Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

appunti storia Inghilterra, Appunti di Storia Moderna

appunti dettagliati degli eventi inglesi dallo scisma dalla chiesa di roma al 700

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 20/02/2018

viviana19dv
viviana19dv 🇮🇹

4.1

(9)

15 documenti

1 / 11

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica appunti storia Inghilterra e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Lo scisma dalla chiesa di Roma Durante il XVI secolo un importante cambiamento stravolse l’inghilterra, infatti vennero rotti i legami con la chiesa di Roma. L’artefice di questo distacco fu Enrico VIII e la causa era tutt’altro che religiosa poiché proveniva da ragioni personali. Il re era sposato con Caterina d’Aragona tuttavia quest’ultima non dette a Enrico l’erede maschio tanto desiderato, il re chiese al papa dunque di dichiarare nullo il matrimonio in modo da poter sposare la dama Anna Bolena. Il papa Clemente VII rifiutò la proposta di Enrico, il quale rivoltosi al parlamento tra il 1532 e il 1534 approvò una serie di atti che portarono alla rottura completa dei legami tra Chiesa inglese e Chiesa romana. Nel 1935 fu emanato, in linea con questi provvedimenti, “L’atto di supremazia” che stabiliva che il re fosse «...l'unico Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra» e il Treasons Act (Legge sui Tradimenti) che rese alto tradimento, punibile con la morte, il rifiuto di riconoscere il Re come tale. Edoardo VI Finchè durò il regno di Enrico VIII dal punto di vista dottrinario non cambiò nulla . Con l’ascesa al trono del figlio Edoardo VI (avuto dalla terza moglie Jane Saymour) la riforma venne attuata anche per influenza dello zio Edward Saymour (lord protettore di inghilterra nei primi anni del regno di Edoardo) di tendenza luterana. Fu infatti sotto la sua influenza che nel 1549 Edoardo VI promulgò il Book of Common Prayer, divenuto la base della comunione anglicana. Maria I Alla morte di Edoardo VI il regno andò a Maria Tudor nonostante i tentativi portati avanti da John Dudley (successo dopo la morte di Saymour) di evitare di ridare l’Inghilterra ad una sovrana papista. Durante il regno di Maria I la riforma protestante subì una battuta d’arresto. La sua politica era volta alla restaurazione del cattolicesimo in Inghilterra Avendo fatto giustiziare un gran numero di oppositori religiosi è nota anche con gli appellativi di Maria la Cattolica e Maria la Sanguinaria (Bloody Mary). Maria morì nel 1558 a causa di un tumore alle ovaie e morendo senza lasciare eredi il trono passò nelle mani di Elisabetta I figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Elisabetta I Lo scisma dalla chiesa di Roma Durante il XVI secolo un importante cambiamento stravolse l’inghilterra, infatti vennero rotti i legami con la chiesa di Roma. L’artefice di questo distacco fu Enrico VIII e la causa era tutt’altro che religiosa poiché proveniva da ragioni personali. Il re era sposato con Caterina d’Aragona tuttavia quest’ultima non dette a Enrico l’erede maschio tanto desiderato, il re chiese al papa dunque di dichiarare nullo il matrimonio in modo da poter sposare la dama Anna Bolena. Il papa Clemente VII rifiutò la proposta di Enrico, il quale rivoltosi al parlamento tra il 1532 e il 1534 approvò una serie di atti che portarono alla rottura completa dei legami tra Chiesa inglese e Chiesa romana. Nel 1935 fu emanato, in linea con questi provvedimenti, “L’atto di supremazia” che stabiliva che il re fosse «...l'unico Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra» e il Treasons Act (Legge sui Tradimenti) che rese alto tradimento, punibile con la morte, il rifiuto di riconoscere il Re come tale. Edoardo VI Finchè durò il regno di Enrico VIII dal punto di vista dottrinario non cambiò nulla . Con l’ascesa al trono del figlio Edoardo VI (avuto dalla terza moglie Jane Saymour) la riforma venne attuata anche per influenza dello zio Edward Saymour (lord protettore di inghilterra nei primi anni del regno di Edoardo) di tendenza luterana. Fu infatti sotto la sua influenza che nel 1549 Edoardo VI promulgò il Book of Common Prayer, divenuto la base della comunione anglicana. Maria I Alla morte di Edoardo VI il regno andò a Maria Tudor nonostante i tentativi portati avanti da John Dudley (successo dopo la morte di Saymour) di evitare di ridare l’Inghilterra ad una sovrana papista. Durante il regno di Maria I la riforma protestante subì una battuta d’arresto. La sua politica era volta alla restaurazione del cattolicesimo in Inghilterra Avendo fatto giustiziare un gran numero di oppositori religiosi è nota anche con gli appellativi di Maria la Cattolica e Maria la Sanguinaria (Bloody Mary). Maria morì nel 1558 a causa di un tumore alle ovaie e morendo senza lasciare eredi il trono passò nelle mani di Elisabetta I figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Elisabetta I La divisione religiosa che affliggeva da tempo l’Inghilterra si ripropose con l’ascesa al trono di Elisabetta I, sorellastra di Maria Tudor. La regina simpatizzava chiaramente per la dottrina protestante, quindi ci fu un radicale rovesciamento della situazione, con i protestanti tornati dall’esilio che ricominciavano a guadagnare un forte ascendente sul parlamento. L’obbiettivo principale della politica elisabettiana era quello di raggiungere nel suo regno la tanto desiderata uniformità religiosa per questo emanò un atto di supremazia in cui si dichiarava “suprema reggente” della chiesa di Inghilterra e un atto di uniformità con il quale approvava un Book of Common Prayer che voleva essere un giusto compromesso tra le posizioni calviniste più radicali e le tradizioni cattoliche, pensato per garantire da una parte l'uniformità religiosa e dall'altra un'ampia tolleranza di fede. Questo lasciò però insoddisfatti la maggior parte sia dei cattolici, che dei protestanti e Elisabetta decise di eliminare i non conformisti dalle cariche. Nei primi anni del regno di Elisabetta una figura di forte opposizione per la regina fu Maria Stuart, regina di Scozia, che nel 1559 si era proclamata regina d'Inghilterra avvalendosi della controversa legittimità di Elisabetta che era illegittima per le norme cattoliche, in quanto il matrimonio di Enrico VIII con Caterina d'Aragona non aveva mai ottenuto l'annullamento papale. Giunta in Inghilterra, Maria divenne subito il punto di riferimento del partito cattolico, che tentò anche una rivolta contro la regina Elisabetta. La rivolta fallì, ma Maria continuò incessantemente a tramare alle spalle della regina e così fu condannata a morte nel 1587. POLITICA ELISABETTIANA POLITICA ESTERA Per quanto riguarda la polita estera, Elisabetta essendo protestante, decise di appoggiare la Francia di Enrico di Borbone (ugonotto) nella guerra civile mentre al contempo la spagna di Filippo II era schierata al fianco della lega cattolica. Elisabetta decise inoltre di appoggiare i Paesi Bassi (mandando truppe in difesa dei ribelli) nella rivolta contro lo stesso Filippo, rivolta scoppiata a causa dell’intromissione dell’Inquisizione spagnola. Sempre nell’ambito della polita estera la regina Elisabetta I decise di abbandonare l’atteggiamento cauto e prudente assunto sino a quel momento e di appoggiare le mire espansionistiche di Sir Walter Raleigh, navigatore e corsaro, il quale al suo servizio scoprì le coste dell'America settentrionale nel 1584 (quella che ribattezzò Virginia). Inoltre incaricò segretamente il corsaro Francis Drake di allestire una spedizione contro le colonie spagnole sulla costa americana del Pacifico. Il problema infatti era quello della Scozia tanto grave da spingere Carlo I a riconvocare il parlamento nel 1640. L’arcivescovo Laud (che governava a fianco del re) aveva deciso di imporre forzatamente l’anglicanesimo in Scozia e ne era seguita un’aperta ribellione. Da parte degli scozzesi accettare l’anglicanesimo avrebbe significato perdere la loro autonomia, ma soprattutto il timore più diffuso era perdere la propria singolarità culturale. Caro I però nel convocare il parlamento per armare un esercito e imporre la sua volontà in Scozia si trovò davanti un’enorme ostilità e decise di scioglierlo subito. Infatti passò alla storia come il Corto parlamento. Tuttavia stesso nel 1640 fu costretto a riconvocarlo e questo passerà alla storia come Lungo parlamento, rimasto in carica per tredici anni. I membri del parlamento però prima della sua convocazione ufficiale imposero al re come condizione per approvare le sue tasse, un cambio totale nella politica. Intanto a Londra la situazione peggiorava a causa di una crisi commerciale, il Parlamento rivendicava l’abolizione della Ship money e la situazione precipitò quando il parlamento stesso approvò la grande rimostranza una lista degli errori imperdonabili commessi da Carlo e dai suoi ministri e collaboratori sin dagli inizi del suo regno. Il parlamento si spaccò in due diverse fazioni, l'una a sostegno del re, l'altra contro. Il 23 novembre la Grande Rimostranza fu approvata con una strettissima maggioranza dal Parlamento. Subito dopo, il re mise al sicuro la famiglia e lasciò Londra. Quando però vennero scoperte lettere della moglie di Carlo, Enrichetta Maria di Borbone, che facevano intendere una possibile alleanza con i paesi cattolici del continente, si decise di accusare e arrestare la cattolica regina.Carlo non poteva tollerarlo: il 4 gennaio per intimidire i parlamentari fece arrestare i membri più ostili alla sua politica, l’operazione falli e scoppio la guerra civile. La guerra civile La svolta decisiva si ebbe nel 1645 quando l’esercito parlamentare inflisse una dura sconfitta all’esercito del re nella battaglia di Naseby nella quale ebbe un ruolo fondamentale Oliver Cromwell. Successivamente lo schieramento parlamentare fu attraversato da aspri contrasti: • Indipendenti: minoranza favorevole alla tolleranza religiosa. • Presbiteriani: maggioranza che invocava una rigida ortodossia. Lo stesso avvenne nell’esercito, il quale era diviso tra: • Ufficiali di vecchia nomina, che speravano di venire a patti col re • Livellatori: ufficiali più giovani il cui programma prevedeva tolleranza religiosa e diritto di voto esteso a tutti tranne servi e mendicanti. Dopo la sconfitta a Naseby il re cercò di rifugiarsi in Scozia, le truppe invasero la Camera dei comuni arrestando tutti coloro che avrebbero voluto trovare un accordo con lui e la Camera si trovò ridotta a circa 50 membri, Rump parliament. Carlo I fu condannato a morte e decapitato nel 1649 e fu proclamato il Commonwealth. L’uomo del momento in Inghilterra era Cromwell, il quale aveva fondato il proprio potere sull’esercito e fu proprio l’esercito fedele a nominarlo nel 1653 Lord protettore di Inghilterra, Scozia e Irlanda. La sua carica venne affiancata da un parlamento che tuttavia Cromwell sciolse e instaurò un potere personale. POLITICA INTERNA Nel frattempo l’Inghilterra venne divisa in dieci distretti controllati da un’autorità militare il controllo sul territorio era un elemento importante anche nei confronti della Scozia e dell’Irlanda che mal si adattavano alla nuova situazione. La cattolica Irlanda infatti si ribellò agli inglesi e lo stesso fece la Scozia. La repressione fu spietata e le due regioni furono costrette all’obbedienza. Le conseguenze furono durissime soprattutto per l’Irlanda, la popolazione risultò dimezzata, anche per l’emigrazione (soprattutto in Nord America) e molte terre vennero date a coloni inglesi traferitosi in Irlanda. POLITICA ESTERA Per quanto riguarda la politica estera Cromwell rispettò la concezione mercantilista secondo la quale la ricchezza di un paese si calcola in base alla quantità d’oro e argento presente in esso di oro e argento. Cosi venne emanato l’atto di navigazione per difendere gli interessi nazionali verso Paesi che non avrebbero potuto commerciare con l’Inghilterra senza sottostare alle sue norme commerciali. Il Paese più colpito fu l’Olanda con la quale iniziò la guerra anglo-olandese che durò due anni 1652-1654 e si risolse a vantaggio dell’inghilterra Cromwell fondò quindi in Inghilterra una dittatura militare e fu proprio l’esercito in base a questa concezione a costringerlo nel 1667 a rifiutare la corona. Il regime creato da crowmell tuttavia fu messo a dura prova dopo la sua morte probabilmente avvenuta a causa della malaria. Il figlio cercò di tenere le sorti dell’Inghilterra senza riuscirci e gettò il paese in una serie di disordini e conflitti interni. Così con l’approvazione del parlamento il generale Monk restaurò la monarchia mettendo sul trono Carlo II. Carlo II Il re prima di tornare formalmente in Inghilterra rilasciò la “dichiarazione di breda” (che prende il nome dall’omonima città nella quale fu firmata). Questa prevedeva: • Carlo accettava di divenire re e garantiva un «perdono libero e generale» a qualunque vecchio nemico del futuro re e di suo padre. • Il mantenimento di un Parlamento libero, che si ergesse come rappresentante del popolo. • La garanzia di tolleranza religiosa. Il timore di un nuovo riaccostamento al cattolicesimo si fece sempre più esistente quado l’Inghilterra appoggiò la Francia di Luigi XIV nella guerra contro l’olanda. Nello stesso anno il re emanò la Royal Declaration of Indulgence, con la quale permetteva la libertà di culto ai cattolici e poneva fine all'atteggiamento anti-cattolico della Corte. Questo gettò il paese nella più totale paura di una restaurazione del cattolicesimo e il parlamento temendola più di chiunque altro si oppose alla Dichiarazione di Indulgenza promossa da Carlo, affermando che il re non poteva modificare le leggi senza consultarsi prima con il Parlamento. Carlo revocò la Dichiarazione e fu costretto a sottoscrivere il Test Act che imponeva a chiunque ricoprisse cariche pubbliche di giurare fedeltà alla chiesa anglicana. Durante il regno di Carlo II si aprì il problema della successione. Carlo era sposato con Caterina di Braganza, la quale tuttavia essendo sterile non potè donargli eredi. Il re però ebbe all'incirca dodici figli da sette diverse amanti. Essendo formalmente senza eredi maschi, Carlo I alla sua morte lasciò incompiuto il problema della successione. Il primo in lista per l’ascesa al trono era Giacomo, fratello del sovrano defunto. Tuttavia Giacomo era apertamente cattolico e questo arrecava non pochi dubbi al parlamento inglese il quale si divise in: • Whigs : oppositori della successione di Giacomo • Tories: suoi fautori Giacomo II La maggioranza parlamentare in definitiva risultò favorevole all’ascesa al trono di giacomo il quale divenne re. Durante il suo regno la sua politica filo cattolica e tollerante gli alienò le simpatie anche del partito dei tory e quando gli nacque un’erede maschio si insinuò sempre di più la paura di una definitiva restaurazione cattolica. • La colonizzazione inglese e le tredici colonie d’America. La colonizzazione inglese nel nord America iniziò nel ‘600 e fu il risultato sia di iniziative commerciali ma anche dell’emigrazione di minoranze politiche e religiose (soprattutto puritani, ricordiamo i padri pellegrini) . Nella metà del ‘700 l’esito di questa colonizzazione fu la presenza di tredici colonie lungo la costa atlantica tra la zona dei grandi laghi e il golfo del Messico. Le colonie non avevano una storia unitaria e dettero vita a strutture economico-sociali differenti. • Il nord : l’economia si basava sull’agricoltura in particolare la coltivazione di cereali che si integrava bene con i centri urbani della costa dove fiorivano industrie cantieristiche. • Il sud: l’economia era incentrata sulle piantagioni di tabacco e si fondava sulla proprietà terriera e si reggeva sul lavoro degli schiavi • Il centro: era costituito da colonie non omogenee, può essere visto come una via di mezzo tra nord e sud. Nonostante le differenze, tutte le tredici colonie erano strettamente legate alla madre patria e il contrasto si ebbe solo in seguito a nuovi dazi imposti dalla corona britannica: sugar act (legge sul commercio dello zucchero). I coloni rivendicavano il principio che qualche tassa imposta dalla corona doveva essere decisa in un’assemblea dove ci fossero anche rappresentati delle colonie. Partendo da questo la protesta si orientò sempre di più verso una lotta per l’indipendenza. Nel 1775 Washington formò un esercito di coloni dopo varie ritorsioni inglesi. Un anno dopo il congresso continentale approvò la dichiarazione di indipendenza. Sul piano militare le colonie pur essendo in svantaggio furono aiutate grazie al favore riscosso nell’opinione pubblica mondiale, cosi nel 1783 la gran Bretagna riconobbe l’indipendenza delle tredici colonie. Una convenzione federale diede origine ad uno stato federale, con un sistema politico presidenziale in cui: • Presidente della repubblica a capo del potere esecutivo e indipendente da quello legislativo. • Il potere giudiziario era sottoposto al controllo di una corte suprema. Per quanto riguarda la costituzione questa doveva essere approvata da tutti gli stati del unione e si sviluppò un dibattito tra: • Federalisti: favorevoli ad un forte potere centrale ed esprimevano interessi dei commercianti, industriali e proprietari terrieri. • Antifederalisti che esprimevano le esigenze di ceti medio-bassi . Prevalsero le tesi federaliste anche se le istanze antifederaliste ottennero realizzazione nei 10 emendamenti aggiuntivi alla costituzione.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved