suoni elettronici e gli attori coinvolti mentre si esibivano pronunciavano parole senza senso.Gli attori erano sei, tre donne e tre uomini e facevano la loro performance nelle maniere più bizzarre, improvvisando più che altro. Lo spettatore non aveva idea di cosa stesse accadendo e più che altro vedeva solo visioni parziali ed isolate perché veniva invitato a cambiare spazio durante la performance. Lo spettatore quindi diventa parte dell'opera, coinvolto anch'esso nell'improvvisazione. POP ART IN AMERICA ANNI 60 Il movimento parte più tardi che in Inghilterra, le due figure principali di questo movimento sono state Roy Lichtenstein e Andy Warhol. Nonostante entrambi attribuiti alla pop art hanno due tipi diversi di rapporto con le figure. LICHTENSTEIN Sceglie come soggetti i personaggi dei fumetti, scarpe da tennis, palle da golf ecc, tutti oggetti che facevano parte della quotidianità degli americani. Fu subito non accettato positivamente, derivo dall’ espressionismo astratto perché le sue opere era piatte e prive di emozioni. Veniva inoltre accusato di copiare, di plagio e di contraffazione perchè ‘copiava’ delle immagini commerciali già esistenti, mancando di inventiva sua. In effetti copiava ma con una tecnica particolare: selezionava l’immagine, ci faceva qualche schizzo sopra, proiettava sulla tela il disegno e lo adattava al piano da disegno da occupare. Infine riempiva le figure di puntini BEN DAY, la tecnica che poi lo rese celebre. Utilizzava i puntini per avvicinarsi a come avrebbe stampato una stampante sfruttandoli anche per fare le ombre. Lui stesso affermava di non copiare, ma di appropriarsi di immagini commerciali per ‘ricomporle’, ‘risistemarle’ nella sua chiave, per esempio, a differenza di Warhol, cancellava i marchi. Lichtensteinizzava gli oggetti. La sua è un pittura modernista che voleva comunicare con gli oggetti del quotidiani, come proponeva in generale la pop art, con una tecnica figurativa che la pittura modernista aveva rifiutato, per Lichtenstein l’arte poteva trarre beneficio da userò scambio di forme, di questo mischiare l’alto con il basso, con ciò che è commerciale. Il punto forte della pop art è stata proprio la mimesi e di appropriazione della realtà umana perché si confronta con la società e la storia in cui nasce, abbandonando quella chiusura in se stessa tipica del modernismo formalista.  Look Mickey, 1961  Hot dog, 1963  Takka, takka, 1962  Drawing girl, 1961  Little big painting, 1965 ROSENQUIST  President elect, 1960/61  I love you with my Ford, 1961  The light that won’t fail, 1961 OLDENBURG Uno dei tempi principali è riprodurre oggetti di uso quotidiano con materiali soffici. Ha un passato per performativo (happenings), nato come un artista che ‘crea caos’ tramite performances ed happening.  Green gallery, 1962  Pastore case, 1961-2  7-up, 1961  Soft toilet, 1966  Floor cake, 1962  Roast beef, 1961  Ago, filo e nodo, 2000 a Milano ANDY WARHOL Dagli anni 60 fino agli anni 80 è stato l’emblema di un movimento culturale. Nato a Pittsburgh nel 1928, una cittadina noiosa che lo porterà a trasferirsi a New York dove otterrà il successo prima in ambito pubblicitario lavorando per importanti riviste come Vogue e nel 1960 inizierà con le sue prime opere d fumetti, simili a quelle di Lichtenstein. Gli anni d’oro della sua sperimentazione sono il 1962 e 1963 nei quali inizia con le sue lattine di zuppa e proseguirà con la sua iconica tecnica. Nel 1963 il suo studio si sposta sulla 47esima e diventa la famosissima Factory. Verrà spesso associato alla cultura CAMP: uso deliberato, consapevole e sofisticato del kitsch nell’arte, nell’abbigliamento e negli atteggiamenti, è un essere diversi e mettere un accento sulla propria diversità, accettando senza vergogna quello che si è. La cultura camp è al polo oppost rispetto alla cultura wasp (white, anglo, saxon, protestant) di cui era impregnata la sua città natale. La sua attività artistica non è tradizionale, gli ambiti in cui lavorerà saranno molti avendo capito lui come funzionasse il meccanismo della celebrità. 1. POLAROID Aveva l’abitudine di registrare l sua vita tramite polaroid e registratori. Documentava anche la realtà più banale e sarà il primo a utilizzarla e a renderla così celebre. 2. SERIGRAFIA Per ottenere le serigrafie usava una stoffa a trama molto fitta, vi stendeva un materiali isolante e toglieva con uno stelo il materiale stesso nei puntini in cui voleva creare il disegno, si otteneva così una parte permeabile ed una no. Dove aveva disegnato il colore di stampa sarebbe filtrato attraverso una compressione dando vita ad un disegno stampato. Usava pochi colori e margini netti, come se le figure fossero ritagliate a livello di silhouette. Somigliavano a cartelloni pubblicitari e permettevano la possibilità di ottenere multipli di qualità. In questa tecnica sta la differenza sostanziale con Lichtenstein, se lui manteneva un minimo di pittorico, Warhol era molto più vicino ai processi industriali. 3. Anno di svolta nel 1962: è l’anno in cui inizia a diffondersi una delle sue opere più emblematiche, Campbell’s soup can Gioca con il concetto di simulacro, cioè di immagine multipla senza un’originalità. Sceglie di riprodurre una delle immagini più presenti nella quotidianità americana, il suo desidero era quello di RITRARRE IL SOGGETTO DI MASSA. Per questo inizia con imagini serigrafiche, seriali, multiple di oggetti di consumo e di grandi celebrità. VOGLIO ESSERE UNA MACCHINA era la frase che ripeteva spesso come per dire che non volesse lasciare nessuna traccia di emotività nelle sue opere. Non sono readymade ma sono oggetti in cui è serigrafia l’immagine. Non gli interessa la realtà ma la moltiplicazione.  Cambell’s soup, 1962  Brillo box, 1964 4. ANONIMATO Negli anni 60 inoltre inizia a lavorare su materiale che evochi del trauma. Usa incidenti stradali, sedie elettriche e morti violente. La sua idea era che se mostrare in modo ripetitivo le foto di questi incidenti, potesse esorcizzarne l’effetto perché perde la sua capacità di sconvolgimento. Molte delle morti che vengon o ritratte sono quelle di morti senza nome perché cosi le perone si sentono sempre distanti perché un morto senza nome non fa mai realmente presa sull’ emotività di uno spettatore.  Ambulance disaster, 1963  Double Jackie, 1964 5. CELEBRITÀ Può evocare il soggetto di massa usando ciò che gli si offre come spettacolo. Non sceglie figure a caso ma morte piuttosto giovani con delle storie tormentate come Mailyn Monroe, Elvis e Brando.  Turquoise Marilyn, 1962  Marilyn Monroe’s lips, 1962  Triple Elvis, 1962 6. CHIUNQUE PUÒ GODERE DI QUINDICI MINUTI DI FAMA Secondo lui, chiunque può ottenere in quel mondo almeno 15 minuti di notorietà. Realizza per esempio un’opera che doveva essere esposta sulla facciata del State Pavillon. I soggetti erano 13 uomini ricercati, famosissimi per essere criminali. Divenne molto discusso come progetto e alla fine verrà coperto con della vernice argento. In questo senso chiunque poteva godere almeno di quindici minuti di fama, non per forza positiva.  Most wanted man, 1964 La sua Factory era un vero e proprio laboratorio di icone, soprattutto camp, che chiamava le sue superstar. Allo stesso tempo crea una rivista INTERVIEW nel 1969 in cui le grandi celebrità del tempo venivano intervistate in una maniera molto umana ed intima. 7. CINEMA Nella sua carriera si occuperà anche di cinema non narrativo, di carattere sperimentale. Nei suoi film faceva rientrare la vita, tutta quella della comunità omosessuale, in quel momento tormentata dalla piaga dell’AIDS e dell’eroina, e quella degli outsider.  Empire, 1964  Sleep, 1963  Screen tests, 1964- 1966 NOUVEAU REALISME IN FRANCIA Il 27 ottobre del 1960 il critico francese Pierre Restany convinse un gruppo di artisti riuniti in casa di Yves Klein a firmare un manifesto che consisteva in una singola frase: ‘I nouveaux realistes hanno preso coscienza della loro nuova identità collettiva. Realisme: nuova percezione del reale’. Gli otto firmatari erano Arman, Dufrene, Hains, Klein, Raysse, Spoerri, Tinguely e De la Villeglé. A cui si unirono successivamente Cesar, Christo, Deschamps, Rotella e Niki de Saint Phalle. Il nuovo realismo, dove il realismo è legato letteralmente all’utilizzo di oggetti di uso quotidiano. Il nouveau Realisme rientra tra le così dette neo avanguardie, il cui ruolo è stato quello di riprendere i meccanismi della forsennata produzione industriale e della cultura popolar per metterne in luce le contraddizioni. KLEIN  Monochrome blue sans titre, 1959  Anthropometrie sans titre TINGUELY Fa queste opere con macchine, alcune che si autodistruggono. Componente teatrale molto forte, con macchine che cadono a pezzi e si incendiano.  Homage to New York, 1960  The sorceress, 1961 ARMAN  Le plein, 1960  Violoncelle dans l’espace, 1967-68 SPOERRI  Kichka breakfast, 1960 CHRISTO  Paked cans, 1959-60  Packed armchair, 1965-5  Wall of oil barrels, 1962 NIKI DE SAINT PHALLE Si può definire la prima artista propriamente femminista. Alcuni lavori sono fatti sparando a oggetto, filmati per dare carattere perfomativo.  Tir, 1961  La mort du patriarche, 1962  Shooting picture, 1961  Han, 1974 POP ART IN ITALIA Mario Schifano è uno dei rappresentati fondamentali della pop art in Italia. Appassionato le studioso di nuove tecniche pittoriche fu uno dei primi ad usare il computer per creare opere riportando immagini dal computer alla tela. Mimmo Rotella tra il 1953- 54 comincia a prendere pezzi di affiches dai muri di Roma per assemblarli in un modo studiato, queste opere prendono il nome di decollages.  Marilyn, 1963 IN GERMANIA REALISMO CAPITALISTA Tra i principali artisti del periodo abbiamo Sigmar Polke. Cresciuto nella Germania dell’est si trasferirà nell’Ovest in cui si imbatte nel consumismo invadente dopo il boom economico. In parte era affascinato dalla decadenza materialistica ma allo stesso tempo la vedeva come una volgare forma di eccesso che esplorava nelle sue opere. Al contrario della pop art americana che esalta i l glamour del mono dei media, lui evidenzia i fallimenti intrinseci di questa realtà. Presenta una materia sporca, contaminata e non invitante come il lavoro di Lichtenstein per esempio.  The sausage eater, 1963  Modern art, 1968 Tra i grandi artisti tedeschi vi era anche Richter. In lui è fortemente riconosciuto il fatto di aver rifiutato quell’atteggiamento di silenzio riguardo i temi della Seconda Guerra Mondiale, nelle sue opere, fortemente legate alla fotografia, Richter ripercorrerà la storia. (Vedi dopo) Il termine povero deriva dal teatro povero di Grotowskj. È un movimento nato in Italia e teorizzato dal curatore Germano Celant, che sarà anche il curatore della loro prima mostra nel 1967 a Genova. Nello stesso anno pubblica il manifesto dell’arte povera: Appunti per una guerriglia. Viene riproposto il mito dell’arte che incontra la vita, esplorano le condizioni politiche e sociali del panorama in cui lavorano. Identificano la vita con l’arte. La prima mostra importante fu nel 1968 ad Amalfi, ‘Arte povera, azioni povere’. Il modello è molto vicino a quello dei situazionisti, mossi da una ideologi anticapitalista, Celant tende a dare un’immagine di uniformità ed omogeneità, presentando questo gruppo di artisti come portatori di un’ideologia politica radicale. Son artisti che non credono più alla separazione tra arte e vita, l’arte deve occuparsi dei problemi quotidiani, delle persone comuni, l’anti Greenberg e Fried per eccellenza. Le premesse sono antitecnologiche, antirazionaliste e antimoderne. Davano importanza all’elemento artigianale in opposizione al culto dell’oggetto industriale, in quello che diviene uno sfruttamento dell’obsolescenza programmata per reinvestire l’oggetto artigianale di un potere rinnovato, quello della memoria. Il primo testo, pubblicato su una rivista di arte contemporanea del periodo, Flash Art, con il sottotitolo “appunti per una guerriglia”, sostiene che la società produce e l’uomo consuma. Artista è ingranaggio del meccanismo dei consumi. Si trova ad essere un produttore. Per inventare è costretto a rubare da altri ambiti della società. Tono estremamente politico e sovversivo. Idea di povertà come asciuttezza, essenzialità.  KOUNELLIS Il suo operato insieme a quello di Merz e Pascoli definisce uno dei tratti tipici dell’arte povera, un’importanza riconsegnata all’oggetto artigianale.  Senza titolo, 1959  Senza titolo, 1967  Margherita con fiamma ossidrica al centro, 1967  Senza titolo, 1969 Cavalli nella galleria romana L’Attico  Porta murata con pietre, 1969 PISTOLETTO Pur criticando qualsiasi legame con la società dei consumi, molte produzioni si avvicinano al design. Pistoletto e di formazione pittorica, fa autoritratti su sfondi riflettenti.  Autoritratto oro\ argento, 1960  Uomo in piedi, 1962  Vietnam, 1962-65  Bottiglia per terra, 1962-3  Pozzo specchio, 1965-6  Letto, oggetto in meno, 1965-6  Metro cubo di infinito,1965-66  Venere degli stracci, 1967  Love difference, biennale di Venezia, 2003 Negli anni 90 fonda la fondazione Pistoletto, ha restaurato un vecchio edificio industriale abbandonato dove ospita artisti emergenti. LUCIANO FABRO Unico artista milanese del gruppo, crea una serie di legami con la cultura classica  Habitat 1962-81  In cubo, 1966  Allestimento teatrale, 1967  Italia, 1968  Piedi, 1968- 72 ALIGHIERI BOETTI MERZ Riflette sulla possibilità di far dialogare natura e cultura propone un play baci dalla cultura alla natura. È particolarmente conosciuto per i suoi Igloo, specie di rifiuti che ricordano le dimore inuit ma costruiti secondo una precisissima legge matematica. La sua poetica è sempre volta all’organico, alla vita.  Igloo di Giappone, 1968  Sit-in, 1968 PINO PASCALI In lui si nota la sua attitudine al gioco, allo scherzo, la sua vicinanza al mondo colorato e gioco che poteva essere quello delle scenografie delle pubblicità.  Labbra rosse, 1964  Cannone bella ciao, 1965  Mare, 1966  Decapitazione delle giraffe, 1968  Bachi da setola, 1968  Ponte, 1968  Trappola, 1968 FLUXUS Il termine stato coniato da George Maciunas, un artista lituano arrivato nel 48 negli Stati Uniti che afferma di averlo lasciato scegliere al caso con la tecnica del coltello. Emerge in un momento assolutamente cruciale per l’America, gli artisti intendevano liberarsi dal dominio dell’espressionismo astratto. Parte dal cosiddetto down town di Manhattan, a SoHo, Tribeca nel 1963. I Fluxus volevano eliminare l’autorialità individuale in arte per promuovere un’idea di soggettività collettiva, di intersoggetività. Il manifesto manifesta la volontà quasi vandalistica di eliminare la tradizione dell’arte alta, come un concetto morto e sepolto nella società dell’epoca. La critica è rivolta in particolare alle Avanguardie storiche europee. Parlano di se stessi come un ‘non movimento’, proponendo un abbattimento della barriera tra arte e vita: routine, quotidianità, tutto è arte e chiunque la può fare. Anche se Made in usa, sarà un movimento internazionale coinvolgendo artisti di origine straniera, oltre che moltissime donne. Pongono enfasi sull’aspetto comunitario, opere che non sono partorite da un’unica persona ma da molte, per negare l’ossessione tipicamente artistica dell’autorialità. Organizzano concerti, festival, performance musicali e teatrali in cui puntano sulla partecipazione diretta dello spettatore. Tutte le loro performance, ed opere in generale trasmettono un senso di melancolia e comicità che tende al grottesco. La loro idea è di non prendersi sul serio, non sono mossi dalle pretese del Modernismo, arte come scherzo, gioco e rompicapo.  Woking piece, Patterson  Solo for double bass, Patterson  Fluxus symphony orchestra  Cut piece, 1965 Yoko Ono  Vagina painting, 1965 Shigeko Kubota  Walk into the sea, 1963 Ben Lautier  Zen for film, 1964/5 Nam June Paik CRITICA ISTITUZIONALE Si parla di critica istituzionale nel momento in cui gli artisti mostrano interesse nel confutare i paradigmi della neutralità delle istituzioni museali che vogliono cambiare agendo dall’interno o tentano di minare dall’esterno. Si vuole ottenere nuove modalità di circolazione artistica, svincolando l’arte dagli interessi del capitale o che per lo meno non ci fosse ipocrisia e falsità. I musei potevano organizzare le proprie mostre grazie a privato che erano conness con i livelli più alti di economia come i Rockfeller, e di politica. Un gruppo di attivisti si riunirono a New York nel 1969 per promuovere i diritti degli artisti e sfidare l’istituzione artistica nell’attuazione di varie riforme. Il suo obiettivi era quello di far finire le discriminazioni dei musei, come far rappresentare più donne e neri. In molti si schierano anche contro altre situazioni come la guerra in Vietnam.  And babies? And babies, 1969 Protesta al MoMa nel 1969, manifesto di Frank Stella. Protesta con sparatoria finta con sacchi di blu sotto i vestiti per simulare una carneficina. In protesta soprattutto contro Rockfeller, complici della strage di civili ed innocenti che stava diventando la guerra in Vietnam. HANS HAACKE DANIEL BUREN LAND ART ANNI 60/70 È un movimento artistico diffuso principalmente in usa e Inghilterra. Il punto di partenza è sempre il minimalismo degli anni 60. Prende il nome da un film 1969 di Gerry Schum, il quale racchiude la storia e le opere di otto artisti americani che ci mostrano la loro opera. La novità di queste opere è che sono realizzate in luoghi all’aperto, rurali ben lontani da uno studio o dalla città in generale. È un ricongiungersi con la terra, proiettandosi in una realtà concreta e non in uno spazio chiuso come una galleria. C’è un rifiuti delle istituzioni artistiche. Interventi in ambienti che non potevano essere commericializzati e neppure le opere d conseguenza. HEIZER  Double negative, 1969/70  Replaced mass No.113, 1969  Monumental ‘city’ from different perspectives, 1999  Water strider, 1983/85 LONG  Circolo di pietre in Nepal WALTER DE MARIA  Lightining field, 1973 SMITHSON  Broken  Spiral jetty, 1970  Amarillo Ramp, 1973  Mirror TURRELL  Roden crater, 2000 CHRISTO Si spingerà ad impacchettare degli oggetti sempre più grandi ance volendo nascondere quelle cose che abbiamo sottocchio tutti i giorni.  Wrapped coast  Packed coast, 1968-9  The pont neuf wrapped, 1985 TROPICALIA È un’avanguardia brasiliana degli anni 60 che si sviluppa all’interno della controcultura brasiliana. Una controcultura è un movimento di protesta in cui ci si oppone allo statos quo. Spesso trovano una corrispondenza anche in movimenti artistici. È un movimento soprattutto legato a San Paolo e Rio. Il NEOCONCRETISMO fa sempre parte del gruppo Tropicalia ma è il termine che viene usato a livello internazionale . Il neoconcretismo nasce con lo scopo di superare il concretismo europeo proposto da artisti come Bill. Max Bill propone un modello rigoroso e progettato per cui venne invitato a tenere delle conferenze nel 1953 in entrambe le città che portano all’organizzazione di mostre di arte concreta che non ebbero l’effetto desiderato. Da tale fallimento nel 1959 nasce il neoconcretismo che nel suo manifesto critica fortemente ciò da cui si è appena distaccato. Si oppongono principalmente all’idea dei razionalisti concreti di concepire gli esseri umani come macchine. L’obiettivo primario era far saltare l’astrattismo geometrico dall’interno. Le figure centrali furono Lygia Clark e Helio Oiticica. CLARK  Bichos, 1960-64  Bozzolo OITICICA  Parangoles PERFORMANCE ART La dimensione performativa è presente in moltissime pratiche come gli happening, Gutai, nouveau Realisme etc. La performance è contenuto in così tante pratiche diverse che è opportuno usare il termine performance art per quelle situazioni in cui il soggetto e l’oggetto dell’opera è il corpo. Riguarda molti ambiti non solo quello artistico, come il teatro, la danza e il cabaret, il circo. L’attenzione è tutta concentrata sul corpo, il Si tratta di un femmage: un lavoro realizzato seguendo le tecniche delle ‘arti minori’ a cui le donne si sono sempre dedicate fin dal passato ma che non sono mai state riconosciute come arte. In questo caso si tratta di un lavoro di ricamo e ceramica. Ci sono artiste donne che si muovono con gli stessi presupposti ma che porgono una particolare attenzione ai media, a quale sia l’impatto dei media sulla percezione dell’immagine femminile. CINDY SHERMAN È un’artista e fotografa statunitense ed è tra i primi esempi di fotografai artistica postmoderna. In tutti i suoi lavori è sia fotografa che modella della foto, avviene una sovrapposizioni di ruoli. Attraverso i suoi lavori esamina il rapporto tra l’immagine mediatica e la personalità dell’individuo. La condizione stessa della personalità è costruita sulle immagini che i media ci offrono attraverso cui i tipi sociali vengono creati. Tra il 1988 e il 1990 realizza il progetto Untitled Film still, composto da 69 fotografie di piccole dimensioni che mostrano che mostrano sempre la stessa donna in scenari diversi ispirati dai film in bianco e nero degli anni Cinquanta e Sessanta. Queste foto mostrano come ogni ‘tipo’ femminile è facilmente riconoscibile grazie alla nostra familiarità con i codici di questo tipo di film. Questo progetto è la dimostrazione che la femminilità è il frutto di sovrapposizione di codici culturali e non una qualità naturalmente inerente alla donna.  Untitled film still, 1988-90 Nei suoi lavori indossa vestiti, acconciature e trucchi diversi modellando la sua figura, arrivando anche a giocare con la deformazione del volto per spingere ancora di più verso l’aspetto artificiale del cinema. BARBARA KRUGER Anche alla base del suo lavoro ci sono delle immagini mediatiche a cui aggiunge un testo tagliente per svelare l’immagine che cè dietro a quella stessa immagine. Nei suoi lavori troviamo messaggi rivolti da un femminile al maschile, di riappropriazione del proprio corpo e della propria identità, da donne ad altre donne per la rivendicazione dei propri diritti. I messaggi sono inaspettate e dirette riuscendo a rendere provocatoria un’immagine che apparentemente era innocua. Lavorando in pubblicità si appropria delle tecniche pubblicitarie per le sue creazioni, per esempio l’uso dei pochi colori.  You construct intricate rituals…, 1981  I will not become what I mean to you, 1987  A picture is worth more than a thousand words, 1987  We don’t need another hero, 1987  You are not yourself, 1984 ARTE E VIDEO - È una forma d’arte diversa dal cinema e dal cinema d’artista; - Fornisce una risposta alla TV, accusandola di rendere gli spettatori passivi; - Si diffonde sul mercato con l’immissione sul mercato di videocamere portatili come la Sony Portapack del 1965 e le videotapes. L’arte si intride con la tecnologia e rivela il lato tecnofilo di molti artisti dell’epoca. - La tecnologia video consente di vedere immagini in diretta, mediare la realtà in diretta; Uno degli artisti che lavora in modo più efficiente con la tecnologia video è Nam June Paik. Lui sottopone il mezzo televisivo a deformazioni di vario tipo, crea degli assemblaggi con essa, la rende interattiva facendo in modo che il pubblico interagisca con lo schermo. La sua figura viene associata al gruppo FLUXUS.  Participation TV, 1969  Magnet Tv, 1965 ANNI 80 PICTURE GENERATION Gruppo di artisti emersi alla fine degli anni 70. Nel 1977 Pictures, mostra a cura di Douglas Crimp a cui parteciparono artisti come Goldstein, Longo, Sherrie Levine ecc. questa generazione di artisti presenta degli elementi principali: - Appropriazione di immagini e frammenti soprattutto mediatici per dimostrare che dietro ci sono dei messaggi subliminali; - Attacco contro i concetti di autorialità, unicità e identità artistica - Assenza di un medium specifico; - Svelare il meccanismo di funzionamento dei media; - Largo uso di allegorie. - Riferimenti all’arte concettuale e anche alla pop art. Corrente molto importante in cui figurano artisti che sono diventati fondamentali per spiegare la nostra arte attuale, come Cindy Sherman, Barbara Kruger e Richard Prince. RICHARD PRINCE Anche lui si interessa delle convenzioni delle immagini pubblicitarie e di moda per ciò che rivelano della modellazione della soggettività. Parla di identità come immagini plasmate dalla rappresentazione mediatica. Lavorando in una biblioteca a catalogare periodici, raccoglierà un gran numero di immagini che gli saranno fondamentali per svelare uno dei meccanismi principali su cui si basa la comunicazione massmediatica: la ripetitività. POSTMODERNISMO SECONDA METÀ’ DEGLI ANNI 80 Il postmodernismo è un concetto, non un movimento artistico. Il termine è stato reso noto dal saggio di Fredericton Jameson, è un termine che assume due connotazioni opposto tra loro. - Per Jameson il postmodernismo è una nuova epoca culturale, lo definisce come la logica culturale del tardo capitalismo. È un nuovo momento della cultura che si relaziona ad una nuova fase del capitalismo (capitalismo avanzato o nerocapitalismo). - Per Jean Francois Lyotard, che ne parla nel suo La condizione postmoderna del 1979, il postmoderno designa la fine di tutte le narrazioni fatte sulla modernità. Nonostante opposte entrambe designano che il modernismo e l’età moderna è un’epoca conclusa. Per la definizione da dizionario il postmodernismo si caratterizza per una disincantata rilettura del storia, definitivamente sottratta ad ogni finalismo, per l’abbandono dei progetti per l’uomo, dando luogo sul versante creativo più che a uno stile, ad una sorta di estetica della citazione e del riuso, ironico e spregiudicato, del repertorio del passato. Quindi in arte con il postmodernismo non si elaborano novità assolute ma piuttosto si preferisce il citazionismo, inoltre vengono abbattute le barriere tra alto e basso in ambito estetico-artistico. Si può quindi introdurre il concetto di PASTICHE definite da Jameson come un’imitazione di una maschera, la pastiche è come la parodia, una pratica mimica ma priva di comicità. È come un parodia bianca. (Opera letteraria, artistica, musicale in cui l’autore ha imitato lo stile di un altro autore). GERARD RICHTER È un artista si serve di una pittura iperrealista ma mediata dalla fotografia. Inizia la sua attività artistica negli anni 60 e da subito capisce di essere contro tutte quelle correnti che volevano sembrare omettere la storia. Rifiuta questo silenzio e recupera una pittura (anche molto tradizionale da punto di vista formale) per trattatre i temi della Grande Storia. Si occuperà di trattare il pezzo di storia tedesca che va dal 1933 al 1945 fino ad arrivare ad anni più recenti come il ‘suicidio collettivo’ del gruppo Baader Meinhof (anticapitaisti) del 18 ottobre 1977. Ha un rapporto insolito con la pittura, cambiando stili in modo molto confusionario. Una delle sue più celebri opere è Atlas 1962-2013, in cui appunto come già detto, raccoglie immagini di avvenimenti storici, è una raccolta di fogli di immagini che costituiscono la base del suo lavoro, fa una specie di archivio, non necessariamente tematico, con cose che trova (cartoline, disegni, foto). Il concetto di base è che le immagini sono la nostra storia.  Baader Meinhof, 1988  October 18, 1977 man shot down 1, 1988  Confrontation 3, 1988  Funeral, 1988 NEO ESPRESSIONISMO Ci sono due tipologie contrapposte di posto modernismo: 1. POSTMODERNISMO NEOCONSERVATORE (NEO ESPRESSIONISMO): è un postmodernismo decisamente antimodernista, gli artisti che ne fanno parte intendono recuperare varie fasi della tradizione pittorica e scultorea. A livello ideologico possiamo associare questo postmodernismo al governo di Reagan (1984), un governo conservatore che proponeva un ritorno a valori della religione, della famiglia patriarcale e la tradizione in ambito culturale. Reagisce contro il modernismo, soprattutto l’astrazione, e ritorno alla figurazione. Opere dense di riferimenti alla tradizione artistica, con citazioni che spesso riducono a cliché. Il tratto principale è il PASTICHE. SALLE Riscopre un’interessante per una figurazione pittorica che secondo i criteri del pastiche, mescola stili diversi: mescola momenti diversi della sua vita con alcuni riferimenti a vari momenti della storia dell’arte.  Poverty is no disgrace, 1982  Lamp wick’s dilemma, 1989 SCHNABEL Ritorno alla pittura e alla scultura, lui ha un ruolo centrale in questo. L’artista emblema del postmodernismo neoconservatore.  St. Francis in ectasy, 1980  The exile, 1980 BASELITZ Fin dalle sue prime opere si è caratterizzato per l’uso di uno stile con materie dense, cromaticamente accese , e da una gestualità violenta. La pittura deve diventare il centro della cultura visiva, quindi qualsiasi pratic fotografica, legata al video o ad altri media è per lui inaccettabile. Nel 1963 organizza la mostra a Berlina ‘La grande notte nelle fogne’. Nel 65 si rivolse al tema degli eroi, uomini in piedi in paesaggi naturali. Disordine e frammentate figure devastate dalla guerra. Nel 69 inizia a dipingere i suoi soggetti a testa in giù per rallentare il suo progetto pittorico e la comprensione del motivo da parte dello spettatore.  Heroes, 1965/66  The Brucke chorus,1982 2. POSTMODERNISMO CRITICO O POSTSTRUTTURALISTA
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