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Appunti storia moderna, Appunti di Storia Moderna

Storia moderna dal 1492 al Concilio di Trento

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 13/11/2015

Fran.cesca08
Fran.cesca08 🇮🇹

3.3

(7)

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Scarica Appunti storia moderna e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA Sia l’inizio che la fine della storia moderna non hanno una data precisa. Si data l’inizio tra la fine del ‘400 e gli inizi del ’500; due date fondamentali sono il 1492 (scoperta dell’America) e il 1453 (caduta di Costantinopoli e fine dell’impero romano bizantino). La fine dell’età medievale non è traumatica mentre la fine dell’età moderna avviene a seguito di un periodo traumatico e drammatico, la Rivoluzione Francese. Tra il 1789 e il 1815 infatti Napoleone “rischia” di diventare monarca egemone dell’Europa e della Russia. Nel 1948 lo storico Ludwing Dehio scrive un libro dove si chiede cosa è successo in Europa prima dell’avvento di Hitler ponendosi come interrogativo “Equilibrio o egemonia?” (è il titolo dell’opera). Vuole infatti capire come l’Europa abbia potuto creare un personaggio come Hitler, facendo “alcune considerazioni sulla storia politica d’Europa”. Questo storico si ch iede se la storia degli ultimi secoli può essere interpretata come ricerca di equilibrio o come l’egemonia di un paese su altri. L’ultimo tentativo nell’arco della storia moderna in cui un paese e un personaggio hanno tentato di egemonizzare l’intera Europa è stato quello di Napoleone. Dehio afferma che:  La storia dell’Europa è stata caratterizzata da una tendenza all’unificazione che non ha mai condotto all’unità.  Egemonia  La storia dell’Europa può essere interpretata come una tendenza al frazionamento che non ha mai portato al completo dissolvimento degli stati.  Equilibrio L’Europa si è salvata dai tentativi di egemonia perché si è sempre ricostruito l’equilibrio tra gli Stati Europei. Dehio oppone anche le categorie  unità  pluralità Propone una divisione anche tra  Stati insulari: Stati che si pongono ai confini dell’Europa (es. Gran Bretagna, Russia, Italia). È grazie a questi Stati se l’Europa è riuscita a non finire sotto un dittatore  Stati continentali. Ogni provincia aveva un Parlamento, che lavorava come alta corte di giustizia perché il potere legislativo ed esecutivo era nelle mani del re (diverse dalle assemblee rappresentative della popolazione come in Inghilterra). Il più importante era quello di Parigi. Si distinguono due tipi di nobiltà  - di spada o di sangue, figli di nobili  - di toga, compra la carica La Rivoluzione Francese Nell’estate del 1788 in Europa si ha un cattivo raccolto che colpisce in modo particolare l’immaginario dei francesi perché la carestia (mancanza di cibi primari come pane e vino) arriva dopo molti anni di raccolti fruttuosi (era da circa 30-40 anni che le carestie andavano diradandosi). È una carestia straordinaria che porta a un aumento del prezzo del pane mentre tra il 1773 e il 1787 si era assistito ad una costante diminuzione del prezzo del pane. Il prezzo aumenta fino al 70% in più e in un’Europa dove la maggior parte della popolazione vive al limite è un impatto molto forte. Come conseguenza della carestia la produzione dei tessuti (industria fondamentale in Europa) peggiora perché non si comprano più vestiti. Entrano in crisi quindi le manifatturiere tessili. In tutto questo si ha la concorrenza inglese che è più sviluppata. Mercanti, produttori e commercianti francesi entrano in crisi. La carestia è solo uno dei problemi in Francia. C’è anche un forte debito pubblico che il re Luigi XVI e il controllore generale (= ministro delle finanze) Calonne (1783-1787) cercano di risolvere. Nel 1786 Calonne presenta al sovrano il “Piano di miglioramento delle finanze” (Plan d’amélioration de Finance) dove presenta varie proposte:  Abolizione della tassa “ventesimo” che prevedeva il pagamento delle tasse (pari a 1/20 del reddito) da parte dei ceti bassi mentre i ceti privilegiati (cioè clero e nobiltà) non pagavano questa tassa ma pagavano dei “donativi” quando il sovrano aveva bisogno di denaro. Questa abolizione prevede però la sostituzione di questa tassa con un’imposta territoriale proporzionale alla rendita di ciascuno, senza esenzioni. Il “ventesimo” però continuava ad essere esatto dai mercanti, dai commercianti e da coloro che godevano degli uffici pubblici (le cariche pubbliche venivano comprate e oltre allo stipendio godevano dei soldi che arrivavano dalla corruzione  cariche venali)  Vendita in 5 anni del demanio regio (territori e proprietà pubbliche)  Soppressione delle dogane interne alla Francia, creazione di uno spazio doganale unico e liberalizzazione del commercio del grano all’interno della Francia arrivando così a pagare solo i dazi se si voleva esportare.  Creazione di assemblee municipali nei singoli comuni, assemblee di distretto e assemblee provinciali in cui si accede su base censitaria che abbiano il compito di fissare la distribuzione delle imposte e delle tasse. Nessuna proposta viene accettata e Calonne viene licenziato perché il re subisce delle forti pressioni. Tra gli oppositori ci sono gli aristocratici e i Parlamenti francesi. Si oppongono a Calonne la nobiltà e il clero. Viene messo al posto di Calonne come controllore delle finanze l’ecclesiastico Luminìe di Brienne che, nel giugno del 1787, riprende alcune sue idee:  Vuole le assemblee provinciali con ampi poteri amministrativi, esecutivi e anche giudiziari (Calonne voleva un vero e proprio rinnovamento) togliendo potere ai Parlamenti, centro del potere della nobiltà di toga. All’interno di queste assemblee devono essere o accetta la richiesta dell’uguaglianza fiscale ma non quella giuridica dei sudditi francesi perché avrebbe scardinato la gerarchia sociale. Il clero: o comincia a delineare una spaccatura tra alto clero (Vescovi, Papa, monaci e frati) e basso clero (parroci, curati). Un altro documento importante per capire la situazione è l’opuscolo “Che cos’è il Terzo Stato?” scritto da Seyés nel gennaio 1789. Sia in questo opuscolo che nei Cahiers de doleance parole antiche compaiono con significati nuovi (Costituzione, Nazione e Sovranità). Fino a questo momento la Costituzione di uno Stato era l’insieme di “leggi, consuetudini, usi e istituzioni di una nazione” cioè il patrimonio storico-giuridico nazionale. Ora si vuole che il termine “costituzione” indichi una carta che regola le forme di sovranità e le libertà individuali dei cittadini e che deve essere votata dalla nazione secondo un metodo democratico. Dal periodo di Orleàns Sovranità non coincide più con il re ma coincide con il popolo. La sovranità risiede nel popolo. La Nazione è il punto centrale dell’opuscolo di Seyés: il Terzo Stato è la Nazione, gli altri due stati sono “corpi estranei alla Nazione”. Quindi il Terzo Stato incarna la sovranità popolare e i deputati eletti all’assemblea rappresentativa della Nazione sono i rappresentanti della volontà e della sovranità popolare. In questo modo si depotenzia lo scontro tra ordini che aveva caratterizzato il periodo precedente. Il Terzo Stato ha come richiesta principale quindi: o il voto per testa, che afferma il potere del popolo e la sua sovranità. Il 5 maggio 1789 i rappresentanti dei tre ordini si ritrovano a Versailles. All’interno del clero si hanno 291 rappresentanti, in maggioranza del basso clero. I rappresentanti della nobiltà sono 270, in maggioranza nobili reazionari. I rappresentanti del Terzo Stato sono 578, in maggioranza vengono eletti uomini di legge come avvocati e magistrati. Luigi XVI li accoglie a Versailles ma continua a non esprimersi sul criterio di votazione e la situazione precipita nell’arco di pochi giorni. Il 6 maggio il Terzo Stato si costituisce in Assemblea dei Deputati dei Comuni. Il 17 giugno, di fronte al persistere del silenzio del sovrano, cambiano nome chiamandosi Assemblea Nazionale. Tre giorni dopo il Terzo Stato si riunisce nella Sala della Pallacorda e giura che l’Assemblea Nazionale rappresenta la Nazione, ha il compito di varare una costituzione e resisterà a qualsiasi pressione messa in atto dal sovrano per sciogliere questa Assemblea. Con questo giuramento l’Assemblea Nazionale diventa Assemblea Nazionale Costituente. Il Terzo Stato non rimane solo in questa azione reversiva perché anche gli altri due ordini si spaccano e riconoscono il primato di questa Assemblea (il clero basso e le parti più liberali della nobiltà entrano addirittura nell’Assemblea). Quello che succede a Versailles non rimane circoscritto e in tutta la Francia si diffonde la voce dei sudditi che si sono contrapposti al loro sovrano. In tutta la Francia si diffonde la Grande Paura perché vengono minate le basi della società e dello Stato e perché si diffondono voci riguardo a briganti, rivolte contadine contro i signori e contro l’aumento del prezzo del pane, un intervento dell’esercito contro l’Assemblea. In questi mesi la Francia comincia ad incendiarsi (i contadini si rivoltano, uccidendo nobili e bruciando le carte che avallano il loro potere vessatorio). Il 14 luglio 1789 si arriva al momento topico, a cui aveva portato la decisione di Luigi XVI di mandare a casa Necker, il quale aveva consentito la convocazione degli Stati Generali, e il rafforzarsi della voce di un colpo di Stato militare contro l’Assemblea Nazionale Costituente. Interviene a questo punto un nuovo protagonista che prende in mano la situazione diventando uno degli elementi condizionanti della storia: la folla parigina. Sobillata da questi pericoli che sembrano diffondersi, la folla si reca alla Bastiglia e dopo aver ucciso il direttore, nominato dal re, liberano tutti colore che vi erano incarcerati (7 persone). Il fatto che gli incarcerati fossero pochissimo dimostra che la Bastiglia è un simbolo e non ha una vera sostanza, ma dimostra come la folla vada contro al potere arbitrario del sovrano. I rappresentanti della nazione che si erano riuniti nell’Assemblea devono affrontare due ordini di problemi: 1 COSTITUZIONE: è uno dei più grandi risultati da ottenere. I lavori dei deputati vengono però disturbati dal continuo verificarsi di rivolte dei contadini, che li obbligano ad occuparsi delle loro questioni. Ci si chiede subito cosa fare della struttura feudale e dei diritti feudali, specialmente delle Corvées. Nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 1789 si aboliscono i diritti feudali, facendo venire a cadere l’impalcatura su cui fino ad allora si erano rette tutte le società europee. Si aboliscono i diritti sulle persone e si rendono riscattabili i diritti sulle cose (cioè sulla terra). L’uguaglianza civile è quindi uno dei punti saldi della Rivoluzione mentre l’uguaglianza economica non viene ancora menzionata. Nella stessa notte vengono aboliti i tribunali signorili, che amministravano la giustizia guardando solo agli interessi del signore. Si abolisce definitivamente anche la decima, cioè una tassa che fin dal Medioevo era servita per sostentare il clero. Tra il 10 e l’11 agosto vengono abbattuti tutti gli altri fondamenti dell’Ancien Regime: si elimina la venalità delle cariche, si cancellano i privilegi, si istituisce il pagamento proporzionale delle imposte e si stabilisce una parità di basi di partenza per la carriera pubblica, sulla base del talento e del merito personale. Il 26 agosto viene varata e approvata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, una carta dei diritti secondo cui i diritti di ogni uomo sono “sacri, naturali e inalienabili”. Da questa carta dei diritti viene fuori anche una concezione forte della sovranità popolare, secondo cui i cittadini devono essere attivi nella cittadinanza, controllando l’operato di coloro che li rappresentano, gli atti esecutivi del governo e partecipando nella formulazione delle leggi. Il potere legislativo è quindi ora nelle mani dell’Assemblea Nazionale Costituente mentre il potere esecutivo è sempre nelle mani del re. I costituenti discutono se dare un diritto di veto assoluto a Luigi XVI o un veto sospensivo nei confronti delle leggi varate dall’Assemblea Costituente e optano infine per attribuire al potere esecutivo del monarca, confermato come istituzione, un potere di veto sospensivo. All’interno dell’Assemblea cominciano a delinearsi dei Partiti, cioè i deputati cominciano a dividersi. Il primo partito che si individua nel corso di questi primi mesi è il Partito Patriota. Questo gruppo comincia a chiedere il trasferimento di Luigi XVI e dell’Assemblea da Versailles a Parigi. Il risultato sarà ottenuto però solo con l’intervento della folla parigina, alla quale partecipano per la prima volta anche le donne. Tra il 5 e il 6 ottobre 1789 la folla costringe il re e l’Assemblea a tornare a Parigi, con l’aiuto anche delle Guardie Nazionali, un’entità nuova creatasi in tutta la Francia che fa da contraltare all’esercito del re e deve salvaguardare le cose ottenute attraverso la Rivoluzione. A capo della guardia nazionale, composta da semplici cittadini, vi è Lafayette, che era intervenuto anche nella Rivoluzione Americana. 2 PROBLEMI ECONOMICI: Si chiedono delle soluzioni per uscire dalla crisi economica, trovando soldi per risolvere il debito. Si decide di andare a colpire il Clero attraverso la confisca dei beni della Chiesa, su proposta del Vescovo Talleyrand. Questo non risolve i problemi economici ma è un gesto simbolico di grande impatto. Vengono inoltre emessi titoli di Stato, che prendono il nome di Assegnati, garantiti dal ricavato di questa confisca e dalla vendita del demanio regio. Da questo momento lo Stato si impegna a pagare una sorta di stipendio a tutti coloro che si occupano dei bisogni spirituali dei cittadini francesi, oltre a sostenere le Chiese e gli edifici di culto e assistere i poveri. Nel febbraio 1790 vengono aboliti tutti gli ordini monastici e rimane soltanto il clero secolare. Nel luglio 1790 viene approvata la Costituzione civile del clero, secondo la quale i parroci e i vescovi saranno eletti direttamente dai loro fedeli, le diocesi (circoscrizioni amministrative) dovranno corrispondere ai confini delle province francese, i vescovi non saranno più confermati dal papa. La Chiesa di Francia diventa quindi una Chiesa Nazionale, cioè non dipende più dal papa di Roma ma che si gestisce in autonomia all’interno dello Stato francese, prendendo le distanze dalla Santa Sede. Nel dicembre dello stesso anno viene imposto al clero il giuramento di fedeltà alla Rivoluzione. Si nota attraverso questo giuramento una spaccatura all’interno del Clero tra Clero Costituzionale e Clero Refrattario in quanto su circa 100 vescovi, solo 7 giurano mentre su migliaia di preti, più della metà giurano fedeltà. Nel marzo del 1791 arriva la condanna da parte di Papa Pio VI della Rivoluzione Francese. L’Assemblea introduce anche novità amministrative e politico-giudiziarie. La Francia viene suddivisa in 83 dipartimenti (prendono il nome dagli elementi geografici che vi si trovano), suddivisi in distretti, i quali sono suddivisi a loro volta in cantoni, suddivisi in comuni. Si può cosi attuare un controllo maggiore dal centro verso le periferie. I tribunali locali, che erano un retaggio del passato, vengono aboliti e il potere giudiziario viene legato alla suddivisione amministrativa. Nei comuni i sindaci, nei cantoni amministra la giustizia il giudice di pace, in ogni distretto ci sono un tribunale civile e un tribunale penale e c’è un tribunale d’appello che ha sede in un distretto diverso da quello in cui avviene la causa. Viene inoltre inventata la corte di cassazione, che ha sede nella capitale e emette una sentenza solo sulla forma delle sentenze precedenti, senza entrare nel contenuto. Compare per la prima volta nei processi penali una giuria composta da 12 cittadini sorteggiati dal popolo. Oltre a Parigi, si creano nuovi centri di potere in tutta la Francia, sia istituzionalmente riconosciuti sia poteri “informali”, che si concentrano nei Club della Rivoluzione, cioè aggregazioni di persone che cominciano a fare politica. Questo indica che la sovranità popolare in Francia è intesa come somma delle sovranità locali: ci sono tanti poteri, con incidenza minore rispetto all’Assemblea, distribuiti sul territori, che prendono il nome di Movimento della Federazione. A Parigi nascono 48 sezioni, cioè 48 “piccoli municipi”, in cui il popolo si aggrega per quartiere e fa pressione nei confronti dell’Assemblea Nazionale. Anche all’interno dell’Assemblea si cominciano a strutturare delle parti più frammentate, sulla base della disposizione intorno al Presidente: alla destra si siedono gli aristocratici reazionari; tra l’estrema destra e il centro vanno a sedersi i monarchici, al centro i costituzionali e a sinistra i democratici (si afferma un linguaggio politico nuovo). All’interno dei democratici nasce il Club dei Giacobini, chiamati così perché si riunivano nel convento domenicano intitolato a S. Giacomo, estremisti di sinistra e capitanati da Robespierre. Un altro Aristocratici reazionari Monarchici Costituzionali Triumvirato moderato Democratici Presidente Assemblea Nazionale Costituente sopravvento all’interno dell’Assemblea. Questa presa di potere si traduce nella epurazione di soggetti indesiderati all’interno del governo, nell’arresto di sospetti, nell’espulsione del clero refrattario che viene costretto a emigrare, nell’istituzione di un tribunale contro i non rivoluzionari.  si destabilizza il quadro sociale. Si arriva al 20 settembre 1792, giorno in cui per la prima volta l’esercito francese vince sulle colline di Valmy l’esercito austro-prussiano acquisendo la riva sinistra del Reno, la Savoia e Nizza (togliendole al Piemonte), i Paesi Bassi Austriaci (corrispondono al Belgio). Nello stesso giorno si ha la prima seduta della Convenzione, composta da 749 membri, votati da circa un 30% del corpo elettorale. I Girondini (o Brissottini), da una posizione moderata di sinistra si sono spostati verso destra, ma non una destra reazionaria e monarchica, che in realtà è scomparsa (sono infatti scomparsi i Foglianti). I Giacobini, estremisti di sinistra, vengono denominati con il termine “Montagna”. La maggior parte dei deputati della convenzione, cioè gli ex-indipendenti, vengono denominati Pianura (o Palude). Il 21 settembre 1792 la Francia diventa Repubblica. Bisogna decidere cosa fare del re Luigi XVI, che è prigioniero della Repubblica. Tra il 14 e il 17 gennaio si decide il suo destino; l’Assemblea si spacca. I Girondini inizialmente chiedono che non sia la Convenzione a decidere, ma il popolo, ma questa proposta non viene accolta e quindi il 17 gennaio all’interno della Convenzione si vota la messa a morte del re: i voti contrari all’esecuzione del re sono 334 e i voti favorevoli sono 387. Il 21 gennaio 1793 Luigi XVI sale sul patibolo, inventato appositamente per non farlo uccidere dalla mano di un uomo (la Ghigliottina). Il 1 febbraio 1793, dopo le vittorie dell’anno precedente, la Francia decide di dichiarare guerra non solo all’Austria e alla Prussia ma anche all’Olanda (chiamata Repubblica delle Sette Province Unite), all’Inghilterra e alla Spagna. Si capovolge quindi la definizione della Patria in Pericolo e la Francia comincia a lavorare per diffondere gli ideali della Rivoluzione in tutta Europa con le armi. La Francia perde tutte le acquisizioni degli ultimi mesi del 1792. Tra il maggio e il settembre del 1793, in seguito a questi rovesci militari e a causa della crisi economica, la situazione in Francia si deteriora ulteriormente facendo avvicinare la Pianura alle posizioni estreme della Montagna, che è sempre più condizionata dalla pressione dei Sanculotti (cosiddetti “Arrabbiati”). Diventano fondamentali i Giacobini estremisti che impongono che si venga incontro alle difficoltà della povera gente stabilendo una soglia massima ai prezzi delle derrate alimentari (Calmiere dei prezzi o maximum) e limitando la liberalizzazione dei commerci. Questi provvedimenti portano a un duro scontro tra Montagnardi e Girondini, che si risolve con la vittoria dei Montagnardi, sostenuti dai Sanculotti, dalla Comune e dalle sezioni di Parigi, e con la marginalizzazione della parte più moderata. In questo periodo acquista sempre più importanza il Comitato di Salute Pubblica, istituzione creata il 6 aprile 1793 e capitanata da Robespierre. L’esito di questo sopravvento dell’estrema sinistra si vede nella repressione feroce della rivolta nella Vandea nell’ottobre del 1793. La presa del potere dell’estrema sinistra porta anche al varo di una Seconda Costituzione, entrata in vigore il 24 giugno 1793:  Viene confermata la Convenzione, ma con una durata dimezzata rispetto a prima (dura un anno invece di due) e con un consiglio esecutivo di 24 membri.  Sancisce il suffragio universale maschile Girondini (circa 200) Montagna (circa 100) Pianura (circa 450) Aveva avuto la sua sistemazione alla fine del 1500 sotto Gregorio XIV, da cui prende il nome di calendario gregoriano.  Sancisce l’inviolabilità delle libertà individuali, il diritto al lavoro, all’istruzione e all’assistenza e il diritto all’insurrezione (nel momento in cui i rappresentati, cioè il popolo, non si sentono più rappresentati da coloro che hanno votato, i quali non operano in maniera coerente con il mandato che ha ricevuto)  Sancisce la parità sociale che permetta ad ogni cittadino di avere il necessario per sostentarsi (in realtà non sarà raggiunta) e la piena libertà economica. Nella seconda parte del 1793 i poteri del Comitato di Salute Pubblica cominciano a rafforzarsi sempre di più e questo diventa il vero organo del potere in Francia. Si arriva grazie a questo a prendere delle decisioni che i rivoluzionari non avevano avuto il coraggio di prendere:  Abolire il riscatto dei diritti feudali sulla terra (viene abolito l’ultimo baluardo dell’Antico Regime)  Vendere ai contadini la terra dei nobili che sono emigrati dalla Francia  Mettere a morte coloro che si accaparrano le derrate alimentari per rivenderle a prezzo maggiorato Nell’estate del 1793 la tensione sale in maniera esponenziale perché Charlotte Corday uccide Marat, uno dei simboli della rivoluzione (il 13 luglio 1793), perché altre parti della Francia si ribellano (come la Bretagna e il sud della Francia), perché si diffondono sempre più le voci di un complotto aristocratico per far tornare la monarchia in Francia, perché aumentano le difficoltà in guerra e viene quindi indetta per la prima volta nella storia della Francia la leva di massa (il 23 agosto 1793) con la quale l’esercito francese arriva a contare un milione di unità. Tutti questi elementi innescano un blocco di mesi che prenderà il nome di Terrore. Il 17 settembre 1793 viene approvata la Legge di Sospetti, grazie alla quale tutti i potenziali nemici della Rivoluzione, solo per essere sospettati di esserlo posso essere incarcerati e giustiziati. In questi mesi si manifesta sempre di più anche il distacco sempre maggiore tra il popolo e i suoi rappresentanti all’interno della Convenzione e all’interno del Comitato di Salute Pubblica, che operano in maniera di restringere sempre di più gli spazi di operatività politica delle frange più radicali della popolazione parigina, cioè i Sanculotti, e delle donne (viene bloccata l’intraprendenza femminile chiudendo le società delle donne rivoluzionarie). Queste istituzioni vedono anche come nemici i realisti (che vogliono il ritorno della monarchia), i moderati e i girondini e, per eliminare ogni riferimento alla monarchia, viene decapitata anche Maria Antonietta. Fuori da Parigi viene emarginato il Movimento della Federazione. Ci sono due parole chiave che caratterizzano il periodo del Terrore: la Scristianizzazione e la Nazione in armi. L’obiettivo è quello di rompere i ponti con la Francia antica, che era da sempre un paese cattolico; i terroristi vogliono colpire i simboli del cristianesimo: le Chiese vengono ridotte a edifici pubblici, laici e sono indirizzate a diventare luoghi di riunione civico-patriottica dei cittadini dove si discute di politica e non di religione. Anche il calendario, che fino ad ora era scandito dalle festività religiose, viene modificato. Il nuovo calendario entra in vigore nell’ottobre 1793 con il nome di “Calendario decadario”: i 12 mesi vengono divisi in 3 blocchi di 10 giorni ciascuno, i 5/6 giorni che rimangono fuori da questo conto vengono chiamati Sanculottidi. L’anno è diviso in 4 blocchi di mesi, come le stagioni, e i mesi prendono i nomi dai cicli agricoli (il 90% della Settembre 1793 – Giugno 1794 Terrore Giugno – Luglio 1794 Grande Terrore Luglio 1794 – inizi 1795 Terrore Bianco popolazione in Francia era composto da contadini). La domenica cattolica viene sostituita con il Decadì, cioè il decimo giorno alla fine di ogni blocco, che è dedicato alla celebrazione dei momenti forti e delle conquiste della Rivoluzione. Questo nuovo calendario viene fatto iniziare dal 22 settembre 1792, data in cui era stata proclamata la Repubblica. Robespierre, sapendo bene che non era possibile ottenere che tutti smettessero di essere cristiani, sostituisce al Dio cristiano il culto per l’Essere Supremo, riconoscendo che c’è qualcosa di superiore ma non si sa cosa sia (questa invenzione porterà Robespierre alla rovina politica perché altri terroristi spingeranno per un ateismo completo). La Francia era riuscita a sconfiggere le potenze straniere, ma c’era stata poi una ritirata. I terroristi chiamano a raccolta tutte le forze della Nazione, chiamando tutti a difendere la Rivoluzione dai nemici interni ed esterni. Dei giovani generali sono chiamati a comandare l’esercito francese, che prende di nuovo il sopravvento tra il settembre e il dicembre 1793 sia a livello esterno (la Francia torna all’offensiva), sia sul piano interno (repressione in Vandea e dei federalisti). Tutto questo porta ad una recrudescenza del terrore, che diventa Grande Terrore e si consuma nell’arco di due mesi in cui a Parigi vengono decapitate più di 2500 persone. L’azione del Comitato di Salute pubblica è centrale in questi mesi. Tutti i funzionari dell’amministrazione pubblica dello Stato vengono sottoposti all’ispezione del Comitato. Tutte le autonomie periferiche vengono annullate: è solo Parigi che monitora, decide e controlla tutto e all’interno di Parigi è il Comitato di Salute Pubblica ad avere il potere. Anche all’interno del Comitato però le posizioni non sono univoche e unanimi ma si creano 3 differenti schieramenti: 1. Fa capo a Robespierre e Saint-Just; ritengono che sia necessario arrivare agli estremi limiti del terrore per salvare la rivoluzione (“La forza delle cose spinge verso risultati ai quali non avevamo pensato”). 2. Fa capo a Danton; sono gli “indulgenti” perche vorrebbero fermare il terrore, evitando che si arrivi ad esiti tragici ed estremi. Danton viene arrestato e giustiziato nel marzo del 1794 quindi questa opzione viene eliminata. 3. Fa capo a Hebért, direttore di un famoso foglio di stampa (“Pèreduchesne”); sono dalla parte dei Sanculotti e della sinistra. I rappresentanti della Commissione volevano invece emarginare questa frangia della popolazione, Hebért viene infatti giustiziato pochi giorni dopo la morte di Danton. Si arriva il 10 giugno 1794 alla completa sospensione di tutte le libertà e questo comporta la possibilità di mandare al patibolo tutti quelli che secondo i terroristi sono nemici della Rivoluzione. Il periodo del Grande Terrore si chiude perché alla dittatura dei terroristi ed in particolare di Robespierre si oppone una coalizione di tutti gli altri (Indulgenti, Sanculotti parigini, rappresentanti della Palude). Il 27 luglio 1794 (= 9 termidoro del 2° anno) avviene il primo colpo di Stato nella storia della Francia rivoluzionaria: Robespierre viene pugnalato durante una riunione e il giorno dopo viene giustiziato sulla ghigliottina. È con questo colpo di Stato che ha termine il periodo del Terrore, e con questo anche la Rivoluzione. La Rivoluzione non viene quindi portata a termine dai giacobini ma dai cosiddetti “termidoriani”. Vengono quindi uccisi tutti i seguaci di Robespierre, vengono chiusi i Club dei Giacobini, vengono richiamati coloro che erano scappati dalla Francia tra cui alcuni girondini, viene abolito il Comitato di Salute Pubblica e vengono ridotte a 12 le sezioni che componevano la Comune Parigina, togliendo così potere alla folla parigina e ai Sanculotti. Siamo all’avvio di una nuova fase della Rivoluzione, denominato Terrore Bianco. Diventano al Piemonte e alla Lombardia. Altro obiettivo è quello di sottrarre la Lombardia all’Austria . Tra il 10 e il 15 maggio 1796 Napoleone vince la battaglia di Lodi con la Battaglia sul Ponte sull’Adda ed entra a Milano, costringendo gli austriaci a ritirarsi nella parte occidentale della Lombardia e a rinserrarsi a Mantova, città che nel febbraio 1797 viene conquistata dall’esercito di Napoleone. Allontanati gli austriaci dalla Lombardia, Napoleone si dirige verso i territori dello Stato Pontificio occupando, nel giro di poche settimane, Bologna, Ferrara e tutta la Romagna. Inoltre costringe il papa Pio VI a sottoscrivere la pace di Tolentino (19 febbraio 1797) con cui tutte le Marche passano sotto la Francia e si riconosce la legittimità del potere francese sui territori conquistati in Italia e su Avignone. Il 27 dicembre 1796 nasce la Repubblica Cispadana (e il Tricolore) che comprende Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e la Romagna. Il nemico principale della Francia, l’Austria, accetta la perdita dei territori italiani con la pace di Leoben il 18 aprile 1797. Rimane la Repubblica di Venezia (la Serenissima), che decide di consegnarsi spontaneamente a Napoleone il 12 maggio 1797. A questo punto Napoleone ha occupato tutto il Nord Italia e parte del Centro. Nel maggio 1797 nasce quindi una nuova Repubblica Sorella che ingloba quella Cispadana, Milano e il suo territorio, la Valtellina – che era in parte della Svizzera, Bergamo, Brescia e Crema: la Repubblica Cisalpina. Con questa Repubblica vengono messe insieme realtà che erano sempre appartenute a realtà molto diverse:  Bologna  Ferrara  Modena  Reggio Emilia e la Romagna  Milano e il suo territorio  Valtellina  Bergamo  Brescia  Cremona Nel giugno 1979 nasce la Repubblica Ligure che comprende i territori della ex repubblica marinara di Genova. Tra la Francia e l’Austria viene firmato, il 18 ottobre 1797, il Trattato di Campoformio che prevede la cessione dei territori veneziani all’Austria (Venezia vede questo atto come un tradimento da parte della Francia). Napoleone e il Direttorio decidono di fare questa cessione per motivi politici, cioè per dare un territorio all’Austria per farle riconoscere la legittimità dei territori in Italia e nei Paesi Bassi. A Roma viene istituita la Repubblica Romana, dopo aver fatto prigioniero il papa. Un anno dopo, nel febbraio 1799, nasce la Repubblica Partenopea, costringendo i Borbone a trasferirsi da Napoli a Palermo sotto la protezione dell’Inghilterra. Nello stesso mese il Piemonte diventa territorio francese e i Savoia sono costretti a rifugiarsi in Sardegna. La Toscana viene occupata nel marzo 1799 e non subisce né annessioni né cambi al vertice. Il Ducato di Parma e Piacenza è l’unico territori che rimane indipendente, nelle mani dei Borbone. La novità principale delle campagne di Napoleone è che l’esercito viene visto come liberatore che può porre fine all’Ancién Regime. L’esercito di Napoleone trova quindi in Italia dei sostenitori tra coloro che si definiscono giacobini e patrioti, legati alle idee illuministe e alle prime fasi della Rivoluzione Francese. Questi però vogliono l’Unità d’Italia mentre la Francia preferisce frammentare l’Italia in più Repubbliche. L’esercito che arriva in Italia inoltre fa riferimento a una fase completamente diversa della Rivoluzione, in cui si sta vivendo una sorta di ritorno all’ordine. Alle Repubbliche sorelle già esistenti si aggiunge, nel 1798, la Repubblica Elvetica nei territori svizzeri. Queste Repubbliche Sorelle devono modellare le loro costituzioni sulla base di quella francese del 1795, molto più regredita rispetto a quella del 1793 che concedeva maggiori libertà. Napoleone da una parte mette in atto le conquiste della Rivoluzione, dall’altra cerca un accordo con le amministrazioni locali comprendendo che certe cose accadute in Francia non possono accadere in Italia (ad esempio la religione in Italia è troppo forte per essere annullata, anche per la presenza del papa). Si va dunque verso una laicizzazione della società e si mettono in vendita i beni ecclesiastici, ma scende a patti con il Papa, i vescovi e il clero: nella Repubblica Cisalpina si lascia la libertà di culto; nella Repubblica Ligure il cattolicesimo rimane come religione di Stato e come unico culto ammesso). La maggior parte del clero italiano è su posizioni conservatrici ed è contro alla Rivoluzione Francese perché rifiuta che lo Stato Pontificio scompaia e che la religione cattolica sia messa in primo piano e perché crede che sia stata originata da un complotto massonico (società segreta anticlericale) rivoluzionario. Napoleone non riesce dunque a fare presa sul basso clero (quello francese invece appoggiava la Rivoluzione), che è molto vicino al popolo. Si crea quindi una differenza tra colti e inferiori che porta a delle sollevazioni popolari grazie alle quali si arriva al termine del triennio giacobino. Ci sono vere e proprie bande di contadini che prendono le armi per opporsi all’occupazione francese:  Viva Maria; si formano ad Arezzo nel 1798  Brandaluciani; in Piemonte dal 1798  Sanfedisti; entrano a far parte dell’esercito della Santafede, guidato dal cardinale calabrese Fabrizio Ruffo e, insieme all’esercito borbonico, portano alla fine della Repubblica Partenopea. La sollevazione dal basso viene aiutata dall’arrivo dell’esercito austriaco e di quello russo (è la prima volta che l’esercito russo arriva sul suolo italiano). Tra l’aprile e il maggio 1799 ha fine il triennio giacobino e si torna alla situazione precedente. In questo periodo Napoleone è in Egitto (parte nel maggio 1798) per colpire non l’Impero Ottomano ma l’Inghilterra. Il direttorio infatti aveva capito che questo nemico poteva essere sconfitto solo se perdeva i suoi traffici commerciali con l’India (è un progetto ripreso da Alessandro Magno). L’esito della campagna in Egitto è la vittoria nella battaglia delle piramidi il 21 luglio 1798 e la seguente perdita nella battaglia di Abukir il 1 agosto 1798 (qui partecipa l’ammiraglio Nelson). I francesi sono infatti potenti via terra ma non nelle battaglie via mare.  Il matrimonio non è più un sacramento ma un contratto che può essere strinto e rescisso. Si prevedono sia il matrimonio che il divorzio.  vengono sanciti per la prima volta dei diritti anche per le donne, come la possibilità di ereditare, di intentare una causa in tribunale senza il consenso del marito (cosa che era obbligatoria prima)  gli affetti e gli interessi familiari sono ancora subordinati all’autorità paterna  elemento di conservazione L’Età Napoleonica In Francia la situazione comincia a destabilizzarsi a seguito dei fatti italiani e nelle elezioni del 1799 si ha una forte affermazione della sinistra radicale. Nel maggio 1799 Seyes diventa l’artefice della fine definitiva della Rivoluzione perché prepara il terzo colpo di Stato militare messo in atto dopo il ritorno di Napoleone (nell’ottobre del 1799), il 18 Brumaio (= 9 novembre). Questo colpo porta Napoleone ad avere la carica di Console e alla promulgazione di una Quarta Costituzione il 25 dicembre 1799. È la costituzione più conservatrice delle quattro susseguitesi in 8 anni e vuole riorganizzare lo Stato attraverso una nuova scala burocratica. È una svolta nell’organizzazione dell’Europa tanto che anche nel periodo della Restaurazione gli Stati europei copiano questi apparati. La novità centrale è che a quei corpi intermedi dell’antico regime (il clero, la nobiltà, il terzo stato, i parlamenti, le corporazioni…) si sostituisce un apparato burocratico:  viene istituita la figura dei Maire (= sindaco) che viene eletto dal governo (c’è un accentramento del potere) a capo di ogni municipio  Al secondo gradino della piramide troviamo il sotto-prefetto, che sovrintende al circondario  Il terzo livello è rappresentato dalla figura del prefetto che sovrintende ai dipartimenti in cui è stata divisa la Francia durante la Rivoluzione, che corrispondono più o meno alle province. Il prefetto è il diretto rappresentante del governo centrale in sede locale, insieme al sotto-prefetto. A loro fa capo l’amministrazione periferica.  A queste strutture burocratiche si affianca un efficiente sistema di polizia con intenti repressivi non solo nei confronti dei reati ma anche delle idee politiche. Questo apparato burocratico nasce dalla Francia della Rivoluzione e porta quindi avanti i principi e le conquiste della Rivoluzione tra cui l’uguaglianza giuridica e la difesa della proprietà privata, che diventa criterio di selezione per la classe dirigente insieme alla ricchezza (non c’è infatti uguaglianza economica). A questi criteri si affianca quello del talento personale, che offre una possibilità di ascesa personale e politica. La difesa dell’uguaglianza giuridica porta alla nascita di un altro strumento giuridico che regola e condiziona ancora oggi la vita di ogni cittadino: il Codice. I codici normano i più svariati aspetti della vita. Il primo codice che viene emanato è il Codice Civile Napoleonico (1804). La Costituzione riguarda l’organigramma con cui si organizza uno stato, i Codici vanno a regolare la vita dei singoli cittadini. La base di questo codice civile vede la famiglia e la proprietà privata come cardini della società. Nel 1807 viene sancito il Codice di commercio, nel 1810 il Codice penale e quelli di Procedura civile e di Procedura penale, che sono la base di tutta la codificazione europea dell’800. Napoleone è ora primo console e vuole espandere la Francia. Sconfigge duramente gli austriaci durante la Battaglia di Marengo del 1800 facendo stabilire di nuovo i francesi in Italia. Nel 1801 stringe con l’Austria la Pace di Lunéville e nel 1802 la Pace di Amiens con l’Inghilterra. Le vittorie militari di Napoleone rappresentata dagli Stati Uniti d’America, oltre alle vecchie colonie; inoltre, nonostante Napoleone avesse nelle sue mani tutta l’Europa, molti paesi europei, e soprattutto la Russia, non rispettano questa imposizione soprattutto perché questi spesso significano la sopravvivenza per il paese (soprattutto prodotti tessili). Nel 1808 la Spagna si ribella, sostenuta dall’Inghilterra. La rivolta della Spagna è una delle prime rivolte in cui il sentimento nazionale si salda fortemente con la volontà di estromettere lo straniero dal proprio territorio. Napoleone voleva punire la Russia per non aver ottemperato il blocco continentale dell’Inghilterra. Organizza quindi una campagna nel 1812. In entrambi i tentativi di conquista della Russia (di Napoleone e di Hitler) la Russia ha la stessa forza. Napoleone manda gli eserciti in Russia in primavera e riesce ad arrivare a Mosca, mentre i russi distruggono tutte le città che l’esercito francese e i suoi alleati conquistano. L’esercito non trova più i viveri per sostentarsi. Quando l’esercito arriva a Mosca, la città e quasi completamente incendiata e la popolazione ha abbandonato la città. L’errore strategico di Napoleone è stato quello di far stazionare troppo l’esercito a Mosca perché quando si organizza la ritirata sopraggiungono i mesi invernali, facendo risultare la ritirata un vero e proprio fallimento. Il fallimento del blocco continentale, la ribellione della Spagna e la campagna di Russia portano alla fine dell’età napoleonica. Conseguentemente a questa fallimentare campagna in Russia arriva la prima sconfitta contro le potenze alleate europee continentali a Lipsia (1813). Napoleone decide quindi di abdicare al trono il 6 aprile 1814 permettendo che sul trono di Francia ritorni la dinastia dei Borbone nella figura di Luigi XVIII (Luigi XVII, figlio di Maria Antonietta e Luigi XVI, muore in carcere durante le Rivoluzione). Napoleone viene esiliato all’Isola d’Elba e da qui prepara la fuga e ritorna al potere in Francia per 3 mesi (dal marzo al giugno 1815). Questo ritorno si rivela fallimentare soprattutto perché il 18 giugno 1815 le sue speranze di tornare protagonista della storia d’Europa vengono distrutte con la disfatta durante la Battaglia di Waterloo.  Intanto a Vienna, tra il 1814 e il 1815, si era aperto un Congresso che voleva riportare la pace in Europa dopo 20 anni di guerre e voleva restituire ai legittimi sovrani i troni che Napoleone aveva sottratto, sostituendoli con parenti e amici. Le potenze protagoniste del Congresso di Vienna sono Russia e Inghilterra (l’ultimo tentativo di ottenere l’egemonia dell’Europa viene attuato dai due Stati insulari per eccellenza). La Francia esce sconfitta dall’età Napoleonica ma al Congresso si decide di mantenerla in vita pur umiliandola per i disastri provocati, consentendo la restaurazione della Monarchia. Questo accade perché l’Inghilterra considera la Francia come un contrappeso alla Russia. Vengono inoltre ricostituiti tutta una serie di Stati minori annullati da Napoleone, che diventano protettorati inglesi cioè Stati minori che servono all’Inghilterra per controllare il nord Europa, l'Italia e la penisola iberica: Svezia (unita alla Norvegia), Danimarca, Paesi Bassi (Olanda attuale), Regno di Sardegna, Portogallo. L’Austria, preoccupata dalla vicinanza della Russia, si allea con l’Inghilterra. La Prussia invece, prima scomparsa con la creazione del Regno di Westfalia, sta dalla parte della Russia perché questo le permette di acquisire parte di territori che aveva perso con la spartizione della Polonia. L’Inghilterra non ha interesse ad insediarsi in Europa, mentre la si considera questo avvenimento come la fine dell’Età Moderna, anche se la Restaurazione non è una cesura completa con il periodo precedente. Russia di Alessandro I acquisisce molti territori annettendo la Finlandia (rimarrà territorio russo fino al 1918) e gran parte della Polonia. Questo consente la Russia di avvicinarsi al suo principale obiettivo: raggiungere la foce del fiume Danubio nel Mar Nero, dove in questo periodo domina l’Impero Ottomano, per poi accedere al Mediterraneo tramite lo Stretto dei Dardanelli, ora controllato dai Turchi. L’Inghilterra concede alla Russia di fare queste acquisizioni perché sa che per il momento la Russia non può fare concorrenza all’Inghilterra stessa, che vuole continuare ad essere la prima potenza commerciale del mondo. L’età moderna si chiude nel momento in cui le due potenze insulari cominciano ad espandersi fuori dal continente europeo. L’Europa interesserà sempre meno all’Inghilterra, impegnata a controllare il suo enorme impero che durerà fino alla Seconda Guerra Mondiale, e alla Russia, che vuole acquisire una preminenza all’interno del continente asiatico. Questo porta ad una contrazione dei rapporti tra gli Stati Europei che vede la preminenza di Inghilterra, e successivamente USA, nell’Occidente e una preminenza della Russia nell’Oriente. Il 1815 sancisce l’emarginazione nella scena mondiale dell’Europa che perde la sua preminenza nel mondo. La politica e le relazioni internazionali Forme di Stato: 1. Stato come governo del territorio (XIII secolo): prevede la presenza di un signore, un capo politico che esercita poteri di imperium (cioè comando), che consistono nel controllo di tre differenti settori: giustizia, fisco ed esercito. Questi sono fondamenti del potere dell’Europa nella fine del Medioevo che si esercitano su un determinato territorio. Un altro elemento indispensabile è la presenza di assemblee rappresentative delle varie articolazioni del territorio, cioè della varie forze sociali che insistono su questo territorio. Queste vengono elette per rappresentare istanze e interessi di un dato territorio (in Germania queste si chiamano Landtage; in Inghilterra Parliament; in Spagna Cortès; in Francia Stati Generali). Queste assemblee limitano il potere del signore attraverso documenti che attestano i loro privilegi e gli ordinamenti del loro ceto rivendicando i diritti e le libertà; inoltre collaborano con il sovrano per il governo sul territorio. Terzo elemento costitutivo di questa forma di Stato è la presenza di regole, sempre più spesso scritte, che prendono il nome di diritto consuetudinario. Questo indica il modo in cui ciascun territorio europeo nella storia ha costruito il proprio modo di relazionarsi. Il diritto consuetudinario si contrappone al diritto del signore, che porta avanti le istanze dei vertici del potere. Alla base del diritto consuetudinario c’è un contratto tra il signore e le forze che vivono sul territorio da lui dominato (elemento fondamentale per la nascita delle democrazie moderne). Queste tipologia di Stato è uno Stato come lo concepiamo noi oggi perché c’è un territorio in senso politico, cioè sotto il dominio di un signore, e non una semplice somma di terre; accanto a questo signore ci sono delle assemblee che decidono come indirizzare le risorse del territorio, in accordo con il signore; ci sono delle regole che disciplinano quale è l’ambito in cui si deve muovere il signore e quale è quello in cui devono muoversi le assemblee. Manca però la sovranità, cioè la pretesa da parte del signore di esercitare in regime di monopolio il potere (fare quello che vuole senza dover ascoltare le istanze del territorio). Al posto della sovranità ci sono molti poteri diffusi sul territorio che si arrogano il diritto di decidere il peso delle tasse e delle contribuzioni in termini di uomini che vanno a far parte degli eserciti del signore: invece del potere del sovrano esistono i poteri di tutte le componenti che insistono su questo territorio. Quello che conta in questo tipo di Stato sono le antiche solidarietà che legano le contrade all’interno di una città, una città ad un’altra città, le corporazioni… Sono le solidarietà dal basso che contano e contrastano con il potere del signore che vorrebbe essere pervasivo fino ad erodere i loro diritti e le loro libertà. 2. Stato Giurisdizionale (XVI-XVIII secolo): è la forma dello Stato moderno europeo che nasce dalla tensione, dalla competizione, dalla collaborazione e dall’equilibrio fra due differenti poli, cioè il signore che creca di accentrare sempre di più il potere nelle sue mani e le forze del territorio che vogliono tutelare e difendere i loro privilegi e i loro diritti partecipando alla gestione del potere. Cifra distintiva è quindi il processo secondo il quale il signore si pone al centro del territorio e comincia a concentrare l’imperium nelle sue mani, controllando sempre di più giustizia, fisco ed esercito e sottraendo sempre più controllo alle assemblee rappresentative dei differenti territori. Le caratteristiche principali sono:  un territorio sempre più esteso e unitario dove le differenti parti hanno la preminenza sull’unità I principali esponenti sono Hobbes, Ugo Grozio e Pufendorf. Sin da Aristotele si era affermata la distinzione tra diritto naturale (ognuno ha dei diritti inalienabili e naturali) e diritto positivo (corpus di leggi che gli uomini nel corso della storia hanno creato; può cambiare nel tempo e nello spazio). Si presta maggiore attenzione alla parte soggettiva di questi diritti, partendo non dall’affermazione generica che tutti nascono con dei diritti, ma partendo dal fatto che ogni individuo ha il diritto a difendere e far valere i propri diritti. rottura portata dalla Rivoluzione francese quando si abbatterà la società dei privilegi. La tesi che sta a fondamento del Leviatano è che gli uomini sono nati nella storia comportandosi come degli animali, uccidendosi l’un l’altro per motivi di sopravvivenza fino a che non hanno capito che era necessario uscire da questo stato di natura per costruire una società. Il popolo deve quindi riconoscere ad un capo il potere di contemperare i diritti di tutti (riprende i patti e i contratti che stanno alla base della storia dell’Europa). Al capo si delega la rappresentanza. L’evoluzione di Hobbes sta nell’utilizzo del termine “popolo” che non ha più il significato di somma di interessi particolaristici ma ha quello di insieme di volontà individuali. Ci vorranno però 150 anni per arrivare all’applicazione concreta di quello che c’è scritto nel Leviatano, quando al sovrano si sostituirà la Nazione. 2. Costituzione liberale: inizia con la Rivoluzione francese. I principi costitutivi di questa costituzione sono alla base delle costituzioni odierne:  principio di presunzione di libertà: i cittadini sono presunti innocenti fino a che non si arriva a dichiararli colpevoli e sono quindi liberati dai poteri coercitivi e dagli abusi a cui prima erano sottoposti  il confine della libertà è dettato unicamente dalla legge, che è il perimetro legislativo dentro al quale ci si può muovere per difendere i diritti dei cittadini  riserva di principio: solo la legge, che ha il primato assoluto, può limitare e disciplinare l’esercizio dei diritti individuali perché questo garantisce che questi limiti sono imposti nell’interesse di tutti. La legge è infatti la “somma delle volontà generali”  principio di Costituzione, con il significato attuale, ovvero di un documento che garantisce i diritti degli individui e separa i poteri. L’affermazione della costituzione liberale chiude il periodo del potere costituente, iniziato con la Rivoluzione Francese, affermando l’idea della sovranità della legge come fonte del diritto, un diritto unico che deve avere come unico fondamento la legge, che a sua volta ha come unico fondamento la volontà generale. Nel corso del Medioevo si ha una dualità tra sacerdotium e imperium, dalla quale esce predominante il sacerdotium in quanto ha, oltre a un potere temporale, anche un potere spirituale. L’imperium è inoltre indebolito dalla frammentazione in Stati Nazionali, che toglie forza al potere centrale. Si arriva alla fine del Quattrocento con una forte dominanza dello Stato Pontificio, elemento che porta l’Italia ad essere lo stato europeo principale. Ed è proprio in Italia che si gettano le basi dello Stato Moderno, diventando un modello per tutta l’Europa. La penisola italiana nella seconda metà del ‘500 è frammentata in un numero consistente di Stati medio- piccoli (quello più esteso è il Regno d’Italia). L’Italia tra ‘300 e ‘400 diventa un modello per l’Europa e ha una forte importanza perché:  Nell’ultima fase del Medioevo e all’inizio dell’Età Moderna l’Italia è tra le regioni più ricche d’Europa. La ricchezza del territorio italiano si è creata tra XIII e XIV secolo sia per l’intraprendenza degli italiani, sia per la posizione centrale nel Mediterraneo che la pone come crocevia per gli scambi commerciali  L’Italia ha il monopolio delle relazioni commerciali, politiche e culturali con l’Oriente  è il luogo dove, più che nel resto d’Europa, è possibile riscontrare resti della civiltà antica che vengono ricomposti e ripresi (l’Italia è la culla dell’Umanesimo e del Rinascimento). Ci sono però anche degli aspetti di debolezza rispetto agli altri paesi europei: o l’Italia non è un paese unito, ma è molto frammentata, anche se alcuni stati riescono ad influenzare maggiormente gli altri. I paesi che condizionano di più la storia d’Italia sono la Repubblica di Venezia, il Ducato di Milano, la Repubblica di Firenze, lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli. Questo elemento di debolezza viene trasformato in un elemento propulsivo dai capi di questi Stati. Si riuniscono infatti a Lodi nel 1454 e siglano la Pace di Lodi con la quale gli italiani inventano un modello che poi gli europei copieranno applicandolo nei vari Stati dell’Europa. Questa pace dà origine al libero sistema degli Stati dove la caratteristica principale è caratterizzata dal termine “libero”. I capi di questi Stati avevano infatti capito che, dopo decenni di lotte e guerre nel tentativo di sopraffarsi l’un l’altro, nessuno di questi 5 Stati era in grado di riuscire a conquistare gli altri perché quando uno ci provava (Ducato di Milano sotto i Visconti tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400; Repubblica di Venezia agli inizi del ‘400) tutti gli altri quattro si coalizzavano contro di questo. Con la Pace di Lodi si stabilisce una politica di pace e di equilibrio: gli italiani sono gli inventori della politica dell’equilibrio che ha fatto in modo che in Europa si sviluppassero delle democrazie. Questo equilibrio dura per 40 anni nonostante alcune guerre tra gli Stati e viene spezzato dall’intervento all’interno del contesto italiano di attori esterni: o Francia: Carlo VIII scende nel 1484 in Italia per impossessarsi del Regno di Napoli, chiamato in Italia da Ludovico il Moro che pensa di servirsi della Francia come possibilità di espansione personale o Regni spagnoli (la Spagna è divisa tra Castiglia ed Aragona): escono vincitori occupando buona parte del territorio italiano o Impero asburgico nella persona di Massimiliano d’Asburgo Dal 1494 inizia il Periodo delle Guerre d’Italia, che dura per circa 60 anni con due fasi principali divise dal 1530, che è un anno spartiacque. Dopo 60 anni di guerre la politica dell’equilibrio riesce a reggere perché la maggior parte degli stati italiani cadono sotto il dominio diretto (Ducato di Milano e Regno di Napoli) o sotto l’influenza indiretta (Repubblica di Firenze, Stato Pontificio) della Spagna; l’unico Stato che riesce a rimanere indipendente è la Repubblica di Venezia. La Repubblica di Venezia è il primo dei cosiddetti “stati insulari”, riuscendo a salvare il libero sistema degli stati perché è un’isola –artificiale- a livello geografico (facilmente difendibile) e perché è, fin dal pieno Medioevo, l’intermediario principale tra Oriente e Occidente. Inoltre Venezia, nel corso del XV secolo, mette in atto una politica di conquista territoriale della terra ferma per cui la Repubblica di Venezia diventa uno stato territorialmente molto esteso che va dall’Istria fino a Bergamo, Brescia e Crema (nel cuore della Lombardia). Di fronte ai nemici Venezia può porre una delle flotte più organizzate dell’Europa, ma anche forti eserciti terrestri. A portare la preminenza spagnola in Italia è uno dei personaggi più importanti dell’Età moderna che per varie ragioni si trova ad avere riuniti sulla sua testa una serie di corone e territori che mai Isabella di Castiglia Imperatore Massimiliano d’Asburgo; muore nel 1519. Maria di Borgogna; nel 1477 rimane l’unica erede del ducato di Borgogna che è la zona più ricca d’Europa e comprendeva Borgogna, Belgio e Olanda (le Fiandre). Viene contesa tra Francia e Asburgo. Ferdinando d’Aragona; re dell’Aragona che comprendeva il nord della Spagna, Barcellona e Valencia. Muore nel 1516. Filippo il Bello; muore nel 1506. Giovanna la Pazza; diventa pazza dopo la morte del marito e viene messa in monastero. Giovanni; era il primogenito e quindi l’erede al trono. Muore però nel 1497, prima del padre. Si sposano nel 1469 e nel 1479 decidono di unire i loro Regni. Nel 1492 viene scoperta l’America e inizia la conquista delle colonie, oltre alla cacciata dei Musulmani dal Regno di Granada. Carlo; nasce a Gand nel 1500 e riceve una formazione cosmopolita, tipica delle Fiandre. Nel 1516 diventa Carlo I Re di Spagna (l’erede al trono era morto e Giovanna si trova in monastero). Nel 1519 viene eletto (contro il re francese) Imperatore del Sacro Romano Impero con il titolo di Carlo V. Si trova riuniti nelle sue mani la carica imperiale, i possedimenti asburgici, la Borgogna e le Fiandre, tutta la Spagna (Regno di Castiglia e Regno di Aragona, le colonie spagnole e i territori italiani (Ducato di Milano e Regno di Napoli). nessun sovrano in Europa era riuscito a riunire. Per questo è anche il protagonista del primo tentativo egemonico in Europa: Carlo V. Negli anni ’20 Carlo V affronta la Francia e nel 1530 viene incoronato Imperatore dal papa a Bologna secondo la tradizione. Dal 1530 l’egemonia spagnola sull’Italia è quindi completa, a scapito del libero sistema degli Stati italiani. L’impero di Carlo V ha però degli elementi di debolezza: o l’Impero ha una struttura molto frammentata; i 300 Stati tedeschi dal 1517 (cioè dall’affissione delle Tesi da parte di Martin Lutero) abbracciano la riforma protestante anche come volontà di affermazione della propria indipendenza nei confronti dell’imperatore. Nell’arco di più di 200 anni questo problema interno all’attuale Germania porta allo sfacelo del Sacro Romano Impero. o I Turchi rappresentano un contrappeso forte per deprimere e portare al fallimento i tentativi egemonici degli Asburgo. La dinastia francese dei Valois cerca di contrastare Carlo V, arrivando a siglare un’alleanza con i cattolici protestanti e con i musulmani turchi (la Francia era un paese cattolico, ma la politica ha la preminenza. L’alleanza tra la Francia e l’Impero Ottomano in funzione antiasburgica durerà fino all’attacco di Napoleone in Egitto. A questa alleanza si opporrà l’Alleanza tra Austria e Russia (più l’Inghilterra) in funzione antifrancese Nel 1603 muore Elisabetta I, che apparteneva alla dinastia dei Tudor (venuta fuori dalla Guerra delle due rose nel 1485). Con lei si estingue questa dinastia e Elisabetta stessa designa come proprio erede il figlio di Maria Stuarda, Giacomo Stuart che è re di Scozia con il titolo di Giacomo VI. I due regni non si uniscono ma vedono un unico sovrano a capo. Carlo I è il figlio di Giacomo. guerra spagnole che però riesce a vincere perché la guerra viene combattuta nel Canale della Manica, dove le grandi navi spagnole si muovono con difficoltà. Con questa sconfitta si conclude il secondo tentativo egemonico. Bisogna aspettare però ancora un secolo perché l’Inghilterra diventi l’arbitro fondamentale della storia dell’Europa. Nel corso degli anni ’90 del 1500 Filippo II tenta di conquistare la Francia ma fallisce perché i francesi, quando capiscono che la Spagna rischia di sottometterli, si ricompattano. Inoltre il Papa di Roma fa un voltafaccia, ponendosi contro la Spagna e a favore della Francia e quindi Filippo II perde un alleato simbolico molto importante. Quello che succede nella prima metà del ‘600 porta ad un nuovo tentativo egemonico da parte di Borbone nella seconda metà di questo stesso secolo. L’astro nascente nel 1600 è rappresentato dalla Repubblica delle Sette Province Unite che nel 1581 affermano ufficialmente la propria indipendenza dalla Spagna. Sarà riconosciuta come Stato indipendente solo nel 1648, ma nonostante questo la Repubblica diventa, dal punto di vista economico, la potenza egemone e la prima grande potenza marinara in Europa (il ‘600 è detto il “secolo d’oro olandese”). Questo accade perché:  L’Olanda sottrae molte colonie ai Portoghesi in Africa e nell’Oceano Indiano fino alla Cina e al Giappone  si crea uno scambio virtuoso, una dialettica priva di conflitti tra l’alta borghesia mercantile finanziaria, rappresentata ai massimi livelli dalla città di Amsterdam, un capo militare (lo Stathouder) che appartiene alla famiglia degli Orange e un “popolo” in maggioranza calvinista. Tutte queste parti della società concorrono alla solidezza dello Stato. L’Inghilterra si ritira dalle faccende interne all’Europa continentale a causa dello scoppio della Prima Rivoluzione Inglese nel 1640 che porta a numerosi conflitti interni. La Rivoluzione si conclude nel 1649 con la morte sul patibolo di Carlo I Stuart (è il primo re inglese che viene mandato al patibolo dal suo popolo). L’Inghilterra diventa quindi una Repubblica e prende il nome di Commonwealth. Oliver Cromwell diventa Lord protettore della repubblica inglese. L’Inghilterra vuole eliminare il rivale olandese. Nel 1651 Cromwell emana il primo dei Navigation Acts (gli altri saranno negli anni 60 e 70). Questi decreti portano allo scoppio di tre guerre tra l’Inghilterra e la Repubblica delle Sette Province Unite. I Navigation Acts prevedono che tutte le merci che vengono importate all’interno dell’Inghilterra devono arrivare nei porti su navi inglesi o su navi delle colonie inglesi. Questo taglia le gambe alla potenza olandese perché l’Olanda ha la flotta mercantile più grande d’Europa e questo fa sì che gli olandesi danno le navi a noleggio alle altre potenze europee (vengono soprannominati “i carrettieri del mare”). Da queste guerre degli Atti di Navigazione l’Inghilterra comincia ad assumere il ruolo di stato insulare, prendendo il testimone da Venezia e dal Portogallo perché fa da contrappeso all’interno della storia d’Europa e da mediatore con l’Oriente (e con l’America). Nel cuore dell’Europa scoppia, nel 1618, la Guerra dei Trent’anni (termina nel 1648): i due rami degli Asburgo si alleano tra di loro e vengono sconfitti prima dalla Svezia e poi dalla Francia di Richelieu. È nel 1648, anno cruciale, che si inaugura la politica dell’equilibrio a livello europeo con la Pace di Westfalia. Il sorgere dell’Inghilterra a scapito dell’Olanda non impedisce la nascita del terzo tentativo egemonico attuato da Luigi XIV. Luigi nasce nel 1638, diventa re a cinque anni (1643) avendo come reggenti la madre e il Primo Ministro (Cardinale Mazzarino) e muore nel 1715 stabilendo il regno più lungo della storia d’Europa (anche se il vero controllo lo prende con la morte di Mazzarino nel 1641). Luigi ha degli svantaggi, ma anche degli elementi a favore rispetto alla Spagna di Filippo II: X base continentale relativamente modesta e base coloniale molto ristretta X dopo il 1648 e il consolidamento del libero sistema degli stati europei è molto più difficile egemonizzare questi Stati che hanno raggiunto un certo equilibrio X la Francia di Luigi non ha l’appoggio dei papi di Roma  La Francia, rispetto alla Spagna, ha una popolazione doppia (circa 15 milioni di abitanti); questo vuol dire avere molti più giovani maschi che possono essere assoldati nell’esercito  Luigi fa in modo di consolidare una sorta di Chiesa Nazionale (la Chiesa Gallicana): in Francia i vescovi rispondono al re e non al papa  Luigi XIV continua a servirsi dei due alleati rappresentati dai Turchi (per indebolire gli Asburgo ai confini orientali dell’Europa) e dai protestanti (per indebolire gli Asburgo all’interno)  mette in atto, sostenuto dal ministro delle finanze Jean Baptiste Colbert, una politica coloniale espansionistica oltremare attraverso il potenziamento di una flotta mercantile e l’estensione dei territori in America e in Asia Con queste premesse Luigi XIV tenta di conquistare tutta l’Europa. Il primo fronte verso cui si dirige Luigi per cominciare ad affermare il suo dominio, in un periodo segnato da guerre continue in tutta Europa, è la cosiddetta Guerra di devoluzione che si concluderà nel 1668 con la Pace di Aquisgrana. Luigi XIV ha sposato Maria Teresa d’Asburgo, figlia di primo letto del re di Spagna Filippo IV, il quale muore nel 1665. Oltre a Maria Teresa, Filippo IV ha un figlio maschio che diventa re di Spagna con il titolo di Carlo II. Alla morte di Filippo IV, Luigi XIV tenta di farsi assegnare i possedimenti dei Paesi Bassi Meridionali richiamandosi alla legge del Brabante, un antica legge il cui nome è preso dai territori delle Fiandre che prevedeva la devoluzione ai figli di primo letto dei territori dei Paesi Bassi Meridionali. La guerra si conclude nell’arco di poco tempo e Luigi XIV non ottiene il suo obiettivo, acquisendo soltanto pochi territori. Si capisce però che la libertà degli Stati europei si gioca su chi possiede i Paesi Bassi (le colonie sono più raggiungibili da questo punto e hanno una flotta enorme) e non più sull’Italia (era al centro del Mediterraneo), da questo momento fino a tutta la storia contemporanea. Luigi XIV ritenta di conquistare la Repubblica delle Sette Province Unite con la cosiddetta Guerra franco-olandese (1672-1678). L’Inghilterra non accetta questo ampliamento; in Inghilterra è tornata la monarchia nel 1660 con gli Stuart nella persona di Carlo II, figlio di Carlo I. L’Inghilterra abbandona a se stessa l’Olanda e si allea con la Francia perché:  non vede come pericolo la Francia ma l’Olanda, che era una rivale commerciale  Carlo II pensa di poter ottenere un sostegno da parte di Luigi XIV per introdurre un regime assolutistico anche in Inghilterra, dove il potere del re era limitato dal Parlamento La Repubblica delle Sette Province Unite riesce però da sola a respingere il nemico non grazie all’esercito (scarso e poco consistente), ma grazie all’aiuto della conformazione morfologica del suo territorio. Tramite un sistema di dighe mobili, infatti, a fronte dell’avanzata degli eserciti delle potenze nemiche, allagano la maggior parte del loro territorio. In questo momento l’Olanda è guidata da Guglielmo d’Orange. Il Parlamento inglese impone a Carlo II di fare una pace con la Repubblica delle Sette Province Unite e si arriva quindi alla Pace di Nimega del 1678. La resistenza vittoriosa dei Paesi Bassi permette di mantenere la politica di equilibrio tra gli Stati Europei. Nel 1683 – è imperatore Leopoldo I - i Turchi si presentano per l’ultima volta alle porte di Vienna (avevano tentato nel 1529 – Carlo V è a capo degli Asburgo - di conquistare Vienna, e da lì tutta l’Europa Occidentale). Entrambi i tentativi falliscono e l’Impero Ottomano va incontro a una lenta decadenza, fino a sparire come Stato dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. La parte austriaca della casata degli Asburgo torna quindi a svolgere un ruolo fondamentale nel gioco politico delle potenze europee, ruolo che fino ad allora era stato svolto dagli Asburgo di Spagna, perché non deve più fare da baluardo contro i Turchi. A questo punto anche il Sacro Romano Impero può intervenire a frenare le voglie espansionistiche di Luigi XIV. Il terzo tentativo di espansione (verso i territori tedeschi e l’Olanda) dà vita alla Guerra dei Nove anni o della Grande Alleanza (quella che si crea tra Impero Asburgico, Spagna, Olanda e Inghilterra contro la Francia) o della Successione al Palatinato che dura dal 1680 al 1697. Anche contro tutta la coalizione delle potenze europee la Francia è una monarchia tanto forte da riuscire a far fronte a tutti in ben 3 guerre consecutive. Questa guerra si conclude con il Trattato di Ryswick del 1697. Nel 1688 Guglielmo d’Orange, Stathouder delle Sette Province Unite, diventa anche Re d’Inghilterra. Questo accade perché nel 1685 muore il Re d’Inghilterra Carlo II Stuart, il cui fratello diventa re con il titolo di Giacomo II che però non è anglicano ma cattolico e sposato con una principessa italiana cattolica; il Parlamento non avanza nessuno protesta perché questi non hanno figli quando salgono al trono e alla morte di Giacomo salirà al trono un sovrano anglicano; nasce però un figlio, battezzato nella religione cattolica; il Parlamento allora si rivolta senza spargimento di sangue a differenza della Prima Rivoluzione (= Gloriosa Rivoluzione) costringendo Giacomo II ad abdicare, lasciare l’Inghilterra e rifugiarsi in Francia e chiamando sul trono Guglielmo III, che aveva sposato Mary Stuart, figlia di primo letto di Giacomo II, entrambi protestanti. Quello che gli inglesi non erano riusciti ad ottenere con gli Atti di Navigazione riescono a farlo con un matrimonio: le forze dell’Inghilterra e dell’Olanda sono unite (anche se l’Inghilterra ha la supremazia e l’Olanda perde la sua indipendenza) e non c’è più uno scontro tra queste potenze commerciali, che vanno contro alla Francia. Al termine del ‘600 quindi, dopo 40 anni di guerre portate avanti da Luigi XIV, questo terzo tentativo egemonico sembra destinato al fallimento: la Francia è stremata dal punto di vista umano ed economico. L’ultima guerra combattuta da Luigi XIV è la cosiddetta GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA (1701-1714): Nel 1700 muore il re di Spagna Carlo II d’Asburgo, dopo 35 anni di impero, senza eredi (era cagionevole di salute, con la sindrome di nanismo, con problemi mentali). Carlo II aveva però stabilito nel suo testamento che il suo erede sarebbe stato Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV, che era uno dei parenti più vicini a Carlo II. Le potenze europee vogliono però evitare che in futuro Francia e Spagna possano unirsi. Per evitare che Filippo d’Angiò diventi re di Spagna gli si oppone un altro candidato dal ramo austriaco degli Asburgo, cioè Carlo arciduca d’Austria. Di nuovo tutte le potenze europee sono coalizzate contro la Francia; Filippo d’Angiò riesce ad impadronirsi di Madrid e Carlo di Barcellona (la guerra si combatte sul suolo spagnolo). Per la prima volta dalla guerra dei Cento Anni (tra Francia e Inghilterra dal 1350 al 1450) un esercito inglese sbarca sulle coste dell’Europa e viene utilizzato nella guerra sul suolo continentale a fianco degli austriaci. Leopoldo I d’Austria (imperatore del imperatore, vedono sottratto il titolo di Sacri Romani Imperatori per tre anni (1742-1745) che viene attribuito al principe di Baviera Carlo Alberto, che diventa imperatore col titolo di Carlo VII. Alla morte di questo verrà nominato imperatore il marito di Maria Teresa, Francesco Stefano, facendo tornare il titolo di imperatore nelle mani degli Asburgo. La pace viene siglata nel 1748 nella città di Acquisgrana che porta a una riconfigurazione geopolitica dell’Europa, che modifica l’assetto delle alleanze che era durato per 250 anni, cioè Austria, Inghilterra, Russia (+ Portogallo e Regno di Sardegna + Turchi + alcuni Principi Protestanti) contro Francia (+ Spagna e Napoli) e Prussia. Tra il 1750 e il 1756 si consuma infatti il rovesciamento delle alleanze: Federico II di Prussia va personalmente in Inghilterra per accordarsi con il re Giorgio II e siglare un’alleanza segreta abbandonando la Franca (il Trattato di Westminster del 1756) e quindi Maria Teresa, invia il ministro Kaunitz a Parigi a intavolare trattative segrete non con il re ma con l’amante segreta di Luigi XV (Madame Pompadour) e proporre un’alleanza tra Borbone e Asburgo. Federico II fa un grosso errore politico perché non capisce che la vera rivalità ora è tra Francia ed Inghilterra e che quindi l’Austria può mettere da parte la rivalità secolare per far fuori l’Inghilterra. Il rovesciamento delle alleanze è all’origine della Guerra dei 7 anni (1756-1763), definibile come la prima guerra mondiale perché per la prima volta gli europei combattono non solo sul suolo de ll’Europa ma anche nelle Americhe (soprattutto America del nord) e in Asia (soprattutto in India). Gli austriaci conquistano Berlino costringendo Federico II a fuggire. Questa Guerra si chiude con il trattato di Parigi del 1763 che stabilizza e consolida definitivamente l’impero coloniale inglese: il Canada entra a far parte dei possedimenti coloniali inglesi e l’Inghilterra acquisisce la Florida, che viene ceduta dalla Spagna al posto della Louisiana  l’Inghilterra occupa tutta la fascia atlantica. Questa pace è la tomba definitiva dei progetti egemonici di Luigi XIV perché la preminenza va nelle mani dell’Inghilterra. Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst sposa l’erede al trono degli zar Pëtr Fëdoric, che diventa zar col nome di Pietro III convertendosi all’ortodossia e cambiando il suo nome in Caterina II la grande. Dopo essersi sposata, fa uccidere il marito e ottiene il potere dal 1762 al 1796. Caterina ha progetti espansionistici, che cerca di mettere in pratica e concretizzare ottenendo molto successo. La Svezia ormai non è più un nemico pericoloso. Nel 1764 muore Augusto III e diventa Re di Polonia Stanislao Poniatowski, un amante di Caterina, che però gestisce la Polonia in autonomia andando anche contro alla Russia. Caterina riesce a però a tenere a bada Poniatowski portando la Polonia incontro a 3 spartizioni tra Russia, Austria e Prussia: o 1772; questa spartizione va soprattutto a vantaggio della Prussia che era un ducato tra la Polonia e i Paesi Baltici; i duchi (e re dal 1701, ma riconosciuti nel 1713) di Prussia possedevano anche Brandeburgo. Il feudatario del ducato di Prussia era il re di Polonia. Dal 1500 fino al 1772 è uno stato territorialmente non contiguo, che vede i suoi territori divisi dalla Polonia mentre con questa spartizione riesce a legare le due parti del suo Stato o 1790 o 1793, la Polonia scompare e tornerà ad esistere uno Stato Polacco solo alla fine della Prima Guerra Mondiale Altro nemico della Russia rimaneva l’Impero Ottomano perché i Turchi continuavano a controllare l’entrata nel Mediterraneo. Caterina, con la nuova flotta militare, organizza una spedizione navale nel 1768 che parte dai porti russi sul Mar Baltico, passa lo stretto per arrivare nel Mare del Nord fino ad arrivare allo Stretto di Gibilterra per entrare nel Mediterraneo e colpire da qui i turchi, e in particolare la Grecia. Gli inglesi, spaventati, organizzano una coalizione che mette insieme la Svezia, la Prussia e l’Impero Ottomano contro la Russia per bloccare il suo ingresso nel Mediterraneo e, tramite il Mar Rosso nell’Oceano Indiano. Caterina è aiutata dalla Rivolta dei greci e dalla Rivolta degli egiziani contro i dominatori ottomani ma non riesce in questa sua impresa perché i Turchi riescono a resistere al suo assalto vanificando quindi i risultati di questa impresa e causando l’uscita dalla guerra dell’Inghilterra perché capisce che la Russia non ha possibilità di vincere in ogni caso. È in questi decenni che l’Inghilterra, nonostante alcune avvisaglie di pericolo, diventa:  la prima potenza coloniale del mondo  la prima potenza marittima del mondo  la prima potenza industriale del mondo (dal 1760 al 1820 si ha la Rivoluzione Industriale che a lungo rimane un fenomeno solo inglese). Sotto il Regno di Giorgio III, durante la Rivoluzione Industriale, la popolazione inglese raddoppia nel giro di circa 50 anni grazie agli effetti della rivoluzione agricola e industriale, passando da 7 a 14 milioni di abitanti. Riforma e Controriforma Wittemberg (Sassonia) Martin Lutero Luteranesimo Zurigo (Svizzera) Huldrych Zwingli Zwinglianesimo Ginevra (Svizzera) Jean Calvin Calvinismo Londra/Canterbury (Inghilterra) Enrico VIII + Elisabetta I Anglicanesimo Anabattismo Polonia Fausto Soccini Sociniani Le riforme protestanti hanno visto varie interpretazioni: 1. la frantumazione del cristianesimo in tante differenti confessioni religiose è stata il prodotto di un risveglio religioso che è venuto dopo una profonda crisi della Chiesa alla fine del Medioevo (Cacciata di Avignone del 1309 per sottomissione ai voleri del re di Francia; due/tre papi contemporaneamente…) 2. le riforme furono l’ultima fioritura della “pietà religiosa” medievale, come una continuazione di questo filone religioso 3. i riformatori non furono dei ribelli nei confronti della Chiesa di Roma che non volevano la sua distruzione ma il miglioramento e fu poi la risposta della Chiesa ad allontanarli dal cattolicesimo. Quello che Martin Lutero nei suoi scritti condanna è il modo in cui la chiesa è stata gestita nei 400 anni prima di lui perché c’è stata una commistione troppo forte con il potere politico. I papi avevano infatti creato una “teocrazia papale”, cioè il potere del papa non era relegato solo all’ambito spirituale ma aveva anche un forte potere temporale. La Chiesa di Roma è riuscita ad instaurare questo potere così forte e pervasivo tramite l’invenzione del sistema sacramentale, che ebbe origine nel 1215 quando papa Innocenzo III durante il Quarto Concilio lateranense istituisce il dogma dell’eucaristia: la transustanziazione (nel momento in cui il sacerdote eleva il calice con il vino e l’ostia consacrata, simboli della passione di Cristo, questi si trasformano nel corpo e nel sangue di Cristo). Lutero si scaglia contro la corruzione della Chiesa, visibile soprattutto nelle indulgenze. In realtà ben poco del denaro raccolto grazie alle indulgenze arrivava a Roma perché gli Stati Nazionali fermano gran parte del denaro diretto ai poveri e alla costruzione di Chiese; l’adesione dei principi tedeschi al protestantesimo avviene quindi per impedire che i soldi escano dai propri Stati. La politica usa in maniera strumentale la religione per i propri scopi e la sua azione è fondamentale per la riuscita delle riforme, arrivando all’estremo di Enrico VIII. Dal 1309 al 1378 la Chiesa vive la Cattività Avignonese. In questo periodo si struttura il sistema delle finanze pontificie che verrà copiato dagli Stati Nazionali: i papi avevano quasi completamente perso i soldi provenienti dai territori italiani e gli Stati Nazionali facevano resistenza a devolvere i soldi e quindi devono inventarsi nuovi modi per raccogliere soldi (per gli edifici e le attività assistenziali). Si vede quindi l’invenzione di: Zurigo (non viene scomunicato subito perché la Svizzera è un paese molto legato al papa – per le guardie); è un cappellano militare che accompagna le truppe in guerra (partecipa alle guerre d’Italia tra cui la battaglia a Marignano nel 1515). Risente degli influssi di Lutero e di Erasmo da Rotterdam, che nel 1516 pubblica il Nuovo Testamento in aramaico, greco e latino mettendo a confronto le differenti versioni (rientra nell’umanesimo europeo). Le caratteristiche dello Zwinglianesimo sono:  accettazione della predestinazione: noi siamo destinati all’Inferno o al Paradiso già prima della predestinazione (ripresa da Agostino)  abolizione della Messa; la comunità dei fedeli si riunisce per pregare e ascoltare la Sacra Scrittura, che è centrale.  togliere dalle Chiese le immagini, le reliquie (sono alimenti della superstizione) e i rosari  abolizione della musica e della liturgia in generale  eliminazione del digiuno quaresimale  equipara i sacramenti ai riti ebraici (come la circoncisione), cioè come modi di riconoscersi in un gruppo I Cantoni che volevano rimanere cattolici si avvicinano agli Asburgo d’Austria mentre Zwingli si avvicina a Lutero, anche se non si trovano d’accordo sull’eucaristia. Zwingli inoltre sostiene di poter prendere le armi singolarmente per difendere la religione mentre Lutero non accetta perché affida questa difesa allo Stato. Gli svizzeri si fanno guerra tra di loro, sfidandosi a Kappel nel 1529 e nel 1531 (durante questa battaglia muore Zwingli) e alla fine la Svizzera viene divisa: le minoranze cattoliche che vivono in cantoni protestanti possono continuare a professare le loro religione mentre i protestanti non sono accettati nei cantoni a maggioranza cattolica. Calvinismo: Jean Calvin è un avvocato laico che nasce nel 1509 e comincia ad essere influenzato dalle idee del luteranesimo e dello zwinglianesimo solamente tra la fine degli anni 20 e l’inizio degli anni 30. Queste nuove idee lo influenzano così tanto che rischia di perdere la vita: nel 1534 partecipa infatti agli Affaire des placards, uno spregio contro il re di Francia che nel percorso tra la sua camera e la cappella trova disseminati dei foglietti con delle scritte contro la messa. I responsabili vengono condannati a morte e Calvino fugge a Basilea. È in questa città che nel 1536 pubblica il testo più importante del protestantesimo europeo: Institutio Christianae Religionis. In questo testo enuclea i punti chiave della sua nuova forma di cristianesimo:  rifiuta le immagini sacre e pone un limite ai canti e alla musica in chiesa  concezione negativa e pessimistica della natura dell’uomo (che affonda le radici nell’Agostinismo); simile a Lutero, però in Calvino diventa un invito ad agire e a reagire per contrastare questa natura sostanzialmente malvagia  rifiuto dell’escatologia (credenza che la fine del mondo fosse vicina); crede invece che il Regno di Dio è già presente sulla terra perché all’interno delle società umane c’è la categoria degli eletti. Calvino indica anche le modalità per riconoscere questi eletti: il credo religioso, la dirittura di vita e la partecipazione ai sacramenti  riconosce la validità di due sacramenti (eucaristia e battesimo) però, a differenza di Lutero, ritiene che i sacramenti siano un modo di comunione con Dio e solidarietà tra i fedeli: o non c’è né transustanziazione né consustanziazione: il pane e il vino sono solo segni di comunione con Cristo e non indicano nessuna sostanza, essendo solo simboli della spiritualità e dei doni di Cristo Sistemazione territoriale Sistemazione sincretistica Protestantesimo continentale Anglicanesimo Prevale la verità sull’unità, cioè ci si raggruppa perché si crede in una determinata cosa indipendentemente da dove si provenga. L’unità prevale a spese della chiarezza delle verità di fede. La volontà è quella di mantenere unita la nazione, anche se non si crede nella stessa cosa. o Il battesimo è a favore dei bambini, riprendendo la frase del vangelo “sinite parvulos venire ad me”, perché fa entrare nella comunità nella comunità cristiana e permette l’educazione ai fondamenti del cristianesimo  concetto della predestinazione: a differenza del luteranesimo, pervaso dal dubbio di essere salvati o no, Calvino è convinto che l’uomo è già salvato o dannato fin dalla nascita ma non può saperlo e quindi non può far altro che comportarsi in maniera corretta ed onorare Dio. Il tema della predestinazione però non compare in maniera netta negli scritti di Calvino, mentre diventa un concetto calvinista forte, soprattutto negli studi successivi (come “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” di Max Weber del 1904-1905 dove ritiene che il capitalismo è nato prioritariamente in paesi protestanti e quindi vede un legame con il calvinismo che si basa sul fatto che i successori di Calvino hanno veicolato l’idea che c’è un modo per capire se uno è dannato o salvato, cioè il successo negli affari, e per questo si è più spronati a lavorare).  sentimento di alterità assoluta tra Dio e l’uomo, per cui Dio è al di sopra e decide tutto  la fede è una grazia gratuita distribuita da Dio agli uomini e questa grazia divina è irresistibile e perseverante, cioè l’eletto non cadrà mai nel peccato Calvino instaura a Ginevra una teocrazia, per cui, insieme a un consiglio di anziani domina la città sia nei suoi aspetti religiosi sia negli aspetti temporali: la Repubblica dei Santi. Questa diventerà una forma di confessione religiosa intransigente come il cattolicesimo di Roma, mandando al rogo molte persone (tra cui Michele Cerveto, uno spagnolo che non credeva nel dogma della Santissima Trinità). Il Calvinismo si insedia in Scozia con la creazione della Chiesa presbiteriana a partire dal 1560. Anglicanesimo: è uno scisma dalla Chiesa di Roma. è una soluzione religiosa ispirata al sincretismo (possibilità di mettere insieme cose derivanti da più confessioni religiose). Nel 1485 finisce la Guerra delle Due Rose che vedeva contrapposte le famiglie degli York e dei Lancaster. L’Inghilterra viene riunficata sotto la guida di una terza famiglia: quella dei Tudor, nella persona di Enrico VII il quale decide di dare in sposa al figlio, Arturo, Caterina d’Aragona (figlia dei re spagnoli). Arturo però muore presto e quando muore la dote di Caterina non è ancora completamente arrivata in Italia: se lei rientra in Spagna la metà della dote deve essere restituita, se rimane in Inghilterra la dote può rimanere. Caterina d’Aragona viene data in sposa al fratello di Arturo, anche se per il diritto canonico una vedova non può sposare il fratello di duo marito e serve quindi la dispensa del papa, che in questo momento è Giulio II. Il papa concede questa licenza facendo ristabilizzare la situazione. Caterina non dà però a Enrico VIII figli maschi e questo chiede quindi l’annullamento del matrimonio. Il papa, che ora è Clemente VII (figlio di Lorenzo il Magnifico), non può concedere questo annullamento per motivi sostanziali e soprattutto perché Caterina d’Aragona era zia di Carlo V, in quel momento imperatore del Sacro Romano Impero (aveva già mandato i lanzichenecchi a Roma per avere il Papa dalla sua parte). Clemente VII consiglia quindi a Enrico la bigamia (era consentito ai sovrani avere un matrimonio ufficiale e uno morganatico – i figli bastardi venivano poi legittimati) e a Caterina di ritirarsi in monastero per permettere a Enrico di contrarre un altro matrimonio. Caterina però non accetta. L’Inghilterra dell’epoca è un paese in cui vige un forte anticlericalismo (John Wycliffe era un precursore della Riforma); inoltre le idee protestanti non sono penetrate in maniera forte. Enrico VIII porta quindi avanti una strategia basata sul rafforzamento del potere del re attraverso una serie di tappe: 1. viene rimessa in vigore la legge praemunire per cui il clero inglese non può appellarsi al papa di Roma senza prima aver avuto il permesso da parte del re 2. riduzione dei tributi annui che dall’Inghilterra partivano per Roma e per la Chiesa 3. nomina di Thomas Cranmer, simpatizzante per il prostentanesimo, a arcivescovo di Canterbury 4. Nel caso in cui arrivi da Roma una scomunica sul Regno di Inghilterra, si impone al clero inglese di continuare a celebrare la messa e il ministero in generale (non devono più obbedienza a Roma ma al Re) Si arriva così al momento della rottura nel 1534, anno in cui Enrico VIII emana due decreti, dando vita alla Chiesa Anglicana:  Atto di Successione (in primavera): annullamento del matrimonio con Caterina d’Aragona da parte dello stesso Enrico VIII, che sposa Anna Bolena  Atto di Supremazia (in autunno): questo decreto sancisce che a capo della Chiesa d’Inghilterra non c’è più il papa ma il Re d’Inghilterra (cesaropapismo). Enrico VIII però si pone dei limiti nella sfera spirituale perché non può ordinare altri sacerdoti (è l’arcivescovo di Canterbury che ordina i vescovi e i sacerdoti Le conseguenze sono:  soppressione di tutti i monasteri, le abbazie e i conventi e quindi del Clero Regolare. Gli inglesi non si oppongono perché c’è un sentimento negativo verso il clero. Questa soppressione però significa che tutti gli edifici e i terreni entrano nelle proprietà della corona e il re può venderle, ricavandoci denaro.  imposizione di mettere in ogni chiesa una Bibbia in inglese, la cui traduzione non è autorizzata dalla Chiesa  il cardinale Fisher e Thomas More, insieme a molti altri, finiscono sul patibolo perché non accettano lo scisma e rivendicano la libertà di coscienza ritenendo che il re non può imporre una religione (Thomas More diventa il patrono della politica) Quello che Enrico VIII crea è definito uno “scisma senza eresia” che viene sistematizzato nell’emanazione dei cosiddetti 6 articoli che Enrico VIII promulga nel 1539. Questi prevedono che: o chi non crede nella transustanziazione viene condannato a morte o si proibisce il matrimonio dei preti, mantenendo quindi la gerarchia ecclesiastica della Chiesa nel Clero Secolare Enrico VIII muore nel 1547, dopo aver sposato 8 donne, e diventa re Edoardo VI (figlio della terza moglie), che però muore adolescente nel 1553. Essendo un re giovane aveva a coadiuvarlo nell’amministrazione del Regno prima il duca di Somerset e poi il duca di Northumberland. Nell’arco di questi 6 anni le idee protestanti entrano prepotentemente all’interno della Chiesa Anglicana e questo lo si vede nel Book of Common Prayer, il messale anglicano. Questo viene pubblicato sotto il controllo del duca di Somerset nel 1549 in una prima edizione e in una seconda edizione sotto l’egida del duca di Northumberland nel 1552. Queste due edizioni denotano i l passaggio prima del luteranesimo e poi del calvinismo. Nella prima edizione: però non è d’accordo e risponde diffondendo la voce che a Trento sta arrivando la peste e ordinando lo spostamento del Concilio da Trento a Bologna, città dello Stato Pontificio. Questo porta alla chiusura della prima fase del Concilio, riconfermata dal fatto che nel 1549 Paolo III muore. Seconda fase 1551-1552: si apre a Trento sotto la guida del papa Giulio III, che era stato nella prima fase del concilio il rappresentante ufficiale del papa. A Trento arrivano anche arcivescovi tedeschi e dietro pressione di Carlo V cominciano a dirigersi a Trento anche i protestanti. Giulio III però dà indicazione ai vescovi di riconfermare tutte le scelte prese nella prima fase prima che i protestanti arrivino fisicamente nella città, eliminando ogni possibilità di dialogo. In particolare si ribadisce la dottrina della transustanziazione. Anche in questa fase si creano due partiti: uno di filo-papali (vogliono limitarsi alle questioni dottrinali – italiani) e uno di coloro che vogliono che si parli anche di riforma della Chiesa. Questa seconda fase si chiude però perché, a 5 anni dalla vittoria nella battaglia di Mȕlhberg, Carlo V viene sconfitto in battaglia dai protestanti. è in questo anno che di prepara la Pace di Augusta (1555) quando l’imperatore capisce che il papa non riesce a risolvere le questioni tra cattolici e protestanti. Nello stesso anno diventa papa Paolo IV (1555-1559), della famiglia napoletana di Carafa, e quindi è anti-spagnolo e si rifiuta di tornare a riunire il Concilio. Prende delle decisione integraliste e radicali perché decide di concentrare tutti gli ebrei (marchiati con un segno giallo sull’abito) di Roma in un ghetto; nel 1559 emana la prima edizione dell’Indice dei libri proibiti che prevede il divieto per un cattolico di leggere non solo i testi protestanti ma anche buona parte della letteratura umanista (ad esempio Erasmo da Rotterdam). Terza fase 1562-1563: a Paolo IV succede Pio IV, il quale riapre il Concilio perché c’è il pericolo che la Francia, il più grande stato cattolico, possa passare al protestantesimo (ugonotti). Tutte le definizioni dottrinali già approvate nelle fasi precedenti vengono riconfermate, ma questa fase è fondamentale per la riforma della Chiesa:  viene abolita la concubinanza per i preti (viene posto il limite di età a 40 anni perché una donna possa convivere con un prete)  si impone la clausura alle monache. I monasteri femminili erano però affollatissimi perché la collocazione in monastero era considerata come un rimedio al tenere le figlie in casa (e non dare doti importanti al futuro marito) e quindi le donne molto spesso erano forzate; per queste erano lasciate libere. Questa imposizione quindi ha esiti scarsi e a tre anni di distanza Pio V (Circa Pastoralis, 1566) ribadisce questo concetto perché molte monache fuggivano dai monasteri. Si stabiliscono delle categorie precise per le donne (vergine, moglie, monaca, vedova, prostituta – vengono create di case per accogliere le donne che abbandonano la prostituzione (ospizi, o conservatori, per le convertite)  Torna in primo piano il problema della residenza divina, ma non si arriva ad una soluzione e il tutto rimane nelle mani del papa  I padri conciliari tedeschi chiedono di ottenere la comunioni sotto le due specie per diminuire la distanza tra laici ed ecclesiastici (può essere un punto in contatto con i protestanti), ma la richiesta non viene accolta (sarà possibile solo dopo il Concilio Vaticano II, in determinate occasioni) Si danno però anche delle concessioni nei confronti dei padri conciliari non italiani:  si stabilisce la superiorità del vescovo su tutto il clero (sia regolare che secolare)  erezione dei seminari, cioè case per la formazione dei sacerdoti per elevare il loro livello culturale e liturgico  ai vescovi viene data la delega per applicare la Riforma della Chiesa locale attraverso visite pastorali periodiche e sinodi diocesani (ogni 3 anni). Passa la riforma del clero ma non quella della Curia romana. La Chiesa della controriforma però non può arrivare ovunque solo con il clero secolare e quindi creano degli ordini religiosi nuovi per applicare i decreti della Chiesa: Gesuiti, Cappuccini (branca di francescani), barnabiti, somaschi, scolopi (si occupano dell’istruzione dei ceti poveri). Si unisce la tradizione della “Galera del mediterraneo” con le imbarcazioni del nord Europa (la Cocca). La Galera risaliva alle navi da guerra dei Romani e veniva mossa dalla forza umana (venivano mandati i malfattori) e doveva quindi navigare vicino alle coste. Le Cocche sono invece navi abituate a navigare in alto mare grazie alla forza del vento (le vele vengono migliorate). Su queste navi si possono ora imbarcare pochi uomini e tutto il resto dello spazio può essere destinato alle merci, alle armi e ai rifornimenti. Storia economica Il 28 maggio 1453 Maometto II conquista Costantinopoli e quindi finisce la storia millenaria dell’Impero Romano d’Oriente. L’Impero Ottomano si insedia stabilmente nell’Europa balcanica e questo è il fatto che ha impressionato di più l’immaginario europeo: tra il 1480 e il 1609 vengono stampati in Francia più del doppio dei libri stampati riguardo alla scoperta dell’America (avvenuta il 12 ottobre 1492). I turchi infatti sono un grande problema, anche perché le potenzialità di questo nuovo mondo vengono scoperte molti decenni dopo dalla sua scoperta (l’oro trovato nel nuovo mondo si esaurisce molto velocemente e quindi fino alla scoperta delle miniere d’argento alla metà del 1500 il nuovo mondo non costituisce un territorio importante). Fino a che non sanno sfruttare questo nuovo mondo gli Europei sono deboli rispetto alle altre civiltà del mondo (l’Impero Ottomano, l’Impero Cinese, il Continente Indiano, l’Impero Giapponese). L’Europa ha infatti rispetto a questi molti punti di debolezza:  è divisa in tanti stati che si fanno guerra tra di loro  ha poco più di 100 milioni di abitanti, a fronte di imperi con molte centinaia di milioni di abitanti  è poco efficiente dal punto di vista militare Nell’arco di 150-200 anni questa situazione viene completamente capovolta perché viene risanato il terzo elemento di debolezza, grazie alla scoperta e al perfezionamento delle armi da fuoco (prima cannoni, poi fucili e pistole) e delle navi da guerra. L’Europa inizia quindi ad imporre la sua egemonia. Gli europei si spingono fuori dall’Europa perché  sono preoccupati dall’espansione dell’islamismo: gli europei vogliono cercare altri cristiani per allearsi e limitare questa espansione. Nel medioevo si era diffusa la leggenda di un Regno situato in Africa, nelle regioni dell’attuale Corno d’Africa, guidato da Prete Gianni, un re sacerdote. Si prosegue quindi la tradizione delle crociate, per estenderle al di fuori dell’Europa e del Mediterraneo.  l’espansione dell’Impero Ottomano a Egitto, Siria, Palestina, Marocco… fa in modo che i turchi blocchino i commerci dall’India al Mediterraneo (che risalivano il Mar Rosso per poi fermarsi in Egitto e da lì ripartire). Il prezzo delle spezie e dei prodotti indiani aumenta. Si vuole quindi ovviare al blocco turco.  la crescita demografica porta a cercare terre altrove per sfamare più persone (la vera espansione demografica europea però inizia a partire dalla seconda metà del Settecento)  avventura commerciale: ricerca del profitto al di fuori dell’Europa (oro, metalli preziosi e spezie Lo storico dell’economia Carlo Maria Cipolla dice che la religione fornisce il pretesto per l’espansione europea fuori d’Europa, l’oro il motivo e il progresso tecnologico dà gli strumenti e i mezzi per questa avventura. Per molto tempo però il potere dell’Europa è solo sul mare e quindi mentre l’Europa conquista il nuovo mondo e si installa nell’Oriente Asiatico, sulla terra ferma deve indietreggiare rispetto all’avanzata dei turchi. Questa situazione si capovolge solo alla metà del Colpisce 5 volte un albero, gli armati che sono al suo seguito scaricano gli archibugi e poi un notaio scrive un documento. Il Colonialismo Si distinguono diversi tipi di colonie e di colonialismo: 1. Colonie come basi di appoggio: Portogallo. I portoghesi non sono interessati a sottomettere popolazioni e territori al di fuori dell’Europa. Iniziano la loro espansione coloniale a partire dall’Africa settentrionale e poi continuano lungo le coste dell’Africa fino ad arrivare a Capo di Buona Speranza per raggiungere l’India. Lungo queste coste creano delle fortezze e dei centri commerciali dove poter fermarsi, commerciare, fare rifornimento di acqua e cibo e ripartire. Questo tipo di colonizzazione ha una storia lunghissima perché il Portogallo fino al 1990 ha avuto la colonia di Macao in Cina. 2. Colonie di insediamento: Spagna. Prevedono un’emigrazione abbastanza consistente di spagnoli nelle aree conquistate e sottomesse, di solito a scapito delle popolazioni locali. A differenza delle colonie portoghesi, non si trovano solo sulle coste, ma si espandono anche nell’entroterra. Molti indios muoiono a causa delle malattie portate dagli europei e quindi si iniziano a portare gli schiavi. 3. Domini coloniali: Inghilterra. Gli inglesi, dal XVIII secolo instaurano un vero e proprio dominio coloniale. Nel nord America la colonizzazione inglese è simile a quella delle colonie di insediamento mentre in India si ha un dominio, che arriva fino a dopo alla Seconda Guerra Mondiale. Non c’è una massiccia emigrazione di inglesi in India. Sono pochi sia gli amministratori sia i militari perché vengono assoldati nell’esercito inglese in India degli indiani (Sipahi) giocando sulle controversie tra i vari signori indiani. Nel 1493 il papa (di origine spagnola) Alessandro VI, papa Borgia, stabilisce con una serie di bolle papali una linea di separazione tra i possedimenti degli spagnoli e dei portoghesi collocata a 100 leghe a ovest delle Isole Azzorre e di Capoverde. Nel 1494 questa decisione di Alessandro VI, che non sta bene né a Spagna né a Portogallo, porta alla stipula del Trattato di Tordesillas in cui questa linea viene spostata di altre 270 leghe ad ovest. Nel 1500 Alfonso Cabral, portoghese, navigando troppo a largo delle coste africane viene sospinto dalle correnti molto verso ovest e arriva in una terra sconosciuta che chiama Terra della Santa (o Vera) Cruz; per la presenza di un particolare legname verrà chiamata poi Brasile. Questa nuova terra rientra quindi all’interno dei possedimenti portoghesi e gli spagnoli non possono controbattere. Nel 1519 Hernàn Cortès sconfigge gli Atzechi; pochi anni dopo Almavero e Pisarro sconfiggono l’impero degli Incas. Bisogna dare forma a un nuovo territorio che rientra nei possedimenti spagnoli. Queste zone nelle “Indie” sono entità politiche autonome unite alla Spagna dalla fedeltà alla corona. Questo significa che i possedimento spagnoli nel Nuovo Mondo sono possedimenti personali del sovrano, con il medesimo statuto giuridico. Isabella di Castiglia si spinge ad emanare un decreto con cui afferma che gli indios americani acquisiscono gli stessi diritti dei sudditi spagnoli qualora si convertano al cristianesimo. La colonizzazione spagnola avviene attraverso un rappresentante del sovrano (adelantado) che è di solito un capitano militare, che, con una cerimonia ben precisa, quando arriva ad occupare un territorio fa entrare questo territori nei possedimenti spagnoli. Questo permette poi la costruzione di un centro abitato: Chiesa, sede del Comune. All’interno del comune si crea un consiglio comunale (cabildo), che regola la convivenza civile ed è formato da due magistrati (alcaldes) e da altre 4-8 cittadini che rappresentano il resto degli abitanti (regimiento). Per sfruttare il suolo viene creata una struttura che prende il nome di encomienda, cioè un’azienda agraria normalmente attribuita ad un conquistador, il quale ha il diritto di sottomettere un certo numero di indios per costringerli a lavorare una terra gratuitamente. L’encomienda diventa però un problema per il re di Spagna perché inizialmente è un diritto che dà a un suo suddito a vita per poi far tornare la terra nella disponibilità del sovrano quando questo muore. Gli encomienderos però vogliono trasmettere questa terra ai loro figli e quindi cercano di mettere in atto delle strategia per rendere ereditaria la trasmissione dell’encomienda: si mettono sotto la protezione delle grandi famiglie aristocratiche spagnole e i grandi enti ecclesiastici, sui quali il re non poteva far niente. Allora i re di Spagna si inventano i corregimientos, cioè terre pubbliche e indios gestite direttamente da funzionari pubblici inviati dal re di Spagna che, nel momento in cui un encomiendero muore, si appropriano immediatamente della terra aggiungendola al corregimiento. Il territorio delle colonie spagnole viene gestito come i territori della Spagna metropolitana. Si creano infatti:  una struttura amministrativa pubblica che prende a modello la burocrazia esistente sul suolo spagnolo: il territorio viene diviso in province, che formano governatorati, i quali sono sotto dei vicereami (inizialmente Nuova Spagna e Perù, poi nel 1700 altri nella parte meridionale dell’America).  la struttura giudiziaria vede la presenza di magistrati che vengono riuniti in tribunali (audiencias), che hanno il potere giudiziario, ma anche amministrativo perché controllano l’operato degli amministratori civici, in particolare governatori e vicerè. Per tutelarsi di eventuali usi impropri di denaro pubblico i magistrati spagnoli decidono di non pagare gli ultimi sei mesi di stipendio fino a quando non si appura che questi non si sono comportati correttamente. L’aspirazione degli spagnoli è quella di creare una Nuova Europa: questo si vede guardando ai nomi dei vicereami che hanno creato come la Nuova Spagna, che è il vicereame più esteso e si trova sopra i territori Atzechi. I territori degli Incas vengono chiamati Nuova Castiglia, e poi prenderà il nome di Perù. Nel ‘700 si creano altri vicereami che prenderanno il nome di Nuova Granada (1717) e l’ultimo vicereame (1776) viene chiamato con il nome di un fiume locale, il vicereame del Rio de la Plata. Questo progetto di creare una nuova europa è un esperimento fallito perché nessuno di questi nomi viene mantenuto una volta che questi territori si emancipano dal dominio spagnolo. La colonizzazione spagnola nel nuovo mondo si pone a metà strada tra le colonie di insediamento e il dominio coloniale che porta ad una mescolanza tra spagnoli trasferiti nel Nuovo Mondo, indigeni o africani. Questa mescolanza è caratteristica anche oggi e viene fuori dall’incrocio di più etnie, conferendogli una grande ricchezza. L’esperienza della colonizzazione inglese è completamente diversa, anche se gli inglesi partono con la stessa aspirazione degli spagnoli (es. New York, New Hampshire, Georgia, Virginia…). Non ci sono però commistioni tra le etnie perché gli inglesi che si trasferiscono nel Nuovo Mondo emarginano gli indigeni e gli schiavi africani, che vengono sempre più respinti. Viene attuato addirittura un vero e proprio genocidio nei confronti dei pellerossa, fino ad arrivare a stabilire delle riserve nei quali questi pellerossa possono vivere. Gli inglesi che si trasferiscono nel Nuovo Mondo vi si trasferiscono non solo per riprodurre l’Europa, ma per crearvi un’Inghilterra migliore di quella che hanno lasciato (gli Stati Uniti diventano gli eredi della potenze preminente inglese, quando questa, nel corso della metà del XX secolo, comincia a declinare). Dal punto di vista politico ed economico l’esperimento inglese ha successo, a differenza di quello spagnolo anche se negli Stati Uniti permangono problemi di incroci di etnie. Gli inglesi non furono i primi uomini europei a mettere piede nel nord America: la Spagna si era insidiata in Florida (passa nel 1763 all’Inghilterra) e la Francia era molto estesa, dal Canada al Mar dei Caraibi con la Louisiana. I francesi erano arrivati nell’America settentrionale (nella zona del Fiume San Lorenzo) nel 1604 e già nel 1608 fondano la città di Quebec. I francesi sono interessati a livello commerciale a causa della moda diffusa dei cappelli di feltro, lavorati grazie al pelo dei castori. Anche gli Olandesi arrivano sulle coste del Nord America per questo motivo, insediandosi lungo la foce del Fiume Hudson a partire dal 1614. Nel 1626 gli olandesi comprano agli indigeni l’isola di Manhattan (nome attribuitogli dagli indigeni; gli Olandesi l’avevano chiamata Nuova Amsterdam; durante la seconda guerra degli Atti di Navigazione gli inglesi conquistano questa e il terreno che la circonda chiamandola Nuova York nel 1664). Le colonie francesi diventeranno importanti per la Francia a partire dal 1663 quando il ministro delle finanze, Jean Baptist Colbert, capisce che per rivaleggiare con le altre potenze europee bisogna puntare sull’espansione delle colonie (in India e America). Colbert mette in atto una vera e propria politica coloniale fondata su  l’imposizione di un rigoroso cattolicesimo. Viene impedita l’emigrazione nelle colonie dei dissidenti religiosi (ugonotti)  una giustizia più efficiente  un assolutismo monarchico Quindi gli spazi di autonomia nelle colonie sono molto più limitati rispetto a quelli nella Francia metropolitana. I francesi si insediano di preferenza lungo i corsi dei fiumi costruendo le loro abitazioni secondo uno sviluppo urbanistico parallelo alla riva. I pericoli dati dai pellerossa sono molto meno invasivi rispetto a quelli che devono affrontare gli inglesi perché a differenza di questi, che tendono ad isolarli, i francesi siglano dei rapporti di convivenza e collaborazione con gli indigeni. Quando Francia e Inghilterra si scontreranno sul territorio americano durante la Guerra dei Sette Anni, i pellerossa si schiereranno a fianco della Francia. Alla fine di questa guerra però la Francia perde i suoi territori (la Spagna, alleata dell’Inghilterra, scambia la Florida con la Louisiana). L’Inghilterra diventa quindi la potenza principale nel Nord America. Gli inglesi erano arrivati sulle coste del Nord America per la prima volta nel 1585; avevano intitolato alla regina che regnava in quegli anni il territorio della Virginia ma poi vi erano stati estromessi dai pellerossa. Nel primo periodo di conquiste sono protagonisti i pirati, tra cui William Drake e Walter Ralegh, molto simili ai conquistatori spagnoli. Passano molti decenni prima che gli inglesi si stabilizzino nel Nord America, cioè a partire dal 1620, anno in cui 101 padri pellegrini (Pilgrims Fathers) si imbarcano sul Mayflower e dopo una lunga traversata sbarcano sulle coste dell’America Settentrionale, fondando la città di Plymonth. Questi sono dei dissidenti anglicani che appartengono alla corrente dei puritani (simili ai calvinisti, ma anglicani). Prima di sbarcare sulle coste del Nord America questi 101 puritani stendono e firmano il Mayflower Compact, un documento che riguarda il modo in cui si deve organizzare la loro organizzazione civile e che sarà alla base della stesura della Costituzione degli Stati Uniti d’America 150 anni dopo. Questo evento simboleggia la peculiarità della colonizzazione inglese perché identifica una delle categorie che si trasferiscono nell’America:  i dissidenti religiosi, che non si sentono a loro agio sotto il controllo della Chiesa anglicana e vogliono esprimere in maniera libera il loro credo religioso (differente dai francesi) Altre categorie che vanno a formare la popolazione inglese sono:  vagabondi ed emarginati, costretti a trasferirsi
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