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Appunti storia dell'arte moderna 6cfu Professor Cristiano Giometti anno 2018/ 2019, Appunti di Storia dell'Arte Moderna

Appunti storia dell'arte moderna dal concorso 1401 al 1600 6cfu

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 08/11/2019

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Scarica Appunti storia dell'arte moderna 6cfu Professor Cristiano Giometti anno 2018/ 2019 e più Appunti in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! STORIA DELL'ARTE MODERNA -Prof. Cristiano GIOMETTI 26-02-2019 Dal concorso del 1401 al Seicento Visitare due musei a scelta tra: – Museo dell'Opera del Duomo di Firenze – Museo di San Marco – Museo Nazionale del Bargello – Basilica di Santa Maria Novella – Basilica di San Lorenzo – Chiesa del Carmine e cappella Brancacci N.B:Le slide si troveranno sia su Moodle oppure in Via della Pergola tramite chiavetta. Concorso del 1401 La periodizzazione della storia dell'arte – come qualunque altra periodizzazione – moderna è convenzionale per gli studiosi. Negli anni 20 del 400, nonostante la presenza di Michelangelo, ci sono anciìora parvenze di gotico. Hayez è arte contemporanea perchè la convezione è fissata con la Rivoluzione Francese. Concorso per rifare la porta del Battistero, bandito dall'arte di Calimala, venditori di stoffe raffinate che partivano come “povere”. Era un'unione di artigiani. Arte: associazione di artigiani che si univano per interessi. L'arte di Calimala voleva una porta di bronzo, visto che a Firenze ce n'era già una. Era stata realizzata da Andrea da Pontedera detto Pisano e la porta sud del Battistero di Firenze risale al 1329-1336. La prima ricopertura della porta era stata fatta dall'orafo Piero di Jacopo ma i risultati furono deludenti. Il Duomo di Pisa fu preso da esempio perchè in quel momento la Repubblica marinara era alla sua massima espansione. Nel 1811 Bonanno Pisano aveva realizzato la Porta di San Ranieri per il transetto destro del Battistero di Pisa e, vista la sua bravura, era stato chiamato a realizzare le porte del Battistiero del Duomo di Monreale a Palermo. Raccontava storie attraverso le porte anche se lo spazio era ristretto. Linguaggio riassuntivo e schematico per far conoscere le Sacre Scritture anche ai meno dotti. Non c'erano più fonditori e gli orafi fondevano materiale ridotto. La porta ha ventotto formelle: fino alla ventesima si racconta la vita di San Giovanni Battista, dalla ventuno alla ventitrè le virtù teologali, la ventiquattresima è l'umiltà e dalla venticinque alle ventotto le virtù collegiali. Non esiste ancora il punto di fuga e la prospettiva è empirica. Scena del battesimo e rappresentazione dell'acqua. Andrea era uno scultore e si nota molto nelle formelle. Tendaggi per rappresentare l'ambiente interno. Salomè consegna la testa di San Giovanni a Erodiade: rappresentazione architettonica della casa. Andrea da Pontedera andò a Venezia per affinare la sua arte, dato che a Firenze si era interrotta con la morte di Bonanno. Dopo la peste si pensa a rifare la porta di Andrea da Pontedera. A concorrere c'erano: Brunelleschi, Simone da Colle, Niccolò D'Arezzo e altri. La giuria era composta da 39 membri come De Medici e alcuni orafi. Brunelleschi parte come orafo prima di diventare architetto. La fonte del concorso fu Ghiberti, che scrive i Commentarii anni dopo. Fu uno dei protagonisti. N.B: Siccome fu lui il vincitore, nella fonte c'è molta autocelebrazione. Tutti i partecipanti avevano lo stesso materiale di partenze, ovvero quattro tavole d'ottone e la stessa scena, ovvero il sacrificio di Isacco. Da realizzare in un anno. Ghiberti si autoelogia dicendo che anche i suoi avversari si complimentarono con lui. Afferma che vinse senza che la giuria si esprimesse in maniera contraria. Delle sei formelle se ne conservarono solo due: la sua e quella di Brunelleschi. Brunelleschi risulta troppo moderno nella sua rappresentazione. E' una rappresentazione eccessivamente realistica: si può percepire la paura e la tensione di Isacco che sta per essere sacrificato. Citazione critica dell'antico. Ghiberti sembra più didascalico. Isacco appare come un eroe senza paura che si offre al padre. Nella sua formella l'angelo è una folata di vento mentre Brunelleschi lo rappresenta fisicamente che tocca Abramo. Nella sua formella non c'è una divisione netta delle scene – sacrificio e pastori indifferenti a ciò che succede e sembrano parlare tra loro senza pensieri -. La formella del Brunelleschi è conservata al Museo del Bargello. Riferimento allo Spinario conservato ai Musei Capitolini che Brunelleschi conosceva bene, avendole studiate insieme a Donatello. Anche Ghiberti fu innovativo a modo suo. Il torso di Isacco si rifà a quello della scultura greca. L'opera di Brunelleschi era troppo complessa perchè i fiorentini non l'avrebbero compresa come meritava. Il linguaggio di Ghiberrti è “intermedio”. Fu anche quello che usò meno materiale rispetto agli altri. Garantisce maggior risparmio. 04-03-2019 Porta della Mandorla Firenze, cattedrale Santa Maria del Fiore Ghiberti avrà una serie di collaboratori nella realizzazione della porta. Gotico fiorito che continua a vivere insieme alle innovazioni, lo stile rinascimentale lo sovrasterà solo in un secondo momento. Anche nella porta della Mandorla presenta elementi tardo gotici. Campagna decorativa in più fasi, architettura decorativa. Inizia nel 1391 e termina nel 1397. Erano gli stipiti della porta. Vari livelli decorativi che culminano con l'Incoronazione della Madonna. Nanni di Banco, Ercole. Classico traslitterato a gotico. Studio dell'opera classica che viene rielaborata. Era figlio di un orafo. Nel cantiere ci sono maestranze diverse. Ercole diventa portatore di una virtù fondamentale per i fiorentini. Scultura come portatrice di novità che si avvicina alla pittura. Monumento funebre di Ilaria del Carretto, Jacopo della Quercia. Fu la moglie di Paolo di Guinigi e morì a circa venticinque anni. Marmo che sembra diventare alabastro. Il sarcofago della donna è retto da putti reggighirlanda molto paffuti. Le ghirlande sono una novità che ha comunque un'influenza classica. Porta nord del Battistero 1403 1424 che venne restaurato da Ghiberti. Le polveri sottili usurano la doratura della formelle. Ventotto formelle per uniformarsi a quella di Andrea Pisano. Firmò due contratti. Nei contratti del committenti vi fanno capire cosa voleva la committenza e come doveva essere svolto il lavoro. Il primo è datato 23 novembre 1403, Ghiberti doveva occuparsi di tutte le parti figurative e doveva realizzare tre rilievi l'anno a partire dal dicembre. Cambiano il tema: da Vecchio Testamento a Nuovo. Rinettatura del calco di bronzo: parti lasciate vuote per far prendere aria al calco che poi vanno tolte prima della doratura. I collaboratori di Ghiberti non rispettano i tempi. Donatello lavora al cantiere di Ghiberti. 28 formelle: – 20 dell'ordine superiore con la Vita di Cristo – 8 ordine inferiore con gli Evangelisti e Padri della Chiesa Prima formella: Annunciazione : La Madonna è in una elegante posizione arcuata derivata dal fatto che circolassero statuine eburnee L'Arte di Calimala commissiona un San Giovanni Battista a Ghiberti in bronzo. E' divisa in quattro sezioni perchè lo scultore non se la sentiva di fondere il bronzo tutto in una volta. A fine lavoro vengono cancellate le traccie della divisione iniziale. Ghiberti cerca di imitare le espressioni di Donatello. Lo stesso vale anche per la pittura: lo Jacopone da Todi di Paolo Uccello segue gli stessi canoni di Orsanmichele. Orsanmicele è un grosso polittico medievale. E' una traslitterazione della pittura alla scultura. Nanni di Banco deve realizzare i Quattro santi coronati dell'Arte di Pietra e Legname che si occupavano di scalpelli. Erano degli scultori martirizzati dopo essersi convertiti. Nella predella i quattro santi sono rappresentati intenti a lavorare in quattro momenti diversi. Nella nicchia sono posti a semicerchio. C'è una sorta di lenzuolo nella nicchia. Due sculture hanno un blocco separato e due singolo. Vasari dice che Nanni chiese aiuto a Donatello per sistemare le statue nella nicchia che non entravano. Nanni offrì la cena a Donatello e i suoi allievi per ringraziarlo dopo che lui era andato a Prato a misurare la piazza per suo conto. La sua inesattezza sta nel fatto che dice che solo tre statue entravano ma non era possibile dato che due erano unite. 08-03-2019 Di Nanni di Banco si conosce solo la data di morte, 1426. Anche Masaccio, nell'affresco alla Cappella Brancacci, dispone le figure a semicerchio. Momento di passaggio nella statuaria con il San Giorgio di Donatello del 1415-1417, commissionatogli dall'Arte dei Corazzai. San Giorgio era un guerriero e i Corazzai si occupavano di armature e materiale bellico. Partecipazione del pubblico che passava davanti alla Chiesa di Orsanmichele. Il Santo aveva una spada di bronzo che fuoriusciva dalla nicchia e incombeva sulla testa dei passanti, che ne erano spaventati. L'armatura del Santo rappresenta un vincolo per Donatello, per non farlo sembrare troppo statico adottò due misure: l'espressione del volto e le mani poggiate sull'armatura, studiata nei minimi dettagli grazie a una vera armatura dei Corazzai, La scolpisce con i mezzi dell'orafo. San Giorgio è concentrato su quello che sta per fare. La testa è lievemente spostata verso destra. Nella predella viene rappresentata la lotta contro il drago per liberare la principessa. Nella predella di Nanni di Banco si può notare la profondità degli spazi tra i diversi Santi che lavorano, Donatello, invece, sperimenta lo stiacciato e sembra “disegnarci” sopra più che scolpircela sopra. Abbiamo per la prima volta il punto di fuga unico. Donatello vuole rendere partecipi i passanti della scena descritta. Si sente l'atmosfera mossa dal vento, dall'energia del santo. Arte della linea. Desiderio da Settignano sfrutta questa nuova tecnica sperimentata da Donatello. I Fabbri si rivolgono a Nanni di Banco per rappresentare il Sant'Eligio, un vescovo fabbro. Nella nicchia ci sono gli strumenti del mestiere. La tensione è ancora sulla testa, che si ricollega alla scultura classica di epoca adrianea. Le pieghe della veste arrivano fino a dove gli occhi dello spettatore possono arrivare infatti il corpo è solo scalpellato. Nella capigliatura sono statu ritrovati rimasugli di tintura dorata e la veste di blu oltremare, derivato dal lapislazzulo. Era costosissimo infatti i committenti specificavano la quantità da usare nell'opera. Nella predella si parla del miracolo del cavallo al quale il santo riattaccò la zampa spezzata. E' ambientata nella bottega. Ci sono accenni di stiacciato. Tecnica mista. 1417.1421. Nel 1419 il Cambio vuole commissionare una sua nicchia nonostante non siano un'arte – sono cambiavalute . , questa doveva essere dei Fornai ma erano entrati in crisi quindi la cedettero al Cambio. Viene affidato a Ghiberti e realizzato in bronzo. E' il San Matteo. La scultura è alta venti centimetri in più del San Giovanni Battista – 255 / 272 -. Il San Matteo ha uno sguardo molto inteso grazie all'utilizzo dell'argento. Citazione a sculture come quella di Seneca. Matteo indica il Vangelo che tiene nell'altra mano. Verrocchio, Incredulità di San Tommaso 1467-83. Seconda generazione rinascimentale. Realizzata per il Tribunale di Mercanzia. Verrocchio gioca sul panneggio sperimentato attraverso il disegno. San Tommaso tocca la ferita del Cristo Risorto. Le statue sono su due piani diversi: Cristo è posto su un piedistallo e il piede del Santo fuoriesce dalla nicchia. San Tommaso E' lo spettatore. Le sculture non sono a 360 gradi come le altre, sembrano lastre – nonostante a noi appaiano complete se non le si guardano da dietro - Aspetto del movimento che ha come capofila Donatello. L'opera del Duomo lo chiama per realizzare la cantoria di Santa Maria del Fiore. Quella del lato opposto era di Luca della Robbia e risaliva a due anni prima, 1431. E' divisa in sezioni. Donatello supera Luca della Robbia. La cantoria del Della Rocchia p essenzialmente marmorea, mentre Donatello sfrutta tutto quello che può nella realizzazione. Il primo è molto più decorativo. Della Rocchia riprende l'idea che Donatello aveva usato per i putti danzanti a Prato, ma lo stesso Donatello aveva deciso di cambiare tecnica; punti continui. Le leselle presenti non suddividono nulla in realtà. Fregio conti. I putti corrono su un prato – gli spettatori non lo potevano vedere a occhio nudo dato che la cantoria era molto in alto - La cantoria di Maso di Bartolomeo, orafo, era molto ispirata a quella di Donatello. Durante il Barocco si rimuovono le cantorie donatelliane, troppo piccole per il gusto barocco. Banchetto di Erode che Donatello realizza con lo stiacciato. E' quasi alabastrino. Due momenti diversi in un'unica scena; danza di Salomè per avere la testa del battista – antefatto – ed esposizione della testa da parte di Erode – effetto della danza .. Citazione dell'antico nel corpo di Salomè, che riprende una Baccante che aveva visto ai Musei Capitolini. Son Girolamo nel deserto di Desiderio da Settignano, allievo di Donatello. La montagna sembra divisa in lastre, il cipresso è ripreso un quadro coevo. Accolito che fugge ispirato al David. 11-03-20 Madonna Pazzi, realizzata per la famiglia Pazzi da Donatello, oggi è custodita a Berlino perchè la collezione era stata venduta. E' successo a tante altre opere rinascimentale. Stefano Bardini, dell'800, era un antiquario che andava a cercare le opere rinascimentali. Oggi c'è un museo a lui dedicato in quella che era la sua bottega. Alla bottega lavoravano anche falsari molto abili. La vende a Bode. Rapporto madre-figlio a stiacciato. Intensità nello scambio affettivo che Donatello probabilmente lo aveva vissuto. I due sono incorniciati in una sorta di finestra con un inquadramento prospettico. Misura dello spazio occupato dalle figure. La Madonna viene venerata anche nelle case. La prima versione era in marmo, le altre di materiali meno costose come la terra cotta, stucco e cartapesta. C'è un grande risparmio e sono molto durevoli quanto il marmo. Sono materiali che possono essere dipinti, la policromia dà più valore all'opera. Nel 1450 si realizza una copia in stucco dipinto e dorato della stessa Madonna Pazzi dove la finestra prospettica è sostituita da un altarino. Nella versione dipinta si vedono le aureole. A Praga ce n'è una in cartapesta. Al Museo Bandini abbiamo una Madonna con Bambino in terracotta dipinta e dorata che non si sa se era stata realizzata da Brunelleschi o Nanni di Banco. La critica capeggiata da Luciano Bellosi, che ha studiato la rinascita della terracotta, la attribuisce al giovane Brunelleschi che stava partecipando al Concorso del 1401, realizzata nel 1405. Parvenze di gusto neogotico. Affetto e familiarità tra la Vergine e il Bambino. Aldo Galli, suo allievo, la attribuisce a Nanni di Banco al tempo in cui lavorava alla Porta della Mandorla realizzata nel 1410. La produzione in terracotta di Nanni di Banco non ci è molto nota. In una collezione privata fiorentina della stessa opera in stucco dipinto e dorato è più classicheggiante. Ne abbiamo anche uno di Ghiberti del 1402- 1405 in gesso e stucco, coservata a Firenze a Palazzo Davanzi. Realizzata dopo il Concorso del 1401. Presenti 50 repliche. Al Museo Bardini e Alla Arciconfrarnita fiorentina ne abbiamo due copie coeve in stucco policromo ma con stili diversi. Luca Della Robbia renderà ricca la famiglia inventando la tecnica della terracotta invetriata. Tecnica di famiglia rimasta segreta. Maggiore preziosità dell'opera. Scambio affettivo forte. Piedino del Bambino che rompe lo spazio. Nella versione di Filippo Lippi la Madonna è rappresentata entro una nicchia ma il bambino rompe lo spazio. Architettura e scultura: riflesso tra le arti Masolino da Panicale, Guarigione dello storpio e resurrezione di Tabita. Affresco della Cappella Brancacci. Si vede il porticato dello Spedale degli Innocenti. I lavori per la costruzione del porticato iniziano nel 1419. Era stato commissionato dall'Arte della Seta a Brunelleschi. Primo orfanatrofio dell'Europa. Brunelleschi interviene su alcune parti del cantiere: la facciata, il portico e il prato. Era una struttura ricettiva quindi il vecchio porticato medievale chiuso non era adatto. Ogni arcata è uguale alla successiva e usa solo pietraserena e intonaco chiaro. Vasari si rifà alla bicromia brunelleschiana e all'utilizzo della pietra serena. Nel 1487, Andrea della Robbia realizza dei cerchi che rappresentano i bambini nello stile robbiano colorati in azzurro. Modulo continuo. In una tavola di Gentile da Fabriano compare ancora il porticato brunelleschiano. Porta del paradiso di Ghiberti del 1425. Perdita della cornice polinobata. Maggiore complessità nelle scene descritte per maggiore spazio. Incontro tra Salomone e la regina di Saba suggerita dall'architettura di Brunelleschi. San Lorenzo, Cappella Martelli, Filippo Lippi, Annunciazione. Incidenza della luce che crea un cono d'ombra con una brocca. Abbiamo due porticati: uno dietro la Vergine e uno dietro gli Angeli. La Cappella Martelli è dirimpettaia della Sagrestia Vecchia, importante per l'architettura e la pittura. E' cambiato il punto di accesso: prima si entrava dalla Cappella Martelli, oggi è bloccata da una grossa statua del Verrocchio quindi ora si entra dal lato. I lavori iniziano nel 1422 e viene riusato lo stile del porticato degli Innocenti. I rilievi sono realizzati in collaborazione con Donatello e rappresentano i Santi Stefano, Lorenzo, Cosmin e Diamiano e le scene della vita degli Evangelisti. Nei soppalchi i rilievi sono in marmo su sfondo scuro, sui pennacchi usa lo stucco. Brunelleschi è irritato dalla scelta del collega. Donatello lavora su impalcature con tecniche stratificate: stucco e argento. Rilievi forti ed efficaci. Tentativo di collegamento con lo spettatore. Le are sono all'antica. 12-03-2019 Donatello decora anche i rilievi dei soppalchi e la porte ai lati della Sagrestia. Cosman e Damiano erano Santi medici quindi, insieme a Santo Stefano e san Lorenzo sono protettori della famiglie. : Utilizzo di oro alle bordure e per le aureole. Il volume è dato dallo stucco. I Santi parlano tra loro. Lo stesso modulo è ripetuto nelle porte bronzee. 5 riquadri per anta. Porte esili e stilizzate. Modello antico, nella fattispecie ai dittici tardoantichi. Un esempio è il Dittico di Stilicone del 400 D.C che ogtgi si trova al Tesoro del Duomo di Monza. Impostazione iconica e dritta delle figure. Donatello inversa: erano figure piccole mentre qua i committenti sono rappresentati proporzionati al quadro r partecipi alla vicenda. La differenza si nota nel vestiario. La Cappella Brancacci iniziò sotto Felice Brancacci ma i lavori vengono ammodernati nel Settecento da Vincenzo Meucci, La volta a vela diventa continua e l'opera di Masaccio è stata distrutta, I lavori iniziarono nel 1424, Felice era tornato da un'ambasceria al Cairo e chiama Masolino che ha terminato la commissione precedente. Collaborerà con Masaccio finchè non verrò chiamato da Re d'Ungheria e, nel 1427. Masaccio va a Roma e la Cappella resta incompiuta. Resta incompiuta per cinquant'anni, Il lavoro allora viene chimato Filippino Lippi. Sui pilastri d'accesso abbiamo il Peccato Originale e La cacciata dal Paradiso, lavoro equamente diviso tra i due. Masolino: Non è chiaro dove siano posti Adamo ed Eva; la loro anatomia è perfetta ma non si vede su cosa poggiano perchè lo sfondo è uniforme. Il corpo di Eva è più chiaro di quello di Adamo per rappresentare l'idea di purezza che si aveva della donna. Le due figure sembrano avulse dal contesto. Masaccio dà fisicità ad Adamo ed Eva nella cacciata. Lo sfondo non è più uniforme. Adamo si copre il volto con le mani, Eva deve usarle per coprire le sue nudità e il suo dolore si vede dall'espressione. Eva assimilata alla Venere Pudica antica. 18-03-2019 Le figure masaccesche sono quasi teatrali. La drammaticità di Masaccio si vede anche nel volto coperto da una mano di Adamo. Tributo della moneta, Masaccio, parte sinistra secondo ordine della Capella Brancacci. La scena, tratta dal Vangelo di Matteo, è quasi filmica. Continuo rimando di gesti. Scena I: Cristo indica Pietro che a sua volta indica l'acqua. Scena II: Pietro, su ordine di Cristo, va verso il fiume e prende la moneta dalla bocca del pesce. Scena III: Pietro dà la moneta al custode e gli Apostoli possono entrare nel tempio. Pietro è riconoscibile fai vestiti, che restano sempre gli stessi in tutti i momenti. Il paesaggio cambia a seconda della vicinanza o lontananza dalla città. Le sue figure guardano a Nanni di Banco. Masolino cerca di emulare Masaccio e dare fisicità alle sue figure nel La predicazione di San Pietro ma la difficoltà si nota: le figure non sono plastiche e piantante in terra ma sembrano fluttuare. Mette due figure moderne a osservare la scena. Masaccio Il battesimo dei neofiti: il pittore vuole far vedere che siamo sul greto di un fiume, tratteggia il fiume. Uno dei neofiti ha freddo. Studio attento dell'anatomia del corpo del neofita, i busti seguono i canoni classici. I capelli e le mutande si attaccano al corpo a causa dell'acqua che San Pietro gli sta lanciando in testa. Anche il neofita che si sta spogliando è molto realistico. Nel La guarigione della zoppa e la risurrezione di Tabita Masolino mostra due figure elegantemente vestite che chiacchierano tra loro senza curarsi di ciò che sta succedendo davanti – guarigione della zoppa – e dietro – resurrezione di Tabita – e la presenza di San Pietro. Anche nella casa si possono vedere elementi tipici della quotidianità della Firenze del tempo. Masaccio Distribuzione dei beni e morte di Attonia: bambino con vestito in braccio alla madre molto realistica. Altra citazione ai Quattro santi coronati di Nanni di Banco nelle teste dei santi. Masaccio, San Pietro risana con l'ombra: osservazione dell'architettura cittadina. Lo storpio è, ancora una volta, molto realistico. Masaccio e Filippino Lippi. L a resurrezione di Teofilo e San Pietro in Cattedra: Filippino Lippi aveva iniziato il lavoro da e con Masaccio, lo termina dopo la sua morte. La parte di Filippino fa trasparire il gusto del tempo, ovvero metà Quattrocento. Lavorerà da solo alla Disputa con Simon Mago e la crocifissione di San Pietro che è squisitamente tardo quattrocentesco, Masaccio segna una cesura nella storia dell'arte e nella pittura. Pittura a Firenze dopo Masaccio Nel 1978-79 c'è stata una mostra a cura di Luciano Bellosi chiamata Pittura di Luce. La pittura di luce si sviluppa dopo Masaccio, che viene studiato attentamente. Arriva l'arte fiamminga a Firenze dove si studiava il riflesso della luce nei quadri. Nel 1435-36 Leon Battista Alberti aveva pubblicato il De pictura, trattato sulla storia della pittura. Corte di Eugenio IV che arriva a Firenze e ci si stabilisce. Studio scientifico della rifrazione della luce. I pittori sono: Besto Angelico; Paolo Uccello, Filippo Lippi, Domenico Veneziano, Maestro di Pratovecchio e Pieri della Francesca. Beato Angelico, frate presso il Convento di San Marco, aveva dipinto le celle dei fratelli. Tabernacolo dei Linaioli, polittico realizzato insieme a Ghiberti. Madonna in trono con bambino circondata da dodici angeli musicanti. Nelle ante interne abbiamo i due San Giovanni e in quelle esterne San Marco e San Pietro. Lastre ben evidenziate per conferire fisicità alle figure. La mano di Ghiberti si vede nelle pieghe del vestito dei santi Marco e Pietro. Il San Giovanni Battista è affiancato da angeli musicanti. Inserzione meramente decorativa. Pala di San Marco 220 x 227, regalo di Cosimo de Medici. Si nota dalla presenza di Damian e Cosman, santi protettori della famiglia medicea. Sacra conversazione. Spazio naturale chiuso da un'architettura. Il tappeto serve a dare l'idea della prospettiva. Tavoletta che mostra la crocifissione. Fine opposta a inizio. Canoni brunelleschiani nella cornice. Deposizione che riprende Gentile Da Fabriano. Palla Strozzi non rispetta i canoni brunelleschiani. La Maddalena sembra una citazione evidente a Masaccio, C'è uno studio della luce. Lo sfondo è a metà tra naturalistico e cittadina: si vedono i tetti di Gerusalemme, Montagne brulle molto realistiche. Forte influenza della pittura fiamminga. Nelle Fiandre nascono i quadri da parete. In Italia sono perlopiù altaroli religiose, nelle Fiandre sono rappresentazioni di scene familiari. Jan Van Eyck Ritratto dei coniugi Arnolfini. Gli Arnolfini erano mercanti lucchesi che vivevano a Bruges. Il signor Arnolfini saluta con una mano e con l'altra stringe la mano della moglie. La moglie, Costanza Trenta, si tocca la pancia come a farci capire che è incinta. Lo sfarzo si vede sia dai vestiti dei coniugi che nel candelabro con una sola candela accesa per rappresentare l'amore eterno. Nel quadro c'è uno specchio dove probabilmente il pittore si rappresenta mentre dipinge. Van Eyck è stato il primo a firmare la propria opera. Dalle perle di vetro trasparente filtra la luce. Rappresentazione di Santa Marta o Santa Margherita, rispettivamente patrona della casa o delle partorienti. Abbiamo delle arance, chiaro segno di ricchezza della famiglia. Madonna del cancelliete Rolin devozione del cancelliera alla Madonna. Devozione che prevale sulla narrazione. Porticato quadrangolare che mostra uno spaccato delle Fiandre. Bordure dell'abito della Vergine imperlato, la corona e l'oro sul bambino. Capitelli di stili diversi. 19-03-2019 Visita Verrocchio: Venerdì 5 12 30/ 14 15 – 90 minuti, 6 euro – a Palazzo Strozzi Per Bargello informazioni ancora da definire, la visita sarebbe giovedì 11 o venerdì 12, Biglietto cumulativo che vale per entrambe le sedi della mostra Trittico Portinari, Hugo Van der Goes. Gli era stato commissionato da Tommaso Portinari, ricco banchiere di Bruges. I lavori saranno inviati a Pisa e poi, via Arno, arrivano a Firenze. Evento corale della città di Firenze, portato all'ospedale di Santa Maria Nuova in Sant'Egidio, di patronato Portinari. Ambiente semiaperto Nelle ante ci sono Sant'Antonio e Sant'Egidio e Santa Maria Maddalena e Santa Margherita che assistono all'esposizione del bambino. I Portinari sono rappresentati in piccolo ad assistere alla scena. Studio della luce e attenzione ai dettagli. Le ante esterne rappresentano l'Annunciazione. Le sculture sono lignee. Rappresentazione realistica della natura nel vaso di fiori. Domenico Ghirlandaio usa la stessa esposizione di Van Der Goes nella sua Adorazione dei Pastori. Citazione dell'antico ma attenzione al presente. Madonna con il bambino di Beato Angelico esposta alla Galleria Sabauda a Torino. Bambino come luce del mondo. Apparizione da un siparietto sollevato. Una fonte di luce la colpisce direttamente. Dietro si intravede una nicchia michelozziana. Lo sfondo è diviso da una sorta di muro. Finestra che illumina un pilastro dell'esedra. Madonna di Tarquinia di Filippo Lippi del 1437 – data riportata anche sul quadro – Lippi simula un finto marmo. La Vergine tiene il bimbo che si dimena con una mano e con l'altra posa un libro. Studio della luce in più punti: frontale, da una finestra su un lato e da un arco esterno della casa. Una fonte di luce esterna e due interne. Pala Barnbadori per San Frediano. Lo spettatore è immesso nella rappresentazione grazie a una balaustra. La luce arriva da una finestra, Nella predella si raccontano le storie di San Frediano e Sant'Agostino. La Visione di Sant'Agostino si trova alla Galleria degli Uffizi, l'altra predella è al Luovre. Tre fonti di luce interne: la porta aperta e due finestre. Domenico Veneziano studiava attentamente la luce insieme a Paolo Uccello. Pala di Santa Lucia del Magnoli L'architettura è contemporanea e divide il polittico in parti. I Santi sono su un piano diverso da quello della Vergine. Due soppalchi. La nicchia non contiene perfettamente la Madonna. La luce arriva da sopra, abbiamo una linea d'ombra che fa in modo che i colori abbiano tonalità diverse. Piero della Francesca si forma insieme a Domenico Veneziano e segue la linea di Masaccio. Si concentra molto più sulla psicologia piuttosto che sulle espressioni. L'altro riferimento era Beato Angelico. Polittico delle meraviglie 1420- 1493. La Crocifissione si rifà quella masacciesca. La prospettiva si nota dal corpo di Cristo. Santi ascetici che hanno una grande plasticità. Si trova a San Bertoldo era figlio illegittimo di Lorenzo il Magnifico. Produsse soprattutto opere bronzee. Scena di Battaglia, Bertoldo di Giovanni conservata al Bargello. Senso di un vortice e figure che si fondono. Figure che compiono azioni diverse con livelli di studio più o meno preciso, come Michelangelo. Bronzetto di Ercole che riflette sulla sua azione citato in una delle figure del rilievo michelangiolesco. Michelangelo lascia Firenze per Bologna dopo la morte del Magnifico. Gli viene commissionato un lavoro importante nella cappella di San Domenico, che ha la sua tomba nella Cappella. Arca di San Domenico del 1200 sorrette da angeli. Commissionata a Nicola Pisano che si fa aiutare dalla sua bottega. Dopo la sua morte si decide di aggiungere una copertyra sul sarcifago. Il marmo avrebbe fatto cedere la struttura di Pisano. Si commissionò a Niccolò Dell'Arca, scultore semisconosciuto. I Santi da lui realizzati sono squisitamente realizzati. Michelangelo deve realizzare le figure restanti. Realizza San Petronio e San Procolo. San Petronio era il protettore di Bologna e per evidenziarlo lo scultore fli fa tenere una “miniatura” della città. San Procolo è un piccolo David: è concentrato sul salto così come David era concentrato sul momento che precedeva l'uso della fionda. Angelo Reggicero che si oppone a quello di Niccolò dell'Arca, che sembra quasi alabastrino da quanto è elegante. Michelangelo lavora vent'anni dopo dell'Arca ma il suo stile era completamente diverso e pià moderno. Pier Soderini, nuovo signore di Firenze, vuole che si rappresenti due battaglie fondamentali di Firenze contro Pisa. Nè Vasari né Michelangelo arrivano a dipingere il muro, Leonardo si ma la sua tecnica non tenne. Battaglia di Cascina di Aristotele da Sangallo da Michelangelo. Delle composizioni restano solo i cartoni degli artisti, a noi sono arrivate solo parti. Rubens ci permette di vedere lo stendardo della battaglia rappresentata da Michelangelo. 25-03-2019 Battagli di Anghiari e conquista dello stendardo cha rappresenta la vittoria dei fiorentini sui milanesi e l'alleanza con il papato. Leonardo e Michelangelo erano tornato dal soggiorno milanese e Raffaello era arrivato a Firenze proprio nel 1512. Michelangelo permise a un artista spagnolo di studiare il suo cartone. I cartoni sono stati danneggiati da chi li studiava e i lacerti forse erano stati rubati. Leonardo ha come base le battaglie di Paolo Uccello, in particolare la Battaglia di San Romano. L'opera era divisa in tre parti e a Firenze abbiamo la seconda parte il Disarcionamento di Bernardino di Ciarda, il primo Niccolò da Tolentino a capo dei fiorentini è alla Nartional Gallery e la terza, ovvero la vittoria dei fiorentini, si trova al Louvre. Erano stati commissionati da Leonardo Bartolini Salimbeni che aveva combattuto in quella battaglia e furono venduti al Magnifico che le usò come decorazioni della propria alcova e della testa del letto. Difficoltà dello scontro che è entrato nel vivo. La scena realizzata da Leonardo è simile. Michelangelo rappresenta il momento in cui i fiorentini si riposano dalla battaglia. La pace è interrotta da qualcuno che li informa che i pisani stanno arrivando. Immediatezza della situazione e movimenti repentini. Il suo modello era una battaglia di nudi realizzata a metà Quattrocento da Giovanni da Pontaiolo. Strade differenti di due grandi artisti. Rubens copia l'opera di Leonardo applicandola al gusto Barocco. Studio dei volti e delle loro deformazione data dallo sforzo. Si accentua lo sforzo. Studio di volto per la battaglia di Anghiari. Leonardo vuole trasmettere l'atmosfera di battaglia rendendola visibile allo spettatore. Anche i musi dei cavalli sono deformati e antropomorfizzati. Sono atterriti. Studio della dentatura del cavallo. L'animale diventa prima un leone e poi un uomo. Per Michelangelo abbiamo due studi di due particolari figure della battaglia. La muscolatura è studiata nei minimi particolari. Giulio Romano La battaglia do Ponte Milvio. Affresco dell'ultima stanza del Vaticano. Raffaello la disegnò ma morì prima di realizzarla, nel 1520. E' nella stanza di Costantino. Giulio Romano faceva parte della bottega di Raffaello. Lo fanno per continuità di stile. Giulio Romano arriva a Mantova nel 1524, nel 1527 c'è la diaspora degli artisti dopo il sacco di Roma. Dal 1508 fino al 20-27 Roma diventa il centro dell'arte. La sede è il Vaticano. La città viene ridisegnata. Operazioni urbanistiche importanti e moderne come la Via Giulia. Cappella Sistina Gli artisti lavorano alla Cappella Sistina, sede del Conclave. Fu voluta dal Papa Sisto IV. Fu Papa per 13 anni. 14X13,5 cm come il Tempio di Salomone. Le pareti sono divise in quattro parti per dividere gli affreschi. Realizzata da Baccio Pontelli e ultimata nel 1480. Il Magnifico manda i suoi artisti a lavorare per il papa: Pietro Perugino, Ghirlandaio, Botticelli, Rosselli e Signorelli. Era il secondo ordine. Terminato nel 1483. 15 agosto 1483: Sisto IV consacra la Cappella Sistina alla Vergine. Si simula un drappo. Moda delle grottesche dopo la riscoperta delle pareti sotterranee della Domus Aurea. Papa Leone X commissionò a Raffaello un cartone per un arazzo. Molte decorazioni furono distrutte per permettere a Michelangelo di realizzare il Giudizio Universale. La volta era decorata con un cielo stellato raffigurato da Pier Matteo D'Amelio con un'immagine centrale dell'Assunzione della Vergine del Perugino. Partenza di Mosè per l'Egitto di Perugino. Mosè è in primo piano con mantello verde e veste gialla. Circoncisione del foglio maschio da parte della moglie dopo che un Angelo gli ha ordinato di farlo. I colori sfumano man mano che ci si allontana dallo sfondo. Sandro Botticelli arriva a Roma insieme a Perugino. Botticelli ha difficoltà a orchestrare scene così corali. Realizza la Punizione dei Ribelli, L'equilibrio è dato dall'architettura, l'arco è simile a quello di Costantino. I sacerdoti ribelli vengono bruciati e poi inghiottiti dal terreno. Dal lato opposto abbiamo il Nuovo Testamento: Consegna delle chiavi a San Pietro per legittimare la Chiesa Cattolica Romana. Scena lineare e cristallina. Pianta centrale come pianta perfetta per rappresentare Dio. Trasposizione del Tempio di Gerusalemme e allo studio dell'Arco di Costantino. Papa Giulio II della Rovere chiama a Roma Michelangelo con l'inganno: lui si professava scultore e il Papa gli promette che lavorerà alla sua tomba. Ci lavorerà e sarà il cruccio di una vita e il progetto verrà continuamente ridimensionato. Lavorerà alla Sistina dopo varie trattazioni dal 1508 al 1521. Il ponteggio era stato progettato da Bramante ma a Michelangelo non convinceva. Se lo costruì da solo e lavorò alla Cappella per quattro anni. Spazio enorme da dipingere: evidenzia gli archi in modo da dividere la volta in frammenti divisi da lunette per rappresentare sia le scene del Vecchio che quelle del Nuovo Testamento. La scena si apre alla volta. La volta è sorretta da gnudi che tengono ghirlande che rappresentano altre scene. Sibille e profeti richiamati da cartigli. La sibilla Cumana è molto mascolina e muscolosa. La volumetria è evidenziata dalle colorazioni. Pittura che simula scultura e architettura. Sibilla persica con grande cangiantismo. Donna anziana. Il pubblico non la può vedere bene perchè, data l'età si avvicina il libro per leggerlo e la figura viene coperta. Figure che simulano sculture di bronzo per non lasciare spazi vuoti. Si nota la fatica sul volto di Davide mentre taglia la testa a Golia anche se la scena era molto in alto e quindi era difficile notarla. Raffaello la visita e viene molto influenzato dallo stile di Michelangelo. 26-03-2019 Raffaello e le stanze Vaticane Raffaello Sanzio da Urbino arriva a Roma su richiesta di Giulio II. Gli artisti da lui chiamati lavorano sempre vicini: i Musei Vaticani sono vicinissimi alla Cappella Sistina anche se Michelangelo e Raffaello non si videro assiduamente. Spazi inframezzati di finestre e porte. Le lunette erano irregolari. Raffaello li ingloba e riesce a renderle apparentemente uniformi. Lo spazio è impostato su una sorta di zoccolo a delimitarlo in basso. Ogni zoccolo ha una soluzione decorativa differente. Pinturicchio e Raffaello, Enea Silvio Piccolomini che parte per il Concilio di Basilea. Pinturicchio seguiva i disegni di Raffaello. Uno dei cavalieri guarda verso lo spettatore per renderlo partecipe alla vicenda. Basilea è sullo sfondo. Sposalizio della Vergine mutuata da Perugino, suo maestro. Realizzato per un committente umbro di Città di Castello. Venne rubato dai Francesi per poi arrivare a Milano alla Pinacoteca di Brera, dove si trova tutt'ora. La Vergine sposerà l'uomo la cui verga fiorirà per prima. La prima a fiorire è quella di Giuseppe e i due si sposano seduta stante. Nello sfondo del La consegna delle chiavi abbiamo giovanetti che giocano sullo sfondo per non staccarlo troppo nettamente dal primo piano. Raffaello tenta di togliere tutto ciò che può disturbare la perfezione del quadro. Le figure sono più schiacciate e non ci sono più citazioni all'antico. L'architettura del tempio è molto originale per il tempo. Divenne anche architetto. Pala Baglioni commissionata dalla signora Baglioni per commemorare la morte del figlio Grifonetto. Si trova a Villa Borghese. Si trova lì per volere del nipote del Papa Borghese. Cardonale nipote che pretende di portarlo via dalla Chiesa di San Francesco a Perugia nel 1608 per esporlo alla Villa. Il Cristo deposto dalla croce e gli uomini che lo sostengono sono in primo piano e lo svenimento della Vergine è relegata in un angolo. Citazione alla scoperta della statua del Laocoonte, sacerdote troiano che aveva predetto la distruzione della città ma venne ucciso da una piovra per evitare che cambiasse gli eventi. Nel quadro l'espressione di un anziano in primo piano la ricorda. Giulio Romano, Giovanni da Udine, Giovan Francesco Penni e Polidoro da Caravaggio. L'ultimo si distingue per le decorazioni policrome. Marcantonio Raimondi diffonde le opere raffaelliana. Bramante deve rendere più organico il giardino delle loggie vaticane. Le logge sono corridoi che collegano le parti del Vaticano. Il cortile di Belvedere oggi è diviso in due da una delle ali della Biblioteca Apostolica. Il Papa chiede a Raffaello di dipingere le campate nelle logge. I suoi collaboratori lo aiutano utilizzando il loro stile. Ogni campata è nello stile grottesco. La zarina Caterina si fa fotografare le campate per portarle in Russia. Villa di Agostino Chigi, detta “La Farnesina” N.B: la Farnesina dove risiede il Ministero degli esteri è di epoca fascista. Agostino Chigi era un banchiere a servizio del Papa, la villa cambiò nome sotto i Farnese, che la comprarono perchè insisteva dalla parte della loro villa. Dalla fine del 500 in poi. Chigi lo chiede all'architetto Peruzzi. Sinergia tra architettura e natura che poi sarà al centro del Manierismo. Nella facciata sul giardino abbiamo il contatto tra natura ed architettura. Due strutture architettoniche insistono verso il fiume. Aveva una cappella in Santa Maria della Paca, Raffaello aveva dipinto Sibille e angeli. La seconda è in Santa Maria del Popolo. La pala d'altare è di Sebastiano del Piombo. Lo scultore Lorenzetto, che muore giovane come Raffaello, doveva rappresentare la parte scultorea. Sala di Galatea che ha la descrizione dell'Oroscopo della famiglia Chigi nella volta. Il trionfo di Galatea nel quale c'è una grande armonia e tranquillità nel quadro. I corpi hanno il perfetto stile di Michelangelo. Sebastiano del Piombo divenne amico di Michelangelo e unisce il decorismo veneto e il colorismo fiorentino. Nella stanza dipinge il Polifemo che ha lo stile michelangiolesco. I colori sono più accesi di quelli di Raffaello. Vasari la definisce diformità rispetto alle figure raffaelliane. Sala della prospettiva al piano di sopra di Peruzzi. Porticati che mostrano scorci della Roma del tempo. I vandali, durante il sacco del 1527, alloggiarono a Roma nella villa Chigi e scrissero i loro nomi sull'affresco del Peruzzi. Nella camera del Chigi abbiamo le Nozze di Alessandro e Rossane, dipinte dopo il matrimonio. Fu dipinto dal Sodoma. Raffaello dipinge la Loggia della villa. Enfasi al fatto che la natura si fonda con l'architettura. Lo risolve con un pergolato. Le sezioni restano a cielo aperto. Il pergolato viene chiuso con due arazzi. 02-04-2019 Leonardo del Sellaio disse a Michelangelo, tramite una lettera, di essere rimasto particolarmente colpito dalla Loggia di Psiche ma anche dalla Stanza dell'Incendio per la presenza dirompente di corpi nudi. Restò sconvolto nonostante lo stesso Michelangelo avesse dipinto migliaia di corpi nudi nella Sistina. Gli arazzi rappresentano la storia di Psiche: la presentazione agli dei e il banchetto del matrimonio con Amore. Al centro c'era lo stemma della famiglia Chigi. Quadro senza prospettiva, nessun accorciamento della volta. Dei e Amorini in volo nella volta. Amore addita Psiche alla Grazie, dipinto nel pennacchio. Le posizioni sembrano innaturali per via della forma del pennacchio. Arte di deformare i corpi che poi si ripeterà negli anni successivi. Il Correggio nella sua Io riprende questa tecnica. Giovanni da Udine disegna la parte naturalistica degli affreschi ovvero gli uccelli. Sperimentatori anticlassici: Filone che non segue i dettami del Classicismo. Amico Aspertini non utilizza l'antico come paradigma. Lorenzo Lotto, che lavora negli stessi anni di Tiziano, si sposta a Jesi, Brescia e Bergamo per avere commissioni. Il corpo di Cristo non è equilibrato nello spazio. Anche nella predella i gesti sono sconnessi. Guarda a Durer. Studio arte fiamminga. La ricerca riprende negli anni Venti dopo la morte dei tre grandi maestri Leonardo, Michelangelo e Raffaello. Rivalità tra Raffaello e Sebastiano del Piombo. Giulio de Medici, poi Clemente VII, assegna le sue cappelle sia a Dal Piombo e Raffaello. Nessuno dei due voleva far vedere la sua opera all'altro. Dal Piombo aveva i suggerimenti di Michelangelo. Raffaello dipinse La trasfigurazione di Lazzaro, Dal Piombo la Resurrezione. Raffaello si risente della presenza di Dal Piombo e Dal Piombo non vuole portare la sua opera terminata a Giulio De Medici prima di lui. Nella Resurrezione si vede l'influenza che Michelangelo aveva sul Dal Piombo: il gesto è simile a quello del Dio che crea Adamo. Il primo fulcro è Gesù, il secondo il paesaggio. Cangiantismo utilizzato nella Sistina. Lazzaro ha un colore differente da quello degli altri: è nero per evidenziare il fatto che sia morto. Citazione a Michelangelo e alle statue del Prigione, angeli imprigionati da catene. Raffaello voleva realizzare due momenti diversi nello stesso quadro: la trasfigurazione e la liberazione dell'ossesso. La commistione dei due momenti non sembra completa. Nella liberazione si nota la convulsione della scena, mentre nella trasfigurazione si vede il Cristo irradiato dalla luce e la scena è solenne. La Stanza di Costantino è la più ampia e la affrescano gli allievi dello stesso Raffaello. Avevano i cartoni del maestro quindo lo stile sarebbe risultato più uniforme. La stanza, rispetto alle altre, ha le pareti continue. Nel nicchione abbiamo i frati benedicenti. Ripete la scelta della Farnesina di usare gli arazzi, anche se questo sono simulati e dipinti. Battaglia del Ponte Milvio dove le figure sono ammassate e non è facile riconoscere il centro. Sarà la maniera manierista. Si vedrà ancora meglio ne La donazione di Roma. Villa Madama, oggi sede delle conferenze stampa, viene commissionata a Raffaello da Giulio de Medici che vuole emulare la Villa Chigi. E' fuori porta. Il nome deriva da Margherita d'Austria, chiamata Madama come il Palazzo. Era sposata con Alessandro de Medici. Peschiere nel giardini della villa. Il portico oggi è chiuso da vetrate ma ai tempi servivano per emulare le terme romane. Citazione alla Domus Aurea. Giovanni da Udine studia gli stucchi. Giochi acquatici. La morte di Raffaello crea un disequilibrio nella società stessa: era uomo di corte e conversava con il Papa. Opposto a Michelangelo, meno propenso alla socialità. Nel 1527 c'è il Sacco di Roma e la diaspora segli artisti. Il Papa è Clementino VII e si fa finta di non sapere che i Lanzichenecchi arriveranno, cosa che succederà davvero. Polidoro da Caravaggio torna in Sicilia ma anche a Napoli, Giovanni da Udine torna alla città d'origine e Perin del Vaga, dopo essere tornato a Firenze, lavora a Genova. Giulio Romano, nel 1524, è chiamato da Federico II Gonzaga a Mantova. Fu ritratto da Tiziano nel 1525. Lo sfondo è vago, indefinito e verrà ripreso da tutti gli artisti successivi. Cane come simbolo di fedeltà che porge la zampa al padrone. 05-04-2019 Lezione di martedì 9 in Aula Magna Brunelleschi e lezione di recupero mercoledì 10 13-15 nel mezzanino, Visita al Bargello martedì 9 prima della lezione Giulio Romano è l'esecutore testamentario di Raffaello. Resta a Mantova fino alla morte. Palazzo Tè non è più una villa fuori porta. Deve inglobare le stalle al resto della struttura, I Gonzaga allevavano cavalli prestigiosi che spesso erano ceduti come dono diplomatico. Villa di svago ma anche di prestigio. La base sono le stanze della Domus Aurea. Presenza dell'impluvio per la raccolta l'acqua piovana. Gioco di livelli. Rinascimento maturo che si avvicina al Manierismo. Esedra architettonica che si affaccia sulla campagna apparentemente semplice ma in realtà molto complessa. Tre arcate decorate in bugnato liscio, le arcate centrali sono in realtà non lisce. Metrope e triglifo ispirato ai templi greci. Il cortile interno ha tre semicolonne. Bugnato rustico. Finestra tamponata. Un triglifo su tre sembra “cadere”. Effetto spiazzante per il tempo perchè si porta l'osservatore a credere che la struttura cederà da un momento all'alto. Mantova come centro di irraggiamento della Maniera. La facciata sul giardino è semplice. Finestra serliana come quella usata da Raffaello nella stanza dell'Incendio. Interno all'antica. Imponenti colonne tetrastili e cassettoni simili a quelli del Pantheon. La costruzione inizia nel 1525, Nello stesso anno si dedica anche alla Sala dei Cavalli. Operazione classicheggiante. Finto marmo che sembra antico. Diverse tipologie di marmi antichi ritrovati negli scavi. Federico Gonzaga chiede esplicitamente di rappresentare i cavalli a loro cari. Si stagliano in maniera naturale. Sala di Psiche, la più ampia dove banchettare o ricevere gli ambasciatori. Dipinge le quattro pareti. Ritratto di esposizione di piatti prestigiosi. Oggetti di cristalli pregiati particolari. Banchetto degli Dei che accolgono Psiche. Sinestesia nel rappresentare angeli musicanti, putti che giocano e più banchetti diversi. Racconto frazionato. Scorci prospettici come nella scena del matrimonio dove non si vedono gli sposi ma solo le mani. Nel banchetto la luce è quella di mezzogiorno mentre nella volta è sera. Sala dei giganti Pavimento a vortice che strania il visitatore facendogli credere che la stanza possa crollargli in testa. Figure imponenti che cadono e distruggono tutto. Decorazione continua. Cupola e consesso degli Dei che sono divisi dai Giganti come nella Disputa del Sacramento di Raffaello. Giove è l'unico punto saldo della rappresentazione. Perin del Vaga disegna un'altra Caduta dei Giganti. E' un affresco della Villa Doria, oggi accanto alla stazione Genova Principe. Il Principe Doria è molto ricco e si fa ritrarre nelle vesti di Nettuno da Dal Piombo. La sua opera è contenuta im una cornice. Gioca sul cromatismo. Nella parte superuire usa il cromatismo raffaellesco e nell'inferiore i colori sono più accesi per evidenziare l' “eresia” dei giganti. Il Rinascimento maturo a Venezia La vita di Giorgione, Zorzi da Castelfranco è un mistero nonostante la sua importanza nella storia dell'arte in quanto maestro di Tiziano. Ha dieci anni di carriera. Prova di Mosè e Il giudizio di Salomone che era en pendant e si vede per la posizione del trono. Per prevenire l'usurpazione al trono, il Re mette alla prova il piccolo Mosè offrendogli due teschi: in uno c'erano gemme e in una un carbone ardente. Mosè sceglie il carbone ardente e lo mette in Storia dell'infanzia di Giuseppe di Andrea del Sarto per Bolgherini – Giuseppe ebreo venduto dai fratelli - Giuseppe ha la veste sempre dello stesso colore per identificarlo. Studio della natura nordico. Giuseppe in Egitto di Pontormo. Scena poco chiara. Il bambino ha un incarnato molto realistico. La porta urbica è molto vicina a quelle che si possono trovare in città come Rotterdam. La scala sarà ripresa da Salviati nella Betsabea si reca furtivamente da David della metà del secolo. Nella Chiesa di Santa Felcita Pontormo realizza una Deposizione molto particolare, Abbiamo tante figure sovrapposte e il Cristo non è più il perno della rappresentazione e si gioca sul cromatismo per confondere lo spettatore. Vasari aveva una grande antipatia per Pontorno perchè i Medici lo avevano preferito a lui ma gli riconosce la bravura. Compianto del Cristo morto di Del Sarto dove si notano perfettamente le espressioni dei santi. Il Manierismo si diffonde anche nel resto d'italia. Un esempio +è Parmigianino a Parma. Nel La conversione di San Paulo: Paolo caduto da cavallo ha uno studio perfetto e raffinato con più falangi del normale e il cavallo è consapevole di essere bello. Federico Zuccari, Flagellazione. Chiasmo come paradigma espressivo. Gusto dello stupore nelle fontane. Fontana di Zuccaro per la Villa d'Este. Fontana della rometta a Tivoli dalla quale si vede Roma. Saliera per Francesco I di Salviati. Dono diplomatico. Ratto della sabina del Gianbologna dove il chiasmo tra il corpo del rapitore e quello del rapitore, Da quale prospettiva va vista? Bisogna girarci intorno per vederla tutta. 10-04-2019 Visita al Bargello martedì 7 maggio ore 10 30 L'arte nuova all'inizio del Seicento Nuovi dettami artistici derivati dal Cardinale Borromeo per riavvicinare i fedeli allontanati dal luteranesimo. Un esempio è la Chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma nella quale sono presenti molte scene delle vite dei martiri. I centri adesso sono Milano e Bologna. Il già citato Cardinale Borromeo era milanese. I fratelli Caracci, a Bologna, sono i primi a rinnovare le arti e la concezione. Giravano per le strade e rappresentano le persone per come erano realmente. Parmigianino, se si ritraeva, distorceva la propria immagine allo specchio. Nella bottega dei Caracci si studiava l'anatomia. Tema iconografico d'occasione- Annibale Caracci. Ragazzo che beve. Annibale lavorerà a Roma e porterà la cultura milanese insieme a Caravaggio. I due rinnoveranno i cannoni artistici. Ritratto raffinato di un ragazzo nell'atto di bere. Il bicchiere di vetro trasparente si può vedere dal riflesso della luce. Non c'erano vere commissioni ma studi veri e propri. Testa di bambino di profilo conservato al gabinetto dei bozzetti degli Uffizzi, disegno fatto di getto per studiare il bambino dal vero nella sua espressione. Ritrae un macellaio che pesa la carne mentre gira per la città. Annibale lo studia sul momento restando nella bottega del macellaio. Ritrae la bottega stessa in un quadro. Studio fatto dall'interno stesso della bottega. Una delle due figure si rivolge a chi guarda il quadro, probabilmente allo stesso pittore dentro la bottega. Crudezza della scena. Si ritorna allo studio del paesaggio, che diventa un genere artistico autonomo non più inserita in Sacre Famiglie o rappresentazioni religiose. Paesaggio fluviale, dipinto dove domina il paesaggio e le figure umane sono microscopiche come la città in lontananza. Palazzo Farnese, oggi sede dell'Ambasciata francese, era stato costruito da Michelangelo. Il Papa Farnese chiamò Caracci per decorare una delle sale. Questo farà in modo che tanti dei suoi allievi si trasferiranno a Roma per aiutare il maestre per poi restare a Roma, come Domenichino, o torneranno a Bologna, come Guido Reni. Per capire il suo stile il Papa gli commissiona un'altra opera che rappresenta Ercole. A Roma Annibale Caracci scopre la scultura antica e la studia nel dettaglio, riportandola nei suoi quadro. Tutta la raccolta farnesina oggi si trova a Napoli dopo un matrimonio dinastico con la famiglia Borbone. Caracci diventa il paradigma del Classicismo seicentesco durante il Barocco. Aveva visitato le stanze vaticane, infatti le espressioni sono molto vicine a quelle raffaelliane. La citazione all'antico la vediamo anche nella capigliatura della donna che dovrebbe rappresentare la Virtù. Nella parte centrale della volta abbiamo quadri riportati simili a quadri da parete. Al centro abbiamo Il trionfo di Bacco e Arianna in una cornice in finto stucco bianco. Simula anche medaglioni di bronzo. Tripudio di soluzioni decorative diverse. Per Bellori, che scrive nel 1672 quando Annibale Caracci è già morto, il pittore è riuscito a riportare l'arte classica nell'arte moderna del Seicento. Quattro angoli aperti sul cielo dove ci sono puttini che giocano. Correggio è il primo a realizzare cappelle sfondate a Parma, Caracci sembra conoscerlo bene e lo cita con questa soluzione alla Villa Farnese. Fonde insieme Raffaello e Sebastiano dal Piombo. Cappella Cerasi dove si trovano opere di Annibale e Caravaggio. Nella parte centrale della pala d'altare maggiore il dipinto è di Caracci, i due ai lati di Caravaggio. Caravaggio, pur essendo molto richiesto, veniva rifiutato dai suoi stressi committenti quando lo finiva. Le biografie del pittore venivano scritte spesso da altri pittori che lo mal sopportavano come Baglione. Nella Cappella Cerasi abbiamo un quadro di Caravaggio rifiutato ovvero La Conversione di San Paolo dove il Santo che si sta per convertire ha paura e dal quadro traspare molto. Gli esecutori testamentari del committente lo rifiutarono e il pittore dovette ridipingerlo. Oggi la prima versione è nel fondo della famiglia Odescalchi a Roma. La corregge perchè capisce che è troppo diversa da quella di Caracci e lo stile è inadatto. Adesso lo sfondo è nutro, Caravaggio ha tolto ogni variazione tonale. E' rimasta solo la luce divina. Saulo, divenuto Paolo, non ha più le mani sugli occhi per la paura ma apre le braccia per abbracciare la conversione. Crocifissione di san Pietro sempre di Caravaggio dove lo sfondo è scuro e ci si concentra sul dolore del Santo. L'aguzzino del Santo è sporco a causa del lavoro appena fatto. Bernini e l'unità delle arti visive Bernini era toscano. Creò un nuovo linguaggio artistico che fonde scultura, architettura e pittura. Lavora alla corte barberiniana, nasce dal teatro. Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria, progettata dalla stesso Bernini in toto. Affreschi coperti dall'architettura grazie a un gioco di stucchi. Edicola centrale che rappresenta la transberazione di Santa Teresa, che lei stessa descrive nelle sue memorie. L'angelo la colpisce con una freccia, è un dolore acuto ma nonostante tutto è felice. Pena più spirituale che fisica. Le sculture circostanti sembrano “discutere” sulle parole della Santa. Nella Cappella Albertoni abbiamo la Beata Ludovica Albertoni messa alla stessa altezza di chi prega. La sua espressione è simile a quella della Santa Teresa.
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