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Appunti storia moderna dal libro Introduzione alla storia moderna di Bellabarba, Dispense di Storia Moderna

Breve riassunto storia moderna libro Introduzione alla storia moderna di Bellabarba e Lavenia

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 26/01/2024

jessica-bresciani
jessica-bresciani 🇮🇹

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Scarica Appunti storia moderna dal libro Introduzione alla storia moderna di Bellabarba e più Dispense in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Misurare il tempo (2): L’uomo è sempre stato affascinato dalla misurazione del tempo e si è sempre ingegnato per la creazione di strumenti utili a tale scopo. Col passare del tempo venne meno la misurazione del tempo seguendo il susseguirsi di fasi e cicli naturali. Nel 400 venne introdotto il concetto di mese, concetto poco familiare e per cui vennero scritti i “Libri d’ore” in cui venivano spiegati i mesi associandoli a proverbi così da far familiarizzare la popolazione. A tale scopo intervenne anche la chiesa introducendo feste religiose e giornate legate ad alcuni santi. A fine 500 si ebbe la riforma del calendario di Giulio Cesare con quello Gregoriano. Nel ‘300 vennero introdotti gli orologi, simbolo del potere politico, erano di grandi dimensioni e posti su campanili ed edifici pubblici. L’orologio era accompagnato dal rintocco delle campane, sempre per quello scopo familiarizzante e per renderlo così comprensibile a tutti. Verso il 700 nacquero gli orologi da taschino, uno dei primi fu per Enrico VII, simbolo di potere politico poiché davano la possibilità di allungare o accorciare la giornata lavorativa. A fine 800 poi, con la scoperta dell’alimentazione a molla, nacquero i primi orologi da polso. Non tutti riuscirono a familiarizzare fin da subito con questo nuovo concetto (mese), infatti alcune persone come navigatori o contadini continuarono ad affidarsi al susseguirsi di fasi e cicli naturali. L’astrologia giocò un ruolo importante anche in ambito medico, dove non fu raro trovare prescrizioni mediche legate alla posizione lunare. Un esempio è Nostradamus, medico di Carlo IX, che curava il sovrano usando almanacchi. Il 500 fu un periodo caratterizzato dal concetto di caducità della vita. Lo vediamo con le opere di Giorgione “la vecchia” e “il ritratto di giovane” in cui viene preso in considerazione il concetto del passare del tempo e viene spiegato come le qualità intellettuali e morali non risiedano solo nel vecchio ma possono risiedere anche nel giovane. È un invito a guardarsi dalla superbia umana, concetto che verrà poi ripreso anche dalla controriforma, e viene esplicitato il concetto di morte del corpo ma immortalità dell’animo. L’uomo ha sempre voluto attribuire un valore razionale al tempo per cui venne introdotto un nuovo strumento di misurazione del tempo, ovvero la linea il cui punto di partenza è chiaro ma il punto di arrivo è ignoto. L’età moderna è il periodo storico in cui questa volontà è maggiore, ed è in questo periodo che nasce il termine “Medioevo” proprio per allontanarsi e per dividere il precedente periodo cupo dal nuovo periodo storico caratterizzato dai lumi. Le scoperte geografiche, inoltre, sconvolsero le popolazioni europee poiché nei nuovi territori scoperti si viveva totalmente in un’altra epoca rispetto a quella in cui vivevano gli europei. Rivoluzioni scientifiche (3): Nel corso del ‘600 si ebbe a rottura nel rapporto uomo-natura grazie alle scoperte scientifiche. Bacon e Newton portarono alla luce questioni come il controllo dell’uomo sulla natura. Cartesio ed Hobbes scrissero riguardo alla capacità dell’uomo di controllare la natura. L’età moderna fu però caratterizzata da una piccola glaciazione che portò alla morte 1/3 della popolazione europea; ciò sembrava dimostrare l’impossibilità dell’uomo di ingabbiare la natura e di avere su essa un controllo razionale. La natura inquadrata ridotta a elementi geometrici in astronomia si chiama pantometria mentre in ambito artistico è prospettiva. Il 400 è il secolo in cui ha inizio l’imperialismo europeo, grazie alle nuove scoperte scientifiche in ambito di navigazione. L’area caraibica, ad esempio, fu colonizzata nel ‘600 e con i coloni venne stravolta l’ecologia della zona con piantagioni di tabacco, canna da zucchero, caffè ecc. questo causò erosione del terreno, invasione di ratti e rese abitabile la zona da parte di alcune zanzare patogene che trasmettevano malaria o altre malattie mortali. Nel ‘900 venne coniato il termine “scambio colombiano” per indicare lo scambio bioecologico con cui gli Europei, portatori di vaiolo, colonizzando le Americhe uccisero il 95% della popolazione indigena (la morte di capi tribù generò vuoti di potere di cui gli europei si approfittarono) mentre gli europei portarono in Europa la sifilide, la cui epidemia più grande si ebbe tra 1494 e 1495. Inoltre, il 700, soprattutto in Inghilterra, fu il periodo in cui nacquero sentimenti e coscienza per il maltrattamento degli animali. In particolare, nel 1723 in UK venne pubblicato il “The Human dilemma” in cui si cercava di far conciliare il progresso scientifico ed economico con una maggiore attenzione prestata alla natura. Cartografia (4): La cartografia medievale era rappresentata secondo lo schema O-T dovuta a influenze religiose. La navigazione migliorò oltre grazie alle scoperte scientifiche in tale ambito, anche grazie all’invenzione della bussola nel XII secolo. Nacque anche la navigazione di cabotaggio (lungo la costa) e quella di pileggio (in mare aperto). Le navi genovesi e veneziane raggiunsero le Fiandre e Londra. Nacque la cartografia nautica, non basata su evidenze scientifiche bensì si limitò a rappresentare in modo piuttosto dettagliato le coste del Mar Nero e dell’Europa settentrionale. Le carte nautiche erano rappresentazioni in scala che delineavano le distanze tra due luoghi costieri e la retta che li univa. Tuttavia, queste carte non furono utili sulle navi, poiché i navigatori preferirono testi descrittivi detti portolani alle carte nautiche che venivano utilizzate come elemento d’arredo nelle case dei più ricchi. Tra ‘300 e ‘400 Crisolora riportò alla luce il testo “La Geografia” dell’alessandrino Claudio Tolomeo. Quest’opera sembrava svelare la vera immagine del mondo e per questo nobili e regnanti ne ordinarono diverse copie. Nonostante i gravi errori e le traduzioni approssimative, La Geografia di Tolomeo è un libro tecnico che si fondava su principi astronomici e che redigeva tecniche per la realizzazione delle carte. Tolomeo concentrava le tecniche nello stabilire un valore matematico ad ogni punto sulla carta, a proiettare una griglia su di essa (i meridiani e i paralleli) e ad attribuire ad ogni punto valori di latitudine e di longitudine. Le dimensioni del globo all’epoca di Tolomeo erano piccole e di fatti Tolomeo prende in considerazione una piccola parte del mondo reale, all’oscuro delle nuove terre; nonostante ciò, catturò per molto tempo l’attenzione della popolazione e venne continuamente integrata di dati soprattutto relativi alla spedizione di Marco Polo. In Italia, in particolare, la cartografia si intrecciò con il potere politico: ad esempio a Venezia, all’interno delle sedi di potere, vennero affisse molte carte, o ad esempio a Firenze dove Cosimo I fece arredare il suo studiolo con elementi cartografici che rappresentavano l’intero globo. Anche nelle corti regie i cartografi iniziarono ad assumere un ruolo importante, vennero creati per loro uffici dedicati affinché il cartografo potesse studiare. La figura del cartografo, infatti, fu di particolare importanza poiché era strettamente legata alle strategie politico-amministrative: il cartografo conosceva i confini del proprio paese e degli altri e tale conoscenza permetteva di difendersi al meglio e allo stesso tempo di invadere utilizzando le migliori competenze. Il cartografo rappresentava ciò che era conosciuto grazie ai viaggi precedenti, in maniera curata, precisa e dettagliata mentre le zone sconosciute erano tutte di fantasia. L’America inizialmente era vista come un’appendice dell’Asia e non come un vero e proprio continente, questo perché non andava d’accordo con la visione medievale dell’uguaglianze delle terre emerse tra emisfero australe e quello boreale. La circumnavigazione del globo avvenne tra 1519 e 1522 grazie a Magellano, e solamente nel 1714 venne riconosciuta America come continente a sé a seguito di spedizione mirate a chiarire tali dubbi. Commercio globale (5): Commercio silenzioso viene raccontato da Erodoto come il commercio tra cartaginesi e indigeni. I cartaginesi lasciavano le merci per gli indigeni sulla spiaggia e gli indigeni ricambiavano con una quantità di oro fin quando i cartaginesi non erano soddisfatti. L’Oceano Indiano nel XVI secolo è sempre stato luogo di scambi commerciali soprattutto da parte di tre imperi in particolare: Impero Mughal (India), Impero Ottomano, Impero Safavide (Persia). Venivano effettuati scambi commerciali di merci da ovest a est e viceversa (da ovest andava verso est oro, argento, cotone e da est arrivavano ad ovest spezie, porcellane e seta). L’Africa subsahariana fino a fine ‘400 è stata una zona isolata e non facilmente raggiungibile: era una terra ricca di elementi naturali come oro e avorio ma scambiavano anche piume di struzzo. Inoltre, nell’Africa su-sahariana non conoscevano la scrittura ma erano fortemente sviluppati dal Iemitsu allora si occupò della riforma di questo sistema: aveva creato gli ufficiali detti “i sei” e assegnò loro una parte dei compiti degli anziani, istituì un regolamento per gli anziani per delimitare le loro competenze ed entrambi “i sei” e gli anziani dipendevano direttamente dallo shogun mentre altri di rango più basso era alle dipendenze degli anziani. Per quanto riguarda i rapporti commerciali, il primo shogun Ieyasu proibì le missioni cristiane e mantenne rapporti commerciali solamente con Spagna e Portogallo. Il secondo shogun introdusse nuove limitazioni in particolare con Olanda e Inghilterra a cui si aggiunse la Spagna. Con il terso shogun Iemitsu si ebbe la chiusura del paese da ogni contatto con il mondo esterno: inizialmente proibì i viaggi all’estero, a seguito di un attacco alla nave commerciale giapponese da parte di una flotta spagnola e obbligò i giapponesi residenti all’estero di tornare alla terra d’origine. La rottura definitiva si ebbe con la chiusura commerciale verso il Portogallo, gli unici paesi che mantennero rapporti con il Giappone furono Cina (perché a Oriente e perché vi vedevano l’inizio della propria cultura) e Olanda in modo parziale le navi che portavano merci olandesi dovevano attraccare su un’isola artificiale vicino alle coste di Nagasaki. Classi sociali (11): Nel corso della storia la popolazione è sempre stata suddivisa in classi, per motivi di ordine naturale e funzionale: principalmente la piramide sociale era suddivisa in oratores, bellatores e laboratores. Nell’età moderna veniva accolta l’idea della suddivisione in Re, ecclesiastici e “tutto il resto”. La suddivisione in classi sociali provocava una netta disuguaglianza tra persone ma si arrivò ad avere una concezione positiva della disuguaglianza tra le classi sociali perché significava avere ordine sociale: le classi erano consapevoli di quello che erano e sapevano quali erano i limiti da non superare. Nei luoghi che non appartenevano a nessun regno o comunque luoghi disperi la differenza in classi sociali era chiaramente meno netta. Si parlava anche attraverso metafore corporee in cui le classi più alte rappresentavano il cervello o il cuore. (decidevano) mentre le classi più basse rappresentavano mani e piedi (obbedire). La piramide sociale serviva a dare ordine: ad esempio nei paesi europei, in cui vi era maggiore libertà, c’era più complessità generale mentre nei paesi asiatici o tirannici gli scontri avvenivano meno frequentemente poiché la gerarchia veniva rispettata (esempio Impero Ottomano che obbligò i sottomessi a convertirsi all’Islam, questi erano modi per garantirsi la fedeltà dei sudditi). In seguito alla scoperta delle Americhe, la piramide iniziò a subire dei cambiamenti: le attività commerciali non vennero più viste come attività indegne soprattutto a seguito delle colonizzazioni di Spagna e Portogallo, e ciò comportarono la richiesta figure professionali adatte. Nacquero così i letrados, indispensabili per la monarchia spagnola, che crearono una classe non facilmente inseribile nelle tre categorie. Altra categoria che mise in dubbio la triade fu la comparsa di persone senza titolo nobiliare ma con ricchezza ovvero la borghesia. Si hanno anche pensieri di filosofi come Voltaire il quale denuncia l’inutilità della classe della nobiltà e di Rosseau che definiva la suddivisione in classi sociali per niente naturale. Una struttura ancora più complessa si andò a creare quando venne posto il dubbio su dove inserire gli schiavi africani neri, gli indios e tutte le persone nate dall’incrocio di etnie diverse nacquero anche i trattati di casta con cui si dava seguito alla purezza dell’etnia bianca non facendola accoppiare con persone di castas diverse. Matrimonio, famiglia (12): Il matrimonio rappresentava una questione economica. Le famiglie tendevano a far sposare il primogenito maschio per mantenere il patrimonio concedendo agli altri figli l’ingresso al clero o alla carriera militare. Nell’Italia del XV secolo il processo del matrimonio era lungo, poteva durare anche anni ed era suddiviso in varie fasi: un mediatore a pagamento studiava il “mercato” e indicava le giovani disponibili al padre della sposa, in seguito gli esponenti maschili delle due famiglie si incontravano e si stringevano la mano a seguito di un giuramento tra sposo e padre della sposa, poi si avevano i doni da parte dello sposo alla sposa che riguardavano gioielli o guardaroba della famiglia. Il passo successivo era l’inanellamento della sposa e poi il corteo nuziale che ufficializzava il matrimonio, a seguito del corteo e del banchetto la sposa trascorreva una settimana a casa dello sposo per poi tornare per alcuni giorni presso la casa di famiglia così da dimostrare la persistenza dei legami originali e infine tornava alla casa dello sposo definitivamente. I matrimoni contadini dell’epoca procedevano a tappe come gli altri ma sicuramente queste erano meno rigide: la donna poteva incontrare lo sposo, nel consegnarli la dote, prima del matrimonio. La dote era vincolante per la famiglia della sposa: se il padre moriva era il fratello maggiore a doversi occupare del matrimonio della sorella. Nel XII secolo il matrimonio inizia ad essere considerato come un vero e proprio sacramento e si poteva ufficializzare non solo in chiesa ma anche in strada, in un’osteria ecc. In chiesa avvenivano gli scambi per la dote e si ratificava il patto con un bacio tra i padri dei due sposi. Spagna: la Spagna fu molto meno frammentata rispetto all’Italia per questo vi era una legge matrimoniale univoca fin da metà ‘200: la chiesa medievale aveva l’interesse di acquisire potere sulla società anche dando importanza alle volontà dei giovani, per questo per l’attuazione del matrimonio venivano prese in considerazione le loro volontà pur sempre avendo il consenso della famiglia. La promessa poteva essere fatta a più individui ma in questi casi la chiesa interrogava i testimoni su quale fosse il matrimonio legittimo. Una donna nubile incinta doveva essere sposata dall’uomo che l’ha messa incinta anche se era accaduto tramite una violenza sessuale. Questo perché nel medioevo era necessario mantenere un ordine sociale e la donna da sola non avrebbe potuto cavarsela quindi veniva affiancata a un uomo. La donna era considerata per natura inferiore e fragile rispetto all’uomo che aveva il compito di correggerla, anche con la forza. Nella penisola iberica la sodomia era fortemente perseguitata, specialmente tra gli uomini poiché sminuiva la virilità maschile. Lutero considera il matrimonio un affare terreno e la chiesa lo accetta per incanalare la sessualità in una forma controllata e accettabile. Nell’America precolombiana i matrimoni si avevano anche tra consanguinei e si aveva la poligamia: i coloni spagnoli, spinti da quell’istinto di salvezza di quest’umanità bambina, promossero matrimoni in forma cattolica. Inoltre, i coloni spagnoli spesso intrattennero rapporti con donne locali quindi il governo spagnolo si impegnò per sancire tali unioni. Nell’America portoghese invece vennero sanciti matrimoni tra schiavi ma anche tra schiavi e donne o uomini liberi e questo era vantaggioso per i primi poiché diventavano liberi e anche i figli nascevano liberi. Sacro Romano Impero: nel sacro romano impero la legge era frammentata: anche qui si aveva un accordo formale tra le due famiglie e il corteggiamento avveniva con lo sposo che andava sotto la finestra di casa della sposa. I ceti meno abbienti avevano una maggiore libertà di iniziativa. Cina: in Cina il processo del matrimonio avveniva seguendo sei riti cioè la negoziazione, scambio di doni, cerimonia di divinazione sui nomi delle due famiglie, scelta di una data benaugurante per la cerimonia, benestare della sposa, trasporto della sposa a casa dello sposo dove lei si inginocchiava all’altare degli antenati e infine consumazione del matrimonio. Nel XVIII secolo nasce una maggiore sensibilità verso la felicità dell’individuo e i figli entrano in conflitto con le famiglie, a tal proposito la chiesa prende posizione al fianco delle famiglie e non più al fianco della volontà dei giovani e gli stati tendono a dare sempre meno autorità alla religione. Nel 1791 con la costituzione francese si parla per la prima volta di matrimonio civile, la felicità individuale era al centro delle questioni matrimoniali, viene abolita la patria potestà alla quale subentra la tutela fino ai 21 anni e i figli nati all’interno del matrimonio erano considerati tutti uguali (non contava più la primogenitura). Con il codice napoleonico del 1804 venne reintrodotta la patria potestà e la madre non aveva alcun diritto o autorità, a differenza del padre tema in auge in quel periodo cioè la donna come detentrice della virtù domestica la cui valorizzazione era fondamentale per la saldezza del nucleo familiare. Religione (13): Sud-est asiatico induismo e buddismo Indonesia e Malesia islam Giappone fino al ‘500 shintoismo e buddismo e passaggio di gesuiti Cina buddismo mahayana, daoismo, confucianesimo e gesuiti Matteo Ricci Nord America si diffusero anglicanesimo, puritanesimo, calvinismo, quaccheri, cattolicesimo e luteranesimo e convissero insieme in pace (in Europa dev’esse) Dopo la suddivisione in khanati dell’impero mongolo, alcuni soldati si convertirono all’islam mentre altri furono affascinati dal buddismo. Tamerlano e il suo impero si dichiararono sunniti: in passato lo sceicco Safi Al Din propagò una dottrina che poi confluì nello sciismo (minoritaria nell’islam) contrapposta alla branca dei sunniti (maggioritaria). Persia (impero safavide) questo impero affonda le radici nelle tribù turcomanne. Tutto ha inizio con la confraternita fondata da Safi Al Din che, a 12 anni, si alleò con la setta turco-anatolica dei Turbanti Rossi e in soli due anni fondò l’impero safavide dichiarandosi Imperatore, Inviato del profeta e Reincarnazione dell’imam. Tra XV e XVI secolo il giovane Ismail assunse il titolo di re dei re e venne considerato da molti sudditi come colui che tornerà come messia per far ricredere i sunniti. Egli nel 1501 conquistò Tabriz e riuscì a determinare i confini dell’Iran (ancora oggi gli stessi). Venne sconfitto da Selim I mentre tentava l’espansione verso Occidente. L’impero safavide era diventato l’impero iranico. La Persia divenne il centro dello sciismo. I commerci e la centralizzazione del potere incrementarono l’attività artigianale, sono famosi i tappeti persiani, i velluti, le miniature e le ceramiche. India (impero mughal) l’impero mughal ha origini simili a quello safavide: il giovane Babur aveva l’obiettivo di controllare le vie di transito dell’asia centrale e nel 1526 sconfisse il sultanato di Delhi gettando le basi del nuovo impero. L’impero nacque restando ancorato al passato e legato all’islam sunnita; non ci furono tentativi di conversione o di battaglia all’hindu o all’islam sciita. Il secondo successore di Babur fu Akbar, un analfabeta che si fece aiutare da un letterato per la stesura di un suo libro in cui redige la sua ideologia basata sulla concordia, sulla fedeltà dei sudditi e sulla tolleranza dei culti. Egli estese una dottrina di stampo monoteistico al cui centro vi era la sua figura (si faceva rappresentare con l’aureola) e diede vita a una setta che lo venerava. Questa ideologia non ebbe seguito dopo la sua morte. Akbar fu un imperatore estremamente tollerante, non impose tasse e anzi fece costruire edifici per l’incontro e il dibattito tra le varie minoranze. Akbar conquistò uno sbocco sul mare verso occidente e aprì le posizioni in ambito militare o amministrativo a musulmani e indu. I suoi successori furono molto meno tolleranti e più conservatori imponendo un maggiore rispetto della legge islamica. L’impero mughal fu famoso per lo splendore in ambito artistico, architettonico e letterario: sono famosi i giardini persiani che fece creare Babur sulle sponde del fiume Yamuna o il palazzo fatto costruire da un erede di Akbar per piangere la moglie morta durante il parto del XIV figlio, il Taj Mahal. I tre imperi musulmani (ottomani, safavide e mughal) furono importanti poiché a partire dal XVII secolo permisero il traffico terrestre, oltre a quello marittimo, nel commercio asiatico grazie alla loro lotta al banditismo. Infatti il commercio asiatico prediligeva le vie del mare a causa della paure di incursioni nomadi ma grazie soprattutto all’impero safavide che costruì il sistema dei trasporti in Iran, i traffici terrestri andarono tranquillamente. Italia con l’elezione di papa Leone X de’ Medici nel 1513 si pensava che ci sarebbe stata una riforma della Chiesa che comprendesse un cambiamento degli ordini gerarchici nel clero, la sorveglianza della stampa e la repressione delle superstizioni soprattutto in ambito medico e popoli Jurchen o manciù sotto un unico imperatore rovesciando la dinastia Ming. Nurhaci morì prima di riuscire nel suo obiettivo ma suo figlio Taiji continuò con la politica del padre. Taiji riuscì a conquistare la Corea, tentò invano di conquistare la Cina e si diresse verso la Mongolia (in cui vi era l’ultimo sovrano legittimo del Khan dei mongoli, Gran Khanato). In seguito, riuscì ad annettere al suo gruppo delle tribù cinesi e così facendo riuscì a sottomettere la dinastia Ming. La dinastia Ming era in crisi a causa di una carestia e degli elevati costi bellici nei confronti del Giappone quindi il suo imperatore offrì il sigillo della dinastia Yuan al nuovo imperatore Taijji. Egli diede il nome Qing alla sua dinastia che significa puro per dare nuova vita alla sua stirpe manciù da sempre additata come selvaggia. Taiji volle centralizzare lo stato istituendo nuove cariche imperiali, creò nuovi uffici compreso quello per le comunicazioni tra imperatore e mondo esterno e quello relativo alle comunicazioni degli affari mongoli, inoltre redistribuì le cariche ufficiali equilibrandone il numero con le etnie e istituì uno stoccaggio cerealicolo per calmierare i prezzi in caso di carestia ed evitare così insurrezioni contadine. Taiji riuscì inoltre ad espandersi fino al ‘700 e a stabilire i confini con la Russia. Colonialismo spagnolo e portoghese (18): Il colonialismo portoghese, sviluppatosi tra il XV e il XIX secolo, è caratterizzato da diverse fasi e impatti. Inizialmente focalizzato sull'esplorazione marittima, il Portogallo stabilì rotte commerciali in Africa, Asia e America. Con l'espansione, furono fondati insediamenti commerciali e basi navali in luoghi chiave. La colonizzazione del Brasile, iniziata nel XVI secolo, divenne cruciale, specialmente con la scoperta di giacimenti d'oro. Il sistema coloniale portoghese includeva l'estrazione di risorse, l'agricoltura e la tratta atlantica degli schiavi africani. Questo ha plasmato società gerarchiche e ha contribuito alla mescolanza culturale. Nel XIX secolo, con il declino del potere portoghese, molte colonie guadagnarono l'indipendenza, ponendo fine al periodo coloniale. Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia (20): il primo sovrano che governò Aragona fu Ferdinando I di Trastamara. Governare il regno di Aragona significava essere a capo di una vera e propria confederazione comprendente Aragona, il Principato di Catalogna, il Regno di Valencia, Baleari, Sicilia e Sardegna a cui si aggiunge poi il Regno di Napoli. Il regno d’Aragona è sempre stato proiettato sul Mediterraneo e di conseguenza proiettato alla rivalità con veneziani e genovesi. Le terre al di fuori della penisola iberica erano affidate a dei viceré che limitavano in parte il potere del sovrano; inoltre, Aragona è sempre stata dotata di una grande ricchezza e le decisioni del sovrano venivano condizionate dalle cortes i cui rappresentanti vantavano un potere di intervento paragonabile al clero. A metà del ‘300 si ebbe un periodo di decadenza dovuto a peste e carestia una breve ripresa si ebbe con il successore Alfonso il Magnanimo che venne presto interrotta da una crisi politica all’interno del Principato di Catalogna che vedeva la lotta tra biga e busca che rappresentavano due fazioni diverse, una fedele al re e una no. Oltre a questa crisi politica si ebbe anche una crisi tra diversi strati sociali cioè tra la nobiltà e i contadini. A metà 400 il nuovo sovrano Giovanni II pensò di favorire l’unione tra regno di Aragona e quello di Castiglia dando in sposo suo figlio erede al trono Ferdinando alla futura sovrana di Castiglia, Isabella. La Castiglia non era un regno ricco quanto quello di Aragona ma comunque visse un periodo di splendore a seguito della Reconquista. A seguito del bottino strappato agli islamici, Castiglia possedeva molte terre; inoltre, grazie alla conquista di Siviglia, guadagnò uno sbocco sull’atlantico. Nel frattempo, a nord si stabilirono contratti commerciali con le Fiandre, la città di Burgos infatti divenne il principale centro di lana merino grazie al fatto che le pecore potessero muoversi liberamente da nord a sud della Castiglia sia in inverno che in estate, garantendo così una fornitura costante della manifattura tessile. L’agricoltura castigliana era debole a causa del clima e della scarsità dei canali d’irrigazione. Con il sovrano Enrico IV il regno entro in crisi politica (stesso periodo di Aragona). Enrico IV ebbe un’unica figlia che la corona portoghese non rivendicava come figlia legittima e con la sorella di Enrico, Isabella che affiancata dall’arcivescovo di Toledo rivendicava il trono. Isabella ottenne il trono e nel 1469 ci fu il matrimonio con Ferdinando d’Aragona II “Il cattolico”; questo matrimonio sancì l’unione giuridica dei regni di Aragona e di Castiglia anche se entrambi continuarono ad avere corti e leggi differenti e, per accordo, Ferdinando non potrà ereditare il trono di Castiglia in caso di morte di Isabella. Ferdinando era intenzionato a contrastare l’avanzata francese e nel 1504 conquistò il Regno di Napoli. L’ascesa spagnola in Europa venne consolidata da papa Giulio II il quale appoggiò la guerra lampo intrapresa da Ferdinando per la conquista del Regno di Navarra in questo modo la penisola iberica, tranne il Portogallo, era riunita sotto Aragona e Castiglia e diede vita alla Monarchia cattolica. Il papa Giulio II consentì al sovrano di decidere i nomi da candidare a tutte le sedi vescovili: il primo arcivescovo Talavera ebbe un approccio morbido nella conversione della popolazione islamica dell’ex regno di Granada al cristianesimo. Il secondo vescovo Cisneros ebbe un metodo chiaro per la conversione dei mori e degli ebrei, ovvero la forza. Questo diede vita a una rivolta dei musulmani che venne presto sedata con il decreto del 1502 che imponeva la scelta tra la conversione o l’emigrazione si ebbero battesimi di massa che portarono all’aumento dei moriscos (islamici convertiti) e dei conversos (ebrei convertiti). Tutte queste conversioni convinsero poco il clero, il quale credeva che in segreto questi “nuovi cristiani” tornassero a praticare la loro religione, nacque così l’Inquisizione: una magistratura guidata dall’inquisitore e capace di perseguire ebrei e musulmani e di confiscare loro beni che sarebbero stati incamerati dal fisco regio. Questa istituzione portò avanti centinaia di processi terminati con roghi e torture e venne estesa anche ai nuovi domini spagnoli oltreoceano. L’Inquisizione doveva riferire il loro operato alla suprema Corte centrale posta sotto il controllo reale. Oltre a musulmani ed ebrei perseguiva anche persone con deviazioni in ambito sessuale, la superstizione popolare e chiunque si opponesse all’inquisizione stessa. Nacque anche l’ossessione per la limpidezza del sangue che non comprendeva quindi figli di musulmani ed ebrei e verso i quali vennero emanate delle leggi razziali che non consentivano loro di ricoprire cariche pubbliche, civili o ecclesiastiche. Il 2 gennaio 1492 Granada fu liberata dagli arabi e Ferdinando ed Isabella emanarono un decreto che prevedeva la conversione o l’espatrio degli ebrei alcuni dei quali si rifugiarono in Portogallo (poco dopo entrò l’obbligo di conversione), Italia o Sacro Romano Impero. Nell’aprile 1492 il genovese Cristoforo Colombo riuscì a convincere la regina a finanziare la sua spedizione alla ricerca di nuove terre da cui importare spezie. La spedizione era diretta a Oriente ma nell’ottobre 1492 Colombo sbarcò alle Bahamas. Col tempo tali terre non davano le risorse sperate e quindi si pensò che tali terre fossero in un nuovo continente, tesi poi confermata da Amerigo Vespucci. Con lo sbarco di Colombo, papa Alessandro VI tramite una bolla diede l’autorizzazione alla Spagna di possedere tali terre in modo da evangelizzarle e trarne risorse. Questo provocò l’astio portoghese che venne sedato dal Trattato di Tordesillas (1494) con cui gli si riconosceva il Brasile (scoperto nel 1500). Siviglia creò una Casa de contratacion presso cui le merci in partenza e in arrivo doveva essere registrata e affinché il fisco percepisse i tributi dei navigatori. Il controllo dei re si rivelò più efficace a Castiglia, dove nacque la Santa armata che con il corregidor aumentò le donazioni del clero e l’imposta sulle transazioni detta alcabala. Isabella morì nel 1504 e la succedette la figlia Giovanna che venne data in sposa dal padre al figlio dell’imperatore asburgico Massimiliano I, Filippo il bello. Alla morte di Isabella divenne sovrano di Castiglia e non ereditò le terre del padre e della madre. Filippo morì nel 1506 e venne posta sul trono, grazie all’aiuto della nobiltà, Giovanna che resterà nota come “la pazza”. Alla sua morte Ferdinando ottenne dalle cortes l’autorizzazione a governare e nel 1510 salì al trono. Egli educò in Spagna il primogenito di Giovanna e Filippo, Ferdinando con l’obiettivo di trasmettergli Aragona e Castiglia alla sua morte nel 1516 ma così non fu. Guerre d’Italia (25): L’Italia del ‘400 visse un periodo di pace grazie alla pace di Lodi del 1454 con cui si pose fine alle rivalità tra città italiane. Alla fine del ‘400 le potenze straniere iniziarono a volersi appropriare di questi territori: così nel 1494 Carlo VIII, re di Francia, entrò in Italia con l’obiettivo di scendere verso il Regno di Napoli per rovesciare gli aragonesi. Il papa Alessandro VI di Borgia preferiva il dominio spagnolo a Napoli e per cautelarsi dalla Francia strinse un accordo con Spagna e poi Venezia per espellere le truppe francesi: la cosiddetta Lega Santa. Venezia era militarmente potente da nutrire ambizioni di un’egemonia su tutta la penisola. Nel 1495 si ebbe una battaglia a Fornovo che consentì a Carlo VIII e alle sue truppe il ritorno in Francia; Carlo VIII arruolò nuovi soldati (ne perse molti a Fornovo) per poi tornare in Italia. Le problematiche per l’alleanza antifrancese furono numerose: a partire dalla mancanza di coordinamento tra le potenze alleate, dalla mancanza di suggerimenti verso i soldati i quali combattevano senza neanche rischiare. Alessandro VI di Borgia aveva un figlio, Cesare Borgia il quale si dichiarò Duca della Romagna. Egli riuscì a convincere il papato a non inimicarsi la Francia, il che era molto sconveniente. Così Cesare ottenne territori da Imola a Fano. Nel frattempo, tra 1499 e 1500 il successore di Carlo VIII, Luigi XII tornò in Italia spinto dalla volontà di conquistarla: conquistò infatti la Lombardia spodestando gli Sforza. Alessandro VI dunque, con la paura di essere sottomesso alla Francia che stava conquistando territori in Italia e stava diventando una potenza europea, decise di allearsi con la Spagna. -Il dominio aragonese a Napoli ebbe fine nel 1501 quando, con un accordo con la Francia di Luigi XII, venne spartita l’Italia meridionale. Il nuovo papa fu Giulio II, il quale voleva mantenere buoni rapporti sia con Francia che con Spagna perché il suo obiettivo era quello di rovesciare la repubblica di Venezia: nacque così tra il papato e le principali potenze europee la Lega di Cambrai nel 1508. Nel 1509 ci fu la sconfitta di Venezia ad Agnadello e Venezia perse molti territori, da Cremona a Pordenone. -Poco tempo dopo Giulio II decise di cambiare alleanza e di aiutare Venezia a risollevarsi dalla sconfitta tentando di ridimensionare i territori francesi. Nel frattempo, si teneva amica la Spagna che a breve avrebbe attaccato Luigi XII. Nel 1511 nacque la Lega Santa che comprendeva l’accordo tra Vaticano, Venezia e Spagna. Luigi XII scese in Italia, attaccò Brescia e Ravenna e si diresse verso Milano. Giulio II, in passato aveva stretto rapporti con gli svizzeri i quali gli garantirono la sicurezza in vaticano con le guardie svizzere. Giulio II riuscì a far scendere delle armate svizzere le quali aiutarono a sconfiggere la Francia. Intanto in Toscana cadeva la Repubblica dei Soderini con il sacco di Prato. -Il luogotenente di Giulio II per le mosse antifrancesi fu Giovanni de’ Medici che gli succederà con il nome di Leone X. Quest’ultimo si rivelò da subito diverso rispetto al predecessore, Leone X fu meno coraggioso e risultò sempre arrendevole verso i potenti. Una cosa che fece appena diventato papa fu concordare un matrimonio tra la famiglia de’Medici e la Francia ma questo accordo saltò quando Francesco I di Valois ereditò il trono nel 1515. Francesco I infatti affrontò le truppe svizzere, vincendo, a Marignano grazie all’aiuto di Venezia. Leone X concesse i benefici maggiori ai francesi in cambio della libera conquista da parte dei Medici del ducato di Urbino. Questo accordo risultò essere inutile poiché pochi anni dopo i Della Rovere riconquistarono la loro città. -Carlo V d’Asburgo divenne re di Spagna nel 1516, alla morte di Ferdinando il Cattolico, e ottenne da subito l’appoggio di papa Leone X. Quest’ultimo sperava di conquistare soprattutto i territori della famiglia Este a Ferrara dopo che Carlo V avesse conquistato la Lombardia. L’impero asburgico possedeva già il regno di Napoli e venne sancita l’impossibilità a un sovrano di regnare il
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