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appunti storia medievale unisalento, Appunti di Storia Medievale

appunti di storia mediavale unisalento professoressa petracca

Tipologia: Appunti

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miriana-tundo
miriana-tundo 🇮🇹

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Scarica appunti storia medievale unisalento e più Appunti in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! STORIA MEDIEVALE INTRODUZIONE L'idea di Medioevo nasce con l'Umanesimo italiano tra il XIV e il XV secolo, quando letterati e artisti acquisirono la consapevolezza di vivere in un'epoca di radicale trasformazione della cultura e di valori estetici e morali. Individuarono nell'itinerario della civiltà tre fasi (suddivisione condivisa da Vasari): - l'antichità classica , l'età di imbarbarimento e decadenza dopo l'impero romano (medioevo), - l'età nuova inaugurata da loro nella quale, grazie all'oro, erano rinati I valori della civiltà classica. Non tutti condividevano però la visione negativa del medioevo. Gli umanisti francesi non potevano infatti condividere pienamente il disprezzo per i secoli nei quali si erano formate le loro istituzioni politiche, e lo stesso valeva per quelli tedeschi, che vedevano in essi il momento dell'affermazione della loro nazione, grazie soprattutto a ruolo svolto dall'impero. Il medioevo dunque è stato caratterizzato da un’importante discussione sulla sua connotazione positiva o negativa. La crisi del 1300 genera una conseguente connotazione negativa di questo periodo storico, che in realtà è da considerarsi anche come un periodo positivo, poiché fondamentali sono: la nascita dei comuni, delle università, la vita di corte, i tornei. Al di là della connotazione positiva o negativa che possa avere il medioevo, caratterizzante di questo periodo è un errore storiografico: il medioevo viene spesso visto come premessa di qualcos'altro. Chiaramente quest'errore ha una rilevanza fondamentale, poiché la porta ad una distorsione del periodo stesso. Durante il seicento si ha del medioevo un giudizio positivo, ma misurato. Alcuni intellettuali, come Antonio Muratori, si accostano al medioevo con spontanea curiosità. Nel periodo dell'Illuminismo si ha un giudizio radicalmente negativo del medioevo. Si attribuisce a questo qualsiasi bruttura precedente alla rivoluzione francese e all’affermarsi di ragione, libertà, uguaglianza. Nell'ottocento il romanticismo riscopre il medioevo come origine delle identità nazionali. Nel 1900 si esalta il comunismo primitivo dei germani. Questa teoria porta Marx e Engels interpretare il medioevo come teatro delle forme economiche precapitalistiche. Numerose sono state le discussioni circa la periodizzazione del medioevo. Gibbon sostiene che il medioevo ha inizio con la caduta dell'impero romano, mentre ad esempio Pirenne fa coincidere l’inizio di quest'epoca storica con la diffusione dell'Islam e la conseguente rottura degli equilibri europei. Generalmente in Italia si considera inizio del medioevo Il 476, anno della deposizione di Romolo Augustolo e la fine con il 1492 con la scoperta dell'America. Fuori dall'Italia però viene considerata data di inizio del medioevo il 410, che coincide con il saccheggio di Roma da parte dei Visigoti e la fine del medioevo con il 1453, con la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi. Numerosi dibattiti ci furono soprattutto riguardo l’inizio dell'età moderna. Ad esempio l'Inghilterra considera inizio dell'età moderna il 1485, anno di inizio della dinastia Tudor di Enrico VII. La Francia considera inizio dell'età moderna il 1498, anno di inizio delle conquiste di Carlo VIII, il quale entrerà in Italia in questo periodo. La Germania addirittura posticipa l'inizio dell'età moderna al 1517-1519 con Lutero ed il protestantesimo. In Italia si suddivide il medioevo in due periodi importanti: alto medioevo, che va dal V secolo all'anno 1000 e basso medioevo, che va dall'anno 1000 al XV secolo. Gli storici tendono a dividere il medioevo in quattro periodi: il primo abbraccia i secoli IV-VIII, che vedono la lenta trasformazione del mondo romano e la comparsa di elementi che avranno in seguito sviluppo più compiuto. È il periodo chiamato Tarda antichità. Questo periodo è fondamentale per lo sviluppo del cristianesimo, che proprio in questi secoli si vede definendo meglio sul piano sia dottrinale sia organizzativo; il secondo e quello che noi Italiani chiamiamo alto medioevo e che abbraccia i secoli VIII-X. Sono secoli nei quali la vita delle popolazioni europee si fece ancora più precaria e insicura in seguito alle incursioni di Normanni, Ungari e Saraceni. Sono però anche i secoli nei quali nacquero i rapporti feudali, destinati a caratterizzare fortemente la società medievale, e in cui si tentò di operare una sintesi fra tradizioni germaniche, romane e cristiane; Il terzo periodo, il pieno medioevo, che comprende i secoli XI- XIII, è l'età in cui giungono a maturazione tutti processi avviati in precedenza e le civiltà medievali e si esprimono pienamente nella vita sociale, politica e religiosa nonché nella letteratura, nella filosofia e dell'arte. Infine XIV-XV secolo, contrassegnati da crisi demografica ed economica e da profondi processi di trasformazione, sono gli anni costituenti il tardo medioevo. In questo periodo storico è però fondamentale la data del 1492, anno della scoperta dell'America. CADUTA DI ROMA E REGNI ROMANO-GERMANICI L’impero romano è caratterizzato da: - una possente organizzazione statale; - un numero ingente di abitanti (50 milioni, non raggiunti nel Medioevo); - popoli diversi con culture diverse; - lingua latina, poi sostituita da nuovi idiomi con l’arrivo dei barbari; - libertà di culto (i romani inizialmente erano pagani ed i cristiani verranno inizialmente perseguitati). Cosa teneva l’impero unito nonostante la sua vastità e diversità? La riscossione delle tasse ed il sistema amministrativo: in ogni angolo dell’impero e nelle diverse regioni si può avere la propria cultura e le proprie tradizioni, ma avendo a mente l’autorità dell’amministrazione centrale e dei funzionari romani. Anche quando l’impero era unito, prima della morte di Teodosio (395) l’impero era diverso tra Oriente e Occidente: - differenza geografica - differenza di cultura greco-ellenica/romana-cristiana, che daranno origine a religione ortodossa e cattolica - differenza di lingua - approccio verso i barbari: l’Occidente è più propenso e questo implica poi il formarsi dei regni romano-germanici(i germanici vengono reclutati come militari, inseriti nella società occupando anche cariche importanti-vedi Stilicone- sebbene non tutti siano favorevoli) rispetto all’Oriente, più rigido e chiuso (germanici solo reclutati come bassa milizia). Come si arriva al 476 (caduta di Roma) ? Se avviene qualcosa c’è un motivo, ci sono delle cause, non si arriva ad una rivoluzione senza dei precedenti. Vi erano delle problematiche nell’impero. Cosa accade prima del V secolo? - Crisi politico istituzionale: non tutti i capi militari sono filo-imperiali quindi si sviluppano fazioni pro o contro l’imperatore. Soprattutto nelle province periferiche ci sono fenomeni di insurrezione militare; - Crisi economica: a Roma si spende per edifici, palazzi, per commemorare vittorie e questo porta a situazioni di forte crisi. Questo unito a insurrezioni causa problemi. Inizia così il crollo dei commerci e la ruralizzazione, cioè abbandono parziale delle città e ripiegamento in campagna. Nascono le ville romane, dove diversi contadini che avevano dei terreni ridotti ed erano gravati dalle tasse lavoravano per un signore: i contadini perdevano libertà, ma in questo modo non pagavano più tasse e lavoravano per un signore. Questo porta ad un rafforzamento dei grandi signori e indebolimento dell’impero; - Disordini presso i confini e i loro abitanti che si ribellano all’impero; - Crisi demografica: diminuzione delle nascite, aumento della mortalità, carestie e pestilenze; - Decadenza urbana -> ruralizzazione. Fuggire in campagna significava fuggire dal sistema politico- amministrativo. Età di Diocleziano ( III-inizi IV sec ): Diocleziano vede nel Cristianesimo una minaccia. Viene ricordato per le sue persecuzioni. Tenta di accentrare l’autorità imperiale, poiché si accorge della profonda crisi in corso. Parte con lui l’idea della sacralità imperiale: anche per questo motivo perseguita i cristiani, poiché non può concepire una religione che predica la divinità nei cieli. Cerca di controllare la società, evita la mobilità sociale: un figlio di contadino sarà contadino. MONACHESIMO : Si iniziano a diffondere delle esperienze di monachesimo, di gente che decide di allontanarsi dalla vita di tutti i giorni e dedicarsi alla preghiera e alla vita spirituale ed interiore. Il monachesimo delle origini (III-IV secolo) si sviluppa su due forme: - Eremitismo : forme di preghiera in solitudine e vita di ascesi, penitenza, digiuno per avvicinarsi al divino - Cenobitismo : legate al cenobio, ad un luogo in cui si sta insieme; non esperienze solitarie, ma di comunione in un luogo stabilito. A capo c’è l’Abate e si danno una regola. Uno dei primi è Pacomio: monachesimo orientale. Dall’editto di Milano in poi si sviluppano anche in occidente. Importante la figura di San Martino, San Patrizio (irlandese; caratterizzato questo monachesimo da forte rigore; sono molto rigide: autoflagellazione per espiazione di colpe). Importante anche San Benedetto da Norcia (540 circa): fondamentale ora et labora – culto del lavoro; questo favorirà una messa a cultura di nuovi spazi incolti che erano moltissimi. Disboscamento e messa a cultura: favorire coltivazione e lavoro nei monasteri. La regola è del VI secolo e diventerà regola che si allargherà a tutti i monasteri. A differenza della regola di Pacomio si espanderà molto: sotto Carlo Magno verrà imposta questa regola nei monasteri, in tutte le comunità monastiche. PARTICOLARISMO DEI REGNI: -Visigoti -Vandali: travolti poi dall’islam: dopo la morte di Maometto ci saranno gli islamici (prima romani, poi vandali, poi islam). Gli islamici andranno anche in Spagna. Saranno fermati solo da Carlo Magno -Franchi -Ostrogoti: occupano tutta l’Italia, prima sono in Tracia -Longobardi - I barbari sono popolazioni nomadi raggruppate in famiglie, clan, villaggi con a capo anziani della famiglia che si muovono da una zona all’altra in cerca di cibo e sostentamento. - Vivono di pastorizia e agricoltura. - Non conoscono la proprietà privata. Hanno tutto in comunione. - Il potere è assegnato al capo, o dux o rex: anziano o persona che si è distinta dal punto di vista militare e che ha protetto la sua famiglia. - Divisione della società: liberi, con proprio seguito e comitati (uomini fedeli e forza armata), semiliberi, che non portano le armi e schiavi. - La giustizia è un fatto privato; esiste la faida, quindi se commetto un torto vengo punito dalla famiglia a cui l’ho commesso. Nella fase più evoluta abbiamo il guidrigildo (compensazione pecuniaria, risente dell’influenza romana). Se dalla cultura romana i germanici vengono visti come invasori, per le letture del mondo germanico si parla di migrazione di popoli, che si spostano da un territorio ad un altro. Tra il IV e il Vi secolo parliamo o di invasioni barbariche o migrazioni in base alla scuola di pensiero. I barbari più mansueti e vicini alla cultura romana entrano nell’impero come federati, con accordi, e diventano mercenari. L’istituto giuridico che consente presenza di queste popolazioni si chiama hospitalitas: i romani latifondisti erano tenuti a dare un terzo dei beni a queste nuove popolazioni (che diventano non sono solo conquistatori, ma vengono integrati). Non tutti i barbari arrivano come Attila. Il primo inserimento avviene perché si ha bisogno di milizie per conquistare e difendere. I capi barbari, a partire da Odoacre, non cingono la corona imperiale, ma rispettano l’impero orientale, unico sopravvissuto. Da qui ricevono la legittimazione del loro potere. In questo senso sono furbi, perché sanno che solo così possono esistere e avere riconoscimento. Etnogenesi I germani non sono immutabili, ma subiscono trasformazione culturale: questi popoli arrivano da barbari, ma entrano in contatto con la popolazione indigena e ne subiscono la superiorità culturale. I conquistatori acquisiranno molto dai conquistati. C’è chi parla di rottura dovuta all’invasione e chi di continuità: si possono evidenziare diversi aspetti in un senso e nell’altro: Cosa sopravvive? - La struttura, il modello amministrativo e fiscale romano, che sfruttano. - Il ceto dominante: quando arrivano c’è l’aristocrazia, quindi i regni che sopravvivono di più sono quelli in cui sopravvive l’aristocrazia romana. Cosa cambia? - L’economia cambia: il timore dei barbari porta alla ruralizzazione dell’economia, quindi blocca commerci ad ampio raggio tipici dell’impero romano. Poi poteri divisi portano a una chiusura. - La struttura fiscale non funziona più bene su tutto l’impero. L’Unità garantita da roma non ci sarà più. Latifondisti: nobili romani che sopravvivono alle conquiste dei barbari; grandi possessori di terre. I proprietari terrieri si arricchiscono poiché si alleano con capi germanici. Sopravvive la città: ma non sono più nel grandi città romane, aumentano le grandi periferie romane poiché la popolazione si riduce. Importanza della Chiesa: ci sono i vescovi ora. Lì dove il consenso anche con la chiesa è forte, il regno è più forte. La conversione al cattolicesimo è fondamentale per la fusione e il crearsi di legami politici. I capi germanici quando si elevano vogliono acquisire titoli romani. Il capo germanico quando vuole legittimato il potere riconosce e imita il potere romano, i sudditi quindi si sentono ancora nel loro impero romano. Caratteri romano-germanici: - Nuove formazioni politiche (regna o regni romano germanici) - I romani sono già cattolici, i germanici sono o pagani o ariani, ma poi si convertono - I romani ricoprono cariche civili, sono amministratori civili, i germani si occupano della difesa e delle armi, i loro compiti sono militari. - La legge: i romani seguono il diritto romano, i germani vivono secondo le loro consuetudini (faida). C’è quindi la personalità del diritto. Poi si avrà territorialità del diritto, sebbene in tutto il medioevo la personalità è garantita (es. nei matrimoni), soprattutto a livello di usi e costumi. Es. Per i franchi la donna ha diritti, per i longobardi nessuno. OSTROGOTI, FRANCHI E LONGOBARDI REGNI ROMANO GERMANICI: è presente un substrato romano (la popolazione romana presente sul territorio e che continua a seguire le leggi romane) e avviene una fusione con la componente germanica. Lì dove la fusione è più profonda e quindi lì dove i popoli germanici riescono a integrarsi con i romani e si alleano con l’aristocrazia e il clero(che ha sempre più potere dopo gli editti), i capi germanici riescono a esercitare meglio il loro potere. Quei sovrani germanici che si riconosceranno come Patrizi romani avranno il benestare dell’imperatore d’Oriente (unica autorità che sopravvive dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente). L’impero romano d’Oriente sopravvive fino al 1453. Esaminiamo tre regni che hanno a che fare con l’Italia: Ostrogoto, Longobardo e Franco. Con Carlo magno, re dei Franchi e incoronato poi come imperatore, rinasce l’impero d’Occidente (anche se non raggiungerà mai l’estensione del regno romano precedente) ci saranno quindi contemporaneamente l’impero bizantino e l’impero romano. Ostrogoti: pag.38 Chi sono? Popolazione germanica (sono i Goti dell’est) che era già entrata in contatto con Roma grazie ai rapporti di federazione. Si erano alleati e civilizzati, seguivano le leggi romane, anche se non del tutto. Erano forza militare (sotto la forma di hospitalitas: vi accogliamo ma siete militari dell’impero). Ad un certo punto la loro presenza diventa difficile da gestire, quindi Zenone (imperatore romano d’oriente) li trasferisce in Occidente, in Italia, nel 488 (seconda metà del V sec). Il loro capo era Teodorico (in Italia c’era Odoacre, il quale aveva deposto Romolo Augustolo, quindi mandando in Italia Teodorico Zenone aveva lì una figura più affidabile). le due autorità IMPERIALI (bizantina e franca) Carlo magno riconosce l’autorità superiore del Papa, ottiene così la corona e si ripristinano le due autorità imperiali: orientale e occidentale. L’Oriente non sarà poi contento di tutto questo. A questa incoronazione si arriva grazie ad una stretta collaborazione tra Papa e Franchi. Queste due date sono importanti perché la prima segna l’inizio del processo di collaborazione con Roma, la seconda il riconoscimento ufficiale. -Come si arriva a questa notte di Natale dell’800? I Franchi sono composti inizialmente da più tribù, quella dei Franchi è la più forte che primeggerà, con Clodoveo. Nella parte finale del V secolo emerge tra in diversi capi franchi Clodoveo che sconfigge le altre figure, conquista territori della Gallia e da qui si giungerà alla conversione per mano del vescovo di Raims (questo implica la conversione di tutto il popolo franco). Parte da questo momento la scelta di una pseudo- capitale: Parigi. Lex salica: i conquistatori sono inferiori ai conquistati romani culturalmente. Fondono le due legislazioni romana e franca nella lex salica, la legge del regno Franco. 511: Clodoveo convoca il primo concilio. Dopo la conversione Clodoveo ha anche potere religioso: fa finta di sottomettersi ma li controlla e controlla l’organizzazione della chiesa. È entrato in un territorio con poteri forti, opera con loro, ma vuole evidenziare il suo potere. La fortuna deriva da - dinamismo militare (riescono a sottomettersi) - forte collaborazione con l’episcopato - salvaguardia delle tradizioni romane (es. amministrazione-si servono di ciò che c’è di positivo del regno romano) e questo favorisce una continuità con il passato - conversione al Cristianesimo e soprattutto cattolicesimo (no arianesimo per esempio) - nascita di uno stato a carattere territoriale (man mano riesce a conquistare quello che oggi è lo stato francese: crea un territorio vastissimo che sarà la Francia di oggi); franco inizia ad essere associato a “uomo libero” (se sei Franco sei libero) - personalità del diritto (più diritti in un territorio). (511 importante perché muore (dopo il concilio) Clodoveo. Secondo la legge franca i beni di famiglia vanno divisi tra i 4 figli: divide il regno in quattro parti (Neustria, Aquitania, Austrasia, Borgogna) e in Austrasia nasce Parigi. Più forti saranno le regioni Austrasia e Neustria.) Organizzazione politico-amministrativa del regno Franco in generale: Rex: supremo capo militare (NON IMPERATORE-solo d’Oriente e Carlo Magno poi), difensore della chiesa. Palatinum regio: “gabinetto di potere”-luogo, non fisico strettamente, in cui si esercitano le funzioni amministrative (a volte esisteva una “curia itinerante” per controllare meglio il regno-prima di Carlo Magno non c’è una capitale). Vi operano consiglieri, amministratori e il “maestro di palazzo” (fondamentale perché i successori di Clodoveo non saranno capaci di governare come il padre e i maestri di palazzo dei vari regni suddivisi si contenderanno il potere, soprattutto quello di Neustria e Austrasia. Da uno di questi discende Carlo Magno - è nipote di un maestro di palazzo). Trustis: clientela armata. Rapporto di fedeltà tra guerriero e il re che gode della sua fedeltà e sostegno di questi militari. In cambio dà delle concessioni, spesso un feudo, un territorio da governare e amministrare ai guerrieri, che sottomettono la popolazione, riscuotono le tasse e diventano signori di quel territorio dunque ricchi e questo implica ascesa sociale. (Dai franchi partono i rapporti feudo-vasallatici). Nel momento in cui il vassallo non è più fedele al re, questi revoca il territorio e lo concede ad un altro vassallo. La nobiltà nel medioevo è quella dei milites, i nobili sono i soldati, poiché avendo rapporti con il re diventano ricchi. Io ho un alleato militare, gli do un feudo (affidato a conti – a capo delle contee- e duchi- a capo dei ducati) e lo faccio diventare vassallo del re. Relazioni feudo-vassallatiche/ rapporti vassallatico-beneficiari: alla base della struttura di questo regno. Vassus significa ragazzo, servitore. Longobardi: pag 66 Altra popolazione che si insedia nel territorio italico. (Con i longobardi ci saranno territori bizantini e territori longobardi.) Entrano dal Friuli e riescono a penetrare nel nord, soprattutto Lombardia dove ci sarà la loro capitale a Pavia. Non sono civilizzati quindi non ci sarà integrazione, ma conquista e saccheggi, a differenza degli Ostrogoti, popolazione alleata che si spostava dall’Oriente all’Occidente. Arrivano nel 568 (774 sconfitti a Carlo Magno, il quale non governa solo Francia, ma conquista anche parte del regno dei Longobardi in Italia per esempio.) dopo che Giustiniano aveva “sistemato”. Sono tribù militari che dove trovano possibilità conquistano (a macchia di leopardo). Sono dei conquistatori, saccheggiano e si muovono dove non trovano maggiore resistenza. Nella terra dell’esarca non riescono a conquistare poiché è ben difesa poiché arrivano aiuti da Costantinopoli e l’esarca ha il suo esercito. Non conquistano Italia meridionale e coste tirreniche, dove è forte il potere bizantino. Le zone costiere sono difficili da conquistare poiché gli aiuti bizantini arrivano facilmente. La dominazione longobarda penetra nelle zone interne. Il Papa cerca sempre di evitare poteri forti intorno a lui, sotto il suo controllo; infatti contro i longobardi chiama i franchi (Carlo Magno che poi per questo viene incoronato.) Esiste una longobardia maior (nord) e minor (meridione dove ci sono anche bizantini e zona dell’esarca). Avranno vite diverse. Carlo Magno conquisterà longobardia e annetterà al regno franco solo la maior, la più vicina- a nord del Papa, che non li vuole vicini-; la minor continuerà a sopravvivere (che si articolerà poi in ducato di Spoleto e Benevento). Andiamo indietro nel tempo. Dinastia di Clodoveo è Merovingia (diceva di discendere da Meroveo, guerriero barbaro importante). Con Carlo Magno (tra VIII e IX sec) si ripristina l’impero d’Occidente (chiuso con Odoacre che sconfigge Romolo Augustolo). - L’ascesa dei Pipinidi. Avevamo lasciato i Franchi a Clodoveo. Clodoveo muore nel 511 e secondo le leggi franche i beni del padre vanno divisi ugualmente tra i figli. Questo porta allo smembramento di quello che aveva organizzato Clodoveo che aveva conquistato tutto il territorio. Divide il regno in 4 province (Neustria, Austrasia, Aquitania e Borgogna). Morto Clodoveo i figli non saranno degni (re fantocci, re fantasmi) e il potere politico andrà nelle mani dei maestri di palazzo soprattutto delle due principali regioni, Neustria e Austrasia (dove nascerà Parigi): qui nell’ultima ci sarà la famiglia dei Pipinidi (maestri di palazzo, da Pipino di Lenden) che si passeranno il potere di padre in figlio. Quindi Carlo Magno non ha una discendenza reale, non discende da Clodoveo. Pipinidi: Carlo Martello: uno dei successori di Pipino di Lenden, maestro di palazzo, che si distingue perché sconfigge gli arabi a Poitiers nel 732. Viene visto come eroe cristiano. Dal VII secolo gli arabi si erano già insinuati in varie zone (Africa e saliranno fino in Spagna diventando minacciosi per i Franchi. Poi arriveranno in Sicilia). Alla sua morte divide il regno tra Carlomanno e Pipino il Breve, suoi figli. È quindi il nonno di Carlo Magno. Carlomanno lascia tutto in mano a Pipino il Breve (Carlomanno si ritira a Montecassino). Siamo nella prima metà dell’VIII secolo. Pipino si rende conto di avere potere ma non essere imperatore. Quindi chiede consiglio al papa Zaccaria (autorità a lui superiore) mandando lì dei suoi missionari nel 750 (devono governare i figli dei Merovingi, gli eredi legittimi, o chi può governare bene?) Il papa dice che a governare devono essere i maestri di palazzo, chi cioè ne è veramente capace. Ovviamente questo conviene al papa per tenersi buono Pipino che era sempre più forte. Così viene deposto l’ultimo re merovingio (751). Così Pipino il Breve (padre di Carlo Magno) controlla tutto il territorio franco (non solo Austrasia). Le province rimangono, ma sono governate da Pipino. In questo periodo c’è papa Zaccaria. Perché Pipino ha le simpatie del papa? Perché difende con la sua famiglia dei pipinidi la cristianità (es. Carlo Martello sconfigge arabi e diventa paladino della cristianità) e si inserisce nelle gerarchie ecclesiastiche. Cerca anche di ripulire la chiesa da vescovi indegni e porta una ricostituzione della chiesa. Quindi c’è una stretta collaborazione con la Chiesa. Pipino indice anche molti sinodi vescovili per riorganizzare la chiesa franca e far seguire l’ “ortodossia”. La collaborazione è forte anche perché in questo periodo ci sono scontri tra Romani, Bisanzio e longobardi. Anche Pipino è paladino della cristianità, viene infatti riconosciuto dal papa Zaccaria. Quando nel 751 depone l’ultimo re merovingio, è unto con olio santo dal monaco Bonifacio. Questa unzione è sacra quindi si legittima il potere del nuovo sovrano (approvazione pontificia) con un rito religioso. Quindi quando il papa ha bisogno di aiuto si rivolge ai franchi (tacito accordo). Si arriva così alle due discese di Pipino in Italia: In questo periodo il re longobardo Astolfo preme sullo stato della Chiesa, quindi il successore di Zaccaria, Stefano II, chiama i franchi con Pipino, avendo riconosciuto la sua autorità e il suo ruolo di difensore della chiesa. Si reca direttamente in Francia (a differenza di Zaccaria, che delega il monaco Bonifacio per ungere Pipino) e consacra anche lui i due figli di Pipino per garantire successione e consacrazione: Carlomanno e Carlo. Scende quindi Pipino nel 754 e nel 756 in aiuto del Papa. Sintesi successioni. Carlo Martello ha due figli: Carlomanno e Pipino il Breve. Pipino il breve ha due figli: Carlomanno e Carlo(futuro Magno). Il primo muore presto. Carlo Magno: unificazione regia ed espansione. Pipino il Breve muore, secondo legge franca divide tra i due figli: nord a Carlo (c’è capitale Parigi e la dà al primogenito) e sud a Carlomanno. Carlomanno muore giovane e Carlo è l’unico erede: sin da subito quindi si ritrova ad essere unico sovrano. La grandezza di Carlo sta nel pensare di portare avanti politica di conquista (a differenza del padre che voleva solo legittimità del potere). Lui non ha problemi di questo tipo (ha legittimazione e non ha fratelli con cui dividere potere), quindi va “oltre”. L’attenzione la punta sul regno Longobardo (sebbene prima ci fosse stato un accodo tra il padre e Desiderio -matrimonio Carlo e Ermengarda). Papa è Adriano I: in difficoltà poiché il figlio di Desiderio, Adelchi, ha atteggiamenti bellicosi e minaccia Roma. Quindi Carlo scende in Italia in suo aiuto e conquista longobardi, ripudiando la moglie. Zona degli scontri è la val di Susa in Piemonte; poi Carlo Magno giunge a Pavia e nel 774 sconfigge Desiderio mentre Adelchi fugge nei territori meridionali (fine longobardia maior – non si spinge nella minor perché c’è il papa che vuole stare tranquillo). Quindi al papa conviene avere al nord franchi alleati e al sud una sparuta presenza di duchi longobardi che non danno fastidio poiché sono sparsi e molto deboli e bizantini su coste campane e romagnole (con Ravenna e Rimini), Calabria, Sicilia-poi araba- e Puglia centro-meridionale (settentrionale è del ducato di Benevento e Spoleto-longobardia minor-). Si ha poi la cristianizzazione dell’Europa. Carlo si sposta e conquista la Germania ed impone il cristianesimo anche con la forza (molti erano pagani), sostenuto dalla chiesa. Impone la sua politica -con fisco e tassazione- e religione (ci saranno nuovi sedi vescovili, diocesi, parrocchie..). Dietro la bandiera della chiesa conquista nuovi territori ed estende i confini del suo regno. Conquiste: - Germania centrale e meridionale (Sassoni pagani e non evoluti) - Fronte iberico dove cerca di ridurre i territori degli arabi (fermati da Carlo Martello, ma hanno ancora potere), soprattutto al di là dei Pirenei. Si ricorda la disfatta di Roncisvalle con Rolando dei Franchi. - Italia: regno della longobardia maior nel 774 - Tenta di andare in Bretagnia e avrà influenza su questa: riesce quindi a prendere tutta la Francia INCORONAZIONE IMPERIALE: Nell’800 ha un forte potere. In questo periodo c’è LEONE III a Roma. I papi sono espressione delle aristocrazie romane: gli aristocratici sono in lotta tra di loro per avere il loro papa come esponente. Quindi i papi avevano anche problemi “politici”, avevano bisogno di difendersi da chi non sosteneva la loro candidatura. Avevano anche esercito e si dovevano difendere anche nella loro stessa città. Per questo ad esempio nasce Castel Sant’Angelo. Prima di Carlo la corte era itinerante, nonostante ci fosse Parigi. Carlo Magno, a modello romano, fonda la capitale con la sede del palazzo reale ad Aquisgrana. Inizia a muoversi come un imperatore “romano”. Perché il Papa gli riconosce il titolo imperiale? Perché in quel momento i rapporti con Bisanzio non erano idilliaci (a partire dalla lotta inconoclasta). Poco prima dell’800 sul trono di Bisanzio c’è Irene imperatrice, non riconosciuta dal papa poiché donna. È un personaggio controverso poiché per avere a lungo il potere acceca suo figlio Costantino (un uomo cieco non può governare). Il papa non aveva più riferimenti affidabili: no bizantini, no longobardi, sì franchi che conquistano e cristianizzano. Ci sono eventi preparatori all’ 800: viene eletto Leone III. C’è debolezza del papa poiché ci sono lotte tra aristocrazie. Durante una processione il papa viene sequestrato e corrono i franchi in suo aiuto. Carlo invia dei missi che lo portano in Germania e poi torna a Roma “scortato” dall’esercito dei franchi. Gli aristocratici di fronte a questo potere possono fare ben poco.. Quel titolo di imperatore scomparso con la fine di Romolo Augustolo ritorna con Carlo Magno (SACRO ROMANO IMPERO). I bizantini non la prendono bene poiché solo loro avevano imperatore e poiché Carlo Magno era considerato barbaro, non nobile. Successivamente con nuovi imperatori verrà accettato. I DISTRETTI Carlo magno nomina suoi collaboratori Conti, Duchi e Marchesi per poter governare tutto il territorio, quindi concede contee, ducati e marchesati. Questo attraverso i rapporti feudatario-beneficiari. - Le contee sono un po’ più piccole e il conte ha pieni poteri politici e militari in questo territorio. - Il Marchese controlla aree di frontiere (le marche o marchesati), di confine (es. marca ispanica: tra Spagna e Arabia). - I ducati spesso hanno carattere nazionali, sono quindi più grandi. Questa suddivisione ad un certo punto di ritorcerà contro per la “ribellione” di queste figure. Quindi l’idea di Carlo Magno viene distrutta, non ha lunga durata sebbene resta in piedi il titolo imperiale data a un solo uomo. Carlo il calvo ha la zona francese, Lotario ha l’italia settentrionale e la zona subito sopra, Ludovico la Germania. 855: muore Lotario. Dopo queste spartizioni e varie successione l’ultimo che sopravvive e che alla fine riunifica l’impero è Carlo il grosso, figlio di Ludovico il germanico, ma nell’ 887 abdica perché non riesce più da solo a gestire un territorio così vasto. Così si ha la fine dell’impero carolingio. Così si verifica in questo momento la seconda ondata di invasioni barbariche che minacciano questa stabilità (Ungari o Magiari che premono dai confini dell’est, quindi sulla parte orientale dell’impero; Normanni –erano originariamente vichinghi, popolazioni dei mari del nord che premono sulla Francia, quindi sulla parte occidentali e riusciranno a conquistare Parigi e questo porterà Carlo il grosso ad abdicare; Saraceni che conquistano anche la Sicilia-902-, quindi penetrano nella zona meridionale e vengono dall’Africa). Dall’ 887 si avviano quindi tre storie differenti. Due problemi nell’impero di Carlo il Grosso:  Pressioni dall’esterno : Ungari, Saraceni e Normanni  Implosione dell’impero : aristocratici con i loro feudi con sempre più poteri (forza politica, economica..), perchè riescono a garantire l’ereditarietà dei feudi MAGGIORI (con Carlo Magno non era così, lui concedeva il feudo a vita. Quando l’uomo feudatario moriva il feudo ritornava a lui). Con Carlo il calvo viene emanato il Capitolare di Quierzy nell’ 877. Questo era una disposizione di legge che garantiva ereditarietà solo in caso di assenza del feudatario (se partiva in guerra – come accadde per sconfiggere i Saraceni- subentrava un figlio). Questo capitolare non nasce per garantire l’ereditarietà dei feudi maggiore, ma verrà così interpretato. Viene emanato per necessità, ma non sarà così. Per questo gli aristocratici avranno sempre più potere e si sentiranno proprietari veri e propri, senza dover dare conto all’imperatore e potendo garantire feudi alla stirpe. Dopo che Carlo il grosso abdica nell’887, per quelli che erano i territori dell’impero si apre una storia diversa:  Francia con Oddone, conte di Angers, che ha difeso Parigi dai Normanni. Per questo viene acclamato. Poi arriveranno i Capetingi.  Area Orientale (Germania) con Arnolfo di Carinzia.  Regno d’Italia (Italia centro settentrionale, territorio longobardo, a nord dello tanto della chiesa) con Berengario, marchese del Friuli. È uno dei principali feudatari del regno d’Italia, viene per questo acclamato e messo a capo. Fine impero Carolingio. Come si presenta l’Europa nell’Alto Medioevo(VIII-X secolo) con la sua società – da Carlo Magno ai suoi successori-?  Si riducono le città perché molte scompaiono, la popolazione va a vivere in campagna. Predomina la foresta, il bosco e molte città romane scompaiono. Anche lo stato viario è pessimo poiché nessuno se ne preoccupa. Lo stato è di degrado e di abbandono rispetto all’impero romano.  Crisi nelle popolazioni, a causa delle invasioni, guerre, razzie. Quindi case distrutte, città distrutte, calo demografico.  Spopolamento urbano, poiché le città sono prese di mira dagli invasori. Molti abitanti si spostano in campagna e si verifica il fenomeno dell’ incastellamento, per difendere popolazioni fuggite, riparate nei castelli, costruiti sulle alture.  Estensione dell’incolto: crescono i boschi e le foreste. Il bosco è tipico dell’alto medioevo. Non vengono messe a coltura tutte le zone. Dopo il 1000 molti spazi verranno messi a coltura per incremento della popolazione.  Le aree seminative: si semina vicino a dove si insediano gli uomini con villaggi (seminativi-cereali-, vigne, orti, frutteti..). Per il resto quasi tutto il territorio è dominato da incolto.  Contrazione dei commerci (si va verso economia curtense): economia chiusa, poiché ci sono piccoli villaggi sparsi, mancano vie di comunicazione e si teme di essere attaccati, allora si cerca di sopravvivere con quel poco che si produce all’interno del proprio villaggio. Gli scambi si rallentano, per poi riprendere nell’XI sec.  Dalla villa romana alla curtis medievale. Già nella prima crisi romana (III-IV sec) i ricchi si spostavano verso la campagna per ripararsi dalle incursioni, nelle loro ville di campagna con i loro grandi latifondi, che diventano la residenza dei ricchi romani, create con mura, fortezze - anche per fuggire al fisco, per creare uno spazio di autonomia, di anarchia; questo implica calo nell’economia, negli scambi. Queste ville sono circondate da mura, torri (si inizia diciamo a parlare di incastellamento, si pongono le basi di questo fenomeno). Molti piccoli proprietari terrieri si avvicinano ai signori grandi latifondisti con ville e diventano accomodati, vassalli del signore. È questa la base che porterà alla Curtis: azienda signorile per cui il signore controlla una parte, altre parti invece le concede in cambio della protezione. Questo è l’istituto della commendatio: i piccoli proprietari terrieri cercano aiuto, dato dai signori e in questo modo hanno vitto e alloggio e non pagano tasse. Questo tipo di rapporti si evolveranno quindi dalla tarda antichità romana in poi ai rapporti vassallatico-beneficiari. Quindi questi partono dall’impero romano e si sviluppano in tutto il medioevo. I feudatari maggiori (o signore o dominus) hanno il diretto rapporto con il re e, data la grandezza del feudo, danno in affido territori a feudatari minori. Così si sviluppa la dipendenza dell’uomo dall’uomo. Investitura: cerimonia allestita per la vestizione del vassallo da parte del re (anche loro possono investire feudatari minori; il re investe ad es. 10 feudatari maggiori, questi investono feudatari maggiori ecc..). Più grande era il feudo dato al vassallo, più servizi militare si dovevano prestare (es. numero di soldati). Gli uomini da mandare in guerra per il signore dovevano essere armati. Le risorse umane si prendono anche dai feudatari minori che forniscono uomini. Il re chiede ai feudatari maggiori risorse umane, questi si rivolgono ai minori. I titolari di feudi per ottenere denaro avevano delle prerogative: ciascun feudatario nel proprio feudo (nei più grandi) poteva battere moneta; amministrare la giustizia civile e penale (con conseguenti introiti -chi sbaglia paga- del signore che aveva la sua curia e giudicava -> il re ha meno potere in merito); imporre tributi e ciascuno poteva avere regole diverse (pedaggi, uso delle acque, diritto di fare mercato-ius platee- ecc..); chiedere il servizio militare; stabilire corvées e prestazioni gratuite (tutta la popolazione sottoposta al feudatario e a cui sono concesse terre, deve lavorare gratuitamente per il signore -io ti do territori, tu mi presti servizio gratuito quando ho bisogno). Questa situazione ci sarà nelle nostre campagne dal 1400 in poi, con i coloni sottomessi ai feudatari, fino all’abolizione della feudalità-si parla nel meridione di Medioevo lungo. Dunque ciascun signore era un re nel proprio feudo (doveva solo dare servizio militare al re). Questo porta da un lato al controllo del territorio, dall’altro alla frantumazione del potere centrale con Carlo Magno. FEUDALESIMO Questo periodo va sotto il nome di feudalesimo: le origini dei rapporti di feudalesimo sono nelle trustis franche - i rapporti tra capo militare e sottoposti. Questo tipo di rapporti si rafforzano con la caduta dell’impero carolingio perché: 1. Viene meno il potere centrale e la paura porta la popolazione a ripararsi nelle campagne a causa delle invasioni; 2. Si ha una frantumazione dei poteri politici a causa della disgregazione amministrativa dell’impero. Con la morte di Carlo Magno cambia anche organizzazione geografica, oltre che politica (disgregazione dell’unità nazionale, non c’è più un imperatore a capo di un vasto impero), sociale (feudalesimo, dipendenza dell’uomo dall’uomo) e economica (ripiegamento verso economia curtense che porta a ruralizzazione dell’economia e all’incastellamento; la Curtis è un’azienda agricola di base all’interno della quale ci sono il dominus e i suoi dipendenti). Nel periodo del feudalesimo i signori erano in conflitto tra di loro, potevano e volevano conquistare territori di altri feudatari per crescere. (X secolo secolo di ferro, guerra di tutti contro tutti). In precedenza i rapporti “di fiducia” erano tra re e feudatario. Il feudo non era ereditario, ma vitalizio e alla morte del feudatario il feudo era riscattato dal legittimo proprietario. Successivamente, mentre Carlo il calvo affronta battaglie e i feudatari sono costretti a seguirlo, viene emanato il capitolare di Quierzy (877). Il capitolare garantisce nel contingente il passaggio del feudo dal padre al figlio maschio, all’erede; questa legge poi viene poi interpretata come definitiva, come legge che garantisce l’ereditarietà dei feudi MAGGIORI. Una legge successiva e collegata è la costitutio de feudi (1037), con Corrado II il salico (imperatore dell’area germanica: i comandanti tedeschi mantengono il titolo imperiale dopo l’impero carolingio, come ad esempio Barbarossa), che garantisce l’ereditarietà a tutti i feudi (non solo i maggiori come nel Capitolare, ma tutti. Ogni signore che ottiene il feudo, ottiene anche la sua ereditarietà. Così cresce e si rafforza l’aristocrazia). Questo perché Corrado era sostenuto dai feudatari minori, nel suo scontro contro il vescovo di Milano, sostenuto invece dai feudatari maggiori. In questo modo i feudi sono non più dell’individuo, ma della famiglia, nonostante comunque il reinvestimento del successore passa dal sovrano, al quale si deve pagare un tributo per la successione. Siamo di fronte a: - subinfeudazione (vassalli, valvassini e valvassori; io ottengo un feudo e posso dare delle porzioni ad altri feudatari, quindi subinfeudo); - anarchia feudale, dopo la morte di Carlo il grosso si va incontro al secolo di ferro - IX X secolo – con tutti contro tutti. In questo caso interviene la Chiesa per stabilire dei giorni di tregua dalla guerra (giorni sacri in cui è vietato guerreggiare come Natale, Pasqua..): si chiama Tregua di Dio o pace di Dio. - Invasioni di ungari, normanni e saraceni. Tutto ciò, questa diffusa insicurezza dopo la fine dell’impero carolingio, porta all’incastellamento: intorno alle residenze dei signori vengono erette delle costruzioni fortificate (castelli). Il signore fortifica arbitrariamente, non chiede consenso. Ha le sue proprietà e fortifica. Ha delle milizie e quindi si parla di difesa individuale. Vige una forte anarchia. sarà tra queste). Questo fino ai Capetingi (da Ugo Capeto), che cingeranno la corona di re di Francia e si imporranno sugli altri, fino al XIV secolo. Controllano inizialmente l’Ile de France, quindi Parigi. È una zona piccola, poi riusciranno ad avere il controllo di tutto il territorio nazionale e quindi avranno il dominio totale. Inizialmente i Capetingi prenderanno il titolo di re, ma in questo periodo ci saranno molte province, quindi sarà difficile avere il controllo di tutta la nazione. o Italia (con Provenza francese): groviglio di poteri. Dopo Carlo il grosso ci sono molti feudatari che si contendono il potere (si ha incastellamento, crisi di potere regio, proliferare di poteri signorili, trasferimento ai vescovi di poteri politici- in un momento di crisi oltre che potere religioso sono anche dei veri i propri signori, in questa fase di anarchia, e svolgono quindi poteri politici; vedi infatti le Curtis non laiche; nelle città sedi dei vescovi saranno questi a governare). Si ha quindi un groviglio di poteri. Qui dopo l’887 i più grandi feudatari (marchesi, duchi..) si contendono il titolo di re d’Italia, capo all’interno di questa realtà, e sono in continua lotta. In tutto questo disordine Ottone I di Sassonia cercherà di rimediare. o Germania: le casate si contendono il potere (Sassonia, Baviera, Svevia, Franconia..anche Lotaringia), il titolo imperiale. Qui infatti abbiamo detto che resta questo titolo. È qui che ascende al trono imperiale di germania Ottone I di Sassonia (prima metà del X secolo - 936). Ottone I di Sassonia: 936: viene incoronato re in Germania. 951: scende in Italia, sposa Adelaide, vedova di un signore italiano, eredita il Regnum Italiae e prende il titolo di re del Regno d’Italia (italia della longobardia maior). Poi torna in Germania. Permetterà unione tra area tedesca e italiana. I feudatari avversi si oppongono a questo. 961: ritorna in Italia, in aiuto di papa Giovanni XII (discende dalla famiglia dei conti di Tuscolo), sconfigge Berengario che minaccia Roma a causa delle rivolte dei feudatari per ottenere il potere. Il papa appartiene a una famiglia e quando sale al potere chiaramente le altre famiglie si rivoltano. Il pontefice quindi è debole, viene aiutato da Ottone e gli è grato. 962: viene incoronato Imperatore del regno che abbraccia Italia e Germania (regno più esteso). Dopo Carlo il grosso e la crisi dopo la sua morte abbiamo Ottone come figura di imperatore importante. La politica di Ottone I di Sassonia:  Nomina i Vescovi-conti (metà del X secolo): il capitolare di Quierzy aveva messo in mano il potere a uomini che non sempre erano fedeli al signore. Vuole servirsi dei Vescovi nominati come Conti, perché non hanno eredi, quindi non avrà più a che fare con duchi ribelli e i terreni toneranno a lui. Attua questa riforma prima in Germania e poi in Italia quando la annetterà. Conferisce al vescovo le funzioni politiche del signore (tasse,giustizia,eserciti..). Le nuove investiture non saranno più laiche e i vescovi saranno ovviamente di sua fiducia. Questo implica un controllo del potere politico/laico dell’imperatore sulla chiesa. Lui sceglie gli abati, i vescovi e poi gli dà in gestione dei feudi. Avvio di ingerenza del potere temporale sul potere spirituale.  Renovatio imperii : rinnova l’impero (prima romano, poi carolingio-sacro romano impero-, poi impero romano germanico) forte e resistente come quello carolingio. Così come fece Carlo Magno, anche Ottone prestò molta attenzione alla cultura, in questo periodo florido.  962: emana il Privilegium Othonis – secondo questa legge il nuovo pontefice eletto deve essere confermato dall’imperatore, deve essere il suo prediletto. Si aumenta l’ingerenza del potere politico su quello religioso. La scelta del Papa passa sotto la sua supervisione; questo deve essere a lui subordinato. Questa legge si sviluppa con Enrico III (casa di Franconia-1046 -IX secolo-, anni caratterizzati da lotta papato-impero) che emana Principatus in electione papae – l’imperatore sceglie il papa e il popolo ha solo diritto alla formalità della proclamazione e quindi dell’acclamazione finale. IMPERO ROMANO GERMANICO Dinastie germaniche: Sassonia: Franconia: Ottone I Corrado II (1037 - costitutio de feudi) Ottone II Enrico III (elezione da parte dell’imperatore del papa) Ottone III Enrico IV Enrico II Enrico V Sassonia è la prima dinastia che unifica con Ottone I Germania e Italia nord. Con Ottone III si entra nell’ XI secolo. Con Corrado II si passa alla dinastia di Franconia, altra dinastia importante. Si passa alla dinastia di Franconia poiché l’imperatore deve essere scelto da tutti i signori, che in questo caso votano Franconia. Con Enrico IV e V si ha lo scontro papato e chiesa. DOPO IL MILLE Dopo l’anno Mille abbiamo superato l’Alto medioevo e la società europea è travolta da una forte ripresa e rinascita: - Crescita demografica che porta alla necessità di nuove risorse alimentare, derrate alimentari, dunque la messa a coltura di nuovi spazi, quindi lo spazio destinato al bosco si riduce e si ha meno incolto e più spazi coltivati; - Quindi cambio del paesaggio: no boschi, foreste, campagne incolte. Buona coltivazione, con tecniche come rotazione triennale: divisione della campagna per più prodotti, per beneficiare del raccolto migliore e messa a riposo dei terreni per ottenere vantaggi nella coltivazione; - Nuovi strumenti e tecniche agricole: perfezionato aratro con aratro pesante che fa solchi più profondi e garantisce maggiore facilità di innesto di ciò che viene coltivato. Quindi nuovi strumenti e tecniche agricole. Sviluppo quindi di tecnologie anche per fabbri, artigiani ecc..; - Questo porta ad una rinascita urbana (inurbamento-flussi migratori al contrario), poiché superata l’età delle invasioni si sta meglio e si ritorna in città, si migra dalla campagna alla città: si diceva “l’aria della città rende liberi” poiché i coloni non saranno più sottomessi come avveniva nel sistema curtense, andranno in città e diventeranno artigiani, orafi, sarti ecc.. C’è possibilità di trovare lavoro e non essere sottoposti. La città si sta sviluppando sempre di più anche a livello edile, di costruzione con cantieri per la nascita di nuove cattedrali ed edifici. Anche i grandi monasteri e abbazie cercano di intensificare e migliorare le condizioni. Da qui si ha ripresa economica dei commerci, poiché si vive un momento di tranquillità -no invasioni- e quindi si esce dall’economia curtense chiusa. Si percorrono lunghe strade. Fioriscono le città marinare di Venezia, Amalfi, Pisa e Genova che controllano vari porti italiani e del mediterraneo-c’è una circolazione di uomini e idee maggiore, che porta a una forte rinascita. Diventa importante la bottega artigiana: non ci si trova più in una società prevalentemente agricola come era stata quella dell’alto medioevo. Con il risveglio cittadino si sviluppano queste attività soprattutto nelle città centro settentrionali. Le botteghe porteranno alla nascita delle corporazioni delle arti e dei mestieri -sindacati delle varie professioni-, soprattutto al nord. Il mondo dei mercanti e degli artigiani fiorisce, soprattutto al centro-nord dove si sviluppano i comuni. Diventa importante la figura del mercante, che si sposta, porta mercanzie, ma anche tradizioni e cultura. Viene introdotta la lettera di cambio (assegno): i mercanti piuttosto che portare con loro molto denaro hanno la lettera di cambio e il pagamento avviene tramite questa lettera. Nascono anche le banche che raccolgono risparmi; abbiamo così grandi famiglie di banchieri che diventeranno signori – ad esempio i Medici. Si sviluppa una forte progressione sociale, si ascende alla borghesia e ai ruoli politici non solo perché si è soldati, ma anche perché si è mercanti ricchi, si ha denaro. Nobiltà acquisita per ricchezza e non eredità. Si ha anche una grande rinascita culturale. LA RIFORMA DELLA CHIESA Mappa anno Mille - Si sviluppa anche al nord (italia centro settentrionale) il fenomeno comunale: proprio grazie a questa ripresa urbana la città diventa il luogo dell’industria, del commercio, della manifattura, che porta nella città una forte evoluzione politica e istituzionale. Così i grandi ricchi decidono di organizzarsi in città -i comuni-, approfittando del fatto che i due massimi poteri, chiesa e impero, erano in conflitto e dunque non avrebbero esercitato appieno i loro poteri. La zona coinvolta è l’Italia centro settentrionale, quella che era sotto imperatore tedesco. Successivamente si creeranno le signorie. Nel XII secolo ci sarà poi lo scontro tra i comuni e Federico II di svevia. Al meridione contemporaneamente arrivano i Normanni e questo implica il passaggio da una frantumazione politica forte (bizantini, longobardi e arabi) all’ unità. Sarà Nicolò II a riconoscere la presenza dei normanni nel meridione. I normanni sono cavalieri in cerca di fortuna. Vengono dalla Scandinavia, dal nord Europa e si spostano in Francia, nella Normandia intorno al IX-X secolo. Dalla Normandia nel 1066 -contemporaneamente a scontri papato impero- il duca di Normandia Guglielmo il conquistatore parte per conquistare l’Inghilterra. Poi altri normanni, figli cadetti, si spostano in italia meridionale e creano l’unità che ci sarà fino all’unità d’italia. Al sud: Normanni da XI secolo fino alla fine del XII (1189) 1189-1266 Svevi discendenti di Barbarossa 1266-1435 Angioini (Francesi dalla contea d’Angiò) 1435 fino alla fine del 1400 Aragonesi (dalla Spagna) Particolarismo politico del mezzogiorno: Quando arrivano i normanni abbiamo arabi, bizantini e longobardi quindi diverse situazioni territoriali e politiche. Tra le famiglie dei Normanni al sud si distinguono gli Altavilla, soprattutto con la figura di Roberto il Guiscardo. Saranno loro la famiglia governante. Roberto ferma il pontefice Leone IX, il quale quando vede che i normanni conquistano territori si arma e scende al sud, ma viene sconfitto a Civitate. Nicolò II, successivo papa, riconoscerà Roberto come feudatario del papa nel 1059. Se il papa dà il titolo di Duca di Puglia, Calabria e Sicilia, riconosce il duca come vassallo del papa, quindi anche come corpo armato della chiesa -accordo di Melfi-. Dopo il riconoscimento del 1059 i normanni si muovono per conquistare tutto il territorio, dopo appunto la legittimazione. Due fratelli portano avanti la conquista: Roberto il Guiscardo che si muove soprattutto nel mezzogiorno continentale (Calabria, Campania e Puglia) e Ruggero il Gran conte che conquista la Sicilia. Tutta la seconda metà dell’XI secolo è contrassegnato da queste conquiste. Il regno sarà unificato dal figlio di Ruggero, Ruggero II che cingerà la corona e avrà lui per primo il titolo di RE. Si trova il territorio tutto conquistato e si fa incoronare Re di Sicilia -implica regno meridionale completo-, nel 1130, nella cattedrale di Palermo. A partire da questo momento parliamo di regno. I normanni si trovano a dominare un territorio con cultura, tradizioni e politica diverse. La lungimiranza degli Altavilla sta in questo. Portano avanti una politica di tolleranza (tollerano bizantini, ebrei, musulmani..) per avere il consenso. Come si struttura il regno? I rapporti dei Normanni erano vassallatico-beneficiari e quindi anche qui il regno si struttura così, con contee, ducati fedeli al Re. La struttura è quella ereditata in Francia e che portano in italia meridionale. Questo ci spiega perché il feudalesimo dura fino al 1800 circa. Vige l’ereditarietà dei feudi. Successori di Ruggero II: Guglielmo I Guglielmo II (fino 1189) Siamo negli anni 80 del XII secolo. Ruggero II ha tre figli: - Guglielmo I (eredita la corona) -> ha figlio Guglielmo II (anche lui eredità la corona) - Ruggero duca di Puglia –> ha figlio Tancredi di Lecce (colui che ha voluto chiesa di santi Niccolò e Cataldo e monastero degli Olivetani. Era figlio illegittimo della contessa Sibilla di Lecce.) - Costanza Guglielmo II non ha figli e si apre quindi una disputa per la successione al trono. Ruggero duca di Puglia era morto, Tancredi era illegittimo, Costanza era donna. Federico Barbarossa (I di Svevia) è imperatore tedesco. In Germania la casata sveva sale al potere alla metà del XII secolo, contemporaneamente a Ruggero II. Federico Barbarossa viene sconfitto dai comuni che volevano piena autonomia, quindi guarda al sud, dove c’è Costanza. Organizza il matrimonio tra suo figlio Enrico VI di Svevia (erede al trono tedesco) e Costanza d’Altavilla. Questo avrebbe portato a unione della Germania (con titolo imperiale nella spartizione post-carolingia), anche titolare dell’Italia centro settentrionale nonostante la ribellione dei comuni, e sud Italia. Si creano a questo punto due fazioni: chi sostiene Enrico VI e Costanza (partito filo- svevo) e chi sostiene Tancredi di Lecce (partito filo-normanno). Tancredi perde e il regno va a Enrico VI nel 1189. Nascerà tra i due Federico II. Rimane orfano da piccolo (4-6 anni) e vive a Palermo negli ambienti di corte. È influenzato da molte culture (è nipote di federico Barbarossa e Ruggero II !) e viene scomunicato dal papa perché in una crociata non porta le armi a Gerusalemme, ma si accorda con il Sultano e viene considerato l’anticristo. CITTA’ E COMUNI Questo durante scontri papato-impero. Siamo nell’italia centro settentrionale. Distinzione tra città e comune. La prima indica lo spazio fisico, il comune ha un apparato istituzionale di autogoverno cittadino. Al meridione c’era autonomia amministrativa -gli amministratori locali sono ai comandi del re- ma non politica, come avviene per i comuni. Dove abbiamo i comuni abbiamo quasi delle città stato, con autonomia politica interna, quasi come la polis greca. Città vescovile -> le prime forme di autogoverno cittadino nascono delle città grandi con sedi vescovili. La città è governata da vescovo e da figure importanti della città (maggiorenti..). Questa è una fase pre- comunale. Ceti sociali: i maggiorenti della città sono i nobili. La nobiltà si acquisiva grazie ai possedimenti, ai feudi che implicano forza armata per il signore che concede il feudo. Si chiama nobiltà di spada. Con il risveglio urbano, politico, economico, si sviluppa la nobiltà di toga: nobiltà delle professioni -notai, giudici, farmacisti, artigiani, uomini di legge, mercanti (come i Medici che poi diventano banchieri)- si chiamano Boni Homini. C’è quindi la possibilità di ascesa sociale. Dove c’è questa ascesa si spiega l’arrivo dei comuni su iniziativa di questi uomini che diventano potenti. Fasi dei comuni. Il comune ha delle evoluzioni, ma non sempre. - Il comune parte come consolare: alla guida ci sono consoli - a modello romano - in carica per un anno e che devono amministrare la città -come il sindaco-. Vicino ai consoli c’è anche il parlamento -arengo- , con cittadini della nobiltà di spada e di toga. C’è sempre un forte scontro tra varie famiglie per avere questa carica. - Si passa alla fase podestarile: per evitare gli scontri la città viene affidata a figure esterne, i podestà. Generalmente uomini di legge che sapevano gestire la cosa pubblica. Al fianco del podestà c’era l’arengo. - In alcuni comuni più vivaci si passa al comune popolare: sarà il popolo a governare con partiti popolani, affiancato dal parlamento, sempre popolare. Questo porterà a sangue e forti scontri. Avverrà ad esempio a Firenze dove ci saranno anche le corporazioni delle arti e dei mestieri. L’evoluzione successiva è il passaggio dal comune alla signoria: ad esempio a Firenze con i Medici, che estenderanno il loro potere quasi in tutta la Toscana. Queste autonomie verranno contrastate da chi crede di avere il potere: Federico Barbarossa. FEDERICO I DI SVEVIA E I COMUNI ITALIANI X secolo Sassonia XI secolo Franconia XII secolo Svevi Siamo nel XII secolo (1100). In Italia centro settentrionale si sono sviluppati i comuni nell’XI secolo; nell’Italia meridionale si era costituito il regno normanno, perché nel 1130 Ruggero II cinge la corona di Re di Sicilia. Nel XII secolo in Germania ci sono gli Svevi. A partire da Ottone l’Italia centro settentrionale era stata riassorbita dall’area tedesca. L’impero quindi comprendeva l’area tedesca – maggiormente controllata dall’imperatore- e l’Italia centro settentrionale. Nell’italia centro settentrionale approfittando dello scontro tra papato e impero i comuni rivendicano le proprie autonomie. I capi dei principati -province tedesche come Svevia, Sassonia, Baviera, Franconia (i grandi feudatari)- si riuniscono e eleggono l’imperatore (si mantiene ancora il titolo imperiale in Germania). Alla metà dell’XI secolo -1152- in Germania sale al trono Federico I di Svevia (Barbarossa) – la madre era della casata di Baviera, questo favorisce la sua ascesa dato che ha il consenso di almeno due casate. Da questo momento si determina la distinzione tra guelfi (con papa) e ghibellini (con imperatore) che andrà avanti con Federico II (chi è pro e chi è contro). Questa distinzione nasce in Germania tra le due casate ghibellina-sveva e guelfa-bavarese -da Welf, castello bavarese- prima dell’accordo per l’elezione di Federico I di Svevia. Regalie: i diritti regi Qual è la materia del contendere tra imperatore Federico I Barbarossa e comuni che sono sotto di lui? sono i diritti regi. I comuni avevano fatti propri alcuni diritti regi, che l’imperatore pretende siano suoi. - Battere moneta. Nelle città maggiori nascono delle zecche; - Nominare magistrati e ufficiali pubblici; - Imporre e riscuotere tasse e pedaggi; - Provvedere alla difesa con un proprio esercito; - Amministrare la giustizia. La lega nasce con a modello i comuni del passato, per non essere sottoposti a Roma -Roma ladrona-. Prima e seconda dieta di Roncaglia (dieta=assemblea). Una volta eletto Federico I si rende conto che la situazione italiana dei comuni sta degenerando perché i comuni stanno acquisendo sempre più potere. Organizza due discese in Italia per rivendicare la sua autorità. Scende due volte in italia (1154 e 1158) e il papa è Alessandro III -nasce in suo onore Alessandria- che difende i comuni lombardo-veneti. Scende per sedare le autonomie dei comuni e rivendicare i diritti regi. Rade al suolo il comune di Milano. In questo periodo a Bologna c’è università di studi giuridici. Federico I si rivolge a questi giuristi per chiedere chi deve avere quei diritti. Innocenzo IV Urbano IV Non vogliono più gli Svevi Clemente IV I successori di Gregorio decreteranno la fine degli Svevi in Italia, perché Federico II non si era mai piegato alla chiesa, era fortemente laico. A chi si rivolgono i pontefici per eliminare il potere degli svevi? Ai Francesi, precisamente agli Angioini. Si rivolgono al ramo cadetto della famiglia reale francese, cioè a Carlo I d’Angiò, fratello del re Luigi IX (San Luigi dei francesi, perchè muore in crociata; da qui il buon occhio dei papi per i francesi, molto cattolici). Così arrivano gli Angioini in Italia. Morto Federico II nel 1250 lascia un figlio illegittimo che è Manfredi che si trova in italia meridionale, che verrà sconfitto dagli Angioini nella battaglia di Benevento nel 1266. Altri figli di Federico II avevano la corona e altri territori. Così il papa onorerà la promessa fatta ai francesi, di dare a loro la corona in cambio della sconfitta degli svevi, e salirà al potere Carlo I d’Angiò (da Angiò -> contea da lui ereditata) nel regno delle due sicilie. L’impero resta in mano alla dinastia sveva. Da qui nascono guelfi e ghibellini, scontro tra papà a favore di Angioini e imperatore Federico II. Il papa si sente “proprietario” del meridione e può fare questo per l’accordo di Melfi per cui doveva investire i re del potere. Periodo Angioino (1266-1435 con Aragonesi): Con gli Angioini cambia la geografia territoriale, perché arrivano molti feudatari e funzionari francesi. C’è incremento delle tasse anche perché Carlo I vuole andare in Oriente a conquistare i territori e anche per questo i francesi avevano ben accolto la richiesta di aiuto del papa. Carlo I sposta la capitale da Palermo (filo sveva poiché Federico II aveva vissuto lì) a Napoli nel 1266. Con Napoli si avvicinava alla Francia e al papa. Questo determinerà scontento dei siciliani e nel 1282 ci sarà la rivolta del vespro, che determinerà storie diverse tra la Sicilia e il meridione continentale. Il pretesto è che una donna palermitana sarebbe stata importunata da soldati francesi. Da qui la rivolta e i siciliani concedono la corona a Pietro III (Aragonese) che aveva sposato Costanza, figlia di Manfredi (Svevo). La Sicilia diventerà regno di Trinacria e il mezzogiorno continentale continuerà ad essere angioino (per poco, fino al 1435). Si aprono anni di guerra per riconquistare la Sicilia, che non sarà riconquistata. Regni Napoli Sicilia con Angioini Trinacria – con Aragonesi A tutto questo nel 300 si aggiunge la peste bubbonica e un forte calo demografico. Un angioino importante è Roberto I d’Angiò (dopo Carlo I e Carlo II), durante la guerra del vespro. Intorno alla metà del 300 si apre una grande crisi dinastica perché muore Roberto nel 1343 e non ha eredi. Coloro che si contendono il potere sono tutti d’Angiò (francesi, quelli andati in Oriente-di Durazzo- e quelli che sono nel regno-discendenti di Carlo I, soprattutto a Taranto-) Ad un certo punto vincono i Durazzeschi (inizi 400). L’ultima erede angioina e regina è Giovanna II di Durazzo. Non ha eredi e quindi tutti i parenti si scontrano. Conosce Alfonso V di Aragona e vuole dargli il regno. I parenti si rivoltano, lei ritira la sua volontà, e si scatena una guerra: guerra angioino-araonese. Nel 1435 muore Giovanna e dopo vari scontri vince Alfonso, nel 1442. Sarà re di Napoli e di Trinacria, ma è anche re di Aragona. Alla sua morte nel 1458 lascia al figlio Ferrante il regno e al fratello Giacomo l’Aragona. Qual è il quadro geopolitico nel 1450? - Al nord abbiamo gli stati territoriali (signorie) e frantumazione politica. Soprattutto repubblica Fiorentina, repubblica di Venezia, ducato di Milano. - Al centro abbiamo lo stato della chiesa (dal Lazio alla Romagna) - Al sud abbiamo un regno compatto con Alfonso V d’Aragona (regno di Napoli). Anche la Sardegna perché era legata all’Aragona. La pace di Lodi (1454) In questa situazione la caduta di Costantinopoli (1453) è molto importante. Perché gli italiani seppur frantumati si rendono contro che il problema può venire dall’esterno, dai turchi islamici. Gli stati italiani si mettono d’accordo per 25 anni di tregua, non belligeranza e reciproco aiuto per difendersi dai musulmani. Il timore di Alfonso, dei veneziani.. è quello di essere invasi dall’islam. Si ha così la lega italica.
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