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Appunti storia dell'arte: dall'Informale alle Neoavanguardie, Appunti di Storia Dell'arte

Appunti di storia dell'arte, programma di quinta liceo

Tipologia: Appunti

2013/2014

Caricato il 07/10/2014

jacopogino
jacopogino 🇮🇹

4.3

(42)

18 documenti

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Scarica Appunti storia dell'arte: dall'Informale alle Neoavanguardie e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! L’ARTE DEL SECONDO DOPOGUERRA: DALL’INFORMALE AI MOVIMENTI ANNI OTTANTA. L’informale è il riflesso del senso di svuotamento e sfiducia che l’uomo prova nell’epoca post bellica. Questo movimento propone un’innovazione del linguaggio artistico. Rispetto alle Avanguardie ritiene irrealizzabile il rapporto arte e vita. Durante gli anni Sessanta, con la cultura di massa, gli artisti si domandano ancora una volta il ruolo dell’arte nella società. Spesso l’Informale si configura come uno sfogo liberatorio personale, si sente invece il bisogno dell’arte a contatto con il pubblico. Negli anni Settanta nascono le neo Avanguardie che si caratterizzano per il recupero dell’avanguardia di inizio secolo, si pensa all’arte come un fattore capace di cambiare la vita e guarire i mali della società. Si reagisce all’idea dell’opera come merce. Negli anni Ottanta c’è di nuovo un recupero della tradizione. L’arte di fine secolo, infine, si caratterizza per l’uso di nuovi media. Nella pittura assume importanza il gesto pittorico, il segno e la materia utilizzata. L’INFORMALE IN AMERICA Capitale dell’arte si sposta da Parigi a New York. Lo spirito artistico riflette il modo di vivere americano, ovvero pragmatico, libero e imprenditoriale. Gli artisti americani concepiscono l’arte libera dalle forme e un vero e proprio gesto (action painting). Il quadro è la testimonianza del vero e proprio atto pittorico. Evidente è il rapporto con la scrittura automatica surrealista. L’opera si crea al momento come nella musica jazz, senza premeditazione. Riprendono inoltre degli aspetti espressionistici, in quanto liberazione interiore delle emozioni: viene denominato astratto perché non utilizza le forme. JACKSON POLLOCK Principale esponente dell’espressionismo astratto. Esprime la propria inquietudine esistenziale, paragonandola a quella del suo tempo. Fa un uso del colore libero ed espressivo. Nelle sue opere libera il suo inconscio. Con il passare degli anni Pollock abbandonerà completamente l’arte figurativa. Una tecnica da lui usata è il dripping (inventata da Max Ernst), che consiste nel far gocciolare il colore sulla tela direttamente dal barattolo. La casualità è considerata una vera e propria espressione dell’inconscio. 1. CATHEDRAL, Jackson Pollock, 1947, Dallas, Museum of Art Si fonda sui principi della pittura informale. Tecnica del dripping, vera e propria collaborazione del corpo, che darà un esito molto meno preciso. Si vuole eliminare il controllo dato dalla pennellata, il soggetto vero dell’opera è il gesto dell’artista. Groviglio di colori, prevalenza di nero e bianco, linee di arancione e giallo. MARK ROTKO (COLOR FIELD) 2. ROSSO, BIANCO E MARRONE, Mark Rotko,1957, Basilea, Kunstmuseum. Materia cromatica vibrante e luminosa F 0E 0 protagonista Figure disposte in modo regolare, pur non avendo contorni geometrici definiti, sembrano emergere dalla tela. Messi in risalto dal contrasto di colore tra essi. Queste figure, avendo contorni irregolari, sembrano essere dinamiche e aperte. Sembra che queste forme “galleggino” sopra lo stesso colore da cui sono scaturite. L’artista indaga su stimolazioni emotive e inconsce e non solo percettive. La sua opera viene definita “impressionismo astratto”, in contrapposizione all’ Espressionismo astratto di Pollock. L’INFORMALE IN EUROPA L’Informale Europeo riflette l’idea di Paul Sartre, secondo cui “l’uomo non è altro che la sua vita”, abbandonato a se stesso, senza punti di riferimento, senza certezze, oltre a quella di esistere. Il movimento è caratterizzato da un’intensa drammaticità e dall’interesse verso la materia. 3. TESTA D’OSTAGGIO, Jean Fautrier, 1954, Collezione privata. Presenta i suoi ostaggi, quadri di materia cromatica che riflettono la posizione degli ostaggi di guerra. Importante è il colore, molto densa quasi a sembrare una scultura. 4. T 16, Hans Hartung, 1958, Collezione privata. Pittura gestuale Il suo gesto è controllato Le linee rette scure trasmettono qualcosa di sicuro, si pongono in contrasto con lo sfondo in cui si intravedono delle macchie di colore giallo, fino a creare una nuova dimensione spaziale. Linee cariche di tensione. L’INFORMALE IN ITALIA E LO SPAZIALISMO 5. CONCETTO SPAZIALE. LA FINE DI DIO, Lucio Fontana, 1963, Milano Non si limita ad intervenire sulla tela tramite colore o inserti di materia, ma egli rende la tela la vera e propria materia pittorica, bucandola. Si mette in risalto ciò che sta dietro la tela. 6. CONCETTO SPAZIALE. ATTESA, Lucio Fontana, 1960, Milano Tagli F 0E 0 rappresentazione essenziale della sua pittura. Purezza e semplicità formale sono il frutto di un intricato ragionamento mentale. La tela diventa il luogo in cui si materializza il concetto di spazio IL gesto del taglio non è uno sfogo istintivo, ma il risultato della mente. 7. GRANDE SACCO, Alberto Burri, 1952, Roma, Galleria Nazionale d’Arte moderna Composta da sacchi di juta ( materiale per oggetti poveri) Sostituisce il sacco alla tela Opera sulla tela in vari modi, dipingendola, strappandola e cucendola. Composizione armonica ed equilibrata. (accostamento nero marrone e scuro) Trasporta la vita con l’arte. LA POP ART Risale al 1964 con la Biennale di Venezia. Grazie allo sviluppo economico, la civiltà occidentale assume le caratteristiche della società di massa, caratterizzata dal consumismo. Si cerca di dimenticare tutto ciò che la guerra aveva rovinato. Filosofi e letterati denunciano questo tipo di stile di vita. “pop Art” indica l’arte popolare, a cui è indirizzata. Si identifica come nuovo strumento
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