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Appunti storia dell'arte contemporanea, Appunti di Storia dell'arte contemporanea

appunti di storia dell'arte contemporanea di Pinto

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Scarica Appunti storia dell'arte contemporanea e più Appunti in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! 28/01/2019 Ingres e Delacroix non sono contemporanei, quest’ultimo si forma nell’800, ma sintetizzano la bipolarità dell’Ottocento. Jacques-Louis David e Ingres sono testimoni della Rivoluzione francese, e sulla su questa scia si creare un movimento di ribellione al neoclassicismo. Il neoclassicismo all’inizio dell’Ottocento si presenta in modo perplesso, legato alla vettura coloniale l’arte si innamora dell’esotismo, punto in comune con il romanticismo. Delacroix fa pure dei viaggi alla ricerca dell’esoterismo. Honour pensa che la divisione in categorie sia fallace. Delacroix si mette a raccontare la storia, non il mito; gli altri autori lo fanno pure, ma in modo bloccato e tutto riconducibile ad elementi classici (es. David ed Ingres) Eugène Delacroix “Il 28 di luglio: Libertà che libera il popolo”, 1830. Olio su tela, 260 x 325 cm. Louvre Parigi. È un salto per la classicità per via del suo modo di raccontare la storia. Sembra quasi fotogiornalismo che racconta la realtà. “Quando Delaceoix, nel 1830, dipinse i giorni della rivoluzione di Luglio come allegoria nella Libertà che guida il popolo TAVOLA A COLORI 20, egli fu capace d’orchestrare il tutto in modo convincente, sia come simbolo ideale retorico di libertà che come resoconto giornalistico degli scontri nelle strade fra i civili, morti e vivi, in costume contemporaneo, in un ambiente moderno parigino. Ma, nel 1848, l’anno delle rivoluzioni non solo a Parigi, ma in tutta l’Europa, da Berlino a Palermo, questa unione di allegoria tradizionale e di documento da reportage, sembrava messa da parte, come se nuovi fatti, soverchianti, dell’esperienza dell’Ottocento avessero, per sempre, relegato il linguaggio astratto dei simboli classici, in un mondo anacronistico e vacuo dove l’aria era così pura che non poteva sostenere la vita.” Armand Cambon, La République, 1848. Olio su tela 73 x 53 cm. Mountaban, Musée Ingres. Jean-Louis-Ernest Meissonier, “The Barricade in Rue Mortellerie, June 1848”, 1849. (esposto al salone del 1850-1) Olio su tela 29,2 x 22,2 cm, Louvre, Parigi. Riguarda delle sommosse in tutta l’Europa. Ciò che raccontava Delacroix lo fa pure Meissonier, ma in questo ci sono solo degli uomini morti. Introduce così la categoria del realismo. La coscienza storica a base del realismo. “Il realismo intendeva dare del mondo reale una rappresentazione fedele, oggettiva e imparziale, fondata sulla meticolosa osservazione della vita contemporanea. Una causa primaria della confusione che circonda la nozione di realismo è il suo ambiguo rapporto col concetto quanto mai problematico di realtà. Il luogo comune che il realismo dia uno stile trasparente, un «non stile», un semplice simulacro o riflesso della realtà visiva, costituisce un impedimento alla sua comprensione come fenomeno storico e stilistico.” Da una parte c’è in quel periodo il partito comunista, ma dell’altro nasce la fotografia, che di da un’idea più limpida del dove e del quando. Un’idea di connessione tra storia e competenza ce la danno due autori che danno le basi del realismo: Millet e Courbet. Dominano la seconda parte dell’Ottocento. La guerra è in casa, a Parigi, e sono i cittadini a doverla combattere, e questo porta ad avere una visione delle cose predominante; la soggettività iniziata col Romanticismo qua spalanca le porte. “Courbet dichiarava nel 1861 che <la pittura è un’arte essenzialmente concreta e può consistere solo nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti. È un linguaggio interamente fisico, che ha per vocaboli tutti gli oggetti visibili; un oggetto astratto, invisibile, che non esiste, è estraneo all’ambito della pittura>.” Millet ha della coerenza nella sua pittura con i precedenti autori. Jean-François Millet, Le semeur, 1865. Pastel et crayon de bois sur papier, 1865, 47 x 37.5 cm, Clark Art Institute Jean-François Millet, Il seminatore, 1850. Olio su tela 82,6 x 101,6 cm. Museum of Fine Arts, Boston. Millet, La spolatura del grano 1848. Olio su tela 140,7 x 72 cm. National Gallery, Londra Le ultime due opere se le estrapolassimo dal loro contesto rientrerebbero nei canoni della scuola di quel tempo. La sua trasgressione sta nel fatto che ha come soggetti i contadini nelle loro vesti e al loro lavoro. La battaglia di Milliet è stata quella di rendere reali questi contadini. Jean-François Millet, Le spigolatrici 1857. Olio su tela 83,5 x 110 cm. Musée d'Orsay, Parigi Le spigolatrici sono in basso nella catena di lavoro, ma Millet cerca di renderle monumentali in questa opera. Jean-François Millet, L'Angelus, 1858-1859. Olio su tela 55,5 x 66 cm. Musée d'Orsay. Nelle figure c’è una dignità che non si era mai vista in altre opere precedenti, Millet mette i protagonisti in una posizione che possiamo comprendere. Courbet è, invece, il rovescio della medaglio, questo lo porta a guardare la città nelle sue parti più profonde. È una persona molto narcisistica. Gustave Courbet, Autoritratto con cane, 1841. Olio su tela, 44 x 54 cm. Musée du Petite Palais, Parigi Uomo disperato (autoritratto), 1843-45 Olio su tela 45 x 55 cm. Collezione privata Prende come modelli persona che lo circonda lo fa con un’intimità, si nota dall’abito alzato di una delle due donne. Il pubblico del Salon lo accusò di aver usato donne di facili costumi, era qualcosa di sconveniente da non far vedere in un salon. Fece degli studi precedenti. Gustave Courbet, Studio per les Demoiselles des bords de la Seine, 1856. Olio su tela, 174 x 206 cm, Galerie National, Prague Gustave Courbet, Studio per les Demoiselles des bords de la Seine, 1856. Olio su tela, 64,6 x 81,2 cm. Sydney, National Gallery of Australia. La mostra più importante è l’Expo. A Parigi nel 1855 per la prima volta vi è un padiglione interamente per le belle arti. Prima volta che Courbet prende un padiglione isolato da tutti gli altri, in modo così sfacciato. In qualche modo voleva rappresentare la frattura con il passato. “Il titolo di realista mi è stato imposto come fu imposto agli uomini del 1830 il titolo di romantici. Ma i titoli, in qualunque epoca, non hanno mai dato un’idea giusta delle cose; se fosse altrimenti le opere sarebbero superflue […] Io ho studiato, al di fuori di ogni sistematicità e senza partito preso l’arte degli antichi e dei moderni, non ha però inteso imitare gli uni né copiare gli altri; e non ho nemmeno pensato di arrivare allo scopo ozioso dell’arte per l’arte. No! Ho semplicemente voluto attingere alla conoscenza intera della tradizione il sentimento ragionato e indipendente della mia propria individualità. Sapere per potere: questa è stata la mia idea. Essere in grado di tradurre i costumi, le idee, l’aspetto della mia epoca secondo il mio giudizio, essere non soltanto un pittore ma un uomo, in una parola fare dell’arte viva, ecco il mio scopo.” Dal catalogo del Pavilion du Réalisme Sempre di più l’artista scopre di essere partecipe dell’intellettualità. Thomas Couture, La Peinture Réaliste, 1865. Olio su pannello 56 x 45 cm. National Gallery of Ireland, Dublino. Qui vi è un Couture molto tradizionale. Fa questo quadro su come la scuola vedeva la pittura di quell’epoca. il pittore dipinge la testa di un maiale, la forma più bassa di spiritualità, come se cercasse di far emergere gli aspetti più negativi dell’umanità. Courbet cerca di rispondere alle critiche con la pittura. Lettera di Courbet a Champfleury, autunno 1854: "Mio caro amico, Malgrado io tenda all'ipocondria, eccomi impegnato nella realizzazione di un quadro dalle enormi dimensioni che misura 20 piedi di lunghezza e 12 di altezza, forse ancor più grande del Funerale il che dimostrerà che io non sono ancora morto e nemmeno il realismo, poiché proprio di realismo si tratta. (...) È la società in tutti i suoi strati, alto, basso, medio. In poche parole, è il mio modo di vedere la società con i suoi interessi e le sue passioni. È il mondo che viene a farsi dipingere da me. (...)" L'atelier del pittore. Allegoria reale che fissa una fase di sette anni della mia vita artistica e morale, 1854-55. Olio su tela, 359 x 598 cm. Musée d'Orsay, Parigi È una sorta di contraddizione. C’è una fascia bassa molto definita, e una alta poco definita. Ci sono tre gruppi. È quasi un’allegoria del presente, far vedere come rappresentare il mondo così allegori. Si concentra molto sul quadro. L’artista prende come soggetto il suo atelier, come protagonista sé stesso. La modella incarna un po' la tradizione, sta lo ad assistere, insieme ad un bambino. Dietro il quadro c’è una sorta di manichino, che sembra una scena del passato (superata). Nella parte sinistra ci sono le figure del mondo in cui vive, soffocati da qualcosa, dalla religione, economia, qualcosa che gli chiude gli occhi. Nella parte a destra ci sono le persone che circondano Courbet, sono gli intellettuali dell’epoca. c’è un bambino che disegna, corrispettivo dell’altro bambino. Sembra interrogare lo spettatore. “Gli storici hanno, inevitabilmente, tentato di decifrare tutto ciò e anche molto di più del messaggio allegorico promesso nel sottotitolo, Una allegoria Reale; ed entrambe le parti e il tutto, sono stati visti come una sorta di rebus. In effetti, ogni cosa invita a una analisi simbolica. In primo piano, a sinistra, una natura morta di cappello piumato, spadino e chitarra è un’allusione alle bardature eccessive del Romanticismo? Potrebbe il trio di uomini con fucile, sullo sfondo, con un cappello di pelo, una falce, rappresentare i capi delle insurrezioni rivoluzionarie in Italia, Ungheria e Polonia? Può, il modello che posa come un martire cristiano, significare non solo la disillusione dei soggetti ideali e soprannaturali ma del suo stesso ruolo, come un nuovo messia laico che rimpiazza queste false tradizioni? Nell’insieme, è stato interpretato come un gigantesco criptogramma che può essere decodificato leggendolo, da un lato, in relazione alla dottrina utopica di Fourier o, da un altro, come decifrabile unicamente nel contesto dei rituali esoterici e simbolici della Massoneria, il che vorrebbe significare che Courbet stesso è stato iniziato al Tempio Massone. Ma qualsiasi possa essere la nuova lettura oggettiva più plausibile, è il genio soggettivo di questo dipinto che dura” Dal Rosenblum, p.223 Frédéric Bazille, L'Atelier de la rue de la Condamine, 1870. Olio su tela 98 x 128,5 cm. Musée d'Orsay, Parigi. Henri Fantin-Latour, Un atelier aux Batignolles, 1870. Olio su tela 204 x 273,5 cm. Musée d'Orsay, Parigi. Fino agli anni 90 dipinge artisti intorno a qualcosa. Henri Fantin-Latour, Homage to Delacroix, 1864. Olio su tela 160 x 250 cm. Musée d'Orsay, Parigi. Fa un omaggio a Delacroix. Tutto l’espressionismo gioca sull’artista che dipinge. Edouard Manet, Claude Monet nella sua barca, 1874. Olio su tela, 87 x 105 cm. Neue Pinakothek, Munich Pierre-Auguste Renoir, Monet che dipinge nel suo giardino di Argenteuil, 1873. Olio su tela, 46,7 x 59,7 cm. Wadsworth Atheneum Museum of Art, Haruord Il realismo non ha surclassato il romanticismo Ingres Jean-Auguste Dominique, Bagno turco, 1862. Olio su tavola, 108 cm diametro, Musée du Louvre Eugène Delacroix, Zuffa di cavalli arabi in scuderia, 1860. Olio su tela 76,5 x 98 cm, Musée du Louvre Jean-Léon Gérôme, Pollice Verso, 1872. Olio su tela, 96,5 x 149,2 cm. Phoenix Art Museum (Arizona) Artista disprezzato tutto l’Ottocento. Pittura molto fotografica, ma molto tradizionale. È stato rivalutato per alcuni aspetti, riesce a rispecchiare una storia facendo molte foto e dipingendole. Jean-Léon Gérôme, La morte di Cesare, 1859. Olio su tela 85,4 x 146 cm. Walters Art Gallery, Baltimora. Il mercato degli schiavi, 1866 c. Olio su tela 84.8 × 63.5 cm. Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown (Mass.). Jean-Léon Gérôme, L’incantatore di serpenti, 1879. Olio su tela 82,2 x 121 cm. Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown Pierre Puvis de Chavannes, Massilia. Colonia Greca, 1869 (esposto al Salon in tale data). Olio su tela 426,7 x 568,9 cm. Musée des Beaux-Arts, Marsiglia. abbandona il neoclassicismo un po' chiuso, è quasi come un vecchio dipinto. Non fa un’imitazione del neoclassicismo. Lo hanno definito un quadro primitivista, dimenticare la storia del 800 e torna a qualcosa di più semplice. Gustave Courbet, L'origine del mondo, 1866. Olio su tela, 46 x 55 cm. Musée d'Orsay, Parigi. Fatto per una visita privata. Omaggio alla donna. Il corpo femminile è alla base della pittura ottocentesca. Non ha precedenti il fatto di togliere personalità al corpo, non è una venere. Tiziano, Venere di Urbino, 1538. Olio su tela 119 x 165 cm. Galleria degli Uffizi, Firenze Francisco Goya, La maja desnduda, 1800. Olio su tela 95 x 190 cm. Museo del Prado Madrid. Masson aveva fatto una copertura per il quadro. André Masson, Copertura per l’Origine du Monde di Courbet, 1955 “Per alcuni, Manet era il pittore più puro che fosse mai vissuto, totalmente disinteressato nei suoi soggetti, eccetto che come pretesti neutri di un contrasto, di luce e ombra, o di macchie di lilla o di giallo limone, per altri, Manet costruì criptogramma simbolici nei quali ogni cosa, da un’orchidea ad una gru, ad un pallone franto, poteva essere decifrato in un modo provato ma comprensibile. Per alcuni, Manet fu essenzialmente l’ultimo grande vecchio maestro, radicato in una miriade di riferimenti storico-artistici. per alcuni, Manet fu un pittore tecnicamente debole, incapace di coerenza compositiva e spaziale. Secondo altri, furono precisamente questi ‘difetti’ a facilitare il suo contributo intenzionale alla rifondazione drastica della struttura pittorica. Come accade spesso, con geni della statura di Manet, quasi tutti questi punti contraddittori possono essere discussi con validità, l’unica cosa certa è che le future generazioni avanzeranno altre opinioni.” Le Déjeuner sur l'herbe, 1863. Olio su tela, 208 x 264 cm. Musée d'Orsay, Parigi. Divenne la principale attrazione del Salon Refusèes. Il soggetto è abbastanza strano: due fratelli, una donna nuda e un’altra con la vestaglia. Fa riferimento a due opere:  Tiziano, Il concerto campestre, 1510. Olio su tela 118 x 138 cm. Musée du Louvre Parigi;  Raimondi Marcantonio, da un disegno di Raffaello, Il giudizio di Paride, 1515 ca. Incisione 36,8 x 28,7 cm. Questi due quadri sono mitologici quindi è legittima la donna nuda, perché non è qualcosa di terreno, è la perfezione. Nella colazione è solo una donna, non è la perfezione. Il secondo scandalo è la sciatteria secondo l’accademia. La mano è ben fatta, mentre tutto intorno è molto provvisorio, tranne la cesta frutta. “E, come il critico ostile Castagnary sottolineò, ‘non ci sono dettali nelle sue forme finali precise e rigorose… Io vedo dita senza ossa e teste senza crani. Io vedo basette dipinte come due strisce di stoffa nera incollate alle guance’. Inoltre, lo spazio dietro alle figure in pirmo piano, smebra che si muova verso di noi, così che la figura più piccola che sta guadando nella parte arta della composizione a triangolo, sembra quasi che raggiunga e tocchi la mano aperta in primo piano. Invero, più noi guardiamo questo dipinto e più la coerenza insita nelle sue fonti sparisce.” Ha smosso la generazione successiva, sono tutti artisti che hanno preso come spunto questo quadro. Il suo realismo era molto coerente, ma non molto diverso da Courbet o Millet. Claude Monet, Le Déjeuner sur l'herbe, 1865-66. Olio su tela 240 x 217 cm. (frammento centrale) Musée d'Orsay, Parigi. Jacques Josef (James) Tissot, Le Déjeuner sur l’herbe, 1865-8. Olio su tela 30 x 52 cm. Festa, 1876 circa Olio su tela 76 x 99 cm Realtà Édouard Manet, Olympia, 1863. Olio su tela, 130.5 x 190 cm. Musée d'Orsay, Paris Altro scandalo, mette in difficoltà diverse persone. Si tratta di una prostituta. Vi è il fatto che c’è una donna di colore con un mazzo di fiori ricevuto da qualcuno, c’è anche un gatto nero. Tutto ci riporta a un bordello. Lo scandalo stava nell’atteggiamento della donna, non si vergogna di questo, e lei che domina la scena. In quel periodo c’era una pittura da nascondere. La sua mano è sul suo sesso, è lei che decide chi. Una sorta di contropotere, una prostituta che decideva chi entrasse. Ne fecero una caricatura su una rivista. Bertall, Passeggiata al Salon del 1865. Caricatura dell’Olympia di Manet. «Le Journal Amusant» 27 maggio 1865 Alexandre Cabanel, La nascita di Venere, 1863. Olio su tela 130 x 225 cm. Parigi Musée d’Orsay Questa non faceva scandalo, una donna che si dona in questo modo era accettabile (carattere lascivo), era molto più seducente all’occhio maschile. Ingres Jean-Auguste Dominique, La Grande Odalisque; 1814. Olio su tela, 91 x 162 cm Louvre , Parigi Tiziano, Venere di Urbino, 1538. Olio su tela 119 x 165 cm. Galleria degli Uffizi, Firenze Si può definire la sua precedente. Non c’è niente di prevaricante. -Francisco Goya, La maja desnduda, 1800. Olio su tela 95 x 190 cm. Museo del Prado Madrid. -Édouard Manet, studio dalla Venere di Urbino, 1856. Olio su tela 24 x 37 cm. Collezione privata Édouard Manet, Cristo deriso, 1865. Olio su tela 191 x 143 cm. The Art Institute, Chicago Tocca temi religiosi. Cambiare il linguaggio pittorico confonde lo spettatore. C’è una frattura. Paul Cézanne, Una moderna Olympia, 1873-4. Olio su tela 46 x 55 cm. Parigi Musée d’Orsay. C’è una bottiglia di liquore. È un borghese, si intravede dal cappello. Édouard Manet, Il funerale, 1867. Olio su tela 72,7 x 90,5 cm. Metropolitan Museum, New York Si accentuano il vuoto, ma anche l’episodio è importante (il funerale di Baudelaire). È come se sentisse il vuoto e lo accentuasse. Édouard Manet, Le fifre, 1866. Olio su tela 160 x 97 cm. Musée d'Orsay, Parigi Ricorda la pittura spagnola. L’ombra è solo iniziate non completa. La pittura di Manet si evolve a una realtà che va oltre le figure. Manet scrive nel 1865 da Madrid: “Velászquez da solo vale il viaggio. È il pittore dei pittori, non mi ha stupito, ma rapito […] Presso di lui ho trovato la realizzazione del mio ideale in pittura; la vista di questi capolavori mi ha dato grande speranza e piena fiducia” Édouard Manet, L’esposizione universale, 1867. Olio su tela 108 x 196,5 cm. Nastionalgalleriet, Oslo. Nella scena metta il pallone per ricordare la realtà. “Nel 1867, al tempo della seconda Esposizione Mondiale di Parigi, Manet invece di esporre al Salon, seguì l’esempio di Courbet del 1855 e organizzò, a sue proprie spese, un padiglione dove egli mostrò circa 50 dipinti. Nella prefazione al catalogo, forse scritta con l’aiuto di Zola, Manet scrive di sé stesso con il distacco prevedibile della terza persona, e spiega, di fatto, che l’artista contemporaneo non vuole protestare, ma ‘è la sincerità che dà all’opera il carattere di una protesta, mentre il pittore vuole solo esprimere la propria impressione’. Egli spiega anche che la cosa più importante, per un artista, è di esporre, perché ‘dopo che si guarda qualche cosa per un po' di tempo, ciò che prima ci sorprendeva o perfino ci scandalizzava, diventa poi familiare’. Con tali commenti, Manet vano incontrare molti pittori dell’Ottocento e del Novecento che volevano sperimentare qualche cosa di nuovo, e si trovarono costretti a dipingere in un modo inconsueto che strideva contro le convenzioni accettate, e che, spesso scoprirono, dopo anni e decenni, che la loro arte, inizialmente oscura, sarebbe stata assorbita in tradizioni compressibili. Al Salon del 1881, persino l’ultraconservatore Cabanel avrebbe riconosciuto, ufficialmente, il genio di Manet accordandogli la medaglia di seconda classe”. Édouard Manet, il balcone, 1868-9. Olio su tela 170 x 125 cm. Musée d'Orsay, Parigi Spicca un'altra modella sempre usata da lui e prende d’ispirazione Majas on a Balcony, attribuito a Goya. 1810 Olio su tela 195 x 126 cm. Metropolitan Museum New York Pur rifacendosi molto a Goya non lo nomina mai. Édouard Manet, Ritratto di Berthe Morisot, 1872. Olio su tela 55 x 38 cm. Musée d'Orsay, Parigi È la cognata di Manet Édouard Manet, Il riposo, 1870. Olio su tela 148 x 113 cm. Museum of Art, Providence È la figura che riprende più spesso. Édouard Manet, La colazione nello studio, 1868. Olio su tela 118 x 153 cm. Neue Pinakothek, Monaco. Altra figura che ricompare sempre è il figlio. I due personaggi nella scena hanno stili diversi a sottolineare il fatto che sono nella stessa stanza ma su piano diversi. Manet riempie i quadri con persone a lui care, e si può fare una seconda lettura. Édouard Manet, Emile Zola, 1868. Olio su tela 146,5 x 114 cm. Musée d'Orsay, Parigi. In alto a destra c’è una citazione, c’è un quadro di Velasquez, uno di Olympia e c’è una stampa giapponese. C’è anche un paravemento giapponese. Il soggetto ha in mano un libro. Francesca Castellani in: “Manet e le origini dell’Impressionismo”: “<Prima di giudicare gli artisti ammessi, mi sembra bene giudicare i giudici>, così apre l’articolo sulle pagine dell’<Evénement>, ed è un irreversibile capovolgimento di fronte. A stretto giro, il 4 maggio, il critico prepara il terreno di scontro annunciando la visita all’atelier di Manet, e il 7 maggio esce il resoconto, orchestrato sulla descrizione di Le Fifre: <Su un fondo grigio e luminoso si staglia il piccolo musicista, in tenuta modesta, pantaloni rossi e berretto da polizia. Soffia nel suo strumento, si presenta di faccia. Dicendo prima che il talento del signor Manet è fatto di giustezza e semplicità, mi ricordavo soprattutto dell’impressione che mi ha lasciato questa tela. Non credo sia possibile ottenere un effetto più potente con mezzi meno complicati>. E ancora: <il posto del signor Manet è al Louvre […] è impossibile – impossibile, capite – che Manet non abbia un giorno il suo trionfo>. Il dibattito sull’artista cambia così di segno, passando dall’isolamento e dall’ ‘umor nero’ baudelairiano ai valori obiettivi del naturalismo nascente.” Édouard Manet, L'esecuzione di Massimiliano, 1868. Olio su tela 252 x 305 cm. Städtische Kunsthalle, Mannheim Avvenimenti accaduti in Messico. Riferimento al Francisco Goya, El tres de Mayo, 1814. Olio su tela 268 × 347 cm. Museo del Prado. Non si vedono in volto quelli che sparano. Manet almeno uno lo mostra di faccia. Édouard Manet, Un quadro che ha influenzato. Nasce come una critica feroce nei confronti di un movimento che tirano fuori il senso della critica e lo invertono. Questa idea di impressione la fa sua Monet. “La casa dell’impiccato” Se guardiano nel 63 un quadro di Cezzane ha delle caratteristiche molto diverse da altri. Quello di prima è quasi visto socchiudendo gli occhi, mentre quello di Cezzane è quasi statico, fatto di volumi che prendono spazio, l’incrocio delle strade. È svuotato di tempo senza presenza umana e di natura, come se si fosse ghiacciato. “L’orchestra dell’Opera” Degas tutti i suoi quadri sono interni e spesso con luci orbitali, un po' il contrario di quello che si dice l’impressionismo. “les roboteurs de parquet” Era un artista che inizialmente era importante come finanziatore, poi faceva questi tipi di quadri scandalosi per il tempo. Il proletariato che lavora, quelli infondo alla scala sociale, sono visti quasi come un quadro realista, ma a differenza c’è uno sguardo dal basso verso l’alto, il taglio fotografico, quasi sfacciato. È una pittura borghese, che osserva e che ha il tempo anche di osservare. C’è un atteggiamento di gustarsi lo sguardo, dare attenzione a quello che sta succedendo, ed esserne compiaciuti. “La culla” O sono questi due personaggi famosi, o non saprebbero dentro al quadro. C’è quasi lo sbirciare un momento di riposo. “dans la salle à manger” Presa a metà del compito di rimettere a posto la casa. Morisot va un po' copiando, si trova in una situazione di grandi contatti di artisti. Conquistare lo spazio e mettere lo spettatore dentro è l’obbiettivo dei pittori del Novecento. Monet è quello che lo fa in maniera più radicale. “Impression, soleil levant” Tre quadri con la parola impressionismo. Il più famoso, parla di pittura di impression, gioca sul fatto che un quadro del genere è un quadro a cui il pittore da piccoli colpi che poi va a delineare. Oltre l’impressione, che viene condotta da questa parla centrale dagli artisti, l’altra parola importante è la sensazione, ciò che sentiamo, di riportare allo sguardo che coinvolge a 360 gradi la persona. “le printemps” Due sono le fonti di un certo tipo di pittura che possiamo vedere nel passato: una data da una seria di paesaggisti, uno importante è Doubigny, se andiamo a vedere i suoi quadri infondo possono avere ispirati alcuni artisti impressionisti, la sua era una pittura accettabile dall’accademia; il confine col romanticismo è difficile da definire, il modo di rappresentarlo sono bene delineate ma non troppo, sono elementi che possono aver influenzato alcuni artisti. “ semirande alla costuzione di babbilonia” Contraddice l’impressionismo stesso, Degas è il meno trasgressivo, quello che si vuole allontanare meno dalla tradizione. In parte peer fattura, c’è il solco del neoclassicismo, c’è anche una sorta di divisionismo. Nel suo primo periodo viene spesso in Italia, e la cultura classica faceva un po' parte del suo bagaglio. “La famiglia Bellelli” Nel 60 è un artista più realista. È una ritrattistica, in parte tradizionale, in parte segue tematiche che non sono più accettabili dalla tradizione. La madre e la figlia grande non guardano il padre, come un fronte congiunto, mentre la figlia più piccola sì. È un commento anche a questa famiglia che si sta un po’ sfaldando. “la sala delle agitate al san Bonifazio in Firenze” Era un modo di entrare in aspetti psicologici apertamente. Era classico e si vede dal “autoritratto” 1855 “donna con crisantemi” comincia il suo percorso alla sperimentazione. Questo quadro era solo una natura morta, dopo lui lo ritocca e ci aggiunge un’altra protagonista. Ha bisogno di legare gli oggetti che ci circondano con dei momenti più concreti, di momenti di vita quotidiana. “Il pergolato” “crisantemi” Gourmet + più narrativo, Latuor è più inquadrato in categorie. Anche dal punto di vista della pittura sta sperimentando. La pennellata è più diluita. “l’ufficio del cotone” Vediamo il Degas più maturo. Va a trovare u altro pezzo della sua famiglia. Inizia il ritratto di temi, le persone sono documentate in altri disegni. Sono suoi parenti, ma anche all’interno di questo momento, ci sono persone che fanno cose diverse, ci sono queste due figure, uno legge il giornale, mentre gli altri sono affaccendati a far vedere la qualità del cotone. È un lavoro che prende il momento della situazione. L’accostamento del punto di vista non è centrale. Il tentativo è trovare il miglior modo di raccontare le cose. È uno degli aspetti che caratterizzano tutta questa generazione, un fatto che gran parte di questi artisti hanno trovato nella pittura giapponese (che arriva in Europa nell’anni 60), la libertà che veniva da un'altra cultura ha portato gli artisti a sentiti incoraggiati. Altra caratteristica: ognuno a un suo atteggiamento, nessuno è standardizzato. “place de la concorde” È un quadro che, come la famiglia borghese, ci racconta dei rapporti delle persone. Il padre che guarda con sguardo indifferente il resto. È un’esperienza semplice, ci possiamo immergere nel giallo, è quasi avvolgente. “l’orchestra dell’oper” È un quando in cui tutti gli elementi già visti vengono risaltati come il taglio fotografico, dove le ballerine hanno la testa tagliata, perché il soggetto del quadro è l’orchestra. La cosa interessante che come la fotografia c’è una parte più a fuoco, l’orchestra, e poi piano piano tutto il resto diventa un po’ lo sfondo. Le singole persone sono dei ritratti singoli, possiamo dargli un nome, c’è una corrispondenza precisa, come se dovessero davvero raccontare quel momento, che nemmeno la fotografia riusciva a fare in quel momento. Ha la fortissima capacità di sintetizzare le attenzioni di Degas, era un fotografo, scultore, le utilizza per rendersi conto dei rapporti, come queste possano avere un senso e un altro. E ‘quello meno rivoluzionario. “La classe di danza” Va a cogliere il movimento di pausa. Si vede anche in parte nel “IL caffè agli ambassadeurs” oppure “l’ètoile” c’è lo sguardo obliquo, di chi sta sopra, poiché tanto si vede le figure che stanno aspettando di entrare nel palco. “le foyer de la” Tutte queste scene di contorno dell’esercizio, sono tutte laterali, è uno sguardo da spettatore, uno spettatore attivo. E anche di dissoluzione di spettacolo. “L’assenzio o in un caffè” C’è uno sguardo di donna e dell’uomo un po' stordito dall’alcool, uno sguardo del mondo al rovescio, del mondo nella sua perdizione. La sua è una ricerca di una società <perduta>. Qui è ancora più esplicita. Le ballerine sono figlie del popolo. Sempre con uno sguardo laterale, come se non potessimo vederlo frontale, come se non dovessimo farci scoprire. “Le tub “La tinozza” In tante occasioni lui dice che non fa la pittura on planair, ecc perché si chiede lo chiamino impressionista. Questo sguardo sulla vita, sullo spettacolo sula vita. Andava a indagare la forma del copro. Tutte queste immagini sono al limite, hanno una trasgrevità maggiore di quella di 150 anni. Il suo modo di costruire era un modo non tradizionale. “cheval en amrche” Oggetti che lui non aveva mai esposto, perché erano opere finite, per lui l’arte era l’opera finita. Muybridge e Marey Fanno gli studi sul movimento. Sicuramente Degas li conosceva. Era uno stimolo enorme per gli artisti, che avevano uno strumento in più. Qui si sta lavorando di una coscienza che sono le reali immagini, di come si fa il movimento. L’unica scultura che ha fatto in vita ed ha esposto è “ballerina di quattordici anni” La scultura non era di bronzo, ma era di cera, dove il vestito era in tulle e i capelli erano dei crini di cavallo. Non fu un successo, hanno sottolineato il fatto che c’era una faccia quasi animalesca, il mischiare degli oggetti reali con le parti scultoree era visto come sospetto. Degas non seguiva la tradizione sculture dei musei, ma quello ei musei della cera. “ritratto di diego martelli” “e proprio il ciritico italiano…” Tutte le sue opere sono giocate sulla idea del bello e brutto ma che noi non possiamo scindere. Accanto al colore dei vestiti delle ballerine c’è la fatica, l’ossessione di dover far meglio degli altri. La ballerina si dona llo spettatore ma dietro c’è il caos. C’è sempre il caos che inclina il rapporto. Aspetti chiari con aspetti buoi siamo reali che psicologici. L’uso ripetitivo della luce, che raramente è naturale, il taglio fotografico. 05 02 Giappone Giapponismo indica una influenza che ha esercitato il Giappone sull’Europa. La prima generazione che fu influenzata quella degli artisti che nel 62 avevano 20 anni. A cascata a quelli che vengono successivamente. L’arte a cavallo tra l’88 e il 900 è influenzata da queste immagini. Questo stratagemma che si vede nella figura di Basil, con il capello e messo per terra con l’abito sicuro, lo rivediamo in Donne in giardino Dove posa e si rivolge verso di noi. Anche in questo quadro c’è una pennellata veloce, anche per la grandezza del dipinto, per dare un’idea di non dare all’immagine una figura finita. Non riusciva a vendere i suoi quadri. Tentò anche il suicido, aveva una vita travagliata. La figura del pittore in quel periodo è travagliata. Sta molto interno alla società ma anche all’esterno di essa, portano ad avere molti problemi. È importante per Monet, e anche per Courbet, che ci sono incroci con la letteratura. I sui punti di riferito sono Le signore del villaggio Les demoiselles des bords d L’imbarco per citera -> stile che da movimento alle piante, pennellata lunga e distesa che rende meno ferme le cose Le dejeuner sur l’herbe Musica in the Camille È stato la sua compagna di vita, sua mgolie, e rappresentata motlo spesso nei sui quadri. Forse uno degli ultimi lavori in cui Monet cerca una intimità. Che negli anni 60 interrompere, e si rivolge lo sguardo verso la città, senza un soggetto specifico, un seoggeto che fosse vicino a lui. Lo vediamo con: Saint germani E nel Quai du luovre L’amicizia con manet si vede dal fatto che sono elementi che fioccano in modo simile. L’esposizione universale dove Manet rappresenta gli esterni Terrace at sainte adresse Un monet più felice e adagiato. Bandiere spinte dal vento rappresentate anche in modo frastagliata. C’è anche una maggiore attenzione al colore, uso del colore puro, accostando dei colori contrastanti che ne fanno poi anche il suo marchio di fabbrica, la sua diversità. Lo si vede nel Le grenouilere Bagnanti a la grenpuiler Sono tre quadri fatti di sequenza. Possiamo in qualche modo vederli sotto un atro punto di vista artistico, qui inizia l’amicizia con renoir Le grenoullire Altro artista che come Monet vive molto a lungo, parte da un mondo in cui l’accademismo è molto fino a passare a tutte le Renoir è l’altro sperimentatore di questi anni, sono altrettanto interessanti, e possiamo vederli a coppie. Da una parte i quadri di monet e dall’altra quelli di renoir. Fanno quadri insieme, uno a fianco all’altro. poi renoir prenderà una strada un po' diversa di ritorno all’ordine, a una certa classicità come struttura, studi e come amore. E chiaro che le novità che aveva portato Manet e poi Monet erano molto interessanti lo vediamo come la pennellata lunga, c’è un forte scambio. Le figure di Monet sono più stilizzata, quelle di renoir incidono ancora un po' sulla fisicità, rimane in qualche classico. cambia forse un po' l’atmosfera, Monet rischia un po' di più con i colori in alto, renoir è un po più docile. Quello che sollevano questi quadri è una delle domande che facevano gli accademici, se i quadri erano finiti o erano punti di partenza per andare oltre, se sono capaci di essere autosufficienti. Sono autonomi, sono autosufficienti, sono quadri che vanno presi in considerazione? Se ci soffermiamo a una lettura tradizionale la risposta è no, ma questi artisti vogliano andare oltre, vogliono cogliere le sensazioni di vita vissuta più che la narrazione di una situazione. Natura morta con fiori e frutta Sono lo stesso vaso, stessa rappresentazione esattamente come nel quadro precedentemente, dagli anni 60 in poi lo esasperano i suoi quadri, lo afnno sperimentare ancora di più. hotel des roches il gioco del vento è così forte che il colore non può più essere dato come prima, quella in primo piano quasi scolorita. Altro elemento importante che rafforza lo spirito di Monet è il viaggio a Londra, che è testimoniato da alcuni qaudri, a cavllo dal 70 71 The thomas Dove conosce Turner Rain, steam adn speed Ha voglia di cercare l’eccezionalità, vuole far vedere come cercare l’eccezionalità dell’evento fa diventare anche il dipinto eccezionale Subito dopo, come estremizzazione del lavoro che stava facendo che riconosciamo. Impression, soleil levanti Dove non viene riconosciuto come quadri, è un abbozzo per quello che viene dopo. È un quadro estremamente emblematico, non il più bello, la storia lo ha promosso sul campo come elemento fondamentale e la critica lo inchioda su un quadro del genere. Carnival on the boulvedrd des capucinesI È un qualche modo lo sviluppo di quello precedente. Un quadro un po' più grande, la luce che illumina metà della strada, con un effetto parzialmente fotografico. Scaricatori di carboni Quadri che dipingono alcuni aspetti sociali, un omaggio a Courbet, ad andare prendere gli operai, le persone più un basso L’altro aspetto è questi ambienti. papaveri è l’emblema di un quadro che tutti possono godere, vi è la gioia di vita. lazare torna più volte a questo tema. Soprattutto nella seconda parte della sua vita diventa ossessione. Una lettura un po' più definita, legata a queste carrozze gare st. lazare una seconda stesura. Per capire come adattare l’oggetto. Qua non sappiamo cosa ci siano, un modo di dipingere quasi a prendere direttamente dal tubo. Qua si capisce anche come l’impressionismo sia uno stile motivo. Camille monet sul eltto di morte È un elemento straziante, in qualche modo assurdo. Un quaro sorprendente per certi aspetti, ma fa capire quanto era importante lo sguardo di Monet, doveva predere quelo momento. È assolutamente tragico, il bianco del enzualo che copre quasi tutta la persona. L’emotività si sente anche da un'altra parte Rue montorgueil Dove si celebra la nazione francese. L’irruzione della festa. Questi due quadri convivono, sono la forza del movimento. Completamente intimo e l’amozione che ti travolge e la celebrazione della vita stessa. C’è un ulteriore svolta non dipinge più figure umane, forse influenzato dalla morte della moglie. Covoni Fa delle foto dei luoghi, li prendere d’estate, di inverno. C’è una sorta di studio ossessivo di un oggetto non così importante. Lo studio diventa ossessivo nei suoi ultimi anni, ma anche uno studio che si auto ripresenta e che gioca su piccoli particolari, per capire qual è il margine d’azione, quale luce quale inquadratura del giorno dell’anno sia il momento in cui dipingere. La cattedrale Lo aveva visto e vissuto cos’ tante volte che non gli serviva più andare a vederlo, poteva lasciare spazio alla pittura e all’equilibrio non al soggetto, diventa il filo conduttore della sua seconda parte di vita. Lo si vede ancora di più forse con il suo ritiro a “…” nella sua casa È un artista riconosciuto, si ritira nella sua casa e continua a dipingere questo giardino. Le ninfee solo il soggetto dell’ultimo periodo della sua vita. la gente lo andava a trovare. Enormi spazi dove dipingere. Non dipingere un quadro ma un ambiento in cui vivere. Non soltanto con le rappresentazioni delle ninfee ma anche proprio e veri ambienti. Quando la pittura a poi creato un ambiente del genere ci sono una seria di riflessioni. Con questa ossessione del soggetto non crea altro che le premesse di un’arte autonoma, autosufficiente, che non ha bisogno dell’esterno, ma il quadro di per sé e anche il fatto che questi tipi di rappresentazione ci ricorda le ninfee ma sembra quasi che noi godiamo di più ad immergersi in una dimensione di colore. Sia per il pittore, che per lo spettatore, è un’immersione, anche se l’allestimento è bianco creano una certa sospensione nel quadro. Immergerti in quelle sensazioni che lui provava, rispetto a quel giardino, alla natura. Un tentativo di immergersi nel mondo, che può essere il passaggio del mondo, il fatto di poter conservare le cose, un passaggio con un aspetto religioso, un passaggio verso la morte. Salice piangente Sembra l’apertura verso il 900, è un salice piangente, se noi sappiamo il soggetto lo sappiamo riconoscere, se non lo sappiamo possiamo interpretarlo in vari modi. Un percorso di progressiva liberazione, di conquista di libertà espressiva. Parte in maniera molto radicata dall’esperienza di incrociare le persone che trovava, per poi arrivare a una esperienza esclusivamente emotiva. Un progressivo distanziamento dalla realtà fino a un avvicinamento a una possibile tentativo di rappresentare le sensazioni. Quello che vediamo è una singola realtà che incrociamo. C’è un tempo in cui cerca di immergersi in un mondo come questo, è normale per una persona che ha Parigi a una famigli metà peruviana, e metà francese, cerca un mondo che lo rispecchiasse, questa sua duplicità. Una delle immagini più importanti, le superfici cominciano a diventare piatte, cominciano a sparire le ombre, cosa che ha preso dalla scuola Giappone, ma che diventa un suo marchio di fabbrica, il fatto di usare ogni volta le strategie che erano più interessanti per lui e per rappresentare il momento. Il quadro diventa troppo realistico, troppo lezioso sotto certi punti di vista, ma se una sfumatura entra per necessità si può fare. Anche qui come in Monet, per certi altri aspetti, è l’esigenza del quadro che chiede l’applicazione di certe regole. Paesaggio bretine con giardino dei maiali Due bretoni su un a L’incontro con Bernard è importante. Una sorta di precurso rispetto a lei, anche se molto più giovane di Gaugiun, ma aveva un ritmo e una libertà di composizione. Sembrano un po' quello di Demiglie, il contadino che prende il raccolto e i semi per tere. C’è un duplice: prima uno svuotamenti, diventano I contadini, non si possono riconoscere, dall’altra queste superfici che diventano come le vetrate delle chiese, che sono rinchiuse dal cerchiettino di piombo, sono delle figure che giocano proprio su questa contrapposizione. Bernard è sicuramente un artista che influenza e dialoga con Gauguin, ha influenzato anche van Gogh. Fa identico un quadro di Van Gogh Le pardon de pont aven L’elemento dominante diventa la chiave di leggere tutto. Le sfumature non sono importante, utilizzo le stesure piatte per avere una dimensione più forte del quadro stesso. Uno in cui lo ha influenzato La visione dopo il sermone È un quadro straordinario perché racchiude un po' l’essenza stessa del pittore. Il protagonista sono le donne, che uniche nella loro semplicità, per non essere travolte dalla modernità di Parigi, sono le uniche che capiscono veramente la religione, essere spiritualmente capaci di rendere vivo e reali le parole che il prete aveva detto poco prima, che erano state talmente forte che loro lo vedono, è un’apparizione con loro, che non fa conti con la realtà. La luce rossa è innaturale, nello stesso tempo è il confino dove la ceratura cammina. Il quadro che le teorie di cui stava lavorando vengono messe in chiaro. C’è un’identità, che Bernard aveva dimenticato, ma è la forzo loro collettiva che crea la realtà di questa figura, e la sintesi che riesce a fare è sul colore bianco. Sono anni cui Gauguin è vicino a Van Gogh Les miserables Ritratto di vincent van gogh Lo andava a trovare nella sua casa in campagna per qualche mese. Era un ritratto al lavoro. In questo momento entrambi affrontano temi simili Cafè de nuit Forse questa era un abitudine degli artisti francesi Ritratto di piere tangui Forse aveva in comune il superamento delle cose Gauguin torna in Bretagna, l’influenza di van Gogh su Gaugion è meno importante del contrario Calvaria brobune Continua la sperimentazione del periodo bretone. Il calvario è dove la sinteticità delle immagini. Completamente libero dall’uso dei colori. Il cristo giallo Il giallo dei campi sembra entrare nel corpo di cristo. Ancora le donne bretoni sono protagoniste dei quadri. L’uomo occidentale è circondato da un naturalismo che gli fa capire gli aspetti fondamentali della vita, solo le persone che sono più scerne posso apprezzare queste scene. Le belle angele L’attenzione per le culture non occidentali, questo è parte del suo percorso precedente. In questo quadro vi è l0idolo della donna e lo sfondo che possiamo legare alle immagini giapponesi che ormai sono parte del percorso. Quadri che sono parte di questo percorso Natura morta con stampa giapponese È interessante perché porta elementi giapponesi sullo sfondo, ma anche per gli oggetti che erano già in commercio nella società di Parigi e sono collegabili a oggetti scultoreo. Non sono solo presenza che ci raccontano questa natura morta composita ma sono anche quello che affascina gaugion è anche i racconti che ci può essere intorno ai passaggi, alle storie, ai riti di passaggio, che caratterizzano un po’ tutte le città. La perdita della verginità La figura dell’animale che esce dal corpo della donna, tutto ciò che circonda il corpo è tutto simbolico, e dall’altra parte una libertà di rappresentazione che non è legato alla verità. Uno degli ultimi quadri che realizza per un’asta che gli permette di partire e arrivare a Tahiti. E comincia ad applicare quelle che erano le sue ricerche dal punto d vista visione all’ambiente di Tahiti. Vahine no ye La orana amria Il primo quadro che per lui è significativo, lo manda a Parigi. Prende le storie che lui aveva già rappresentato e li trasferisce a Tahiti. Parte e arriva in paesi grandi e poi pian piano in paesi meno incivilitati, meno influenzati dalla cultura occidentali, più puri per Gauguin. Gli occhi di Gauguin cerca questa purezza, luogo incontaminato, non aver avuto contatti con la Francia, e non averli avuti faceva per lui che le persone aveva un animo che faceva accettartela natura dell’uomo meglio (?). Questo continuo spostarsi era un tentativo in questa direzione. Non fu preso benissimo da Parigi, anzi veniva visto con un certo sospetto. Fece un invio successivo. Giorno di mercato Anche qui c’è la comunità femminile che parla e si racconta cosa. Ci fa capire come lo sguardo occidentale fosse uno sguardo prevenuto e non totalmente interessato a capire cosa avesse di fronte. Ce lo fa capire anche lo stile del quadro, è un racconto di una scena tahitiana ma è dipinto come se fosse un quadro egizio. La fonte è una foto che aveva Gauguin di un banchetto egiziano. Lui comincia a dipingerlo con delle tecniche e uno stile non occidentale per rispetto per queste persone, ma non ha niente a che vedere con la realtà del luogo. Vecchi tempi Vediamo che si inserisce una statua sullo sfondo che evidentemente a che fare con le isole del pacifico. Parau api Un diverso uso del corpo, un diverso approccio, è chiaro, e anche una libertà di costumi di aspetti, di modalità di vita, che fanno parte di ogni civiltà. Lo spirito dei morti veglia Uno dei dipinti più noti, ma anche più controversi. Durante tutto il periodo il pittore scrive molto. È chiaro che quello che guarda lui e quello che cerava di rappresentare è la morte che sta dietro l’angolo per tutti, la paura dell’ignoto, del futuro, e l’incapacità di muoversi, si è in balia di queste cose, si è in balia di quella figura che sta alle spalle, la ragazza è metà una statua. C’è anche una lettera alla moglie È un quadro che ha una serie di riferimenti colti come l’Olympia, una donna che offre il suo colpo, ma forse ancora di più dal punto del visto del corpo è l’ermafrodita. Incarna lo spirito della cultura, cerca di entrare dentro quella dimensione. Cosa cercano gli artisti dalla cultura africana? Amavano cercare delle scappatoie, delle forme visive che cercavano di fare a meno di imitare la realtà. Ci raccontano le paure ancestrali. Le grandi emozioni. La figura che sta accanto alla donna è l’incarnazione della pittura. Parole del diavolo Lo vediamo in tanti altri quadri. L’atteggiamento della donna sembra un po' incerto, lei che si blocca nel sussurro di quella cosa che le sta alle spalle. C’è questa continua indagine Tempio sacrificale Comincia ad essere la testimonianza col l’arte di quel luogo. Lo vediamo anche se vi sono dei Tiki che provengono dalle isole di Tahiti. In questi anni comincia a fare sculture, spesso lo faceva per sé stesso, comincia ad intervenire dei movitivi della cultura dove era ospitato, in parte isole marchesi e le isole del pacifico Quando il narratore parla Lettera a Bernard Quasi come dei sacerdoti, che rinunciano ai soldi, a tutto ciò che fa parte del mondo dell’arte. I colori sono quelli che rappresenta in questo quadro, abbandona la vecchia tavolozza, pennellata più compatta, un modo di rappresentare veloce, che rappresenta gli stati d’animo dell’artista. Il ponte sotto la pioggia (dopo hiroshgei) Gli interessava quel equilibrio. Essere pulite ma anche chiare, leggere, non c’è niente di superfluo. Père tanuy Due versioni una di Van Gogh e uno di Bernard. Rami di mondarlo in fiore Anche i quadri sulla natura hanno questa origine giapponesi. Personalizza a suo modo questo quadro. L’altro elemento importante era anche l’idea di povertà, vedere la figura dell’artista come una figura intermedia tra il sacerdote e l’artista in senso occidentale. Autoritratto (dedicato a Gauguin) La casa gialla Per creare una comunità, non con lo scopo di diventare ricchi, ma una comunità che potesse cambiare la lettura dell’arte. Camera da letto ad Arles La deformazione, l’estrema emotività che c’è esce fuori. Il ponte Langlois ad Arles Ritrai molti paesaggi di Arles. Dal 88 in poi cambia la tavolozza, si arricchisce. La vigna rossa Una serie di lavori che fa. Dai calori non può che essere una Caffè di notte Lo considerava uno dei più brutti che ha fatto. Una lettera del settembre del 88. Il van Gogh più maturo, il giocare con la luce e girare intorno ad esse. Cafè Terrace di notte L postino Joseph Roulin Importanti per lui anche le persone che incontrava. Ritratto di vincent van gogh Un omaggio ma anche una critica al modo di affrontare il lavoro di van gogh, c’è una continua deformazione, avvolgere la verità. Vaso con quattordici girasoli Spesso sono contraddistinti dal numero del titolo. È una figura che si lega al sole, alla spiritualità. Les Alycamps, fogllie che cadono Alberi blu Si vede la lettura contrapposta dei due. Gauguin prende esempio a due quadri che erano appesi nella stanza di van gogh, in qualche modo contradicendo van gogh, lo rifaceva avendo di fronte il quadro suo non la realtà. L’arlesiana Cadè de nuit Momento in cui le loro ricerche si avvicinano di più, qui esce fuori. Nel quadro di Van Gogh i colori sono più acidi, mentre Gauguin sono funzionali, non conoscono emotivamente di per sé. C’è un momento in cui cercano di trovare un equilibrio. Ritratto di madame Madame roulin La sedia di Gauguin Breve periodo in cui Gauguin dialoga con van Gogh e crea una serie di analogie. Una sedia che racconta una storia, non solo un oggetto, un ritratto. Ha dei libri sopra, una candela, una sedia raffinata, soprattutto per gli standard di Gauguin. La sedia di van Gogh Una sedia molta più rozza, contadina, una impagliata. Con una pipa e un fazzoletto sopra, non intellettuale, una figura rozza, ma uno che si consuma l’animo e la vita attraverso il fumo. Queste due sedie sono molto significative, c’è una lettura psicanalitica. Era come si vedeva van Gogh rispetto a Gauguin, che era concreto con sé stesso, mentre lui non era in grado. Arrivano a una rottura. Autoritratto con l’orecchio bendato Va in un luogo più tranquillo, per cercare la pace, testimoniato da questo quadro. Pittura un po' disperata tra l’89 e il 90 Pietà Due contadini Gli ulivi Tentativo di trovare nella natura, in un ambiente tranquillo senza un’agitazione, una cura. Scrive a Theo riguardo agli ulivi. Lui crede che la spiritualità non è solo rappresentare le cose della bibbia, ma rappresentare quello che la natura suscita. La notte stellata Campo di grano con cipressi Diventa quasi un’esperienza mistica. Quasi una sorta di prolungamento della religione. Lo fa continuamente. Intervalla i suoi quadri con i suoi autoritratti Autoritratto 1889 Qua sta in un manicomio. Iris Si trova in una situazione piena di verde e natura con cui incontrarsi. Incontra anche un'altra persona Il tratto del dottor Gachet È una figura interessante, che frequenta nell’ultimo periodo di vita. era anche un appassionato di arte, aveva una piccola collezione, una figura interessante di Van Gogh perché poteva comprendere come fosse importante l’arte. Alla porta dell’eternità Vede in questa persona un po' se stesso La ronda dei prigionieri È un quadro che è esattamente la copia di un incisore il cortile del carcere di Newgate L’emozione che ci suscitano i due lavori è diversa, è quasi difficile metterli a contatto uno con l’altro. L’eglise d’auvers sur-oise Abbandono della religione. La chiesa che si vede da dietro, tutto come se avessimo abbandonato questa chiesa. Non ci accoglie, è senza porte. Non la vede più come una strada percorribile. Il giardino di Doubigry Uno degli ultimi quadri. Campo di grano sott Campo di grano con corvi Vede qualcosa di rinfrescante, ma anche qualcosa di inquietante. Cezanne Sono tutti personaggio isolati, che viaggiano accanto a tutto il resto. Leggerlo solo come impressionista sarebbe come condannarlo. Per Cezanne la pittura, la superficie, non deve interferire con l’emotività dello spettatore. Ritratto del padre dell’artista che legge il giornale era il punto di contatto tra il padre e Cezanne. Veniva visto dai suoi contemporanei pitturi come un intellettuale, non tanto come un pittore, una figura abbastanza isolata. Zio dominique Riproducendo come modelli delle figure a lui care. Inizia anche con una serie di quadri che toccavano l’animo umano nella sua perversità L’assassinio Una serie di cose importanti. 19 02 Le figaro Gli stati d’animo ii: queilli che vanno Il paesaggio che scompare come noi, a far vedere come la velocitò deformi le cose. Possiamo perdere la nostra stanzialità, nuova caratteristica della società ottocentesca. Gli stati d’animo: quelli che restano Quelli che veramente vivono sono quelli che possono andarsene, quelli che restano la loro vita torna nella routine, ci sono anche motli disegno preparatori. Stati d’animo, quelli che vanno Versione milanese, meno riconoscibili i volti. Quello che faceva fra 11 12 13 è impossibile da pensare come scultura. Fusione di testa e finestra La testa che ha una finestra ficcata dentro. Primo esperimento, non ne ha fatto una opera definitiva. La compenetrazione che lui stava cercando di fare con i quadri, con cose statiche ed autonome. Sviluppo di una bottiglia nello spazio Il fatto che non ci sia più una chiara distinzione fra soggetto e forma. Il movimento stesso della bottiglia incurva lo spazio. Abbiamo uno sguardo unico, la realtà è quella che osserviamo è quella una volta per sempre. La realtà è sempre in trasformazione. Gli anni successivi. Materia Le similitudini con le ricerche avanzate di Brach o Picasso affascinano. Dinamismo di un giocatore di calcio In molti di sue quadri non si perde la matrice futurismo ma si compenetra con il cubismo. Antigrazioso Parte da un volto femminile, anzi che quasi sempre appare nei quadri di boccioni, la madre che in qualche modo fa da modella, appare anche qua, la deformazione che ha un corpo in movimento, abbasso tutto ciò che p carino, bello, delicato, romantico. Le cose devono essere toccanti dal punto di vista fisico. Forme uniche di continuità nello spazio Una delle prime sculture moderne italiane, rispecchia gli elementi decisivi del futurismo. Quasi un incrocio tra uomo e macchina, i muscoli dei polpacci sembrano diventare la caricatura della macchina. La mancanza delle braccia, sono talmente dinamiche che non possono essere rappresentate. Un lavoro che poi si evolve dal punto di vista dei materiali. Dinamismo di un cavallo in corsa È fatta con scultura, con l’oro, un misto di pittura scultura, cartone, rame e ferro, materiale non tradizionale. Non è un lavoro normale, fare una sorta di collage tridimensionale. Uno delle ultime opere di boccioni futurista. Ritratto di ferruccio busoni. Uno degli ultimi quadri. Amico di un po' tutta l’avanguardia il soggetto. Testimonia anche la questione di boccioni in un periodo di guerra. Da una parte forse questa sperimentazione totale che porta verso questo dinamismo del cavallo, e la complessità di scontrarsi con la realtà del ritratto. Un quadro completamente astratto, lo fa tornare indietro. 1907 e 1915 è il periodo rivoluzionario. Boccioni negli ultimi quadri aveva dei punti interrogativi su quello che faceva. Carlo Carrà È un artista che ha un talento maggiori di altri, ma dal punto di vista della genialità arriva un po' meno degli altri. Lasciando il teatro Piazza duomo a Milano Un quadro che risponde a boccioni è I funerali dell’anarchia galli Un quadro straordinario. Vive la rissa attraverso un funerale. Ritratto di Marinetti È chiaro che Marinetti è il centro la figura di riferimento, quello che muove le cose, la figura che mette in ordine dal punto di vista teorico le cose che facevano Manifestazione interventista Un collage che in realtà va letto, cantato. Sono tutte scritte, vuole raccontare la caoicità. Era lo spirito con cui loro cercavano di fare una seria di lavori. Nel 1915 iniziano a esserci degli elementi che si staccano dal futurismo. Composizione con figura femminile Inseguimenti Un cenno di ritorno a l’ordine. L’artista più francesizzato è Severini, quello che ha più divulgato il futurismo a Parigi. Danzatrice blu Ha una scomposizione che un po' dialogo con Picasso e boccioni, ci sono dei lustrini veri sopra il quadro, intervento di realtà non come interpretazione ma come realtà stessa. Treno blindato in azione Racconta la guerra, la racconta in un modo in parte coinvolta e in parte tragico. Maternità Un quadro che apre una stagione completamente diversa. Il ritorno all’ordine è rimarcato. Un ritno a una figura che è in qualche modo a che fare con la tradizione italiana. Quadro emblematico, come si sia accesso un fuoco, e l’esplosione ha un po' impaurito. Autoritratto Russolo Parte da un’idea di simbolismo. Dinamismo di un’automobile 20 02 Picasso Due immagini di Picasso e Braque nei loro rispettivi studi. Hanno strutturato u pensiero in modo preciso, e costruito un vero e proprio stile. Uomo seduto – Picasso Non è significativo, ma è evidente cosa stava facendo. C’è la faccia che viene schiacciata, il collo che si innesta nel corpo, gamba e braccia visti in certi modi, è questo il modo in cui il cubismo stava andando. Non vedere le cose come erano, ma cercare la frammentazione. L’inizio dei quadri cubisti. Les demoiselles d’avignon Hauses on the hill C’è uno schiacciamento un po' come una macchet di un villaggio e ci mettessimo un vetro sopra e le case si scacciassero. Sul piano intellettuale: la pittura è un piano bidimensionale, ha solo due superfici, se diamo conto a questo, e non alla realtà, noi dobbiamo avere rispetto a questa superficie. Picasso e il cubismo nascono da questa idea che il quadro è una superficie, non importa cosa sta facendo la realtà, non sono un architetto, sono una artista e devo lavorare su due dimensioni Prima fase -> cubismo analitico. Daniel henry kahnweiler Escono gli elementi del cubismo analitico. Tutto si gioca sulla superficie, forse anche il colore diventa una distrazione, la tavolozza diminuisce, si sceglie un colore dominante e si lavora su quello. Si deve ragionare su un nuovo tipo di spazio, che non vuole essere illusorio. Kahnweiler fa delle riflessioni sul cubismo. Se noi facciamo pittura non dobbiamo farci influenzare dalla nostra percezione della realtà, è autonoma. Dobbiamo ribaltare le gerarchie: cioè dare importanza alla superficie pittorica. La cosa interessante di questo periodo è che si comincia ad analizzare il sistema della pittura e aumenta la critica intorno al quadro. Se guardiamo Monet o Cezanne abbiamo qualcosa da descrivere, ma se prendiamo un quadro di questo periodo di fatto c’è uno schema interpretativo molto più libero e personale, ci sono tante interpretazioni del cubismo. La cosa che accomuna di questa letteratura che accomuna il cubismo è che ci fosse maggiore ragionamento intellettuale che in altri movimenti. Il tentativo è di fare un altro percorso, se mi fermo a una struttura tradizionale posso descriverlo, qui nel cubismo non posso descriverlo, non vuole significare, vuole proporre un altro tipo di letteratura interpretativa. Se si considerano le diverse letture della critica esce fuori che per il tempo era un linguaggio nuovo ma anche scientifico. Non si abbandona completamente la realtà, si capisce che sta da un'altra parte. Portrait of ambroisse vollard Maiso a l’estaque Un esercizio. La route de l’estaque Vauxcelles scrive: Monsieur Braque disprezza la forma, riduce tutto, luoghi e figure e case a degli schemi geometnri, a dei cubi Loro amano questo termine e si fanno chiamare cubisti. Violino e brocca Sono al centro della rappresentazione, sono una natura morta, si vede con alcuni elementi che escono e si vedono. Quello che vediamo non è una natura morta, ma è un quadro di una natura morta, spunta un chiodo sopra nel quadro, come se ci fosse il quadro appeso. Gioca sul livello dell’arte che attraverso sé stessa ridiscute cosa è l’arte. Le portugais Conservation Sunday I primi soldi li trova facendo disegno per i giornali. Ritratto del padre dell’artista Quadri importanti. Il padre notaio. Il suo approccio è uno di un artista che partiva dai grandi filoni postimpressionismo. Era un colorista che ammirava anche i quadri di monet. Partie dìèchecs Esce fuori il fatto che questo quadro, come maggior parte delle opere, sono accolte al museo di Philadelphia. La traccia interessante è la rappresentazione che vede i fratelli giocare a scassi, che sono un po' una metafora per Duchamp, non era solo un passatempo ma una sorta di semplificazione dell’idea di gioco e di strategia che noi abbiamo conoscenza. Non si voleva ottenere dei risultati semplici, ma perché questa struttura semplice è alla base di strutture complesse. Landscape Nel periodo giovanile si tende ad andare da una parte all’altra. Sembra aver preso un po' da Kandinskij. L’idea di semplificazione esce fuoir sempre di più. Apropos oif little sister Non è finito, la tale emerge, non è neanche trattata. Retro apropos of little sister Provava a dipingere una cosa, non gli piaceva e poi la dipingeva dall’altra parte. Primo quadro con un’elaborazione un po' più complessa Portrait of chess players Emerge l’influenza dei fratelli e del cubismo. Study for portrait of chess players Molti studi. Dulcinea Qualche dialogo col futurismo c’è, forse non diretto. L’attrazione verso il movimento, la temporalità, una scomposizione non così rigida come il cubismo. Questa figura che gira, è sempre la stessa figura, per il quadro è il precedente diretto di nudo che scende le scale Un altro quadro precedente è Nude sad young man on a train È uno sviluppo di una figura che si sta muovendo, si porta appresso la configurazione che si modella con il modello stesso. Prima versione nude descending a staircase C’è un omino che scende e ha una serie di parti del corpo che si lascia per strada. Diventa efficacie in questo movimento di discesa in un secondo quadro nude descending a staircase (n2) quello che andava a minare Duchamp era la scientificazione di questa figura, era la costruzione di un linguaggio nuovo. La vena di ironia con cui metteva in gioco questo non era gradita. Non si capiva cosa fosse. Era percepita come un tradimento, e come una messa in ridicolo di un sistema di valori. In tutta questa polemica che nasce da questo quadro ha uno strascico che Duchamp non riuscirà più a togliersi. nude descending a staircase (n3) diventa molto famoso negli stati uniti. Ma in quel momento pensa che forse non vale la pena più di dipingere, che è un mezzo obsoleto per superare le sfide che l’arte stessa sta mettendo in quel periodo.
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