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Appunti Storia Moderna, Appunti di Storia Moderna

Appunti di Storia Moderna DICAM /Unime

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Scarica Appunti Storia Moderna e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA 23.9.19 Commercio e conoscenze geografiche nell'Europa del XV secolo Nel ‘400 i rapporti commerciali e culturali tra gli europei e gli altri continenti avvenivano in larga misura attraverso le sponde del Mediterraneo. I viaggi come quelli effettuati nel XIII secolo da Marco Polo e narrati dallo stesso a Rustichello da Pisa nel Milione erano divenuti più difficili con I'avvento della dinastia Ming in Cina (1368) e con l'espansione della potenza ottomana nei Balcani e nel Mediterraneo Orientale. I veneziani che esercitavano quasi in regime di monopolio il commercio d'intermediazione delle spezie e delle sete tra Oriente ed Europa, si approvvigionavano dagli intermediari arabi nei porti di Beirut e m Alessandria. Allo stesso modo, l'oro, I‘avorio. gli schiavi giungevano dall'Africa nera all'Europa passando dall'Egitto dei mamelucchi e per le reggenze barbaresche nordafricane. Le nozioni geografiche che gli europei avevano degli altri continenti erano vaghe ed imprecise. Si era lentamente imposta l'idea della sfericità della Terra. Non si sapeva dell‘esistenza delle Americhe e dell‘Oceania e si riteneva che Europa, Asia ed Africa si trovassero interamente nell'emisfero settentrionale. Si credeva, inoltre, che il continente africano fosse molto più corto e la sua costa occidentale era raffigurata come una linea obliqua tendente verso sud-est Queste credenze erronee, assieme alle fantasiose idee di incommensurabile ricchezze nelle Indie, contribuirono a incoraggiare i viaggi di esplorazione. La cultura e le nuove tecniche di navigazione Inoltre, la visione antropocentrica del Rinascimento produceva un cambiamento di mentalità: l'uomo era ormai investito di fiducia, era esaltata la sua creatività da ciò scaturiva una apertura di orizzonti, una fiducia nel progresso e una sete di conoscenze nuova. Rinasceva non solo la cultura umanistica ma anche un nuovo interesse per le matematiche, le scienze e la tecnica. Questo nuovo fervore, unito al miglioramento del settore nautico, grazie al perfezionamento dell'astrolabio, al miglioramento della bussola, al miglioramento delle chiglie delle navi. e ad una sempre maggiore precisione delle carte nautiche, consentiva di aumentare sempre di più le distanze percorribili. L'astrolabio serve a misurare l'altezza della stella polare 0 del sole rispetto all'orizzonte. La triangolazione effettuata rispetto al punto in cui si trova la nave serve ai navigatori per stabilire la latitudine in cui si trovano. La bussola indica il Nord magnetico (e non quello geografico) cosicché sono necessari dei calcoli matematici per colmare questa discrepanza. La navigazione atlantica determina dunque l'abbandono della approssimazioni basate sull'esperienza e l’utilizzo dell'algebra, della geometria e dell'astronomia per calcolare le posizioni e le rotte. Si sviluppava la cartografia che consentiva di tracciare carte nautiche molto più precise dei rozzi portolani cioè delle mappe che tratteggiavano approssimativamente le coste mediterranee Le nuove imbarcazioni: dalla galera alla caravella Per la navigazione costiera nel Mediterraneo si utilizzavano soprattutto imbarcazioni a remi e non a vela. Nel corso del XV secolo venivano introdotte innovazioni provenienti dall'Europa settentrionale come la velatura composta (formata da più di un albero e di una vela) e il timone unico dritto di poppa al posto del tradizionale remo. Così diventavano più manovrabili e meglio governabili le imbarcazioni allora più diffuse: la galera mediterranea. una nave lunga mediamente 40 metri e larga 5 o 6 metri, con limitata capacità di carico (100 tonnellate), mossa soprattutto dall'azione dei remi; e la nave landa settentrionale, lunga dai 27 ai 23 metri, larga circa 10 metri, dotata di alberi e vele, che può trasportare Secondo viaggio (1493-1496) La seconda spedizione era costituita da diciassette navi, con quasi 1500 persone imbarcate. fra cui sacerdoti, dottori e contadini: l'intento era. oltre quello di diffondere il cristianesimo, di affermare la sovranità spagnola sulle terre scoperte, colonizzare, coltivare e portare in Spagna l'oro. La partenza da Cadice avvenne il 25 settembre 1493 e. dopo la solita sosta alle Canarie (dove furono caricati a bordo anche animali domestici), si salpò il 13 ottobre. Dopo l'arrivo a Hispaniola, Colombo continuò le esplorazioni. scoprendo Santiago (attuale Jamaica) ed esplorando la costa meridionale di Cuba (che Colombo non riconobbe comunque come isola, convinto che facesse parte del continente). Dopo essersi fatto anticipare in Spagna da un carico di 500 schiavi. il 20 aprile del 1496 salpò per l'Europa e raggiunse Cadice l'11 giugno, con due navi che aveva costruito nelle colonie. Terzo viaggio: 1498-1500 Partì nuovamente con una flotta di otto navi e dopo due mesi di navigazione giunse nell'isola di Trinidad vicino alle coste del Venezuela, per poi tornare a Hispaniola. Nel frattempo i re spagnoli, accortisi che Colombo era sì un bravo ammiraglio ma sostanzialmente incapace di governare i suoi uomini, inviarono sul luogo un loro emissario, Francisco De Bobadilla, con l'incarico di amministrare la giustizia per conto del re. Ma una delle ragioni profonde di questa mossa era anche dovuta al fatto che Colombo in realtà difese gli indigeni contro il maltrattamento degli Spagnoli. Colombo si rifiutò di accettare l‘autorità dell'emissario, che per tutta risposta lo fece arrestare rispedendolo in Spagna. Quarto viaggio: 1502-1504 Dopo tutte queste vicissitudini Colombo venne scagionato e liberato. Due anni dopo ebbe modo di fare un ultimo viaggio durante il quale incappò sfortunatamente in un terribile uragano che causò la perdita di tre delle quattro navi a sua disposizione. Navigò però insistentemente per altri otto mesi lungo la costa tra l‘Honduras e Panama, per poi tornare in Spagna, ormai stanco e malato. Trascorse l'ultima parte della sua vita quasi dimenticato, in una difficile situazione finanziaria e senza essersi reso davvero conto di aver scoperto un nuovo continente. Morì il 20 maggio 1506 a ValladoIid. Dopo Colombo L'italiano Amerigo Vespucci circumnavigò tra il 1499 e il 1502 l'America in due successivi viaggi e redasse una cartina molto dettagliata, per questo il nuovo continente venne chiamato America 0 Terra di Amerigo. La conferma che le terre scoperte rappresentassero un continente venne da Vasco Nunez de Balboa, il quale attraversò lo stretto di Panama via terra e si ritrovò davanti un altro sterminato oceano, che da lui fu battezzato Pacifico perché appariva molto calmo. Nel 1519 il portoghese Ferdinando Magellano tentò il giro del mondo via mare, che però non venne concluso da lui stesso ma dai superstiti della spedizione, tra cui l'italiano Pigafetta, autore di un celebre diario di questa missione: Magellano, infatti, era morto durante una sosta di scalo nelle Filippine ucciso durante una rivolta indigena. Nel 1500 i portoghesi cominciano ad insediarsi nel Brasile, che poteva essere colonizzato perché si trovava alla destra della raya. Le civiltà pre-colombiane: Maya, Aztechi e Incas La più antica di tutte le civiltà precolombiane fu quella dei Maya, insediatasi nella penisola dello Yucatan, che non costituì mai un impero, ma fu sempre divisa in città-stato comandate da un re-sacerdote. Le città erano dei veri e propri centri religiosi, abitati dai son sacerdoti e a cui affluivano gli abitanti delle campagne per le cerimonie, i mercati e I'amministrazione della giustizia. La cultura dei Maya era molto sviluppata nel campo astronomico. scientifico e matematico (studi effettuati ipotizzano che questa popolazione abbia introdotto l'uso dello zero 700 anni prima che gli Arabi ne carpissero il funzionamento dagli Indiani). La storia di questa popolazione si può dividere in due fasi: Antico impero (III - X sec. d.C.), che terminò con I’acuirsi di una lenta crisi dovuta. si crede, ad un aumento demografico non compensato dall'aumento di produzione agricola, e Nuovo Impero, in cui avvenne una sorta di rinascita di questa civiltà, vanificata poi da guerre civili e da catastrofi naturali nel 400. L'impero Azteco Gli Aztechi Gli Aztechi erano originari dell'America Settentrionale, ma si erano insediati nel Messico centrale a partire dal XIII secolo, e dopo molte resistenze da parte delle popolazioni locali, che li avevano ridotti a vivere nelle sole alture, riuscirono ad estendere il proprio dominio su tutto il Messico centrale. Divenuto imperatore Montezuma II (1502), gli Aztechi erano impegnati a sottomettere le popolazioni amerindie rivierasche. La società degli Aztechi era divisa in clan, che possedevano un quartiere della città, proprie terre e case. Il consiglio degli anziani amministrava tali risorse, e le assegnavano a chi decidevano loro, inoltre esso stabiliva anche i vari momenti della vita del clan, a partire da quelli religiosi, di cui determinava i riti. Anche dal punto di vista politico il clan era l'unità fondamentale: era riconosciuto re colui che era eletto da un consiglio scoperte per fenderle appunto encomiende. Venivano armati di tutto punto pronti a sostenere delle vere e proprie guerre. Sicuramente uno dei più feroci fu Hernan Cones, che nel 1519. il soli quattro anni, riusci a distruggere il regno azteco. che aveva conosciuto una grossa fase di splendore e di espansione attorno al XIV secolo. Tra il 1524 e il 1526 Francisco Montejo sottomise I Maya, popolazione di grande cultura ma ormai in decadenza. Francisco Pizarro sottomise tra il 1531 e il 1536 l'impero degli Incas. anch'esso molto evoluto dal punto di vista tecnologico e scientifico. Lo sterminio delle popolazioni autoctone Una volta distrutte politicamente queste civiltà. l conquistadores le distrussero anche fisicamente costringendole a condizioni di vita a dir poco disumane. Animati dal loro cieco eurocentrismo, essi non considerarono quelle persone come uomini ma come selvaggi perché la loro cultura appariva ai loro occhi inferiore a quella europea di cui erano portatori: per questo vennero imposte agli Indios condizioni di vita peggiori anche di quelle delle bestie da some. Essi erano costretti a lavorare numerose ore al giorno, senza potersi riposare. ridotti in uno stato di schiavitù e sotto alimentati. Inoltre le malattie banali che gli europei avevano portato con sé divennero fatali per loro sistema immunitario, abituato a ben altre tipologie di virus e batteri (in compenso, gli europei hanno riportato in patria la sifilide, che da allora e fino a quasi tutto il Novecento risultò incurabile). Debolezza del sistema Immunitario. stress fisico provocarono. assieme alle uccisioni volontarie dei conquistadores un vero e proprio sterminio degli Indios: aztechi si ridussero da 25 milioni a poco più di un milione, gli abitanti di Haiti da un milione a sessantamila: Davanti a queste cifre c’è da rimanere impressionati, eppure la Chiesa non si scandalizzò più di tanto. visto che essa stessa partecipò all'evangelizzazione forzata di questi Indios, che venivano costretti a battezzarsi. Solo nel 1552 ci fu un prima reazione con Il frate domenicano Bartolomé de Las Casas. che denunciò tale sterminio ma propose. non pensando alle conseguenze, di andare a prendere in Africa gli schiavi necessari per il lavoro in America. L’encomienda Istituzione spagnola vigente fin dal Medioevo nei territori iberici riconquistati ai Mori e introdotta nelle colonie d'America all'indomani della conquistare (16 sec.). In base al sistema dell'encomienda gli abitanti di un villaggio indigeno, o gruppo di villaggi, venivano affidati a un colono spagnolo (encomendero) cui spettava il compito di proteggere e procedere alla loro cristianizzazione. nonché l'obbligo di prestare servizio militare Gli encomenderos, in genere militari che avevano partecipato alla conquista, erano autorizzati a riscuotere dagli indigeni tributi in natura o in forma di lavoro obbligatorio L' encomienda assicurò una rapida e totale sottomissione dei popoli conquistati, m degenerò ben presto in clamorosi episodi di maltrattamento, torture, riduzioni in schiavitù. Le leggi di Burgos, emanate nel 1512, tentarono inutilmente di tutelare gli indigeni dagli abusi e di limitare i poteri dei coloni. La Corona infatti, temeva sin dall'inizio le implicazioni feudali dell'encomienda. già evidenti nella formazione di una potente aristocrazia coloniale che cercava di fare dell' encomienda un possesso ereditario. Il domenicano Bartolomé de Las Casas si fece portavoce delle accuse contro l'encomienda presso il re Carlo V (I di Spagna). perorando una cristianizzazione pacifica e condannando le riduzioni in schiavitù degli indigeni. Nel 1542 le Nuevas leyes ribadirono la priorità teorica della finalità cristiana dell'imperialismo Spagnolo e la proibizione della riduzione in schiavitù degli indigeni. riaffermando soprattutto la centralità del potere regio: si proibiva la concessione di nuove encomienda, l'ereditarietà della funzione di encomenderos, e inoltre se ne vietava l'esercizio ai funzionari della corona. Il successo di queste leggi fu solo parziale. Nel corso del 17° sec. l'encomienda declinò a causa del continuo decrescere della popolazione india, finché fu abolita nel 18° secolo. La colonizzazione portoghese In seguito alla spartizione stabilita dal trattato di Tordesillas, la colonizzazione portoghese riguardò soprattutto il Brasile. || Portogallo era, in realtà, molto più interessato alle ricche colonie africane ed asiatiche, pertanto si limitò ad occupare la costa del Nord Est e a fondarvi città come San Paolo e Bahia, La Parte meridionale del Brasile fu colonizzata molto tempo dopo. Le colonizzazioni inglese, francese e olandese In questo periodo anche Inglesi. Francesi e Olandesi gettarono le basi per il loro grandissimi imperi coloniali. Essi, però, lasciarono in mano a delle organizzazioni private lo sfruttamento di quelle terre. Un esempio fu quello dell'Inghilterra, che dall'inizio del Seicento aveva affidato la colonizzazione della zona dell'Oceano Indiano e del Pacifico alla Compagnia delle Indie orientali, mentre la Compagnia delle Indie occidentali doveva occuparsi della zona atlantica. Anche Olanda e Francia, visto il successo della strategia inglese, si affrettarono a mettere a punto compagnie mercantili di simile fattura, anche se la Francia commise l'errore di statalizzare troppo la sue compagnie, eliminando quell'elemento di vitalità e di concretezza estrema che solo una compagnia totalmente in mano ai privati poteva avere (maggiori commerci equivalevano a maggior guadagno). Queste organizzazioni ebbero una grande fortuna perché ottennero condizioni favorevoli dalla madrepatria in cambio dell'esclusiva dei commerci fra madrepatria e colonie. Ciò permise in breve tempo alle compagnie mercantili di espandersi e di diventare delle imprese economiche di rilevanza importante, perché con il loro indotto non solo incrementavano i commerci ma anche la ricchezza della madrepatria. In particolare in Inghilterra, i capitali accumulati permisero poi la rivoluzione industriale, visto che vennero investiti nel settore secondario.
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