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appunti Storia Dell’arte, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Dal realismo all’impressionismo: gli spaccapietre, l’atelier del pittore, le dejeuner sur l’herb, Olympia Impressionismo: soleil Levant, rapporto tra fotografia e impressionismo, grenouillere, bau au moulin de la galette, l’assenzio, lezioni di danza, ballerina di 14 anni Post impressionismo: i giocatori di carte, la montagna sainte-victoire vista dai lauves, una domenica pomeriggio all’isola della grande jatte, il cristo giallo, da dove veniamo ? cosa siamo? dove andiamo?, autoritratto di Van Gogh, la notte stellata e campi di grano con voli di corvi.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 30/06/2024

canti-letizia
canti-letizia 🇮🇹

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Scarica appunti Storia Dell’arte e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! DAL REALISMO ALL’IMPRESSIONISMO GUSTAVE COURBET, GLI SPACCAPIETRE Courbet è protagonista del realismo e ha come obiettivo raccontare gli episodi reali della vita quotidiana. Gli spaccapietre è un’opera di Courbet e rappresenta due uomini che stanno facendo un duro lavoro, che gli dà pochi frutti infatti questo lavoro era cottimo (non venivano pagati in base al tempo che impiegavano a fare il lavoro ma alla quantità di lavoro prodotto). I due uomini vengono rappresentati con vestiti strappati, sporchi, scarpe “povere” per dimostrare la consumazione dei vestiti e arnesi. Il vero protagonista dell’opera è il lavoro, infatti i due uomini sono di spalle, non mostrando i loro volti. La camicia bianca mette in evidenza la luce, le figure sono poste al centro dell’opera in primo piano occupando tutto lo spazio e sono illuminate. La gamma cromatica è ridotta, vengono utilizzati soltanto: bianco, grigio, marrone e sono tutti colori che rappresentano la fatica che provano i due personaggi. Corbet ci da l’idea che mentre passava in quel luogo vide la scena e decise di rappresentarla però in realtà dipinse l’opera in quel momento ma portò i due uomini nel suo atelier. Lì dipinge con calma ma ci dà comunque l’idea di aver dipinto sul posto cogliendo il momento. L’ATELIER DEL PITTORE, COURBET In quest’opera Courbet rappresenta se stesso al centro dell’opera mentre dipinge un paesaggio francese (si autoritrae). L’opera può essere divisa in tre parti. Ci sono 2 personaggi vicino a Corbet:una donna nuda (significato simbolico) simbolo della verità del pittore che rappresenta in modo oggettivo ciò che vede e un bambino. Corbet decide di rappresentare il bambino perché loro guardano le cose in maniera più oggettiva, non hanno preconcetti. Rappresenta anche un cane, simbolo della fedeltà alla verità della pittura. I due gruppi di persone (uno a destra e uno a sinistra) rappresentano il contesto sociale dell’epoca: a destra gli intellettuali a cui lui sentiva di appartenere(istruiti, amici dell’arte) mentre a sinistra gli artigiani del popolo (incolti). Quest’opera è una dichiarazione di poetica che ci mostra cos’è la pittura per Courbet. LE DÉJEUNER SUR L‘HERB, MANET Questa opera si colloca a metà tra realismo e impressionismo, dipinta da Edouard Manet nel 1863 che è maestro sia del realismo che dell’impressionismo. È un’opera realistica perché rappresenta un’azione di vita quotidiana, troviamo 4 figure in una radura. Gli uomini sono vestiti come borghesi e alla loro sinistra si trova un canestro di cibo per la colazione (precisa l’occasione del ritrovo). Sullo sfondo c’è una donna rappresentata mentre fa il bagno e in primo piano un’altra donna nuda che fissa lo spettatore, stravolgendo la situazione. Ha una composizione piramidale (vertice è nella donna chinata nello stagno). La cosa scandalosa di questa opera è che la donna nuda viene rappresentata insieme agli uomini in una scena di vita contemporanea e anche dal modo di dipingere di Manet, che non è attento all’analisi delle forme, alla prospettiva matematica e al chiaroscuro. L’opera suscitò scandalo anche se Manet non voleva scandalizzare nessuno. L'opera venne rifiutata dalla giuria del Salon e fu così esposta nel salone dei rifiutati. La luce entra dagli alberi e crea delle macchie. Più guardi da lontano l’opera più i contorni non sembrano definiti. OLYMPIA, MANET E’ un’opera di Manet del 1863 che fu esposta al Salon, suscitando scandalo. La modella che posa è Victorine Meurent, rappresentata nuda, immediatamente riconoscibile e lontana dai canoni dell'idealizzazione ( gambe corte e volto squadrato come nella realtà). La donna bianca è stesa su un letto e vicino a lei c’è una donna di colore con in mano un mazzo di fiori (probabilmente dono di un cliente), forte contrasto cromatico. I fiori sono dipinti con la tecnica impressionista (pennellate veloci). Ci sono molti elementi che ci fanno capire che era una prostituta: - Il suo nome era Olympia, un nome comune a molte prostitute parigine - Indossava un fiocchetto al collo GRENOUILLÈRE Monet e Renoir dipingono lo stesso soggetto, l’opera Grenouillere (stagno delle rane), un locale sulla Senna, luogo di incontro dove si recano entrambi i pittori cercando di cogliere le condizioni di luce e quelle atmosferiche. Monet e Renoir dipingono la stessa scena, ma in modo diverso: MONET RENOIR colori più contrastanti (soprattutto tra le zone in ombra e in luce) colori più omogenei e meno contrastanti, stesi in modo più armonico si mantiene più distante dal soggetto, non si avvicina troppo analizza in maniera più approfondita gli elementi della narrazione, soprattutto la figura umana, spinto dall’attenzione verso gli abitanti avvicinandosi di più al soggetto Entrambi usano la pittura ad olio, en plein air, pennellate veloci e l’abolizione delle regole del naturalismo. La resa è molto diversa perché la percezione è soggettiva (l’occhio umano non è oggettivo come la fotografia che insegna ai pittori impressionisti a cogliere l’attimo). BAL AU MOULIN DE LA GALETTE, RENOIR E’ un’opera di Renoir, i soggetti che sceglie sono giovani borghesi, attraverso i quali vuole raccontare la luce. Renoir ci vuole far credere che abbia dipinto in an plein air ma in realtà lui si recò lì più giorni per realizzare l’opera perché gli serviva molto tempo. Anche qua ci sono i giochi di luce e ombra, per esempio la giacca del signore che è nera con la luce diventa maculata. UKIYO-E (ESEMPIO: HOKUSAI) Le innovazioni tecniche che gli impressionisti mettono appunto derivano da un linguaggio artistico, le stampe giapponesi chiamate ukiyo-e. Nel 1953 il Giappone apre i suoi confini commerciali e in Europa arrivano oggetti realizzati in Giappone, come le stampe, delle incisione su tavole di legno che possono essere realizzate in più copie (riproducibilità), per questo costa di meno e potevano essere commercializzate facilmente e diffuse in occidente. Non seguono la stessa tecnica delle incisioni occidentali. Queste stampe prevedono un linguaggio che non è naturalistico (come gli impressionisti). Gli impressionisti si ispirano a loro per l’uso dello spazio, l’assenza di prospettiva matematica e il contrasto di colori che danno profondità e distinguono i vari piani nelle ukiyoe (funzione narrativa), ma con una tecnica totalmente diversa. > Giapponismo: amore verso gli oggetti che vengono dal Giappone. L’ASSENZIO, DEGAS L’Assenzio è un'opera di Degas del 1876, Il titolo non corrisponde ai personaggi ma a quello che sta bevendo la donna, l’assenzio un liquore molto diffuso per l’effetto di stordimento e il suo basso costo. L’opera raffigura un uomo e una donna seduti in un caffè parigino e illuminati da una luce artificiale che stanno bevendo alcolici e tra loro non c’è comunicazione. Lui è come se fosse attratto da qualcosa dall’altra parte del caffè, mentre lei è in un atteggiamento fisso, sembra che guarda nel vuoto e che sia assorta nei suoi pensieri, postura poco decorosa. La posizione, lo sguardo, i vestiti ci fanno capire che non sono borghesi ma che appartengono a una classe sociale più bassa, infatti sono un barbone e una prostituta. Utilizza pennellate veloci e virgolettate Degas è come se fosse seduto al tavolo davanti al loro e stesse guardando le due figure, mette la sua firma dove lui fa finta di essere seduto (senso della lettura dell’opera). Le linee che delineano il tavolo sono funzionali a dare prospettiva, inserisce dietro i soggetti uno specchio per creare profondità, dialoga con la luce riflettendola (anche le superfici degli oggetti riflettono; vetro, metallo). Degas ammette di aver pagato due amici attori per fargli posare, così che ci dia l’idea di aver realizzato l’opera nel momento stesso, velocemente LEZIONE DI DANZA, DEGAS Lezione di danza è un’ opera di Degas, il quale dipingeva spesso le ballerine perché: 1. Per il gioco che il tutù delle ballerine faceva con la luce 2. Si è accorto che era un soggetto che vendeva, allegro e che piaceva (un altro soggetto erano le corse dei cavalli) Degas si serviva del mezzo fotografico per dipingere le ballerine come modello, si recava più volte nel luogo che voleva dipingere e realizza la scena in atelier. Le ballerine sono una diversa dall’altra, sia le posizioni che le azioni che fanno. Degas sceglie di rappresentare il movimento, tranne per il maestro appoggiato al suo bastone e la ballerina in primo piano. Le ballerine hanno fiocchi di diversi colori per creare equilibrio. Il pavimento ci dà l’idea di profondità, le righe di prospettiva e possiamo immaginare che alla destra del dipinto ci sia un specchio. Nella sinistra c’è una finestra da dove arriva la luce e si intravedono i tetti parigini, la scena si svolge in un palazzo collocabile nei primi anni dell’ottocento. Il nostro occhio si perde nel vedere tutti i dettagli (narrazione ricchissima). BALLERINA DI 14 ANNI, DEGAS Ballerina di 14 anni è una scultura a tutto tondo realizzata in bronzo fuso nel 1890 da Degas. L’opera rappresenta una ballerina che sta facendo un passo di danza. Degas ci mostra il risultato a cui arriva, realizza un corpo di una ragazza non ancora del tutto sviluppata, esile, senza forme, gambe e braccia quasi sproporzionate. Lei ricerca la grazia nel movimento ma appare un po’ sgraziata. Questa opera è stata critica tantissimo con l’accusa di aver realizzato un’immagine animalesca, una figura femminile lontana dalla bellezza idealizzata, dallo stereotipo della ballerina (armonia, equilibrio). Questa scultura viene scolpita e poi vestita con un tulle a raso e un fiocco ai capelli facendo un’operazione concettuale che sarà alla base dell’arte contemporanea. Degas Inserisce elementi reali all’interno dell’opera poetica mettendo insieme due mondi, quello della realtà e quello poetico. IL CRISTO GIALLO, GAUGUIN Lo stile di gauguin è primitivista, cioè si va oltre il naturalismo cercando delle forme sintetiche estremamente riassuntive caratterizzate da contorni netti, all’interno dei quali il colore è steso in modo omogeneo (aplat). Il cristo giallo è un’opera di gauguin che appunto rappresenta cristo in croce. Il giallo è l’elemento simbolico, ci da l’idea di una figura serena che deriva dalla consapevolezza che la morte è un passaggio per la vita ultraterrena (crocifissione nella campagna bretone). Accanto a cristo sono rappresentate 3 donne vestite in modo tradizionale. Sullo sfondo c’è un signore che scavalca un muretto senza accorgersi di niente. Anche il paesaggio è giallo, come se cristo e il paesaggio sono della stessa sostanza (c’è del divino in tutte le cose). PAUL GAUGUIN: DA DOVE VENIAMO? COSA SIAMO? DOVE ANDIAMO? È un’opera di Gauguin del 1894, la struttura si ispira a un ciclo affrescato occidentale. Negli angoli superiori dell’opera Gauguin finge una screpolatura, a sinistra troviamo il titolo mentre a destra il disegno preparatorio della fronda dell’albero (fa finta sia un affresco ma è un olio olio su tela). Il titolo composto da tre domande ci aiuta a seguire la storia dell’opera, la lettura procede in due direzioni da destra a sinistra e abbiamo tre episodi con ciascuno un personaggio protagonista: 1. Viene rappresentata un’anziana che si tiene la testa tra le mani 2. Abbiamo un ragazzo che sta raccogliendo un frutto (simbolo della maturità) 3. C’è un neonato che sta dormendo Gauguin sembra raccontarci il ciclo della vita che vede come protagonista degli essere umani inseriti nella natura, è un ciclo universale del quale l’uomo è protagonista all’interno del sistema mondo. Rappresenta il ciclo della vita in un contesto Tahitiano infatti le persone sono rappresentate come le persone tahitiane (isola di Tahiti, dove in quel momento Gauguin stava). L’uomo ritorna a dei tempi primitivi, all’origine dei tempi. Ci sono delle citazioni legate alle sue origini, cultura occidentale: - Il bambino che rimanda alla natività di Gesù - Il ragazzo che rimanda al primo uomo, Adamo Troviamo anche un elemento che ci racconta della spiritualità Tathiana, lo spirito blu, divinità di Tahiti. Spiritualità sincretica (sin:con, cretica:credere) mescola elementi della tradizione religiosa occidentale con quella Tatiana. Se leggiamo l’opera da sinistra a destra (il contrario di prima) vediamo che si va verso il primitivo, un cambiamento che lo porta a una società diversa. VINCENT VAN GOGH Van Gogh nasce nel 1853 e muore nel 1890, ebbe una vita molto breve infatti morì a 37 anni, secondo l’ipotesi si suicidò con un colpo di pistola allo stomaco ma in realtà è stato colpito accidentalmente allo stomaco da parte di alcuni ragazzi che lo stavano prendendo in giro ma che hanno finito per ucciderlo. Nonostante la sua breve vita e che si è dedicato alla pittura solo 10 anni (1880-1890), ha lavorato tantissimo grazie anche alla sua tecnica che era molto rapida. Nel 1885 abbiamo il periodo Olandese e un anno dopo si trasferisce a Parigi che era il centro artistico e c’erano gli artisti illuministi, Van Gogh però non vende alcun dipinto, fa fatica a mantenersi e così lo mantiene suo fratello Theo. Nel 1888 si trasferisce ad Arles dove vive con Gauguin, viene poi rinchiuso in un manicomio e dopo un litigio con Gauguin si taglia un orecchio. Muore a Auvers-Sur-Oise. AUTORITRATTO, VAN GOGH L’autoritratto viene fatto a Parigi usando una tecnica influenzata dagli illuministi, come gli impressionisti dipinge di fronte al soggetto. Il periodo parigino è buio per Van Gogh da un punto di vista esistenziale e in quest’opera lo descrive, le pennellate diventano individuabili, veloci a sciame: le pennellate hanno tutte la stessa direzione e sono caratterizzate da una gamma ridotte a di colore (lo sciame di solito corrisponde un elemento dell’opera). Cogliamo la grande solitudine di Van Gogh al centro abbiamo gli occhi che però non esprimono nulla la gamma di colori ha funzione simbolica, per esempio il blu riporta alla tristezza, malinconia. Colore ha anche la funzione di protagonista. LA NOTTE STELLATA, VAN GOGH La notte stellata è un’opera di Van Gogh che viene dipinta mentre si trova nel manicomio e rappresenta ciò che vede dalla finestra. Quest’opera è un notturno, c’è un piccolo paesino illuminato situato all’interno di un paesaggio collinare Nello sfondo troviamo un grande cielo stellato, le stelle e la luna illuminano il cielo mentre i nuvoloni lo agitano (cielo dinamico e tormentato). Vicino al villaggio troviamo diversi alberi di ulivi (in Francia coltivazione molto diffusa) mentre in primo piano troviamo un cipresso, pianta che viene dal nord molto alta (solitamente sono piantati nei cimiteri). Questo cipresso fa pensare che abbia una funzione simbolica, vuole parlare di se stesso che si sente diverso nel contesto in cui vive (è sempre stato un cipresso in mezzo a tanti ulivi). Alle opere di Van Gogh si tende a dare un significato psicologico perché conosciamo la sua storia grazie ad esso (si scambiava delle lettere con il fratello Theo). CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI, VAN GOGH E’ un’opera del 1890, ritenuta il testamento di Van Gogh poiché è l'ultima opera prima di morire. Rappresenta un campo di grano contro strade, delle quali solo una è ben visibile. Sul campo si sta per abbattere una tempesta, nuvole nere e corvi (presagio negativo). È come se la strada che vediamo vada verso la tempesta e i corvi vogliono darci l'idea che l’autore voleva ammazzarsi. Rappresenta lo stato d’animo (difficoltà di vivere, tormento) attraverso le pennellate spesse, in rilievo.
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