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Appunti Storia dell'Arte Moderna del Professor. Giometti., Dispense di Storia dell'Arte Moderna

Appunti presi durante le sue lezioni del professore, dettagliati, da integrare con i libri che suggerisce il docente, ma molto utili per superare l'esame.

Tipologia: Dispense

2019/2020
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Scarica Appunti Storia dell'Arte Moderna del Professor. Giometti. e più Dispense in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! Storia dell’arte moderna Lezione le II 11 400 = la storia dell’arte moderna inizia con il concorso del 1401 anche se come tutti i fenomeni non è un cambiamento radicale di corrente artistica ma sono processi che richiedono tempo. Manierismo = parola usata da Vasari, ossia maniera moderna. | gruppi di artisti si riunivano intorno ad un'arte, come quella di Calimala che era una delle più ricche e potenti di Firenze e che ha come protettore Giovanni Battista; quest'arte indice un concorso per formelle che dovevano uniformarsi ad una porta già esistente dal 1329-30 da Andrea Pisano. Porta di San Ranieri museo dell’opera del duomo (pisa), 1181 di Bonanno pisano formelle in bronzo addossate ad una lastra di legno che gli dava spessore, perchè il bronzo molto costoso era usato solo perla decorazione superficiale. 500 = museo dell’opera di Pisa sarà vittima di un grave incendio perché vengono lasciati accesi alcuni fuochi, la porta si trovava sulla parte presbiteriale e si è salvata. Bonanno pisano = è un grandissimo artista ma non ha acquisito la conoscenza della prospettiva brunelleschiana attraverso il punto di fuga unico, ma utilizza una prospettiva empirica, la distanza è data dalla grandezza delle figure. Formelle = - storie del testamento — dettagli con cristo pantocratore — formella con novità e annuncio ai pastori — viaggio dei Magi con i progenitori Adamo ed Eva e la caccia del paradiso terrestre. Scene della natività = due scene : - natività, con vergine e lavacro dove le ancelle lavano il bambino e in un angolo Giuseppe pensieroso. - La scena della capannuccia e del presepe la vediamo all'interno di una grotta sulla quale verrà poi rappresentata l'annunciazione dei pastori con le greggi disseminate su tutto l'arco della scena. Dall'altra parte con la scritta Magis abbiamo la divisione in due scene con i Magi e i progenitori; l’incorniciatura con rosette eleganti e raffinate che avevano una funzione tecnica, servivano a coprire i punti di giuntura. Porta di Andrea Pisano 1330-1336 museo dell’opera del Duomo 28 formelle decorative realizzate da questo artista per la porta sud del Battistero a due ante (sarà talmente bravo in questo lavoro che diventerà un artista molto conosciuto ed importante per Firenze, dopo la morte di Giotto verrà nominato capo mastro del campanile di Giotto). Tema iconografico = - scene della vita di Battista, dalla formella 1 alla 20; - Scene delle virtù teologali dalla 21 alla 23 - Sceneumiltà la 24 - Scene delle virtù cardinali dalla 25 alla 28 Tutto inserito nella cornice mistilinea quadrilobata che caratterizza anche il campanile, è un elemento unificante e un marchio di fabbrica per Firenze in questi anni. Il restauro di questa porta, porta alla luce una cromia straordinaria di un bronzo marrone e non verde come appare in tutte le porte, una intensità e vivacità delle dorature. Siamo in pieno gotico = le figure non esprimono emozioni, ritmi morbidi e tondeggianti, scene estremamente decorative. Natività Vergine assisa come antica matrona romana; le ancelle la assistono dopo le fatiche del parto mentre stanno portando avanti l’avacro del bambino, scena dei vangeli apocrifi. Le ancelle in basso sono sostenute dalla mensola che funge da proscenio, escamotage che Andrea utilizza in molte delle formelle, prospettiva interna empirica, la vergine la vediamo come se fossimo nell'alto della stanza, prospettiva distorta. Battesimo di Cristo Restauro qui riporta le cromature alla luce, elemento decorativo e fantasioso, spicca moltissimo, Andrea vuole darci la sensazione dell'acqua, graffiamo delle ondine che da la sensazione dell’acqua che scorre. Montagne dove si stagliano gli alberi, fuori scala ma più piccole per darci il senso di lontananza. Trinità = colomba dello spirito santo e cristo che riceve il battesimo. Danza di Salome Banchetto di erode, scena sullo sfondo di un drappo tenuto come tenda, commensali in piedi o appena seduti su una panca, dove possiamo vedere gli oggetti tipici di una mensa, Salome che danza, e la testa che gli viene data in premio di Battista. La consegna della testa = siamo all’interno di una stanza, dove all'ingresso si trova erodiate; i rapporti geometrici sono empirici. Andrea = interessato alla creazione di figure eleganti. Battistero = Con Andrea si dota della prima opera bronzea. 1348 = scoppia la peste nera che blocca la vita della città e dell'Europa intera per molti anni facendo così scoppiare una crisi economica e la crisi dei lavori artigianali. Concorso 1401 = viene indetto un concorso internazionale, vengono nominati 3-4 giudici e vi parteciparono 7 maestri non solo fiorentini: Brunelleschi = giovane artista formatosi come orafo, anche se poi lo ricordiamo come architetto e scultore; Simone da Colle, Niccolò d'Arezzo, Jacopo della Quercia, Francesco di Valdambrino, Niccolò Lamberti, Lorenzo Ghiberti vincitore del concorso. Ghiberti ci racconta la storia del concorso nella sua autobiografia / commentarii 1452- 55 fonte molto importante. Vengono date a ciascuno 4 tavole d’ottone che rappresentassero l’immolazione di Isacco. Di queste formelle se ne sono conservate 2, quella di Ghiberti e Brunelleschi, questo ci dice che probabilmente la giuria fino all'ultimo abbia discusso sul vincitore; oggi conservate al Museo del Bargello, realizzate all’interno della cornice mistilinea quadrilobata, convivenza fra antico e moderno che coniuga un repertorio classico, citazioni di sculture antiche e ancora incalzanti ritmi gotici. FORMELLA DI BRUNELLESCHI FORMELLA DI GHIBERTI Porta della Mandorla 1391-1397 di Piero di Giovanni Tedesco Via dei Servi, omaggio alla chiesa della Santissima Annunziata, cantiere estremamente importante che giustifica la profusione di elementi decorativi in marmo e anche di molte spese. Porta grande che fu realizzata da numerose mani.7 stipiti interni ed esterni = porta strombata con colonnine tortili; formelle quadrangolari con angeli e cartigli e ancora colonnine tortili. Capo mastro, Pietro di Giovanni Tedesco che gestiva l’esercito di maestri che lavoravano all’interno del cantiere. Nudo erotico di Nanni di Banco (museo dell'opera del duomo) = scultore del primo 400, rivale di Donatello che lavora a questo cantiere e rappresenta questo nudo insolito che ripropone le figure dell'arte imperiale antica; Questa figura rappresenta un ercole, ben bilanciata nella posizione, elegante formalismo che bilancia e resa anatomica che deriva dallo studio dei prototipi antichi. evangelista; perfezione formale della scena, resa visibile maggiormente dopo il restauro; allungamento delle figure perché questa formella si trovava in alto. San Marco = figura assisa alla sua scrivania mentre scrive il vangelo accompagnato dal suo animale il leone, in alto sospeso come se fosse un angelo ; figura grave e lo capiamo dai panneggi grafici che seguono un andamento figurativo, ed è elegante, non si da importanza al corpo sottostante. Dopo il restauro il panneggio è più ridondante. 3- 1415-1416: esegue poi scene più complesse e composite con architetture più ricche; cerca di rinnovarsi, fase di sperimentazione anche se non si trova bene e poi ritornerà sul tardo gotico. Cacciata dei mercanti dal tempio = cristo che si sforza e caccia i mercanti fisicamente con la mano sinistra e alza il braccio destro per enfatizzare questo gesto; i mercanti si accalcano sulla parte destra e uno di loro cade travolto dalla folla; tutto ciò all’interno di un tempio con architettura complessa, complicata. L’entrata di cristo a Gerusalemme = alberi che separano la rappresentazione dalla città; in primo piano il cristo che incede e davanti al quale viene steso questo mantello per dargli il benvenuto; asino rivolge lo sguardo verso di noi per catturare la nostra attenzione. Questa terza fase di sperimentazione e innovazione è una fase breve che termina nel 1416. 4- Torna a formelle in cui prevale un elemento centrale e tutto ruota intorno ad esso. La flagellazione = struttura semplificata; tempio sullo sfondo con esili colonne con capitelli corinzi, al centro la figura del cristo che sta per essere flagellato e ai lati i flagellanti; richiamo incrociato delle due figure laterali che rendono questa formella elegantissima con elementi di tradizione e innovazione. Restaurata la figura del cristo emerge come perno della struttura compositiva. Cornici = brani di natura morta con difficoltà compositiva e realizzativa complessa; Ghiberti doveva osservare le foglie inframezzandole a pigne e melograno e poi soprammetterci lucertole o scarafaggi imbalsamati o morti che decorano tutta la porta e richiedono impegno e lavoro lungo e complesso. Retro della porta = le formelle sono riprodotte nei loro riquadri e all'interno di ogni formella c'è una cornice tondeggiante con elementi scanalati dove all’interno ci sono delle protomi leonine che ci guardano o si fronteggiano con la bocca spalancata; le testine che stanno agli angoli solo all'antica, immaginarie come una figura che rimanda ad una testa di un Apollo e poi una piccola vanità con il ritratto di Ghiberti con un bel turbante che poi ritroveremo anche nella porta del Paradiso. Ultimo periodo di lavoro = doratura delle parti decorative, terminata anche la cornice con il fregio vegetale continuo e terminate anche le testine agli angoli e agli incroci della porta. 19 aprile 1424 = porta posizionata sui cardini della porta nord del battistero fiorentino. 1401 = concorso con vittoria di Ghiberti 1403 = primo contratto con 11 aiutanti 1407 = secondo contratto con 25 aiutanti 1424 = fine porta. Successo di questa porta fa si che l’arte di Calimala decide di realizzare la terza porta e non fa un concorso ma segna questa terza porta a Ghiberti detta Porta del Paradiso. Porta del Paradiso = fronteggia l'ingresso del Duomo ed avrà una genesi molto lunga 1425-1452 e anche qua Ghiberti potrà giovare dell'aiuto di molti giovani artisti tra cui il figlio e altri come Luca della Robbia, Michelozzo... Il fronte e il retro della porta non combaciano, ci sarà una modifica rispetto alla porta nord; 10 formelle e non più 28, quadrangolari (fronte); il retro ci sono ancora 28 formelle. Necessità di richiedere uno spazio maggiore per la composizione; anche di questa impresa ci racconta Ghiberti nei commentari. L’arte di Calimala gli da una tela libera anche se la scelta iconografica fu fatta da un umanista della repubblica che scelse storie di Adamo ed Eva e Giuseppe ebreo. Qua mostra ancora di più il suo spirito legato al secolo precedente invece che verso le novità. Formella creazione di Adamo = nella stessa formella sono raccontati più momenti; Adamo che nasce dalla roccia; al centro la nascita di Eva che nasce dal costato di Adamo; in alto a sinistra il peccato originale ossia Eva che prende la mela e la porge ad Adamo poi alla destra la cacciata dei due dal paradiso terrestre. Linguaggio prezioso in cui la bellezza sopravanza la drammaticità del racconto e la perizia dell’orafo va oltre la ricerca di una prospettiva. Giuseppe ebreo = figlio di Giacobbe e il suo favorito, che viene venduto dai fratelli a dei mercanti ma era bravo ad interpretare i sogni e così verrà preso dal faraone e poi sarà perdonato dai suoi fratelli. Loggia circolare della formella non posizionata al centro preciso perché a lui interessava la perfezione del particolare e dei dettagli e non l'armonia spaziale che in questi anni i suoi giovani rivali stavano elaborando. Predilige il registro cortese e formale. Cornice = inserite delle nicchie con figure allegoriche con cornici tondeggianti da cui emergono le testoline all'antica, sorridenti e dove emerge la figura di Ghiberti stesso invecchiato che si immortala all’interno di questo capolavoro maturo. Qui si forma Donatello Lezione IV Donatello e l'invenzione dell'umano. 1403= contratto che consentiva a Ghiberti di avere 11 collaboratori tra cui Donatello. Donatello innovatore assoluto del linguaggio di fine 400; è uno scultore che porta innovazioni nella sua arte e fanno tra traino anche alla pittura. Donatello parte dal linguaggio tardo gotico se ne distacca e parla con il suo linguaggio che sarà quello rinascimentale. Donatello lavora sotto la direzione di L. Ghiberti e questo ci fa capire che lui si sia formato come orafo nella bottega di Bartolo di Michele e questo giustificherebbe l'ingresso di Donatello nel cantiere della porta nord. Lui = si misura anche con la lavorazione del marmo. 1406= riceve una commissione ufficiale per la realizzazione dei profeti per la porta della mandorla; queste figure si trovavano su due piedistalli attualmente esposti al museo dell’opera del duomo. Erano concepite in coppia, quasi la stessa posa e la stessa collocazione. Profeta di Donatello = profeta giovane in marmo; attribuzione fatta sulla base di un documento del 23 novembre che registra un pagamento a Donatello per il profeta in marmo. Profeta dimostra un forte legame con il gotico internazionale, attenzione nelle ampie pieghe solcate che ci sono su tutto il corpo del profeta che non seguono l'andamento fisico del corpo sottostante; sguardo assente, elegante non con espressione caratterizzata. Siamo all'inizio della carriera del giovane Donatello e quest'opera è paragonabile a molte figure della porta nord del Battistero. Profetino di Nanni di Banco= scultore più aggiornato ,moderno, sperimenta un linguaggio rinascimentale; conferisce alla figura una maggiore elasticità e solidità nell’impostazione, saldato a terra sul piedistallo e le sue gambe sono solide, reali ed equilibrate; panneggio delle gambe segue l'andamento delle gambe stesse, non è astratto (segue la gamba destra piegata leggermente); braccio destro staccato dal corpo; Nanni ha superato la tradizione tardo gotica, è un passo avanti (è uno scultore più grande, ansiano, muore nel 1421 e lascia una carriera ancora tutta da fiorire, muore precocemente). Nanni = artista apprezzato; Leon Battista Alberti lo cita come campione del rinascimento. È un artista meno noto di Donatello, non ha avuto così tanta attenzione dalla critica del 900; Vasari che modifica la storia e ci da una serie di informazioni errate su di lui ce lo presenta come allievo di Donatello (cosa non vera, lui è più maturo di Donatello, lavora da prima), figura buona ma non brillante, un po’ ritardato; tutto ciò ha inficiato la nostra conoscenza della sua arte e che lo studio delle opere di Donatello siano state privilegiate. Vasari ha influito sulla sfortuna critica di Nanni di Banco. Lettura di ciò che scrisse Vasari sull'artista. “Nanni fu un'artista che si dedicò alla scultura per una sua passione, non aveva bisogno di lavorare (questo può essere una nota positiva da parte di Vasari) e all'interno di questo suo percorso ottenne buoni risultati; fu un discepolo di Donatello e che non era brillantissimo, un po' lento nella comprensione, era umile, modesto e bravo”. Questa descrizione non giova alla costruzione di un personaggio come Nanni. Osservando le opere si può riportare la realtà dei fatti contro la realtà delle fonti di Vasari. 1408-1409= David di Donatello e Isaia di Nanni di Banco (nicchia di santa maria del fiore oggi). Isaia = Giovanetto che domina lo spazio, gambe saldate a terra, panneggio della veste segue l'andamento del corpo che scendono in verticale sulla gamba sinistra perfettamente diritta e la destra piegata; sottile e la testa spostata verso sinistra; lavorazione dei capelli a ciocche ricciolute e dimostra la conoscenza della ritrattistica imperiale e della scultura antica. David = primo David di una lunga serie, alto 1m e 91, venne spostato in palazzo vecchio (prima commissionato per santa maria del fiore) su un piedistallo con mosaici intarsiati ed oggi lo troviamo conservato al Museo Nazionale del Bargello di Firenze. Figura sinuosa, con pieghe fluttuanti, ricerca di eleganza che ancora attenua la drammaticità della scena e dello sforzo che ha dovuto fare nell’uccidere e vincere il gigante Golia; non sembra esserci una connessione tra lui e la testa del gigante ai suoi piedi e la fionda che cade sopra la testa di Golia che porta in mezzo alla fronte il sasso lanciato dalla fionda di David. Scena realistica della parte bassa in contrapposizione con l'eleganza e la leggerezza del David data anche dal suo profilo e dalla sua capigliatura fine e dettagliata. Armatura di cuoio è bellissima perché sotto il suo braccio vediamo le cuciture che Donatello riesce a scolpire; primi accenni di ricerca di realtà, ricerca all'antico e interpretazione nuova. Da qui Donatello sceglie una via nuova, abbandona la cultura tardo gotica e già dalla successiva commissione diventa uno degli scultori più importanti di firenze. San Giovanni Evangelista in marmo 1408-1409/ 1415, museo dell'opera del duomo; Donatello viene scelto per rappresentare una delle tre figure sul fianco ovest della cattedrale (un altro artista era Nanni di Banco ); necessaria una spesa ulteriore a carico dell'artista; Ghiberti la divide e la fonde separatamente, riducendo un possibile ammaloramento del bronzo. Argento intorno a gli occhi per rendere più intenso lo sguardo e l’espressione del santo. Opera = grande successo e Vasari loda questa realizzazione definendo questa scultura come realizzata “in buona maniera moderna”; nei panneggi ha ancora lo stile grafico, elegante e tardo gotico. Competizione entra nel vivo; è una competizione pubblica con giudizio da parte dei fiorentini che potevano vedere e ammirare le opere senza dover entrare in una chiesa o in un palazzo (no collezione privata). Nuovi stilemi, nuovi canoni di bellezza, nuovi modelli che saranno molto importanti per gli scultori e per i pittori (scultura arte che guida il rinnovamento) che cercano di aggiornarsi rispetto alle novità. Pittura= dipinto, affresco staccato proveniente dal Duomo di Prato, Paolo Uccello molti anni dopo (?) ; idea della figura all'interno della nicchia sia stata molto profonda nell'immaginario degli artisti; recupera l'idea di Or San Michele, si ispira alla scultura fiorentina e le riporta in pittura. Pensiero delle nicchie partito nel 300, poi decorate nel 400; ci si ispira per l’idea delle nicchie all'architettura monumentale la struttura di un dossale medievale, di un dossale fatto di nicchie all’interno della quale ci sono le figure principali (polittico di Badia conservato oggi a gli uffizi; struttura a nicchie modulari, nicchia centrale più grande; idea è la stessa ). Decorazione delle nicchie = volano di importanza per il rinnovamento anche della pittura. Difficoltà per lo scultore di confrontarsi con questo spazio; inserire la figura all'interno della nicchia, no figure troppo piccole ne troppo grandi, dovevano trovare un equilibrio ed inserirsi perfettamente all'interno di essa. Problema dello scultore di coinvolgere lo spettatore; si doveva far in modo che chi passava doveva guardare e sentirsi coinvolto e consapevole, approccio visivo, aggancio del passante. Non tutti i santi erano riconoscibili, ma si doveva far in modo che essi fossero identificabili tanto quanto l’arte che lo aveva commissionato; duplice scelta dei committenti e degli artisti stessi; si inserisce una predella con una storia con la vita del santo per rendere più veloce il riconoscimento del santo da parte dei riguardanti e poi degli elementi che caratterizzavano l’arte stessa per renderla riconoscibile. Successive opere (Or San Michele) - Nanni di Banco = opera eclatante; i 4 santi coronati 1409-1417; 4 figure in marmo che sono i santi protettori dei maestri del legname che erano proprietari e committenti di questa nicchia (4 scalpellini). Deve inserire 4 figure nella stessa nicchia e deve far capire chi sono le figure e lo fa inserendo una predella in cui si utilizza lo spazio sottostante alle figure per raccontare qualcosa ossia il mestiere delle figure (martiri che non volevano scolpire un idolo pagano). Nanni rapp. il mestiere e ci fa vedere una bottega di scultura del suo tempo. Predella A sinistra = vicino ad un forno perché sta per infornare dei modelli in terracotta. Inaltro= sta scolpendo una colonnina tortile Di spalle= un altro scultore che sta rifinendo un capitello corinzio, composito a foglie d’acanto. Figura a destra= sta scolpendo un putto appoggiato su una lastra di legname che lo tiene in alto per consentire la rifinitura delle braccia e l'eliminazione del marmo superfluo. Lavori appesi nella parete di fondo. Questo è un rilievo = figure sono spiccate dallo sfondo, hanno una profondità. Quattro della nicchia = Nanni si pone il problema della disposizione, la soluzione più economica ossia la disposizione secondo l'andamento della nicchia a semicerchio con le spalle addossate alla nicchia che favorisce elemento di dialogo tra le figure, si guardano e sembrano parlarsi. Testa del primo santo coronato = ha la bocca aperta, stava parlando, stava dicendo qualcosa, rafforza l’idea del dialogo tra le figure e una presenza fisica reale all’interno della nicchia; riferimento alla scultura classica, capelli lavorati finemente in modo sottile con riccioli che cadono sulle tempie e sulla fronte del santo e poi la barba a ciocche perfette. Sculture sono realizzate in tre blocchi di marmo; due figure a destra realizzate in un unico blocco. Nanni era un grande scultore e capace di risolvere problemi mai risolti in precedenza e di elaborare gruppi complessi citando l'antico con grande maestria. Vasari = commenta e racconta un aneddoto su i santi coronati che ci fa capire come la sua idea abbia cambiato la nostra visione dell'artista. “ evidentemente ricordando che era tardetto il buon Nanni si era messo a afre le sculture e quando andò a metterle nella nicchia ce ne entravano solo 3 questo creò scompiglio e Nanni andò a cercare aiuto da Donatello e lui decide di aiutarlo se lui in cambio gli avesse offerto una cena e fosse andato a prendere delle misure per lui a Prato. Donatello scontorna le braccia, smussa certe ampiezze e fa in modo che le statue entrino nella nicchia; una volta inserite stavano perfettamente come si vedono tutt'ora, quando Nanni torna da Prato era contento e ringrazia Donatello con una cena.” Opera pittorica = tributo della moneta di Masaccio, cappella Brancacci; gruppo delle figure intorno al cristo, gli apostoli; stesso semicerchio di figure che Masaccio vede e studia nei santi coronati di Nanni e che poi ripropone nel suo capolavoro pittorico, le figure intorno a cristo a semicerchio. 1415 = arte dei Corazzai (realizzava corazze, scudi e armi) commissiona a Donatello il San Giorgio; facilmente riconosciuto attraverso i simboli e la predella, la nicchia come uno strumento pubblicitario dell’arte stessa; Giorgio santo guerriero che libera dal drago la principessa che ritroveremo nella predella sottostante; ha una corazza ed è coperto da uno scudo. Donatello da un lato vincolato da questi elementi e punta sugli elementi scoperti per dare vitalità e forza alla figura ossia le mani e il volto, giocherà su queste due cose. L'armatura è dettagliata, prende un’armatura vera e la ripropone nel marmo letteralmente, finezza con cui incide la corazza con chiodini, tasselli uniti tra di loro...conferisce alla scultura l'intensità grazie alle mani. Mani = una poggia sul fianco, si vedono le nocche, le pieghe e la venatura data dalla strettura dell'armatura, l’altra stretta in un pugno chiuso che in antico doveva sostenere una spada in bronzo dorato che usciva dalla nicchia e si inseriva nello spazio davanti. Volto = figura con la bocca chiusa ma che ci esprime tutta l'intensità del momento che sta vivendo, si sta preparando alla battaglia contro il drago, si concentra, cerca le forze per combattere l’animale mostruoso dalle potenzialità che lui non conosce, potrebbe andare incontro alla morte, cerca di trovare la forza emotiva; giovane, bello con capigliatura arroventata come l’attorcigliarsi dei suoi pensieri, e uno sguardo espressionissimo; testa ruota lievemente per fai in modo che all'interno dell’armatura ci siano una serie di rotazioni: spalle, gambe, bacino e testa hanno tutte rotazioni diverse che creano movimento. Vasari= lo commenta e definisce perfettamente quest'opera, coglie l'aspetto del movimento. Donatello da vivacità al marmo, riesce a renderlo vivo. Innovazione predella 1417 Un altro balzo rivoluzionario Raffigurata la lotta di Giorgio contro il drago che teneva prigioniera la principessa e che San Giorgio a cavallo combatte ed uccide liberando la principessa. Approccio al racconto diverso soprattutto nella scelta del mezzo, è un rilievo ma molto basso in alcuni casi appena disegnato ed accennato (sua invenzione); invenzione dello Stiacciato dove le figure sono quasi solo incise nella lastra di marmo, approccio più pittorico, utilizza elementi e strumenti del pittore per i corpi dei personaggi e la principessa guarda la scena con una eleganza delle sue vesti; il resto lavorato a bulino, con una sola punta dello scalpello per incidere lo sfondo, l'atmosfera, la grotta e il porticato. Stiacciato = primo Donatello ad elaborare questa tecnica scultorea nuova. Crea due quinte sceniche dove inserisce il suo racconto che portano ad un punto di fuga unico (amico di Brunelleschi) e riporta le nuove teorie dell'amico in un rilievo scultoreo. Da un lato = in prospettiva la grotta rocciosa da cui usciva il drago Dall'altro lato = porticato esile con pavimentazione che si estende in profondità che fa convergere verso la parte centrale . Sullo sfondo = rappresentazione pittorica, paesaggio torcano tratteggiato con finezza di tocco in cui possiamo percepire il vento che passa tra le fronde degli alberi sullo sfondo. Questa predella è la più antica con lo stiacciato che noi conosciamo 1417. 1417-1421 = Nanni commissione dei Fabbri e Orefici la figura di Sant’ Eligio, santo che muore nel 1660 che gestiva una bottega di maniscalco. Santo vescovo, vestito con abiti vescovili; intensità nel trattamento del volto giovanile, molto raffinato soprattutto nella citazione dell’antico; figura slanciata con testa esile, assolta in un pensiero, di grande intensità. Intensità dello sguardo che fa riferimento all’epoca imperiale e Adrianea. drappeggi che ci evidenziano la gamba sinistra che modifica l'andamento delle pieghe. Retro = non è perfettamente finito, lascia il marmo grezzo anche come elemento di risparmio. Predella Diversa rispetto alla prima perché rimane colpito dalla predella di Donatello. Non è ne ad alto rilievo ne a stiacciato, cerca di fondere le due istanze; nel brano del forno della bottega e negli oggetti di lavoro raggiunge effetti di stiacciato ma senza rinnegare elemneti a rilievo degli elementi principali. Si racconta la storia di Eligio e della bottega di maniscalco, aveva un cavallo all’interno al quale dovevano cambiare gli zoccoli ma un collaboratore gli taglierà il piede, il cavallo imbizzarrito; Eligio fa un miracolo, prende il piede staccato del cavallo e con la saliva chiede a Dio di riunire le due parti e ciò avverrà. Tenaglie = ripetute nei due stemmi della nicchia e in tutte le specchiature che decorano la nicchia stessa. 1419-1423 = Arte del Cambio non erano proprio una corporazione, commissiona a Ghiberti la scultura del San Matteo; la nicchia fu venduta dai fornai ai cambiai. Scultura in bronzo superiore per qualità, bellezza e grandezza rispetto al San Giovanni e Ghiberti soddisfa le richieste dei committenti. Lezione VI San Giovanni Battista(2.55m) e San Matteo (2.72m); impresa di Ghiberti complessa perché il lavoro fu travagliato perché la prima fusione non andò a buon fine e quindi dovette procedere ad una seconda fusione. Scultura preziosa nelle rifiniture, doratura, argento intorno a gli occhi per dare intensità allo sguardo che doveva essere forte e reale; ha alcune tendenze tardo gotiche. Testa di San Matteo = testa rinascimentale, energica anche nell'espressione perché Ghiberti si ispira a qualche prototipo dell’arte antica; rinascimentale anche nelle pieghe che sono meno decorative ed astratte, volontà di seguire il corpo sottostante e dare al santo una gestualità forte ed efficace, la mano destra indica il libro su cui poi scriverà il suo vangelo; confronto testa di Seneca morente | secolo a.C al museo di Napoli con utilizzo dell'argento sugli occhi. Gara all’interno della chiesa prosegue con una nuova scultura in bronzo; San Ludovico di Tolosa in bronzo dorato 1422-1425 commissione dalla parte guelfa (loro protettore) in competizione con il San Matteo di Ghiberti. Ludovico di Tolosa = figlio di Carlo Il d'Angiò e rinunciò all'eredità del regno di Napoli a favore del fratello ed entrò nell'ordine francescano; dopo la sua morte diventò santo quasi subito. La collocazione = Santa Croce in controfacciata oggi perché opere sono organismi viventi che possono subire tanti passaggi anche importanti per la storia dell’opera stessa. Stucco policromo a Praga, Madonna con Bambino che si rifà all'originale di Donatello ma presenta la stessa struttura precisa con tanto di finestra per la prospettiva. Madonna con bambino di Ghiberti a Fiesole 1405-10 è stata cotta la terracotta poi dipinta e dorata; rimanda tutto a Ghiberti, archetti gotici nel piedistallo fanno pensare al suo stile tardo gotico che si ripresenta. Opera dell'autore ben conservata. Vediamo varie derivazioni, assegnate alla bottega di Ghiberti come un'altra madonna con bambino di stucco. Altro stucco di palazzo Davanzati dipinto e infine sempre una madonna con bambino del museo Bardini a Firenze con al di sotto due putti che sorreggono una ghirlanda e ai lati due stemmi colorati e decorati che erano funzionali perché rappresentavano la famiglia o la corporazione che lo acquistava. (piccole differenze tra l'una e l’altra rapp.). Si potevano aggiornare queste opere a seconda della necessità della committenza. Luca della Robbia = madonna con bambino 1445-50 in terracotta invetriata e dorata che viene inventata da lui che voleva dare una cromia alle sculture senza lasciare la loro superficie nuda ma voleva una policromia che nel tempo non si dilavasse così cerca di individuare una modalità di realizzazione della cromia più duratura possibile. Inventa l'invetriatura che consente di colorare le terrecotte, di renderle brillanti dopo una duplice cottura; poi si caratterizza per la bicromia delle sue sculture, alle figure viene assegnato il bianco candido con elementi decorati in oro come i bordi delle vesti, capelli e aureole, mentre lo sfondo lasciato a questo azzurro intenso. Avrà successo per la sua durevolezza (opere potevano essere esposte all'esterno perché conferiva un impermeabilità fortissima) e la delicatezza e graziosità delle figure date dai colori. Conservata = detroit insistute of arts. Vasari = “arte nuova, utile e bellissima” Ce ne sono anche di queste moltissime versioni realizzate tutte con la tecnica del calco, una si trova anche al Bargello; Luca gioca sull'efficacia e la grazia e la bellezza. Pittura contemporanea Filippo Lippi a Palazzo Medici Riccardi 1460 = madonna con bambino che riprende la scultura di questo tempo. Madonna dentro la nicchia e il bambino posa sulla mensola avvolgendo e abbracciando il corpo della madre. Osmosi tra scultura e pittura che si registra molto forte a Firenze nel 400 e le innovazioni vengono subito recepite dai pittori che si ispiravano agli scultori. Architettura e pittura: riflessi tra le arti Brunelleschi porta avanti anche i suoi interessi architettonici dove viaggerà a Roma per studiare gli edifici classici e poi progetterà a Firenze. Dettaglio= dipinto della resurrezione di Tabita e la guarigione dello storpio di Masolino 1424-25 nella cappella Brancacci; case torri sullo sfondo con le lenzuola alle finestre, gli uccellini e un dettaglio significativo, dipinto che ci presenta una scena di vita fiorentina; queste architetture mostrano nella parte sinistra una diversità perché vediamo un porticato aperto sulla piazza con esili colonnine, questo inserimento per creare delle quinte prospettiche ci fa capire che Masolino è stupito da qualcosa che si sta creando a Firenze in questo periodo. Si rifà ad un'architettura reale che i fiorentini avevano visto con i loro occhi, era un'architettura dove si poteva passeggiare che dialoga con lo spazio esterno (innovazione). Ci si riferisce a piazza Santissima Annunziata dove troviamo il porticato aperto dell'ospedale degli Innocenti creata da Brunelleschi. 1419 = arte della seta commissiona a Brunelleschi un intervento di ingradimento e rimodernamento dell'ospedale degli innocenti, una sorte di orfanotrofio, il primo in Europa; questa innovazione del porticato viene subito recepita e citata nei dipinti ad esempio; Orfanotrofio dove i bambini venivano accuditi, istruiti, fino alla maggiore età, venivano portati dalle famiglie che non potevano mantenerli nella così detta “ruota” e senza essere vita la madre o la famiglia, la ruota girava e il bambino entrava nell'orfanotrofio e veniva ritirato ed accudito. Brunelleschi è l'architetto del cortile centrale e della facciata; cerca di pensare ad una struttura nuova, diversa con un affaccio a porticato che fa da tramite tra la struttura interna del loggiato dell’interno del cortile e l'esterno dell’edificio sulla piazza e sulla città. Ripresa dell’architettura classica che cerca di creare una cesura sulla tradizione medievale; in questo linguaggio l'architettura si apre alla città e diventa un linguaggio universale. Utilizza e sceglie l'ordine corinzio che è il più snello ed elegante e attraverso questo ordine struttura e determina le proporzioni dell'intero edificio. Facciata = elegante, perfetta, giocata sulla bicromia; loggiato = modulare, le logge singole possono essere ripetute all'infinito perché hanno sempre le stesse identiche misure e derivano dalla conoscenza dell’architettura classica. L'altezza di una colonna è pari a 18 volte il suo diametro, rapporto tra altezza delle colonne e loro distanza e di 2 a 3; rettangolo con dentro un cerchio che forma gli archi; architettura razionale e riduce al minimo i materiali non più marmi policromi ma soltanto due elementi contraddistinguenti e anche due colori, grigio per la pietra serena e bianco dell’intonaco per tutta la superficie muraria restante. Tondi tra un arco e l’altro dovevano essere lasciati vuoi con intonaco bianco, l'inserzione dei puttini bianchi che rappresentavano i bambini dell'ospedale in bianco su fondo azzurro vengono inseriti nel 1487 quando ormai Brunelleschi era morto ed erano realizzati da Luca della Robbia. | putti all'estremità di destra e sinistra dell'ospedale non sono robbiani perché le due estremità furono aggiunte nell’800 con la stessa idea brunelleschiana si sono ripetuti anche i tombi realizzati dalla fabbrica di porcellane che ripeteva la tecnica robbiana. (Porte dorate per il museo dell'ospedale con apertura bislacca, per disarticolare l'armonia ed è un contrasto con il moderno molto forte e distaccato dall'antico.) Architettura che spiazza per la sua innovazione e volontà di creare un dialogo con la città e la piazza sottostante; porticato percorribile, passeggiabile, far entrare le persone vive all’interno della sua architettura. Questa modalità di architettura viene recepita da tutti i suoi coetanei che la riutilizzano; 1423 Gentile da Fabriano, dipinto della rappresentazione di Gesù al tempio e si trova a Louvre; parte destra del dipinto dove ci sono due mendicanti con alle spalle un porticato corinzio con colonne sottili, che è un porticato percorribile che richiama quello di Brunelleschi (anche lui artista tradizionale che recuperà però questa novità rivoluzionaria). Porta del paradiso di Ghiberti 1425-52 = distanzia dalle precedenti porte per la scelta di quadri più grandi ma in minor numero per mettere in scena gruppi di figure e sfondi più articolati e complessi. Incontro tra salomone e la regina di Saba = si svolge al centro con moltissime figure con una serie di architettura dello sfondo ma al centro si svolge la scena sotto un arco acuto; sfondo di un duplice porticato aereo aperto che richiama quello di Brunelleschi. Filippo Lippi = annunciazione 1440 della cappella Martelli in San Lorenzo anche qui abbiamo un porticato con citazione diretta dell'architettura di Brunelleschi; prima pala quadrangolare che si trova su un altare fiorentino e rispetta i canoni di Brunelleschi; elemento che ormai la costruzione dello spazio è di uno spazio misurabile, con una prospettiva aerea perfetta che qui viene acquisita perfettamente (invenzione della prospettiva lineare centrica). Prospettiva lineare centrica= consente di rappresentazione razionalmente le figure e gli oggetti all’interno dello spazio per ottenere una tridimensione in una superficie bidimensionale. Costruzione, metodo matematico scientifica con dei dettami e regole fisse; individuare nella rappresentazione un punto di fuga unico dove tutte le linee del dipinto convergono e dove cadrà poi l'occhio dell'osservatore. Scatole prospettiche. Questo metodo applicato alla scultura e alla pittura è fantastico e assurdo per l'epoca, sconcertante, Brunelleschi dovette spiegare questa innovazione ai suoi coetanei e lo fece tramite un esperimento scientifico che si svolge in piazza duomo; realizza una tavoletta in prospettiva il battistero e i tre lati che riusciva a vedere dal centro del duomo, il cielo coperto con foglia d'argento, poi attraverso il quale la riflessione sullo specchio della tavoletta e attraverso un foro si potesse vedere la tavoletta e il battistero reale per far capire che la rappresentazione è identica a ciò che vedevano veramente. Brunelleschi = inventa la prospettiva, la fa diventare una regola e la vuole tramitare ai cittadini. Prospettiva ancora non conosciuta= Coretti della cappella degli Scrovegni rappresentati da Giotto come spazi quadrangolari con bifora con volta a crociera al centro della quale è sospeso una sorta di lampadario ma non ha la prospettiva e la visione bidimensionale. Brunelleschi = cupola del duomo di Firenze Fino 1460 la facciata del duomo non esisteva, ne era stata fatta solo una piccola parte, era una facciata a nudo, viene realizzata poi nell'800. Fine 300 = volontà di portare a compimento la copertura del duomo che era ancora scoperto nella parte absidale su cui insisteva l’altare. | consoli dell’arte della lana decidono di procedere alla costruzione della cupola e chiamano un concorso internazionale; si chiede agli architetti di presentare dei progetti e Brunelleschi fa intendere ai consoli di sapere come fare per realizzarla (cupola più grande del mondo occidentale) e poi se ne va a Roma e lascia gli operai e i fiorentini nella più totale incertezza. | consoli si rivolgono anche ad altri architetti tedeschi e francesi e si apre un altro concorso con molte idee per la realizzazione ma nessuno risultò convincente. Brunelleschi torna da Roma e presenta un progetto della cupola con una doppia calotta unite da costole bianche angolari da erigersi senza armature ma con un ponteggio sospeso ed impalcature autoportanti; i consoli lo presero per pazzo e portato di peso fuori dall’udienza e viene additato da tutti come un pazzo. Commento di Vasari Lezione VII Brunelleschi che aveva proposto una cupola a doppia calotta senza un'impalcatura sorretta dal basso ma autosospesa e venne preso per pazzo; inizialmente i consoli non assecondarono il suo progetto. Alla fine scelsero di affidare il lavoro a Brunelleschi con due punti di riserva: quando arrivava a 14 braccia si sarebbe dovuto fermare per vedere se funzionava e poi Ghiberti doveva supervisionare il lavoro di Brunelleschi (riceveva 100 fiorini); avvio del maggio 1520. Impalcatura = sospesa che si innalzava gradualmente come le calotte; insisteva su una piattaforma di legno posta sopra il tamburo. Spazio interno alla cattedrale, zona presbiteriale dove c'era l'altare era interamente occupata dal cantiere infatti c'era una grande macchina che si chiamava “colla” per sollevare marmi e mattoni; azionata da un paio di buoi che facevano srotolare corde e permettevano l'innalzamento dei materiali, venne usata una delle funi più lunghe e resistenti mai usate prima. Importante era far procedere tutto all’unisono e l'architetto organizza squadre che insieme ai manovali e muratori e maestri del legname e scalpellini. Quando il cantiere raggiunge le sezioni più alte c'erano dei problemi di tempo per gli operai che dovevano fare pausa pranzo quindi Brunelleschi fa in modo che sull’impalcatura sia pronto anche un sistema di cucine e vendita del vino per non scendere durante le pause, soffermarsi in alto e scendere a fine della giornata lavorativa; molte spese mediche per gli infortuni e si inventò un sistema di rimborso delle spese mediche e salario anche nelle giornate di assenza per danni fisici ma a volte qualcuno cadde e morì dal ponteggio. Questo sistema di previdenza sociale fece in modo di accollarsi le spese del funerale versando alla famiglia un rimborso in denaro. aveva già una si ritrova a decidere che farne, si cerca di non eliminarla; prende piede anni 30 del 400 la riquadratura dei polittici che non vengono buttati via ma si ammodernano cercando di renderle a forma voluta da Brunelleschi con l'apposizione di una cornice. Domenico Ghirlandaio = 1484 “adorazione dei pastori”, cornice con due pilastrini che sorreggono una trabeazione con le iscrizioni; cornice architettonica costituisce il limite della rappresentazione e si trova in Santa Trinita. Business = riquadratura dei politici, nascita di queste botteghe; tra cui quella di Ghirlandaio pittore famoso e ricercato ma anche una bottega dove i polittici vengono portati a riquadrare. Polittico di Giovanni del Biondo che mantiene la sua struttura così evasiva e complessa non era accettabile da Brunelleschi. Taddeo Gaddi = “madonna con bambino santi e profeti” tutto inserito in una cornice quadrangolare con pilastrini laterali, capitello corinzio e trabeazione con teste di cherubino...linguaggio trecentesco si armonizza con l'inserimento della parte decorativa di Cosimo Rosselli all’interno di questa riquadratura così che questo polittico possa rientrare all’interno della chiesa di San Martino a Mensola. Lorenzo Monaco = 1425 “adorazione dei Magi “ Firenze, Uffizi, archi senza colonnine che dividono la scena nella parte inferiore mentre nella parte superiore è una parte più tardo gotica; anche questo riquadrato e Cosimo Rosselli aggiunge al centro pone l'annunciazione (angelo e vergine), nei due spazi laterali più piccoli pone due profeti agili e scattanti con i loro cartigli; utilizzando il fondo oro che è un linguaggio un po' attardato perché ormai era in parte superato. Beato Angelico “madonna con bambino e santi”, museo di San Marco, Firenze riquadrata nel 1501, 80 anni dopo la sua realizzazione; qui la struttura del polittico viene negata, si ha una trasformazione radicale, accosta gli sportelli e ne fa una tavola unica creata da Lorenzo di Credi allievo di Leonardo che lavora a fine 400; unisce tutte le figure in una pala e annulla in fondo oro creando una veduta paesaggistica; lo smembra per creare una nuova opera d’arte. Polittico Baroncelli = in Santa Croce dipinto da Giotto nel 1328 e poi riquadrato da Domenico Ghirlandaio; mantiene la struttura, non può offendere la grande pittura giottesca e lo spartimento dato, mantiene i 5 comparti con quello al centro più grande dell’incorporazione della vergine; taglia le cuspidi e a quello centrale taglia proprio la guglia, riempie i triangolini tra una guglia e l’altra con teste di cherubino di rosso scarlatto. Sociale = ciò implicava ricadute a catena dai committenti e artisti che ebbero lavoro per assecondare le richieste dei committenti che volevano le riquadrature dei loro polittici. Masaccio Figura per noi fondamentale; di Masaccio noi abbiamo poche informazioni, a parlarci di lui sono le sue opere e le fonti; nasce a San Giovanni Valdarno nel 1401 che si chiamava Tommaso di San Giovanni, figlio di un notaio e questo ci dice che nasce da una famiglia agiata, aveva un fratello Giovanni di San Giovanni che nasce nel 1406 e che era note come Scheggia e anche lui fa il pittore e si specializza sui vassoi con vita quotidiana donate alle neo mamme. Masaccio si specializzò in cassoni decorati per i matrimoni. Si presuppone che abbia avuto i primi rudimenti nella sua città per poi trasferirsi nel 1422 a Firenze circa. Masaccio = prende questo nome e il perché ce lo spiega Vasari “lo chiamavano Masaccio per la tanta trascurataggine, persona meditativa, dedita alla sua arte al suo mestiere allo studio e la sperimentazione, non si curava di se nell'aspetto esteriore” lo faceva sembrare strano da cui viene poi il nome ma allo stesso tempo ci dice cose belle e importanti riconosciute a questo pittore e alle sue opere e scrive anche su questo un commento, un elogio definendolo il più moderno fin ora visto e gli riconosce molta importanza nella storia della pittura perché dopo Giotto c'è solo Masaccio che è riuscito a rinnovare la pittura tanto che nessuno più di lui avrebbe potuto fare. Trittico di San Giovenale 1422 conservata al museo Masaccio a Reggello; dipinto nello stesso anno in cui Masaccio si iscrive all'arte dei Medici e Speziali, opera capitale per la ricostruzione della storia della pittura; scoperto individuato e attribuito a lui nel 1961 da uno storico dell’arte Luciano Berti; ha la forma di un polittico, tre scompartimenti, il trono della vergine è costruita secondo un punto di fuga unico, tutte le direttrici convergono verso un unico punto di fuga; Masaccio conosceva le regole della prospettiva; le traverse su cui insistono i santi convergono tutte nello stesso punto e sono di matrice prospettica. Prima opera pittorica in cui viene applicata la prospettiva brunelleschiana. Tutto lo spazio è unificato dal punto di fuga unico. Al centro = madonna con il bambino Due angeli che ci danno le spalle A sinistra = Bartolomeo e Biagio E a destra = Giovinale e Antonio Abate Naturalezza maggiore del bambino, conferisce vivacità e naturalezza come un bambino reale, infatti questo fa un gesto molto tipico, si mette un dito in bocca; le sue figure sono sempre più naturali e veritiere. madre = tiene i bambini nudi del bambino con una delicatezza e naturalezza che l’autore vede e prende da uno straccio di vita quotidiana. Carni = vere, rosa e più intense dove il rossore si fa vedere; bambino con guance rosse e la vergine con brani di delicatissimo rosa che le danno una visione più reale. Angelo = inginocchiato con capigliatura a ciocche che richiama alla scultura classica; vediamo una parte della sua guancia senza altri elementi del volto, scelta costruttiva intelligente. Fondo = oro che poi da qui in avanti scomparirà. 1422 Masaccio = piatto da parto “celebrazione di una nascita” costruzione perfetta prospettica, ha acquisito gli elementi elaborati da Brunelleschi. Retro = c'è un puttino che gioca con un animale fantastico servito ad attribuirlo a Masaccio; il volto del bambino si assomiglia al Gesu del trittico di San Giovinale. Incontra Masolino da Panicale e inizia una collaborazione Sant'Anna 1424-25 per la chiesa di Sant'Ambrogio, poi passò all'accademia e attualmente a gli Uffizi. Opera = storia critica abbastanza recente. 1550 -1568 due edizioni delle “vite”; ci sono molte differenze per anche sue esperienze di vite. 1568 = assegna quest'opera interamente alla mano di Masaccio. Roberto Longhi = scrive che è anche opera di Masolino e che Masaccio interviene in brani circoscritti. Masaccio = lavora sulla madonna e il bambino al centro e anche l'angelo con una veste cangiante verde e rossa con una capigliatura molto diversa dall'altro angioletto con volto ancora d'avorio delicato e raffinatissimo mentre quello di Masaccio guarda al bambino e alla madonna. Madonna con il bambino = personaggio vivo, sguardo grave e incarnato reale, bambino piccolo ercole, moderno, forte vivace con affetto tra i due, la madre gli avvolge la gamba e il bambino tocca il petto della madre; ha le guance rosse, sguardo vivido. Masaccio polittico di Pisa poi diviso nel 600 e i vari pezzi si trovano in diversi musei quindi abbiamo una ricostruzione possibile con i resti rimasti. 1406 = Pisa cade sotto Firenze e gli artisti fiorentini lavoreranno anche per committenti pisani. 1426 = anno importante per Pisa perché si trovano in città i tre grandi protagonisti del rinascimento fiorentino, Masaccio, Donatello insieme a Michelozzo nella redazione del monumento del cardinale Brancaccio poi spedito e montato a Napoli; monumento interessante con il cisan, defunto sopra il cataletto, sarcofago, la vergine con il bambino e gli angeli che ci mostrano il defunto; altro dettaglio sulla fronte del sarcofago “assunzione della vergine “ portata in gloria dagli angeli in stiacciato. E anche Brunelleschi che progetta la fortificazione di Masaccio 1426 = viene a firmare il contratto per il polittico di Pisa. Polittico = descritto da Vasari e grazie a lui possiamo capire come era fatto “ era in una cappella del tramezzo; nella pala centrale c'è la madonna con il bambino e due angeli uno di loro si mette ad ascoltare la musica e poi intorno anche da un lato San Pietro, San Giovanni dall'altro San Niccolò e San Giuliano (le loro storie compariranno nella predella) sotto la madonna i tre magi che guardano a Cristo; tutto quanto completato da santi intorno ad un crocifisso sulla parte alta. Primo brano = madonna con bambino in trono, trono forte architettonico, costruito attraverso un punto di fuga unico; studia la scultura antica e a Pisa trova pane per i suoi denti perché ci sono molti testi classici dove i sarcofagi erano disseminati; decora con strigilatura, ripropone un brano antico nel basamento della sua madonna con bambino; volontà di creare un collegamento con chi guarda ed è l'angelo a destra della vergine che attrae chi lo guarda e poi gli angeli musicanti e il bambino che è di nuovo vivo, vivace intenso, che mangia l'uva portandosi le dita in bocca. Volontà di coinvolgere l'osservatore anche attraverso i sensi : vista, l'udito e il gusto. Bambino = aureola in scorcio. Gentile da Fabriano 1423 pittore tardo gotico “madonna dell’umiltà” madonna con bambino su uno sfondo bidimensionale e appiattito anche sul nero del mantello della vergine. Lezione IX Polittico di Masaccio, che in poco tempo è riuscito ad avere numerosa fama e committenza fiorentina anche con la collaborazione con Masolino e l’inizio del loro lavoro all’interno della cappella Brancacci nella chiesa del Carmine. Polittico di Pisa che realizzerà da solo commissionato per la cappella del tramezzo nella chiesa del Carmine, chiesa cittadina; polittico non più integro perché venduto a pezzi nel 600 e così è sparso in varie parti del mondo. Pala centrale della Madonna con il bambino; ci attira all'interno del quadro con tutti i nostri sensi udito, gusto e visivo. Bambino = cessa di essere un manichino iconico che rappresenta un cristo già uomo e diventa un bambino anche attraverso i gesti, si porta le dita alla bocca come un gesto di bambini piccoli che con l’arrivo dei dentini si mordono le dita. Aureola dorata = del bambino a differenza di quella dell'angelo accanto, è un’aureola vista di traverso, Masaccio dimostra di aver appreso la prospettiva di Brunelleschi che pochi anni prima aveva elaborato. Aureola dell’angelo = non è vista in prospettiva, angelo di profilo e quindi sarebbe stato troppo difficile da realizzare quindi è una rappresentazione del cerchio bidimensionale. Sopra la pala centrale più grande c’era la crocifissione che oggi si ammira come prima opera di museo di capo di monte a Napoli; realizzata su fondo oro e con grande impatto visivo, non rinuncia alla rappresentazione forte dei sentimenti di questi personaggi. Ai piedi c'è la vergine di profilo, alla destra san Giovanni evangelista e poi c'è la Maddalena inginocchiata di cui noi vediamo le mano alzate al cielo, ricoperta da un manto rosso e poi vediamo i suoi capelli sciolti, biondi che si spargono sul rosso intenso del manto; questa espressione di dolore ci da l'intensità di questa figura e di questa invenzione di Masaccio. Testa del cristo incassata nella cassa toracica; ammirare quest'opera ad altezza d'occhio è un errore, era realizzata per una cimasa del polittico quindi ad un'altezza di 3m, questo comporta che Masaccio abbia dovuto fare dei correttivi, il collo visto dal basso va a sparire e quindi per questo che lo elimina nella sua opera che vista dal basso non è sbagliata ma giusta; annulla il collo e appiattisce la testa, no errore ma corretta interpretazione prospettica e spaziale del corpo di Cristo. Parti rimanenti = raffigurano i santi nella parte alta ai lati della crocifissione; a Pisa è rimasto solo il San Paolo. (Sant’ Andrea a Los Angeles) Figure ci mostrano come le figure di Masaccio fossero fortemente plastiche e inserite nello spazio; insiste anche nell’intensità dell'espressione e ci pone davanti a dei potenziali ritratti di personaggi a lui noti che stavano nella sua bottega o nel mondo della Firenze degli anni 20 del 400; sguardo dolente rivolto verso l'alto perché rivolto nella direzione della crocifissione. Masolino e Masaccio = “tributo della moneta” che è raccontato nel brano del vangelo di Matteo. Lezione X Masaccio = sperimenta e ricerca l'innovazione che ritroviamo anche nei successivi riquadri. “tributo della moneta” Cristo indica ed invita Pietro a recarsi al lago e pescare il pesce dalla sua bocca sarebbe uscita la moneta per pagare il tributo per entrare a Cafarnao. Masaccio racconta questa storia nello stesso riquadro, antefatto culmine e fine della storia. Al centro = Gesù che indica a Pietro di recarsi al fiume e lui quasi per inersia ripete lo stesso gesto ed indica il fiume. Apostoli = a semicerchio intorno a Cristo; sinistra = Pietro si inginocchia per trovare il pesce, aprirne la bocca e ricavare la moneta. Destra = pagamento del tributo; Pietro con veste blu e manto giallo, paga il tributo al gabelliere, risultato del miracolo. Masaccio le veste sempre allo stesso modo così che noi le possiamo riconoscere. Ambiente = naturale, dove la città è accennata dalle mura e l'architettura prospettica che poi lascia il campo alla natura, montagne, acqua, alberi brulli che costituiscono una natura molto scarna così che noi ci concentriamo di più sull'azione e l’espressione delle figure. Mano del gabelliere in prospettiva, di scorcio che si intreccia con quella di Pietro; rappresentate persone più vecchie, più giovani, dove ci sono molti dettagli e numerosa attenzione ai volti. Qua vediamo come Masaccio riesce a mischiare e amalgamare tutte queste ricerche innovative, prospettiva, fisionomiche, narratività ed espressività... Ci racconta una storia che si svolge nel tempo, che ha più momenti e si svolge all'interno della stessa rappresentazione. Masolino “la predica di San Pietro”, 1424-1425 Parete di fondo a sinistra della finestra nel secondo ordine. Siamo in una predica che il santo fa all'aperto, i fedeli intorno a lui, il santo in piedi che indica dio padre verso il cielo. Brano = ci sono gli stessi elementi, natura, narratività ma Masolino non riesce a dare una profondità; montagne si accostano alle figure e le figure si accalcano sulla montagna, tutto ha bidimensionalità, non c'è profondità dello spazio; santo poggia in maniera fluttuante i piedi per terra. Masolino non perde i legami con la sua modalità tardo-gotica tipica; non ha una forza espressiva, è una maschera. Mantengono un filo rosso all’interno della cappella; San Pietro indossa una veste blu con manto giallo proprio come nella rappresentazione di Masaccio così da poterlo riconoscere bene e in maniera immediata. Parete opposta “battesimo dei neofiti”, 1425-1426, masaccio Masolino e Masaccio inseriscono figure di ... che non partecipano ma assistono alla scena; Queste figure non sono rappresentate con la prospettiva inversa, ma mantengono la stessa altezza e lo stesso farà Masolino; sono committenti. San Pietro ha un profilo perduto, ci da quasi le spalle, che battezza i neofiti; che si spogliano e che andranno a farsi battezzare, uno di loro trema perché fa freddo, sono in mezzo alle montagne e deve entrare nell’acqua; un altro è rappresentato in ginocchio nell'atto... Viene rappresentato anche il freddo che si prova denudandosi ed è straordinario e innovativo. Figure = dalla fisicità sconvolgente per questo tempo. Scena che stravolge il realismo sia nella resa della reazione del corpo al freddo sia nella resa anatomica, corpi atletici che Masaccio può aver visto nella statuaria classica e che può aver studiato sui modelli. Neofita inginocchiato = acqua copra parte dei suoi polpacci e piedi, siamo in un fiume in cui il santo prende l’acqua e la getta sul neofita; capelli bagnati e le ciocche dei capelli cadono proprio come nella realtà quando vengono bagnati dall'acqua. Masaccio “distribuzione dei beni e la morte di Anania “ Parete di fondo a destra dell’altare. Ambiente cittadino, palazzi di diversa copertura, abbastanza simili a quelli fiorentini; in prospettiva creano una quinta scenica e permette all'artista di mettere le figure in uno spazio degradante, più vicine nel proscenio e più lontane e piccole via via che ci si allontana. Donna = tiene un bambino a cui si vede il sederino scoperto che si modifica con l'entrata a contatto del braccio della madre. San Pietro = vestito con gli stessi colori, con due apostoli vicini, uno ci guarda e l’altro lo vediamo di profilo. Masaccio riprende questi due apostoli dai 4 santi coronati della chiesa di Or San Michele dalla quale riprende la posizione per le sue figure (a semicerchio). “san Pietro risana con la sua ombra”, Masaccio, 1425-1427, Cappella Brancacci Parete di fondo alla sinistra dell’altare Pietro vestito sempre allo stesso modo, accompagnato da pochi apostoli e si svolge di nuovo in uno spazio urbano; ha delle strutture fiorentine sospese con gli archetti e poi sullo sfondo un’ architettura sacra con portico, frontone, campanile che può richiamare ad un'architettura classica; ripresa della vita quotidiana del tempo. Masaccio inserisce gli storpi nelle sue opere e anche qua ci sono ; li rappresenta con estrema attenzione e anche all'ombra che viene sottolineata perché è lei che risana. Esperienza all’interno di questa cappella per Masaccio è importantissima e fondamentale. Questo pone per noi un problema perché la cappella alla morte di Masaccio non è ancora finita, i lavori saranno per un periodo bloccati, la famiglia cacciata e quando torneranno in città sarà passato molto tempo. Ripresa dei lavori con l'artista Filippino Lippi; figlio di Filippo Lippi che si innamora a Prato di una Suora e il loro amore da alla luce al figlio; Filippino è stato un seguace di Masaccio . 1480 = inizia a lavorare nella cappella Filippino e rappresenta “la resurrezione di Teofilo e San Pietro in cattedra” che si trova nel primo ordine. Rappresenta due eventi della vita di San Pietro, avvenuti ad Antiochia; la resurrezione del figlio e il San Pietro in cattedra, due eventi che avvengono nelle due metà e derivano alla legenda aurea che diceva che Pietro venne arrestato ad Antochia, Paolo andò a trovarlo e supplicò di liberarlo, lo liberavano se lui dimostrava i suoi poteri, quindi che fosse resuscitato il figlio morto da 14 anni; viene portato alla sua tomba e viene resuscitato. In seguito a questo evento tutti si convertono al cristianesimo e viene eretta la prima chiesa e viene messo in cattedra dove prega e si rivolge a gli apostoli e gli abitanti di Antochia. Parla un linguaggio diverso. Qui = si vede bene il ritratto di Masaccio stesso, tra gli astanti che assistono alla presenza di San Pietro. “Disputa con Simon Mago e la crocifissione di San Pietro”, Filippino Lippi, 1480 circa Si svolge fuori dalle mura di Roma, è un luogo vero, corretto. Destra = disputa tra Simon e i santi Pietro e Paolo, davanti a Nerone; l’imperatore con questo grave gesto di condanna si rende conto del magheggio di Simon e infatti la caduta dell’idolo romano fa capire la bontà di Paolo. Sinistra = crocifissione, corpo inchiodato che viene tirato su con la croce a testa in giù. Filippino imita Masaccio nella fisionomia o nei dettagli delle figure secondarie e in altre denota la sua formazione, pittura botticelliana, parla il linguaggio della fine del 400. Pittura di Filippino port al completamento della cappella Brancacci. Nessun artista dopo questa esperienza avrebbe potuto eludere la conoscenza delle opere di Masaccio e della scultura Donatelliana. Dopo Masaccio = inizio anni 30 si apre un capitolo nuovo per la pittura che rivaleggia di pari grado insieme alla scultura, non è più arretrata grazie a Masaccio. Pittura = periodo che potremmo definire all’interno di un'etichetta per inquadrare un fenomeno individuato da uno storico dell’arte del secolo scorso Luciano Bellosi, organizzò nel 1987-88 una mostra a Firenze intitolata “pittura di luce” con questo nome inquadriamo la pittura post masaccesca. Si dava per scontata la conoscenza della prospettiva, realizzare volti efficaci, reali...davano per assodate queste conoscenze si passa a studiare le fonti di luce che potevano illuminare la scena pittorica creando diversi spunti di sperimentazione e interpretazione. Metà anni 30 = artisti giocano a studiare le fonti di luce. Filippo Lippi viene escluso anche se secondo noi rientra in questa schiera di artisti di pittura di luce. Pittura di luce negli anni 30 che fa propria l’esperienza di Masaccio e anche una serie di istituzionalizzazioni come il “de pittura “. Alberti nel de pittura parla anche della luce. Pittura fiamminga = conosciuta dai fiorentini, vengono importate a Firenze per vari motivi e iniziano ad arrivare in Toscana queste opere diverse per natura rispetto alla pittura italiana di questi anni e portano l’attenzione e lo studio della luce e delle sue problematiche. Pittori = Domenico Veneziano, Paolo Uccello, Piero della Francesca, Beato Angelico. Filippo Lippi fa parte di questo gruppo. Beato Angelico lavora nel convento di San Marco e qui c'è proprio il suo museo; “tabernacolo dei Linaioli” 1433-35, tempera su tavola. Viene commissionato dall'arte dei Linaioli; tabernacolo ha una struttura architettonica importante perché viene realizzata da Lorenzo Ghiberti; molto monumentale che si rispecchia anche nelle figure. Tabernacolo = ha delle ante che si aprono Al centro = madonna con bambino contornata da 12 angeli musicanti che fanno da cornice alla figura centrale, seduta in trono, sullo sfondo un cortinaggio di fondo oro; nelle due ante aperte = San Giovanni Battista ed Evangelista; figure solide, bel piantate, su una pavimentazione rupestre, rocciosa che li fa stare in piedi saldamente, su sfondo oro. Ante chiuse = San Marco con il leone e San Pietro con la chiave, sfondo scuro e anche loro ben saldati a terra. Angioletti su fondo oro, allungati, si adattano alla cornice e alla struttura di essa seguendone l'andamento. Connessione tra vecchio e nuovo, perduranza di una tradizione tardo gotiche che aveva a sua volta appreso dai suii maestri. 1338 = altare di San Marco, museo di San Marco, donata da Cosimo dei Medici e porta con sé i due santi protettori della famiglia medici, inginocchiati ai piedi della madonna... Punto di fuga all'altezza del collo della vergine in cui convergono le linee; perfetta conoscenza della prospettiva brunelleschiana. Da qui si inizia a vedere la luce, siamo in un'atmosfera notturna; le fonti di luce sono due, quella naturale e un'altra che illumina la vergine e tutti i santi a schiera ai suoi lati. Lezione XI Beato Angelico = problemi della pittura di luce. Dopo la morte di Masaccio gli artisti iniziano ad immettersi sul mercato dell’arte e anno degli strumenti diversi rispetto ai predecessori, possono affrontare la loro radice d’arte nella pittura di Masaccio e le pitture della cappella Brancacci; 1527 = sacco di Roma, data importante per la storia dell’arte moderna. 1520 = data di morte di Raffaello; dopo la sua morte inizia un fenomeno importante. Ancora nel pieno 500 Masaccio è il punto di partenza. Trittico = rappresenta un'adorazione dei pastori a cui partecipano i santi Tommaso e Antonio Abate nella formella nella sinistra mentre santa margherita e maddalena a destra; figure inginocchiate sono i committenti con la famiglia in una dimensione più piccola, prospettiva inversa. Portinari = banchiere a capo del banco mediceo a Bruges. Arriva per mare fino a Pisa e poi imbarcato su un battello da fiume e arriva a Firenze, 1483, giorno di festa e l’opera fu portata dal fiume a Sant’ Egidio con una processione di popolo, evento di richiamo per la popolazione. Rappresenta = l'adorazione dei pastori; al centro bambino Gesù, nudo sulla paglia, davanti la madonna inginocchiata che prega insieme al bue, l'asinello, Giuseppe e i pastori. Natura morta in primissimo piano, decorazione del vasetto che tiene i gigli, fiori rossi; acqua rappresentata nel bicchiere trasparente. Luce = siamo in un ambiente aperto, capannuccia che non copre il cielo e la luce chiara dietro le spalle dei pastori; il bambino che illumina una parte della rappresentazione e schiarisce molti elementi; luce naturale e divina. Domenico Ghirlandaio “adorazione dei pastori” 1485, Santa Trinita cappella Sassetti, tempera su tavola. Impostazione della vergine che si inginocchia davanti al bambino e la presenza dei pastori che si installano in una posizione piramidale, cambia la scenografia, qui è più classica, con una porta con l'arco trionfale. Similitudine con l’opera precedente. Beato Angelico “madonna col bambino” 1440, tempera su tavola, Torino, Galleria Sabauda. Abbiamo una madonna con bambino seduta su una specie di trono, con un architettura sullo sfondo; bambino che emana luce, luce divina e una luce frontale, manto della vergine non è uniforme, ci sono delle parti più chiare. Fonti di luce = anche un pezzettino di finestra dietro la testa della madonna sulla sinistra, dettaglio importante per farci capire che anche quella è una fonte di luce che si percepisce per il cambiamento del colore delle paraste, la prima scura e le altre dopo si schiariscono via via fino alle ultime inondate di luce. Tra la madonna e l'architettura c'è uno spazio fisico. Filippo Lippi “madonna di Tarquinia” 1437, tempera su tavola, Roma galleria Nazionale (pallino del prof). Filippo mette un cartilio sotto la pedana dove poggia la madonna in cui c'è scritta la data 1437. Ci dice quanto precocemente Filippo abbia iniziato a ragionare sulla luce; madonna con bambino in trono, primissimo piano, si vede il trono architettonico, particolare perché è in marmo cangiante, bambino masaccesco che si getta verso il collo della madre con affetto. Dietro = c'è un letto, stanza, casa fiorentina; sullo sfondo della madonna, quasi ad incorniciarla c'è un'apertura che probabilmente dava su un cortile, ci sono finestre e fili per appendere panni questa è una fonte di luce; opposta al letto c'è una finestra che si vede benissimo anche cosa c'è fuori, spazio di campagna, anche questa è una fonte di luce; ultima fonte di luce è frontale molto forte che cambia il colore del manto della vergine sulle ginocchia, lo trascolora quasi a renderlo chiaro. Filippo è all'avanguardia dello studio della pittura di luce. “Pala Barbadori” di Filippo Lippi del Louvre, 1440, fatta per San Frediano rappresentato a sinistra e Sant'Agostino a destra. Siamo di fronte ad una sacra conversazione, in uno spazio chiuso con luce frontale e a lato della vergine la finestra. Predella “visione di sant'Agostino” Costruita essenzialmente dalla luce, ambiente che prende corpo architettonicamente grazie alle fonti di luce; posta e le varie finestre che si susseguono e immettono all’interno tanta luce, luce frontale e la luce divina che inonda sant'Agostino che ha la visione, arriva dall'altro e cambia il colore e la tonalità della veste. Domenico Veneziano 1445-1447 “pala di santa Lucia dei Magnoli”, Uffizi. Rappresenta sacra conversazione con i santi a semicerchio, come se volessero includerci nella conversazione. Santi = San Francesco, San Giovanni Battista, San Zanobi e Santa Lucia. Fa una costruzione architettonica complessa che guarda al futuro ma anche al passato con l'utilizzo di marmi policromi, ha una prospettiva perfetta con il pavimento che porta ad una base rialzata con la piantana con la vergine seduta, porticato ad archi acuti e sullo sfondo ortus concusus distante dalla vergine stessa. Luce = viene dal davanti, necessaria per illuminare le figure e quella che viene dall'esterno, sul cielo aperto, si può definire l'ora in cui avviene perchè c'è un taglio netto della luce che illumina una parte della scena e ne lascia oscurata un'altra, colloquio mattutino prima di 12.00. Predella “san Giovanni Battista nel deserto “ Scena prende vita perché avvolta dalla luce naturale, forte, diurna. Piero della Francesca “polittico della misericordia” 1445-1462, tempera su tavola, Sansepolcro. Lezione XII Piero della Francesca “polittico della misericordia” 1445-62, tempera su tavola, pinacoteca comunale. È un pittore di luce che nel 1439 entra nella bottega di Domenico Veneziano; Piero acquisisce una serie di importanti nozioni dal suo maestro sulla luce per poi applicarle anche teoricamente sul suo trattato della pittura e si dedicherà ad una pittura dove è importante lo spazio misurabile in cui domina una luminosità chiara che rende i colori brillanti, chiari e luminosi. Attenzione all'architettura classica; oltre a tutto ciò è importante la conoscenza della pittura Masaccesca, Piero accoglie molte istanze promosse da Masaccio ma rifiuta la drammaticità delle espressioni delle figure, infatti le sue non saranno mai troppo drammatiche. Polittico della misericordia Iniziato nel 1445 ma terminato dopo molte interruzioni nel 62; polittico tardo gotico, siamo in provincia a Sansepolcro, gusto attardato, lo realizza con tavole più grandi e più piccole quella centrale più grande con al centro la vergine su fondo oro; vergine modernissima, ampio gesto di apertura del manto e di accoglienza dei fedeli inginocchiati nella parte circostante, la madonna crea una figura geometrica fatta dal corpo e dal manto della vergine e dalle figure degli astanti che pregano. Nella cimasa c'è la crocifissione Siamo un po' più vicini alla drammaticità masaccesca, manca la figura della Maddalena, la nostra attenzione è sul cristo che ha una veduta di scorcio, con il collo attaccato alle spalle e sotto i due dolenti, la vergine che alza le braccia e il San Giovanni evangelista che apre le braccia; espressioni congelate nel dolore. San Sebastiano e San Giovanni Battista= figure su fondo oro, fa un basamento sul loggiato, senso di fisicità molto netto, sono due corpi pesanti, plastici anche definiti dalla luce, parte della gamba è scura e così ci fa capire che la luce viene da destra e lascia in ombra la parte sinistra; maestosità della figura, statica e volontà di tornire l'anatomia con la luce. Battesimo di Cristo 1443-45, Sansepolcro, oggi a Londra, Piero della Francesca tempera su tavola. Luce = domina la composizione interamente che crea tutto lo spazio naturale della rappresentazione, c'è attenzione alla resa luminosa. Abbiamo il cristo che costituisce il perno della composizione policentrica, angeli e uomini che si avvicinano al fiume in profondità; tre angeli che si tengono la mano invece che tenere le vesti el Cristo vogliono rappresentare la concordia e alludere alla riconciliazione tra la chiesa di oriente ed occidente tentata nel 39 a Firenze, in un concilio. Tutto dominato dalla luce, cielo intenso e gioco di riflessi delle figure sul fiume, soprattutto delle figure dei sacerdoti dietro il tipo che si sta spogliando, accentua i colori. Affreschi di Piero nella cappella maggiore nella chiesa di San Francesco ad Arezzo Operazione ampia e complessa. Famiglia Bacci, commercianti di stoffe che commissionano all'artista questa decorazione inizialmente a Bicci di Lorenzo che muore nel 52 avendo decorato solo le vele della cappella, alla morte subentra Piero come unico pittore e con la sua piccola bottega con i suoi due aiutanti Giovanni di Piemonte e Lorentino di Andrea che rappresenteranno le storie della croce di cristo, tema raccontato dalla leggenda aurea; storia che racconta la vita della croce su cui fu incrociato il cristo. Questi affreschi sono una pietra miliare della pittura del 400 e sono stati molto studiati nel secolo scorso e sono stati definiti come una favola incantevole che è giunta fino a noi. Lunetta numero 1 = morte di Adamo; quando muore Adamo il figlio Seth mette in bocca al padre il germoglio da cui poi nascerà il legname per poi costruire la croce. Gruppo familiare a semicerchio con la figura del santo di Adamo per terra moribondo con un nudo di schiena, tornito dalla luce diurna che ci mostra il corpo come una bellissima statua antica. La regina di Saba = incontra il re Salomone; scena divisa in 2 e permette a Piero di raccontare due diversi momenti, a sinistra la regina che scende a cavallo e si inginocchia davanti ad un ponte perché riconosce in quel legno il futuro legno della croce; a destra la stessa regina che incontra Salomone in un bellissimo portico all'antica in cui però Piero non rinuncia a fare riferimenti all'architettura di Leon Battista Alberti ossia marmi policromi sugli sfondi delle sue rappresentazioni, come qua ritroviamo; Piero utilizza la stessa tipologia narrativa del tributo della moneta di Masaccio ma a differenza del suo racconto continuo, Piero utilizza l'architettura come metodo di divisione fisico. Flagellazione di Urbino 1445-50, Piero della Francesca, galleria nazionale delle marche. Scena divisa in due da un'architettura classica con una prospettiva; sullo sfondo la flagellazione, come una sorta di apparizione e in primo piano tre personaggi che chiacchierano tra di loro, non sappiamo chi siano. Figura sullo sfondo a sinistra ha una connotazione fisionomica precisa, è Giovanni ottavo Paleologo già stato ritratto in una medaglia di Pisanello al momento conservata al Bargello. Da qui riconosciamo il suo volto e Giovanni compare anche negli affreschi di Arezzo. Parata con una serie di cavalli bellissimi, con tante lance; battaglia preceduta da un fatto = Costantino riceve la visita di un angelo che gli porge una croce e gli dice che vincerà; La stessa figura che è Costantino è il ritratto di Giovanni Paleologo. È il volto del penultimo imperatore dell'impero d'oriente che segna anche l'urgenza dei tempi. Associare Giovanni con Costantino che aveva cristianizzato l'impero d'oriente. Sogno di Costantino Resa tridimensionale del padiglione nell'accampamento, di notte, dove all’interno dorme l'imperatore tra un servo e due soldati che fanno da guardia; angelo arriva dalla nostra posizione, dall'esterno di scorcio, con la croce portata a Costantino e che lo renderà vincitore. Luce= la figura del soldato di spalle, oscurato per una parte e illuminato dall'arrivo dall'alto dell'angelo, alcune parti inondate di luce. Vasari = “è l'angelo che con la sua luce arriva ed illumina tutto e squarcia le tenebra; angelo in scorcio che arriva a capo all’ingiù.” Piero è un tassello fondamentale per la conoscenza della pittura odierna. Aspetto illuministico = apprezzato e studiato da tutta la critica successiva. Ritrovamento e verifica del legno della croce, Piero della Francesca, 1466 Chi fu a ritrovare il legno fu la madre di Costantino, Elena che la trova in Terrasanta. La scena = sullo sfondo ella chiesa vediamo due momenti; a sinistra il ritrovamento della croce, delle croci e poi si pone il problema di capire quale delle tre è quella di cristo; si impone la croce sopra un morto, se Figure = bambinetti correnti, in movimento che portano ghirlande che si ripetono come omaggio, a nche in primo piano con attenzione alla resa della decorazione all'antica e gli elementi architettonici. Figure che nell’espressività richiamano Donatello; San Giovanni Battista ricorda molte figure e statue realizzate da Donatello, caratterizzazione fisionomica con attenzione per l'antico. Medaglioni = si rifacevano a rilievi antichi che si potevano vedere nei sarcofagi o murati nelle mura di alcune dimore patrizie moderne. La citazione dell’antico è importante e diventa un tarlo per Mantegna, non può farne a meno; devono esserci riferimenti anche letterari. Predella = “la crocifissione” nella parte centrale, Parigi, Louvre 1457-59. Le altre due predelle si trovano al museo di Tour in Francia. Predella quando la si guarda la guardavamo dal baso quindi lui scorcia la costruzione prospettica e studia i corpi in modo anatomico con un’accentuazione dell'aspetto muscolare e della deformazione che il corpo subisce sotto il peso del corpo stesso; Ladroni si allungano nella figura, costato più evidente e la muscolatura si stira, sono appesi si lasciano cadere. Mania antiquaria = sullo sfondo vediamo una città moderna dove all’interno vediamo una cupola molto ribassata che rappresenta il Pantheon e quindi citazione dell’antico. Spettatore coinvolto nella rappresentazione; dimostra questa volontà di chiamare i riguardanti all’interno da figuri di soldati di cui noi vediamo soltanto la testa e un pezzo di busto che forse stanno salendo una scala, sono figure intermedie che tramitano noi nella rappresentazione. Orazione dell’Orto, 1455-60, tempera su tavola, Londra National Gallery. Scena essenziale, ci pone nel momento dopo l’ultima cena, gli apostoli stanno dormendo e Cristo prega; montagna brulla, con interesse geologico delle rocce sia in primo piano che sullo sfondo, tutto si deve concentrare sulla preghiera di Cristo davanti agli angeli. Citazione dell’antico = città sullo sfondo, moderna in cui spiccano ancora elementi di Roma coma la torre delle Edilizie ancora esistente, la mette come posta nelle mura delle città e poi arriva ad un monumento simbolo di Roma che è il Colosseo; attenzione alla cultura classica. Mantegna diventa anche pittore di corte a Napoli e a Venezia... Toscana, arte si reinventa grazie ad Andrea del Verrocchio che nasce nel 1435. 1435 e 1488 vive ed è importante perché gestisce una bottega fiorente e sa gestirla anche a livello imprenditoriale; nella sua bottega si produceva pittura, scultura, oreficeria e design...aveva una solida formazione accademica e lo dimostra la qualità dei suoi studenti, da qui esce Leonardo Da Vinci e Lorenzo Diprè; l'elemento centrale sta nella capacità di insegnare ai giovani tutto, multidisciplinarietà. Verrocchio = era stato formato come maestro orafo tra 1453-56 era stato nella bottega di Giovanni Dei importante orafo fiorentino e da qui amplia le sue capacità tecniche e comincia a scegliere i maestri di riferimento, in pittura si avvicina a Filippo Lippi e in scultura a Desiderio da Settignano, parte da lui per trovare idee rivoluzionarie come la modalità di taglio del busto; tutto ciò si fondava su basi di tecnica molto solide; nella bottega si disegna tantissimo, si studiano le parti anatomiche. Questa produzione di sculture plastiche e disegni vengono usate come strumenti di lavoro che poi sarebbero stati riportati nei dipinti. Studio per una testa femminile Fatto in bianco e nero, adesso a Londra, British. Testa di donna diventa un'ideale di bellezza del secolo, ripresa anche da Botticelli. Attenzione alla capigliatura con trecce a loro volta intrecciate con ciocche di capelli al vento; tratteggiate con una riga netta ed altri più aeree e ventose, usare la linea di contorno e lo sfumato; occhi, le linee delle palpebre sono tratteggiate in gessetto nero e il contorno è sfumato per dare alla figura un’ espressione più dolce e femminile; contorni della bocca segnati ma le due estremità sono sfumate come perdute nella composizione. Verrocchio crea un nuovo modello di grazia e bellezza. Parti anatomiche studiate all’interno della bottega, mani, piedi, gambe, drappeggi...si facevano disegni da modello. Mani Molto importanti per lo studio dell'anatomia e da qui in avanti le mani iniziano ad essere elementi fondamentali dei ritratti, soprattutto femminili perché rappresentava un elemento in più dell’espressività della donna, legato anche al decoro femminile e alle sue attività. All’interno della bottega di Verrocchio gli studi di mani sono perseguibili e richiesti dal maestro stesso. Si facevano anche dei calchi in gesso, terracotta e quando Leonardo parte alla volta di Milano parte con una collezione di mani, gambe e piedi pronti per essere utilizzati nelle sue proiezioni. Funzione funzionale alla produzione artistica, consentiva di modulare questi elementi creando composizioni sempre nuove. Di questa palestra formativa ne parla anche Vasari, lettura commento . Putto con delfino 1478, Firenze Palazzo Vecchio, bronzo. Opere più famose di Verrocchio, bambinetto che gioca con il delfino e dalla bocca del delfino spruzza acqua; funziona che l’idea è quella di precarietà, puttino sta su una sfera, in equilibrio, ed è elemento di vivacità; avvinghia un pesce scivoloso per natura e in più c'è la presenza reale dell’acqua che ricade anche sul corpo del bambino stesso e ci fa vedere anche un piccolo mantellino baganto che si appiccica sul corpo; giocando su tutti i sensi e incoraggia a girare intorno alla figura; espressione gioiosa, con la bocca aperta nello sforzo di trattenere il delfino, capigliatura bagnata che si appiccicano sulla fronte. Per tutto ciò guarda a Desiderio = che faceva opere con bambini piccoli gioiosi, sguaiati; è uno scultore raffinato che nasce nel 1429 e muore nel 1464, ma gioca tutta la sua arte in busti o rilievi di giovani bambinetti, radiosi che lui rende ancora più accattivanti con la tecnica della resa del marmo che hanno una superficie lustratissima, quasi traslucidi che gioca sugli effetti di luce dei volti dei bambini che sembrano assumere una colorazione che il marmo bianco solitamente non conferisce. Ricordato e affiancato all'idea di dolcezza e di luce. Bambino che ride 1460-64, Vienna Bocca aperta che crea un buco nero in un volto radioso; importante il taglio del busto. Tondo Arconati, Parigi, Museo del Louvre. Stiacciato, rilievo minimo, sfrutta elementi atmosferici e coloristici che danno animo a questi bambini che si abbracciano, si incrociano le mani e gli sguardi, bocche aperte e marmo lustratissimo che gioca con la luce. Busto di Marietta Strozzi 1462-65, Berlino. Giovane vestita con una veste chiusa sul petto da cui traspare una sottoveste fermata con un bottoncino; ci guarda con la sua area sostenuta, naso alla francese e capigliatura complessa che poi lo diventerà ancora di più nel tempo; anche qui desiderio ha il problema del taglio del busto. Il taglio del busto di Marietta è più allungato, si vede un pezzo di costato, una vita alta, ci fa pensare che questo problema era molto comune e Desiderio aveva cercato una soluzione allungando in questo caso un pezzo della veste, come una presenza fisica più vera e reale. Verrocchio = aggiunge le mani e le braccia, allungando la parte del busto rappresentata, taglio all'altezza della vita. Dama con il mazzolino di fiori, Bargello, 1475. Mantiene la tecnica, il busto lustrato, giungendo ad effetti di luce sorprendenti, toglie il bustino alla dama per lasciargli addosso duplici vestine, una più pesante e sotto una più leggera chiusa con il bottoncino e cinge il collo della dama e crea gioco di pieghe, anfratti e piccole insenatura sotto la veste superiore (sotto il braccio destro), spazi più chiari e più scuri; persona è presente, si rivolge a noi, non frontale, ha le palpebre scolpite e graficamente segnate, ci guarda; capigliatura complicatissima = cuffietta che trattiene una lunga coda sul retro, ma lascia intorno al volto una serie di riccioli sottili tutti traforati come a creare una cornice naturale al volto che gioca con l'elemento della luce perché sono tutti bucherellati e in questi fori si insinua l'oscurità. Novità= inserimento delle braccia e lo studio delle mani che sono elemento che da espressività e decoro alla figura femminile, elemento che contraddistingue; raffinatezza e delicatezza della posizione delle mani, tiene a sinistra il mazzolino sul petto senza toccarlo e l’altra invece crea uno spazio vuoto tra la mano e il ventre dove si poggia. Adesso sopra uno sgabello, severa e compiaciuta che ci guarda nella sala del Bargello. Opera importante e straordinaria che si contrappone alle soluzioni precedenti. Busto di bambino, Desiderio da Settignano Taglio del busto non netto, drappeggio che avvolge le spalle. Inserimento delle mani = all’interno della sua bottega gli allievi riprendono la soluzione del maestro Leonardo Da Vinci Ritratto di Ginevra de Benci, National Gallery di Washington 1474. Retro del dipinto ci sono alloro palma e ginepro, simboli di virtù morali con cartilio dove si legge un elogio della donna bellissima e virtuosa. Viene commissionato da Bernardo Benco che si trovava a Firenze per le sue nozze con Luigi Niccolini e probabilmente lo fa dipingere perché era molto bella e probabilmente se ne era innamorato. Ginevra = la sua testa è inquadrata nell'albero retrostante ossia un ginepro, da cui il nome, si apre poi un paesaggio lacustre, aereo con prospettiva che fa si che gli elementi più distanti trascolorino lievemente; se guardiamo la donna ci viene in mente la Dama con il mazzolino di fiori, capigliatura identica, raccolta dietro con una cuffietta ma il volto cristallino della giovane è inquadrato da riccioli dorati con barlumi di luce che li rendono ancora più chiari; poi la veste sotto il bustino è la stessa della Dama. In più = quest'opera, dal retro, palma e alloro finiscono tronche non si chiude in una congiunzione, probabilmente il dipinto è stato tagliato, cosa ci poteva essere al di sotto ? Manca un pezzo di tavoletta= sono stati presi disegni di mani che potessero corrispondere alla Ginevra, quindi si è dimostrato come in origine la Ginevra avesse anche lei parte delle braccia e delle mani che contraddistinguevano il suo aspetto e sottolineando il legame tra lei e la Dama. Lorenzo di Credi, ritratto di donna, 1490, New York Metropolitan. Veste di nero, tiene in mano la fede e dietro ha un ginepro anche lei; questo ritratto di donna ha di nuovo un taglio alla vita e integra le mani come elemento contraddistinguente della personalità femminile. Lezione XIV Organizzazione della bottega di Verocchio = intelligente, il maestro tiene alla formazione dei suoi allievi e ne tirerà su di grande importanza; approccio multidisciplinare e imprenditoriale nel saper usare poco bronzo e saper coinvolgere l'osservatore puntando sull'aspetto esteriore delle figure e non puntare tanto sull’espressività, bellezza formale delle sue figure che devono essere belle; come l'incredulità di San Tommaso ad Or San Michele che coinvolge anche l'osservatore nello slancio verso il corpo, con il piede che esce dalla nicchia e rompe lo spazio della rappresentazione e ci rende intermedi, compresenti. Verrocchio artista che fa anche opere monumentali di grande importanza civile e politica. “monumento funebre di Piero e Giovanni dei Medici” 1469-72, marmo, basilica di San Lorenzo l’unico elemento di sollazzo sono i putti che saltano dalla scala e tirano un lembo della veste della vergine, uno sta sulla scala e l’altro fugge (citazione di Donatello). Madonna delle nuvole, Donatello, 1430, marmo, Boston. Bambino che fugge dalla parte estrema ed esce dalla rappresentazione, un altro tira il lembo, madonna di profilo, con bambino in grembo. Michelangelo, “battaglia di centauri”, Casa Bonarroti, 1490-92, marmo. rilievo relativamente piccolo, 80x88, non è grande ma lo sguardo corre sopra questi corpi senza posa con direttrici casuali che convergono, divergono...opera che realizza all'interno del giardino di Lorenzo; all’interno di questa rappresentazione convergono tanti stili elaborati con assoluta autonomia ed indipendenza creando uno dei rilievi più originali di questo momento. Grezze figure, corpi, sfondi, mentre alcune parti sono lustratissime; si pone dei problemi e degli obbiettivi, quando li raggiunge si ferma quindi troviamo volti finiti o appena accennati, lustrature di corpi oppure corpi che si fondono ancora con il marmo. In questo rilievo ha elaborato le battaglie, lo studio della nudità; qui dentro c'è già tutto Michelangelo. figura centrale = ispirata al cristo giudice del giudizio universale . vasari = pezzo duplice che va letto tutto insieme “...” ci dice che è la battaglia di Ercole con i centauri, Michelangelo può creare una copia e un falso dell’opera di Donatello, ma Michelangelo è un pezzo più avanti, c'è più grazia e disegno. Intreccio di corpi nella battaglia = venuta perché Bertollo gli fa studiare i sarcofagi all'antica “sarcofago Ludovisi” III secolo d.C, corpi che si fondono tra di loro, orror vaqui che ha una tramitazione anche medievale, nel 300 ci sono dei rilievi che richiamano questa tipologia costruttiva come Nicola e Giovanni Pisano che avevano studiato l'antico e arrivando a Pisa trova una ricca collezione di marmi antichi; Giovanni “la strage degli innocenti “ stesso affollamento, figure strabordano dalla cornice... Questa elaborazione originale che parti finite si alternano a parti grezze con sfondi scalpellati che ci fanno capire anche lo sforzo della battaglia, si tirano i capelli e si intrecciano le braccia; arte di Michelangelo arrivata ad una tradizione completa, ha segnato i binari da correre in tutta la sua vita. Bertollo anche esperto bronzista 1478, scena di Battaglia, Bargello, bronzo. Di piccole dimensioni, affollamento, ripreso anche da qui. Bronzetti, Ercole, Bertollo, 1470, Londra. Fatto alla maniera di un bronzetto classico ripreso nell'opera di Michelangelo in una figura di semi profilo. Lezione XV Michelangelo = opere nel giardino di Lorenzo importanti perché segnano un momento felice della vita cittadina; lui insieme ad altri artisti si formano studiando la scultura antica e moderna come Donatello. Quest'esperienza non ha durata molto lunga 1492 Lorenzo muore e per Firenze inizia un periodo turbolento con l'arrivo di Savonarola e un periodo repubblicano si aprirà; quando le acque si muovono e Firenze diventa un luogo insicuro Michelangelo va a Bologna, città universitaria, con molta cultura e mercanti, accoglie Michelangelo grazie ad Ulisse che era uno scienziato molto importante e lo inserisce in circoli culturali e artistici importanti. A Bologna lavora all’arca di San Domenico, monumento funebre realizzato da diversi artisti nella basilica omonima a Bologna; viene canonizzata nel 1234 e nel 64 si decide di fargli fare una tomba degna del suo nome in questo contesto conventuale e si commissiona a Nicola Pisano questa grande arca. Monumento = stratificazione di passaggi e presenze, Nicola non realizza tutto quello che vediamo ma la prima parte, quella più importante ossia il sarcofago con scene della vita del santo divise da figure di apostoli e della vergine, non era appoggiato su un altare ma sorretto da angeli che lo tenevano sulle spalle, costruzione di un arca. Monumento che Nicola e la sua bottega completano solo questa parte; manca una parte commissionata nella 2 metà del 400 perché a Bologna lavora Niccolò dell'Arca, è un maestro dalmata che realizza la copertura superiore, copertura pesante che richiede un cambiamento di struttura, gli angeli non ce la facevano a tenere tutte le tonnellate di marmo, quindi si sposta su un altare; (gli angioletti al Louvre) Figure = 4 evangelisti, due di fronte e due di spalle, perché intorno all’arca ci si può girare e poi i santi patroni della città, Niccolò avrebbe dovuto realizzare in totale 23 figure. Dio padre = criniera felina, figura che incute timore nella sua severità. Uno degli apostoli poggia il libro, alzando la gamba, in equilibrio con un enorme copricapo intrecciato e raffinato tecnicamente. Uno dei protettori = figura elegante e presente al tempo stesso. 23 figure più il padre eterno sopra. Quando muore ne mancano ancora alcune, non porta a completamento tutta la rappresentazione ed entra in gioco Michelangelo, richiesto dai Domenicani; Michelangelo san Petronio = questa è la prima delle figure che realizza, cerca di armonizzare la sua figura al resto di quelle già presenti, entrando in punta di piedi in un contesto così antico, pensa di usare degli stilemi che provengono dai maestri che lo hanno preceduto; santo che tiene in mano la città, ha un atteggiamento incedente e con un'espressione severa, vagamente ispirata all’antico e a Nicola Pisano, rispetta il dettaglio, producendo un'opera di compromesso; panneggio umido, gommoso, che poi diventerà una caratteristica della sua tecnica. San Procolo = è un David in piccolo formato, giovanetto che sta per compiere un'azione, è tutto concentrato, volto aggrinciato nell'espressione e la fluidità dei gesti, con una mano stringe il pugno e con l’altra tiene stretto il mantello per non farlo cadere. L'angelo di Nicolò= composto con un gioco di ciocche larghe, confermando la sua tecnica e la sua capacità di lavorare la terracotta e il marmo, quasi roseo, si rifà ad un'eleganza quasi toscana, finezza di volto dolce che ricorda le figure di Lippi. Angelo di Michelangelo = inventa e tira fuori una cosa nuova per la gestione del panneggio molto liberante con effetto bagnato nelle braccia e nel petto, sembra quasi appiccicarsi alla figura, volto di una grazia e delicatezza che vanno di apri passo con un’opera come la pietà vaticana, criniera caratteristica che poi ritroveremo nel David; lustratura raffinatissima, la luce sfugge sul marmo rendendolo intenso, color crema, lavorazione efficace. Stava sperimentando delle soluzioni che poi completerà nel David. David Finita quest'esperienza torna a Firenze il 12 di agosto del 1501 e stipula un contratto con l’opera del duomo per realizzare una statua monumentale che raffiguri il David che doveva stare su uno dei contrafforti della tribuna del duomo, sotto la cupola, in un punto molto elevato. 1501= accoglie questa sfida molto volentieri e lui si considererà sempre scultore. David = deriva da un blocco di marmo presente a Firenze, la commissione era già stata affidata molto tempo prima ma mai portata a termine e venne affidato proprio a Michelangelo; blocco ordinato nel 1464, e inizialmente fu assegnato ad Agostino di Duccio che lascia quest'impresa non realizzata, inizia a lavorare alla figura, sbozza il marmo. Michelangelo inizia a lavorare questo marmo, e nell'arco di due anni 1503 l'opera è finita. Concentrato, volto rivolto verso l'azione, capigliatura che costituisce quasi un elmo... 1503 = tutta Firenze può vedere l’opera che Michelangelo a realizzato, opera monumentale, gigantesca, effetto scioccante non solo per i fiorentini ma anche gli artisti stessi provano una grande curiosità. Leonardo da Vinci = lo disegna e accentua alcune parti della muscolatura come a criticare l'operato del suo collega, non amico. Raffaello = attento ad un’altra prospettiva del David, quando arriva lo vede già impostato nella posizione scelta, ci restituisce una posa di una finezza e prospettiva con un'eleganza accademica. Dove si mette ? Doveva andare nei contrafforti del duomo, ma sarebbe stato un po'sacrificato anche se visibilissimo ma da lontano. Si fa una commissione e c'erano tutti gli artisti più importanti della Firenze del tempo, Botticelli, Lippi, Leonardo, della Robbia, Ghirlandaio... Tutti i più grandi artisti del tempo. Opzioni di collocazioni quella originale Davanti a palazzo vecchio, sulla scalinata, accanto alla quale si sarebbe pensato di fare una figura di Ercole Cortile In tutte le posizioni ci sono dei contro, troppo in alto, troppo esposta alle intemperie, volevano fargli una nicchia, ma si sarebbe vista poco... Alla fine si decide di metterla davanti a Palazzo Vecchio, simbolo della forza, della repubblica fiorentina; inizia il trasporto dal duomo a Palazzo Vecchio e avviene attraverso un binario con le palazzate di legno che dura parecchio giorni nel 1504; opera viene sistemata e viene fatto un piedistallo apposta. 8 settembre = l’opera è al suo posto. L'opera rimane qua fino al 1872 poi in quest'anno si decide di trasportarla all'accademia, in un luogo riparato e inizia un altro viaggio su un binario che viene trasportato dove oggi ancora lo vediamo. Tutta questa storia per far capire che l’opera ha subito delle traslazioni che ne hanno modificato anche la visione; se fosse rimasta nell’impalcature dell’opera del duomo nessuno l'avrebbe vista e nessuno l'avrebbe studiata. Torna a Firenze anche Leonardo Da Vinci Soderini = Operazione politica a sostegno dell'importanza della storia di Firenze; chiama Leonardo e Michelangelo a realizzare ciò che in realtà non verrà mai realizzato, ossia gli affreschi della sala del 500 che appartengono a Vasari. Studi recenti confermano che Michelangelo e Leonardo non hanno mai realizzato questi affreschi, non avevano mai comprato nulla per realizzare questi affreschi aveva solo realizzato il cartone. Dovevano essere due affreschi uno accanto all'altro e al centro c'era la sedia del goffaloniere. I due maestri realizzano molti disegni preparatori e poi due cartoni grandi al naturale per poi prenderlo per intero o tagliato, si metteva sul muro e con un carboncino si proiettava sul muro e poi si iniziava a disegnare sul muro stesso, trasporto dalla carta alla parete. Si scelgono scene di battaglia in cui Firenze vince su Pisa, Milano e Siena; se ne scelgono due emblematiche per sottolineare l'importanza della Firenze repubblicana e sono: - la battaglia di Cascina 1364 e rappresenta la vittoria dei Fiorentini sui Pisani a Cascina, cittadina vicina a Pisa che segna una tappa vittoriosa di una lunga serie di battaglie su Pisa. Quello che vediamo è un disegno tratto dal cartone di Michelangelo perché questi cartoni non esistono più, diventano la scuola del mondo, tutti vogliono carpire e studiare questi cartoni che poi nel tempo vengono frammentati e distrutti, adesso non abbiamo più niente. Abbiamo disegni come quello di Aristotele da San Gallo da Michelangelo, che rappresenta la battaglia vicino all’arno e si vedono i fiorentini che si rinfrescano al fiume. - Leonardo invece rappresenta la battaglia di Anghiari, fiorentini sui milanesi; episodio molto importante di cui abbiamo un brano centrale, il momento cruciale e più importante di tutta la battaglia. Piter Rubens rappresenta questo momento tra 1603 e 1608, la studia e la rappresenta, la disegna e noi la conosciamo grazie a lui, cartone andato perduto. Entrambi si rifanno a tradizioni di battaglie che a Firenze erano tradizioni abbastanza affermate; Michelangelo perché la commissione voleva risparmiare e quindi dovette ridimensionare la sua ideazione, viene chiamata “tragedia della sepoltura”. Giulio Il = dice a Michelangelo di affrescare la cappella tra 1508 e 1512, con episodi della genesi, sibille, profeti ed antenati nelle lunette; affreschi si saldano con quelli del 400, rappresentano le scene bibliche precedenti a Mosè e a Cristo. Colori brillanti, asciutti dopo il restauro di anni fa a portato alla luce una cromia che spiega molto la pittura manierista fiorentina; Michelangelo aveva un problema ossia la grandezza di questo spazio, per rappresentare le scene della genesi deve creare dei quadri, degli elementi che possano suddividere la cappella e allora sfrutta un'ideale nervatura architettonica e inventa costoloni che vadano dalle lunette di destra a quelle di sinistra così da creare spazi dove inserire le scene; tra un costolone e l’altro come si vede bene inserisce dei troni dove sono assise le sibille, sfrutta l'architettura per creare un giaciglio per le figure monumentali, mentre nelle lunette descrive gli antenati. Michelangelo la complica ancora di più = alla base del costolone centrale ci sono dei puttini telamoni dipinti ed entra in gioco l’effetto della cultura rinascimentale, ossia la pittura che simula le altre arti, la pittura nella Sistina simula l'architettura, i costoloni della volta, simula la scultura in marmo e infine ci sono degli gnudi veri di came che tengono dei medaglioni in bronzo (rilievi in bronzo) con storie bibliche. Ci sono delle figure inserite in spazi complicati, triangolini tra la punta della lunetta e l'appoggio dei costoloni, di colore giallognole, sono sculture in bronzo dorato. Pittura come simulatrice delle altre arti, concetto fondamentale anche per Raffaello e della pittura manierista, l’arte può simulare tutto. Genesi Figura centrale della genesi = Dio che divide la luce con le tenebre; questo quadro centrale lo aveva realizzato in una sola giornata e se guardiamo il ductus pittorico vediamo che è molto rapido, aerea, spumosa; lavorava da solo e non voleva far vedere a nessuno ciò che faceva; dal restauro abbiamo visto la velocità di questa pittura e anche l'utilizzo dei cartoni usati, prende il cartone, lo mette sull’intonaco e incide i contorni. Dio riempie da solo lo spazio pittorico che è ridotto perché riquadrato dal marmo e Dio fluttua in quest’atto figurativo che ha alla base la nascita del mondo; braccia alzate che separano la luce dalle tenebre. I nudi che tengono con dei tessuti in alto i medaglioni bronzei tra le due figure; struttura che si ripete in tutte le campate della volta. La sibilla cumane Figura vecchia, dalla corporatura gigantesca e mascolina (era donna); braccio che tiene il libro è muscoloso, forte e possente; Michelangelo insiste sulla muscolarità creando chiari scuri sulla pelle; seduta sul trono con i putti ai lati e l’espressione della sibilla è tutta concentrata sulla lettura come i due putti tra cui uno tiene un altro libro. Colori = giallo del mantello a contrasto con il celeste della veste sotto. Sibilla persica Puttini che sostengono il costolone e sono dello stesso colore del marmo (finta scultura). Sibilla rappresentata come una donna anziana, ricurva sul suo libro che se lo avvicina alla faccia per leggerlo, ha una gobba pronunciata coperta da un bellissimo manto rosa; ci colpisce il fatto che lei si contorce, si mette in una posizione scomoda perché voleva studiare la posizione del corpo in rotazione su un asse, spalle e volto rivolti verso lo schienale del trono su cui era seduta; di lei vediamo un profilo perduto della donna la cui reale fisionomia ci sfugge perché intenta a leggere all’interno del suo libro. Progenitori Antenata assisa, spazio stretto, posizioni che contengano una o due figure. Sopra c'è una testa di Ariete scheletrica che si usava anche per le decorazioni di palazzi e architetture; poi vediamo figure di bronzo dorato, di terracotta dorata, di scultura, anch'esse assise perché devono ricavarsi una posizione in uno spazio piccolo e difficoltoso; Michelangelo si inventa di riempire questi spazi per no lasciare niente di nuovo, studia la muscolatura della contorsione anche sulla materia bronzea per poi riproporla in pittura. Michelangelo deve sfruttare anche i pennacchi, nei 4 angoli della volta, altrettanto angusti e complessi; Davide che sta per tagliare la testa a Golia Composizione in un triangolo a testa in giù; le due figure con una tenda bianca sullo sfondo insieme a soldati che assistono alla scena, e in primo piano David che sta per tagliare la testa a Golia dopo averlo steso a terra; testa di David, nulla di sottolineato, tutto soffuso anche se i dettagli ci sono nonostante le pennellate morbide che sfumano i contorni, capigliatura che si distanzia dalle ciocche per il movimento come dei filamenti d'oro. Cartoni di Raffaello Sul finire della sua vita viene chiamato a realizzare i cartoni per gli arazzi posti nella parte bassa della cappella Sistina, dove ci sono dei finti drappeggi ancora esistenti, il primissimo ordine. Cartoni sono capolavori sublimi e insuperabili adesso a Londra. Sono scene in cui l'elemento umano si fonde con un'armonia al paesaggio e all'architettura, come città antiche ideali in cui si mescolano insieme architetture antiche che lui aveva studiato a visto a Roma. Papa chiede anche di creare una sorta di mappa della città antica di Roma, scrive poi una lettera in cui si lamenta del deterioramento di molte architetture e opere a Roma. Arazzi e cartoni di Raffaello sono stati srotolati ed esposti nella cappella sistina dove erano stati pensati da Leone X e Raffaello; Gli arazzi non vengono sempre esposti. Raffaelo lavora contemporaneamente a Michelangelo nelle stanze Vaticane commissionate da Giulio Il e Leone X senza vedersi, lavorano in segreto entrambi anche se poi Raffaello era principe, uomo di mondo, amava incontrare i suoi committenti ed intrattenerli, aveva una bottega straordinaria, infatti i suoi giovani si specializzeranno tutti in qualcosa, mentre Michelangelo non voleva frequentazioni, non lascia allievi infatti Raffaello Raffaello nasce ad Urbino nel 1483, suo padre era un pittore Giovanni Santi che aveva viaggiato e viveva in una corte importante con flusso di opere d'arte provenienti dall'esterno e molto importanti; nasce in un ambiente stimolante e può giovarsi degli insegnamenti paterni. Raffaello nei primi anni di vita noi sappiamo pochissimo su di lui, pochi documenti conservati che ci danno delle immagini sparute tra Urbino, Umbria e poi Firenze; ci rifacciamo alle fonti come Vasari. Pittura di Raffaello trasuda Perugino, per i volti, i colori, i drappeggi... Vasari = da per assodato un apprendistato di Raffello all’interno della bottega Perugina; non abbiamo certezze ma probabilmente è un'invenzione letteraria di Vasari che giustifica la forte influenza di Perugino nelle pitture di Raffaello. Innegabile la conoscenza approfondita della pittura di Perugino che il giovane Raffaello studia e rielabora per poi arrivare alla sua propria modalità espressiva. Stanze = 4 ambienti quadrangolari pieni di elementi architettonici che non può eludere, finestre, porte... Raffaello ha un lavoro complesso di fronte a sé, deve cercare di armonizzare questi accidenti architettonici e farli entrare nelle rappresentazioni senza che inficino nelle sue rappresentazioni. Zoccolo = spazio di invenzione Cariatidi = tengono sulla testa la cornice della lunetta Quadri modanati a finto marmo dove c'è un rilievo a finto bronzo; Due rilievi all'antica = simil sarcofagi ma dipinti Dei contenitori dipinti a finto legno Volte tutte diverse, recupera tecniche antiche in disuso, a mosaico per esempio...apoteosi della scelta di diverse tecniche artistiche. Incoronazione della vergine 1502-3, olio su tavola, Musei Vaticani. A parlare di Perugino sono gli angeli, i volti assorti e cristallini come la natura e imitore di alcuni volti come quello della madonna, delicato e squisitezza formale. Opera giovnile. Sposalizio della vergine 1504, olio su tavola, paninoteca di Brera, Milano. Anche qui rivediamo dei collegamenti con la pittura di Perugino; dialoga con una sua opera ossia “lo sposalizio della vergine” 1503-4 è un olio su tavola che si trova in Francia; il giovane cita e sfida il maestro sul suo stesso terreno, sceglie lo stesso tema e lo inscena in uno stesso teatro, stessa scenografia con una diversa declinazione. Commissionata da un notaio per la cappella di San Giuseppe a Castello; architettura = entrambe a pianta centrale; quella di Perugino è ottagonale con portici ai lati maggiori e non è inserita interamente nella rappresentazione, cupola tagliata; Raffaello inserisce l'architettura completamente, a pianta centrale, tempietto rotondo che fa riferimento alla classicità con volute tra portico e tamburo in questa cupola ribassata che può essere associata a quella del Pantheon. Architettura moderna e antica al tempo stesso... Primo piano = la scena dello sposalizio; Perugino con le figure più importanti centrali, gli astratti in maniera elegante nella disposizione, uno di fronte e uno si spalle; Raffello crea due semicerchi uno in avanti e uno dietro a riproporre l'andamento dell’architettura, gestualità e movimentazione garbata ed elegante come in passi di danza che crea un dipinto moderno e nuovo distanziandosi piano piano dal maestro. Vasari = in quest'opera Raffaello vuole superare il maestro. 1504 = arriva a Firenze con una lettera di raccomandazione di Giovanna nella Rovere, sorella del signore di Urbino e la consegna a Pier Soderini, il goffaloniere di giustizia; quando arriva qua gli si apre un mondo, studia la scultura fiorentina, si rifà a Donatello, e disegnerà molte delle sue opere come il San Giorgio; lo studio della scultura rinascimentale è fondamentale che non studia solo l'arte umbra ma affonda anche le radici nella scultura. Raffaello starà a Firenze per molto tempo. Riceve commissioni di ritratti e madonne con bambino. Ritratto di Agnolo Doni, 1506, galleria palatina, olio su tavola, Raffaello Sanzio. Mani diventato fondamentali con gli anelli segno della sua ricchezza; ce lo pone di traverso su un terrazzo, con lo sguardo diretto verso di noi, dialoga con noi. Madonna Tempi, 1508, Monaco, olio su tavola, Raffaello Sanzio. Una delle ultime opere eseguite prima di trasferirsi a Roma. Freschezza, grazia ed eleganza che Raffaello da alle sue figure; rappresentazione reale di un abbraccio tra madre e figlio, gamba destra della vergine sporgente, forse cammina, avanza verso di noi con un gesto di protezione con la mano sulla schiena del bambino quasi nudo, sederino coperto solo da un velo trasparente; ha uno sguardo apprensivo, triste e sorpreso e si avvicina al bambino con il volto in maniera tenera e delicata. Questo gesto ci fa venire a mente la Madonna Pazzi di Donatello a Berlino. Lo studio che fa Raffello di Donatello è molto approfondito, come se riproducesse tante opere di Donatello. Altare di Donatello a Padova, con rilievi di bronzo = “miracolo del neonato” che ha intorno molta folla, sopra il miracolo c'è una lunetta con dentro una madonna con bambino ed è la stessa identica posizione di quella di Raffaello, la riproduce in maniera letterale con la stessa delicatezza e forza. Pala Baglioni 1504-7, olio su tavola, Galleria Borghese, Roma, Raffaello Sanzio. Nell’idea del papa questa stanza voleva rappresentare la verità teologica, il vero; verità della teologia, della filosofia, del bello...ha un valore importante fino ad arrivare alla verità giuridica; virtù fortezza, temperanza e (?); stanza chiave dell'idea politica del papa. Disputa del sacramento = si disputa sul fatto che il corpo e il sangue di Cristo siano presenti nell’ostia consacrata che si trova al centro sopra l’altare; affresco complesso che richiede molti disegni preparatori perché non ha appigli architettonici, deve gestire masse di figure senza nessuna rovina che le tenga unite insieme; deve gestire la schiera del Dio padre, la vergine (parte sacra, elevata) e la parte dei padri della chiesa e dei papi che disputano (parte terrena); Raffaello si ispira ad opere viste e conosciute a Firenze: esempio una pala di Botticelli 1488-90 viene incaricato da San Marco di realizzare “l'incoronazione della vergine” e che si trova oggi agli Uffizi, pala importante, una delle ultime prima che la sua bottega prese l'avvento sul maestro; quest'opera può aver dato degli spunti, 4 santi a semicerchio poi riproposto nella parte alta dove Dio incorona la vergine e gli angeli chiudono questo cerchio della rappresentazione, divino e terrestre, due semicerchi. Raffaello fa tantissimi disegni, si vede che provava a metterci un'architettura e poi studia le singole figure per cercare di tenerle armonicamente insieme. Risultato finale di grande successo = due grandi semicerchi uno sopra l’altro dove si assiste alla disputa e tutto si snoda intorno al dio padre, suo figlio, la colomba dello spirito santo e l’ostia sull'altare; soluzione e perno compositivo, asse ideale, simbolico e strutturale. Sfondi naturalistici e con un grande masso che si rifà a San Pietro, con un ‘inizio dei lavori rappresentato da questo blocco di marmo; figura sulla destra che si getta sul parapetto e sporge verso di noi con questo scorcio e il cangiantismo del cappello; riconosciamo Giulio Il e Dante nella composizione. La scuola di Atene = verità filosofica Scena diversa, qua può fare affidamento su una architettura basilicale all'antica; la filosofia è rappresentata da Atene dove ci sono un gruppo di filosofi e saggi all’interno dell'accademia del 5 secolo; questo gruppo è nutrito, si muovono, si contorgono e si contrappongono tra di loro, composizione armonica. Citazione dell’antico puntuale = nicchie con Minerva e Apollo, poi delle scene sotto entrambi; volte cassettonate come vediamo nel Pantheon; è una basilica aperta, non è coperta da cupole, ha un'apertura sul cielo che inonda la scena di una luce mattutina. Al centro della scena ci sono due filosofi greci Aristotele che indica verso terra e Platone che indica per aria ed è quello più ansiano, questi gesti poi realizzati anche nei medaglioni; architettura fa si che il nostro occhio sia volto verso i due filosofi e verso il cielo. Figure = Platone (Leonardo), Euclide (Bramante), Eraclito (Michelangelo). Raffaello si autorappresenta ad assistere alla disputa. Il Parnaso= poesia ed arti Colle Parnaso alla sommità del quale c'è una fonte, sopra seduto c'è Apollo che suona la Lira da braccio, accanto a lui ci sono Calliope e un'altra musa e poi 18 tra poeti ed artisti di grande importanza; tra i quali Saffo, Omero, Dante e Orazio... Finestra = il problema è facilmente elidibile, siamo su un monte quindi la composizione va verso l’alto e la finestra crea l'ascesa della montagna. Superamento della cornice di alcuni elementi naturali o dello strumento che invadono la cornice. Le tre virtù Qua la finestra si sporta da un lato e crea 3 diversi spazi; cornice creata sopra la finestra e poi crea due nicchie ai lati all’interno delle quali svolge delle scene; spazio sacrificato ma che gli permette di inserire una figurazione. In alto le tre virtù = Fortezza, Temperanza, Prudenza. E poi Giulio Il come rappresentante anche della legge, a capo di uno stato, tutore della legge. Soluzione armoniosa, luminosa e accademico secondo uno stile preciso elaborato da Raffaello. Stanza di Eliodoro 1511-14 1- La cacciata di Eliodoro dal tempio 2- La messa di Bolsena 3-. L'incontro di Attila e Leone Magno 4- Liberazione di San Pietro dal carcere Cambia l'impatto cromatico, abbiamo un'atmosfera crepuscolare, notturna perché qua inizia a studiare i problemi della luce. C'è uno zoccolo diverso, cariatidi messe diversamente rispetto alle altre, hanno il capitellino sopra la testa e che si imposta sulla cornice da cui parte l'affresco; tra una e l’altra abbiamo cornici modanate in marmo non decorato; i rilievi sono in basso tra le gambe delle cariatidi, in finto bronzo. La porta qua si imposta giusta e non crea problema all'affresco mentre la finestra rimane un grosso problema. Volta = non oblitera nulla, sfrutta la decorazione, la nervatura architettonica per esaltarla, crea costoloni decorati con decorazioni su fondo dorato e poi ritaglia 4 vele dove rappresenta le scene bibliche, senza ricorrere ad una tecnica come il mosaico. La cacciata di Eliodoro dal tempio (est) Eliodoro invitato ad impossessarsi del tempio di Gerusalemme e lo profana, il sacerdote chiede aiuto inginocchiato e l'intervento divino libera il tempio dal profanatore; a questa scena assiste Giulio Il che entra nel tempio da una quinta laterale per assistere alla cacciata. Tempio = siamo all’interno di una struttura solida, scura con una sola piccola lunetta, atmosfera oscura, bruscata, offuscata che è enfatizzata dalle volte scure che si schiariscono con la luce, dorate, volte a mosaico all'antica; questo effetto della doratura gli permette di giocare con la luce fatta dalle candele che sono sull'altare che mandano la luce al soffitto e infatti le volte sono illuminate dalla parte del candeliere. C'è un cavallo rampante sulla destra, ripreso dalla battaglia di (?), e sotto il cavallo c'è un cavaliere e Eliodoro. Incontro di Attila e Leone Magno Papa si porta alle porte di Roma per evitare che Attila entri in città e la mandi a fuoco; ma grazie all'intervento divino di Pietro e Paolo fermano l'atto di Attila. Effetto della luce = alba o tramonto, si vede il bagliore che inonda le figure dei santi e un cielo brusco e poi ci sono dei fuochi nello sfondo creati dall'avanzata dei barbari che mandavano a fuoco i territori su cui passavano. Cavallo = di Attila che sta indietreggiando ed è una traduzione dei tanti cavalli di Leonardo realizzati nei suoi disegni. La messa di Bolsena Intervento divino nella vita della chiesa; episodio accaduto realmente quando il prete di campagna mentre faceva messa si trovò l’ostia che iniziò a sanguinare; scena divisa in due e qua si trova a dover orchestrare una scena con una finestra non centrale ma eccentrica rispetto all'arco, spazio a sinistra più piccolo di quello a destra; inventa un altare alla sommità creando due corteggi di figure. Sinistra = prete che dice la messa con i credenti che alzano le mani verso l'evento miracoloso. Destra = papa Giulio Il con la corte pontificia. Siamo di notte, cielo scuro, luce data dalle candele tenute dai chierici. Liberazione di San Pietro dal carcere Qui Raffaello si complica la vita in maniera assoluta. Vediamo San Pietro in carcere che dorme e l'angelo che lo va a liberare L’uscita del santo dal carcere E poi sia all’interno che sulle scale del carcere i soldati che dormono. Epilogo = scoprire che il santo non è più nel carcere Gioco della luce intenso, all'interno del carcere abbiamo la luce divina dell'angelo, nella seconda luce artificiale del carcere più quella dell'angelo, nella terza abbiamo la luce della luna e poi gioco della luce del fuoco che si infrange sopra le armature, rendendole traslucide, trasparente metallico da grigio scuro. Stanza dell'incendio 1514 1- Incoronazione di Carlo Magno 2-. Giustificazione di Leone III 3-. Incendio di Borgo 4- Battaglia di Ostia Terza stanza, la quarta affidata agli allievi sui suoi cartoni preparatori. Dopo questa stanza ci fermiamo per poi ricollegarci alla stanza di Costantino come ultima eredità di Raffaello. Cappella Sistina scoperta per intero in questo momento, e anche Raffaello la va a vedere e questo impatta in questa stanza. Struttura complessa della stanza, più porte, più anfratti perché è finale ed ha due pareti frammentarie, piene di aperture che rendono difficile il lavoro di Raffaello; parte bassa dello zoccolo, ci sono delle erne fanno da cornice alzando le braccia alla figura centrale che è in scultura ma di bronzo dorato dato sempre dalla pittura e vuole simulare un marmo antico, gioco di specchi e rimandi giocato sull’elemento scultoreo dipinto; qua c'è un lacerto di un primo momento decorativo, con la decorazione sulla volta della stanza realizzati da Perugino, oculi molto colorati e rotondi, 1504-07, rispetta il primo cantiere delle stanze, il giovane Raffaello rispetta questo dettato. Incendio di Borgo 1847 Evento realmente accaduto a Roma nel Borgo, case di varie altezza, parte di città disuguale, vicino alla basilica di San Pietro, la spina centrale della città, demolita negli anni 30 per la costruzione del grande viale, via della Conciliazione che porta a Piazza San Pietro. Dipinto che ci mostra la basilica cristiana sullo sfondo dell'incendio, vediamo com'era la vecchia San Pietro, paragonabile a Sant'Ambrogio, con una chiesa con 3 o 5 navate, tetto a spiovente, struttura paleocristiana, sul frontone c'erano i mosaici; affresco con valenza storica importantissima. Papa Leone IV affacciato ad una finestra sullo sfondo, e con la sua benedizione fa cessare questo disastroso incendio che stava distruggendo la città; strutturata su più piani: primo piano la drammaticità dell'incendio, madre che lancia il bambino, che lanciano anfore d’acqua sul fuoco, donne che urlano... figura di giovane che si getta nudo dal muro di casa per scappare dal fuoco, figura della donna di spalle ripresa dal Polittico di Pisa di Masaccio, presente un Enea che porta fuori il padre dalla casa in fiamme ci portano in scena una rappresentazione umana diversa da quella vista fino ad adesso, una tale attenzione nella muscolatura maschile, con i muscoli sforzati ed accentuati, cerca di individuare muscoli forse nemmeno esistenti perché rimane folgorato dalle figure della Cappella Sistina, muscoli guizzanti, stirati o contorti; spalla braccio ed avambraccio trattati con un nuovo occhio, tenta di dimostrare che anche lui è capace di elaborare la muscolatura maschile umana vista in Michelangelo; si svolge in un'architettura classica, sul proscenio c'è la citazione del classico. Dettaglio = basilica sullo sfondo con le trifore, l’oculo centrale, gli ingressi al quadriportico e il papa che si affaccia dal palazzo, idea di Raffaello di un palazzo moderno, mette insieme la sua idea architettonica che parte da una tradizione fiorentina, nella parte bassa abbiamo il bugnato liscio, conci grossi che vediamo a Firenze, questa presenza è per Raffaello un idea di un suo ideale palazzo; per poi arrivare al piano nobile (1 piano, stanze dei signori, di rappresentanza...), piano che da importanza alla famiglia, con una finestra che diventa elemento importante per la pittura e per i suoi allievi, Giulio Romano quando da Roma (1524) va a Mantova, questa finestra si chiama serliana, arco a tutto sesto centrale con due colonnine ai lati e due aperture, si affaccia in questa sorta di loggia e da la sua benedizione, questa finestra si chiude con un fregio con dei triglifi che sono elementi architettonici scanalati. Architettura = importante perché fornisce informazioni ed input di rilievo per comprendere l’idea di Raffello architetto. Sotto ci dice chi era quel papa. Stanza importante e complessa perché vede l'ingresso di un elemento nuovo in questo gruppo di artisti già citato perché arriva a Roma da Venezia, Sebastiano del Piombo; è un artista che viene ricordato dalle fonti come uno dei creati di Giorgione. 1510 = arriva a Roma ed entra nell’ entourage della villa Farnesina ed iniziano ad emergere delle rivalità e Sebastiano troverà affinità intellettiva di Michelangelo diventandone amico e confidente anche a livello intellettuale e lavorativo; lui era anche rivale della bottega di Raffaello. Si inserisce nella decorazione di villa Farnesina dove realizza le lunette con i pianeti e si trova in una parete a confronto con Raffello. Raffaello dipinge nel 1511 “il trionfo della Galatea” citazione di un rilievo antico, si vede galatea, con un imbarcazione attornata da tritoni e delfini che sguazzando in questo mare cristallino, elegante e bellissima, ispirata all'antico; panno del mantello al vento di Galatea riprende l'antico e poi è un’opera con raffinatezze squisite; delfino che azzanna un polipo, redine con cui galatea trattiene le redini, volto d'avorio della figura... Sebastiano gli viene assegnato il riquadro accanto, dipinge un Polifemo; ce ne parla Vasari dicendo che aveva portato da Venezia un suo stile deforme ma a questo si aggiunge anche l’incontro con Michelangelo che entra nel linguaggio figurativo dell'artista. Lezione XIV Committenze raffaellesche e romane ossia la villa di Agostino Chigi, alla Farnesina. Villa Chigi = si trova a Roma, sulle sponde del Tevere, oggi Trastevere. Farnesina = sorgeva tra il fiume e il verde in una situazione tranquilla, idilliaca di campagna e con l'architettura di Baldassare Peruzzi, pisano, trasforma in un'architettura avvolgente che si intride all’interno della natura e crea un connubio stretto, di grande efficacia, con un portico aperto nel piano basso per banchetti e scene teatrali; si era creato un luogo in cui vivere e accogliere gli illustri ospiti, letterati ed uomini di cultura che frequentavano Chigi. Artisti presenti in questa villa è molto vario e complesso, ci sono molti pittori perché necessitava di una pittura di grande efficacia. Sala di Galatea Trionfo di Galatea che Raffaello realizza tra 1510-11. Sala con volta, disegni astronomici con lunette che vengono dipinte da Sebastiano del Piombo che fa una rappresentazione accanto al riquadro raffaellesco; Polifemo era innamorato di Galatea che però era innamorata di Aci che viene ucciso da Polifemo e lei si allontana definitivamente da lui; Galatea si allontana e Polifemo che la guarda con uno sguardo amoroso e ripensamento meditabondo del suo gesto che l'ha portata all’allontanamento. Scena di Galatea tersa nella sua pelle, avvolta in un peplo molto drappeggiato all'antica di colore scuro a rievocare gli affreschi pompeiani, guarda un amorino celeste che sta per scattare la sua freccia, intorno a lei moltissimi nudi carnali ma lei rivolge la sua attenzione a questo amore verso Aci negato. Vasari = parlerà di una dolcissima maniera per descrivere la delicatezza e freschezza della nostra Galatea. Polifemo 1512 Ci dichiara quanto sia diversa la pittura e l'approccio visivo di Sebastiano; arriva a Roma da Venezia nel 1510, esordio romano in uno dei contesti di committenza più alti ed importanti della città. Due anime della pittura di Sebastiano perché abbiamo l’anima veneziana, sfondo, natura e rappresentazione atmosferica molto diversa da Raffaello, atmosfera vera, intensa di bagliori e luci, con nuvole rosate, fruscio degli alberi, natura che si muove e si trasforma sotto i nostri occhi...allievo di Giorgione; porta con sé a Roma questa esperienza congenita alla sua formazione, attenzione alla natura all'acqua, alla luce e al modificarsi delle nuvole nei cieli terzi di Venezia, ambiente lagunare; Polifemo è il protagonista si concentra su questa figura monumentale e occupa per intero la rappresentazione, membra nude, attenzione a forme del corpo che ci rimandano al linguaggio figurativo della pittura di Michelangelo. Arriva a Roma, incontra la pittura michelangiolesca ed entra a far parte del suo linguaggio figurativo; tra i due ci sarà un rapporto professionale intenso che sarà importante anche per i suggerimenti latenti o molto espliciti che il grande Michelangelo gli fornirà attraverso disegni o le loro conversazioni. Differenza e diversità di approccio molto visibile tra Sebastiano e Raffaello, perché sono a fianco. Primo confronto tra questi due artisti; tra Michelangelo e Raffaello non ci sarà mai un vero e proprio confronto con due opere nello stesso ambiente mentre con Sebastiano si, si incontreranno e scontreranno; anni 18-20 saranno messi in competizione a 3 con Michelangelo anche. Farnesina ambienti Sebastiano e Raffaello = confronto Primo piano = abbiamo una grande sala, ufficiale, di ricevimenti che serviva per il lavoro di Agostino e aveva lati di una certa privatezza perché da qua si accedeva alla camera da letto. Sala delle prospettive Decorata ad affresco da Baldassarre Peruzzi, e dipinge le pareti anche con colonne fittizie, realizzate dalla decorazione con fregio continuo nella parte alta sotto la volta cassettonata e sopra il grande caminetto dove rappresenta la fucina di Vulcano, con un tema legato alla mitologia, marito di Venere che lo tradiva. Invenzione nei lati corti di colonne binate a due a due che aprono sull’esterno; crea queste aperture sull'esterno per enfatizzare l'idea di penetrazione dell'’architettura con l'esterno, la natura e il cielo; qua rappresenta lo spicchio di città che si sarebbe visto se l'apertura fosse stata reale, vedute di Roma con una visione molto diversa da quella attuale, documento storico di importanza straordinaria; Peruzzi gioca sulla complessità delle aperture, colonne in marmo policromo all’antica con il verde antico per i pilastri angolari nella profondità di questo muro si aprono delle nicchie con sculture all'antica; pittura che può simulare tutto. Aperture sulla Roma del tempo che ci fanno vedere degli scorci della città che altrimenti non potremmo conoscere; dietro poi si apre una Roma campagnola con declini punteggiati da alberi. Sopra nel cielo terso si notano delle scritte, dei disegnini e una data 152‘ 1527 = sacco di Roma, Lansichenecchi mettono a ferro e fuoco la città e il papa si trincea a Castel Sant'Angelo e la città si spopola, la villa Chigi viene occupata dai soldati nordici e lasciano il loro nome sul muro; qua lasciano la data, i loro nomi e alcuni ritratti, sono documento storico importante che ci testimonia un passaggio cruciale della vita Romana e pontificia. Affresco della camera da letto di Chigi Alessandro Magno e Rossane 1516-18 da Sodoma che aveva lavorato anche nelle stanze vaticane; la donna che viene aiutata a svestirsi dai puttini; sotto a questa scena dobbiamo immaginare il letto nunziale. Loggia di Psiche 1517 affreschi Portico vero e proprio, ad accentuare questo aspetto di fusione tra natura e architettura viene chiamato Raffaello a dipingere, qua vediamo un'invenzione interessante e nuova che apre la volta alla natura, vuole far trapelare che non si stia cenando in una volta dipinta ma che sia un aereo porticato che si apre sul cielo e che ci dia l'impressione di essere immersi nella natura. Questi affreschi suscitarono anche un certo scandalo e venne criticato anche da Leonardo Sellaio che disse che era ancora peggiore dell'ultima stanza del palazzo. Raffaello doveva rappresentare il consenso degli dei che si riuniscono in un banchetto nell'Olimpo per accogliere Psiche che viene ammessa nell'Olimpo, c'è una stenderia di corpi nudi perché lui se li immagina seminudi o poco vestiti, sono perfetti, rappresentano un ideale di grazia e forza maschile, incorruttibilità. Raffello include gli elementi architettonici = le volte a vela che chiudono le lunette ed aprono lo spazio ampio centrale sono tutte ricoperte da infiorescenze, come un pergolato che lascia aperte le due aperture centrali; copre queste aperture centrali con due arazzi con il banchetto degli dei e il matrimonio tra Amore e Psiche, arazzi che intervengono sul sole lasciando comunque trapelare la luce, idea teatrale al massimo, Storia dell’arte moderna Lezione le II 11 400 = la storia dell’arte moderna inizia con il concorso del 1401 anche se come tutti i fenomeni non è un cambiamento radicale di corrente artistica ma sono processi che richiedono tempo. Manierismo = parola usata da Vasari, ossia maniera moderna. | gruppi di artisti si riunivano intorno ad un'arte, come quella di Calimala che era una delle più ricche e potenti di Firenze e che ha come protettore Giovanni Battista; quest'arte indice un concorso per formelle che dovevano uniformarsi ad una porta già esistente dal 1329-30 da Andrea Pisano. Porta di San Ranieri museo dell’opera del duomo (pisa), 1181 di Bonanno pisano formelle in bronzo addossate ad una lastra di legno che gli dava spessore, perchè il bronzo molto costoso era usato solo perla decorazione superficiale. 500 = museo dell’opera di Pisa sarà vittima di un grave incendio perché vengono lasciati accesi alcuni fuochi, la porta si trovava sulla parte presbiteriale e si è salvata. Bonanno pisano = è un grandissimo artista ma non ha acquisito la conoscenza della prospettiva brunelleschiana attraverso il punto di fuga unico, ma utilizza una prospettiva empirica, la distanza è data dalla grandezza delle figure. Formelle = - storie del testamento — dettagli con cristo pantocratore — formella con novità e annuncio ai pastori — viaggio dei Magi con i progenitori Adamo ed Eva e la caccia del paradiso terrestre. Scene della natività = due scene : - natività, con vergine e lavacro dove le ancelle lavano il bambino e in un angolo Giuseppe pensieroso. - La scena della capannuccia e del presepe la vediamo all'interno di una grotta sulla quale verrà poi rappresentata l'annunciazione dei pastori con le greggi disseminate su tutto l'arco della scena. Dall'altra parte con la scritta Magis abbiamo la divisione in due scene con i Magi e i progenitori; l’incorniciatura con rosette eleganti e raffinate che avevano una funzione tecnica, servivano a coprire i punti di giuntura. Porta di Andrea Pisano 1330-1336 museo dell’opera del Duomo 28 formelle decorative realizzate da questo artista per la porta sud del Battistero a due ante (sarà talmente bravo in questo lavoro che diventerà un artista molto conosciuto ed importante per Firenze, dopo la morte di Giotto verrà nominato capo mastro del campanile di Giotto). Tema iconografico = - scene della vita di Battista, dalla formella 1 alla 20; - Scene delle virtù teologali dalla 21 alla 23 - Sceneumiltà la 24 - Scene delle virtù cardinali dalla 25 alla 28 Tutto inserito nella cornice mistilinea quadrilobata che caratterizza anche il campanile, è un elemento unificante e un marchio di fabbrica per Firenze in questi anni. Il restauro di questa porta, porta alla luce una cromia straordinaria di un bronzo marrone e non verde come appare in tutte le porte, una intensità e vivacità delle dorature. Siamo in pieno gotico = le figure non esprimono emozioni, ritmi morbidi e tondeggianti, scene estremamente decorative. Natività Vergine assisa come antica matrona romana; le ancelle la assistono dopo le fatiche del parto mentre stanno portando avanti l’avacro del bambino, scena dei vangeli apocrifi. Le ancelle in basso sono sostenute dalla mensola che funge da proscenio, escamotage che Andrea utilizza in molte delle formelle, prospettiva interna empirica, la vergine la vediamo come se fossimo nell'alto della stanza, prospettiva distorta. Battesimo di Cristo Restauro qui riporta le cromature alla luce, elemento decorativo e fantasioso, spicca moltissimo, Andrea vuole darci la sensazione dell'acqua, graffiamo delle ondine che da la sensazione dell’acqua che scorre. Montagne dove si stagliano gli alberi, fuori scala ma più piccole per darci il senso di lontananza. Trinità = colomba dello spirito santo e cristo che riceve il battesimo. Danza di Salome Banchetto di erode, scena sullo sfondo di un drappo tenuto come tenda, commensali in piedi o appena seduti su una panca, dove possiamo vedere gli oggetti tipici di una mensa, Salome che danza, e la testa che gli viene data in premio di Battista. La consegna della testa = siamo all’interno di una stanza, dove all'ingresso si trova erodiate; i rapporti geometrici sono empirici. Andrea = interessato alla creazione di figure eleganti. Battistero = Con Andrea si dota della prima opera bronzea. 1348 = scoppia la peste nera che blocca la vita della città e dell'Europa intera per molti anni facendo così scoppiare una crisi economica e la crisi dei lavori artigianali. Concorso 1401 = viene indetto un concorso internazionale, vengono nominati 3-4 giudici e vi parteciparono 7 maestri non solo fiorentini: Brunelleschi = giovane artista formatosi come orafo, anche se poi lo ricordiamo come architetto e scultore; Simone da Colle, Niccolò d'Arezzo, Jacopo della Quercia, Francesco di Valdambrino, Niccolò Lamberti, Lorenzo Ghiberti vincitore del concorso. Ghiberti ci racconta la storia del concorso nella sua autobiografia / commentarii 1452- 55 fonte molto importante. Vengono date a ciascuno 4 tavole d’ottone che rappresentassero l’immolazione di Isacco. Di queste formelle se ne sono conservate 2, quella di Ghiberti e Brunelleschi, questo ci dice che probabilmente la giuria fino all'ultimo abbia discusso sul vincitore; oggi conservate al Museo del Bargello, realizzate all’interno della cornice mistilinea quadrilobata, convivenza fra antico e moderno che coniuga un repertorio classico, citazioni di sculture antiche e ancora incalzanti ritmi gotici. FORMELLA DI BRUNELLESCHI FORMELLA DI GHIBERTI Porta della Mandorla 1391-1397 di Piero di Giovanni Tedesco Via dei Servi, omaggio alla chiesa della Santissima Annunziata, cantiere estremamente importante che giustifica la profusione di elementi decorativi in marmo e anche di molte spese. Porta grande che fu realizzata da numerose mani.7 stipiti interni ed esterni = porta strombata con colonnine tortili; formelle quadrangolari con angeli e cartigli e ancora colonnine tortili. Capo mastro, Pietro di Giovanni Tedesco che gestiva l’esercito di maestri che lavoravano all’interno del cantiere. Nudo erotico di Nanni di Banco (museo dell'opera del duomo) = scultore del primo 400, rivale di Donatello che lavora a questo cantiere e rappresenta questo nudo insolito che ripropone le figure dell'arte imperiale antica; Questa figura rappresenta un ercole, ben bilanciata nella posizione, elegante formalismo che bilancia e resa anatomica che deriva dallo studio dei prototipi antichi. evangelista; perfezione formale della scena, resa visibile maggiormente dopo il restauro; allungamento delle figure perché questa formella si trovava in alto. San Marco = figura assisa alla sua scrivania mentre scrive il vangelo accompagnato dal suo animale il leone, in alto sospeso come se fosse un angelo ; figura grave e lo capiamo dai panneggi grafici che seguono un andamento figurativo, ed è elegante, non si da importanza al corpo sottostante. Dopo il restauro il panneggio è più ridondante. 3- 1415-1416: esegue poi scene più complesse e composite con architetture più ricche; cerca di rinnovarsi, fase di sperimentazione anche se non si trova bene e poi ritornerà sul tardo gotico. Cacciata dei mercanti dal tempio = cristo che si sforza e caccia i mercanti fisicamente con la mano sinistra e alza il braccio destro per enfatizzare questo gesto; i mercanti si accalcano sulla parte destra e uno di loro cade travolto dalla folla; tutto ciò all’interno di un tempio con architettura complessa, complicata. L’entrata di cristo a Gerusalemme = alberi che separano la rappresentazione dalla città; in primo piano il cristo che incede e davanti al quale viene steso questo mantello per dargli il benvenuto; asino rivolge lo sguardo verso di noi per catturare la nostra attenzione. Questa terza fase di sperimentazione e innovazione è una fase breve che termina nel 1416. 4- Torna a formelle in cui prevale un elemento centrale e tutto ruota intorno ad esso. La flagellazione = struttura semplificata; tempio sullo sfondo con esili colonne con capitelli corinzi, al centro la figura del cristo che sta per essere flagellato e ai lati i flagellanti; richiamo incrociato delle due figure laterali che rendono questa formella elegantissima con elementi di tradizione e innovazione. Restaurata la figura del cristo emerge come perno della struttura compositiva. Cornici = brani di natura morta con difficoltà compositiva e realizzativa complessa; Ghiberti doveva osservare le foglie inframezzandole a pigne e melograno e poi soprammetterci lucertole o scarafaggi imbalsamati o morti che decorano tutta la porta e richiedono impegno e lavoro lungo e complesso. Retro della porta = le formelle sono riprodotte nei loro riquadri e all'interno di ogni formella c'è una cornice tondeggiante con elementi scanalati dove all’interno ci sono delle protomi leonine che ci guardano o si fronteggiano con la bocca spalancata; le testine che stanno agli angoli solo all'antica, immaginarie come una figura che rimanda ad una testa di un Apollo e poi una piccola vanità con il ritratto di Ghiberti con un bel turbante che poi ritroveremo anche nella porta del Paradiso. Ultimo periodo di lavoro = doratura delle parti decorative, terminata anche la cornice con il fregio vegetale continuo e terminate anche le testine agli angoli e agli incroci della porta. 19 aprile 1424 = porta posizionata sui cardini della porta nord del battistero fiorentino. 1401 = concorso con vittoria di Ghiberti 1403 = primo contratto con 11 aiutanti 1407 = secondo contratto con 25 aiutanti 1424 = fine porta. Successo di questa porta fa si che l’arte di Calimala decide di realizzare la terza porta e non fa un concorso ma segna questa terza porta a Ghiberti detta Porta del Paradiso. Porta del Paradiso = fronteggia l'ingresso del Duomo ed avrà una genesi molto lunga 1425-1452 e anche qua Ghiberti potrà giovare dell'aiuto di molti giovani artisti tra cui il figlio e altri come Luca della Robbia, Michelozzo... Il fronte e il retro della porta non combaciano, ci sarà una modifica rispetto alla porta nord; 10 formelle e non più 28, quadrangolari (fronte); il retro ci sono ancora 28 formelle. Necessità di richiedere uno spazio maggiore per la composizione; anche di questa impresa ci racconta Ghiberti nei commentari. L’arte di Calimala gli da una tela libera anche se la scelta iconografica fu fatta da un umanista della repubblica che scelse storie di Adamo ed Eva e Giuseppe ebreo. Qua mostra ancora di più il suo spirito legato al secolo precedente invece che verso le novità. Formella creazione di Adamo = nella stessa formella sono raccontati più momenti; Adamo che nasce dalla roccia; al centro la nascita di Eva che nasce dal costato di Adamo; in alto a sinistra il peccato originale ossia Eva che prende la mela e la porge ad Adamo poi alla destra la cacciata dei due dal paradiso terrestre. Linguaggio prezioso in cui la bellezza sopravanza la drammaticità del racconto e la perizia dell’orafo va oltre la ricerca di una prospettiva. Giuseppe ebreo = figlio di Giacobbe e il suo favorito, che viene venduto dai fratelli a dei mercanti ma era bravo ad interpretare i sogni e così verrà preso dal faraone e poi sarà perdonato dai suoi fratelli. Loggia circolare della formella non posizionata al centro preciso perché a lui interessava la perfezione del particolare e dei dettagli e non l'armonia spaziale che in questi anni i suoi giovani rivali stavano elaborando. Predilige il registro cortese e formale. Cornice = inserite delle nicchie con figure allegoriche con cornici tondeggianti da cui emergono le testoline all'antica, sorridenti e dove emerge la figura di Ghiberti stesso invecchiato che si immortala all’interno di questo capolavoro maturo. Qui si forma Donatello Lezione IV Donatello e l'invenzione dell'umano. 1403= contratto che consentiva a Ghiberti di avere 11 collaboratori tra cui Donatello. Donatello innovatore assoluto del linguaggio di fine 400; è uno scultore che porta innovazioni nella sua arte e fanno tra traino anche alla pittura. Donatello parte dal linguaggio tardo gotico se ne distacca e parla con il suo linguaggio che sarà quello rinascimentale. Donatello lavora sotto la direzione di L. Ghiberti e questo ci fa capire che lui si sia formato come orafo nella bottega di Bartolo di Michele e questo giustificherebbe l'ingresso di Donatello nel cantiere della porta nord. Lui = si misura anche con la lavorazione del marmo. 1406= riceve una commissione ufficiale per la realizzazione dei profeti per la porta della mandorla; queste figure si trovavano su due piedistalli attualmente esposti al museo dell’opera del duomo. Erano concepite in coppia, quasi la stessa posa e la stessa collocazione. Profeta di Donatello = profeta giovane in marmo; attribuzione fatta sulla base di un documento del 23 novembre che registra un pagamento a Donatello per il profeta in marmo. Profeta dimostra un forte legame con il gotico internazionale, attenzione nelle ampie pieghe solcate che ci sono su tutto il corpo del profeta che non seguono l'andamento fisico del corpo sottostante; sguardo assente, elegante non con espressione caratterizzata. Siamo all'inizio della carriera del giovane Donatello e quest'opera è paragonabile a molte figure della porta nord del Battistero. Profetino di Nanni di Banco= scultore più aggiornato ,moderno, sperimenta un linguaggio rinascimentale; conferisce alla figura una maggiore elasticità e solidità nell’impostazione, saldato a terra sul piedistallo e le sue gambe sono solide, reali ed equilibrate; panneggio delle gambe segue l'andamento delle gambe stesse, non è astratto (segue la gamba destra piegata leggermente); braccio destro staccato dal corpo; Nanni ha superato la tradizione tardo gotica, è un passo avanti (è uno scultore più grande, ansiano, muore nel 1421 e lascia una carriera ancora tutta da fiorire, muore precocemente). Nanni = artista apprezzato; Leon Battista Alberti lo cita come campione del rinascimento. È un artista meno noto di Donatello, non ha avuto così tanta attenzione dalla critica del 900; Vasari che modifica la storia e ci da una serie di informazioni errate su di lui ce lo presenta come allievo di Donatello (cosa non vera, lui è più maturo di Donatello, lavora da prima), figura buona ma non brillante, un po’ ritardato; tutto ciò ha inficiato la nostra conoscenza della sua arte e che lo studio delle opere di Donatello siano state privilegiate. Vasari ha influito sulla sfortuna critica di Nanni di Banco. Lettura di ciò che scrisse Vasari sull'artista. “Nanni fu un'artista che si dedicò alla scultura per una sua passione, non aveva bisogno di lavorare (questo può essere una nota positiva da parte di Vasari) e all'interno di questo suo percorso ottenne buoni risultati; fu un discepolo di Donatello e che non era brillantissimo, un po' lento nella comprensione, era umile, modesto e bravo”. Questa descrizione non giova alla costruzione di un personaggio come Nanni. Osservando le opere si può riportare la realtà dei fatti contro la realtà delle fonti di Vasari. 1408-1409= David di Donatello e Isaia di Nanni di Banco (nicchia di santa maria del fiore oggi). Isaia = Giovanetto che domina lo spazio, gambe saldate a terra, panneggio della veste segue l'andamento del corpo che scendono in verticale sulla gamba sinistra perfettamente diritta e la destra piegata; sottile e la testa spostata verso sinistra; lavorazione dei capelli a ciocche ricciolute e dimostra la conoscenza della ritrattistica imperiale e della scultura antica. David = primo David di una lunga serie, alto 1m e 91, venne spostato in palazzo vecchio (prima commissionato per santa maria del fiore) su un piedistallo con mosaici intarsiati ed oggi lo troviamo conservato al Museo Nazionale del Bargello di Firenze. Figura sinuosa, con pieghe fluttuanti, ricerca di eleganza che ancora attenua la drammaticità della scena e dello sforzo che ha dovuto fare nell’uccidere e vincere il gigante Golia; non sembra esserci una connessione tra lui e la testa del gigante ai suoi piedi e la fionda che cade sopra la testa di Golia che porta in mezzo alla fronte il sasso lanciato dalla fionda di David. Scena realistica della parte bassa in contrapposizione con l'eleganza e la leggerezza del David data anche dal suo profilo e dalla sua capigliatura fine e dettagliata. Armatura di cuoio è bellissima perché sotto il suo braccio vediamo le cuciture che Donatello riesce a scolpire; primi accenni di ricerca di realtà, ricerca all'antico e interpretazione nuova. Da qui Donatello sceglie una via nuova, abbandona la cultura tardo gotica e già dalla successiva commissione diventa uno degli scultori più importanti di firenze. San Giovanni Evangelista in marmo 1408-1409/ 1415, museo dell'opera del duomo; Donatello viene scelto per rappresentare una delle tre figure sul fianco ovest della cattedrale (un altro artista era Nanni di Banco ); necessaria una spesa ulteriore a carico dell'artista; Ghiberti la divide e la fonde separatamente, riducendo un possibile ammaloramento del bronzo. Argento intorno a gli occhi per rendere più intenso lo sguardo e l’espressione del santo. Opera = grande successo e Vasari loda questa realizzazione definendo questa scultura come realizzata “in buona maniera moderna”; nei panneggi ha ancora lo stile grafico, elegante e tardo gotico. Competizione entra nel vivo; è una competizione pubblica con giudizio da parte dei fiorentini che potevano vedere e ammirare le opere senza dover entrare in una chiesa o in un palazzo (no collezione privata). Nuovi stilemi, nuovi canoni di bellezza, nuovi modelli che saranno molto importanti per gli scultori e per i pittori (scultura arte che guida il rinnovamento) che cercano di aggiornarsi rispetto alle novità. Pittura= dipinto, affresco staccato proveniente dal Duomo di Prato, Paolo Uccello molti anni dopo (?) ; idea della figura all'interno della nicchia sia stata molto profonda nell'immaginario degli artisti; recupera l'idea di Or San Michele, si ispira alla scultura fiorentina e le riporta in pittura. Pensiero delle nicchie partito nel 300, poi decorate nel 400; ci si ispira per l’idea delle nicchie all'architettura monumentale la struttura di un dossale medievale, di un dossale fatto di nicchie all’interno della quale ci sono le figure principali (polittico di Badia conservato oggi a gli uffizi; struttura a nicchie modulari, nicchia centrale più grande; idea è la stessa ). Decorazione delle nicchie = volano di importanza per il rinnovamento anche della pittura. Difficoltà per lo scultore di confrontarsi con questo spazio; inserire la figura all'interno della nicchia, no figure troppo piccole ne troppo grandi, dovevano trovare un equilibrio ed inserirsi perfettamente all'interno di essa. Problema dello scultore di coinvolgere lo spettatore; si doveva far in modo che chi passava doveva guardare e sentirsi coinvolto e consapevole, approccio visivo, aggancio del passante. Non tutti i santi erano riconoscibili, ma si doveva far in modo che essi fossero identificabili tanto quanto l’arte che lo aveva commissionato; duplice scelta dei committenti e degli artisti stessi; si inserisce una predella con una storia con la vita del santo per rendere più veloce il riconoscimento del santo da parte dei riguardanti e poi degli elementi che caratterizzavano l’arte stessa per renderla riconoscibile. Successive opere (Or San Michele) - Nanni di Banco = opera eclatante; i 4 santi coronati 1409-1417; 4 figure in marmo che sono i santi protettori dei maestri del legname che erano proprietari e committenti di questa nicchia (4 scalpellini). Deve inserire 4 figure nella stessa nicchia e deve far capire chi sono le figure e lo fa inserendo una predella in cui si utilizza lo spazio sottostante alle figure per raccontare qualcosa ossia il mestiere delle figure (martiri che non volevano scolpire un idolo pagano). Nanni rapp. il mestiere e ci fa vedere una bottega di scultura del suo tempo. Predella A sinistra = vicino ad un forno perché sta per infornare dei modelli in terracotta. Inaltro= sta scolpendo una colonnina tortile Di spalle= un altro scultore che sta rifinendo un capitello corinzio, composito a foglie d’acanto. Figura a destra= sta scolpendo un putto appoggiato su una lastra di legname che lo tiene in alto per consentire la rifinitura delle braccia e l'eliminazione del marmo superfluo. Lavori appesi nella parete di fondo. Questo è un rilievo = figure sono spiccate dallo sfondo, hanno una profondità. Quattro della nicchia = Nanni si pone il problema della disposizione, la soluzione più economica ossia la disposizione secondo l'andamento della nicchia a semicerchio con le spalle addossate alla nicchia che favorisce elemento di dialogo tra le figure, si guardano e sembrano parlarsi. Testa del primo santo coronato = ha la bocca aperta, stava parlando, stava dicendo qualcosa, rafforza l’idea del dialogo tra le figure e una presenza fisica reale all’interno della nicchia; riferimento alla scultura classica, capelli lavorati finemente in modo sottile con riccioli che cadono sulle tempie e sulla fronte del santo e poi la barba a ciocche perfette. Sculture sono realizzate in tre blocchi di marmo; due figure a destra realizzate in un unico blocco. Nanni era un grande scultore e capace di risolvere problemi mai risolti in precedenza e di elaborare gruppi complessi citando l'antico con grande maestria. Vasari = commenta e racconta un aneddoto su i santi coronati che ci fa capire come la sua idea abbia cambiato la nostra visione dell'artista. “ evidentemente ricordando che era tardetto il buon Nanni si era messo a afre le sculture e quando andò a metterle nella nicchia ce ne entravano solo 3 questo creò scompiglio e Nanni andò a cercare aiuto da Donatello e lui decide di aiutarlo se lui in cambio gli avesse offerto una cena e fosse andato a prendere delle misure per lui a Prato. Donatello scontorna le braccia, smussa certe ampiezze e fa in modo che le statue entrino nella nicchia; una volta inserite stavano perfettamente come si vedono tutt'ora, quando Nanni torna da Prato era contento e ringrazia Donatello con una cena.” Opera pittorica = tributo della moneta di Masaccio, cappella Brancacci; gruppo delle figure intorno al cristo, gli apostoli; stesso semicerchio di figure che Masaccio vede e studia nei santi coronati di Nanni e che poi ripropone nel suo capolavoro pittorico, le figure intorno a cristo a semicerchio. 1415 = arte dei Corazzai (realizzava corazze, scudi e armi) commissiona a Donatello il San Giorgio; facilmente riconosciuto attraverso i simboli e la predella, la nicchia come uno strumento pubblicitario dell’arte stessa; Giorgio santo guerriero che libera dal drago la principessa che ritroveremo nella predella sottostante; ha una corazza ed è coperto da uno scudo. Donatello da un lato vincolato da questi elementi e punta sugli elementi scoperti per dare vitalità e forza alla figura ossia le mani e il volto, giocherà su queste due cose. L'armatura è dettagliata, prende un’armatura vera e la ripropone nel marmo letteralmente, finezza con cui incide la corazza con chiodini, tasselli uniti tra di loro...conferisce alla scultura l'intensità grazie alle mani. Mani = una poggia sul fianco, si vedono le nocche, le pieghe e la venatura data dalla strettura dell'armatura, l’altra stretta in un pugno chiuso che in antico doveva sostenere una spada in bronzo dorato che usciva dalla nicchia e si inseriva nello spazio davanti. Volto = figura con la bocca chiusa ma che ci esprime tutta l'intensità del momento che sta vivendo, si sta preparando alla battaglia contro il drago, si concentra, cerca le forze per combattere l’animale mostruoso dalle potenzialità che lui non conosce, potrebbe andare incontro alla morte, cerca di trovare la forza emotiva; giovane, bello con capigliatura arroventata come l’attorcigliarsi dei suoi pensieri, e uno sguardo espressionissimo; testa ruota lievemente per fai in modo che all'interno dell’armatura ci siano una serie di rotazioni: spalle, gambe, bacino e testa hanno tutte rotazioni diverse che creano movimento. Vasari= lo commenta e definisce perfettamente quest'opera, coglie l'aspetto del movimento. Donatello da vivacità al marmo, riesce a renderlo vivo. Innovazione predella 1417 Un altro balzo rivoluzionario Raffigurata la lotta di Giorgio contro il drago che teneva prigioniera la principessa e che San Giorgio a cavallo combatte ed uccide liberando la principessa. Approccio al racconto diverso soprattutto nella scelta del mezzo, è un rilievo ma molto basso in alcuni casi appena disegnato ed accennato (sua invenzione); invenzione dello Stiacciato dove le figure sono quasi solo incise nella lastra di marmo, approccio più pittorico, utilizza elementi e strumenti del pittore per i corpi dei personaggi e la principessa guarda la scena con una eleganza delle sue vesti; il resto lavorato a bulino, con una sola punta dello scalpello per incidere lo sfondo, l'atmosfera, la grotta e il porticato. Stiacciato = primo Donatello ad elaborare questa tecnica scultorea nuova. Crea due quinte sceniche dove inserisce il suo racconto che portano ad un punto di fuga unico (amico di Brunelleschi) e riporta le nuove teorie dell'amico in un rilievo scultoreo. Da un lato = in prospettiva la grotta rocciosa da cui usciva il drago Dall'altro lato = porticato esile con pavimentazione che si estende in profondità che fa convergere verso la parte centrale . Sullo sfondo = rappresentazione pittorica, paesaggio torcano tratteggiato con finezza di tocco in cui possiamo percepire il vento che passa tra le fronde degli alberi sullo sfondo. Questa predella è la più antica con lo stiacciato che noi conosciamo 1417. 1417-1421 = Nanni commissione dei Fabbri e Orefici la figura di Sant’ Eligio, santo che muore nel 1660 che gestiva una bottega di maniscalco. Santo vescovo, vestito con abiti vescovili; intensità nel trattamento del volto giovanile, molto raffinato soprattutto nella citazione dell’antico; figura slanciata con testa esile, assolta in un pensiero, di grande intensità. Intensità dello sguardo che fa riferimento all’epoca imperiale e Adrianea. drappeggi che ci evidenziano la gamba sinistra che modifica l'andamento delle pieghe. Retro = non è perfettamente finito, lascia il marmo grezzo anche come elemento di risparmio. Predella Diversa rispetto alla prima perché rimane colpito dalla predella di Donatello. Non è ne ad alto rilievo ne a stiacciato, cerca di fondere le due istanze; nel brano del forno della bottega e negli oggetti di lavoro raggiunge effetti di stiacciato ma senza rinnegare elemneti a rilievo degli elementi principali. Si racconta la storia di Eligio e della bottega di maniscalco, aveva un cavallo all’interno al quale dovevano cambiare gli zoccoli ma un collaboratore gli taglierà il piede, il cavallo imbizzarrito; Eligio fa un miracolo, prende il piede staccato del cavallo e con la saliva chiede a Dio di riunire le due parti e ciò avverrà. Tenaglie = ripetute nei due stemmi della nicchia e in tutte le specchiature che decorano la nicchia stessa. 1419-1423 = Arte del Cambio non erano proprio una corporazione, commissiona a Ghiberti la scultura del San Matteo; la nicchia fu venduta dai fornai ai cambiai. Scultura in bronzo superiore per qualità, bellezza e grandezza rispetto al San Giovanni e Ghiberti soddisfa le richieste dei committenti. Lezione VI San Giovanni Battista(2.55m) e San Matteo (2.72m); impresa di Ghiberti complessa perché il lavoro fu travagliato perché la prima fusione non andò a buon fine e quindi dovette procedere ad una seconda fusione. Scultura preziosa nelle rifiniture, doratura, argento intorno a gli occhi per dare intensità allo sguardo che doveva essere forte e reale; ha alcune tendenze tardo gotiche. Testa di San Matteo = testa rinascimentale, energica anche nell'espressione perché Ghiberti si ispira a qualche prototipo dell’arte antica; rinascimentale anche nelle pieghe che sono meno decorative ed astratte, volontà di seguire il corpo sottostante e dare al santo una gestualità forte ed efficace, la mano destra indica il libro su cui poi scriverà il suo vangelo; confronto testa di Seneca morente | secolo a.C al museo di Napoli con utilizzo dell'argento sugli occhi. Gara all’interno della chiesa prosegue con una nuova scultura in bronzo; San Ludovico di Tolosa in bronzo dorato 1422-1425 commissione dalla parte guelfa (loro protettore) in competizione con il San Matteo di Ghiberti. Ludovico di Tolosa = figlio di Carlo Il d'Angiò e rinunciò all'eredità del regno di Napoli a favore del fratello ed entrò nell'ordine francescano; dopo la sua morte diventò santo quasi subito. La collocazione = Santa Croce in controfacciata oggi perché opere sono organismi viventi che possono subire tanti passaggi anche importanti per la storia dell’opera stessa. Stucco policromo a Praga, Madonna con Bambino che si rifà all'originale di Donatello ma presenta la stessa struttura precisa con tanto di finestra per la prospettiva. Madonna con bambino di Ghiberti a Fiesole 1405-10 è stata cotta la terracotta poi dipinta e dorata; rimanda tutto a Ghiberti, archetti gotici nel piedistallo fanno pensare al suo stile tardo gotico che si ripresenta. Opera dell'autore ben conservata. Vediamo varie derivazioni, assegnate alla bottega di Ghiberti come un'altra madonna con bambino di stucco. Altro stucco di palazzo Davanzati dipinto e infine sempre una madonna con bambino del museo Bardini a Firenze con al di sotto due putti che sorreggono una ghirlanda e ai lati due stemmi colorati e decorati che erano funzionali perché rappresentavano la famiglia o la corporazione che lo acquistava. (piccole differenze tra l'una e l’altra rapp.). Si potevano aggiornare queste opere a seconda della necessità della committenza. Luca della Robbia = madonna con bambino 1445-50 in terracotta invetriata e dorata che viene inventata da lui che voleva dare una cromia alle sculture senza lasciare la loro superficie nuda ma voleva una policromia che nel tempo non si dilavasse così cerca di individuare una modalità di realizzazione della cromia più duratura possibile. Inventa l'invetriatura che consente di colorare le terrecotte, di renderle brillanti dopo una duplice cottura; poi si caratterizza per la bicromia delle sue sculture, alle figure viene assegnato il bianco candido con elementi decorati in oro come i bordi delle vesti, capelli e aureole, mentre lo sfondo lasciato a questo azzurro intenso. Avrà successo per la sua durevolezza (opere potevano essere esposte all'esterno perché conferiva un impermeabilità fortissima) e la delicatezza e graziosità delle figure date dai colori. Conservata = detroit insistute of arts. Vasari = “arte nuova, utile e bellissima” Ce ne sono anche di queste moltissime versioni realizzate tutte con la tecnica del calco, una si trova anche al Bargello; Luca gioca sull'efficacia e la grazia e la bellezza. Pittura contemporanea Filippo Lippi a Palazzo Medici Riccardi 1460 = madonna con bambino che riprende la scultura di questo tempo. Madonna dentro la nicchia e il bambino posa sulla mensola avvolgendo e abbracciando il corpo della madre. Osmosi tra scultura e pittura che si registra molto forte a Firenze nel 400 e le innovazioni vengono subito recepite dai pittori che si ispiravano agli scultori. Architettura e pittura: riflessi tra le arti Brunelleschi porta avanti anche i suoi interessi architettonici dove viaggerà a Roma per studiare gli edifici classici e poi progetterà a Firenze. Dettaglio= dipinto della resurrezione di Tabita e la guarigione dello storpio di Masolino 1424-25 nella cappella Brancacci; case torri sullo sfondo con le lenzuola alle finestre, gli uccellini e un dettaglio significativo, dipinto che ci presenta una scena di vita fiorentina; queste architetture mostrano nella parte sinistra una diversità perché vediamo un porticato aperto sulla piazza con esili colonnine, questo inserimento per creare delle quinte prospettiche ci fa capire che Masolino è stupito da qualcosa che si sta creando a Firenze in questo periodo. Si rifà ad un'architettura reale che i fiorentini avevano visto con i loro occhi, era un'architettura dove si poteva passeggiare che dialoga con lo spazio esterno (innovazione). Ci si riferisce a piazza Santissima Annunziata dove troviamo il porticato aperto dell'ospedale degli Innocenti creata da Brunelleschi. 1419 = arte della seta commissiona a Brunelleschi un intervento di ingradimento e rimodernamento dell'ospedale degli innocenti, una sorte di orfanotrofio, il primo in Europa; questa innovazione del porticato viene subito recepita e citata nei dipinti ad esempio; Orfanotrofio dove i bambini venivano accuditi, istruiti, fino alla maggiore età, venivano portati dalle famiglie che non potevano mantenerli nella così detta “ruota” e senza essere vita la madre o la famiglia, la ruota girava e il bambino entrava nell'orfanotrofio e veniva ritirato ed accudito. Brunelleschi è l'architetto del cortile centrale e della facciata; cerca di pensare ad una struttura nuova, diversa con un affaccio a porticato che fa da tramite tra la struttura interna del loggiato dell’interno del cortile e l'esterno dell’edificio sulla piazza e sulla città. Ripresa dell’architettura classica che cerca di creare una cesura sulla tradizione medievale; in questo linguaggio l'architettura si apre alla città e diventa un linguaggio universale. Utilizza e sceglie l'ordine corinzio che è il più snello ed elegante e attraverso questo ordine struttura e determina le proporzioni dell'intero edificio. Facciata = elegante, perfetta, giocata sulla bicromia; loggiato = modulare, le logge singole possono essere ripetute all'infinito perché hanno sempre le stesse identiche misure e derivano dalla conoscenza dell’architettura classica. L'altezza di una colonna è pari a 18 volte il suo diametro, rapporto tra altezza delle colonne e loro distanza e di 2 a 3; rettangolo con dentro un cerchio che forma gli archi; architettura razionale e riduce al minimo i materiali non più marmi policromi ma soltanto due elementi contraddistinguenti e anche due colori, grigio per la pietra serena e bianco dell’intonaco per tutta la superficie muraria restante. Tondi tra un arco e l’altro dovevano essere lasciati vuoi con intonaco bianco, l'inserzione dei puttini bianchi che rappresentavano i bambini dell'ospedale in bianco su fondo azzurro vengono inseriti nel 1487 quando ormai Brunelleschi era morto ed erano realizzati da Luca della Robbia. | putti all'estremità di destra e sinistra dell'ospedale non sono robbiani perché le due estremità furono aggiunte nell’800 con la stessa idea brunelleschiana si sono ripetuti anche i tombi realizzati dalla fabbrica di porcellane che ripeteva la tecnica robbiana. (Porte dorate per il museo dell'ospedale con apertura bislacca, per disarticolare l'armonia ed è un contrasto con il moderno molto forte e distaccato dall'antico.) Architettura che spiazza per la sua innovazione e volontà di creare un dialogo con la città e la piazza sottostante; porticato percorribile, passeggiabile, far entrare le persone vive all’interno della sua architettura. Questa modalità di architettura viene recepita da tutti i suoi coetanei che la riutilizzano; 1423 Gentile da Fabriano, dipinto della rappresentazione di Gesù al tempio e si trova a Louvre; parte destra del dipinto dove ci sono due mendicanti con alle spalle un porticato corinzio con colonne sottili, che è un porticato percorribile che richiama quello di Brunelleschi (anche lui artista tradizionale che recuperà però questa novità rivoluzionaria). Porta del paradiso di Ghiberti 1425-52 = distanzia dalle precedenti porte per la scelta di quadri più grandi ma in minor numero per mettere in scena gruppi di figure e sfondi più articolati e complessi. Incontro tra salomone e la regina di Saba = si svolge al centro con moltissime figure con una serie di architettura dello sfondo ma al centro si svolge la scena sotto un arco acuto; sfondo di un duplice porticato aereo aperto che richiama quello di Brunelleschi. Filippo Lippi = annunciazione 1440 della cappella Martelli in San Lorenzo anche qui abbiamo un porticato con citazione diretta dell'architettura di Brunelleschi; prima pala quadrangolare che si trova su un altare fiorentino e rispetta i canoni di Brunelleschi; elemento che ormai la costruzione dello spazio è di uno spazio misurabile, con una prospettiva aerea perfetta che qui viene acquisita perfettamente (invenzione della prospettiva lineare centrica). Prospettiva lineare centrica= consente di rappresentazione razionalmente le figure e gli oggetti all’interno dello spazio per ottenere una tridimensione in una superficie bidimensionale. Costruzione, metodo matematico scientifica con dei dettami e regole fisse; individuare nella rappresentazione un punto di fuga unico dove tutte le linee del dipinto convergono e dove cadrà poi l'occhio dell'osservatore. Scatole prospettiche. Questo metodo applicato alla scultura e alla pittura è fantastico e assurdo per l'epoca, sconcertante, Brunelleschi dovette spiegare questa innovazione ai suoi coetanei e lo fece tramite un esperimento scientifico che si svolge in piazza duomo; realizza una tavoletta in prospettiva il battistero e i tre lati che riusciva a vedere dal centro del duomo, il cielo coperto con foglia d'argento, poi attraverso il quale la riflessione sullo specchio della tavoletta e attraverso un foro si potesse vedere la tavoletta e il battistero reale per far capire che la rappresentazione è identica a ciò che vedevano veramente. Brunelleschi = inventa la prospettiva, la fa diventare una regola e la vuole tramitare ai cittadini. Prospettiva ancora non conosciuta= Coretti della cappella degli Scrovegni rappresentati da Giotto come spazi quadrangolari con bifora con volta a crociera al centro della quale è sospeso una sorta di lampadario ma non ha la prospettiva e la visione bidimensionale. Brunelleschi = cupola del duomo di Firenze Fino 1460 la facciata del duomo non esisteva, ne era stata fatta solo una piccola parte, era una facciata a nudo, viene realizzata poi nell'800. Fine 300 = volontà di portare a compimento la copertura del duomo che era ancora scoperto nella parte absidale su cui insisteva l’altare. | consoli dell’arte della lana decidono di procedere alla costruzione della cupola e chiamano un concorso internazionale; si chiede agli architetti di presentare dei progetti e Brunelleschi fa intendere ai consoli di sapere come fare per realizzarla (cupola più grande del mondo occidentale) e poi se ne va a Roma e lascia gli operai e i fiorentini nella più totale incertezza. | consoli si rivolgono anche ad altri architetti tedeschi e francesi e si apre un altro concorso con molte idee per la realizzazione ma nessuno risultò convincente. Brunelleschi torna da Roma e presenta un progetto della cupola con una doppia calotta unite da costole bianche angolari da erigersi senza armature ma con un ponteggio sospeso ed impalcature autoportanti; i consoli lo presero per pazzo e portato di peso fuori dall’udienza e viene additato da tutti come un pazzo. Commento di Vasari Lezione VII Brunelleschi che aveva proposto una cupola a doppia calotta senza un'impalcatura sorretta dal basso ma autosospesa e venne preso per pazzo; inizialmente i consoli non assecondarono il suo progetto. Alla fine scelsero di affidare il lavoro a Brunelleschi con due punti di riserva: quando arrivava a 14 braccia si sarebbe dovuto fermare per vedere se funzionava e poi Ghiberti doveva supervisionare il lavoro di Brunelleschi (riceveva 100 fiorini); avvio del maggio 1520. Impalcatura = sospesa che si innalzava gradualmente come le calotte; insisteva su una piattaforma di legno posta sopra il tamburo. Spazio interno alla cattedrale, zona presbiteriale dove c'era l'altare era interamente occupata dal cantiere infatti c'era una grande macchina che si chiamava “colla” per sollevare marmi e mattoni; azionata da un paio di buoi che facevano srotolare corde e permettevano l'innalzamento dei materiali, venne usata una delle funi più lunghe e resistenti mai usate prima. Importante era far procedere tutto all’unisono e l'architetto organizza squadre che insieme ai manovali e muratori e maestri del legname e scalpellini. Quando il cantiere raggiunge le sezioni più alte c'erano dei problemi di tempo per gli operai che dovevano fare pausa pranzo quindi Brunelleschi fa in modo che sull’impalcatura sia pronto anche un sistema di cucine e vendita del vino per non scendere durante le pause, soffermarsi in alto e scendere a fine della giornata lavorativa; molte spese mediche per gli infortuni e si inventò un sistema di rimborso delle spese mediche e salario anche nelle giornate di assenza per danni fisici ma a volte qualcuno cadde e morì dal ponteggio. Questo sistema di previdenza sociale fece in modo di accollarsi le spese del funerale versando alla famiglia un rimborso in denaro. aveva già una si ritrova a decidere che farne, si cerca di non eliminarla; prende piede anni 30 del 400 la riquadratura dei polittici che non vengono buttati via ma si ammodernano cercando di renderle a forma voluta da Brunelleschi con l'apposizione di una cornice. Domenico Ghirlandaio = 1484 “adorazione dei pastori”, cornice con due pilastrini che sorreggono una trabeazione con le iscrizioni; cornice architettonica costituisce il limite della rappresentazione e si trova in Santa Trinita. Business = riquadratura dei politici, nascita di queste botteghe; tra cui quella di Ghirlandaio pittore famoso e ricercato ma anche una bottega dove i polittici vengono portati a riquadrare. Polittico di Giovanni del Biondo che mantiene la sua struttura così evasiva e complessa non era accettabile da Brunelleschi. Taddeo Gaddi = “madonna con bambino santi e profeti” tutto inserito in una cornice quadrangolare con pilastrini laterali, capitello corinzio e trabeazione con teste di cherubino...linguaggio trecentesco si armonizza con l'inserimento della parte decorativa di Cosimo Rosselli all’interno di questa riquadratura così che questo polittico possa rientrare all’interno della chiesa di San Martino a Mensola. Lorenzo Monaco = 1425 “adorazione dei Magi “ Firenze, Uffizi, archi senza colonnine che dividono la scena nella parte inferiore mentre nella parte superiore è una parte più tardo gotica; anche questo riquadrato e Cosimo Rosselli aggiunge al centro pone l'annunciazione (angelo e vergine), nei due spazi laterali più piccoli pone due profeti agili e scattanti con i loro cartigli; utilizzando il fondo oro che è un linguaggio un po' attardato perché ormai era in parte superato. Beato Angelico “madonna con bambino e santi”, museo di San Marco, Firenze riquadrata nel 1501, 80 anni dopo la sua realizzazione; qui la struttura del polittico viene negata, si ha una trasformazione radicale, accosta gli sportelli e ne fa una tavola unica creata da Lorenzo di Credi allievo di Leonardo che lavora a fine 400; unisce tutte le figure in una pala e annulla in fondo oro creando una veduta paesaggistica; lo smembra per creare una nuova opera d’arte. Polittico Baroncelli = in Santa Croce dipinto da Giotto nel 1328 e poi riquadrato da Domenico Ghirlandaio; mantiene la struttura, non può offendere la grande pittura giottesca e lo spartimento dato, mantiene i 5 comparti con quello al centro più grande dell’incorporazione della vergine; taglia le cuspidi e a quello centrale taglia proprio la guglia, riempie i triangolini tra una guglia e l’altra con teste di cherubino di rosso scarlatto. Sociale = ciò implicava ricadute a catena dai committenti e artisti che ebbero lavoro per assecondare le richieste dei committenti che volevano le riquadrature dei loro polittici. Masaccio Figura per noi fondamentale; di Masaccio noi abbiamo poche informazioni, a parlarci di lui sono le sue opere e le fonti; nasce a San Giovanni Valdarno nel 1401 che si chiamava Tommaso di San Giovanni, figlio di un notaio e questo ci dice che nasce da una famiglia agiata, aveva un fratello Giovanni di San Giovanni che nasce nel 1406 e che era note come Scheggia e anche lui fa il pittore e si specializza sui vassoi con vita quotidiana donate alle neo mamme. Masaccio si specializzò in cassoni decorati per i matrimoni. Si presuppone che abbia avuto i primi rudimenti nella sua città per poi trasferirsi nel 1422 a Firenze circa. Masaccio = prende questo nome e il perché ce lo spiega Vasari “lo chiamavano Masaccio per la tanta trascurataggine, persona meditativa, dedita alla sua arte al suo mestiere allo studio e la sperimentazione, non si curava di se nell'aspetto esteriore” lo faceva sembrare strano da cui viene poi il nome ma allo stesso tempo ci dice cose belle e importanti riconosciute a questo pittore e alle sue opere e scrive anche su questo un commento, un elogio definendolo il più moderno fin ora visto e gli riconosce molta importanza nella storia della pittura perché dopo Giotto c'è solo Masaccio che è riuscito a rinnovare la pittura tanto che nessuno più di lui avrebbe potuto fare. Trittico di San Giovenale 1422 conservata al museo Masaccio a Reggello; dipinto nello stesso anno in cui Masaccio si iscrive all'arte dei Medici e Speziali, opera capitale per la ricostruzione della storia della pittura; scoperto individuato e attribuito a lui nel 1961 da uno storico dell’arte Luciano Berti; ha la forma di un polittico, tre scompartimenti, il trono della vergine è costruita secondo un punto di fuga unico, tutte le direttrici convergono verso un unico punto di fuga; Masaccio conosceva le regole della prospettiva; le traverse su cui insistono i santi convergono tutte nello stesso punto e sono di matrice prospettica. Prima opera pittorica in cui viene applicata la prospettiva brunelleschiana. Tutto lo spazio è unificato dal punto di fuga unico. Al centro = madonna con il bambino Due angeli che ci danno le spalle A sinistra = Bartolomeo e Biagio E a destra = Giovinale e Antonio Abate Naturalezza maggiore del bambino, conferisce vivacità e naturalezza come un bambino reale, infatti questo fa un gesto molto tipico, si mette un dito in bocca; le sue figure sono sempre più naturali e veritiere. madre = tiene i bambini nudi del bambino con una delicatezza e naturalezza che l’autore vede e prende da uno straccio di vita quotidiana. Carni = vere, rosa e più intense dove il rossore si fa vedere; bambino con guance rosse e la vergine con brani di delicatissimo rosa che le danno una visione più reale. Angelo = inginocchiato con capigliatura a ciocche che richiama alla scultura classica; vediamo una parte della sua guancia senza altri elementi del volto, scelta costruttiva intelligente. Fondo = oro che poi da qui in avanti scomparirà. 1422 Masaccio = piatto da parto “celebrazione di una nascita” costruzione perfetta prospettica, ha acquisito gli elementi elaborati da Brunelleschi. Retro = c'è un puttino che gioca con un animale fantastico servito ad attribuirlo a Masaccio; il volto del bambino si assomiglia al Gesu del trittico di San Giovinale. Incontra Masolino da Panicale e inizia una collaborazione Sant'Anna 1424-25 per la chiesa di Sant'Ambrogio, poi passò all'accademia e attualmente a gli Uffizi. Opera = storia critica abbastanza recente. 1550 -1568 due edizioni delle “vite”; ci sono molte differenze per anche sue esperienze di vite. 1568 = assegna quest'opera interamente alla mano di Masaccio. Roberto Longhi = scrive che è anche opera di Masolino e che Masaccio interviene in brani circoscritti. Masaccio = lavora sulla madonna e il bambino al centro e anche l'angelo con una veste cangiante verde e rossa con una capigliatura molto diversa dall'altro angioletto con volto ancora d'avorio delicato e raffinatissimo mentre quello di Masaccio guarda al bambino e alla madonna. Madonna con il bambino = personaggio vivo, sguardo grave e incarnato reale, bambino piccolo ercole, moderno, forte vivace con affetto tra i due, la madre gli avvolge la gamba e il bambino tocca il petto della madre; ha le guance rosse, sguardo vivido. Masaccio polittico di Pisa poi diviso nel 600 e i vari pezzi si trovano in diversi musei quindi abbiamo una ricostruzione possibile con i resti rimasti. 1406 = Pisa cade sotto Firenze e gli artisti fiorentini lavoreranno anche per committenti pisani. 1426 = anno importante per Pisa perché si trovano in città i tre grandi protagonisti del rinascimento fiorentino, Masaccio, Donatello insieme a Michelozzo nella redazione del monumento del cardinale Brancaccio poi spedito e montato a Napoli; monumento interessante con il cisan, defunto sopra il cataletto, sarcofago, la vergine con il bambino e gli angeli che ci mostrano il defunto; altro dettaglio sulla fronte del sarcofago “assunzione della vergine “ portata in gloria dagli angeli in stiacciato. E anche Brunelleschi che progetta la fortificazione di Masaccio 1426 = viene a firmare il contratto per il polittico di Pisa. Polittico = descritto da Vasari e grazie a lui possiamo capire come era fatto “ era in una cappella del tramezzo; nella pala centrale c'è la madonna con il bambino e due angeli uno di loro si mette ad ascoltare la musica e poi intorno anche da un lato San Pietro, San Giovanni dall'altro San Niccolò e San Giuliano (le loro storie compariranno nella predella) sotto la madonna i tre magi che guardano a Cristo; tutto quanto completato da santi intorno ad un crocifisso sulla parte alta. Primo brano = madonna con bambino in trono, trono forte architettonico, costruito attraverso un punto di fuga unico; studia la scultura antica e a Pisa trova pane per i suoi denti perché ci sono molti testi classici dove i sarcofagi erano disseminati; decora con strigilatura, ripropone un brano antico nel basamento della sua madonna con bambino; volontà di creare un collegamento con chi guarda ed è l'angelo a destra della vergine che attrae chi lo guarda e poi gli angeli musicanti e il bambino che è di nuovo vivo, vivace intenso, che mangia l'uva portandosi le dita in bocca. Volontà di coinvolgere l'osservatore anche attraverso i sensi : vista, l'udito e il gusto. Bambino = aureola in scorcio. Gentile da Fabriano 1423 pittore tardo gotico “madonna dell’umiltà” madonna con bambino su uno sfondo bidimensionale e appiattito anche sul nero del mantello della vergine. Lezione IX Polittico di Masaccio, che in poco tempo è riuscito ad avere numerosa fama e committenza fiorentina anche con la collaborazione con Masolino e l’inizio del loro lavoro all’interno della cappella Brancacci nella chiesa del Carmine. Polittico di Pisa che realizzerà da solo commissionato per la cappella del tramezzo nella chiesa del Carmine, chiesa cittadina; polittico non più integro perché venduto a pezzi nel 600 e così è sparso in varie parti del mondo. Pala centrale della Madonna con il bambino; ci attira all'interno del quadro con tutti i nostri sensi udito, gusto e visivo. Bambino = cessa di essere un manichino iconico che rappresenta un cristo già uomo e diventa un bambino anche attraverso i gesti, si porta le dita alla bocca come un gesto di bambini piccoli che con l’arrivo dei dentini si mordono le dita. Aureola dorata = del bambino a differenza di quella dell'angelo accanto, è un’aureola vista di traverso, Masaccio dimostra di aver appreso la prospettiva di Brunelleschi che pochi anni prima aveva elaborato. Aureola dell’angelo = non è vista in prospettiva, angelo di profilo e quindi sarebbe stato troppo difficile da realizzare quindi è una rappresentazione del cerchio bidimensionale. Sopra la pala centrale più grande c’era la crocifissione che oggi si ammira come prima opera di museo di capo di monte a Napoli; realizzata su fondo oro e con grande impatto visivo, non rinuncia alla rappresentazione forte dei sentimenti di questi personaggi. Ai piedi c'è la vergine di profilo, alla destra san Giovanni evangelista e poi c'è la Maddalena inginocchiata di cui noi vediamo le mano alzate al cielo, ricoperta da un manto rosso e poi vediamo i suoi capelli sciolti, biondi che si spargono sul rosso intenso del manto; questa espressione di dolore ci da l'intensità di questa figura e di questa invenzione di Masaccio. Testa del cristo incassata nella cassa toracica; ammirare quest'opera ad altezza d'occhio è un errore, era realizzata per una cimasa del polittico quindi ad un'altezza di 3m, questo comporta che Masaccio abbia dovuto fare dei correttivi, il collo visto dal basso va a sparire e quindi per questo che lo elimina nella sua opera che vista dal basso non è sbagliata ma giusta; annulla il collo e appiattisce la testa, no errore ma corretta interpretazione prospettica e spaziale del corpo di Cristo. Parti rimanenti = raffigurano i santi nella parte alta ai lati della crocifissione; a Pisa è rimasto solo il San Paolo. (Sant’ Andrea a Los Angeles) Figure ci mostrano come le figure di Masaccio fossero fortemente plastiche e inserite nello spazio; insiste anche nell’intensità dell'espressione e ci pone davanti a dei potenziali ritratti di personaggi a lui noti che stavano nella sua bottega o nel mondo della Firenze degli anni 20 del 400; sguardo dolente rivolto verso l'alto perché rivolto nella direzione della crocifissione. Masolino e Masaccio = “tributo della moneta” che è raccontato nel brano del vangelo di Matteo. Lezione X Masaccio = sperimenta e ricerca l'innovazione che ritroviamo anche nei successivi riquadri. “tributo della moneta” Cristo indica ed invita Pietro a recarsi al lago e pescare il pesce dalla sua bocca sarebbe uscita la moneta per pagare il tributo per entrare a Cafarnao. Masaccio racconta questa storia nello stesso riquadro, antefatto culmine e fine della storia. Al centro = Gesù che indica a Pietro di recarsi al fiume e lui quasi per inersia ripete lo stesso gesto ed indica il fiume. Apostoli = a semicerchio intorno a Cristo; sinistra = Pietro si inginocchia per trovare il pesce, aprirne la bocca e ricavare la moneta. Destra = pagamento del tributo; Pietro con veste blu e manto giallo, paga il tributo al gabelliere, risultato del miracolo. Masaccio le veste sempre allo stesso modo così che noi le possiamo riconoscere. Ambiente = naturale, dove la città è accennata dalle mura e l'architettura prospettica che poi lascia il campo alla natura, montagne, acqua, alberi brulli che costituiscono una natura molto scarna così che noi ci concentriamo di più sull'azione e l’espressione delle figure. Mano del gabelliere in prospettiva, di scorcio che si intreccia con quella di Pietro; rappresentate persone più vecchie, più giovani, dove ci sono molti dettagli e numerosa attenzione ai volti. Qua vediamo come Masaccio riesce a mischiare e amalgamare tutte queste ricerche innovative, prospettiva, fisionomiche, narratività ed espressività... Ci racconta una storia che si svolge nel tempo, che ha più momenti e si svolge all'interno della stessa rappresentazione. Masolino “la predica di San Pietro”, 1424-1425 Parete di fondo a sinistra della finestra nel secondo ordine. Siamo in una predica che il santo fa all'aperto, i fedeli intorno a lui, il santo in piedi che indica dio padre verso il cielo. Brano = ci sono gli stessi elementi, natura, narratività ma Masolino non riesce a dare una profondità; montagne si accostano alle figure e le figure si accalcano sulla montagna, tutto ha bidimensionalità, non c'è profondità dello spazio; santo poggia in maniera fluttuante i piedi per terra. Masolino non perde i legami con la sua modalità tardo-gotica tipica; non ha una forza espressiva, è una maschera. Mantengono un filo rosso all’interno della cappella; San Pietro indossa una veste blu con manto giallo proprio come nella rappresentazione di Masaccio così da poterlo riconoscere bene e in maniera immediata. Parete opposta “battesimo dei neofiti”, 1425-1426, masaccio Masolino e Masaccio inseriscono figure di ... che non partecipano ma assistono alla scena; Queste figure non sono rappresentate con la prospettiva inversa, ma mantengono la stessa altezza e lo stesso farà Masolino; sono committenti. San Pietro ha un profilo perduto, ci da quasi le spalle, che battezza i neofiti; che si spogliano e che andranno a farsi battezzare, uno di loro trema perché fa freddo, sono in mezzo alle montagne e deve entrare nell’acqua; un altro è rappresentato in ginocchio nell'atto... Viene rappresentato anche il freddo che si prova denudandosi ed è straordinario e innovativo. Figure = dalla fisicità sconvolgente per questo tempo. Scena che stravolge il realismo sia nella resa della reazione del corpo al freddo sia nella resa anatomica, corpi atletici che Masaccio può aver visto nella statuaria classica e che può aver studiato sui modelli. Neofita inginocchiato = acqua copra parte dei suoi polpacci e piedi, siamo in un fiume in cui il santo prende l’acqua e la getta sul neofita; capelli bagnati e le ciocche dei capelli cadono proprio come nella realtà quando vengono bagnati dall'acqua. Masaccio “distribuzione dei beni e la morte di Anania “ Parete di fondo a destra dell’altare. Ambiente cittadino, palazzi di diversa copertura, abbastanza simili a quelli fiorentini; in prospettiva creano una quinta scenica e permette all'artista di mettere le figure in uno spazio degradante, più vicine nel proscenio e più lontane e piccole via via che ci si allontana. Donna = tiene un bambino a cui si vede il sederino scoperto che si modifica con l'entrata a contatto del braccio della madre. San Pietro = vestito con gli stessi colori, con due apostoli vicini, uno ci guarda e l’altro lo vediamo di profilo. Masaccio riprende questi due apostoli dai 4 santi coronati della chiesa di Or San Michele dalla quale riprende la posizione per le sue figure (a semicerchio). “san Pietro risana con la sua ombra”, Masaccio, 1425-1427, Cappella Brancacci Parete di fondo alla sinistra dell’altare Pietro vestito sempre allo stesso modo, accompagnato da pochi apostoli e si svolge di nuovo in uno spazio urbano; ha delle strutture fiorentine sospese con gli archetti e poi sullo sfondo un’ architettura sacra con portico, frontone, campanile che può richiamare ad un'architettura classica; ripresa della vita quotidiana del tempo. Masaccio inserisce gli storpi nelle sue opere e anche qua ci sono ; li rappresenta con estrema attenzione e anche all'ombra che viene sottolineata perché è lei che risana. Esperienza all’interno di questa cappella per Masaccio è importantissima e fondamentale. Questo pone per noi un problema perché la cappella alla morte di Masaccio non è ancora finita, i lavori saranno per un periodo bloccati, la famiglia cacciata e quando torneranno in città sarà passato molto tempo. Ripresa dei lavori con l'artista Filippino Lippi; figlio di Filippo Lippi che si innamora a Prato di una Suora e il loro amore da alla luce al figlio; Filippino è stato un seguace di Masaccio . 1480 = inizia a lavorare nella cappella Filippino e rappresenta “la resurrezione di Teofilo e San Pietro in cattedra” che si trova nel primo ordine. Rappresenta due eventi della vita di San Pietro, avvenuti ad Antiochia; la resurrezione del figlio e il San Pietro in cattedra, due eventi che avvengono nelle due metà e derivano alla legenda aurea che diceva che Pietro venne arrestato ad Antochia, Paolo andò a trovarlo e supplicò di liberarlo, lo liberavano se lui dimostrava i suoi poteri, quindi che fosse resuscitato il figlio morto da 14 anni; viene portato alla sua tomba e viene resuscitato. In seguito a questo evento tutti si convertono al cristianesimo e viene eretta la prima chiesa e viene messo in cattedra dove prega e si rivolge a gli apostoli e gli abitanti di Antochia. Parla un linguaggio diverso. Qui = si vede bene il ritratto di Masaccio stesso, tra gli astanti che assistono alla presenza di San Pietro. “Disputa con Simon Mago e la crocifissione di San Pietro”, Filippino Lippi, 1480 circa Si svolge fuori dalle mura di Roma, è un luogo vero, corretto. Destra = disputa tra Simon e i santi Pietro e Paolo, davanti a Nerone; l’imperatore con questo grave gesto di condanna si rende conto del magheggio di Simon e infatti la caduta dell’idolo romano fa capire la bontà di Paolo. Sinistra = crocifissione, corpo inchiodato che viene tirato su con la croce a testa in giù. Filippino imita Masaccio nella fisionomia o nei dettagli delle figure secondarie e in altre denota la sua formazione, pittura botticelliana, parla il linguaggio della fine del 400. Pittura di Filippino port al completamento della cappella Brancacci. Nessun artista dopo questa esperienza avrebbe potuto eludere la conoscenza delle opere di Masaccio e della scultura Donatelliana. Dopo Masaccio = inizio anni 30 si apre un capitolo nuovo per la pittura che rivaleggia di pari grado insieme alla scultura, non è più arretrata grazie a Masaccio. Pittura = periodo che potremmo definire all’interno di un'etichetta per inquadrare un fenomeno individuato da uno storico dell’arte del secolo scorso Luciano Bellosi, organizzò nel 1987-88 una mostra a Firenze intitolata “pittura di luce” con questo nome inquadriamo la pittura post masaccesca. Si dava per scontata la conoscenza della prospettiva, realizzare volti efficaci, reali...davano per assodate queste conoscenze si passa a studiare le fonti di luce che potevano illuminare la scena pittorica creando diversi spunti di sperimentazione e interpretazione. Metà anni 30 = artisti giocano a studiare le fonti di luce. Filippo Lippi viene escluso anche se secondo noi rientra in questa schiera di artisti di pittura di luce. Pittura di luce negli anni 30 che fa propria l’esperienza di Masaccio e anche una serie di istituzionalizzazioni come il “de pittura “. Alberti nel de pittura parla anche della luce. Pittura fiamminga = conosciuta dai fiorentini, vengono importate a Firenze per vari motivi e iniziano ad arrivare in Toscana queste opere diverse per natura rispetto alla pittura italiana di questi anni e portano l’attenzione e lo studio della luce e delle sue problematiche. Pittori = Domenico Veneziano, Paolo Uccello, Piero della Francesca, Beato Angelico. Filippo Lippi fa parte di questo gruppo. Beato Angelico lavora nel convento di San Marco e qui c'è proprio il suo museo; “tabernacolo dei Linaioli” 1433-35, tempera su tavola. Viene commissionato dall'arte dei Linaioli; tabernacolo ha una struttura architettonica importante perché viene realizzata da Lorenzo Ghiberti; molto monumentale che si rispecchia anche nelle figure. Tabernacolo = ha delle ante che si aprono Al centro = madonna con bambino contornata da 12 angeli musicanti che fanno da cornice alla figura centrale, seduta in trono, sullo sfondo un cortinaggio di fondo oro; nelle due ante aperte = San Giovanni Battista ed Evangelista; figure solide, bel piantate, su una pavimentazione rupestre, rocciosa che li fa stare in piedi saldamente, su sfondo oro. Ante chiuse = San Marco con il leone e San Pietro con la chiave, sfondo scuro e anche loro ben saldati a terra. Angioletti su fondo oro, allungati, si adattano alla cornice e alla struttura di essa seguendone l'andamento. Connessione tra vecchio e nuovo, perduranza di una tradizione tardo gotiche che aveva a sua volta appreso dai suii maestri. 1338 = altare di San Marco, museo di San Marco, donata da Cosimo dei Medici e porta con sé i due santi protettori della famiglia medici, inginocchiati ai piedi della madonna... Punto di fuga all'altezza del collo della vergine in cui convergono le linee; perfetta conoscenza della prospettiva brunelleschiana. Da qui si inizia a vedere la luce, siamo in un'atmosfera notturna; le fonti di luce sono due, quella naturale e un'altra che illumina la vergine e tutti i santi a schiera ai suoi lati. Lezione XI Beato Angelico = problemi della pittura di luce. Dopo la morte di Masaccio gli artisti iniziano ad immettersi sul mercato dell’arte e anno degli strumenti diversi rispetto ai predecessori, possono affrontare la loro radice d’arte nella pittura di Masaccio e le pitture della cappella Brancacci; 1527 = sacco di Roma, data importante per la storia dell’arte moderna. 1520 = data di morte di Raffaello; dopo la sua morte inizia un fenomeno importante. Ancora nel pieno 500 Masaccio è il punto di partenza. Trittico = rappresenta un'adorazione dei pastori a cui partecipano i santi Tommaso e Antonio Abate nella formella nella sinistra mentre santa margherita e maddalena a destra; figure inginocchiate sono i committenti con la famiglia in una dimensione più piccola, prospettiva inversa. Portinari = banchiere a capo del banco mediceo a Bruges. Arriva per mare fino a Pisa e poi imbarcato su un battello da fiume e arriva a Firenze, 1483, giorno di festa e l’opera fu portata dal fiume a Sant’ Egidio con una processione di popolo, evento di richiamo per la popolazione. Rappresenta = l'adorazione dei pastori; al centro bambino Gesù, nudo sulla paglia, davanti la madonna inginocchiata che prega insieme al bue, l'asinello, Giuseppe e i pastori. Natura morta in primissimo piano, decorazione del vasetto che tiene i gigli, fiori rossi; acqua rappresentata nel bicchiere trasparente. Luce = siamo in un ambiente aperto, capannuccia che non copre il cielo e la luce chiara dietro le spalle dei pastori; il bambino che illumina una parte della rappresentazione e schiarisce molti elementi; luce naturale e divina. Domenico Ghirlandaio “adorazione dei pastori” 1485, Santa Trinita cappella Sassetti, tempera su tavola. Impostazione della vergine che si inginocchia davanti al bambino e la presenza dei pastori che si installano in una posizione piramidale, cambia la scenografia, qui è più classica, con una porta con l'arco trionfale. Similitudine con l’opera precedente. Beato Angelico “madonna col bambino” 1440, tempera su tavola, Torino, Galleria Sabauda. Abbiamo una madonna con bambino seduta su una specie di trono, con un architettura sullo sfondo; bambino che emana luce, luce divina e una luce frontale, manto della vergine non è uniforme, ci sono delle parti più chiare. Fonti di luce = anche un pezzettino di finestra dietro la testa della madonna sulla sinistra, dettaglio importante per farci capire che anche quella è una fonte di luce che si percepisce per il cambiamento del colore delle paraste, la prima scura e le altre dopo si schiariscono via via fino alle ultime inondate di luce. Tra la madonna e l'architettura c'è uno spazio fisico. Filippo Lippi “madonna di Tarquinia” 1437, tempera su tavola, Roma galleria Nazionale (pallino del prof). Filippo mette un cartilio sotto la pedana dove poggia la madonna in cui c'è scritta la data 1437. Ci dice quanto precocemente Filippo abbia iniziato a ragionare sulla luce; madonna con bambino in trono, primissimo piano, si vede il trono architettonico, particolare perché è in marmo cangiante, bambino masaccesco che si getta verso il collo della madre con affetto. Dietro = c'è un letto, stanza, casa fiorentina; sullo sfondo della madonna, quasi ad incorniciarla c'è un'apertura che probabilmente dava su un cortile, ci sono finestre e fili per appendere panni questa è una fonte di luce; opposta al letto c'è una finestra che si vede benissimo anche cosa c'è fuori, spazio di campagna, anche questa è una fonte di luce; ultima fonte di luce è frontale molto forte che cambia il colore del manto della vergine sulle ginocchia, lo trascolora quasi a renderlo chiaro. Filippo è all'avanguardia dello studio della pittura di luce. “Pala Barbadori” di Filippo Lippi del Louvre, 1440, fatta per San Frediano rappresentato a sinistra e Sant'Agostino a destra. Siamo di fronte ad una sacra conversazione, in uno spazio chiuso con luce frontale e a lato della vergine la finestra. Predella “visione di sant'Agostino” Costruita essenzialmente dalla luce, ambiente che prende corpo architettonicamente grazie alle fonti di luce; posta e le varie finestre che si susseguono e immettono all’interno tanta luce, luce frontale e la luce divina che inonda sant'Agostino che ha la visione, arriva dall'altro e cambia il colore e la tonalità della veste. Domenico Veneziano 1445-1447 “pala di santa Lucia dei Magnoli”, Uffizi. Rappresenta sacra conversazione con i santi a semicerchio, come se volessero includerci nella conversazione. Santi = San Francesco, San Giovanni Battista, San Zanobi e Santa Lucia. Fa una costruzione architettonica complessa che guarda al futuro ma anche al passato con l'utilizzo di marmi policromi, ha una prospettiva perfetta con il pavimento che porta ad una base rialzata con la piantana con la vergine seduta, porticato ad archi acuti e sullo sfondo ortus concusus distante dalla vergine stessa. Luce = viene dal davanti, necessaria per illuminare le figure e quella che viene dall'esterno, sul cielo aperto, si può definire l'ora in cui avviene perchè c'è un taglio netto della luce che illumina una parte della scena e ne lascia oscurata un'altra, colloquio mattutino prima di 12.00. Predella “san Giovanni Battista nel deserto “ Scena prende vita perché avvolta dalla luce naturale, forte, diurna. Piero della Francesca “polittico della misericordia” 1445-1462, tempera su tavola, Sansepolcro. Lezione XII Piero della Francesca “polittico della misericordia” 1445-62, tempera su tavola, pinacoteca comunale. È un pittore di luce che nel 1439 entra nella bottega di Domenico Veneziano; Piero acquisisce una serie di importanti nozioni dal suo maestro sulla luce per poi applicarle anche teoricamente sul suo trattato della pittura e si dedicherà ad una pittura dove è importante lo spazio misurabile in cui domina una luminosità chiara che rende i colori brillanti, chiari e luminosi. Attenzione all'architettura classica; oltre a tutto ciò è importante la conoscenza della pittura Masaccesca, Piero accoglie molte istanze promosse da Masaccio ma rifiuta la drammaticità delle espressioni delle figure, infatti le sue non saranno mai troppo drammatiche. Polittico della misericordia Iniziato nel 1445 ma terminato dopo molte interruzioni nel 62; polittico tardo gotico, siamo in provincia a Sansepolcro, gusto attardato, lo realizza con tavole più grandi e più piccole quella centrale più grande con al centro la vergine su fondo oro; vergine modernissima, ampio gesto di apertura del manto e di accoglienza dei fedeli inginocchiati nella parte circostante, la madonna crea una figura geometrica fatta dal corpo e dal manto della vergine e dalle figure degli astanti che pregano. Nella cimasa c'è la crocifissione Siamo un po' più vicini alla drammaticità masaccesca, manca la figura della Maddalena, la nostra attenzione è sul cristo che ha una veduta di scorcio, con il collo attaccato alle spalle e sotto i due dolenti, la vergine che alza le braccia e il San Giovanni evangelista che apre le braccia; espressioni congelate nel dolore. San Sebastiano e San Giovanni Battista= figure su fondo oro, fa un basamento sul loggiato, senso di fisicità molto netto, sono due corpi pesanti, plastici anche definiti dalla luce, parte della gamba è scura e così ci fa capire che la luce viene da destra e lascia in ombra la parte sinistra; maestosità della figura, statica e volontà di tornire l'anatomia con la luce. Battesimo di Cristo 1443-45, Sansepolcro, oggi a Londra, Piero della Francesca tempera su tavola. Luce = domina la composizione interamente che crea tutto lo spazio naturale della rappresentazione, c'è attenzione alla resa luminosa. Abbiamo il cristo che costituisce il perno della composizione policentrica, angeli e uomini che si avvicinano al fiume in profondità; tre angeli che si tengono la mano invece che tenere le vesti el Cristo vogliono rappresentare la concordia e alludere alla riconciliazione tra la chiesa di oriente ed occidente tentata nel 39 a Firenze, in un concilio. Tutto dominato dalla luce, cielo intenso e gioco di riflessi delle figure sul fiume, soprattutto delle figure dei sacerdoti dietro il tipo che si sta spogliando, accentua i colori. Affreschi di Piero nella cappella maggiore nella chiesa di San Francesco ad Arezzo Operazione ampia e complessa. Famiglia Bacci, commercianti di stoffe che commissionano all'artista questa decorazione inizialmente a Bicci di Lorenzo che muore nel 52 avendo decorato solo le vele della cappella, alla morte subentra Piero come unico pittore e con la sua piccola bottega con i suoi due aiutanti Giovanni di Piemonte e Lorentino di Andrea che rappresenteranno le storie della croce di cristo, tema raccontato dalla leggenda aurea; storia che racconta la vita della croce su cui fu incrociato il cristo. Questi affreschi sono una pietra miliare della pittura del 400 e sono stati molto studiati nel secolo scorso e sono stati definiti come una favola incantevole che è giunta fino a noi. Lunetta numero 1 = morte di Adamo; quando muore Adamo il figlio Seth mette in bocca al padre il germoglio da cui poi nascerà il legname per poi costruire la croce. Gruppo familiare a semicerchio con la figura del santo di Adamo per terra moribondo con un nudo di schiena, tornito dalla luce diurna che ci mostra il corpo come una bellissima statua antica. La regina di Saba = incontra il re Salomone; scena divisa in 2 e permette a Piero di raccontare due diversi momenti, a sinistra la regina che scende a cavallo e si inginocchia davanti ad un ponte perché riconosce in quel legno il futuro legno della croce; a destra la stessa regina che incontra Salomone in un bellissimo portico all'antica in cui però Piero non rinuncia a fare riferimenti all'architettura di Leon Battista Alberti ossia marmi policromi sugli sfondi delle sue rappresentazioni, come qua ritroviamo; Piero utilizza la stessa tipologia narrativa del tributo della moneta di Masaccio ma a differenza del suo racconto continuo, Piero utilizza l'architettura come metodo di divisione fisico. Flagellazione di Urbino 1445-50, Piero della Francesca, galleria nazionale delle marche. Scena divisa in due da un'architettura classica con una prospettiva; sullo sfondo la flagellazione, come una sorta di apparizione e in primo piano tre personaggi che chiacchierano tra di loro, non sappiamo chi siano. Figura sullo sfondo a sinistra ha una connotazione fisionomica precisa, è Giovanni ottavo Paleologo già stato ritratto in una medaglia di Pisanello al momento conservata al Bargello. Da qui riconosciamo il suo volto e Giovanni compare anche negli affreschi di Arezzo. Parata con una serie di cavalli bellissimi, con tante lance; battaglia preceduta da un fatto = Costantino riceve la visita di un angelo che gli porge una croce e gli dice che vincerà; La stessa figura che è Costantino è il ritratto di Giovanni Paleologo. È il volto del penultimo imperatore dell'impero d'oriente che segna anche l'urgenza dei tempi. Associare Giovanni con Costantino che aveva cristianizzato l'impero d'oriente. Sogno di Costantino Resa tridimensionale del padiglione nell'accampamento, di notte, dove all’interno dorme l'imperatore tra un servo e due soldati che fanno da guardia; angelo arriva dalla nostra posizione, dall'esterno di scorcio, con la croce portata a Costantino e che lo renderà vincitore. Luce= la figura del soldato di spalle, oscurato per una parte e illuminato dall'arrivo dall'alto dell'angelo, alcune parti inondate di luce. Vasari = “è l'angelo che con la sua luce arriva ed illumina tutto e squarcia le tenebra; angelo in scorcio che arriva a capo all’ingiù.” Piero è un tassello fondamentale per la conoscenza della pittura odierna. Aspetto illuministico = apprezzato e studiato da tutta la critica successiva. Ritrovamento e verifica del legno della croce, Piero della Francesca, 1466 Chi fu a ritrovare il legno fu la madre di Costantino, Elena che la trova in Terrasanta. La scena = sullo sfondo ella chiesa vediamo due momenti; a sinistra il ritrovamento della croce, delle croci e poi si pone il problema di capire quale delle tre è quella di cristo; si impone la croce sopra un morto, se Figure = bambinetti correnti, in movimento che portano ghirlande che si ripetono come omaggio, a nche in primo piano con attenzione alla resa della decorazione all'antica e gli elementi architettonici. Figure che nell’espressività richiamano Donatello; San Giovanni Battista ricorda molte figure e statue realizzate da Donatello, caratterizzazione fisionomica con attenzione per l'antico. Medaglioni = si rifacevano a rilievi antichi che si potevano vedere nei sarcofagi o murati nelle mura di alcune dimore patrizie moderne. La citazione dell’antico è importante e diventa un tarlo per Mantegna, non può farne a meno; devono esserci riferimenti anche letterari. Predella = “la crocifissione” nella parte centrale, Parigi, Louvre 1457-59. Le altre due predelle si trovano al museo di Tour in Francia. Predella quando la si guarda la guardavamo dal baso quindi lui scorcia la costruzione prospettica e studia i corpi in modo anatomico con un’accentuazione dell'aspetto muscolare e della deformazione che il corpo subisce sotto il peso del corpo stesso; Ladroni si allungano nella figura, costato più evidente e la muscolatura si stira, sono appesi si lasciano cadere. Mania antiquaria = sullo sfondo vediamo una città moderna dove all’interno vediamo una cupola molto ribassata che rappresenta il Pantheon e quindi citazione dell’antico. Spettatore coinvolto nella rappresentazione; dimostra questa volontà di chiamare i riguardanti all’interno da figuri di soldati di cui noi vediamo soltanto la testa e un pezzo di busto che forse stanno salendo una scala, sono figure intermedie che tramitano noi nella rappresentazione. Orazione dell’Orto, 1455-60, tempera su tavola, Londra National Gallery. Scena essenziale, ci pone nel momento dopo l’ultima cena, gli apostoli stanno dormendo e Cristo prega; montagna brulla, con interesse geologico delle rocce sia in primo piano che sullo sfondo, tutto si deve concentrare sulla preghiera di Cristo davanti agli angeli. Citazione dell’antico = città sullo sfondo, moderna in cui spiccano ancora elementi di Roma coma la torre delle Edilizie ancora esistente, la mette come posta nelle mura delle città e poi arriva ad un monumento simbolo di Roma che è il Colosseo; attenzione alla cultura classica. Mantegna diventa anche pittore di corte a Napoli e a Venezia... Toscana, arte si reinventa grazie ad Andrea del Verrocchio che nasce nel 1435. 1435 e 1488 vive ed è importante perché gestisce una bottega fiorente e sa gestirla anche a livello imprenditoriale; nella sua bottega si produceva pittura, scultura, oreficeria e design...aveva una solida formazione accademica e lo dimostra la qualità dei suoi studenti, da qui esce Leonardo Da Vinci e Lorenzo Diprè; l'elemento centrale sta nella capacità di insegnare ai giovani tutto, multidisciplinarietà. Verrocchio = era stato formato come maestro orafo tra 1453-56 era stato nella bottega di Giovanni Dei importante orafo fiorentino e da qui amplia le sue capacità tecniche e comincia a scegliere i maestri di riferimento, in pittura si avvicina a Filippo Lippi e in scultura a Desiderio da Settignano, parte da lui per trovare idee rivoluzionarie come la modalità di taglio del busto; tutto ciò si fondava su basi di tecnica molto solide; nella bottega si disegna tantissimo, si studiano le parti anatomiche. Questa produzione di sculture plastiche e disegni vengono usate come strumenti di lavoro che poi sarebbero stati riportati nei dipinti. Studio per una testa femminile Fatto in bianco e nero, adesso a Londra, British. Testa di donna diventa un'ideale di bellezza del secolo, ripresa anche da Botticelli. Attenzione alla capigliatura con trecce a loro volta intrecciate con ciocche di capelli al vento; tratteggiate con una riga netta ed altri più aeree e ventose, usare la linea di contorno e lo sfumato; occhi, le linee delle palpebre sono tratteggiate in gessetto nero e il contorno è sfumato per dare alla figura un’ espressione più dolce e femminile; contorni della bocca segnati ma le due estremità sono sfumate come perdute nella composizione. Verrocchio crea un nuovo modello di grazia e bellezza. Parti anatomiche studiate all’interno della bottega, mani, piedi, gambe, drappeggi...si facevano disegni da modello. Mani Molto importanti per lo studio dell'anatomia e da qui in avanti le mani iniziano ad essere elementi fondamentali dei ritratti, soprattutto femminili perché rappresentava un elemento in più dell’espressività della donna, legato anche al decoro femminile e alle sue attività. All’interno della bottega di Verrocchio gli studi di mani sono perseguibili e richiesti dal maestro stesso. Si facevano anche dei calchi in gesso, terracotta e quando Leonardo parte alla volta di Milano parte con una collezione di mani, gambe e piedi pronti per essere utilizzati nelle sue proiezioni. Funzione funzionale alla produzione artistica, consentiva di modulare questi elementi creando composizioni sempre nuove. Di questa palestra formativa ne parla anche Vasari, lettura commento . Putto con delfino 1478, Firenze Palazzo Vecchio, bronzo. Opere più famose di Verrocchio, bambinetto che gioca con il delfino e dalla bocca del delfino spruzza acqua; funziona che l’idea è quella di precarietà, puttino sta su una sfera, in equilibrio, ed è elemento di vivacità; avvinghia un pesce scivoloso per natura e in più c'è la presenza reale dell’acqua che ricade anche sul corpo del bambino stesso e ci fa vedere anche un piccolo mantellino baganto che si appiccica sul corpo; giocando su tutti i sensi e incoraggia a girare intorno alla figura; espressione gioiosa, con la bocca aperta nello sforzo di trattenere il delfino, capigliatura bagnata che si appiccicano sulla fronte. Per tutto ciò guarda a Desiderio = che faceva opere con bambini piccoli gioiosi, sguaiati; è uno scultore raffinato che nasce nel 1429 e muore nel 1464, ma gioca tutta la sua arte in busti o rilievi di giovani bambinetti, radiosi che lui rende ancora più accattivanti con la tecnica della resa del marmo che hanno una superficie lustratissima, quasi traslucidi che gioca sugli effetti di luce dei volti dei bambini che sembrano assumere una colorazione che il marmo bianco solitamente non conferisce. Ricordato e affiancato all'idea di dolcezza e di luce. Bambino che ride 1460-64, Vienna Bocca aperta che crea un buco nero in un volto radioso; importante il taglio del busto. Tondo Arconati, Parigi, Museo del Louvre. Stiacciato, rilievo minimo, sfrutta elementi atmosferici e coloristici che danno animo a questi bambini che si abbracciano, si incrociano le mani e gli sguardi, bocche aperte e marmo lustratissimo che gioca con la luce. Busto di Marietta Strozzi 1462-65, Berlino. Giovane vestita con una veste chiusa sul petto da cui traspare una sottoveste fermata con un bottoncino; ci guarda con la sua area sostenuta, naso alla francese e capigliatura complessa che poi lo diventerà ancora di più nel tempo; anche qui desiderio ha il problema del taglio del busto. Il taglio del busto di Marietta è più allungato, si vede un pezzo di costato, una vita alta, ci fa pensare che questo problema era molto comune e Desiderio aveva cercato una soluzione allungando in questo caso un pezzo della veste, come una presenza fisica più vera e reale. Verrocchio = aggiunge le mani e le braccia, allungando la parte del busto rappresentata, taglio all'altezza della vita. Dama con il mazzolino di fiori, Bargello, 1475. Mantiene la tecnica, il busto lustrato, giungendo ad effetti di luce sorprendenti, toglie il bustino alla dama per lasciargli addosso duplici vestine, una più pesante e sotto una più leggera chiusa con il bottoncino e cinge il collo della dama e crea gioco di pieghe, anfratti e piccole insenatura sotto la veste superiore (sotto il braccio destro), spazi più chiari e più scuri; persona è presente, si rivolge a noi, non frontale, ha le palpebre scolpite e graficamente segnate, ci guarda; capigliatura complicatissima = cuffietta che trattiene una lunga coda sul retro, ma lascia intorno al volto una serie di riccioli sottili tutti traforati come a creare una cornice naturale al volto che gioca con l'elemento della luce perché sono tutti bucherellati e in questi fori si insinua l'oscurità. Novità= inserimento delle braccia e lo studio delle mani che sono elemento che da espressività e decoro alla figura femminile, elemento che contraddistingue; raffinatezza e delicatezza della posizione delle mani, tiene a sinistra il mazzolino sul petto senza toccarlo e l’altra invece crea uno spazio vuoto tra la mano e il ventre dove si poggia. Adesso sopra uno sgabello, severa e compiaciuta che ci guarda nella sala del Bargello. Opera importante e straordinaria che si contrappone alle soluzioni precedenti. Busto di bambino, Desiderio da Settignano Taglio del busto non netto, drappeggio che avvolge le spalle. Inserimento delle mani = all’interno della sua bottega gli allievi riprendono la soluzione del maestro Leonardo Da Vinci Ritratto di Ginevra de Benci, National Gallery di Washington 1474. Retro del dipinto ci sono alloro palma e ginepro, simboli di virtù morali con cartilio dove si legge un elogio della donna bellissima e virtuosa. Viene commissionato da Bernardo Benco che si trovava a Firenze per le sue nozze con Luigi Niccolini e probabilmente lo fa dipingere perché era molto bella e probabilmente se ne era innamorato. Ginevra = la sua testa è inquadrata nell'albero retrostante ossia un ginepro, da cui il nome, si apre poi un paesaggio lacustre, aereo con prospettiva che fa si che gli elementi più distanti trascolorino lievemente; se guardiamo la donna ci viene in mente la Dama con il mazzolino di fiori, capigliatura identica, raccolta dietro con una cuffietta ma il volto cristallino della giovane è inquadrato da riccioli dorati con barlumi di luce che li rendono ancora più chiari; poi la veste sotto il bustino è la stessa della Dama. In più = quest'opera, dal retro, palma e alloro finiscono tronche non si chiude in una congiunzione, probabilmente il dipinto è stato tagliato, cosa ci poteva essere al di sotto ? Manca un pezzo di tavoletta= sono stati presi disegni di mani che potessero corrispondere alla Ginevra, quindi si è dimostrato come in origine la Ginevra avesse anche lei parte delle braccia e delle mani che contraddistinguevano il suo aspetto e sottolineando il legame tra lei e la Dama. Lorenzo di Credi, ritratto di donna, 1490, New York Metropolitan. Veste di nero, tiene in mano la fede e dietro ha un ginepro anche lei; questo ritratto di donna ha di nuovo un taglio alla vita e integra le mani come elemento contraddistinguente della personalità femminile. Lezione XIV Organizzazione della bottega di Verocchio = intelligente, il maestro tiene alla formazione dei suoi allievi e ne tirerà su di grande importanza; approccio multidisciplinare e imprenditoriale nel saper usare poco bronzo e saper coinvolgere l'osservatore puntando sull'aspetto esteriore delle figure e non puntare tanto sull’espressività, bellezza formale delle sue figure che devono essere belle; come l'incredulità di San Tommaso ad Or San Michele che coinvolge anche l'osservatore nello slancio verso il corpo, con il piede che esce dalla nicchia e rompe lo spazio della rappresentazione e ci rende intermedi, compresenti. Verrocchio artista che fa anche opere monumentali di grande importanza civile e politica. “monumento funebre di Piero e Giovanni dei Medici” 1469-72, marmo, basilica di San Lorenzo l’unico elemento di sollazzo sono i putti che saltano dalla scala e tirano un lembo della veste della vergine, uno sta sulla scala e l’altro fugge (citazione di Donatello). Madonna delle nuvole, Donatello, 1430, marmo, Boston. Bambino che fugge dalla parte estrema ed esce dalla rappresentazione, un altro tira il lembo, madonna di profilo, con bambino in grembo. Michelangelo, “battaglia di centauri”, Casa Bonarroti, 1490-92, marmo. rilievo relativamente piccolo, 80x88, non è grande ma lo sguardo corre sopra questi corpi senza posa con direttrici casuali che convergono, divergono...opera che realizza all'interno del giardino di Lorenzo; all’interno di questa rappresentazione convergono tanti stili elaborati con assoluta autonomia ed indipendenza creando uno dei rilievi più originali di questo momento. Grezze figure, corpi, sfondi, mentre alcune parti sono lustratissime; si pone dei problemi e degli obbiettivi, quando li raggiunge si ferma quindi troviamo volti finiti o appena accennati, lustrature di corpi oppure corpi che si fondono ancora con il marmo. In questo rilievo ha elaborato le battaglie, lo studio della nudità; qui dentro c'è già tutto Michelangelo. figura centrale = ispirata al cristo giudice del giudizio universale . vasari = pezzo duplice che va letto tutto insieme “...” ci dice che è la battaglia di Ercole con i centauri, Michelangelo può creare una copia e un falso dell’opera di Donatello, ma Michelangelo è un pezzo più avanti, c'è più grazia e disegno. Intreccio di corpi nella battaglia = venuta perché Bertollo gli fa studiare i sarcofagi all'antica “sarcofago Ludovisi” III secolo d.C, corpi che si fondono tra di loro, orror vaqui che ha una tramitazione anche medievale, nel 300 ci sono dei rilievi che richiamano questa tipologia costruttiva come Nicola e Giovanni Pisano che avevano studiato l'antico e arrivando a Pisa trova una ricca collezione di marmi antichi; Giovanni “la strage degli innocenti “ stesso affollamento, figure strabordano dalla cornice... Questa elaborazione originale che parti finite si alternano a parti grezze con sfondi scalpellati che ci fanno capire anche lo sforzo della battaglia, si tirano i capelli e si intrecciano le braccia; arte di Michelangelo arrivata ad una tradizione completa, ha segnato i binari da correre in tutta la sua vita. Bertollo anche esperto bronzista 1478, scena di Battaglia, Bargello, bronzo. Di piccole dimensioni, affollamento, ripreso anche da qui. Bronzetti, Ercole, Bertollo, 1470, Londra. Fatto alla maniera di un bronzetto classico ripreso nell'opera di Michelangelo in una figura di semi profilo. Lezione XV Michelangelo = opere nel giardino di Lorenzo importanti perché segnano un momento felice della vita cittadina; lui insieme ad altri artisti si formano studiando la scultura antica e moderna come Donatello. Quest'esperienza non ha durata molto lunga 1492 Lorenzo muore e per Firenze inizia un periodo turbolento con l'arrivo di Savonarola e un periodo repubblicano si aprirà; quando le acque si muovono e Firenze diventa un luogo insicuro Michelangelo va a Bologna, città universitaria, con molta cultura e mercanti, accoglie Michelangelo grazie ad Ulisse che era uno scienziato molto importante e lo inserisce in circoli culturali e artistici importanti. A Bologna lavora all’arca di San Domenico, monumento funebre realizzato da diversi artisti nella basilica omonima a Bologna; viene canonizzata nel 1234 e nel 64 si decide di fargli fare una tomba degna del suo nome in questo contesto conventuale e si commissiona a Nicola Pisano questa grande arca. Monumento = stratificazione di passaggi e presenze, Nicola non realizza tutto quello che vediamo ma la prima parte, quella più importante ossia il sarcofago con scene della vita del santo divise da figure di apostoli e della vergine, non era appoggiato su un altare ma sorretto da angeli che lo tenevano sulle spalle, costruzione di un arca. Monumento che Nicola e la sua bottega completano solo questa parte; manca una parte commissionata nella 2 metà del 400 perché a Bologna lavora Niccolò dell'Arca, è un maestro dalmata che realizza la copertura superiore, copertura pesante che richiede un cambiamento di struttura, gli angeli non ce la facevano a tenere tutte le tonnellate di marmo, quindi si sposta su un altare; (gli angioletti al Louvre) Figure = 4 evangelisti, due di fronte e due di spalle, perché intorno all’arca ci si può girare e poi i santi patroni della città, Niccolò avrebbe dovuto realizzare in totale 23 figure. Dio padre = criniera felina, figura che incute timore nella sua severità. Uno degli apostoli poggia il libro, alzando la gamba, in equilibrio con un enorme copricapo intrecciato e raffinato tecnicamente. Uno dei protettori = figura elegante e presente al tempo stesso. 23 figure più il padre eterno sopra. Quando muore ne mancano ancora alcune, non porta a completamento tutta la rappresentazione ed entra in gioco Michelangelo, richiesto dai Domenicani; Michelangelo san Petronio = questa è la prima delle figure che realizza, cerca di armonizzare la sua figura al resto di quelle già presenti, entrando in punta di piedi in un contesto così antico, pensa di usare degli stilemi che provengono dai maestri che lo hanno preceduto; santo che tiene in mano la città, ha un atteggiamento incedente e con un'espressione severa, vagamente ispirata all’antico e a Nicola Pisano, rispetta il dettaglio, producendo un'opera di compromesso; panneggio umido, gommoso, che poi diventerà una caratteristica della sua tecnica. San Procolo = è un David in piccolo formato, giovanetto che sta per compiere un'azione, è tutto concentrato, volto aggrinciato nell'espressione e la fluidità dei gesti, con una mano stringe il pugno e con l’altra tiene stretto il mantello per non farlo cadere. L'angelo di Nicolò= composto con un gioco di ciocche larghe, confermando la sua tecnica e la sua capacità di lavorare la terracotta e il marmo, quasi roseo, si rifà ad un'eleganza quasi toscana, finezza di volto dolce che ricorda le figure di Lippi. Angelo di Michelangelo = inventa e tira fuori una cosa nuova per la gestione del panneggio molto liberante con effetto bagnato nelle braccia e nel petto, sembra quasi appiccicarsi alla figura, volto di una grazia e delicatezza che vanno di apri passo con un’opera come la pietà vaticana, criniera caratteristica che poi ritroveremo nel David; lustratura raffinatissima, la luce sfugge sul marmo rendendolo intenso, color crema, lavorazione efficace. Stava sperimentando delle soluzioni che poi completerà nel David. David Finita quest'esperienza torna a Firenze il 12 di agosto del 1501 e stipula un contratto con l’opera del duomo per realizzare una statua monumentale che raffiguri il David che doveva stare su uno dei contrafforti della tribuna del duomo, sotto la cupola, in un punto molto elevato. 1501= accoglie questa sfida molto volentieri e lui si considererà sempre scultore. David = deriva da un blocco di marmo presente a Firenze, la commissione era già stata affidata molto tempo prima ma mai portata a termine e venne affidato proprio a Michelangelo; blocco ordinato nel 1464, e inizialmente fu assegnato ad Agostino di Duccio che lascia quest'impresa non realizzata, inizia a lavorare alla figura, sbozza il marmo. Michelangelo inizia a lavorare questo marmo, e nell'arco di due anni 1503 l'opera è finita. Concentrato, volto rivolto verso l'azione, capigliatura che costituisce quasi un elmo... 1503 = tutta Firenze può vedere l’opera che Michelangelo a realizzato, opera monumentale, gigantesca, effetto scioccante non solo per i fiorentini ma anche gli artisti stessi provano una grande curiosità. Leonardo da Vinci = lo disegna e accentua alcune parti della muscolatura come a criticare l'operato del suo collega, non amico. Raffaello = attento ad un’altra prospettiva del David, quando arriva lo vede già impostato nella posizione scelta, ci restituisce una posa di una finezza e prospettiva con un'eleganza accademica. Dove si mette ? Doveva andare nei contrafforti del duomo, ma sarebbe stato un po'sacrificato anche se visibilissimo ma da lontano. Si fa una commissione e c'erano tutti gli artisti più importanti della Firenze del tempo, Botticelli, Lippi, Leonardo, della Robbia, Ghirlandaio... Tutti i più grandi artisti del tempo. Opzioni di collocazioni quella originale Davanti a palazzo vecchio, sulla scalinata, accanto alla quale si sarebbe pensato di fare una figura di Ercole Cortile In tutte le posizioni ci sono dei contro, troppo in alto, troppo esposta alle intemperie, volevano fargli una nicchia, ma si sarebbe vista poco... Alla fine si decide di metterla davanti a Palazzo Vecchio, simbolo della forza, della repubblica fiorentina; inizia il trasporto dal duomo a Palazzo Vecchio e avviene attraverso un binario con le palazzate di legno che dura parecchio giorni nel 1504; opera viene sistemata e viene fatto un piedistallo apposta. 8 settembre = l’opera è al suo posto. L'opera rimane qua fino al 1872 poi in quest'anno si decide di trasportarla all'accademia, in un luogo riparato e inizia un altro viaggio su un binario che viene trasportato dove oggi ancora lo vediamo. Tutta questa storia per far capire che l’opera ha subito delle traslazioni che ne hanno modificato anche la visione; se fosse rimasta nell’impalcature dell’opera del duomo nessuno l'avrebbe vista e nessuno l'avrebbe studiata. Torna a Firenze anche Leonardo Da Vinci Soderini = Operazione politica a sostegno dell'importanza della storia di Firenze; chiama Leonardo e Michelangelo a realizzare ciò che in realtà non verrà mai realizzato, ossia gli affreschi della sala del 500 che appartengono a Vasari. Studi recenti confermano che Michelangelo e Leonardo non hanno mai realizzato questi affreschi, non avevano mai comprato nulla per realizzare questi affreschi aveva solo realizzato il cartone. Dovevano essere due affreschi uno accanto all'altro e al centro c'era la sedia del goffaloniere. I due maestri realizzano molti disegni preparatori e poi due cartoni grandi al naturale per poi prenderlo per intero o tagliato, si metteva sul muro e con un carboncino si proiettava sul muro e poi si iniziava a disegnare sul muro stesso, trasporto dalla carta alla parete. Si scelgono scene di battaglia in cui Firenze vince su Pisa, Milano e Siena; se ne scelgono due emblematiche per sottolineare l'importanza della Firenze repubblicana e sono: - la battaglia di Cascina 1364 e rappresenta la vittoria dei Fiorentini sui Pisani a Cascina, cittadina vicina a Pisa che segna una tappa vittoriosa di una lunga serie di battaglie su Pisa. Quello che vediamo è un disegno tratto dal cartone di Michelangelo perché questi cartoni non esistono più, diventano la scuola del mondo, tutti vogliono carpire e studiare questi cartoni che poi nel tempo vengono frammentati e distrutti, adesso non abbiamo più niente. Abbiamo disegni come quello di Aristotele da San Gallo da Michelangelo, che rappresenta la battaglia vicino all’arno e si vedono i fiorentini che si rinfrescano al fiume. - Leonardo invece rappresenta la battaglia di Anghiari, fiorentini sui milanesi; episodio molto importante di cui abbiamo un brano centrale, il momento cruciale e più importante di tutta la battaglia. Piter Rubens rappresenta questo momento tra 1603 e 1608, la studia e la rappresenta, la disegna e noi la conosciamo grazie a lui, cartone andato perduto. Entrambi si rifanno a tradizioni di battaglie che a Firenze erano tradizioni abbastanza affermate; Michelangelo perché la commissione voleva risparmiare e quindi dovette ridimensionare la sua ideazione, viene chiamata “tragedia della sepoltura”. Giulio Il = dice a Michelangelo di affrescare la cappella tra 1508 e 1512, con episodi della genesi, sibille, profeti ed antenati nelle lunette; affreschi si saldano con quelli del 400, rappresentano le scene bibliche precedenti a Mosè e a Cristo. Colori brillanti, asciutti dopo il restauro di anni fa a portato alla luce una cromia che spiega molto la pittura manierista fiorentina; Michelangelo aveva un problema ossia la grandezza di questo spazio, per rappresentare le scene della genesi deve creare dei quadri, degli elementi che possano suddividere la cappella e allora sfrutta un'ideale nervatura architettonica e inventa costoloni che vadano dalle lunette di destra a quelle di sinistra così da creare spazi dove inserire le scene; tra un costolone e l’altro come si vede bene inserisce dei troni dove sono assise le sibille, sfrutta l'architettura per creare un giaciglio per le figure monumentali, mentre nelle lunette descrive gli antenati. Michelangelo la complica ancora di più = alla base del costolone centrale ci sono dei puttini telamoni dipinti ed entra in gioco l’effetto della cultura rinascimentale, ossia la pittura che simula le altre arti, la pittura nella Sistina simula l'architettura, i costoloni della volta, simula la scultura in marmo e infine ci sono degli gnudi veri di came che tengono dei medaglioni in bronzo (rilievi in bronzo) con storie bibliche. Ci sono delle figure inserite in spazi complicati, triangolini tra la punta della lunetta e l'appoggio dei costoloni, di colore giallognole, sono sculture in bronzo dorato. Pittura come simulatrice delle altre arti, concetto fondamentale anche per Raffaello e della pittura manierista, l’arte può simulare tutto. Genesi Figura centrale della genesi = Dio che divide la luce con le tenebre; questo quadro centrale lo aveva realizzato in una sola giornata e se guardiamo il ductus pittorico vediamo che è molto rapido, aerea, spumosa; lavorava da solo e non voleva far vedere a nessuno ciò che faceva; dal restauro abbiamo visto la velocità di questa pittura e anche l'utilizzo dei cartoni usati, prende il cartone, lo mette sull’intonaco e incide i contorni. Dio riempie da solo lo spazio pittorico che è ridotto perché riquadrato dal marmo e Dio fluttua in quest’atto figurativo che ha alla base la nascita del mondo; braccia alzate che separano la luce dalle tenebre. I nudi che tengono con dei tessuti in alto i medaglioni bronzei tra le due figure; struttura che si ripete in tutte le campate della volta. La sibilla cumane Figura vecchia, dalla corporatura gigantesca e mascolina (era donna); braccio che tiene il libro è muscoloso, forte e possente; Michelangelo insiste sulla muscolarità creando chiari scuri sulla pelle; seduta sul trono con i putti ai lati e l’espressione della sibilla è tutta concentrata sulla lettura come i due putti tra cui uno tiene un altro libro. Colori = giallo del mantello a contrasto con il celeste della veste sotto. Sibilla persica Puttini che sostengono il costolone e sono dello stesso colore del marmo (finta scultura). Sibilla rappresentata come una donna anziana, ricurva sul suo libro che se lo avvicina alla faccia per leggerlo, ha una gobba pronunciata coperta da un bellissimo manto rosa; ci colpisce il fatto che lei si contorce, si mette in una posizione scomoda perché voleva studiare la posizione del corpo in rotazione su un asse, spalle e volto rivolti verso lo schienale del trono su cui era seduta; di lei vediamo un profilo perduto della donna la cui reale fisionomia ci sfugge perché intenta a leggere all’interno del suo libro. Progenitori Antenata assisa, spazio stretto, posizioni che contengano una o due figure. Sopra c'è una testa di Ariete scheletrica che si usava anche per le decorazioni di palazzi e architetture; poi vediamo figure di bronzo dorato, di terracotta dorata, di scultura, anch'esse assise perché devono ricavarsi una posizione in uno spazio piccolo e difficoltoso; Michelangelo si inventa di riempire questi spazi per no lasciare niente di nuovo, studia la muscolatura della contorsione anche sulla materia bronzea per poi riproporla in pittura. Michelangelo deve sfruttare anche i pennacchi, nei 4 angoli della volta, altrettanto angusti e complessi; Davide che sta per tagliare la testa a Golia Composizione in un triangolo a testa in giù; le due figure con una tenda bianca sullo sfondo insieme a soldati che assistono alla scena, e in primo piano David che sta per tagliare la testa a Golia dopo averlo steso a terra; testa di David, nulla di sottolineato, tutto soffuso anche se i dettagli ci sono nonostante le pennellate morbide che sfumano i contorni, capigliatura che si distanzia dalle ciocche per il movimento come dei filamenti d'oro. Cartoni di Raffaello Sul finire della sua vita viene chiamato a realizzare i cartoni per gli arazzi posti nella parte bassa della cappella Sistina, dove ci sono dei finti drappeggi ancora esistenti, il primissimo ordine. Cartoni sono capolavori sublimi e insuperabili adesso a Londra. Sono scene in cui l'elemento umano si fonde con un'armonia al paesaggio e all'architettura, come città antiche ideali in cui si mescolano insieme architetture antiche che lui aveva studiato a visto a Roma. Papa chiede anche di creare una sorta di mappa della città antica di Roma, scrive poi una lettera in cui si lamenta del deterioramento di molte architetture e opere a Roma. Arazzi e cartoni di Raffaello sono stati srotolati ed esposti nella cappella sistina dove erano stati pensati da Leone X e Raffaello; Gli arazzi non vengono sempre esposti. Raffaelo lavora contemporaneamente a Michelangelo nelle stanze Vaticane commissionate da Giulio Il e Leone X senza vedersi, lavorano in segreto entrambi anche se poi Raffaello era principe, uomo di mondo, amava incontrare i suoi committenti ed intrattenerli, aveva una bottega straordinaria, infatti i suoi giovani si specializzeranno tutti in qualcosa, mentre Michelangelo non voleva frequentazioni, non lascia allievi infatti Raffaello Raffaello nasce ad Urbino nel 1483, suo padre era un pittore Giovanni Santi che aveva viaggiato e viveva in una corte importante con flusso di opere d'arte provenienti dall'esterno e molto importanti; nasce in un ambiente stimolante e può giovarsi degli insegnamenti paterni. Raffaello nei primi anni di vita noi sappiamo pochissimo su di lui, pochi documenti conservati che ci danno delle immagini sparute tra Urbino, Umbria e poi Firenze; ci rifacciamo alle fonti come Vasari. Pittura di Raffaello trasuda Perugino, per i volti, i colori, i drappeggi... Vasari = da per assodato un apprendistato di Raffello all’interno della bottega Perugina; non abbiamo certezze ma probabilmente è un'invenzione letteraria di Vasari che giustifica la forte influenza di Perugino nelle pitture di Raffaello. Innegabile la conoscenza approfondita della pittura di Perugino che il giovane Raffaello studia e rielabora per poi arrivare alla sua propria modalità espressiva. Stanze = 4 ambienti quadrangolari pieni di elementi architettonici che non può eludere, finestre, porte... Raffaello ha un lavoro complesso di fronte a sé, deve cercare di armonizzare questi accidenti architettonici e farli entrare nelle rappresentazioni senza che inficino nelle sue rappresentazioni. Zoccolo = spazio di invenzione Cariatidi = tengono sulla testa la cornice della lunetta Quadri modanati a finto marmo dove c'è un rilievo a finto bronzo; Due rilievi all'antica = simil sarcofagi ma dipinti Dei contenitori dipinti a finto legno Volte tutte diverse, recupera tecniche antiche in disuso, a mosaico per esempio...apoteosi della scelta di diverse tecniche artistiche. Incoronazione della vergine 1502-3, olio su tavola, Musei Vaticani. A parlare di Perugino sono gli angeli, i volti assorti e cristallini come la natura e imitore di alcuni volti come quello della madonna, delicato e squisitezza formale. Opera giovnile. Sposalizio della vergine 1504, olio su tavola, paninoteca di Brera, Milano. Anche qui rivediamo dei collegamenti con la pittura di Perugino; dialoga con una sua opera ossia “lo sposalizio della vergine” 1503-4 è un olio su tavola che si trova in Francia; il giovane cita e sfida il maestro sul suo stesso terreno, sceglie lo stesso tema e lo inscena in uno stesso teatro, stessa scenografia con una diversa declinazione. Commissionata da un notaio per la cappella di San Giuseppe a Castello; architettura = entrambe a pianta centrale; quella di Perugino è ottagonale con portici ai lati maggiori e non è inserita interamente nella rappresentazione, cupola tagliata; Raffaello inserisce l'architettura completamente, a pianta centrale, tempietto rotondo che fa riferimento alla classicità con volute tra portico e tamburo in questa cupola ribassata che può essere associata a quella del Pantheon. Architettura moderna e antica al tempo stesso... Primo piano = la scena dello sposalizio; Perugino con le figure più importanti centrali, gli astratti in maniera elegante nella disposizione, uno di fronte e uno si spalle; Raffello crea due semicerchi uno in avanti e uno dietro a riproporre l'andamento dell’architettura, gestualità e movimentazione garbata ed elegante come in passi di danza che crea un dipinto moderno e nuovo distanziandosi piano piano dal maestro. Vasari = in quest'opera Raffaello vuole superare il maestro. 1504 = arriva a Firenze con una lettera di raccomandazione di Giovanna nella Rovere, sorella del signore di Urbino e la consegna a Pier Soderini, il goffaloniere di giustizia; quando arriva qua gli si apre un mondo, studia la scultura fiorentina, si rifà a Donatello, e disegnerà molte delle sue opere come il San Giorgio; lo studio della scultura rinascimentale è fondamentale che non studia solo l'arte umbra ma affonda anche le radici nella scultura. Raffaello starà a Firenze per molto tempo. Riceve commissioni di ritratti e madonne con bambino. Ritratto di Agnolo Doni, 1506, galleria palatina, olio su tavola, Raffaello Sanzio. Mani diventato fondamentali con gli anelli segno della sua ricchezza; ce lo pone di traverso su un terrazzo, con lo sguardo diretto verso di noi, dialoga con noi. Madonna Tempi, 1508, Monaco, olio su tavola, Raffaello Sanzio. Una delle ultime opere eseguite prima di trasferirsi a Roma. Freschezza, grazia ed eleganza che Raffaello da alle sue figure; rappresentazione reale di un abbraccio tra madre e figlio, gamba destra della vergine sporgente, forse cammina, avanza verso di noi con un gesto di protezione con la mano sulla schiena del bambino quasi nudo, sederino coperto solo da un velo trasparente; ha uno sguardo apprensivo, triste e sorpreso e si avvicina al bambino con il volto in maniera tenera e delicata. Questo gesto ci fa venire a mente la Madonna Pazzi di Donatello a Berlino. Lo studio che fa Raffello di Donatello è molto approfondito, come se riproducesse tante opere di Donatello. Altare di Donatello a Padova, con rilievi di bronzo = “miracolo del neonato” che ha intorno molta folla, sopra il miracolo c'è una lunetta con dentro una madonna con bambino ed è la stessa identica posizione di quella di Raffaello, la riproduce in maniera letterale con la stessa delicatezza e forza. Pala Baglioni 1504-7, olio su tavola, Galleria Borghese, Roma, Raffaello Sanzio. Nell’idea del papa questa stanza voleva rappresentare la verità teologica, il vero; verità della teologia, della filosofia, del bello...ha un valore importante fino ad arrivare alla verità giuridica; virtù fortezza, temperanza e (?); stanza chiave dell'idea politica del papa. Disputa del sacramento = si disputa sul fatto che il corpo e il sangue di Cristo siano presenti nell’ostia consacrata che si trova al centro sopra l’altare; affresco complesso che richiede molti disegni preparatori perché non ha appigli architettonici, deve gestire masse di figure senza nessuna rovina che le tenga unite insieme; deve gestire la schiera del Dio padre, la vergine (parte sacra, elevata) e la parte dei padri della chiesa e dei papi che disputano (parte terrena); Raffaello si ispira ad opere viste e conosciute a Firenze: esempio una pala di Botticelli 1488-90 viene incaricato da San Marco di realizzare “l'incoronazione della vergine” e che si trova oggi agli Uffizi, pala importante, una delle ultime prima che la sua bottega prese l'avvento sul maestro; quest'opera può aver dato degli spunti, 4 santi a semicerchio poi riproposto nella parte alta dove Dio incorona la vergine e gli angeli chiudono questo cerchio della rappresentazione, divino e terrestre, due semicerchi. Raffaello fa tantissimi disegni, si vede che provava a metterci un'architettura e poi studia le singole figure per cercare di tenerle armonicamente insieme. Risultato finale di grande successo = due grandi semicerchi uno sopra l’altro dove si assiste alla disputa e tutto si snoda intorno al dio padre, suo figlio, la colomba dello spirito santo e l’ostia sull'altare; soluzione e perno compositivo, asse ideale, simbolico e strutturale. Sfondi naturalistici e con un grande masso che si rifà a San Pietro, con un ‘inizio dei lavori rappresentato da questo blocco di marmo; figura sulla destra che si getta sul parapetto e sporge verso di noi con questo scorcio e il cangiantismo del cappello; riconosciamo Giulio Il e Dante nella composizione. La scuola di Atene = verità filosofica Scena diversa, qua può fare affidamento su una architettura basilicale all'antica; la filosofia è rappresentata da Atene dove ci sono un gruppo di filosofi e saggi all’interno dell'accademia del 5 secolo; questo gruppo è nutrito, si muovono, si contorgono e si contrappongono tra di loro, composizione armonica. Citazione dell’antico puntuale = nicchie con Minerva e Apollo, poi delle scene sotto entrambi; volte cassettonate come vediamo nel Pantheon; è una basilica aperta, non è coperta da cupole, ha un'apertura sul cielo che inonda la scena di una luce mattutina. Al centro della scena ci sono due filosofi greci Aristotele che indica verso terra e Platone che indica per aria ed è quello più ansiano, questi gesti poi realizzati anche nei medaglioni; architettura fa si che il nostro occhio sia volto verso i due filosofi e verso il cielo. Figure = Platone (Leonardo), Euclide (Bramante), Eraclito (Michelangelo). Raffaello si autorappresenta ad assistere alla disputa. Il Parnaso= poesia ed arti Colle Parnaso alla sommità del quale c'è una fonte, sopra seduto c'è Apollo che suona la Lira da braccio, accanto a lui ci sono Calliope e un'altra musa e poi 18 tra poeti ed artisti di grande importanza; tra i quali Saffo, Omero, Dante e Orazio... Finestra = il problema è facilmente elidibile, siamo su un monte quindi la composizione va verso l’alto e la finestra crea l'ascesa della montagna. Superamento della cornice di alcuni elementi naturali o dello strumento che invadono la cornice. Le tre virtù Qua la finestra si sporta da un lato e crea 3 diversi spazi; cornice creata sopra la finestra e poi crea due nicchie ai lati all’interno delle quali svolge delle scene; spazio sacrificato ma che gli permette di inserire una figurazione. In alto le tre virtù = Fortezza, Temperanza, Prudenza. E poi Giulio Il come rappresentante anche della legge, a capo di uno stato, tutore della legge. Soluzione armoniosa, luminosa e accademico secondo uno stile preciso elaborato da Raffaello. Stanza di Eliodoro 1511-14 1- La cacciata di Eliodoro dal tempio 2- La messa di Bolsena 3-. L'incontro di Attila e Leone Magno 4- Liberazione di San Pietro dal carcere Cambia l'impatto cromatico, abbiamo un'atmosfera crepuscolare, notturna perché qua inizia a studiare i problemi della luce. C'è uno zoccolo diverso, cariatidi messe diversamente rispetto alle altre, hanno il capitellino sopra la testa e che si imposta sulla cornice da cui parte l'affresco; tra una e l’altra abbiamo cornici modanate in marmo non decorato; i rilievi sono in basso tra le gambe delle cariatidi, in finto bronzo. La porta qua si imposta giusta e non crea problema all'affresco mentre la finestra rimane un grosso problema. Volta = non oblitera nulla, sfrutta la decorazione, la nervatura architettonica per esaltarla, crea costoloni decorati con decorazioni su fondo dorato e poi ritaglia 4 vele dove rappresenta le scene bibliche, senza ricorrere ad una tecnica come il mosaico. La cacciata di Eliodoro dal tempio (est) Eliodoro invitato ad impossessarsi del tempio di Gerusalemme e lo profana, il sacerdote chiede aiuto inginocchiato e l'intervento divino libera il tempio dal profanatore; a questa scena assiste Giulio Il che entra nel tempio da una quinta laterale per assistere alla cacciata. Tempio = siamo all’interno di una struttura solida, scura con una sola piccola lunetta, atmosfera oscura, bruscata, offuscata che è enfatizzata dalle volte scure che si schiariscono con la luce, dorate, volte a mosaico all'antica; questo effetto della doratura gli permette di giocare con la luce fatta dalle candele che sono sull'altare che mandano la luce al soffitto e infatti le volte sono illuminate dalla parte del candeliere. C'è un cavallo rampante sulla destra, ripreso dalla battaglia di (?), e sotto il cavallo c'è un cavaliere e Eliodoro. Incontro di Attila e Leone Magno Papa si porta alle porte di Roma per evitare che Attila entri in città e la mandi a fuoco; ma grazie all'intervento divino di Pietro e Paolo fermano l'atto di Attila. Effetto della luce = alba o tramonto, si vede il bagliore che inonda le figure dei santi e un cielo brusco e poi ci sono dei fuochi nello sfondo creati dall'avanzata dei barbari che mandavano a fuoco i territori su cui passavano. Cavallo = di Attila che sta indietreggiando ed è una traduzione dei tanti cavalli di Leonardo realizzati nei suoi disegni. La messa di Bolsena Intervento divino nella vita della chiesa; episodio accaduto realmente quando il prete di campagna mentre faceva messa si trovò l’ostia che iniziò a sanguinare; scena divisa in due e qua si trova a dover orchestrare una scena con una finestra non centrale ma eccentrica rispetto all'arco, spazio a sinistra più piccolo di quello a destra; inventa un altare alla sommità creando due corteggi di figure. Sinistra = prete che dice la messa con i credenti che alzano le mani verso l'evento miracoloso. Destra = papa Giulio Il con la corte pontificia. Siamo di notte, cielo scuro, luce data dalle candele tenute dai chierici. Liberazione di San Pietro dal carcere Qui Raffaello si complica la vita in maniera assoluta. Vediamo San Pietro in carcere che dorme e l'angelo che lo va a liberare L’uscita del santo dal carcere E poi sia all’interno che sulle scale del carcere i soldati che dormono. Epilogo = scoprire che il santo non è più nel carcere Gioco della luce intenso, all'interno del carcere abbiamo la luce divina dell'angelo, nella seconda luce artificiale del carcere più quella dell'angelo, nella terza abbiamo la luce della luna e poi gioco della luce del fuoco che si infrange sopra le armature, rendendole traslucide, trasparente metallico da grigio scuro. Stanza dell'incendio 1514 1- Incoronazione di Carlo Magno 2-. Giustificazione di Leone III 3-. Incendio di Borgo 4- Battaglia di Ostia Terza stanza, la quarta affidata agli allievi sui suoi cartoni preparatori. Dopo questa stanza ci fermiamo per poi ricollegarci alla stanza di Costantino come ultima eredità di Raffaello. Cappella Sistina scoperta per intero in questo momento, e anche Raffaello la va a vedere e questo impatta in questa stanza. Struttura complessa della stanza, più porte, più anfratti perché è finale ed ha due pareti frammentarie, piene di aperture che rendono difficile il lavoro di Raffaello; parte bassa dello zoccolo, ci sono delle erne fanno da cornice alzando le braccia alla figura centrale che è in scultura ma di bronzo dorato dato sempre dalla pittura e vuole simulare un marmo antico, gioco di specchi e rimandi giocato sull’elemento scultoreo dipinto; qua c'è un lacerto di un primo momento decorativo, con la decorazione sulla volta della stanza realizzati da Perugino, oculi molto colorati e rotondi, 1504-07, rispetta il primo cantiere delle stanze, il giovane Raffaello rispetta questo dettato. Incendio di Borgo 1847 Evento realmente accaduto a Roma nel Borgo, case di varie altezza, parte di città disuguale, vicino alla basilica di San Pietro, la spina centrale della città, demolita negli anni 30 per la costruzione del grande viale, via della Conciliazione che porta a Piazza San Pietro. Dipinto che ci mostra la basilica cristiana sullo sfondo dell'incendio, vediamo com'era la vecchia San Pietro, paragonabile a Sant'Ambrogio, con una chiesa con 3 o 5 navate, tetto a spiovente, struttura paleocristiana, sul frontone c'erano i mosaici; affresco con valenza storica importantissima. Papa Leone IV affacciato ad una finestra sullo sfondo, e con la sua benedizione fa cessare questo disastroso incendio che stava distruggendo la città; strutturata su più piani: primo piano la drammaticità dell'incendio, madre che lancia il bambino, che lanciano anfore d’acqua sul fuoco, donne che urlano... figura di giovane che si getta nudo dal muro di casa per scappare dal fuoco, figura della donna di spalle ripresa dal Polittico di Pisa di Masaccio, presente un Enea che porta fuori il padre dalla casa in fiamme ci portano in scena una rappresentazione umana diversa da quella vista fino ad adesso, una tale attenzione nella muscolatura maschile, con i muscoli sforzati ed accentuati, cerca di individuare muscoli forse nemmeno esistenti perché rimane folgorato dalle figure della Cappella Sistina, muscoli guizzanti, stirati o contorti; spalla braccio ed avambraccio trattati con un nuovo occhio, tenta di dimostrare che anche lui è capace di elaborare la muscolatura maschile umana vista in Michelangelo; si svolge in un'architettura classica, sul proscenio c'è la citazione del classico. Dettaglio = basilica sullo sfondo con le trifore, l’oculo centrale, gli ingressi al quadriportico e il papa che si affaccia dal palazzo, idea di Raffaello di un palazzo moderno, mette insieme la sua idea architettonica che parte da una tradizione fiorentina, nella parte bassa abbiamo il bugnato liscio, conci grossi che vediamo a Firenze, questa presenza è per Raffaello un idea di un suo ideale palazzo; per poi arrivare al piano nobile (1 piano, stanze dei signori, di rappresentanza...), piano che da importanza alla famiglia, con una finestra che diventa elemento importante per la pittura e per i suoi allievi, Giulio Romano quando da Roma (1524) va a Mantova, questa finestra si chiama serliana, arco a tutto sesto centrale con due colonnine ai lati e due aperture, si affaccia in questa sorta di loggia e da la sua benedizione, questa finestra si chiude con un fregio con dei triglifi che sono elementi architettonici scanalati. Architettura = importante perché fornisce informazioni ed input di rilievo per comprendere l’idea di Raffello architetto. Sotto ci dice chi era quel papa. Stanza importante e complessa perché vede l'ingresso di un elemento nuovo in questo gruppo di artisti già citato perché arriva a Roma da Venezia, Sebastiano del Piombo; è un artista che viene ricordato dalle fonti come uno dei creati di Giorgione. 1510 = arriva a Roma ed entra nell’ entourage della villa Farnesina ed iniziano ad emergere delle rivalità e Sebastiano troverà affinità intellettiva di Michelangelo diventandone amico e confidente anche a livello intellettuale e lavorativo; lui era anche rivale della bottega di Raffaello. Si inserisce nella decorazione di villa Farnesina dove realizza le lunette con i pianeti e si trova in una parete a confronto con Raffello. Raffaello dipinge nel 1511 “il trionfo della Galatea” citazione di un rilievo antico, si vede galatea, con un imbarcazione attornata da tritoni e delfini che sguazzando in questo mare cristallino, elegante e bellissima, ispirata all'antico; panno del mantello al vento di Galatea riprende l'antico e poi è un’opera con raffinatezze squisite; delfino che azzanna un polipo, redine con cui galatea trattiene le redini, volto d'avorio della figura... Sebastiano gli viene assegnato il riquadro accanto, dipinge un Polifemo; ce ne parla Vasari dicendo che aveva portato da Venezia un suo stile deforme ma a questo si aggiunge anche l’incontro con Michelangelo che entra nel linguaggio figurativo dell'artista. Lezione XIV Committenze raffaellesche e romane ossia la villa di Agostino Chigi, alla Farnesina. Villa Chigi = si trova a Roma, sulle sponde del Tevere, oggi Trastevere. Farnesina = sorgeva tra il fiume e il verde in una situazione tranquilla, idilliaca di campagna e con l'architettura di Baldassare Peruzzi, pisano, trasforma in un'architettura avvolgente che si intride all’interno della natura e crea un connubio stretto, di grande efficacia, con un portico aperto nel piano basso per banchetti e scene teatrali; si era creato un luogo in cui vivere e accogliere gli illustri ospiti, letterati ed uomini di cultura che frequentavano Chigi. Artisti presenti in questa villa è molto vario e complesso, ci sono molti pittori perché necessitava di una pittura di grande efficacia. Sala di Galatea Trionfo di Galatea che Raffaello realizza tra 1510-11. Sala con volta, disegni astronomici con lunette che vengono dipinte da Sebastiano del Piombo che fa una rappresentazione accanto al riquadro raffaellesco; Polifemo era innamorato di Galatea che però era innamorata di Aci che viene ucciso da Polifemo e lei si allontana definitivamente da lui; Galatea si allontana e Polifemo che la guarda con uno sguardo amoroso e ripensamento meditabondo del suo gesto che l'ha portata all’allontanamento. Scena di Galatea tersa nella sua pelle, avvolta in un peplo molto drappeggiato all'antica di colore scuro a rievocare gli affreschi pompeiani, guarda un amorino celeste che sta per scattare la sua freccia, intorno a lei moltissimi nudi carnali ma lei rivolge la sua attenzione a questo amore verso Aci negato. Vasari = parlerà di una dolcissima maniera per descrivere la delicatezza e freschezza della nostra Galatea. Polifemo 1512 Ci dichiara quanto sia diversa la pittura e l'approccio visivo di Sebastiano; arriva a Roma da Venezia nel 1510, esordio romano in uno dei contesti di committenza più alti ed importanti della città. Due anime della pittura di Sebastiano perché abbiamo l’anima veneziana, sfondo, natura e rappresentazione atmosferica molto diversa da Raffaello, atmosfera vera, intensa di bagliori e luci, con nuvole rosate, fruscio degli alberi, natura che si muove e si trasforma sotto i nostri occhi...allievo di Giorgione; porta con sé a Roma questa esperienza congenita alla sua formazione, attenzione alla natura all'acqua, alla luce e al modificarsi delle nuvole nei cieli terzi di Venezia, ambiente lagunare; Polifemo è il protagonista si concentra su questa figura monumentale e occupa per intero la rappresentazione, membra nude, attenzione a forme del corpo che ci rimandano al linguaggio figurativo della pittura di Michelangelo. Arriva a Roma, incontra la pittura michelangiolesca ed entra a far parte del suo linguaggio figurativo; tra i due ci sarà un rapporto professionale intenso che sarà importante anche per i suggerimenti latenti o molto espliciti che il grande Michelangelo gli fornirà attraverso disegni o le loro conversazioni. Differenza e diversità di approccio molto visibile tra Sebastiano e Raffaello, perché sono a fianco. Primo confronto tra questi due artisti; tra Michelangelo e Raffaello non ci sarà mai un vero e proprio confronto con due opere nello stesso ambiente mentre con Sebastiano si, si incontreranno e scontreranno; anni 18-20 saranno messi in competizione a 3 con Michelangelo anche. Farnesina ambienti Sebastiano e Raffaello = confronto Primo piano = abbiamo una grande sala, ufficiale, di ricevimenti che serviva per il lavoro di Agostino e aveva lati di una certa privatezza perché da qua si accedeva alla camera da letto. Sala delle prospettive Decorata ad affresco da Baldassarre Peruzzi, e dipinge le pareti anche con colonne fittizie, realizzate dalla decorazione con fregio continuo nella parte alta sotto la volta cassettonata e sopra il grande caminetto dove rappresenta la fucina di Vulcano, con un tema legato alla mitologia, marito di Venere che lo tradiva. Invenzione nei lati corti di colonne binate a due a due che aprono sull’esterno; crea queste aperture sull'esterno per enfatizzare l'idea di penetrazione dell'’architettura con l'esterno, la natura e il cielo; qua rappresenta lo spicchio di città che si sarebbe visto se l'apertura fosse stata reale, vedute di Roma con una visione molto diversa da quella attuale, documento storico di importanza straordinaria; Peruzzi gioca sulla complessità delle aperture, colonne in marmo policromo all’antica con il verde antico per i pilastri angolari nella profondità di questo muro si aprono delle nicchie con sculture all'antica; pittura che può simulare tutto. Aperture sulla Roma del tempo che ci fanno vedere degli scorci della città che altrimenti non potremmo conoscere; dietro poi si apre una Roma campagnola con declini punteggiati da alberi. Sopra nel cielo terso si notano delle scritte, dei disegnini e una data 152‘ 1527 = sacco di Roma, Lansichenecchi mettono a ferro e fuoco la città e il papa si trincea a Castel Sant'Angelo e la città si spopola, la villa Chigi viene occupata dai soldati nordici e lasciano il loro nome sul muro; qua lasciano la data, i loro nomi e alcuni ritratti, sono documento storico importante che ci testimonia un passaggio cruciale della vita Romana e pontificia. Affresco della camera da letto di Chigi Alessandro Magno e Rossane 1516-18 da Sodoma che aveva lavorato anche nelle stanze vaticane; la donna che viene aiutata a svestirsi dai puttini; sotto a questa scena dobbiamo immaginare il letto nunziale. Loggia di Psiche 1517 affreschi Portico vero e proprio, ad accentuare questo aspetto di fusione tra natura e architettura viene chiamato Raffaello a dipingere, qua vediamo un'invenzione interessante e nuova che apre la volta alla natura, vuole far trapelare che non si stia cenando in una volta dipinta ma che sia un aereo porticato che si apre sul cielo e che ci dia l'impressione di essere immersi nella natura. Questi affreschi suscitarono anche un certo scandalo e venne criticato anche da Leonardo Sellaio che disse che era ancora peggiore dell'ultima stanza del palazzo. Raffaello doveva rappresentare il consenso degli dei che si riuniscono in un banchetto nell'Olimpo per accogliere Psiche che viene ammessa nell'Olimpo, c'è una stenderia di corpi nudi perché lui se li immagina seminudi o poco vestiti, sono perfetti, rappresentano un ideale di grazia e forza maschile, incorruttibilità. Raffello include gli elementi architettonici = le volte a vela che chiudono le lunette ed aprono lo spazio ampio centrale sono tutte ricoperte da infiorescenze, come un pergolato che lascia aperte le due aperture centrali; copre queste aperture centrali con due arazzi con il banchetto degli dei e il matrimonio tra Amore e Psiche, arazzi che intervengono sul sole lasciando comunque trapelare la luce, idea teatrale al massimo, simula un pergolato che non esiste, che ci lasciano intravedere il cielo e poi i due arazzi stesi con degli anellini. Mercurio arriva a portare i suoi messaggi che si libera in questo lacerto di cielo; tensione dell’arazzo che si stende elasticamente per coprire tutta la superficie di questo spazio centrale. Amore addita Psiche alle Grazie 1518, affresco, Roma Villa Farnesina, Raffello e Giulio Romano. Figura di schiena che si apre all'amore di Giove è una citazione alla figura di Raffaello. Aurea palma dove Correggio lavora con opere fondamentali per la pittura del 500. Elementi naturali all’interno del porticato = frutti, fiori, esotici, strani, realizzati da Giovanni da Udine e studiati su prototipi di frutta e fiori che arrivavano dalle Americhe al pontefice. Molti uccelli di varia razza che vengono studiti da Giovanni che si specializza nella loro rappresentazione e che qui vediamo in varia natura e varie forme, li studia separatamente e poi le inserisce nel contesto raffaellesco. Farnesina = perché i Farnese comprano la villa e avevano il palazzo dall'altra parte del Tevere, acquistano la villa e pensano di iniziare a costruire un ponte che unisca il palazzo alla villa fuori porta ma non venne mai finito; se passiamo da via Giulia vediamo la prima campata del ponte che venne iniziato ma mai completato; per questo si chiama così. 6 Aprile 1520 = muore Raffaello Gara per due dipinti commissionati da Giulio dei Medici, arcivescovo di Firenze, cugino di Leone X e poi pontefice dopo la morte di Leone con il nome di Clemente VII che subirà nel 1527 il sacco di Roma. Giulio dei Medici diventa cardinale della cattedrale di Narbòn in Francia, non ci andrà mai ma ne commissiona due opere per la cattedrale e poi spedirle; è un Medici, abituato all'arte tenta di commissionare due pale d'altare nel 1516 a Raffaello e Sebastiano sapendo di innescare una gara perché sapeva che sotto le mentite spoglie di Sebastiano c'era il suggeritore Michelangelo. Ci racconta la storia Vasari (lettura lungo brano vasariano)...racconta una storia attinente al vero; ci dice che siamo di fronte ad un concorso, e quando le due pale furono terminate, furono mostrate insieme e ciò creò qualche dissapore da parte di Raffaello che non voleva essere messo a confronto con nessuno; quella di Raffaello risultò perfetta ma anche quella di Sebastiano ottenne il successo meritato. Raffaello non volle mostrare mai la propria tavola fino all'ultimo momento, ci sono brani di Jacopo del Sellaio ( mette sotto sopra il mondo perché non voleva essere messo a paragone, va su tutte le furie e dichiara di non voler fare più la sua pala)dopo un anno Sebastiano scrive a Raffaello che lui l'ha finita ma non vuole che lui la veda, deve essere esposta nello stesso momento di Raffello e lo stesso Sebastiano che testimoniano questo atteggiamento (ho portato la mia opera e ho visto le due pale una accanto all'altra e dichiara che la sua tavola ha la pari dignità del maestro appena scomparso, non ha provato nessuna vergogna). Nessuna delle due pale arriverà mai in Francia. Sebastiano, Risurrezione di Lazzaro, National Gallery di Londra Resurrezione in ambientazione naturale di stampo veneziano, con monumentalità delle figure che formano un semicerchio intorno a questo elemento centrale terminante nelle figure del Cristo delle Marie e di Lazzaro; Cristo dice “alzati e cammina”, Lazzaro si sta già liberando delle fasce e riprende vita; questo gesto è michelangelesco, è una figura che Michelangelo ha elaborato e realizzato tante volte, si libera da ciò che lo teneva fermo; per la figura di Lazzaro c'è un disegno in suggerimento a Sebastiano da Michelangelo, lo riprodurrà nella stessa posizione con i due astanti che lo aiutano a liberarsi; Sebastiano è ancora più realistico, i due aiutanti con forza fisica, muscolosi...ci rimandano ai tanti prigioni realizzati da Michelangelo in scultura, con torsione del corpo, il tutto inserito con una cromia michelangelesca, celesti, colori intensi che ritornano nelle vesti e nei colori di questa scena. Raffaello, trasfigurazione di Cristo + liberazione dell’ossesso dal Diavolo, pinacoteca Vaticana. Prospetto esterno = semplice, apparentemente, ha un apertura a tre fornici con la scalinata per l’accesso, tre aperture, finestre separate da pilastrini semplici, l’ultima finestra è separata da pilastrini binati dove all’interno c'è una nicchia vuota e questa architettura si ripete specularmente in una e nell'altra metà; trabeazione con i triglifi, bugnato rustico, sopra le finestre e sopra i fornici; elementi già usati da Raffaello vengono rimescolati con armonia in questo prospetto. Prospetto Interno = la situazione cambia, cambiano gli elementi; i pilastri vengono sostituiti da colonne binate aggettanti, quasi a tutto tondo, grosse, gonfie, due a due e all’interno troviamo delle nicchie; poi tra una coppia di colonne e l’altra abbiamo delle aperture ceche che aprono su finestre tamponate, timpanate, con bugnato all'interno e la bugna centrale più grande è rustica, mentre il bugnato si alterna tra rustico e liscio; trabeazione con i triglifi, timpano triangolare... sono sempre gli stessi elementi ma li rimescola confondendo. Tutto ciò complicato da un altro aspetto. Trabeazione con itriglifi = tra interno ed esterno c'è una differenza sostanziale; un triglifo su tre cade e rompe l’unità della trabeazione, sembra franare, si abbassa e questo accade ogni due; in corrispondenza del triglifo cadente il bugnato è rustico. Dettagli che ci parlano di raffinatezza e attenzione verso un nuovo modo di concepire l'architettura, rimescolando gli elementi classici in un linguaggio nuovo, fatta di apparente disarmonia in un contesto velatamente classico. Apertura sul giardino = costruzione elegante e classica con questi tre archi centrali sottolineati da maggiore altezza e sporgenza che richiama i tre archi di accesso, con diversa disposizione, sorrette da colonne binate e poi ai lati si aprono 4 finestre serliane; porticato che decora alla maniera antica, scomparti con figurazioni Apollo e cornici con utilizzo della grottesca. Esedra finale sul giardino = che immette da un giardino interno ad uno esterno. All’interno della villa = Cantiere decorativo Sala dei Cavalli 1525-27, Giulio Romano A Mantova c'era l'allevamento di una particolare serie di cavalli che era pregiatissima come razza e i Gonzaga quando volevano fare un dono, donavano uno dei loro destrieri, erano pregiatissimi. Alcuni di questi destrieri erano di proprietà di Federico e vengono immortalati in questa sala, è una ragione affettiva di decorazione (i suoi cavalli avevano tutti dei nomi). strutturata in modo molto classico; lesene scanalate con capitelli corinzi, bugnate, tra una lesena e l’altra ci sono marmi antichi colorati dipinti tutti diversi, tra una coppia di lesene e l’altra c'è uno spazio in alto con finti rilievi di bronzo e nello spazio in basso sulla cornice marcapiano, si importano i cavalli di profilo, alteri, hanno dignità umana e sono posti di fronte a delle aperture, la cornice che li inquadra apre sull’esterno; fusione tra interno ed esterno, scorci di campagna; ombra delle zampe del cavallo bianco si riflettono sulla cornice per la luce che entrata dalla finta finestra. Sala della Psiche 1527-28, Giulio Romano. Commissione importante perché si doveva ospitare qua l'imperatore del sacro romano impero. Prende un tema già elaborato alla villa Farnesina; sala triangolare dedicata all'amore e alle nozze tra Amore e Psiche, sono dedicate al banchetto dato agli dei da Psiche in un ambientazione naturale, all'aperto; figure seminude e nude. Utilizza un linguaggio ricco, brocche luminescenti, trasparenti, piatti ricercatissimi e raffinati nell’impugnatura e nelle decorazioni in oro... ci sono animali esotici, cammelli, elefanti; costruzione complessa, raffinata e si tratta di uno spazio naturale anche con la loggia che sta sopra il banchetto. Banchetto prosegue su tutte e 4 le pareti con l'architettura che è la natura (architettura naturale), con numerose figure, flautista, musicanti, puttini che disperdono frutti nel mondo odorosi e preziosi. La rappresentazione di un gigantesco ciclope nell’ultima parete della stanza. Sopra alle scene in tutte le 4 pareti corre un'iscrizione, una sorta di dichiarazione di F. Gonzaga per farci capire perché ha voluto costruire questo luogo “... in onesto ozio, dopo le fatiche fece costruire allo scopo di ristorare le energie per la vita di pace”. Luogo di delizia, che rimanda all’ozio degli antichi, non come voglia di non fare le cose ma l’optium secondo gli antichi era un elemento importante della vita e della formazione dell'uomo; momento in cui il sovrano si rigenera, si ricrea, attraverso la lettura, la bellezza dell’arte della sua casa, ritirarsi nell’ozio per ricrearsi e pascere gli aspetti dell'intelletto e dell'anima che erano importanti per la formazione culturale intellettuale umana per un condottiero o uomo politico del tempo. Pareti aprono sulla volta = si passa da una scena con colori accesi, veneziana ad una volta complessa e più scura, passa dal giorno pieno alla notte fonda. Volta complessissima con costoloni che creano ottagoni che poi aprono al centro le nozze di Amore e Psiche; difficile leggere questi riquadri, arditi con sotto in su complessi sono poi complicati ancora di più dall'utilizzo della luce notturna, tagliati da bagliori, luci ed ombre profonde; gioca su un duplice effetto, notte-giorno. Dettaglio = volta frammentata; incorniciatura di stucco, l’incedere del carro con sopra amore e Psiche; Al centro = si ha il congiungimento die due nell'Olimpo, con tutti gli dei, le due mani tese danno il senos del loro congiungimento, riquadro oscuro, illuminato dalla luce di Zeus. Stanza dei Giganti 1532-34, Giulio Romano Elimina l'elemento di separazione all’interno della parete, non c'è più lo zoccolo, la pittura si estende in tutta l'altezza della parete da il pavimento alla volta, crea uno spazio avvolgente che ti immerge nella pittura; questo coinvolgimento totale lo aveva già elaborato a Roma con Raffaello nell’elaborazione delle sue architetture e pitture. Caduta dei Giganti che avevano attentato l'Olimpo e che vengono scagliati sulla terra da Zeus e fanno crollare un intero mondo, siamo immersi in un crollo, sensazione di essere al centro di una frammentazione dell'esistente, le colonne si spezzano, le pietre si sovrappongono e ciò che rimane è l'Olimpo, la volta. Pavimento = concentrico perché invita a portarsi al centro della rappresentazione. Non si riescono nemmeno a percepire gli angoli, tanto è perfetta la scenografia reale dove assistiamo alla caduta dei Giganti e alla loro compressione sotto gli elementi che si portano dietro cadendo dall’Olimpo dove Giove lancia saette contro i traditori insieme al consesso degli dei. Sangue che zampilla, Gigante compresso tra l'elemento roccioso e la colonna che gli sta cadendo addosso ed un altro gigante prova a sostenerlo, grida dei Giganti... La volta = salda, si snoda in un oculo centrale dove si affacciano altri dei; in basso ci sono elementi naturali ed umani. Apoteosi raggiunta da Giulio che sarà base del linguaggio successivo. Vasari rimane colpito da questa soluzione straordinaria di Giulio Romano; la descrive perfettamente ed è interessante vedere l'impressione che questa stanza ebbe in un uomo del tempo che faceva il pittore. Lettura commento vasari Ha l'impressione che la volta, le architetture e le pietre gli stiano cadendo addosso; sembra che la pittura non abbia ne inizio ne fine, non ci sono frammentazioni, sfrutta tutto lo spazio per creare quest’aspetto di coinvolgimento e sinestesia; accoglie e apprezza la soluzione del pittore, unitarietà della stanza, non c'è decorazione ma è tutto scena, storia. Confronto La caduta dei Giganti 1531-33, Genova Palazzo del Principe, Perin del Verga. Perin del Vaga = corte di Andrea Doria, Genova; personaggio importante che si fa raffigurare da Sebastiano del Piombo 1526 con un fregio all'antica con elementi nautici perché viveva in una città portuale, era il principe di Genova; dopo il sacco di Roma arriva Perin per la decorazione del suo palazzo del principe a Fassolo, palazzo aperto sul mare, sul porto. All’interno = c'è una sala importante decorata in occasione del passaggio a Genova di Carlo V che fu ospite di Andrea Doria, in cui viene deciso di rappresentare la caduta dei Giganti nella volta dipinta da Perin del Vaga. Volta di Perin ha lunette con le vele e al centro un riquadro con rilievi in stucco all'antica riquadrati ed uniti uno all'altro e al centro ripropone un quadro che è ideato come un quadro a parete ma montato sulla volta, senza scorci e prospettiva di sotto in su; antinaturalistica la scelta dei colori e della composizione, dell’olimpo, Giove con le saette e gli dei dell’olimpo e poi i giganti che cadono con corpi possenti e affusolati che rispettano un linguaggio die leganza e non di anatomia, come se cadessero in maniera attenta ed elegante; eleganza raffinata e ricercata che ritroviamo sia nell'Olimpo dove gli dei sono belli nella gestualità e nella distribuzione dei loro corpi sia nella parte bassa dove i Giganti sembrano cadere in elementi danzanti, con pose eleganti. Eleganza = chiave di volta della pittura Manierista. Lezione 2 novembre 2020 Diaspora degli artisti = allontanamento da Roma, città priva di committenze, il papa stesso non ne garantiva più, comporta una diffusione del linguaggio romano. Si diffonde questo linguaggio a Mantova con Giulio Romano, poi verso l'Europa con Cellini alla corte di Francesco | in Francia... Venezia = mantiene autonomia di linguaggio, repubblica molto ricca con scambi mercantili fondamentali, arriverà fino a Cipro; fonda la sua civiltà su una potenza economica che si salda con quella religiosa ed elabora linguaggi autoctoni anche a livello artistico, con artisti capaci di mettere in risalto la sua modernità. A Venezia oltre ai veneziani erano presente molte altre nazionalità con cui la città aveva relazioni commerciali, turchi, ebrei, greci ortodossi, tedeschi... (avevano base all’interno della città). Vita della città densa intensa di scambi culturali e tradizioni diverse, costituisce una tradizione diversa da quella fiorentina e romana anche per le caratteristiche fisiche della città e della repubblica, ha un entroterra ampio che arrivava fino a Bergamo e Brescia. Telero = nasce da una necessità, a Venezia gli affreschi non durano perché è sull'acqua e gli intonaci cadono facilmente, anche i più bravi degli artisti devono trovare delle soluzioni, sostituendo gli affreschi su qualcosa di simile, monumentale ma non direttamente sul muro; Gentile Bellini per primo trova una soluzione diversa, inventa tele di grandi dimensioni che possono sostituire la funzione degli affreschi e decorare intere pareti delle cattedrali e delle scuole. Scuole = sono delle confraternite, con fini sociali e assistenziali, confratelli di qualsiasi ceto potevano essere accolti nelle scuole e donavano alle scuole per abbellire la sede o per fini assistenziali; la scuola grandi di San Marco è l’accesso diretto all'ospedale di Venezia perché lo finanziava; la scuola di San Rocco che ha il ciclo di Tintoretto che con i teleri ne decora le pareti. Gentile Bellini, famiglia di pittori, nella seconda metà del 400 fino a gli anni 20 dl 500; è un pittore importante perché diventa un pittore ufficiale della repubblica di Venezia. 1579 viene inviato a Costantinopoli dove realizza: “ritratto del sultano Maometto II” 1480, oggi alla National Gallery di Londra. Inventa un’ immagine che diventerà iconica Sultano di % ,con abito da parata, di velluto rosso con una mantella di pelo di Visone e il caratteristico turbante, con tutta l'imponenza e l’importanza sottolineata da un drappo che pende dalla finestra con pietre preziose, cristalli e perle che lo rendono tessuto di raffinatezza e ricchezza del sultano; idea di presentarlo come se si affacciasse da una balaustra contornata da un'arcata sorretta da due pilastrini. Questo dipinto diventerà un'icona studiatissima e citata nella letteratura. Gentile è anche chiamato a realizzare opere importanti per Venezia e per le scuole tra cui la scuola grande di San Giovanni Evangelista, decorata con i teleri che raccontavano le storie dei miracoli fatti dalle reliquie Giovanni Antonio Amadeo 1470, rappresenta Adamo ed Eva fuori dal paradiso, seduta e nuda, mentre lui vestito. Adamo vestito e lei nuda ci fanno propendere per un’interpretazione più vicina a questa rappresentazione. Utilizzo di passaggi tonali che rendono morbida la rappresentazione di Giorgione. Lezione 3/11/2020 | creati di Giorgione = Sebastiano del Piombo, Tiziano; si erano formati nella sua scuola e la loro formazione affonda anche nella bottega di Bellini dove hanno iniziato per poi trasferirsi nella bottega giorgionesca. La lezione di Bellini è stata fondamentale per Giorgione stesso che poi punta su una resa delle persone molto nuova, riconosciuta da Vasari, morbidezza che fa cosa viva, capacità di rappresentare i corpi con uno scorcio di realtà che fino a quel momento erano risultati nuovi. Si formano, come ultimo passaggio scolare, Sebastiano e Tiziano prima di diventare artisti e maestri autonomi. Sebastiano del Piombo Venezia “ante d'organo per la chiesa di San Sinibaldo” 1509, olio su tela, Venezia, Galleria dell’Accademia ante aperte = San Ludovico e Sinibaldo; Rappresentazione di 4 santi nell’organo della chiesa, con studio di fonte di luce che viene dalla sinistra infatti le figure gettano le loro ombre sulla destra della nicchia, con bagliori dorati nelle volte decorate con il mosaico dorato; ripresa della tradizione e volontà di creare uno spazio con la presenza fisica dei due personaggi, tanto che Sinibaldo sembra quasi cedere, camminare e sembra sopravanzare e venire verso di noi uscendo dalla nicchia; e con la presenza della luce. Ante chiuse = San Bartolomeo e Sebastiano; sono accolti all’interno di un arco trionfale, con colonne corinzie che inquadrano queste figure eloquenti e monumentali, ricerca di monumentalità che poi esploderà nel suo periodo romano; tonalità delicate, sfumate, in passaggi di colore sono graduali senza passaggi grafici che delimitano le figure alla maniera toscana; su sfondo scuro dell'arco emergono in tutta la loro potenzialità plastica e fisicità. “giudizio di Salomone” , 1507-1510, olio su tela. Opera non completa, non terminata; opera che non si vede spesso, che fa parte della collezione Bankes conservata in Inghilterra. Quando si vede la rappresentazione si ha la sensazione di stare all’interno con la prospettiva del colonnato e del pavimento; Salomone deve decidere di fronte a due madri che rivendicano la maternità di un bambino e lui sceglie di darne metà ad una e metà all'altra, una rivolta verso Salomone e una verso di noi. Salomone in un trono marmoreo, monumentale, avvolto da un panneggio che sta per dare l'ordine ad una figura bellissima in primo piano dell’aguzzino che avrebbe dovuto dividere in due il bambino, ci viene presentato nudo che ci mette in mostra lo studio della muscolatura; l’opera non è completata nella rappresentazione e nemmeno nella colorazione. Partendo da una base solidamente veneziana Lorenzo Lotto, Veneziano ha la stessa età di Tiziano e Sebastiano ma a differenza loro, lavorerà solo a Venezia, è un pittore errabondo, che si muove continuamente; trova successo a Brescia, Bergamo e nelle Marche perché era uno spirito inquieto e prediligeva spostarsi ed andare a cercare fortuna altrove; anche per una contingenza temporale, nascere a Venezia negli anni in cui Tiziano è il maestro principe, questa non era per forza una fortuna perché fino al 1675 lui dipinge e lavora e quindi non lascia spazio ad altri, Venezia era un mercato difficile in quei tempi. Decidere di andare a lavorare nell'entroterra era una forma di intelligenza e saggezza economica. Era un pittore eccentrico, del 500, di grande spessore, ma ha una vena più popolare, nordica, studia con grande attenzione le stampe e la pittura di Durer. Pittura nuove, diversa che trova riscontro in committenze periferiche e provinciali che meglio accoglie queste novità e difformità dalla regola che meno si accettano a Venezia dove vige la pittura olimpica di Tiziano. Polittico di Recanati, Museo civico, 1506-08, olio su tavola. Madonna in trono, santi ai lati e nella parte superiore e poi Cristo nella parte apicale; volti = espressioni poco consone alla loro santità e al loro rango; voleva rendere immediati e popolari questi tratti somatici, espressioni divertite o impaurite, le ricercava in una galleria di raffigurazioni poco frequenti nelle rappresentazioni sacre. Interviene lo studio della pittura nordica 0 corpo del cristo senza forze, bianco, morto, il sangue non scorre più, drappo che cinge il pube del cristo e poi sguardo interrogativo e angosciato del tipo che lo tiene da dietro, emerge dallo sfondo e ci guarda domandandoci cosa succede adesso. Roberto Longhi = parole lette “più moderno, le proporzioni non esistono....importante la luce...” Pala Martinengo, 1513.16, olio su tavola, Bergamo Opera complessa nella sua lettura, ricca, stratificata, dove si vede la ricchezza del vocabolario figurativo di Lotto. Madonna in trono con bambino e intorno a lei una serie di santi, sfondo con colonne trabeate che danno il senso di una continuazione fanno provare la sensazione che si sia di fronte ad una navata che continua; sopra di lei i due angeli che sostengono la corona della vergine. Spazio non è chiuso da una cupola, ci da uno spazio illusivo con una balaustra che si apre sul cielo e altri angeli srotolano drappi. Bambino = scomposto, esce dallo spazio del trono della vergine e lei che lo trattiene con una mano e con l’altra sembra una madre che ha perso la pazienza come se dicesse che non ce la fa più, espressione umana della vergine e la santa sotto che sembra dire che la capisce. Trono = con zampe leonine con alla base un drappo marrone, sembra coperto di cuoio. Lotto = emerge nella sua grandezza con dettagli secondari che fanno di quest'opera un capolavoro della maniera. Pala di Santa Lucia Viene raccontata la storia che viene portata davanti al re e lei si oppone alla richiesta di adorare gli idoli e per questo le verranno cavati gli occhi. Architettura elegante, corretta e composta e trattiene all’interno masse di figure divergenti; re da una parte che impone la sua richiesta, Santa al centro che è irremovibile, convoglia in se le forse e le trattiene; forze espresse dalle figure che la portano davanti al re e poi altre figure in 2 e 3 piano. Colori = forti, stridenti, moderni, giallo, verde, rosso... Espressioni di nuovo ne tira fuori dei ritratti e delle citazioni alla pittura Durelliana. Tecnica con cui Lotto sfuma i passaggi. Ritratto di Andrea Odoni 1527, olio su tela Figura di collezionista che si fa rappresentare con il risultato delle sue raccolte in uno studiolo di un personaggio che è ricco e lo dimostra con il suo mantello ponderoso e rivestito di pelliccia. Tiziano Ha un linguaggio ed una tecnica molto moderna che saranno comprese e studiate dagli artisti successivi come per esempio è un esempio per Velasquez; amato anche da Manet. Tiziano porta avanti una ricerca stilistica che non è mai esausta, cerca sempre di elaborare nuove formulazioni e nuove urgenze stilistiche, quando arriva ad un punto poi riparte per cercare nuove soluzioni e nuovi elementi di ricerca. Ultimi anni di carriera arriverà ad un'elaborazione stilistica completamente nuova; disegnare col pennello sulla tela, con pennellate che piano piano si sfaldano e perdono di definizione dando vita ad una pittura impressionistica. Concierto campestre, 1509-10, olio su tela, Louvre deriva da Giorgione, siamo di fronte ad un'impostazione naturale che ricorda “la tempesta”, in uno spazio naturale e all'interno di natura ricca e rigogliosa si svolge questo concerto di personaggi senza una vera identità, figure maschili che suonano e figure femminili che godono di questo momento di pace all’interno della natura che è la vera protagonista della rappresentazione, nei suoi scorci bucolici e nello sfondo che va via via degradando. Schiavona, 1510-11, olio su tela Londra National Gallery Donna della nobiltà dalmata che viveva a Venezia; ritrattistica che ha grande successo per la presenza fisica della figura che si appoggia alla balaustra dove è ritratta lei stessa e dove Tiziano si firma. Sfondo neutro, scuro su cui la figura emerge. Assunta 1516-18, olio su tavola, Venezia chiesa dei Frari Pala monumentale alta 6m e 90 e larga 3m e 60; rappresenta l’Assunta e divide la scena in due parti interconnesse dal gesticolare degli apostoli nella parte bassa e dal divincolarsi dei puttini che sostengono la vergine portata in gloria. Utilizzo del colore intenso, senza graduazione, stesi con rapidità ed intensità. Parte bassa =n apostoli che assistono con stupore e sorpresa che gesticolano Parte alta = figura della vergine immersa in luce dorata emanata da Dio padre che cala dall'alto all'interno di un mantello dove il corpo si fa luce, portato da gli angeli e uno tiene la corona che verrà donata alla vergine che si trova sopra le nuvole. Vergine = a braccia aperte, mossa dal vento che ascende. Faccia di Dio = si vedono le pennellate e si vede come la figura sia costruita con i tratteggi di questo pennello che si stendono sulla tela a formare il volto, i capelli e la barba di questo vecchio magnifico. Tiziano, Papa Paolo III Farnese con i nipoti Ottavio e Alessandro, 1546, olio su tela, Napoli. Ce lo mostra seduto con i due nipoti ai lati, uno è cardinale dietro che ci guarda negli occhi e ci fa capire che è lui che tiene le redini del papato e l’altro uomo d'armi che si occuperà del ducato di Parma e Piacenza. Analisi psicologica di questi tre personaggi. Tiziano = ritrattista dell'immagine ufficiale di Carlo V 1548, olio su tavola, Madrid Prado. Rappresenta a cavallo, in armatura per ribadire il concetto della sua potenza di essere imperatore del Sacro Romano Impero e dare il senso della sua immensa potenza non solo Europea. Si rifà alla statuaria equestre, Marco Aurelio, e ci da un'immagine di Carlo estremamente efficace; cavallo vestito da parata ed è in una posizione con le due zampe anteriori rialzate e sospese con il peso che poggi nella parte posteriore. Atmosfera e scenografia = naturale, aperta campagna con una parte di figura immersa nella natura e l’altra che si staglia sul cielo con dei bagliori di rosa, oro e bianco che quando si ha il dipinto di fronte si apprezza per la sua luminosità; sfondo reale, con intensità cromatica, luminosità diffusa all’interno di uno sfondo corrusco e ombreggiato come una scena crepuscolare e temporalesca. Opera che segna un punto fisso della rappresentazione del potere e di un cavaliere equestre. Libro Antonio Pinelli, La bella maniera, artisti del 500 Pontormo parte da presupposti già vivi nella pittura fiorentina di Andrea del Sarto e poi passare ad estreme conseguenze sue personale; i personaggi della pala pucci prendono lo spazio con modi impetuosi. la luce sfaccetta i piani e tornisce i volumi e contribuisce a trasfigurare delle vesti. Composizione studiatissima, carica di tensioni verticali ed orizzontali, gioco di corrispondenze chiastiche, non c'è movimento che non si ripercuota come eco in un'altra zona del quadro; il bambin Gesù e l'angelo di destra ripetono la stessa azione, allitterazione visiva; Giuseppe memore del Laocoonte si rifà a San Giovanni Evangelista... dettaglio = ci mostra tutta l'intensità espressiva e la tecnica di Pontormo che si ripropone nelle opere di Rosso Fiorentino; riccioli d’oro, occhi aperti, sgranati... Rosso Fiorentino, pala dello Spedalingo, Madonna col bambino e i santi (Giovanni, Antonio, Stefano, Girolamo) 1518-19, Uffizi, olio su tavola. Siamo di fronte ad una sacra conversazione tradizionale, tutte le figure al centro della rappresentazione con la vergine al centro con il bambino, occhi allucinati e i due puttini leggono come se non toccati da ciò che accade nella conversazione sovrastante; pala risultò a sai ostica allo Spedalingo che non la accettò, fu destinata ad un’altra chiesa periferica lasciando l’idea originaria di collocarla nella chiesa di Sant'Egidio. Lettura commento Vasari Spedalingo va nella bottega e quando vede il modello preparatorio rimane sconvolto, perché le figure invece che santi sembrano diavoli, Rosso da alle sue figure aree crudeli e disperate che non incontrano il gusto del committente e quindi gridando alla frode esce dalla bottega del pittore e ritira la pala comunque che viene inviata poi nel Mugello. Rosso fiorentino mantiene le arie crudeli, il bambino sembra che abbia dell’ombretto intorno a gli occhi. San Girolamo = secchissimo, denutrito, con il volto raggrinsito con il teschio deforme. Tutte le figure nello sguardo hanno uno sfumato, occhi diventano delle macchie scure, indistinte e nel bambino ancora più scure, presagio della croce, mani affusolate, appuntite come le mani delle arpie. Giuseppe in Egitto, Pontormo, olio su tavola, National Gallery di Londra, 1519. Era stata realizzata per una camera da letto, camera Borgherini, fatta nella bottega di Baccio D'Agnolo, scultore di legno dove si tenevano delle accademie durante la sera; cenacolo importante, punto della maniera fiorentina che andrà avanti negli anni anche dopo il sacco di Roma con Perin Del Vaga. Raffigurate le storie di Giuseppe Ebreo dell’antico testamento; viene venduto dai fratelli per gelosia perché era il preferito dal padre, affronta varie peripezie fin che non diventa governatore d'Egitto, diventa un personaggio importante; qua lo vediamo quando i fratelli vanno a scusarsi con lui, Giuseppe li perdona; lo vediamo più volte all’interno della scena, lo vediamo mentre svolge il suo compito di distribuire grano ai sudditi e poi sale verso il capezzale del padre e gli presenta i suoi figli. Egitto che non esiste, ha una porta urbica che sembra la casa di un pittore piuttosto che una costruzione egiziana, sculture o figure vive su dei piedistalli; il puttino sul carro è vivo, dove siede Giuseppe Ebreo quando si svolge il suo ministero. Scena complessa, raffinata anche nella modalità espressiva, con lo stesso mantello e cappello per riconoscerlo sempre e mette in scena nel proscenio teatrale anche architetture complesse, come la scala. Porta urbica strana per un paesaggio toscano ed egiziano. Giuseppe che perdona i fratelli , svolge il suo ministero e poi accompagna i figli al capezzale del padre morente. Francesco Salviati 1552-54, Betsabea si reca furtivamente da David, affresco, Roma Palazzo Sacchetti. La scala di Pontormo che si complica in un ripudio architettonico utopistico, torre dove si trova Davide è rotondeggiante... Betsabea che si avvicina, si guada intorno e inizia rapidamente l'ascesa verso la scalinata e verso la stanza segreta dove si congiunge con il suo Davide e vediamo i due amanti che si abbracciano; maniera appropriata dei mezzi stilistici elaborati negli anni 20 del 500. Pontormo, chiesa di Santa Felicita, cappella affresco dell’annunciazione e la deposizione, tempera su tavola 1525-28. Non fa vedere le ombre ma ci pone di fronte a colori puri, cangianti per la luce che batte su questi colori; lettura di cosa dice Vasari non c'è un punto fermo nella rappresentazione, intorno ad una croce che non c'è perché il cristo è stato deposto è una danza che coinvolge anche la vergine stessa che viene sorretta dalle donne che creano una sorte di vortice; deposizione scardinata dai canoni classici a cui siamo abituati. Colori rosa intensi, celesti, verdi che trascolorano e gli sguardi interrogativi, dolenti; figure che non vogliono essere belle ma va alla ricerca di un'altra bellezza, di un altro canone; susciterà l'interesse di tanti artisti successivi anche contemporanei; riproposta in film e anche in esposizioni. Andrea del Sarto, Compianto del cristo morto, 1525, olio su tavola, Firenze, Galleria Palatina. Vergine al centro, il cristo deposto sopra il marmo della sua sepoltura sorretto da Giuseppe e le pie donne che assistono alla deposizione, i santi Pietro e Paolo che costituiscono i due perni compositivi e poi l’asse centrale sotto Cristo ossia l’ostia che rappresenta il corpo di Cristo. Descritta da Vasari Rosso Fiorentino, deposizione, Volterra, 1521, olio su tavola. La croce compare ma di fronte ad una serie di disequilibri; corpo di Cristo sorretto da Giuseppe e Nicodemo coperto di giallo che sta in bilico su una scala in maniera improbabile; accentua un utilizzo dei colori veramente eclatante, rossi accesi e verdastro del corpo del cristo morto. Volto godente e compiaciuto del Cristo; volto occluso dal mantello della vergine, sguardi affranti delle pie donne... Michelangelo, tondo Doni, 1503-04, Uffizi, olio su tavola. Vergine frontale ma corpo rotazione continua nelle gambe che ruotano divergente rispetto al busto che ruota divergente rispetto alle braccia; bambino che si torce tra padre e madre; cangiantismi quasi trasparenti e accesi. Rosso Fiorentino, Cristo morto sostenuto dagli angeli, 1525-26, olio su tavola, Boston. Va a Roma prima del sacco; la maniera trova un esplosione straordinaria. Dipinge per la cappella Cesi, Cristo sostenuto degli angeli, corpo sensuale, monumentale e deforme si offre in primo piano alla presenza di questi angeli altrettanto belli, che lo guardano con curiosità e compiacimento; le teste hanno boccoli che sembrano trafilati d’oro che si attorcigliano; bellezza raffinata edalta. Corpo di cristo in tutta la sua bellezza fisica, muore e ha un’ espressione quasi sorridente. Parmigianino 1525-27, visione di San Girolamo, olio su tavola, Londra National Gallery. Viene da Parma e è un pittore saturnino che persegue la ricerca di grazia e raffinatezza estrema. Dipinge quando si trova a Roma e si troverà lì anche per il Sacco. Opera in cui la visione di San Girolamo è accidentale, lo vediamo che dorme nella natura e vediamo la figura della vergine con il bambino che ci guarda compiaciuto, bello che parte da uno spunto michelangiolesco, ha una fisicità prestante ma prescinde da questa sua eleganza per raggiungere un altro livello di eleganza, sembra fare un passo di danza, con gestualità complessa e raffinata; gioco di richiami e chiasmi, San Giovanni Battista inginocchiato e completamente ruotato su se stesso, figura che verrà definita serpentinata, fiammella che parte dalla gamba e si conclude nel braccio, con un dito alto e lunghissimo del santo. Vergine in una luce filamentosa che la circonda. Parmigianino, madonna col bambino e angeli, Madonna dal collo lungo, Uffizi 1534-40, olio su tela. Opera enigmatica, complessa con figura profetica piccolina sullo sfondo che non si capisce cosa ci sta a fare con il gruppo della madonna che è di una lunghezza spropositata e allo stesso modo il bambino; ricerca della bellezza allunga e snatura i corpi in senso antinaturalistico, bellezza sopraffina, rarefatta e innaturale. Sul vaso che tiene il putto in 1 piano è riflessa una croce a ricordare la sorte del bambino, la vergine non sembra capire il dolore che li aspetta; bellissima la mano che si porta al petto con leggerezza. Stylish style -. Linguaggio artificioso, virtuosistico e colto - Attento adesibire sempre facilità e disinvoltura per superare le difficoltà dell’arte - Alieno da tensioni emotive o manifestazioni di passioni - Tendenteal bizzarro, capriccioso, estroso Parmigianino, 1527, conversione di San Paolo, olio su tela, Vienna. Paolo caduto dal cavallo, con le vesti segnate d’oro, alza la mano affusolata davanti alla visione, mentre il cavallo imbizzarrito invade la composizione. Cavallo = sa di essere bello, innaturalismo, raffinato con una gualdrappa bella e le briglie del cavallo si insinuano in movenze raffinate come a formare dei vortici; cielo bruscato illuminato solo dalla visione divina. Parmigianino, cupido che costruisce il suo arco, 1532, olio su tela, Vienna. Ci volge la schiena perché è bello e ci può volgere le natiche che diventano protagoniste del quadro; puttini che giocano sotto di lui, forza e grazia sublime; raffinata intensità dei riccioli, in questo volto d'avorio compiaciuto nella sua bellezza ci guarda intensamente. Bronzino, deposizione, 1545, olio su tavola Tutto diventa smalto, la ricerca della bellezza congela le espressioni e i dolori in una ricerca di perfezione anche nelle vesti; bronzino del copricapo, raffinatezza orafa della piena maniera. Veronese, Palazzo ducale, Venezia Tutto immerso in questa luce dorata, scorcio arditissimo in un contesto di raffinatezza architettonica con Venezia al centro circondata da muse che ne determinano la ricchezza; è un telero al centro della volta. Tintoretto, Miracolo di San Marco, 1548, Venezia, Galleria dell’Accademia, olio su tela. Gioca con gli scorci, sfondo notturno e accentuato; scorci delle figure, arrivo di San marco dall'alto di scorcio che si getta verso il basso a compiere questo miracolo. Federico Zuccari, 1573, Flagellazione, Roma, Oratorio del Gonfalone. Danza dove i flagellanti sono posti in maniera chiastica, uno verso l’avanti e uno verso l'interno e al centro il Cristo che accetta la flagellazione come se stesse danzando e poi figure che assistono senza problemi per questo atto così drammatico. Prima lezione del secondo modulo Maniera, manierismo e declinazioni della maniera che nasce in Toscana dalla pittura di Michelangelo, Raffello e Donatelli; ricerca formale, perfezione e accademismo. Ricerca di una bellezza dissonante e disarmonica che troverà a Roma una ricerca di eleganza raffinata e spasmodica bellezza, perfezione che affonda la sua radice nello studio della pittura degli artisti precedenti; arte metro di paragone della nuova arte, scultura e pittura. Chiesa di Sant’ Andrea della Valle e la chiesa Nuova (vale anche per queste due). Presenze a Roma Caravaggio 1592, arriva da Milano, “caravaggismo”, muore nel 1610 Annibale Carracci 1594, arriva da Bologna, crea la sua scuola bolognese... Adam Elsheimer 1600, arriva dall’ Olanda ma prima si era fermato a Venezia, muore nel 1609 Peter Paul Rubens 1602-08, pittore fiammingo, capolavori del barocco Sono presenze brevi, si spostano molto. Cavalier d’Alpino, Altare maggiore di San Giovanni in Laterano, affresco 1600. Clemente VIII ne rimase entusiasta e nominò “cavaliere” Giuseppe Cesari. Utilizza colori intensi ma slavati, superfici preziose e levigate e imposta il suo linguaggio sulla chiarezza e questo per le richieste del Concilio di Trento infatti risulterà gradito proprio al cardinale Aldobrandini e poi Clemente VIII; ha un linguaggio comprensibile, elegante ma tardo manierista e ha una bottega organizzata e può portare avanti diversi cantieri e questo per un pontefice è importante per la prontezza ed efficacia dell’azione. Cavalier, Madonna con bambino, santi Pietro e Paolo 1608-09, olio su tela Sacra conversazione semplificata con 4 personaggi: i due santi e la vergine pura elegante e rialzata e il bambino che non si divincola più di tanto, trono scoperto dal drappo e tutto con colori intensi ma non sgargianti che fecero la fortuna dell'artista in uno stile arcaico dall'esecuzione raffinata e semplificata nella composizione. Cavalier, Cristo Deriso, 1598, olio su tela, Roma. Gioco di luci, corpo definito dalla luce che lo colpisce; aguzzini (3) che lo stanno per frustare, con le tre facce caratterizzate ma non caricaturali; scelta di comprimere le figure in uno spazio angusto e il corpo del Cristo e la sua sofferenza in primo piano e molto presente, mitigato dai colori e dalla bellezza del corpo. All’interno del suo studio, studia anche Caravaggio. Cavalier d’Arpino aveva un senso del mercato, permette a questo giovane che era sveglio di realizzare d’opere nuove. Caravaggio Ragazzo che sbuccia un frutto, 1593, olio su tela Ritratto a mezzo busto con la natura morta; giovane che sbuccia un frutto in un contesto indefinito ma con la scelta innovativa della figura a mezzo busto e della presenza della natura morta e del grano sul tavolo. Sta dipingendo un gesto quotidiano all’interno di un contesto non specificato ma normale. Piccoli dipinti ad olio su rame = iniziano ad avere molto successo Da studiolo, particolari e raffinati, cui superficie di rame dava al colore una brillantezza straordinaria. Riposo nella fuga in Egitto 1597, olio su rame, Boston, Cavalier d’Arpino Questa tecnica si deve ai pittori fiamminghi che la importarono a Roma. | primi furono i fratelli Paul e Matijs Bril. Paul Bril, Campo Vaccino, olio su rame, New York. Rappresentazione di vita quotidiana nelle rovine di Roma; veduta in cui mescola insieme diversi elementi, ci rappresenta la vita quotidiana all'interno di un'ambientazione anticheggiante; si riconosce la chiesa di Santa Maria della Febbre, insieme a uomini che giocano a carte, una zingara che legge la mano e una madre che allatta il suo piccolo; tutto su rame con sfondo archeologico. Adam Elsheimer, Apollo e Coronis, olio su rame, 1607-08, Liverpool. Ninfa che tradisce Apollo che gli scaglia una freccia ma poi se ne pente perché la ama e cerca di risanarla con delle erbe e dal suo ventre fa nascere il dio della medicina. Raffinatezza della rappresentazione; freccia per terra e vesti su cui si sdraia la ninfa insanguinate; Coronis elegantissima e Apollo chinato che raccoglie le erbe. Raffinatezza nella gestione dell'elemento cromatico che gioca con l'acqua, il cielo e il fuoco. Il lezione secondo modulo Roma 1592 interessante dal punto di vista storico-artistico, con nuove possibilità di sperimentazione, cercano di trovare nuove vie espressive rispetto alla maniera. Compresenze = Cavalier d’Arpino aperto ad aspetti di mercato che si traduce anche in sapiente pittore di piccoli quadretti di olio su rame; pittori nordici e fiamminghi come Brils e Elsheimer creando un mercato di tavolette di rame...calderone di tendenze e stili che convergono nel cercare di portare novità rispetto alla maniera ed era stimolante per gli artisti che arrivavano a Roma per beneficiare di un mercato dell’arte attivo. Mecenati erano stimolati a comprare, creare collezioni e modificare quelle già esistenti. Presenza di Federico Barocci, pittore che muore nel 1612 e sul finire del 500 la sua arte viene apprezzata e trova uno sbocco florido anche nell'ambiente romano; pittore urbinate, affonda la sua formazione sulla tradizione Raffaellesca e conosce anche le opere romane dell'artista; divenne il pittore prediletto di Clemente VIII e sarà poi dato un riconoscimento, il papa per la sua cappella sceglierà proprio lui per la pala d'altare raffigurante l’ultima cena che sarà terminata nel 1608 e il papa non la vedrà mai. Federico Barcocci, riposo durante la fuga in Egitto 1570-75, olio su tela, Roma Pinacoteca Vaticana. Punta sulla grazia, la delicatezza del sentimento e il pudore; Giuseppe porge le bacche a Gesù e lo fa con il rossore in volto così come il bambino, la madonna prende un po’ di acqua dal ruscello; scena quotidiana con atmosfera pacata e rasserenante con colori brillanti, di tonalità pastello; perizia tecnica con molti dettagli : copricapo della vergine e la veste che si sovrappone a quella trasparente, i riccioli del bambino....delicatezza che incontra l'apprezzamento del papa. Opere di Barocci a Roma erano arrivate già prima nella chiesa della Vallicella, detta chiesa Nuova, molto importante per Roma perché era la chiesa di San Filippo Neri. Barocci, Visitazione 1586, olio su tela per una delle cappelle laterali. Atmosfera crepuscolare dove non si rinuncia a mostrare la scelta di colori intensi e laccati, come la veste della vergine, il mantello verde dell’ancella e nell'espressione di accenti emozionali timidi e pacati fino a brani di assoluta intensità come lo sguardo dell'asino interrogativo e pensoso che ci guarda. Barocci, Presentazione al tempio della vergine, 1603, Santa Maria in Vallicella. Colori vivi ed eleganza delle forme e delle figure. La vergine inginocchiata sulle scale, Sant'Anna che l'accompagna; figura di mezzo che ci volge le spalle un posizione elegante ma mai artefatta. Barocci, Ultima cena 1608, altare della cappella Aldobrandi Fa molti disegni preparatori infatti questa fase sarà molto lunga; ambiente interno, palazzo del 500, sullo sfondo ci sono dei piatti esposti; Cristo è in piedi con intorno gli apostoli che ammirano la distribuzione del pane; Assisa che si appoggia tenendosi la testa con il braccio inserita in maniera citatoria della Scuola di Atene. Luminosità interna, è notte, usa fonti di luce interne rifacendosi agli studi di luce di Raffello. Quadro denso, pieno di studio e citazioni, in onore del pontefice che però non lo vedrà mai; opera importante, tutto espresso in maniera meditata e apprezzata dalla critica contemporanea. Roma fine 500 inizio 600 = il nuovo arriva grazie al meticciamento, ossia la presenza di artisti forestieri. Annibale Carracci 1560-609, la tradizione classica È la punta di diamante di una famiglia più ampia: fratello Agostino e cugino Ludovico 1582 = fondano a Bologna l'Accademia degli incamminati o desiderosi (di un nuovo tipo di pittura). Pittura contro la complicazione, sofisticatezza e superficialità, contro la pittura manierista; nuovo tipo di pittura affonda la tradizione nell'arte antica e che guarda alla realtà tangibile, elaborano un linguaggio che va verso la chiarezza e rappresentazione diretta della realtà; questo passaggio poteva avvenire solo a Bologna dove c’è una tradizione nordica che già favoriva questo ragionamento e questa pittura. Annibale Carracci, matrimonio mistico di Santa Caterina, 1586-87, Capodimonte. Affonda le radici nella pittura di Correggio e di Parma molto conosciuta da questi pittori. Tutto è basato sulla rappresentazione umile, con un estrosa composizione, gioco di elementi classici giocato su qualcosa che cerca di innovare; Annibale giovane. Ludovico Carracci, madonna con bambino e santi Francesco e Giuseppe, 1591. Scena davanti ad un tempio con le colonne e gioca molto sulla luce crepuscolare. Agostino Carracci, la comunione di San Girolamo 1592, Bologna. Costruzione architettonica classicheggiante, delicatezza del momento intimo; composizione importante ripresa poi da uno dei loro allievi per una pala d'altare. Si rifanno a tematiche tradizionali nella loro accademia. Analisi della realtà = si osserva e lo si traduce nell'arte attraverso il disegno per comprenderla e tradurla nei dipinti; tutto quello che si può disegnare viene disegnato; tutto diventa elemento di traduzione grafica senza divieti e restrizioni. Anatomia = dissezione dei cadaveri con medico Lanzoni nella colta Bologna di questi anni; per studio dei cadaveri e della muscolatura. Studi teorici = con Agostino che era portato per gli studi scientifici , matematici e prospettici... Lucio Faberio = Tutti facevano a gara a disegnare l'ossatura dei corpi, le vene e i nervi... Annibale Carracci, testa di bambino di profilo, 1584-85, Firenze uffizi. Giovane che osserva in un momento di pausa e che traduce con immediatezza sopra il foglio; momenti principali dello studio all'interno dell'accademia. Si va verso una pittura che perde il legame con la storia, la mitologia e rappresentazioni di grandi eventi, si va verso una pittura dove si può rappresentare qualunque cosa, un gesto, vita quotidiana e cittadina che fino a quel momento non avevano dignità nella pittura; inizieranno a dare vita alla pittura di genere, rivolta ad una rappresentazione di un momento immediato e vario della vita. Annibale Carracci, macellaio intento a pesare la carne, 1582-83, matita rossa su carta avorio. Funge come spunto per poi arrivare alla realizzazione di un dipinto importante: La piccola macelleria, 1582-83, olio su tela (Fresca immediata e intensa). comparazione : Bartolomeo Passerotti 1580, due macellai appoggiati al loro banco rivolti verso i passanti che ci fanno vedere le carni e ci guardano; guarda la scena da fuori, una lieve accentuazione dell'aspetto caricaturale delle due figure; volontà di rendere delle caricature di macellai e calcare la mano sull'aspetto del mercante che ci vuole vendere la merce e l’altro l’uomo di fatica debito al taglio delle carni... Annibale ci porta all’interno della bottega stessa; i suoi macellai non sporgono dal bancone ma svolgono le loro occupazioni all’interno della bottega, vediamo un momento intimo e privato del loro mestiere; lui li ritrae all’interno della bottega. Trionfo e trae ispirazione dai rilievi dei sarcofagi antichi, le cui figure sono disposte una di seguito all'altra, trionfo della mitologia, di dee, pagano; sottolineato da Bellori ispirazioni della scultura che poteva studiare nelle varie sale di Palazzo Farnese. Bacco sul suo carro tirato dalle tigri e poi Arianna tirata dagli arieti. Sarcofago dionisiaco con corteo nuziale, British Museum = figure una dopo l’altra in atti di danza anche molto enfatica, con bacco ed Arianna sul carro; riprodotta da molti artisti quest'opera, era un sarcofago importante e noto; nel 700 fu acquistato da un grand tourist anglosassone che venne in Italia per completare la sua formazione e lo comprò, raccolse una splendida collezione d’arte nella sua casa e poi molte opere le donò al museo londinese. Annibale = corteo di figure creando un nuovo modello di bellezza classica, riprende l'antico e rivisitato attraverso la pittura di Raffaello (campione pittura del 500). Bellori =personaggio molto importante che scrive nella seconda metà del secolo e le sue vite prendono vita dopo che molti artisti di cui parla saranno morti e cerca di imporre di nuovo la pittura classicista (Annibale Carracci, Andrea Sacchi...) ma non c’era Bernini perché si allontanava dal suo ideale di bellezza che era una bellezza ideale e non naturale. Annibale campione della nuova pittura classicista e Bellori lo ammira e ne parla così tanto. In basso, Giunone e Giove Corpi possenti, forti, voluminosi ispirati alla pittura michelangelesca alla quale si rifanno anche gli gnudi posti ai lati della rappresentazione; al centro = rappresentazione dell'amore coniugale tra Giove Giunone, con più della metà della stanza occupata dal letto, i suoi attributi sono per terra, l'aquila e le frecce infuocate; la mano di Giove palpa la gamba della donna, affonda nelle carni (ratto della sabina); i seni turgidi di Giunone. I rigori del concilio di Trento sono ormai lontani, sono passati 40 anni dalla fine del concilio e la chiesa ha ripreso la sua potenza temporale e si può concedere il gusto e il lusso della lascidia nei dipinti. Particolare con ignudo, affresco 1597-600 Vediamo un dipinto preparatorio che cambia un po’ rispetto all’affresco finale, nel disegno ci guardava negli occhi mentre nell’affresco guarda davanti a sé. Annibale, particolare di un putto, affresco 1597-600, Palazzo Farnese Putto che piscia, messo non al centro ma ai lati della rappresentazione. Scene forti, contenuto sensuale intenso come avevamo visto già in Raffaello nella volta della villa Chigi e la sensualità di figure di Giulio Romano a Palazzo Tè a Roma. Concluso nel Giugno 1601, mostrato al pronipote del papa il quale colpito dalla bellezza di questa opera commissiona ad Annibale un pala d'altare. Domine quo vadis, olio su tela, National Gallery 1601 San Pietro che incontra Cristo che gli indica la strada per Roma; paesaggio classico, di rovine, con due figure classiche, magniloquenti che fanno un gesto forte e imperioso verso di noi; San Pietro impaurito da questa improvvisa presenza. 1601-1604 Salute di Annibale si aggrava, si deprime anche per una serie di disordini amorosi ed è in preda ad una serie di esaurimenti nervosi dal quale non si sarebbe mai ripreso (non veniva pagato molto per le sue opere). Arrivo a Roma dei giovani formati all’interno dell'accademia Carracci Domenichino, Carracci Antonio, Lanfranco... che si spostano da Bologna a Roma; allievi su disegno di Annibale iniziano la decorazione delle pareti della galleria e si prendono cura del maestro, lo obbligano a lavorare almeno due ore al giorno che però muore nel 1609. 1595, Autoritratto su cavalletto, Annibale, Firenze galleria Uffizi, olio su tavola. Sembra quasi avere pudore di mostrarsi, mostra un autoritratto di se stesso all’interno del quadro; massima rappresentazione della timidezza, melanconia. Roma = nuova scuola di pittura dagli artisti, suoi allievi; 1604-1618 dominati dagli allievi di Annibale che avranno un terreno fecondissimo per le loro opere. Trovavano anche una serie di committenti e protettori importanti tra cui il cardinale Paolo Emilio Gregorio VV = commissioni per gli allievi. Roma diventa il nuovo fulcro per la pittura bolognese e quindi per un filone forte di pittura classicista. Domenichino (Domenico Zampieri) Si orma all'accademia degli incamminati e giunge a Roma nel 1602, e lo aiuta nella parte bassa della Galleria Farnese; è un classicista rigoroso, si rifà all'antico, a Raffaello e al maestro, è un classicismo forte, netto; Dopo la morte del maestro ottiene importanti commissioni. Domenichino, Santa Cecilia davanti al giudice, affresco 1612-15, Roma cappella Polet Santa Cecilia davanti al giudice, tutto ispirato alla classicità rivista attraverso la luce e la lezione di Raffaello; Santa si rivolge timida davanti al giudice che la condanna, alza la mano e abbassa lo sguardo è una figura trattenuta nella sua funziona; viene ripresa da una venere che esce dalle acque ed era presente nella collezione Farnese, fa operazione di rivisitazione della scultura, la trasforma da venere a Santa e restituisce un'opera classicista legata alla tradizione di Annibale; questa venere oggi è al museo archeologico di Napoli. Domenichino impone una struttura simile a quella di un sarcofago, figure tutte in primo piano che si susseguono una dopo l’altra. Morte di Santa Cecilia Architettura classicheggiante; angelo che porta la corona e la palma del martirio, tutto espresso con pacatezza di sentimenti; la santa apre la bocca delicatamente senza esprimere il dolore per la sua morte; bambino tenta di scappare dalla presa della madre un po' più in maniera enfatica ma il resto è tutto pacato e classicista. Pala d'altare, comunione di San Girolamo, olio su tavola 1614, Roma Paninoteca Vaticana Domenichino ha copiato il quadro di Agostino Carracci (detto da Lanfranco) , plagio, succede uno scandalo. Bellori = cerca di mettere un freno allo scandalo di quest'opera perché era dalla parte di Domenichino e dice che i due quadri sono tanto differenti, le azioni anche delle figure, non merita scandalo ma notevole adorazione; mette l'accento che Domenichino ha preso degli spunti ma ha fatto un'opera diversa. Mettendole una accanto all'altra vediamo che sono simili ma anche parecchio diverse; Domenichino = non percepiamo molto dello sfondo perché le figure occludono la vista e poi rispetto ad Agostino accentua l'elemento del realismo, domenichino cerca di essere più comunicativo e attento a dei dettagli di verità anche banali come il cero sopra il grande candelabro che non è diritto ma ritorto; a descriverci l’effetto intenso di questa rappresentazione è Bellori nelle pagine dedicate alla vita dell'artista Girolamo di Domenichino = vecchio e infermo, che si piega sulle ginocchia, dove la carne non ha più consistenza e si increspa dove il giovane lo sorregge da sotto le ascelle, mani tremole e le dita dei piedi che si chiudono, l’unico spirito che lo muore è lo spirito del corpo e del sangue di Cristo. Domenichino, Caccia di Diana, 1616. Opera simbolo del classicismo seicentesco. Pietro Aldobrandini era il committente per una villa a Frascati, luogo colto dove si parlava di filosofia ed arte frequentato anche da figure interessanti del tempo, all'interno di questo cenacolo raffinato nasce l’idea di questa committenza. Quando riceve la committenza inizia a dipingere la sua opera e ne viene a conoscenza Scipione Borghese, potentissimo cardinale; va nella bottega di Domenichino e prende il quadro anche se non era per lui e se lo porta a Villa Borghese dove viveva. La fonte letteraria = 5 canto dell'Eneide, gara di tiro con l'arco che viene fatta dai compagni di Enea al bersaglio di una colonna legata ad un palo; primo arciere prende il palo, il secondo il nastro, il terzo prende il bersaglio e il quarto tira la freccia che si incendia nel cielo; lo inscena come se fosse un torneo di ninfee amiche di Diana e arricchisce il contesto con dettagli squisiti tra cui i cani di cui uno si abbevera e l’altro balza a prendere la preda colpita che è una pavoncella; tra le versure ad osservare le ninfe poco vestite ci sono due pastori che assistono di soppiatto alla gara; sfondo = altre due ninfe che corrono e altre due che portano sulle spalle un cervo ucciso paesaggio = campestre inondato di luce che ricorda le delizie della villa di Frascati. Bagnante in primo piano (piccola) ci guarda negli occhi, corpo nudo bianchissimo, che non è attenta a quanto sta accadendo e all'indicazione dell'altra ninfa che gli indica la pavoncella; questa figura ci ricorda che siamo spettatori e ci invita a godere della vista di tutta questa bellezza. 1630 = esposto in una mostra a Roma in cui verranno esposti i quadri più belli realizzati in questi anni. Domenichino dopo questo momento romano vivrà un momento di rivalità forte con Lanfranco perché pochi anni dopo quest'opera viene appaltata la decorazione della volta della chiesa di Sant'Andrea della Valle affidata a Lanfranco e a Domenichino viene assegnata la decorazione dei pennacchi; lui la vede come una punizione, lascia Roma e va a Napoli in cui dipingerà la volta della cappella di San Gennaro nel duomo di Napoli e vi morirà nel 1641. Francesco Albani 1601 = si trasferisce a Roma e collabora in veste di assistente con Annibale nella redazione dell lunette Aldobrandini. Tra queste lunette una è attribuibile alla sua mano: “assunzione della vergine” quinta scenica di alberi e versure, più retrostante sarcofago sull'alto plinto, e nel paesaggio con una città sullo sfondo; figure sono poche, dodici apostoli e la vergine portata in cielo, assunta a braccia aperte nella consueta posizione dell'assunzione. Albani si specializza di in quadretti di dimensioni ridotte con morbidi paesaggi, raffinati; Sacra famiglia, olio su rame, 1610 Freschezza dei colori; altorilievo dove l’acqua abbevera i bambini e si rifà alla scultura classica. Toletta di Venere 1622, olio su tela, Roma Venere circondata dalle dee dell'olimpo si fa bella in un paesaggio ideale, classico dove acqua e natura si fondono, in un mondo pullulante di amorini che giocano e chiamano alla primavera; quadro sensuale per la venere e siamo nella dimora di un grande cardinale della chiesa di Roma. Giovanni Lanfranco Rivale accesissimo di Domenichino; nasce a Parma e questo sarà importante, studia nella bottega di Agostino e nel 1602 si trasferisce a Roma dove collabora con Annibale per la parte bassa della galleria Farnese e dopo ottiene da Odoardo una commissiona autonoma. Camerino degli Eremiti Stanzetta piccola, rettangolare, dedicata alla meditazione solitaria e alle pratiche cristiane; decorare con rappresentazioni ispirate ad eremitaggi, figure ritirate in deserto per purificarsi. Decorato con 4 affreschi e 9 quadri riportati sul soffitto (2 di Lanfranco). Cristo servito degli angeli, olio su tela, 1616 Deserto con Cristo servito dagli angeli, paesaggio brullo, secco povero che induce alla meditazione. Maria maddalena portata in cielo dagli angeli, olio su tela 1616 Trascorre anni in solitudine nelle montagne della Provenza e la portavano in cielo dove poteva sperimentale la gratitudine del paradiso; paesaggio brullo con la Maddalena nella parte alta del dipinto per esprimere la posizione difficile dell’eremita. in quel momento ma tutto sembra sospeso perché idealizza questi sentimenti ispirandosi alla pittura di Raffaello e anche all'arte e scultura classica. Dettaglio = richiamo al portico e soldato che rincorre una madre in prossimità del pugnale, al centro della composizione. Scultura classica = ebbe un forte impatto su Guido e sulla costruzione di quest'opera; la sua attenzione si è canalizzata sul gruppo scultoreo delle Niobidi, acquistata dai medici che lo esposero nel giardino di Villa Medici; sono 6 figure più la madre e sono esposte agli Uffizi. Le espressioni sono di smarrimento e di sgomento causata dall’incombente minaccia divina che sta per uccidere queste giovani e una di loro è sdraiata per terra già colpita e morente. Reni guardò a questo gruppo per molte delle sue figure. Testa della Niobe = Guido lo copiò e lo trasfuse all’interno della sua pittura. Guido = molto amato anche in Francia, definito un dio della pittura. 1614= lascia Roma per tornare a Bologna dove rimarrà per tutta la sua carriera. Prima = lascia altre opere a Roma molto importanti. Giulio, dipinto raffigurante San Filippo Neri in estasi, olio su tela, 1614, Roma chiesa della Vallicella. Viene commissionato nel 1614, quando Filippo Neri non era ancora diventato santo, beatificato nel 1615 ma il processo di canonizzazione finirà nel 1622. San Filippo era un santo che era già venuto santo quando era in vita, ritenuto tale dai Romani. Quadro non fu scoperto fino al 1622 e rimane coperto all’interno della cappella; quadro fondamentale per l'iconografia di San Filippo, comparirà sempre in questa posizione, dove pregherà davanti all'altare, seguito dalla vergine, dietro di lui, lui non la guarda, e accoglie dentro di sé lo spirito santo. 1614 = torna a Bologna e porta avanti la sua carriera di enorme successo, diventando uno dei pittori più richiesti e costosi di tutta Europa. Guido, L’Atalanta e Ippomene 1620, olio su tela, Napoli. Sembra quasi un disegno dei vasi dell’epoca greca; ripropone costruzione chiastica, semplificata e astratta che abbiamo visto anche nella strage degli innocenti. Storia = Atalanta era di Creta figlia di lasio e lei viene abbandonata dal padre che alla sua nascita desiderava un figlio maschio e lei viene cresciuta da un’orsa nei boschi, diviene una giovane molto abile e capace; il padre dopo la riconosce e la vuole dare in sposa ma Atalanta pone come condizione che avrebbe sposato solo chi l'avrebbe battuta in corsa; Ippomene chiede aiuto ad Afrodite per vincere questa gara e lei fornisce 3 pomi dorati che avrebbero fatto innamorare lei di lui; durante la corsa lancia i tre pomi dorati e Atalanta che stava vincendo si ferma a raccoglierli e lascia la corsa e concede la vittoria ad Ippomene, si sposano e scelgono il tempio di Cibele che si arrabbia e li trasforma in leoni. Pittura chiastica, due figure che interpretano due opposti, lei si abbassa e Ippomene si slancia verso l’alto verso la vittoria; gamba di Atalanta che si incrocia con quella di Ippomene creando una x. Corpi idealizzati, erotismo sospeso e raggelato. Il ratto d'Europa 1640, National Gallery. Giove che si innamora di Europa, si trasforma in un toro e la rapisce dalla riva, i suoi parenti la reclamano, lei inizialmente aveva paura di questo rapimento poi inizia ad avere uno sguardo rassegnato che sta guardando l’amorino che sta per scoccare la freccia che la farà innamorare di Giove. Volto = ripreso dal gruppo scultoreo delle Niobidi e da Raffaello per le vesti volteggianti come la veste rosa che svolazza al vento. 1613/14 = Roma, casino Borghese di proprietà di Scipione Borghese, ambiente fuoriporta. All’interno ha una grande stanza che viene dipinta con l'affresco di Guido Reni che rappresenta L’aurora. All’interno di una cornice in stucco dorato, con le cariatidi; al centro c'è il carro dell'Aurora, con ritmi fluidi, fanciulle danzanti, come se fosse un basso rilievo. Concepita come un fregio, privo di illusionismo pittorico, che deriva dal classicismo. L'aurora rappresenta la quinta essenza dell'ideale classico ripresa dalla bellezza di Raffaello. Epitomi, pietre miliari della pittura classicista. Il Guercino Pittore bolognese, nasce nel 1591, non vive da apprendista e da giovanetto all'accademia degli incamminati, quindi studia da autodidatta fin quando non arriva a Roma nel 1621 quando diventa papa Gregorio XV che era di Bologna, Cardinale Ludovisi. Guercino diventa il protetto del cardinale Ludovico Ludovisi il quale gli commissiona l’Aurora del Casino Ludovisi. Guercino, Aurora, Casino Ludovisi 1621-23, affresco, Roma. fa continuare le pareti, i muri nella volta poi li interrompe e provoca un'apertura sul cielo come se i muri si aprissero sul cielo facendo emergere il carro dell'Aurora che incede; effetto più coinvolgente e prorompente con anche colori molto più vivi ed intensi. Carro corre nel cielo spargendo fiori e lentamente l'oscurità svanisce; alba di una nuova era. Si va verso una trattazione più libera, disposizione più informale dei personaggi, delle nuvole e dell'elemento naturalistico; apertura che apre sul cielo e ci porta ad una concezione barocca dei cieli aperti. Notte = sta nella lunetta, circondata da tutti i simboli della notte, pipistrello, bambino che dorme ecc... Aurora = porta il trionfo della luce dissipando l'oscurità. Ricerca di pittura diversa, va opposta al classicismo di Guido Reni. Non si sarebbe potuti arrivare a queste rappresentazioni senza la conoscenza di Caravaggio. Caravaggio (Michelangelo Merisi 1571-1610) 1571 = nasce a Milano 1577 = famiglia si trasferisce a Caravaggio per la peste 1584 = entra nella bottega di Simone Peterzano fino al 1588 1590 = muore la madre 1592 = si trasferisce a Roma 1593 = lavora per il Cavalier d'Arpino 1595-96 = 1598 = prima commissione pubblica, Cappella Contarelli 1603= processo per aver diffidato Giovanni Baglione 1606 = uccide Ranuccio Tomassoni, costretto a scappare. 1607 = soggiorna a Malta, viene scoperto 1608 = fugge a Siracusa 1609 = Messina, Palermo e poi Napoli 1610= nella strada del ritorno verso Roma muore, gli era stata concessa la grazia dal cardinale. 1593 Roma = bottega del Cavalier d’Arpino Caravaggio, Fruttaiolo 1593-94, olio su tela, galleria Borghese Figura di % di un giovane riccioluto che si volge verso di noi, mostrandoci la spalla nuda, possente; l’effetto di presenza è dato dall'utilizzo di questo sfondo pallidamente illuminato con una parte che rimane in ombra; ci mostra una canestra di frutta, rigogliosa e questa frutta è resa con una tecnica traslucida che ne enfatizza la percezione tattica e tutto ciò deriva anche dalla tradizione lombarda; fico aperto al centro, vediamo il corpo del fico dolciastro... pittura lombarda = descrittività fiamminga, rientra nella pittura caravaggesca in cui il connubio di figura e natura morta si costruisce un opera nuova, giovanile, punto di partenza per la pittura successiva. Essere letta come una prima natura morta di Caravaggio; portare con questa tecnica innovativa un momento quotidiano della vita dove un giovane entra nella sua bottega e che diventa il protagonista di un quadro. Per l'artista era importantissimo realizzare una canestra di frutta tanto quanto un quadro storico di figure. V lezione secondo modulo fruttaiolo = opera che segnava la precocità di Caravaggio rispetto a questo tipo di produzione che era frequente nel nord, Lombarda, Veneta, dove l'approccio al naturalismo era diretto; grazie a questo si riuscì a superare la pittura manierista verso una nuova pittura. Nuova raffigurazione = figura a mezzo busto con natura morta che trova poi esplosione come manifesto di questo nuovo genere pittorico, come temi da essere rappresentati da soli in una rappresentazione; Caravaggio, Canestra di frutta, 1695, pinacoteca Ambrosiana dipinta su richiesta del cardinale Federico Borromeo, era un grande collizionista milanese che chiede questo quadro a Caravaggio e poi la descriverà come una natura viva che mostra tutti gli aspetti della natura da il più rigoglioso al più vecchio, nel suo trattato. Forme della natura morta coccupano solennemente questo spazio con la frutta e il cesto che la contiene; natura non mutata ed idealizzata ma la trasfigura su un piano monumentale, ha dignità di monumento. Luce = inonda la canestra da sinistra, con ombra che fende il canestro che tiene la fiscella, uva fa l'ombra; crea e tornisce gli elementi e ci da il senso di monumentalità e silenzio; canestra ritratta con dignità e maestosità. Due fichi maturi, uva nera e una bianca con alcuni chicchi appassiti, mela cotogna con le foglie, mela bacata , pera bacata, fico più maturo degli altri e una foglia in parte secca, pesca con foglie riseccate come quelle dell'uva rossa che sta dietro....ci mostra il passare del tempo e le varie fasi della natura nel tempo, natura che cambia che passa che si trasforma. Caravaggio pone il suo canestro non interamente su una base ma un poco sporge e crea un'ombra, tentativo di coinvolgere il riguardante, precarietà della realtà; usa elementi di coinvolgimento attivo. Tutto questo = realizzato da Caravaggio quando è all'interno della bottega del Cavalier d'Arpino, bottega importante che gli consente di apprendere molti altri segreti del mestiere; lasciata la bottega incontra alcuni committenti e protettori importanti. Caravaggio ebbe un successo immenso, artista collezionato in vita e protetto da committenti importanti, collezionisti dal gusto raffinato che colsero in lui una novità estrema. Cardinale Francesco Maria del Monte, ambasciatore del gran duca di Toscana a Roma; ospita Caravaggio a Palazzo Madama e durante questo periodo di vita realizzerà alcune opere per il cardinale. Caravaggio, I Bari, olio su tela 1595, Kimbell Art Museum opera nuova, temi della vita quotidiana che ritroveremo spesso nei dipinti del pittore; come le taverne che attirano gli artisti e di conseguenza i collezionisti. Queste figure giocano a carte, primo piano il tavolo dove ci sono i vari giochi e le carte, ricoperto da un tappeto anatolico, copertura ricca e raffinata; giovane rivolto verso di noi, ben vestito è l'oggetto della truffa di questi altri due figuri: uno più giovane, che si porta la mano sul retro sulla vesta dalla quale estrae le carte utili; sono ben vestitit anche loro per ingannare il giovane giocatore che suggerisce la donna cosa buttare per vincere la partita; le carte che usavano alcune erano segnate per capire le mosse da fare. Lui vede questa scena ll'interno di quelle locande ed osterie che frequenta costruita in una maniera ardita; ci mostra uno dei protagonisti da dietro, proiettando la tavola nel nostro spazio. Luce e colori brillanti rendono ancora più coinvolgente la scena. Quest'opera avrà un successo enorme, di versioni di questo quadro ce ne sono circa 30. Caravaggio, Buona ventura, olio su tela, 1593-94, Pinacoteca Capitolina figura colpite da un raggio di luce che arriva dall'alto e illumina il manigoldo che sta per sferrare l'ultimo colpo verso il santo già a terra e scatena diverse reazioni; santo assistito dagli angeli che gli porgono la palma del martirio e un giovinotto che scappa spaventato. Cappella Cerasi, chiesa di Santa Maria del popolo a confronto con Annibale Carracci e sono le due punte di diamante della pittura di questo momento, non lavorano insieme, hanno committenti con gusti diversi ma c'è un momneto in cui si trovano nello stesso luogo, erano rivali anche se da parte di Caravaggio c'era una forte stima nei confronti di Annibale e lo considerava tra i pittori valentuomini. Santa Margherita di Annibale, 1599, olio su tela opera molto vista e apprezzata da artisti e collezionisti tra le persone che la visitarono ci fu anche Caravaggio che diede un suo parere che noi conosciamo tramite Bellori: “mi rallegro che al mio tempo veggo pure un pittore” nel mio tempo non ci sono pittori, ce né solo uno che è Annibale Carracci. Questo incontro tramite le opere avviene nella Cappella Cerasi; cerasi era un medico del papa e si era comprato questa cappella angusta al lato dell'altare maggiore, stretta e lunga in cui fece degli ammodernamenti portati avanti da Maderno e nel frattempo Cerasi nel 1600 commisisona l'intera decorazione della cappella. La pala dell'altare maggiore e l'Assunzione (prima delle opere collocate nell'altare maggiore) = Annibale Tavole laterali = Caravaggio (8mesi per realizzarle); vide l'Assunzione e gli permise di correggere il tiro rispetto a quest'opera. Annibale, Assunzione, 1600-1601, olio su tavola usa uno sforgorante tonalità di colori vivaci e inonda la composizione di una luce dorata per accogliere la vergine in cielo; figure degli apostoli attorno al sarcofago da cui emerge portata in gloria la vergine verso l'alto dei cieli; contrasti di rosa e verde, giallo e celeste, blu e rosso che inondano le vesti dei protagonisti. Posrta sull'altare maggiore. Caravaggio, Conversione di San Paolo, 1600-1601, olio su tavola, prima versione storia del rifiuto (falsa) raccontata da Baglione, per mettere in cattiva luce il rivale “ lavorava solo ad olio e non sapeva fare affreschi, tutti e due i dipinti furono rifiutati”. Questa opera ha due versioni = Caravaggio inizia a dipingere e vede la pala dell'altare maggiore e capisce che la sua opera è troppo diversa da quella e ne realizza un'altra. Versione 1= eclatante, ci mostra una serie di cose molto diverse rispetto alla seconda versione; composizione complessa, frenetica, assistiamo alla caduta di Paolo da cavallo, con molti dettagli naturalistici; Paolo caduto da cavallo con un armatura di cuoio che lo ricopre e che gli aderisce perfettamnete al corpo dando l'impressione di nudità; reazione del santo che di fronte alla chiamata del signore, si porta le mani a gli occhi perchèinondato dalla luce che gli invade la vista; reazione umanissima ma poco adatta al tempo, alla rappresentazione di un santo; cavallo bellissimo che si disarciona dal suo cavaliere e prende parte a questo stupore e questo momento drammatico; c'è l'irrompere di Cristo nella scena che cade ed è ripreso dall'angelo che lo riporta in alto. Scena convulsa con numerosi elementi contrastanti. Ambiente = naturale, alberi, cespugli in cui avviene la scena e si vede anche una meravigliosa resa dello sfondo crepuscolare, squisitamente nordica. Vede la perfetta, immacolata e classicista della Vergine di Annibale e decide di cambiare la sua opera. Versione 2= tutto semplificato, torna ad ambienti rarefatti con pochi elementi e con la luce che costituisce l'intera composizione; sauro è caduto da cavallo... VI lezione secondo modulo caravaggio, crocifissione di San Pietro crocifissione di San Pietro di Guido Reni, 1604-05, pinacoteca vaticana cerca di riproporre le metodologie caravaggesche e ci da un forte naturalismo della figura; si vede la vena rigonfia di sangue di Pietro a testa in giù che sta per essere lasciato cadere. cielo denso di drammaticità, rimane colpito dal colorismo e tonalismo di Caravaggio e la sperimenta nelle sue opere; sarà un passaggio breve, poi tornerà alla sua pittura ma rimase colpito dalla pittura caravaggiesca. Bellori = “era grandissima la fama del caravaggio e guido volle sperimentarsi nello stesso modo di dipingere, col fine di dimostrare il suo talento” lo fa per mettersi alla prova, stile diverso dal suo e cerca di imatarlo, una volta capito il meccanismo, torna suoi suoi passi. Santa Maria in Vallicella (chiesa Nuova) Caravaggio, depo: ne nel sepolcro, 1602-03, pinacoteca Vaticana, olio su tela commissionata da un personaggio torinese molto devoto al culto della sacra sindone; il sudario in questa rappresentazione ha molta forza, avvolgeva il corpo di Cristo e su cui il suo volto vi rimase impresso. Si trova alla pinacoteca Vaticana perchè fu selezionata da Napoleone per arricchire il museo ideale di Napoleone che voleva istituire a Parigi e costituisce il nucleo centrale dell'attuale Louvre; partirono molte opere selezionate da tutta italia, portate a livorno e imbarcate a Marsiglia e portate in Francia; poi tornate in Italia grazie all'aiuto di Canova. Analizziamo = si fa più forte e drammatico il contesto tra luci ed ombre; il gruppo dei personaggi si instaglia sullo sfondo scurissimo ed è scandito tutto da una serie di gesti, come se fossero personaggi di una tragedia greca. Figura più retrostante = Maria di Cleofa che apre le braccia al cielo, in segno di dolore sotto = Maddalena che piega la testa sotto ancora = la vergine con la mano sopra la testa del figlio come in protezione. Braccio del cristo mort sulla pietra, pietra fondamento della chiesa, continuità tra Cristo e chiesa. Accentuazione dell'elemento naturalistico, vene del braccio del cristo che si fanno di gesso e si induriscono. Luce = fa da contrappunto al realismo delle rughe della vergine o le rughe delle gambe di Giuseppe, rozze, che sta compiendo lo sforzo di tenere con forza il corpo del cristo. Tutto ciò era qualcosa di nuovo e poteva sembrare indecoroso per una rappresentazione sacra, al di fuori di cerchie religiose, segno di umiltà con adesempio i piedi sporchi e l'elemento del “rozzo”. Sarà uno dei quadri più importanti sia per Caravaggio sia per i suoi successori che lo ammireranno e lo copieranno e ne prenderanno atto. Piedi di Giuseppe = elemento di disturbo; tema del piede torna nella madonna dei pellegrini. Caravaggio, Madonna dei pellegrini, 1604, olio su tela, chiesa di Sant'Agostino lavoro sull'iconografia, madonna di Loreto con il trasporto della santa casa dalla Palestina a Loreto ma qui la santa casa scompare; vergine che appare sulla soglia di una casa che ci ricorda il ciglio di una casa romana, cornice sbeccata, appare da un'oscurità ed è lei che porta la luce che viene dall'alto a sinistra e la sua figura si instaglia nell'ombra sopra la cornice marmorea della porta. Vergine = tiene in braccio il bambino nudo avvolto in un piccolo lembo di lenzuolo; guarda i pellegrini nell'ombra, rossore delle sue guance e dei suoi orecchi (appena svegliato). Davanti = pellegrini che si inchinano davanti a questa apparizione, sono sporchi, provati dalla stanchezza del loro pellegrinaggio, sono poveri, umili, con vesti rattoppati, la camicia fuoriesce dal giubbetto e dal pantalone... Da un lato la bellezza carnale della vergine in contrasto con i tratti peblei dei fedeli che rappresentano in preghiera l'umanità intera. Primo piano = piedi sporchi e nudi, simbolo dell'obbedienza e della fedeltà a Cristo. (Svertucciati e callosi) Attenzione ai dettagli della povertà perchè è segno di obbedienza, umiltà e amore verso il signore. Baglione = non la pensa allo stesso modo e critica questi piedi sporchi e nudi e non perde occasione per dare contro al pittore “madonna di Loreto ritratta al naturale, con dei pellegrini sporchi e visti dal retro, piedi fangosi e cuffia sdrucita, dovevano avere la dignità di onorare la vergine e stare sopra un'altare, non era questa la maniera per farlo.” i suoi quadri = la luce, i pochi personaggi, dettagli naturalistici anche se poco decorosi. Quadro rifiutato realmente Caravaggio, Morte della Vergine, 1606, olio su tela, Louvre laerzio Cherubini; quando i carmelitani la videro dissero che non poteva stare su un altare. Vergine = davanti a noi, sopra un tavolaccio di traverso, attorniata dagli apostoli e da un giovane accasciata su se stessa di cui noi non vediamo il volto. Vergine ritenuta indecorosa = caviglie gonfie, piedi nudi, colore verdastro e la pancia gonfia che crea scompiglio senza precedenti perchè la pancia gonfia è segno del fatto che Caravaggio aveva fatto ricorso ad una modella incinta o una prostituta annegata che dopo aveva questa pancia gonfia. Ambiente = scevro di qualsiasi elemento riconoscibile, si vede la parete di fondo, la copertura lignea e un grappo rosso solcato di nero perchè la luce lo batte in alcuni punti soltanto e ripropone la stessa posizione della vergine (come se fosse in croce). Scandalo senza pari = quadro troppo reale, non ci sono gli angeli, non c'è gloria e non c'è assunzione in cielo. “spropositata di lascidia e di decoro, aveva ritratto una cortigiana da lui amata, scrupolosa e senza devozione...” Baglione = “figura con poco decoro per le gambe scoperte e la pancia gonfia Bellori = “per avervi imitato una donna morta, gonfia...” Questo quadro viene visto da Piter Poul Rubens, conoscitore d'arte, studioso dell'arte anche precedente, lo vede e grida al capolavoro; in questi anni era l'ambasciatore del Duca di Mantova, lo fa andare a Roma, vede questo quadro e non sfugge alla sua attenzione, propone l'acquisto per il duca di Mantova nel 1607; gli scrive una lettera dopo aver comprato il quadro, non aveva potuto spedirlo subito perchè tanta era la foga che doveva esporlo in una mostra. Quadro = va a Mantova, poi in Inghilterra e poi in Francia. Roberto Longhi = ci descrive l'intensità e l'utilizzo della luce in questo dipinto; “volto arrovesciato della vergine, colli pulsanti, calvizie e grumo della mano della Maddalena rappresa” Caravaggio =28 maggio 1606 uccise Ranuccio Tomassoni e su di lui cade la pena di morte; lascia Roma ed inizia per lui un periodo di latitanza che lo porterà a Napoli, poi a Malta, Siracusa, Messina, Palermo, Napoli e infine Porto Ercole dove morirà; lascia in questo periodo una serie di opere. Napoli = 1606-07/ 1609-10 Caravaggio, Flagellazione, 1607, olio su tela, Napoli museo Capodimonte si accende sulle figure il fascio di luce che illumina dall'alto verso sinistra il corpo di cristo che sta per essere flagellato, gli aguzzini che lo tengono fermo e che stanno per sferrare il colpo e dietro la colonna marmorea che prende luce inondata dalla luce. Caravaggio, Le sette opere della Misericordia 1606-07, olio su tela, Napoli tema astratto, le 7 opere della misericordia riunite in una narrazione concentrata e compressa; nello stesso dipinto, in uno spazio angusto riesce ad unire le 7 opere di misericordia. Seppellire i morti = trasporto di un morto, si vedono i piedi, accompagnato da un diacono con la fiaccola; fonti di luce sono scarze, fiaccola, luce di vina e luce che viene dal basso, oscurità. Visitare i carcerati e dare da mangiare gli affamati = unisce i due momenti rifacendosi ad un episodio della letteratura classica (storia di cimone, vecchio condannato a morte per la fame, ma viene graziato dai magristrati perchè la figlia andrà a dargli da mangiare) rappresentata quesra scena. Oloferne = si arricchiesce la ricchezza delle vesti e il suo corpo si vede per intero; il sangue schizza da ogni dove e macchia tutto il letto su cui è disteso. Versione di Caravggio nel 1599, olio su tela giuditta era una vedova ebrea che salva il suo popolo dall'invasione degli Assiri che avevano invaso il loro territorio e lei escogita un piano per liberare lei e i cittadini dall'assedio, seducendo e decapitando il generale degli Assiri. Si reca da Oloferne con la sua schiava e lo uccide; c'è molto sangue che macchia anche il letto e le lenzuola. Giuditta = allegoria della virtù; qui molto naturalistica. Giuditta prende per i capelli Oloferne per aiutarsi a staccare la testa ma al moemnto è orrificata e si distanzia, espressione di raccapriccio, aggrotta ele sopracciglia; carattere religioso è superato dal sapore erotico di tutta la scena e anche la serva Abra a lato, è una mezzana con lo sguardo arcigno e la pelle rugosa, si alza il grembiule sotto il quale verrà nascosto il capo mozzato. Sfondo = con drappo rosso ma senza orpelli decorativi Bartolomeo Manfredi 1582,1622 opere molto simili a quelle di caravaggio, spesso veranno confuse; organizza tutto rifacendosi a C aravggio anche se le sue immagini sono meno iconiche e indulge un po' di più all'aneddoto, meno forza impositiva. Bellori = “non fu semplice imitatore ma si trasformò nel Caravaggio, con diligenza e freschezza maggiore nel guardare al naturale e prevalse anche lui nelle mezze figure con le quali componeva le storie”. Bacco e un bevitore, 1607, Roma Galleria Nazionale d'arte. Bacco spreme il nettare dell'uva nel bicchiere del damerino che la beve; si tratta di mezze figure su sfondo scuro, illuminate da un lume in fondo a sinistra; Carlo Saraceni pittore veneziano che giunge a Roma 1598-1620 e si avvicina ai modi di Caravaggio con il quale condivide, gli effetti di luce, la monumentalità delle figure e l'aspetto naturalistico. Martirio di Santa Cecilia, 1610, olio su tela, Los Angeles pochi personaggi, la santa inginocchiata che sta per essere decapitata, angelo che gli porta la palma del martirio e l'aguzzino che sta per sferrare il copo. Caravaggesca nell'impianto e nella scelta della luce che arriva dall'alto, annunciata dall'angelo che illumina la scena in parte dall'alto a sinistra, creando gioco di passaggi cromatici forti. San Gregorio Magno, olio su tela 1624-25, Roma Galleria Nazionale d'Arte papa seduto alla sua scrivania che ci rivolge le spalle e ci fa intravedere il volro, che scrive, un vecchio un saggio che verga una bolla pontificia, con la magnifica tiara pontificia, tempestata di perle; sfondo = scurissimo accompaganto dalla santità dello spirito santo che lo assiste. Adolfo Venturi = lo attribuì a Caravaggio; inventore della storia dell'arte in Italia e aveva una cattedra alla Sapienza di Roma; era funzionario dell'antichità di belle arti, lavorerà a Roma nel minstero e poi professore. “senza tema di errare lo attribuisce a Caravaggio, forza ed effetto così temperata e armonic, delicata ed esatta”... Robero Longhi = lo attribuisce a Saraceni; oggi = sotto la dicitura di Jusepe de Ribera. Armonioso delicato ed ESATTO, tema interessante con aspetti di attenzione quasi fotografica che farebbero pensare ad un artista nordico; ce ne sono tanti ma scesero a Roma dopo la morte di Caravaggio e la loro conscenza è attraverso le opere e riletture e copie; prevale il tema della vita di strada, della vita vissuta che tra i pittori d'oltralpe riscuotono successo. Valentin de Boulogne arriva un anno dopo Simon Vouet; diventa un pittore ricercatissimo e lavora su tematiche e stile caravaggesche, rielaborate in maniera personale; concerto con bassorilievo 1624-26, olio su tela, Louvre tavolo costituito da un blocco di marmo, un bassorilievo che si trovava nella collezione Farnese, oggi a Louvre, figure che si trovano nel bassorilievo dipinto da Valentin; taverna con personaggi che suonano e bevono il vino, soldato che si versa il vino e sul retro un oste che si abbevera dalla fiaschetta. Questo eccesso rispecchia la vita dell'artista, era l'uomo degli eccessi, si ubriacava, amava passare il tempo nelle osterie...questo eccesso lo porta alla morte nel 1632 in estate per una congestione buttandosi in una fontana del centro di Roma dopo aver bevuto molto. Baglione = “era in estate e Valentino andato a bere con i suoi compagni e avendo preso tabacco si infiammò e ritornando a casa si ritrovò in via del Babuino, si buttò nell'acqua e morì di congestione.” Gerrit Van Honthorst 1616 arriva a Roma; viene subito accolto nelle cerchie più alte e eraffinate dalle commitenze del tempo, viveva nel palazzo del Marchese Giustiniani. Dello stile caravaggesco sviluppa l'aspetto della luce, studia la luce artificiale, le sue composizioni prendono vita di fronte a candele e torce che illuminano una parte dell'opera e lasciando in ombra un'altra parte. Uno dei principali espondneti del caravaggismo. Cristo deriso, 1617, olio su tela, Los Angeles innovativa per gli effetti della luce e per la padronanza della fisionomia dei personaggi, espressioni di derisione, Cristo dolente e raffinato sopratutto nell'espressione del viso. Luce= fonte di luce unica dovuta ad una candela o tocia. Santa Cecilia in Trastevere sotto l'altare maggiore a Norfiano, vediamo il corpo della santa ma non il volto. 1591 = Cardinale di Santa Cecilia in Trastevere, paleocristiana di grande rilievo; lui si propone di recuperare i resti della santa che sono presenti nell'area presbiteriale e ne promuove il rinnovamento e gli scavi per trovarla. 1599 = si ritrovano i resti del corpo in un urna di cipresso avvolta in delle vesti del primo papa che aveva ritrovato tali vesti 821 da Pasquale | “invenzione delle reliquie”; ritrovata l'urna e il corpo intero della santa, fa uno scalpore enorme, racchiusi in una nuova urna e esposti nella navata della chiesa. Papa = dona un cassa d'argento per mettere all'interno la cassa di cipresso e richiede questa opera di scultura a Stefano Maderno che lavorerà a Roma. Statua di Santa Cecilia, 1600= si vede il taglio della testa, con una gocciolina di sangue che cade sul collo, corpo verso il riguardante e la faccia non la vediamo perchè rivolto verso il basso, dal resto vediamo parte del volto (è stata ritrovata in questa posizione). Iscrizione “io Paolo, cardinale del titolo di Santa Lucia, ti offro l'immagine della santissima vergine, che ho visto con i miei occhi integri nel suo sepolcro e che ho rappresentato nella stessa posizione nel marmo davanti a te”. Barocco annunciato a Roma da uno straniero, che verrà esaltato al sommo grado da maesti italiani della cultura barocca. Peter Paul Rubens Autoritratto 1623, olio su tela, National Gallery of Australia fu educato al servizio della contessa Deligne come paggio, conosceva tante lingue, scriveva perfettamnete in italiano nonostante sia Fiammingo, grande uomo e grande pittore. 1590 = Anversa, formazione artistica in una bottega; tutta la conoscenza non era sufficiente per lui, formarsi sono sulla pittura fiamminga era poco e quindi si recò in Italia per studiare la scultura antica. 1600= parte per l'Italia; prima sosta a Venezia in cui volle studiare la'rte di quegli artisti, con pennellata densa e carnosa e colori caldi... quando è qua conosce Vincenzo | Gonzaga, Duca di Mantova, nasce una simpatia e il duca propone a Rubens di lavorare per lui come pittore di corte (ne aveva già uyno accademico), lui accetta e si crea una sorta di patto tra i due, duca lo userà come uomo di corte diplomatico che come pittore. Il fatto di non dover essere vincolato alla corte gli permette di viaggiare e verrà a Firenze, andrà in Spagna, a Genova e a Roma per due volte. 1602 _e 1606/08 = sarà a Roma. 1 viaggio = 3 tele per la chiesa di Santa Croce di Gerusalemme, cappella di Sant'Elena che doveva stare sull'altare maggiore e ai lati una crociffissione e una corona di spine. Trionfo di San'Elene, 1602, olio su tela, Grasse guarda al Raffello della Santa Cecilia di Bologna e anche a Raffaello degli arazzi Vaticani. Colonne tortili di salomone nella guarigione dello storpio di Raffaello; Riprese nella sua opera con impostazione di ispirazione per il barocco e le colonnine in questo caso tortili si trovano proprio in un baldacchino dietro la santa. Mostra l'intensità del suo studio anche su testi classicisti. Studia = il Laooconte 1506 con un disegno a matita nera su carta interpretandolo 1601-02, Milano. Testa di Ercole Farnese, in un disegno con tratteggio a penna e inghiostro di fronte al capolavoro dell'arte classica...è la scultura antica alla quale si rivolge, non si limita a copiare ma la elabora per poi riutilizzarle nelle su opere. Bellori scive di lui nelle sue vite = sottolinea l'aspetto utilitaristico che fa Rubens, la studia per studiare se stesso e poi riprende pose e motivi per le sue invenzioni e le traforma con la furia del suo pennello, furia del suo tratto. Quello che apprezza è l'immediatezza e la facilità di interpretazione e si sofferma su questo dato dicendo che ebbe il dono e l'ingegno nobile, sapeva spiegare i soggetti con le parti più proprie ed opportune ed era capace di invenzioni, era uomo di cultura nobile che coltivava anche l'aspetto letterario. VIII lezione secondo modulo Rubens 1606 = torna a Roma e si trova nel posto giusto al momento giusto; chiesa della Vallicella, lavori del presbiterio, chiesa di Filippo Neri in procinto di diventare santo, chiesa al momento del massimo fervore decorativo. idea di iniziare i lavori parte nel 1595 quando il cardinale Federico Borromeo dona all'oratorio fondato da Neri molti soldi per il rinnovamento della chiesa; 1596 i padri filippini danno inizio a i lavori e viene consacrato l'altare maggiore alla Madonna e San Gregorio Magno. Sotto l'altare vengono murate le reliquie di Tatiano e Mario, Nereo, Aquilleo e.... inaugurato l'altare ma c'è da mettere in salvo l'immagine della Madonna della Vallicella alla quale tutti si appellano e stava in una cappella all'esterno della chiesa, che stava per crollare e così i padri filippini decidono di staccare l'affresco e di portarlo all'interno della chiesa, facendone il centro dell'altare maggiore (Madonna della Vallicella, affresco, prima metà del XV secolo, Roma). Rubens ci racconta di questa esperienza e grazie al carteggio che intrattiene con Mantova e scirve costantemente al suo mecenate Vincenzo e il segretario Annibale; lettere in italiano magnifico che ci raccontano molto di questa storia e il fatto che lui va dai filippini e si propone di realizzare l'altare maggiore della chiesa nuova; lettura di parte della lettera 29 luglio 1606. pensa a come poter riquadrare l'immagine sacra che si trovava al centro e i padri gli chiedono di inserire anche i santi le cui reliquie erano sotto l'altare; il lavoro di Rubens si complica perchè deve fare un quadro che contenga l'immagine della vergine più tutte queste figure. Coperte di icona = si cerca di aggiornare il gusto e lo stile al gusto moderno inglobando l'icona sacra dell'opera medievale(spesso); intorno all'immagine antica si pone una coperta più moderna e aggiornata con i tempi. Prima versione = Coperta di Rubens a Roma 1606 santi tutti in fila, Medeo e Achilleo dietro a Domitilla, danvanti San Gregorio Magno e i santi ai lati; vergine sopra l'arco trionfale in parte diroccato in un trionfo di angeli e decorazioni che mostrano la madonna della
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